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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 578 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
d’ Ottobre nel Castel del Buon Conseglio di Trento, nel luogo ■ a basso, ove si gioca al Pallone, in presentia dell’ Eccellente Signor Giovanni Renner Dottore, il Nobile et Magnifico Signore Michele Mechda Millia, il Magnifico ms Bortölamio Hurber scrivante del Paese Longo l’Adice, et’ l’Egr. ms nro Signor Francesco Castellerò della Giuri- sditione di Telvana Testimoni Rogati. Si ha narrato, eh’ essendo levata, et accomodata la defferenza del temporal Dominio del Vescovado di Trento tra il Serenissimo

264 Segne il giuramento fatto dalla Città di Trento, Noi cittadini, et habitatori della città di Trento, et ciascuno di noi in particolare promettemo et giurano al Serenissimo Prencipe il Signore Signore Ferdinando Archiduca d’Austria, Duca di Borgundia et Conte di Hàbspurg et Tirol, nostro Clementissimo Signore co me. al presente Regnante Signore et Prencipe del Ducal Contado de Tirol, Protettore et Difensore del Vescovado, et Chiesa di Trento, che noi, et ciascuno dì noi vogliamo, et dobbiamo

osservar, et mantenere inviolabilmente, et non contrafar in conto alcuno perpetuamente tutt’ il/’ contenuto in tutti li. ponti et artìcoli dell’ obbligatiqne scritta, fatta e sigillata, et data a Sua Ser. ,,lil Altezza per il Gratiosissimo nro Signore Cardinale Vescovo di Trento, siccome ancora per il Decano, et Ca pitolo di quella Cathedrale Chiesa, la quale manzi a noi è stata letta per quanto quella noi come sudditi del Vescovado tocca, et noi se condo il tenore, et dispositione d’ essa verso

li Prencipi Regnanti di Tirol, et Avvocati, Protettori, et Defensori del Vescovado, et Chiesa di Trento, et per il presente a Sua Ser. mA Altezza siamo tenuti, et obbligati, siccome il Sign: Iddio noi aiuti et tutti li Santi. Oss . Simile giuramento faranno da tutte le altro città, giurisdizioni, e sudditi del Vescovato di Tronto. Istrumento del giuramento : 1578. In Christi Nomine Am. etc. — 1’ anno dopo la Sua Nati vità mille cinquecento settanta otto, Inditione, sesta, lunedì vigesimo del Mese

Prpe Ferdinando Archiduca d’Austria, Duca di Borgundia et Conti di Tirol, et Prencipe nro Clementissimo, et V Illustrissimo et Reveren dissimo Mons. Cardinale di Trento il Signor Lodovico della S. Rom. Chiesa del titolo di S. Honofrio Prete Cardinale, et Vescovo di Trento, et volendo li M. Illustrìssimi SS. 1 qui presenti il D. 1 ' Luca Remer Baron de Marech, et Mayrnburg, dì Sua Serenissima Altezza Consi liario, .et Capitanio della Provincia Longo l’Adice, il Signor Christo- foro - Baron

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 619 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
riforme nella disciplina del suo Clero, e procurò l’unione del Convento colla Romana Congregazione Lateranese. Sotto di lui la parrocchia di S. Floriano fu trasportata a Magredo. Morì a Faedo li 18 giugno 1686. Giorgio Adamo de Dissen (Taitenhofer) da Tisenz presso Bolzano, primo Abbate Lateranese, e Preposito di San Michele, uomo placidissimo eletto nel 1686. Morì d’apo plessia nel 1716. 20

305 XX IL XXI IL XXIV. XXVI. XXVII. XXIX. XXX. XXXI. XXXII. f XXXIII. XXXIV. XXXV. XXXVI. XXXVII. XXXVIII Giovanni III Koberger da Bamberga. Pervenne alla Pre positura nell anno 1435, e morì, come si crede, nel 1440. Vito Machinger. Resse dal 1440 al 1443. Corrado III da Bressanone. Morì dopo 29 anni nel 1470, Andrea Vilser de Hochenberg (Vilzingher) Bavarese. Ot tenne dall'Arcid. Sigismondo di poter costruire un Porto sull’Adige fra San Michele e Grumo nel 1473. Morì nel 1476. Giorgio Amortb

da Lavis prima Decano, poi (1476) Pre posito infulato fino al 1488. Simone Scheffer di Mattrej Preposito dal 1488 ai 1498. Ottenne da papa Innocenzo VII!, e da Massimiliano Re dei Romani solenni conferme de’ suoi Diritti. Sebastiano Vogelbach eletto nel 1499. Fu da papa Leone X nominato Commissario Pontifìcio. Wolfango I Streber, Bavarese, Coadiutore per 5 anni del suo antecessore, al quale succedette; ma morì meno di due anni dopo, nel 1529. Giovanni IV Aichenfelder di Porgine. Morì nel 1548- Paolo

dì Freisinga, prima Coadiutore, e poi (i6o3) eletto. Durò in carica fino l’anno 1623. Tommaso Zigainer di San Michele eletto nel 1023. Morì nel 1656, e sotto dì lui fu stabilito nel l63'7 il primo Curato di Faedo, e nel 1638 il primo Curato a Lavis. Carlo Barbi da Coredo eletto a dì 27 marzo 1657, con firmato da Roma nel 1659. Morì nel l663. Antonio Ouetta de Lilii? nato a Trento. Fu uno dei più degni Prelati di San Michele: ingrandì il Convento, edificò di nuovo la Chiesa, fece non senza ostacoli delle

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 392 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
decano, alla quale dignità rinunciò tosto che fu al pos sesso del principato di Trento. A di 30 novembre fu consacrato da Mons. Minucci vescovo di Feltre assistito dai due prelati di Stamps e di San Michele all’Adige, dove prima avea fatti tre giorni di esercizj sotto l’apparente direzione del suo pro vicario Redolfi *) ; ma come prese in mano le redini del governo non fece buona prova di se : scelse a ministri persone poco atte a provvedere alla buona direzione degli affari dello Stato, e volle

definire immediatamente certe questioni eh’erano insorte tra la contea del Tirolo e il principato di Trento. A questo fine tenne in Trento con i commissari austriaci delle con ferenze in cui si trattò dei dazj e dei loro gravami, dell’ affare mi litare, e di altri argomenti di non minore importanza. Terminate le sessioni, si propose di recarsi a Vienna per ultimare le vertenze pen denti con vantaggio della sua Chiesa, e se ne va; ma l’effetto non corrispose all’aspettazione dei Trentini, avendo egli

stabilito e con chiuso solennemente con Sua Maestà l’Imperatrice Regina un trattato (24 luglio 1777)5 che segna il tracollo d’ una potenza vicina ad estin guersi. Vi si stabiliva, che il Vescovo facesse eseguire la perequazione in consonanza delle patenti tirolesi ; che le steure vengano esatte dagli steurali vescovili per conto della provincia ; che la coscrizione militare sia fatta dal Conte del Tirolo in vigore del diritto di difesa; che i dazj austriaci eretti ai confini della Venezia rimangano

, e siano osservate le tariffe del Tirolo, che cessando i dazj interni si man tengano i dazj pel vino, acquavite e tabacco, e che il Vescovo si uniformi alle disposizioni del Conte ; che 1’ ufficio capitanale di Trento avesse il diritto di ascoltare e definire le questioni e i gravami che fossero portati dalle Comunità trentine suddite vescovili intorno a steure, concorrenze militari, contribuzioni di carriaggi e di difesa dello Stato* che Termeno e Levico siano rimessi al Conte del Tirolo, e il Vescovo

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 414 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
ai consiglieri di alzarsi e prepararsi per essere tradotti a Milano. Otto dragoni li circuiscono, li accompagnano alle loro case, e poi a Milano dove sono condannati a rimanere sino a nuovi ordini. Il Consiglio ordina intanto, che Ì 1 Capitolo avesse da esporre in tabella i nomi degli attuali canonici con il loro luogo di nascita, 1 ’ età e il giorno del possesso nel canonicato. Il La Valete ordina, che Rovereto, la Valle Lagarina, i Quattro Vicariati, le Giudicane, Arco, Levico e tutta

indisposizioni corporali, e ven gono per ciò sostituiti dai signori Stefano Bernardino 1 Bertolini di Porgine, Filippo Perottini di Rovereto, e Giuseppe Ferdinando Bordi di Borgo, ai quali venne tosto conferito il relativo'giuramento 1 ). Il Vaubois si disponeva intanto a difendersi dagli Austriaci che tenevano le valli del Nosio, deH’Avisio e di Primiero e gl’ impedivano di andare avanti contro il Davidowich che colle sue truppe guardava le gole del Tirolo. Avea tre mila uomini accampati a Lavis, e con

le ali del suo esercito si estendeva per Pinè sino a Brusago, e pel Buco di Velia sino a Terlago, Teneva il parco d’ artiglieria nei prati alla Mär, e• poi guarnigioni a Porgine, a Levico e giù per tutta la Vaìsugana, ed altri piccoli corpi stanziati in Valle Lagarina, nei Vi cariati ed a Riva. Mirava di spingersi a Bolzano dalla parte di Pine, invadendo la valle di Flemme ; ma il generale Laudon con seimila uomini si teneva pronto a calare daU’Anaunia, ed era riuscito a far armare in massa

le popolazioni montane vicine a quella città. I Fran cési, che sì tenevano sicuri del fatto loro, venivano cacciati da Borgo di .Valsugana (31 ottobre) assaliti da pochi militi del reggimento Lat- termann uniti con i bersaglieri di Fiemme e di Primiero ; e quasi contemporaneamente perdevano nella Botta sostenuta (1 novembre) coot ro quelli di Soyer e dì Segonzano, eh’erano alla difesa dei passi che mettono in Fiemme. Rimanevano per ciò dì fronte al nemico, e, nel di seguente sono costretti ad impegnarsi

in un combattimento a San Michele all’Adige, Il Laudon faceva discendere il suo esercito dalla Rocchetta e dalla parte di Terlago. San Michele fu preso e ri preso, e in fine abbandonato agli Austriaci dopo avervi minato il *)’ Grazudei : Opuscolo citalo , pàg. 22 .

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 288 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
. De cittadini che ebbero parte in questa lotta spiccano in modo particolare i nomi di Paride dei Be- neàetti di Michele Saibanti, di Gaspare Savioli, di Jacopo Antonio Cimaiolo e sopra tutti, del dottore Matteo Del Bene, sindaco della città*)- il quale fu ad Innsbruck e sostenne valorosamente la causa de’ suoi concittadini. Ritornato a Rovereto, presentò al Consigliò la sua relazione* ma alla fine di giugno vi arriva un reggimento (500 soldati forestieri) diretto, per ordine dell’ Imperatore, alla volta

288 ranno 1^62 significa ufficialmente ai provveditori Roveretam 1 av venimento che rendeva l’Arciduca, conte del Tiralo, come tale padrone. • re di Rovereto. I provveditori ne rimasero stupiti/ e latte le necessarie consulte, inviarono all’ Imperatore un oratore per racco- „ florali i nrivilegi accordati alla loro città, secondo i quali non intendevano di essere tenuti di prestare ubbidienza al Conte del Tì- rolo ma sibbene al capo dell’ Impero. Fecero proteste, e insistettero fortemente

di non volere essere aggregati alla contea del Tirolo, e protestarono eziandio contro i dazj e le imposte che il Conte volea oro imporre, e contro le pretese delia Camera empontana, che nella trattazione degli affari, volea si facesse uso della lingua tedesca. Nacque una lotta ardita tra la Reggenza d’ Innsbruck e .1 Municipio di Rovereto - lotta che fu continuata sino all’agosto del 1564, e finì con 1 * intero assoggettamento dei Roveretani, quando agli argomenti della ragione subentrò la forza

di Milano 1 3 e questo s’arresta sino a causa finita, E intanto il Del Bene con i quattro provveditori veniva arrestato e tradotto prigione al Castello e dopo qualche mese di patite sofferenze, la città è co stretta a sottomettersi, ed a giurare fedeltà ed osservanza al Conte del Tiralo (24 agosto) presenti i commissari arciducali, Nicolò Ma- j n]r/n Baldassare Trautson, Jacobo Boimont ed Enrico Scheneh»), I pn^nitrono allora posti in Hbertà, ad eccezione del Del Bene, che fu mandato in esilio a Lavis

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 178 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
Vanga, presso all’Adige. La città si dichiara allora repubblica. Sedici cittadini sono de putati per il nuovo ordinamento delle cose, e Rodolfo de Bellenzani, uomo assai ricco ed intelligente, è nominato capitano e referendario, del popolo trentino. Federico era in quel momento in san Michele all’Adige, il Bellenzani gli reca la notizia dell’ avvenuto, ed ottiene da Ipi parole d’ incoraggiamento e la promessa d’investirlo del ca stello di Tenno e di Castelselva di Levico l ). Indi il Duca scende

k' * 178 sulle abitazioni dei favoriti e ministri del. principe, e dopo di averle saccheggiate, occupa, tumultuando, i castelli più vicini alla città. Fatto ciò, parve ritornasse la calma: il Vescovo va alla sua cattedrale per celebrarvi, giusta il consueto, i vespri, ma nell uscirne è di nuovo circondato dai rappresentanti del popolo, i quali gli chiedono la con segna del castello maggiore; e, tornate vane le istanze, lo arrestano e lo traducono prigioniero nella torre Rossa, chiamata anche

a Trento (20 aprile), arringa il popolo, loda il Comune d avere so stenuti prodemente i suoi diritti in faccia al Vescovo, e promette di volerli proteggere e confermare; assolve i cittadini da ogni imputazione pei seguiti tumulti, e punisce con le confische, le spogliazioni e la prigionia, coloro che per piacere al Vescovo s’erano resi strumenti di tirannide. . Il popolo del contegno del Duca si mostra soddisfatto, e tanto lo esalta da crederlo una specie di liberatore. Grida: viva 'I Buca! con quello

stesso entusiasmo, con il quale poco prima avea invocata la libertà con la morte del tiranno ; e così va con il popolo sempre, pronto a trapassare da un estremo all’altro, senza tanto pensarci. Il Vescovo si stava ancora nel carcere, il Bellenzani si dava premura a reggere la pubblica cosa, e il Duca faceva mostra di zelo per il bene dell’ intero paese. Tratta con il vescovo Giorgio, e lo lìbera dì pri gione a patto che rinunciasse al territorio di Trento verso un’ annua pensione. Il Vescovo promette

(23 aprile), e poi non mantiene la giurata promessa, e continua a mostrarsi restio ai voleri del Duca, per la qual cosa cadde novellamente nello sdegno di Federico, che ridisceso a Trento, lo fa imprigionare e tradurre a BruneL. Il Duca invade allora il castello del Buon Consiglio,, e vi sì fa a spadroneggiare per mezzo de’ suoi delegati. La citta toma a tro varsi in preda alla tirannia : Federico ordina con lettera dei 2 luglio al clero delle due diocesi, di Trento e di Bressanone, di non corri spondere

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 132 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
, in difetto d’ armi temporali, non usasse contro- di lui le spirituali, cui voleva evitare ad ogni costo. Ma i prelati di san Lorenzo, di Augia '') e di san Michele interpon gono appellazioni alla Santa Sede, e alla metropolitana di Aquileja 3 ), e il Vescovo, conosciuto il tradimento, dà le spalle alla sua Chiesa, e corre a Roma per deporre ai piedi del pontefice Nicolò IV le sue doglianze. Vi giunse nel febbraio del 1289, ed Ivi nella primavera, dello stesso anno, vinto dal peso d’interminabili sciagure

riconoscevano dai conti del Tiralo *) ; e, per mezzo del suo vicarìe» investe Simeone di Boninsegna dell’ ufficio di postiglione per tutto il vescovato trentino, esigendo da lui il giuramento di fedeltà, la segretezza nelle ambasciate e la rivelazione piena e sincera di. tutto dò. che tornasse in danno del Conte 2 ). Ed è pure Mainardo che s' intromette ad accordare i Trentini con i Bresciani, allora in aperta rottura, senza che i documenti ce ne dicessero la ragione, 1 esito e la durata. Nell

’ accordo vi figuravano il. Conte e il Comune di Trento da una parte, dall’ altra Lotto degli Agli fiorentino podestà di Bre scia, e Guidone dei Guidoni, capo del pòpolo bresciano, non meno che Ferramondo sindaco di Riva. Fu stabilito che vi s’avesse perpetua, pace, e che per essa Mainardo potesse ubbidire all’ Imperatore, pre stare aiuto allo Scaligero, al Comune di Verona ed a Pinamonte dì Mantova, e non fosse tenuto a nessun risarcimento, se i signori di Castelbarco dannificassero in Valle Lagarina

le persone della città e del distretto di Brescia 3 ). Mainardo nell’ anno 1288 sostituiva a Giovanni di Cavedine nella giudicatura o vicariato di Trento un Bertoldo dei Guidotti, berga masco, e nel tempo stesso, indignato con il Vescovo che non riusciva a piegare, con fina ipocrisia si dimostra disposto alla pace. Convoca il decano e i canonici della cattedrale (aprile 1288), e propone loro di volere restituire i castelli e i diritti usurpati alla Chiesa di Trento, purché fosse sicuro che il Vescovo

, chiuse tranquillo la sua carriera mortale 6 ), dopo di avere dato prova della sua libertà, conferendo F investitura feudale a Mainardo, figlio di Trentino di Gando, della metà dei castelli di Gresta e di Nomes ino, 1) Alberti : Annali citati, pag. 187. 2 ) Alberti: Annali citati, pag. 186. 3 ) Alberti: Annali cit . pag. 188. 4) Monastero de’Canonici Regolari eretto non lungi da Bolzano, e poscia, per le inondazioni dell’Adige e del Tolfer, trasferito in Grieg, Sorelli : Dissertazione intorno alla

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 452 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
alle Laste, 1 1 e passati i loro beni al regio demanio 1 )- Indi furon posti a pubblica 4 ) Altri conventi del Trentino subirono la medesima sorte ; e tra questi si nota la soppressione del Convento prepositorale dei Canonici i Regolari di S. Agostino in San Michele all’Adige avvenuta a dì 16 aprile I 1807. Vedi Appendice , N. 34.

137 possesso del vescovato; indi pontificò la prima volta con messa so lenne, ed a quella funzione intervenne il Magistrato, e si volle, che durante la stessa, fossero suonate le campane della torre di piazza tra lo scarico dei mortaretti del Comune. Il governo non badava a tutto questo, ma esercitava i proprj sudditi all’ ubbidienza con opportuni provvedimenti. Decretava (24 marzo 1806) l’innesto della vaccina contro la troppo frequente invasione del vaiuolo ; vietava i piccoli , dazj interni

, e scioglieva la privilegiata compagnia di Sacco per la j tradotta delle merci sull’Adige da Rronzollo a Verona; proclamava la legge sul bollo; proibiva al clero di cantar messa nella notte del Natale, di far suonare le campane in occasione di tempeste, di far processioni e pellegrinaggi ai santuari ; ordinava che fosse regolato 1 orario delle messe a comodo dei devoti ; e poi si dirigeva al ve scovo Emanuele Maria con una legge relativa alla collezione delle parrocchie vacanti, all ordinazione dei chierici

ed alla direzione del Se minario. Ma il Vescovo ricusò di aderirvi, allegando in suo favore 1 oracolo del Vaticano, e la conclusione del Concordato, che si stava trattando da Mons. Annibaie Della Genga, legato pontificio allora residente in Ratisbona. Nacque per ciò dissidio tra la Corte di Mo naco e il nostro Vescovo; la R. Corte fece sospendere la pensione .al Vescovo; e costui, più irritato che mai, s’unisce ai vescovi di Bressanone e di Coira, facendo ricorso al Santo Padre ; il quale, presa

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 631 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
di Trento » 302 » 34. Serie dei Prelati del Convento Prepositurale dei Cano nici Regolari di Sant’Agostino in S. Michele all’Adige. » 303 » ' 35. Proclama d’Àmnistia ai popoli del Tirolo . . . » 306 » 36. Sentenza pronunciata in Mantova contro, Andrea Hofer » 307 » 37. Lettera pastorale del Vescovo Benedetto Riceabona do Reichenfels » 310

317 Nnm. 26. Relazione doll’Elezzione di Monsignor Leopoldo de’Ba roni di Firmian in Coadiutore del Principe e Vescovo di Trento adì 29 maggio 1748 pag. 289 » 27. Decreto di condanna del libro intitolato; «Lettera se conda» occ. dell’Ab. Gir. Tartarottì . . . » 293 » 28. Decreto di S. Maestà Regia dettato in favore di Rove reto nella questione dell’ Interdetto . . . . » 294 » 29. Memoriale dei Consoli e Provveditori della Città a Sua Altezza Rovma contro l’introduzione del Nuovo Co dice nella

Pretura di Trento » 295 » 30. Circolare del Vicario Mons. Zambaiti ai paroci, in cui si manifestano lo intenzioni di Sua Ecc. Bonaparte circa le cose di Religione » 299 » 31. Capitoli da osservarsi nell’Amministrazione del Con siglio di Trento . » 300 » 32. Supposta supplica de’ cittadini al Magistrato perchè rivendicasse i suoi diritti, offesi dai membri del Con siglio . . . . , . . . . » 301 » 33. Ricorso del Magistrato trentino a S. E. Bonaparte per essere sollevato dallo intemperanze del Consiglio

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 287 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
quando 1 esperienza lo rendeva convinto a credere, che senza Tau- iorità dei principi, non si può conservare 1’ autorità dei pontefici l ). A lui succedeva Pio V, che fu Michele Gislieri, di antica famiglia bolognese, ed Inquisitore di singolare durezza, chiamato per ciò anche Michele' dell’ inquisizione 2 ). Il cardinale Cristoforo non era ancora giunto a quell' età che invita 1 uomo a desiderare la quiete fuori dalle mondane cure ; ma a lui premeva grandemente di rendere ereditaria nella sua

famiglia la dignità che teneva nel Principato trentino; ed a questo fine, adì 14. novembre 1567 la rassegnava nelle mani del pontefice Pio V in favore di suo nipote, Lodovico Madruzzo. Va a Roma, e lascia, il posto al nipote, nominandolo suo coadiutore ed amministratóre con futura successione. Questi era nato da Nicolò Madruzzo, e da Elena di Lamberg stiriana (1532); avea assolti i proprj studj prima nel- 1 università di Lovanio, e poi dì Parigi con quel profitto che lo rese . stimabile presso

le persone più influenti del tempo, e presso lo stesso pontefice Paolo IV, che trovò di nominarlo cardinale, d’inviarlo all’ Imperatore, e poscia alla dieta di Augusta convocata nel 1559- Ivi s era fatto ammirare nell’ ornata ed elegante orazione funebre da lui recitata in lode di Carlo V; e terminata la dieta, ebbe da Fer dinando I la non invidiata missione di recarsi alla Corte di Francia per congratularsi con il re Francesco li della vittoria riportata sugli Ugonotti 3 ), che in numero di 1200 furon

colti all’ impensata presso Amboise (17 marzo 1560), ed esterminati completamente. Prima ancora che il cardinale Lodovico assumesse il disimpegno delle funzioni a lui affidate dallo zio, venne, come fu detto, al go verno del Tirolo l’arciduca Ferdinando, il quale fino da principio ebbe a dimostrare che nel nuovo indirizzo delle cose intendeva far rivivere nel Trentino le assopite pretensioni dei conti 'del Tirolo. L’ Imperatore non se ne curava, ed ogni cosa sotto di lui passò tranquilla ; ma non

così nel reggimento del suo successore. N’ è prova il contegno della Camera di Reggenza sedente in Innsbruck contro la città di Rovereto, Essa con Tatto di dedizione stipulato con Mas similiano I avea ottenuto, che fossero rispettati i suoi statati, ì suoi ordini, le sue regole ed usanze; che fosse riconosciuto il diritto di eleggere giurisdicenti italiani, e di essere sentita e lasciata Ubera nel caso di un mutamento di Signore ; e malgrado ciò la Camera nel- 9 Alberi : Relazioni degli

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 435 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
. Don Michele Mariani è uno di questi, e della fede cieca, che metteva nelle cose maravìgìtose non possiamo dubitare. Le sue narrazioni sono date come altrettanti veri, e ne togliamo una che fa per tutte. Narra, un jrjg i modo di conoscere et sanare i Maleficiati , et dell 5 antichissimo uso del benedire* Brescia e Tronto, per Santo Zanetti, 1631.

120 d’una fatale Reazione, che, volendo conservata l’unità della fede, tentava di ricondurre la scienza al santuario, ed a fare di essa il solo intangibile patrimonio del clero. 1 Gesuiti n erano alla testa, e per loro torna il genio a tacere, vi si fanno nuove tenebre, e chi sde gnava dì adattarvisi era costretto a lasciare il paese, e a farsi suddito di altra terra. Non vi rimaneva che il popolo con tutta I’ eredità * d’ignoranza conseguita dai secoli passati - , eredità di pregiudizi

in- veterati e di credenze sostenute con il prestìgio del maraviglioso. Tornarono perciò a rivivere le superstizioni, i timori all’ignoto, eie frenesie della imaginazione non soccorsa dai dettami della ragione. 11 demonio ridivenne, come in ogni epoca d ignoranza, una potenza oRantesca e terribile, che s’introduceva in tutti i mali della vita, ed era in terra e nell’aria, commovendo gli elementi a danno degli uomini. Entrava negli stessi uomini, e li rendeva capaci di sua natura maligna, conferendo loro

la virtù per ogni sorta di maleficj. Di streghe e di stregoni si popolavano le valli trentine, ed eranvi ossessi, e maleficiati chetimi venivano sanati, se non ricorrendo al clero, che n avea in mano il potere, e sapea distinguere le arti del demonio, e conosceva com’ esso entrasse ne’ corpi umani, e come ne dovesse uscire - 1 )- Nessuno era che osasse porre la mano su questa piaga sociale - , e con le streghe correvano per la bocca del popolo cento e più altre corbellerie - , parto anche queste

di quella crassa ignoranza, che il popolo non sapea levarsi di dosso. 11 sovrannaturale lo teneva con tinuamente preoccupato, e 1 esaltava con tutta la potenza de suoi prestigi. Bastava un racconto di cose che andassero ad appuntarsi fuori & della sfera del mondo, perche il popolo lo ricevesse come una verità indiscutibile. Si credeva alle comparse dì esseri estianiondani, ai miracoli ottenuti nei pellegrinaggi ai tabernacoli ed ai santuari], alle pretese manifestazioni celesti, alla virtù supposta

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 101 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
del pontefice nel- l’occasione, che le monache dell’ ordine di santa Chiara chiedevano di essere trasportate dal sobborgo di sant’Apollinare in quello di santa Croce. Esse domandavano la chiesa dedicata a san Michele arcangelo ; ma ne facevano ostacolo i canonici Aldrighetto di Campo e Federico di Clesio, che in quella chiesa tenevano i loro titoli con le rendite annesse. Era un ostacolo che doveasi torre, ed egli disposto a fare la volontà del,Papa, -s’accorda con lui e con i canonici

101 per essa non si toglieva che vivessero le ostilità dei principj profes sati. dal Papa e dall' Imperatore. Il vescovo Gerardo, che era ghibellino ed avea partecipato alla dieta di Cremona, non si curava delle intemperanze papali, imitando l’esempio di que’ vescovi con dominio temporale, che non si tenevano obbligati alla voce del pontefice se non in quanto si riferiva a cose meramente spirituali. Della scomunica scagliata sufi’ Imperatore non tenne conto ; ma invece piegò docile alle istanze

recalcitranti, ai quali compensa le prebende con altrettanti benefici vacanti, e immette le monache in possesso della medesima (io settemb. 1229), dove si mantennero per lo spazio di circa seicento anni 1). Del resto fuori delle cose spirituali, ei non riconosceva che l’autorità dell' Im peratore ; e per esso, e per la concordia, in cui viveva con il conte del Tiralo, suo assessore, poteva disporre del principato senza tema di opposizioni. Esigeva collette, imposte e contribuzioni, trionfava delle molestie

. Desiderio: Del mo nastero di S. Chiara di Trento. Trento, Prog , dell'i. r. Ginn. Sup., 1884, 2 ) Alberti: Annali _ cit. pag. 99, —Mazzetti: Antiche Relazioni tra Cremona e Trento , pag. 58. 3 ) Alberti : Annali cit. pag. 102,

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 137 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
conte Ottone, diedero (1299), a titolo di locazione perpetua, ad Enrico Magardi certe terre dei territorj di Marniga e di Canezza; e che fu investito (1300) certo Giovanni di Canezza d’una parte di terra situata nelle adiacenze di Arzanaga in luogo detto al Brocco 3 ). : Del Vescovo non si ricorda che un monitorio segnato in Man tova (l3oo) contro alcuni, e in ispecie contro Gisalberto di Brentonico e un Faganello, ritenuti usurpatori di terre e di decime appartenenti alle monache di san Michele

poderi 1 ). Indi, assicurato dai figli con giuramento, che sarebbe ese guita a puntino l'ultima sua volontà, cessò di vivere (29 o 3l ot tobre), nel trentesimosettimo anno del suo reggimento. Ma i figli di Mainardo non si curavano di eseguire le imposte restituzioni, e il vescovo Filippo volea pure entrare in possesso del suo vescovato. Egli si reca personalmente in Francoforte da Adolfo re de’ Romani, che era allora in guerra con Alberto d’Austria, èd ottiene da lui la solenne investitura

delle regalie e dell'amministra zione temporale con piena giurisdizione del principato, non meno che un decreto (l 3 novembre 1296), in cui si dichiaravano irrite e nulle le cessioni da Mainardo estorte ad Egnone e ad Arrigo in pregiudizio della Chiesa trentina 2 ) ; ma anche questi decreti rimasero per i Conti come lettera morta. Essi continuavano ad esercitare atti di libera giurisdizione senza riguardo ai diritti del Vescovo, accordando inve stiture, e ricevendone la rinuncia. Si nota

, a mo’ d’ esempio, che nell’anno 1296 certo Stefano, notaro e loro sovrastante alle cantine, investiva Odorico ed Enrico di Cognola d’ un casale e di alcune terre situate alle Taverne , e che Caneelino, pure canipario, o cantiniere, riceveva (1298) da Giovanni Pelauco la rinuncia d’ ogni diritto, che avea su due pezze di terra nelle pertinenze di Zel, affine di confe rirne l’investitura al notaro Bonifacio de’ Bellanzani ; che i due cani- pari Stefano e Cancella, collettori dei beni del vescovato in nome del

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 344 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
debile ed incerto ; e, come ottenne le bolle pontificie, le rassegnò al Capitolo, e si rimise alle riserve, che il Capitolo trovò opportuno di esigere da lui. A dì 3 giugno prese possesso del ve scovato, e sei giorni dopo fu consacrato dal suo suffraganeo assistito dai prelati di san Michele e di Griez. Il Magistrato, in luogo dei soliti archi, gli fa un presente di ventiquattro posate d'argento, e d’ un paio di candellieri dello stesso metallo, e contento di luì, si dà ogni premura per significargli

(9 luglio 1677), fu impiegato più volte quale delegato del Capitolo presso le diete del Tiralo. Nella sua elezione, 1’ Imperatore per mezzo de’ suoi eommissarj avea brigato, perchè venisse nominato vescovo il preposito Antonio de conti Piccolomini di Siena, e forse non senza ragione, atteso che il neoeletto avea bensì le qualità atte a fare un uomo pio, leale e sincero, un cortigiano onorato e gentile, ma non ne avea alcuna di quelle che valgono a fare la felicità d’uno Stato. Era per natura

la sua soddisfazione. Il Vescovo prese allora in mano le redini del governo, e prima, pensando alle cose spirituali, intima la visita pastorale che intende di fare, e fa leggi contro gli abusi del clero, che, dimentico de’ sacri canoni, trasandava la tonsura, V abito clericale, e le cautele dovute con le persone di diverso sesso, prendendo al servigio le giovani piuttosto che le vecchie. Ed in proposito ordina, che 1’ ecclesiastico, senza previa dispensa, non possa coabitare con donne che non hanno

compito il quarantesimo quinto anno di età *). Indi si dedica alla consacrazione di chiese, consacrando prima la chiesa del nuovo con vento di san Bernardino (i3 aprile 1698 2 ), e poi quella dei Riformati di Cavalese in Flemme. Alle cure spirituali unisce un certo zelo per le cose temporali, entrando in affari con il Magistrato consolare con fermando i di lui privilegi. Nell’anno 1701 fece splendida accoglienza a Giuseppe I re de’ Romani; e di lui si nota, che avendo ottenuto dall’ Imperatore

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Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 139 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
a dì 24 decem bre 1306 prese possesso della città di Trento, e che in quel giorno fece lauta mensa, alla quale intervennero, oltre il decano del Capitolo e molti canonici, gli abbati di san Lòrenzo, di san Michele e di Augia, t) Alberti : Annali cit. pag. 201 e seg. —Dello stesso: Miscellanea , MSS. VI fog. 17-24. 2) Bonelli: Notizie citate , II, pag. 633, . 3 ) Frapporti: Opera citata, pag, 447. 4 ) Boxklli : Monumenta ecc. pag. 82 . 5 ) Alberti: Annali cit. pag. 211,

dovrebbe rimettere nelle mani dei Conti i soprannominati castelli e fortezze *). La pace accennava ad un atto solenne d’inqualificabile tirannia, e nondimeno il Vescovo s’ affretta ad ottenere da papa Bonifacio Vili 1 ’ assoluzione delle censure, nelle quali erano incorsi Ottone, Lodovico ed Arrigo, conti del Tiralo. Ottobono, patriarca di Aquileja, viene delegato ad assolverli, ed essi promisero con giuramento di tenersi alla pace conchiusa 2 ). Fatto ciò, i Mantovani, e i Veronesi si ritira

rono dal territorio trentino, e il Vescovo, volendo ricuperare le terre di Riva e di Tenno, impegnate durante la guerra alla repubblica di Verona, fu obbligato a pagare alla medesima 20 mila lire 3 ) ; somma ingente per il suo tempo, la quale potò ottenere, imponendo una generale colletta di 40 soldi per ogni fuoco 4 ). Ma poco dopo disgustato degli inganni del mondo, va a cercare la quiete net mo nastero de’ Minoriti di Mantova, dove cessò di vivere a dì lB de cembre 1303. . Papa Benedetto

XI, un Trevigiano succeduto a Bonifacio Vili, saputa la morte del vescovo Filippo, trasferì alla Chiesa di Trento Bartolomeo Quirini (10 gennaio 1304), patrizio veneto allora vescovo di Novara. È detto, che il Papa, non appena trasferito alla nuova diocesi, lo avesse adoperato in qualità di nuncio in Germania per riconciliare 1 ’ Imperatore col vescovo elettore di Magonza, il quale si doleva di certe spogliazioni fatte da Cesare alla sua Chiesa 5 ). Ritornato di là, venne ad un nuovo accomodamento con i conti

deh Tiralo,, in virtù del quale, ottenuta loro l’assoluzione, il Vescovo sarebbe riposto con piena giurisdizione nel dominio della città e delle terre spettanti alla Chiesa di Trento, ad eccezione di Pergine che rimase in potere dei Conti. Nel frattempo moriva (22 settembre 1305) Lodovico, ultimoge nito de’ figli di Mainardo II, e i fratelli superstiti, Ottone ed Arrigo, uniformati alle intenzioni del vescovo Bartolomeo, non fecero ostacolo agli atti di sovranità da luì iniziati. È noto, eh’ egli

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Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 121 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
F interdetto sopra la città e su tutta la diocesi (13 ottobre 1270), e ne trasmette copia al preposito di san Michele ed ai parroci dì Fiemme, di Cembra e di Giovio, affinchè fosse resa di pubblica ra gione s ). E da quel punto il Vescovo più non si rende alla sua sede. *) Alberti : Annali cit . pag. 148. 2 ) Prima del Drobossati la zecca di Trento era stata impegnata (16 settembre 1262) a Facino Nosterio, a Turesendo Ipotecario e a Benvenuto Corogolla (Durig: Beiträge cit. pag. 93), e dopo di lui, per

121 nardo una transazione, nella quale veniva stabilito, che pagato lo stipendio dei capitani e dei custodi di Trento e dei castelli del ve scovato, tutte le rendite derivanti dai dazj, da affitti, da collette, e da altri rami d’entrata, fossero divise per metà tra loro, eccettuata però- la parte spettante al Conte, che doveva essere mantenuta senza diffalco. Di più, si convenne, che le spese di guerra siano fatte in comune, e che i proventi delle appellazioni, delle vendite, delle tu tele

e curatele siano riservati al Vescovo. Il Conte dal canto suo non prometteva che ciò a cui era tenuto come avvocato della Chiesa di Trento l )- Indi nel maggio dello stesso anno Egnone affitta per un anno la sua zecca a Belliotto dei Drobossati fiorentino per lire 300 2 ); e, nel novembre, alla presenza di Mainardo e di molti altri testimoni trasmette a titolo di pegno, per 1150 lire veronesi a Gra- lanto di Salorno la gastaldia di Fiemme con il patto di ricuperazione 3 ). Nella prima metà del 1270

Egnone ritorna a Trento, e con il consenso del Capitolo, dei ministeriali e dei cittadini, disobbliga perpetuamente, in rimedio dell’ anima sua e de vescovi suoi successori, gli uomini della cappella di Termeno e di Magrè dalla colletta loro imposta di fresco dai conti del Tirolo. Era questo un atto di sovra nità che non piaceva ai Conti, e li rendeva poco disposti a permet tere che il Vescovo rimanesse tranquillo possessore della sua sede. V’ è chi dice, che Mainardo si fosse accordato segretamente

un anno, a Belliotto de Rubafadis de Florentia (30 aprile 1272). Bonelli : Notizie ecc. II, pag. 600. 3 ) Alberti ; Annali cit . pag. 49. 4 ) Perini Agostino : I castelli del Tirolo, II, pag, 21. 5 ) Albetti : Annuii cit. pag. 150.

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Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 436 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
che tra i privilegi concessi alle Monache di S. Michele in Trento, se ne contava uno „ che ha del prodigioso, e vien dal Cielo. Ogni qual- » volta è per morire alcuna delle Suore, di tre campanelle, che hanno, » 0°è delle Messe, della mensa, e del Capitolo, una suona infalli- » bilmente da sò stessa pochi dì avanti ; e ciò, oltre consta di .fama, » 111 * v *en’ affermato costantemente dalla moderna Abbadessa, eh’ è » l a Madre Suor. Veronica Rosina, nata Colonna de’ Baroni di Vels Inoltre

lo stesso Mariani ammetteva, che 1’ acqua di S. Giuliano in Rendena era per miracolo continuato del santo atta ad uccidere le vìpere, ed ogni altro animale venefico, non meno che a fugare i vermini, e ad arrestare le febbri 2 ) ; che lo scorpione, nel Trentino, avesse ricevuto la facoltà speciale di rendere innocua la sua puntura 3 ) ; che le comete apparse negli anni 1664 e 1ÓÓ5 avessero presagitele morti degli arciduchi d’Austria Ferdinando Carlo e Sigismondo 4 ) ; e che le pesti fossero il più delle

volte causate da certe unzioni praticate, secondo la comune credenza, da untori pellegrini e questuanti. E in ciò con lui credevano anche i medici e le autorità cittadine, come avvenne di osservare in Trento l’anno 1671. Egli ci racconta, che fattovisi grande rumore per la moltitudine venutavi di gente straniera, e per certe unzioni, vere o false, vedute in diversi luoghi, si credette, che la peste del 1630 avesse da ritornare. Il Magistrato consolare ricorse ai collegio de’ medici, e dietro suo

accascia Xintelletto, e lo obbliga a farsi schiavo dei pregiudizj del volgo. Due soli uomini pare avessero dato nelle loro opere qualche segno non comune di elevatezza di mente, e questi furon figli di quella classica terra, che mai rimase deserta di chiari ingegni : Giambattista Ruffinì di Bréz, che nel chiostro sì disse p. Giovenale, e fu distinto nella metafisica, e Romedio Tolotti di Nano, che va ammirato come uomo -• t) Mariani: Trento con il sacro Concilio et altri notabili, Trento, 1673, pag

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Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 449 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
di passare l’Adige sul ponte del vecchio castello di Ve rona, e costringeva 1 ’ arciduca Carlo, fratello dell’ Imperatore, a ri tirarsi. Furono cacciati gli Austriaci da San Michele e da Caldiero (30 ottobre), e costretti di correre dinanzi al nemico, passarono il Tagliamelo, e poi 1 ’ Isonzo. Trento si trovava allora sgombro da militi. Vi giunge dalla Venosta un corpo di Austriaci condotto dal principe di Rohan (14 novembre), che staccatosi dal grosso dell’ar mata, s’ era rifuggiate in Titolo dopo

134 la Baviera (9 settembre). Egli s' avea assicurata la neutralità del re di Napoli, e fu al Reno, dove si pose alla testa dell’ esercito, e si condusse'''immediatamente al Danubio. Ulma fu costretta a capitolare (18 ottobre), e in due settimane 1 ’ esercito austriaco, forte dì 1 QO mila uomini’ fu completamente disfatto. I Russi non erano ancora arrivati, e nel giorno stesso di quella capitolazione, il maresciallo Mas sena, che comandava V armata francese in Italia, ordinava alle sue truppe

ad Austerlitz (2 decembre) la battaglia ivi impegnata potè rendere all’ imperatore Napoleone quella splendida vittoria, che trasse il nemico a chiedere un armistizio, e poi la pace, che fu firmata a Presburgo (26 de cembre), e ridusse l’Austria a cercare la sua salvezza nella fedeltà de’ suoi sudditi. Fu stabilito, eh’ ella si tenesse oltre l’Isonzo, che la Venezia fosse riunita al regno d’ Italia, che la Baviera e il Wir- temberg avessero il titolo di Regni, e che i Bavaresi divenissero pa droni del Tirolo

con il Vorarlberg e gli antichi vescovati di Bressanone e di Trento. Alla Francia rimasero ì paesi italiani già incorporati alla stessa o governati con leggi francesi, e le rimasero altresì acqui state, e non riunite ad altro Stato, le antiche provincie veneziane dell’ llliria. E nel corso di questi avvenimenti 1 ’ Impero Germanico creato da Carlo Magno veniva a cessare. Napoleone io avea minato con la pace di Luneville, che designava alla Francia la sinistra del Reno, ed ingiungeva all’Imp

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