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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1887
Note topografiche e altimetriche sulle Pale di San Martino
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Pagina 5 di 21
Autore: Marinelli, Giovanni / di Giovanni Marinelli
Luogo: Torino
Editore: Club Alpino Italiano
Descrizione fisica: 18 S. : Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Bollettino del Club Alpino Italiano ; Vo. 20, N. 53, 1886
Soggetto: g.Palagruppe ; s.Topographie
Segnatura: II 228.768
ID interno: 390714
F. 2. La riproduzione di tale Carta per opera del l’Istituto già Topografico,.ora Geografico, militare italiano, vi portò qualche aggiunta sol tanto per ciò che concerne acque o strade. Quanto diciamo di queste due carte, può ripetersi'anche delle loro. riduzioni o riproduzioni, ed altresì della Carta topografica della Provincia di Belluno — nella scala di 1: 43,2 OO, pubblicala da Anobio Gukrnjeiu, Belluno, Guernieri 1856, con altitudini tolte dal Trinker. Soltanto tale'carta non pre- . senta indicazione alcuna

fuori dei confini della provincia. (3) Vedila cilàta nelle Fonti altimetriche. Le Carte alpine del Mayr, del Waltenberg, , del Ball ecc., pur per sé pregevoli, si posson poco utilizzare, stante la scala troppo mo desta. Come Carta d'assieme molto corretta vedi quella imita alla edizione del 1885 del Mcurer, Führer durch die Dolomiten. !'> • ì f- Y_J

il fenomeno che taluna delle vette più imponenti (Pala di S. Martino) non si trova lungo la linea di spartiacque fra i bacini più importanti, ed altra (Cimon della Pala, ecc.) nemmeno sulla linea di vetta più rilevata, bensì costituisce un torrione collegato con quella, ma da essa sporgente. E noto quanto incerta sia la topografia e la nomenclatura del gruppo; incertezza in parte spiegabile, una volta che si tenga conto della rarità e dcirasprezza dei passi ; del bizzarro e complesso accumularsi di vette

per figura l’una dall'altra poco distinte; della configurazione ad acro coro selvaggio e desolato, che affetta la parte sua più interna e che, mancando essa di linee idrografiche decise, rende forientamento difficile. Prescindendo dalle carte vecchie, fra le quali sola veramente degna di menzione (almeno per ciò che concerne la nomenclatura) sarebbe quella del Tiroìo pubblicata dall’Anich e dall’Hueber nel 1774 (1), lo studioso può utilmente ricorrere per istudiare il gruppo dì cui trattiamo

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 478 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
missione dell’apostolato. Ei nacque in Bolzano da Giuseppe Maria de Tschiderer e Caterina de’ Giovanetti (15 aprile 1777); e fatto sa cerdote (27 luglio 1800), fu cappellano in Unterrinn e nella terra di Ulten ; insegnò tre anni teologia e pastorale nel Seminario di Trento (1807-1810), e, poi fu parroco di Sarnthal (1810-1819) e di Merano, e, in fine, canonico della cattedrale di san Vigilio (8 ottobre 1826), vescovo ausiliario del vescovo di Bressanone per la provincia del Vorarlberg

(20 maggio 1882), e vescovo di Trento. Vi fece il suo ingresso (3 maggio 1835), partendo dalla chiesa parrocchiale di san Pietro, e muovendo alla volta della cattedrale preceduto dalle con fraternite, dal Clero, dal Capitolo, e seguito da tutte le imperiali e civili autorità. Nella cattedrale fu ietta la bolla- pontificia di sua con ferma; e, pronunciati i soliti discorsi, il Vescovo celebrò la messa e benedì la prima volta la città e la sua diocesi *). Indi diede principio all’ apostolica sua missione

, e non ebbe mai a desiderare cosa alcuna che non fosse conforme al bene spirituale de’ suoi diocesani. Ma non così fu del Pontefice che lo avea confermato vescovo. Egli avea in cominciato a pontificare, quando in Italia più che altrove sentivasi il contraccolpo della rivoluzione francese di luglio, quando il principio' politico del non intervento proclamato dalla Francia tenevasi destinato a proteggere una grande sollevazione. L’impaccio del dominio tem porale fece delirare anche questo Pontefice

, che, uscito dalla sua vera missione di capo spirituale della Chiesa, trasse intorno a sè tutti gli odj della nazione, e morì senza die alcuno versasse sulla sua tomba una lacrima sincera e cordiale. Del resto, malgrado la reazione, le speranze italiane non ces savano di pullulare, e si fecero tentativi per realizzarle. Fallirono sotto l’influenza della Giovane Italia in Calabria (1840), e fallì quello scoppio generale che nell’anno 1844 pareva imminente, e fu cagione della morte dei due fratelli

Bandiera (25 luglio). Due anni dopo, morto papa Gregorio (1 giugno 1846), tornarono tempi favorevoli alle concepite speranze. Comparve nominato pontefice il cardinale Giovanni Maria Mastai Ferretti (ló giugno), che si disse Pio IX, e pubblicò un’amnistiaci6 luglio), che fu levata a cielo dagli applausi clamorosi, che sì diffusero per tutta l’Europa. Il Trentino rispose anch’esso cordialmente agli applausi generali, e senti la prima volta picchiare forte nel suo petto il sentimento della propria

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 441 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
Borsieri di Civezzano, e Giuseppe Ram poni di Magras in Valle di Sole, medici insigni; Giuseppe Antonio Slop di Cadine, astronomo della Specula di Pisa, e Francesco Vigilio Barbacovi di Tajo, eccellente scrittore di cose legali e storiche. Era una famiglia illustre d’'uomini distinti nelle scienze, alla quale facevano

126 cagione; ma 1’ opportunità del chiostro per questo genere d’istruzioni era cessata. Conveniva che le lettere e le scienze passassero in mano dei laici, ed a questi fosse conferita la missione dell’ avvenire. In Trento fallita quest’ ultima prova, appare l’ingegno fecondo dì Carlo Antonio Pilati dì Tassullo. Vi teneva la cattedra di diritto già isti tuita dal Magistrato consolare fino dati’ anno 1756, e primo frutto delle sue profonde elucubrazioni fu il libro dell’ Esistenza della legge

naturale (Venezia, 1764). Il libro non faceva per gli amici della, vecchia scuola ; e di qui la fiera persecuzione mossa contro il suo autore da quegli stessi che furono ostili alle dottrine del Tartarotti. Il Pilati è costretto a combattere, e ad uscire di patria per sottrarsi dalle mene degl’ ignoranti, dei maligni e de’ calunniatori ; va da un. luogo all’ altro, e non cessa di scrivere e di stampare, rilevando i pregiudizj del tempo e proponendone i rimedj. La sua Riforma dItalia (Villafranca, 1767

), e le Riflessioni sopra la Chiesa in generale e sopra il clero sì regolare che secolare (Borgofrancone, 1768) ottengono 1’ approvazione del pubblico intelligente ; ma nella patria sua, assente lui, è processato e condannato in contumacia al bando perpetuo (1769). Ma anche con questa misura le cose non si arrestano : i tempi voi ■ gevano alla totale distruzione di un passato che non avea più ragione di esistere. Conveniva, che l’opera della civiltà prendesse norma dall’ avvenire, e si rifacesse alle idee, che

non erano quelle della immobilità accarezzata dai nemici dell’umano progresso. Il Pilati continua a spiegare tutta la potenza del suo talento contro le arti maligne de’ suoi avversar] ; lo spirito del Tartarotti non cessa di agitarsi tra coloro che lo aveano perseguitato, e qua e là nel Trentino, sorgono nuovi ingegni, che ne abbracciano le idee, e fanno luce alla terra che li vide nascere. À quest’ epoca rimontano i nomi di coloro che cooperarono a fissare il risorgimento della nostra coltura

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Libri
Anno:
1887
Cenni intorno all'origine e costituzione della Società Pro Patria ed atti della prima adunanza generale tenuta in Rovereto il dì 28 novembre 1886
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Pagina 56 di 95
Luogo: Rovereto
Editore: Tipogr. Roveretana
Descrizione fisica: 92 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Kopie
Segnatura: II 91.233
ID interno: 334492
venga regolata in modo da cor- : rispondere meglio agli- interessi 'delle provincia aggregate. 3. L’Amministrazione, conservata sempre l’unità della Società, . • venga ripartita fra diverse sezioni. 4. La Direzione centrale venga incaricata di formulare le ne cessarie disposizioni chiedendo poi il consenso all’ I. R. Governo. * Dj Morosa. — Ho chiesto la parola per dichiararmi in massima d’accordo colla proposta Dordi. Solo al 1. punto dove si raccomanda l’alternarsi della sede della Società fra

Statato oltrecchè andar soggette a non poche formalità»- ri chiedono inoltre l’approvazione dell’autorità competente, non sembrami opportuno di specificarle per ora, ma propongo che l’Adunanza generale deliberi di adottare in via di massima questi principi, incaricando la Direzione centralè di volerli far oggetto di stadio. In questi sensi presento all’Adunanza generale la seguente proposta: 1. La sede della Società sia alternata fra Rovereto, Trento e Trieste. 2. La Direzione della Società

Rove reto, Trento e Trieste, trovo d’osservare, che anche le altre città del Litorale o dell’ Istria come Gorizia, Parenzo, Capo d’Istria, Fola ecc. ecc. potrebbero con egual diritto reclamare per turno la Direzione centrale. Per evitare quindi il pe ricolo di futuri campanilismi e dissidi proporrei che la sede della Direzione centrale dovesse alternarsi tra il Trentino e il Li torale, essendoché l’avvicendarsi della sede fra Trento e Ro vereto non potrebbe esser giustificata dalla distanza

rispettiva di queste due città. (Rumori), Dj Fi, Tiflier. — A nome dell’ Istria dichiaro formal mente che tutto il Litorale riconosce per sua capitale morale Trieste, a cui fa capo, e che le nostre città non conobbero mai nè invidie nè campanilismi, per cui a nome dell’ Istria dichiaro fin d’ora che esse non pretenderanno mai d’ avere per sede della Direzione centrale città diversa da Trieste. (Ap plausi). Dj derosa. — Io era ben lontano dal voler sollevare colla mia proposta una spiacevole questione

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Libri
Anno:
1887
Cenni intorno all'origine e costituzione della Società Pro Patria ed atti della prima adunanza generale tenuta in Rovereto il dì 28 novembre 1886
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Pagina 31 di 95
Luogo: Rovereto
Editore: Tipogr. Roveretana
Descrizione fisica: 92 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Kopie
Segnatura: II 91.233
ID interno: 334492
31 ri ri a. Con questo desiderio ed augurio, io rinnovo a nome di Trento il saluto alla città di Rovereto, alla Società Pro Patria ed ai Signori delle altre provincia italiane* che presero parte alla nostra Adunanza e ci onorarono di loro presenza, L’ u- nione di tutte le provincie italiane della Monarchia; Fin tento comune a cui esse aspirano, di proteggere lingua e nazionalità in un momento in cui pur troppo esse sono minac ciate per ogni dove da diversi elementi, io lo credo un intento

nobile, sublime, necessario, (Appianai). Credo che la comune concordia gioverà a raggiungere questo scopo, e spero che anche coloro, che reggono i destini dei popoli sapranno rico noscere la giustizia della causa e le daranno F appoggio ne cessario, (Bene, bravo). Pietro Gofler. — Signori! Qual Presidente della Camera di Commercio ed Industria, che ho V onore di rappresentare, mi arrogo il diritto di parlare a nome del Trentino, della nostra terra. Io porgo un cordiale saluto a quanti presero parte

saluto dalla Venezia Giulia, E voi che avete l’animo gentile e F intelletto pronto, leggete ìu esso F evocazione, che a stento io reprimo, dei lauti ricordi di comune istoria, delle lotte contro ogni maniera di avversità d’uomini e di fato che noi sosteniamo, delle poche gioie e de’ grandi dolori che accomunano la nostra causa, che giustificano le nostre ■ legittime aspirazioni, che affratellano gli animi nostri! (Applausi). Insieme al saluto, noi vi rechiamo ancora F espressione della più sentita

, della più alta gratitudine de* nostri conter ranei per il beneficio che ci avete fatto consegnando in nostre mani una potentissima arma di difesa. Tarda forse giunge a voi la notizia della nostre condizioni, troppo tarda perchè possiate apprezzare-l’immensa riconoscenza

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 325 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
leggerezza del vapore e la speditezza del lampo. E tutto ciò stava nd concetto di moltissime infelici che si ritenevano vendute a lui, e di aver per lui la virtù della stregoneria, che alla perfine si risolveva ad una follia meritevole di essere curata nei manicomi, anziché punita spietatamente nei tribunali d’inquisizione. Ma, come i fatti dimostrano, da questa follia nessuno si poteva esentare. Era divenuta talmente pandemica che tutti n erano presi, i teologi, i legali e gl’inquisitori, che senza

10 . della società, tanto che tutti ci credevano, e il non crederci era delitto di eresia. Il diavolo, questo mostruoso aborto di mente inferma, vi teneva la parte principale. Era l’innamorato delle donne, colui che presiedeva ai convegni notturni di quelle che si rendevano a lui, che le assisteva ne’ loro bisogni, che forniva loro i mezzi necessarj ad omii sorta di malie, che le aiutava nelle loro trasformazioni, e nei via<«ó che imprendevano, trasvolando da un luogo all’ altro colla

che venivano inflitte ai rei d’ un delitto imaginario * e guai a coloro che avessero censurato il rigore della pena, o la maniera iniqua della procedura. Questi tati. venivano trattati come eretici, malgrado che facessero mostra di credere al diavolo ed all’ efficacia degli sfregamenti. Pare però che tra noi non si sia verificato il caso di questa specie di eresia ; tutti ci ere* devano; ma nel vicino Tirolo il p. Adamo Tauner, che aveà osato manifestarsi compartecipe delle pietose osservazioni

esposte da Fe derico Spee nel suo Cautio criminatis, non ebbe onorata sepoltura, e fu posto in voce di eretico d).' 1 processi per la distruzione della stregoneria tenuti nelle, valli i) Rapp (Ludwig) Dìe Hexenprozesse und ihre Gegner aus Tirols pag. 47 e seg. — Karsch : Storia naturale del diavolo , pag. 111.

7
Libri
Anno:
1887
Cenni intorno all'origine e costituzione della Società Pro Patria ed atti della prima adunanza generale tenuta in Rovereto il dì 28 novembre 1886
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Pagina 19 di 95
Luogo: Rovereto
Editore: Tipogr. Roveretana
Descrizione fisica: 92 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Kopie
Segnatura: II 91.233
ID interno: 334492
suoi organi, ed a spese del fondo scolastico della provincia, e delle sovvenzioni dello Stato, per i quali noi pure dobbiamo contri buire, e dei quali non vien reso nessun conto. • Con quei fondi si provvegono di lauti stipendi gli alunni degli Istituti magistrali per precipitarli poi nelle amare disillu- *) Si chiaman filò lo riunioni di contadini nell© stallo duranto lo lunghe serate invernali. \

m poco tempo, nei filò l ) dei nostri montanari, si leggeranno le belle edizioni moderne del canto dei Nibelungen, di Klopstock, di Schiller, di Goethe, invece, dei vecchi volumi, affumicati dagli avi antichi, della Storia Sacra, delle vite dei Santi, dei Reali di Francia, o del Guerino detto il meschino 1 Questa. è scuola e progresso! ' La storia per vero è questa. Tutti sanno che i nostri maestri sono tenuti corti a danari, {perchè non prendano troppa albagia , ha detto un reverendo alla

Dieta) e solo colui che sa bestem miare qualche termine tedesco o servir messa, dietro raccoman dazione di qualche pioniere della civiltà tedesca, o di qualche buon Curator d’anime, riceve un sussidio di 30 dormi annui dal fondo scolastico provinciale, o dalle sovvenzioni governative. Ài maestri, a questi paria del nostro paese,' i quali sentono più forte lo stimolo della fame che il sentimento della propria nazionalità, — ai nostri valligiani che vorrebbero mendicare dalla Germania una civiltà, che

l’Italia ha saputo dare due volte al mondo intiero, come depositaria del primato morale e civile dei popoli, primato al presente bensì conteso da altre nazioni, ma che la storia giudicherà se perduto — ai maestri che guidati col morso della fame vorrebbero far dimenticare le più gloriose memorie dell’attività intellettuale di questo nostro Trentino, non dirò niente per ora. Importa invece av vertire i Comuni, il paese, che si insegna tedesco a scapito dell’istruzione generale delle nostre popolazioni

8
Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 490 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
ai confini, e dì nuovo tratto a volere la separazione dal Tiralo, Voleva questa volta, che il paese venisse aggregato alle provincie della Venezia rimaste austriache, ed a questo fine il Municipio di Trento votava (23 luglio) in pieno consiglio la seguente mozione : „ il Consiglio comunale considerando, che il de- „ sìderio, anzi, nelle attuali circostanze, 1’assoluto bisogno della parte „ italiana della provincia, reclama imperiosamente l’aggregazione della „ medesima alle provincie venete, delibera

sanguinosissima di Magenta (4 giugno) gli Austriaci furono costretti a ripararsi dietro al Mincio, ed a sgomberare i Ducati, le Marche e la Romagna. A Solferino, Cavriana e San Martino si rinnovarono i combattimenti (24 giugno), e non si andò più avanti. L’ Imperatore propose all’imperatore Francesco Giuseppe un armistizio (6 luglio) e a Villafranca fu firmato l’atto dei preliminari della pace (l'2 luglio); che poi venne sancito in Zurigo (io novembre) dai rappresentanti delle tre potenze

: che, di concerto colle „ rappresentanze delle altre città, debbano essere fatti i passi op- „ portimi per conseguire questo scopo, ed invita quindi il civico ,, Magistrato a mettersi per tale oggetto in corrispondenza colle sud- „ dette rappresentanze, e in pari tempo a comunicare il presente „ conchiuso al Signor Consigliere Romano Rung, chiamato come „ uomo di confidenza a rinforzare il comitato della Dieta provinciale, „ pregandolo a volerlo portare a notizia dell’eccelso Presidio del

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 580 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
si. conveniva sono stati rinovati, qualmente noi abbiamo dato ogni piena podestà et autorità nostra alli Nob. nostri Fedeli diletti, Luca Renner Barone di Marech et Maynrburg Cons, e et Capitan nostro della provincia longo V Adice, et Burgravio di Tirol,- et a Christoforo Baron di Wolchenstein et Rodneg, Supremo Maestro di Stalla Here ditario, et Trinzante del nostro Contado di Tirol, nostro Consegliero' Secreto, et a Francesco Hendel da Goltrain nostro Consegliero et Supremo Maestro dell’Assenale

Et dappoi questo di Commissione dei prefatti IUmi Signori Com missari] fu -commesso, et imposto alli prefatti nobili et Magnifici Signori Consuli, et a tutti li Cittadini, et convicini delle Ville esteriori della Città di Trento, che debbano da qui in poi esser obedienti et pronti all’ Illmo Monsignor Cardinale come Suo Signore et Vescovo, cosi ancora prestargli il solito giuramento di fedeltà secondo che hanno «fibrato ad altri Vescovi però che si] reservato a Sua Ser. ma Altezza quelli

giuramenti, et obligationi con li quali essi sono tenuti a Sua Ser.’' 11 Altezza, Suoi Eredi Arciduchi d’Austria, Conti e Principi del Tirol secondo il tenore delle prefate compattationi fatte fra Tirol et. Trento. N. 18 . 1578. Lettera di procura rilasciata dall’arciduca Ferdinando ai Signori Remer, Wolcheristein e Hendel. (Dalla storia inedita cV Inn. a Prato) MSS. della B. di T. N. 4. Noi Ferdinando per 1’ Iddìo gratia Arciduca d'Austria, Duca di Borgmidia, Stiria, Carinthia, Carinola et Wirtemberg

, Conte d’ Habs-- purg et Tirol, confessiamo, eh’ essendo, che gli accordi, et obbligationi scritte celebrate tra li nostri antecessori Prencipi Regenti et Prencipi del nostro Contado de Tirol, et tra lo Vescovado di Trento, adesso per Noi et il Riho Prpe singoiar nostro diletto Amico il Domino Lodovico della Santa Romana Chiesa del titolo di Sant’ Honofrio Car dinale, et Vescovo di Trento ..nell’ ingresso di Sua Dsletione al detto Vescovado di Trento, et regimento di quello, come da esser fatto

et Munitioni della Superiore et Infe riore Austria, et sue Provincie, et Capitano dì Schlanders, dando alli prelibati la nostra detta potestà, et autorità in vigor della presente,- acciocché in nome, et per conto nostro per vigor del lì mandati di Sua Ces. Maestà nostro gratiosissimo Signore, et amantissimo Nepote a loro emanati, habbino da reassumere et pigliar nelle nostre mani il temporal . Dominio del Vescovado di Trento, et poi in nostro nome, chiedere dal Cardinale, et far prestare il conveniente

10
Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 559 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
Chiesa nostra ad ogni bisogno loro, lasciando essi et li suoi, quali a ciò ordineranno, dentro e fuori, et tenergli in essi contro ciascuno, non eccettuando alcuno, pur a spese e costo loro, et senza nostro et della Chiesa nostra notabil danno. 3.° Non vogliamo anco per vertù della presente Lettera, cornili- dare, ne esercitare guerra contro alcuno senza voluntà, et saputa del prefatto nostro Signor Duca Sigismondo, Eredi e Successori. 4 ° Parimente vogliamo che tutti li nostri Capitani

, Prefetti, Giudici et Vicarj della Val di Non et Sol dì qual grado si sieno, debbano prestare giuramento al prefatto nostro Signor Duca Sigi smondo, d’ eseguire tutto quello che è scritto avanti et doppoi in essa Lettera, ne contrafare et perpetuamente osservare. 5*° Et se per 1’ avvenire alcuno di quelli Capitani, Prefetti, Giu dici e Vicari, uno o più licenziar volessino, o alcuno morisse, che quelli che si ritroveranno esser vivi, non si lascino licentiare fin tanto, che quello che deve esser posto

, et che quello o quelli che così licentiaremo siano poi liberati, et assolti dal giuramento, con quale prima per conto de tal obbligatone erano tenuti al prefatto nostro Grazioso Signore Sigismondo Duca, suoi Eredi et successori. 6.° Et a fine che questa unione scritta resti nella memoria et fermezza,- tutti li nostri, et della predetta Chiesa nostra sudditi deb bano prestar giuramento al prelatto nostro gratioso Signor Duca Si gismondo d’ eseguire tutto quello, che è scritto davanti, et doppoi

in questa lettera, et non conlrafare, ma osservare perpetuamente et che per innanzi alli.tempi perpetui li giuramenti debbano esser rinnovati et prestati ogni volta che un Principe et Signore del Contado de Tiro! intrarà nel Regimento di quella Provincia, et un Vescovo nel possesso / del Vescovado, 7*° Per contrario il prefatto nostro Gratiosissimo Duca Sigi smondo, suoi Eredi et Successori debbano conservare noi, li succes sori nostri, et Capitolo nostro di Trento, et le città, castelli, sudditi

et beni della predetta nostra Chiesa, et tutto quello appartiene ad essa, et in protettione loro, essergli assistenti, conseglìanti, ed aiutevoli, come nostro Avvocato et Difensore, et noi, li successori nostri ve scovi di Trento, il nostro Capitolo, et Chiesa così negli honori, ra gioni, ed antichi costumi graliosamente mantenere, difendere, lasciare, ma che tutti gli articoli avanti, et doppoi scritti restino fermi et ef ficaci, et che per questo non gli sii derogato. 8.° Et se il prefatto nostro

11
Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 486 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
Fischer dovette riferire, che il desiderio di quella separazione era veramente generale 2 ); ma trasportata la Costituente da Vienna a Kremsir (novembre), la domanda, discussa in seno della Giunta, fu respinta (l marzo 1848) con 12 voti contro 11. Ma prima ancora che ciò avvenisse, un de creto del Ministero dell'Interno (14 febbraio) ordinava ai due Ca pitani circolari di significare ai rispettivi Municipi, che l’i. r. Governo non permetterà, nè può permettere che la provincia del Tirolo sia divisa

contro tutti gli sforzi fatti dagli Austriaci per assoggettarla, e solo capitolò quando la fame, il choléra e 1’ abbandono generale, la co strinsero (29 agosto 1849) ; quando le bombe penetrarono entro il quartière di San Marco, decimando la già decimata gente. L’imperatore Ferdinando che avea abbandonata Vienna nel fermento della rivoluzione, riparandosi in Innsbruck (19 maggio 1848), faceva ritorno alla capitale (13 agosto), e la Costituzione riceveva nuova magnanima promessa. Il Trentino

tornava a rinfrescare le idee di separazione dal Tirolo ; ci giunge il consigliere ministeriale dott. Luigi Fischer (24 settembre) allo scopo d’informarsi sulla faccia del luogo dello stato della vertenza ; e fu appunto in quest’ incontro che venne estesa e firmata la petizione da inoltrarsi alla Costituente au striaca. Le firme toccarono a 46 mila, e si chiedeva che i Circoli di Trento e di Rovereto fossero separati dalla parte tedesca del Ti rolo, e organizzati sopra basi nazionali*). Il signor

in due parti tra loro indipendenti, perchè tale separazione sarebbe un tradimento per la nazione tirolese, una ruina per l’intera provincia ed una disgrazia per lo stesso Tirolo italiano. I Municipi risposero con una solenne protesta, e i deputati trentini si dispone vano a fare un’analoga interpellanza al ministro conte Stadion; ma la Costituente fu colpita dalla bufferà dello scioglimento, e il deputato Giovanni a Prato, per ordine del Tribunale militare sedente in Vienna, fu arrestato e tradotto

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 302 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
302 Innocenzo a Prato, ed Ambrogio Franco, questo di Arco e . quello di Trento, scrissero latinamente di storia patria; il Franco, del castello, del comitato e della famiglia d’Arco, e 1 a Prato, una storia della città di Trento e dell’intero principato. Una monografia della guerra de’ Rustici nel 1525 ci fu data dal contemporaneo Gi rolamo Brezio Stelli mauro *) ; Rocco Bertelli di Preore in Giudicane ci descrisse il Contrasto e la guerra delle noch avvenuta tra Dasindo e Stumiaga nel 1579

consulti legali che ha la sciati, de’ quali due si trovano nella collezione del Ziletto 1 3 e. per avere aperta nella patria sua una scuola di giurisprudenza rt ). Antonio Ouetta, che fu oratore cesareo al Concilio e presso la repubblica di Venezia, ci ha lasciati i Centum consilia , che furon editi in Franco forte nel 1601 ; Antonio a Prato fece il trattato de secundis nuptus ■ (1515)? ed altri giureconsulti distinti furono Francesco Betta dal Toldo di Rovereto, Giambattista Vargnani di Arco ecc

. — Giacomo Aconcio 0 Conci di Ossami nella valle di Sole, giureconsulto ancor lui, attese alla ricerca del migliore strumento per 1 ’esame e 1 ’acquisto delle umane cognizioni, e con il suo libro De methodo (Basileae, 1558) meritò dì conseguire un posto distinto nella storia della filosofia 4 ). Negli studj sacri furon chiari i nomi dì Antonio da Revò, di Donato Fezzt da Termenago, di Paolo Guidelti di Trento, che medico, e, come pare, non insignito degli ordini sacerdotali, fu al Concìlio e vi lesse due

cit. pag. 81. 9 Mamiani : Rinnovamento della Filosofia antica Italiana. Fi renze, 1836, pag. 25. — Degebaudo : Histoire comparite des syslemes de Philosophie. Paris, 1847, II, pag. 1-11,

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 601 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
fratello dell’Eletto, entrambi poscia Consiglieri Intimi di Stato per Carlo VI) ricevettero il., solito giuramento delle Compattate dal Ca pitolo, il primo a nome del Conte Trapp di Bolzano Vice Capitanio ed il secondo a nome del Conte Renigli Capitanio della Provincia Tirolese. Fu determinata !’ Elczzione per li 19 Giugno col termine pe rentorio dell! 4 Luglio, intervenendo per Commissarii Imperiali il Conte Brandeis, et il Barone Fedrigazzi. Raccomandarono questi a nome di Cesare in primo luogo

N°. 25, Relazione dell’Elezzione di Monsignor Domenico Ant. de’ Conti di Thunn in Vescovo e Prìncipe di Trento adi 19 giugno 1730, (MSS. della Civ. Bibl. di Tr. N. 32). Adi 4 Aprile 1730 morì Domenico Antonio dei Conti di Wol kenstain, Vescovo e Principe di Trento, dopo cinque anni di governo poco applaudito per la sua naturale semplicità, inesperienza, e bontà. Li Conti Gaudenzo di Wolkenstain Capitanio della Città et il Conte Agostino di Thunn, (Era il primo nipote del defunto, il secondo

Lodron, Mons. Soffraganeo Arcidiacono Conte Spauer, Conte Buc- celleni Seniore, Voltolini, Conte di Thunn, poscia Eletto Vescovo, Conte Troyer Preposito di Bolzano, Malfatti, Baron Baltassäri, Mar tini, Lorengo, Conte Spauer jun., Conte Wolkenstain, Ceselli, Conte Alberti,. Baron Firmian. Li due absenti erano il Baron Pilati, Preposito di S. Adalperto, allora Conclavista del Card. Sinzendorff per ordine della Corte, e Passi Segretario Imperiale in Roma, non Capitolare. Vi fu dubbio se fosse legitimo

impedimento il trovarsi in Conclave, perchè potesse mandar il suo voto sul motivo, che inserviendo Ecclesia principali praesumitur inservire Ecclesiae particulari, eo magis quod illud impe dimentum non erat praevisum trovandosi Egli in Conclave prima della malaria, e morte del Principe, e qualche tempo dopo la nova Elez ione. Dall’ altra parte pretendevasi, che quella presunzione non avea luogo ne’ Capitoli di Germania, li quali richiedono il servaggio di quella particolare Chiesa. Ma volle questi

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1887
Note topografiche e altimetriche sulle Pale di San Martino
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Pagina 6 di 21
Autore: Marinelli, Giovanni / di Giovanni Marinelli
Luogo: Torino
Editore: Club Alpino Italiano
Descrizione fisica: 18 S. : Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Bollettino del Club Alpino Italiano ; Vo. 20, N. 53, 1886
Soggetto: g.Palagruppe ; s.Topographie
Segnatura: II 228.768
ID interno: 390714
tenendo conto di tutti gli spedienti dei quali sa servirsi la topografia oggi e giovandosi delle vecchie mappe e delle vecchie triangolazioni; ma, almeno nel territorio da noi preso in esame, non pare si procedesse a nuove de terminazioni di triangoli geodetici. 11 rilievo di dettaglio del suolo fino ad una certa altitudine fu assai accurato ; al disopra di una certa zona 10 fu in misura minore. Tuttociò portò la conseguenza che il disegno topografico della località, pure migliorato d’assai, non

lo fu quanto avrebbe potuto esserlo; che furono riprodotti alcuni errori di nomenclatura (P rapitali per Pradidali) o di posizione ( Fradusta e Cima di Canali) od ommesse alcune giuste denominazioni (La Veni già, Val di Roda, eco.) delle carte o delle mappe anteriori e segnatene alcune fuori di posto (P.° del •Mulaz , P.° della Rosetta ecc.), anche se anteriormente erano stati collocati dove loro toccava. Questi errori furono già avvertiti dal Ball, dal Meurer, dall’Euringer, dal Brentari, dallo scrivente

Meurer, eoH’Euringer ecc., egli è d’avviso, a mo’ d’esempio, che la posi zione della Fr adusta corrisponda giustamente al punto trigonometrico, che porta la quota di 2927 spettandole però l’altezza di m. 2970; ma che 11 nome di Cima di Canali spetti non già al punto di confine segnato colla quota 2970 (46° 14' 55' di lat e 29° 33' 20' di long.), bensì al nodo che sta alquanto a SO. del triangoletto della Fradusta, cioè alle coordi nate 46° 14' 40' é 29° 31' 40' (2). Parimenti il nome di passo della

Ro setta, segnato in detta carta a SSE, della cima della Rosetta, a dir vero, (i; Marinklu. Il Passo delle Camelie ecc. noi XII Ann. della Società degli Alpinisti Tridentini , Ì88G, pag. 13. f21 Per mo io penso che causa principale dello scambio e (Iella confusione consista nell aver voluto identificare ad una determinata località il nomo di Cime di Canali, pro babilmente in origine nome collettivo.

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 590 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
la Confirmatione Apostolica (essendo il Senno Ferdi nando già da se stesso, ben disposto, et inclinato) saranno le deffe- enze pendenti, da Soggetti d’intelligenza, da deputati d ambe le parti, maturatamele discusse, e ciò che d, pregiuditio della Chiesa sara conosciuto, resterà infallibilmente, per via d amor evo!, e discreta cora- Dosizione, con maggior avantaggìo della medma, (che con longhe, dispendiose e d’ esito incerto giuditìali contese) firmato. E finalmente, nerchè provenendogli aperti pregiuditii

da terza mano, sarebbe stimato irraggionevole, che il fatto d’ altrui, potesse aggravare chi mai m ciò ha bavuto parte, o colpa alcuna, com ò il Sermo Sigismondo. Il/ Molto meno può riuscir d’impedimento ciò, se gli oppone nelle due Scritture, d’ ordine della Sac. Congregatione formate, cioè, che per essere compreso nella Investitura del Tirol, Fratello del Sermo Ferdinando (privo di figlioli maschi, e col quale la Chiesa ha lite, e controversie) con speranza prossima della successione: ne risul

tassero le pretensioni. Ch’egli sarà per inclinare alla studiosa volontà di chi fa le parti del Fratello. Diminuirà, et abbandonerà le raggioni della Chiesa, rendendosi perciò sospetto, eh’ il di lui governo non sia per riuscire che dannoso, e pregiuditiale alla Chiesa, e per conse guenza non potere, nò dovere Nro Sig. obligato a considerare futi lità della Chiesa, concorrer col suo benignissimo animo alla Confir matione dell’ eìettìone : ma doverlo ben si più tosto, a somiglianza di Tutore sospetto

, ricusare, e ripiovere, Imperocché si risponde. Che siccome le sopraddette raggioni, sono unicamente fondate in supposti, e presuntioni fallaci, così restano parimente, non solo_da altre più efficaci presuntionì in contrario, ma dalla verità medma totalmente escluse Essendo vero, e resolutione di tutti li Juristi, fondata m Testi espressi eh’ ogni uno si pressume esser bono, e ninno scordevole della salute eterna. Se adunque queste presuntionì sono predicabili di qualunque, ancor che persona ordinaria

- sontioni. Non potendosi negare, che la qualità della vita passata, ha forza d' escludere tutto il sospetto di male, e la raggione è molto naturale, perchè non è credibile, che contro quello eh un huomo ha

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 577 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
sia osservato conforme al libello della Provincia fatto sotto l’anno 1511, et noi Cardinale Ludovico insieme col Vescovado di Trento, et Suoi pertinenti sudditi, dobbiamo, et vogliamo osservare, et eseguire.esso libello Provinciale del 1511, in quanto concerne runa, et T altra parte ledelmente, et sinceramente in fede et confirmatione di quel tutto noi predetto Cardinale Ludovico Vescovo di Trento habbiamo affisso qui il nostro sigillo, et espedito per noi in Roma àlli 2.0 d’Aprile dopo

habbiano prestato : et in caso che questa differenza nel predetto ter mine di un anno, doppoi che a Noi sarà dato il possesso della tenv poralità del Vescovado, et Castello di Buon Conseglio per amicabile, o giuridica pronuncia, o cognitione siccome ò sopra scritto in tutto non sarà decisa, et redutta a fine, nel che Noi, et non S. C, ML o Suoi Conseglieri, tardi fossimo, o che nelli predetti due termini avessimo tralasciato di proponer le nostre raggioni, et istessi causata la Mora, o tardanza, il che

però non debba succedere ali’ hora tutto quello che tra noi ambe parti è convenuto, sij totalmente levato, eh’a Sua Dile ttone et Altezza, et a noi, se Sua Dilettone et Altezza sarà colpe vole della mora, sia reservato, et admesso a ciascuna parte d’ usar quello haurà, facoltà, et ragione. 7. Quanto poi tocca 1 ’ articulo circa il prestare aiuto per un • Vescovo di Trento a Prencipe de Tirol, Sua Dilettone et Altezza intorno a ciò con noi, è convenuta et accordata in questo modo, che questo ponto

, volontà et saputa, promettemó, et affir- 'uiamo con il nostro corporale giuramento,• il quale per questo habbiamo con il tatto delle nostre mani sopra lo sacro Evangelio scientemente prestato, et ci obligamo noi di servare tutto quello fermamente et saldamente nel modo soprascritto fedelmente, in fede et corrobora tione di tutto ciò Noi predetto Capitolo della Cathcdrale Chiesa hab biamo affisso il nostro Sigillo a questa Lettera appresso quello del Gratioso Signore. Il che fu fatto, et espedito

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 50 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
se da una parte rilevano la dipendenza portata a subire tutti i gradì della più manifesta umiliazione, dall’ altra facevano apparire la dipen denza corroborata con, tutte le gradazioni di libertà. Ma malgrado queste distinzioni, che andavano a comporre le file d’una vasta gerarchia, la mobilità dominava in tutte le istituzioni feudali; segno evidente, che l’epoca dei Signori e dei Vassalli vestiva il carattere d’una forma transitoria della società 1 ), la quale benché accompa gnata da molti

abusi, dovea alla perfine riuscire ad un esito van taggioso per l’umanità. CAPO IX. Origine del principato di Trento, e primi vescovi principi. (1016 — 1106). L’imperatore Arrigo, che la storia chiama secondo per distin guerlo dal primo, il quale s’intitola 1 ’ Uccellatore , non fece ritorno in Italia prima della fine dell’anno 1021 ; e intanto le cose del mezzogiorno andavano alla peggio : vi dominavano i Greci vincitori di Melo, il campione della rivolta, e le genti che prima aborrivano dal loro

giogo, incominciavano ad adattarvisi. Venne Arrigo; nia assestati in fretta gii affari, risale a Germania, e vi muore (l 4 luglio IÖ24), lasciando estinta l’antica casa di Sassonia, e viva la memoria di quegli esempi, che il genio del tempo diceva di luminose virtù, onde si fece di lui un santo insieme con la moglie Cunegonda. A questa morte sorgono due pretendenti alla corona di Germania : Corrado, figlio di Corrado duca di Carinzìa, e Corrado della nuova casa detta de’ Vibelllni o Ghibellini dal

castello di Weibelingen, o dì Franconia dalla provincia di cui i Vibellini erano duchi. Ma nella dieta di Oppenheim prevalse quest’ ultimo, Corrado detto il Salica ì il quale fu incoronato re in Magonza a dì 8 settembre 1024. Gli Italiani invece, che non amavano di averlo re, offersero il regno prima ad Ugo, figlio maggiore di Roberto re di Francia, poi a Gu.- ■ glieimo duca d’ Aquitania, e sempre inutilmente, finché Ariberto arcivescovo di Milano, va a Costanza, dove a quel tempo era Cor rado, e gli

18
Libri
Anno:
1887
Cenni intorno all'origine e costituzione della Società Pro Patria ed atti della prima adunanza generale tenuta in Rovereto il dì 28 novembre 1886
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Pagina 29 di 95
Luogo: Rovereto
Editore: Tipogr. Roveretana
Descrizione fisica: 92 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Kopie
Segnatura: II 91.233
ID interno: 334492
, e sopratutto quelle dell 1 eterna giustizia che ac cordò ad ogni individuo e ad ogni popolo il diritto della necessaria difesa — che la nostra Associazione sia per noi utile, ce lo dicono gli sdegni mal repressi degli avversari, classici testimoni della sua importanza, — che corrisponda ad un bi sogno generalmente sentito ce lo mostrano la formazione di . tanti Gruppi ed il vostro numeroso concorso alla presente Adunanza. Sotto tali auspicii giova sperare che la nostra So cietà sia non fuoco fatuo che

svanisce allo sbollire dei primi , entusiasmi, ma stella che ci guida a porto sicuro. Nè, tale porto, potrà mancarci, se noi saremo fidenti nel l’esito, concordi nell’opere, costanti nei propositi, prudenti nei modi, degni figli insomma di una nazióne che dopo aver data ripetutamente colla propria lingua la luce della civiltà al mondo intero, non vuole ora cadere sì basso da lasciarsi imporre lingue straniere. (Applausi prolungati). „ N.B. (Una ghirlanda viene portata sul banco della Presidenza). Prima

di procedere nell 1 ordine del giorno, annunzio che la sorella città di Trento con gentile pensiero offre una co rona da deporsi sull 1 effìgie di dementino Vannetti, e che venne ora qui deposta. (Bene, bravo, applausi vivissimi). Sia questo un pegno visibile della concordia fra le città del Tren tino, che deve essere nostro scopo ed aspirazione, (Applausi). Sum V. Malfatti. — Io vi porgo, o Signori, un affettuoso saluto della cittadinanza rov e retana che si sente oggi orgo gliosa di ospitare un così

illustro e memorabile Consesso. Ho detto orgogliosa, perchè qui, tra le sue mura, come a pio pellegrinaggio da lungo convennero gli egregi rappresen tanti di tutte le genti italiane della Monarchia; qui essi pei* la prima volta suggellarono il patto solenne di lottare alleati a difesa della propria nazionalità. . . .

19
Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 73 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
s* era aperto tra i bisogni dei popoli che sortivano dal seno della barbarie, ed i diritti che la società antica avea abdicato dinanzi al trono d’un Imperatore. Se non che la causa dell’ Imperatore si confondeva con quella della Germania, e Federico era viepiù risoluto di voler mantenere sull’ Italia un impero che avesse da emulare quello dì Carlomagno e di Ottone. A Roncaglia apre una dieta; dove, idolatrato da coloro eh’ erano teneri della maestà imperiale, pubblica una costituzione nella

quale privava i constili delle città dall’ ufficio di amministrare la giu stizia, conferendolo ad uno straniero scelto dall’ Imperatore col titolo di podestà. Nella stessa costituzione definiva i diritti di regalia ; dichia rava i feudi inalienabili, vietando che questi fossero legati alle chiese e rivendicandoli all’ alto dominio della corona ; scioglieva le leghe, inibiva le radunanze armate, annullava il diritto di guerra privata, e stabiliva la scala delle penalità da infliggersi ai violatori

della pub blica pace. L’ arcivescovo di Milano si faceva a dire insieme con i legati bolognesi, che il diritto di far leggi appartiene al solo impe ratore, essendo scritto, che quel che piace al principe ha forza di legge, e che ogni suo ordine è legge che obbliga tutti senza alcuna distinzione di classe. E dopo ciò pareva, che poco mancasse all’Im peratore per salire al posto dei Romani dominatori del mondo, e distruttori di Cartagine, di Corinto e di Numanzia. Impone ai Geno vesi una forte

contribuzione, fa esaminare le differenze che pendevano tra Genova e Pisa circa il possesso della Corsica e della Sardegna, dichiara Roma libera ed imperiale, e ordina che il Papa vi fosse ri cevuto come capo spirituale, e che il potere civile passasse al Senato ed al Popolo, salvi però sempre i diritti dell’ imperatore. Ma mentre con queste ed altre sovrane disposizioni Federico cercava di rendere incrollabile la sua autorità in Italia, il dì lui esercito andava dile guandosi, sì che dovette rifare

, che venissero restituiti alla Chiesa i beni della contessa Matilde, che i rnmzj del- l’Impero non alloggiassero ne’ palazzi de’ vescovi, e che i vescovi avessero da prestare all’ Imperatore il giuramento di fedeltà e non

20
Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 94 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
che sulla propria gente, di non fare più lega con i Comuni (li Ve rona e di Bresciane di giurare fedeltà al Vescovo 1 )- E dopo que st’ atto di pace Federico proseguiva T opera incominciata della ristau- razione e ingrandimento della sua autorità, riconoscendo i diritti perduti sui beni della sua Chiesa e acquistandone di nuovi ; conce dendo investiture, patteggiando con gli investiti per modo di renderli - più stretti alla sua persona; invocando laudi dalla reai Corte insuo favore, e cercando

di piacere al popolo con l’apparato della sua mu nificenza. Era splendido nella sua sede, largo in donazione ai templi, agli ospizj, agli spedali ; amante del lusso e decoro della sua città, e tutto fervore nell’arricchirla di grandiosi monumenti. Egli condusse a termine la fabbrica del castello vecchio di Trento, chiamò presso di sè il Comacino Maestro Adamo d’Arogno, ed affidò a lui ed ai suoi figliuoli il compimento di certe parti, e gli abbellimenti che rendono mirabilmente stupenda la cattedrale

dalle nuove emergenze dei tempi 3 ). Diede un maggiore sviluppo alla zecca tren tina, ristaurandola, o costruendola a nuovo 4 ) ; e fu primo de’ vescovi trentini, che assumesse il titolo di Principe 5 ), ed acquistasse il do minio temporale della città di Trento, mantenendovi però “ in vigore „ l’ordine ed una parte della primiera autorità del Comune, che ,, continuò a rappresentarsi nel suo civico Magistrato, e che nelle risoluzioni più gravi s’ abbia a richiedere l’assenso dello stesso

Co- : ■ «rane ,,®); cosa che sembra avvenuta non prima dell’anno 12 io, nel qualé i Trentini, visto l’esito infelice dell’ultima rivolta, s’accon ciarono spontaneamente ai voleri del loro Vescovo. Nell’anno I2i3 il vescovo Federico riceveva da Federico re de’ Romani e di Sicilia, eh’era allora in Ratisbona, l’insigne diploma, 1) Kink; Codex cit., pag. 209. — Bonelli: Notizie cit., II, pag, 524. 2 ) Kink : Codex cit., pag. 441 e seg. 3) Kink ; Codex cit., pag. 450-454. 4) (Fazzoletti : Della zecca di Trento

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