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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1859
¬L'¬ Austria e il suo governo
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Pagina 28 di 114
Autore: / [C. di C.]
Luogo: Torino
Editore: Guerra
Descrizione fisica: 111 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Österreich ; z.Geschichte 1849-1859
Segnatura: II 227.992
ID interno: 390367
— 26 — si contentavano dì ribadire sempre più stretta mente le catene dei popoli, senza curarsi dell'In ghilterra sepolta nelle sue nebbie. Abbiamo esposto a qua! degradazione era scesa la Francia; era strano, ma pur vero. Questo pae se» sul quale lo spìrito della rivoluzione del 1789 si era inalzato grandioso, erasi accorto» a trenta anni di data, di aver mutato 1' assisa, e di non essere che il sergente dell' ordine europeo. La Francia aveva per mono men lo e per trofeo fune bre una lista

di trecento battaglie guadagnate, la memoria del genio sublime che aveva costituito la Francia patria della gloria e dell'eroismo; e stanca di massacri e di vittorie, aspettava il gior no della venderla., ridendo della paura dei re che tendevano T orecchio ad ogni remore, e temevano di sentire un' altra volta rimbombare il grido on nipotente della nazione francese, di quel popolo del 1789 che aveva abituato l' Europa ai mira coli e sì gloriosamente le aveva dettato le sue vo lontà, I re della Santa

Alleanza non si lasciavano ingannare da questa apparente tranquillità: essi avevano veduto la Francia in difesa della libertà del mondo contro il mondo; avevano veduto i suoi filosofi uscire dalla plebe, cambiare la faccia della società. L'esaltazione della loro vittoria non impediva ai; principi collegati di guardare a vista il leone, per paura, che non spezzasse la sua. gabbia. Qual potere aveva il re assegnato alla Fran-

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1859
¬L'¬ Austria e il suo governo
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Pagina 50 di 114
Autore: / [C. di C.]
Luogo: Torino
Editore: Guerra
Descrizione fisica: 111 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Österreich ; z.Geschichte 1849-1859
Segnatura: II 227.992
ID interno: 390367
mero degli uomini che avrebbero potuto rendere ali' Italia la sua indipendenza e la sua sovranità che aveva perdute, malgrado Je virtù individuali dei suoi figli. Ma Leone X, cui aveva a cuore es senzialmente la tiara, si limitò alta contemplazione delle arti ; ed infatti il suo regno è divenuto per sempre celebre per la protezione che accordò agli artisti. Malgrado tutta la sua gloria» Leone X non era fatto per comprendere la metafisica della libertà. Che diremo del vecchio ammiraglio, del

figlio della fortuna? Il giorno iu coi Clemente VII salutò impera tore Carlo V di Spagna» un figlio della libertà di ceva ad Andrea Dori a, queste parole eternamente memorabili, e che racchiudono, secondo noi, il giudizio della posterità: « Tu ami più l'apparenza della grandezza che di essere .veramente grande. Il pensiero egoista della Ina famiglia si unisce ai tuoi grandi concetti di cittadino e li ritiene di cor rere alla gloria. Tu non ami la tua patria» soltanto tu non la detesti ; tu non vuoi

che ella sia grande che a condizione che Gianettioo e i -nepoli abbiano la loro parte nella sua grandezza. I popoli stessi che ti hanno Inalzato una statua che ti rappresenta come il liberatore della patria, la spezzeranno: ma la tirannide riconoscendoti per uno dei suoi, la rimetterà sul suo piedistallo come il sacro monumento di uno dei membri della sua famiglia. Tu hai desiderato la statua piuttosto che meritarla. Tu bevi a piena gola l'adulazione, come un calice

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1859
¬L'¬ Austria e il suo governo
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Pagina 109 di 114
Autore: / [C. di C.]
Luogo: Torino
Editore: Guerra
Descrizione fisica: 111 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Österreich ; z.Geschichte 1849-1859
Segnatura: II 227.992
ID interno: 390367
più sicura che possa ancora salvare il programma invecchiato dell'Europa. Convict) dirlo, sembra clic a poco a poco !' opera de! progresso si compia paci fica meo le ; poiché vediamo dei re entrare per i primi con franchezza e lealtà nella via del pro gresso e della libertà, Vittorio Emanuele è sala- fato con entusiasmo da lolla Europa, egli lo sa, lo comprende e oe è superbo. Mi si permeila di citare il discorso pronunziato all' apertura della sessione legislativa dei Piemonte da questo mann

ca, onde dimostrare in quel modo Vittorio Ema nuele risponde alla Europa che si ostina a voler riconoscere nel re di Sardegna il futuro re d'Italia. « Signori Senatori, e Signori Deputali. « La nuova legislatura inaugurata or fa un anno, non ha fallilo alle speranze del paese e alla mia aspettazione. Mediante il suo illuminalo e leale concorso, noi abbiamo superate le difficoltà della politica interna ed estera, rendendo co\sì più saldi quei princìpi di nazionalità e di progresso» sui quali riposano

le nostre libere istituzioni. Prose guendo nella medesima via porterete quest' anno nuovi miglioramenti nei vari rami della legisla zione e della pubblica am minisi razione. » Kella scorsa sessione vi furono presentati alcuni progetti intorno all'amministrazione della giustizia. Riprendendone V interrotto esame confi do che in questa verrà provveduto al riordina mento della Magistratura, alla istituzione delle Corti di Assise e alla revisione del Codice dì pro cedura.

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1859
¬L'¬ Austria e il suo governo
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Pagina 38 di 114
Autore: / [C. di C.]
Luogo: Torino
Editore: Guerra
Descrizione fisica: 111 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Österreich ; z.Geschichte 1849-1859
Segnatura: II 227.992
ID interno: 390367
coscienza umana,quella coscienza in faccia alla qua le fa d'uopo si curvino i popoli e i re,come Io ha detto Napoleone III nel suo discorso'al corpo legislativo. L'agitazione che sempre più guadagna terreno in Lombardia, può comunicarsi agli Stati del Papa e a quelli del re di Napoli, Le parole pronunziate da Napoleone III; L'attitudine minacciosa della Russia» che ogni giorno aumenta la sua armata d'osservazione sulle frontiere austriache ; L'odio della Germania intelligente che, nella sua

tendenza ad una unione politica, è sempre più opposta all'Austria che vuol concentrare in sè stessa II protettorato della confederazione ; Tuttociò risponde per noi a questa questione- Si, l'Austria perderà le province italiane; l'Au stria che ha insanguinato l'umanità che ha semi nato ovunque sui suoi passi la prigione e il pa tibolo, l'Austria è agli estremi. L'indipendenza della Lombardia e della Venezia, questo sublime disegno che l'Imperatore dei Francesi ha forse deciso nella sua politica

generosa, inaugurerà l'èra della rina scenza e della posterità per i popoli, per il prole tariato europeo. Ma, si obbietterà, il governo di Vienna noe potrebbe egli, condiscendendo ai voti delle popo lazioni, allontanare con giuste concessioni i pericoli che lo minacciano?,.. Non lo crediamo: simile tran sazione non è più possibile al giorno d'oggi; d'al tronde non sarebbe più che un indizio di paura e di indebolimento-.

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1859
Statuti della città di Rovereto : 1425 - 1610.- (Biblioteca trentina o sia raccolta di documenti inediti o rari relativi alla storia di Trento ; Dispensa 7 - 9 : Municipii e Comunità)
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Pagina 27 di 409
Autore: Gar, Tommaso [Vorredner] ; Cresseri, Simone / con un introduz. di Tommaso Gar e un discorso di Simone Cresseri
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: XLVIII, 359 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Rovereto ; s.Satzung ; z.Geschichte 1425-1610 ; f.Quelle
Segnatura: II 173.697
ID interno: 206447
sindaco, diversi edilidislrettori (districtores) e cinque saltuari. Componessi il consiglio generale di un membro di ogni famiglia di cittadini portante i pubblici pesi, e precisamente del capo della famiglia, o, in caso d'impotenza del medesimo, del suo figlio maggioro, clic avesse però passata 1' età .d' anni ventuno. Radunavasi questo consiglio sotto la presidenza del pretore a giorno fisso, cioè ogni anno nel poni- meriggio della festa della Santa Croce ( 3 Maggio ) nel palazzo pretorio

, previo invito nel dì precedente per opera degli officiali del Comune, ed al suono della campano, all'ora stabilita. L'assenza non legittimata portava la inulta di tre lire.; Oggetto della riunione era la scelta del minore consiglio, di quello cioè dei trentuno. Ciascuno dei cittadini comparsi proponeva separatamente [ad aurcs) le persone da esso ritenute più meritevoli della pub blica confidenza; ed era di regola che i quattro prov veditori fossero gli ultimi ad esternare il loro avviso. Si passava

quindi allo squittirne segreto, mediante palle bianche e nere (per ballottas ) sopra tutte le persone proposte, scegliendone a 'maggioranza di suf fragi ventisette, onde, assieme ai quattro provvedito ri, formare il Collegio. Escludevansi dalla votazione rispettiva tutti i parenti delle persone proposte; ed il massaro stava alla porta della sala per constatare chi usciva e controllare chi si asteneva dal voto. Si am metteva la tribuna e la libertà« dilla parola. Il cancel liere redigeva il protocollo

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1859
¬L'¬ Austria e il suo governo
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Pagina 66 di 114
Autore: / [C. di C.]
Luogo: Torino
Editore: Guerra
Descrizione fisica: 111 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Österreich ; z.Geschichte 1849-1859
Segnatura: II 227.992
ID interno: 390367
— 64 — i i vinti sono quelli appunto che noi vorremmo ve dere evitati, Ed è perciò che diciamo» nella tema dì questi Infortuni» che i governi ci pensino I la umana natura noe è cambiata per andare di secoli; è sempre la stessa; ìe medesime cause possono pro durre sovente i medesimi effetti. Ben lungi dal biasimare lo zelo della Francia e l'interesse che sembra prendere alla quislionc italiana» riconosciamo che il suo gabinetto diplo matico ha acquistato un. diritto incontestabile alia

gratitudine dell'Italia e della civilizzazione. Rico nosciamo nella sua politica le tradizioni di quella del primo Impero, che fu sempre favorevole al l''Italia. Malgrado i clamori di uomini che si ostinano a vedere la salvezza dell' Europa nella continua zione dì uno stato di cose che è la violazione del diritto e della giustizia il governo francese procede animoso verso lo scopo che crede il solo onorevole. La Francia ha accolto a vicenda i lamenti degli Italiani del regno eli Napoli, degli Stati del

Papa e della Toscana : ed è persuasa della necessità di una mutazione radicale nell* Italia che possa as sicurare per sempre Ja felicità delle popolazioni della Penisola, e la tranquillità. dell'Europa con tinuamente minacciata dalla rivoluzione. Infatti, qualora la rivoluzione scoppiasse in Eu ropa», la parola d'ordine partirebbe sicuramente dall'Italia. Nel 1848, nessuno lo ignora, la scio lina rivoluzionaria sorse dalla Sicilia. L'Austria non può che difficilmente sfuggire il

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1859
Statuti della città di Rovereto : 1425 - 1610.- (Biblioteca trentina o sia raccolta di documenti inediti o rari relativi alla storia di Trento ; Dispensa 7 - 9 : Municipii e Comunità)
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Pagina 46 di 409
Autore: Gar, Tommaso [Vorredner] ; Cresseri, Simone / con un introduz. di Tommaso Gar e un discorso di Simone Cresseri
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: XLVIII, 359 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Rovereto ; s.Satzung ; z.Geschichte 1425-1610 ; f.Quelle
Segnatura: II 173.697
ID interno: 206447
Pel ruffiamesinio la pena corrispondeva a quella dello Statuto di Trento, colla differenza che, in luogo della fustigazione, il ruffiano veniva condotto per la città legato, a cavalcioni d'un asino, (Gap. 227.) La pena per l'esposizione cF un infante era total mente rimessa all'arbitrio del pretore, in facoltà del quale stark persino l'applicazione della pena capitale. ( Gap. 260. ) La bestemmia in privato veniva punita pecuniaria mente; e così la prima e la seconda volta, anche so fosse stata

proferita in luogo pubblico; ma per la terza volta il bestemmiatore punivasi col taglio della lingua. Dall'arbitrio del pretore dipendeva poi, se ad un be stemmiatore abituato ed atroce, o ad un percussore e deturpatore di sacre imagini avesse creduto d'imporre la pena dettaglio delta lingua, del taglio della destra, della galera, o fm anche dell'ultimo supplizio. (Cap, 172.) La falsificazione del sigillo del Principe, del Co mune o di altre persone si giudicava a norma del di ritto comune. (Cap. 207

. ) Le falsificazioni di documenti si perseguivano poi con ispeciale severità. Ad un falsi ficatore di pubblici documenti, oltre una inulta, si ta gliava la destra ; in casi di recidiva si accresceva la multa. La terza falsificazione faceva salire al rogo. Si scontavano con multe le falsificazioni di scritture pri vate. ( Cap. 208. 209. ) La produzione in giudizio di falsi documenti pubblici avea per sequela la perdita della lite ed una forte multa od una pena corporale ad arbitrio del pretore; ed in caso

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1859
Statuti della città di Rovereto : 1425 - 1610.- (Biblioteca trentina o sia raccolta di documenti inediti o rari relativi alla storia di Trento ; Dispensa 7 - 9 : Municipii e Comunità)
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Pagina 30 di 409
Autore: Gar, Tommaso [Vorredner] ; Cresseri, Simone / con un introduz. di Tommaso Gar e un discorso di Simone Cresseri
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: XLVIII, 359 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Rovereto ; s.Satzung ; z.Geschichte 1425-1610 ; f.Quelle
Segnatura: II 173.697
ID interno: 206447
(li cat oro quaresimale; di vigilare sopra i commercianti, i bottegai, gli esercenti mestieri, e sopra la mondezza delle pubbliche vie e dei canali; di prendere F inizia tiva pel sindacato del pretore e del bargello; di sor vegliare e sindacare il cancelliere e gli altri ufficiali; di nominare il sindaco del Comune ; gli edili, i due distrettori e i cinque saltuari. Terminato Fanno, essi presentavano ai consiglio dei trentuno il rendiconto della loro amministrazione, (Lib. I. Cap. 106. 108. 109

. 111. 113—117. 127. 141. 142.) Agli edili, i quali prestavano puro giuramento, spettava l'immediata e più diretta ispezione del buon andamento, dell' ordine e della pulitezza della città, del commercio, dei pesi e delle misure, delle vie e dei canali. Àveano ovunque libero accesso, anche nel- F interno delle abitazioni ; ed ogni opposizione all' eser cizio del loro ufficio era colpita di multa. (Lib. I. Cap, 111, 112. 127.) Il massaro, oltre al giuramento', dava anche cau zione ; amministrava

direttamente la economia della sostanza, delle rendite c delle spese pubbliche;-.e, spirato 1' anno, rendeva conto al consiglio dei trentuno. (Lib, I. Cap. 106. 110.) Il sindaco era il legale del Comune, l'incaricato della difesa dei diritti del medesimo. (Cap. 116.) Ben differente era cotesto funzionario dai sindaci della città di Trento, le cui attribuzioni vedemmo tracciale nel Libro II. dello Statuto Trentino. Vistituto dei Sindaci mancava totalmente a Rovereto ; e le loro funzioni si scorgono

10
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1859
Statuti della città di Rovereto : 1425 - 1610.- (Biblioteca trentina o sia raccolta di documenti inediti o rari relativi alla storia di Trento ; Dispensa 7 - 9 : Municipii e Comunità)
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Pagina 42 di 409
Autore: Gar, Tommaso [Vorredner] ; Cresseri, Simone / con un introduz. di Tommaso Gar e un discorso di Simone Cresseri
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: XLVIII, 359 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Rovereto ; s.Satzung ; z.Geschichte 1425-1610 ; f.Quelle
Segnatura: II 173.697
ID interno: 206447
gressivi. Anche questa legislazione veste il medesimo carattere di barbarie della trentina; com'era cosa ben naturale , se si ponga mente ai lenti e appena sensibili progressi della civiltà. Perchè, quantunque posteriore di un secolo solo a quello di Trento, lo Statuto Ilo- veretano si svolse in un'epoca di guerre e rovine, di cui rimangono traccie molto evidenti nelle pagine della storia. Anzi in queste più recenti leggi riscontriamo talvolta maggiore sevizie nelle pene, e specialmente nella

tortura, forse in gran parte reclamala dalla par ticolare posizione del paese. Rovereto , sebbene città già importante e per popolazione e pel continuo svi luppo del suo commercio, era ristretta a un territorio di pochi Comuni rurali e circondata a poca distanza da Stali estranei e da potenti feudatarii. Le frequenti irruzioni di questi, i bravi mantenuti da signorili fa miglie, la pubblica forza non ancora bene Organizzata e diretta con energia, T arte della politica sorveglianza ancora imperfetta

; e -d'altro conto, la facilità di porsi a riparo in estero territorio e nei molti asili e luoghi immuni, rendevano vacillante la comune sicurezza, e consigliavano di cercare un ajuto nelì 1 eccessivo rigore delle condanne. Nondimeno è degno di nota un lieve progresso avvenuto nella scala delle pene, mediante l'applicazione del carcere più frequentemente adottato, e l'introdu zione di un nuovo genere intermedio di castigo, quello cioè della galera (triremes) , dovuto in origine alla na tura e alle leggi

della Repubblica di Venezia. Disgusta al- 1 opposto la esorbitante latitudine concessa all'arbitrio del

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1859
Statuti della città di Rovereto : 1425 - 1610.- (Biblioteca trentina o sia raccolta di documenti inediti o rari relativi alla storia di Trento ; Dispensa 7 - 9 : Municipii e Comunità)
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Pagina 16 di 409
Autore: Gar, Tommaso [Vorredner] ; Cresseri, Simone / con un introduz. di Tommaso Gar e un discorso di Simone Cresseri
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: XLVIII, 359 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Rovereto ; s.Satzung ; z.Geschichte 1425-1610 ; f.Quelle
Segnatura: II 173.697
ID interno: 206447
Sulla fine del secolo X III, i signori di Caslclbarco, che a titolo feudale erano stati investiti dai vescovi della giurisdizione d'una parte della Valle Lagarina, tenevano in Rovereto un vicario per far ragione ai loro soggetti, secondo le prescrizioni dello Statuto Tren tino. Di una sequela di questi giudici, delti vicarii, troviamo fatta menzione in parecchi documenti dal 1292 al 1410, cioè fino al passaggio di una buona porzione delle terre castrobarcensi sotto il dominio dei Vene ziani

. Ciascuna di tali terre, a seconda della popola zione o del grado di materiale importanza, regolava le cose sue separatamente o assieme all'una od al l'altra delle vicine, sempre allo stesso modo, con pro- prìi ufficiali e con un vicario e amministratore della giustizia, a nome del dinasta, che ne aveva l'avvocazia. Norma della giustizia e della procedura civile e cri minale per quasi intero il principato ecclesiastico era lo Statuto di Trento, in tutti quei casi in cui non fosse provveduto altrimenti

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1859
¬L'¬ Austria e il suo governo
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Pagina 97 di 114
Autore: / [C. di C.]
Luogo: Torino
Editore: Guerra
Descrizione fisica: 111 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Österreich ; z.Geschichte 1849-1859
Segnatura: II 227.992
ID interno: 390367
V. Quale amara derisione è il dominio austriaco in Europa I E l'Italia, dopo essere stata la tributaria de gli Austriaci pel volgere di quarantacinque anni, nel secolo della civiltà e del progresso, non deve essa scuotere questo giogo? Chi potrebbe costringerla di continuare a gemere sotto quest'onta? La Polonia, questa terra di Miskiewitz è pure sotto il dominio della Russia, della Prussia e del- / l'Austria. Ma frattanto quanle nobili proteste quante eroiche lotte ! « Se la causa polacca

è stata un 'altra » volta dimenticata (dice il nobile proscritto di que- » sta terra classica, Cristiano Ostrowski) nel mo li mento il più favorevole per farla trionfare, e quando » il suo inalzamento sembrava indicato dalla logica » stessa della guerra, sui Polacchi soltanto ne » ricade la colpa ». Pur troppo è vero: l'Europa conosceva le nobili ispirazioni dell' emigrazione polacca e i sentimenti di libertà e nazionalità che regnano in Polonia a dispetto della forza delle armi che 1' hanno assog

gettata. - L'Ungheria geme sempre sotto la tirannide austriaca; ma la sua posizione geografica non è certamente quella della Italia. Inoltre, senza il tra dimento del generale Georgey e la discesa in Un gheria di dugentoraila lussi, la patria di Kossuth , sarebbe ai nostri giorni libera e indipendente.

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1859
¬L'¬ Austria e il suo governo
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Pagina 24 di 114
Autore: / [C. di C.]
Luogo: Torino
Editore: Guerra
Descrizione fisica: 111 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Österreich ; z.Geschichte 1849-1859
Segnatura: II 227.992
ID interno: 390367
tuonato nella Tatrride. Il principe (li Metternich ammaestrava il prìncipe di Nessel rode, benché l'Europa l'avesse già salutato col titolo di Ne store della diplomazia. La Prussia, strisciando ai tallone dell' imperatore d'Austria, non era ancora entrata in quella via di progresso che ci lascia indovinare l'intento luminoso verso il quale sono diretti I suoi sforzi; la Prussia costituita in selle anni dall'eroe di Rosbak e distrutta in sette giorni dall'' eroe di Iena, procurava

di cicatrizzare le sue ferite; forse condannava la politica dell# corte di Absborgo, ma non aveva nessuna influenza per impedirla. La Germania divisa e sempre stanca delle sue grandi giornate del- 1815, non era all'altezza della missione di unità che sembra sia la sua di visa. Da un'altra parte, il governo spagnuolo s'in curvava davanti all'Austria ; poiché i sogni del re erano interrotti dalle ispirazioni popolari che, quantunque compresse dalle armale reali, non per questo alzavano meno potentemente la voce

, a Mentre I' Europa si riposava, sotto I' egida del trono legittimo, delle tempeste che le avevano arrecato V anarchia e il dispotismo militare, il genio della rivoluzione agitavasi nella Spagna, e minacciava ancora una volta la tranquillità europea, frutto felicissimo della Santa Alleanza. I princìpi del giacobinismo, propagali segretamente da sètte nemiche della Chiesa e del trono» infe starono lo spirito di un popolo un tempo emi nentemente religioso e fedele, Un grido rivoluzio nario proferito

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1859
¬L'¬ Austria e il suo governo
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Pagina 94 di 114
Autore: / [C. di C.]
Luogo: Torino
Editore: Guerra
Descrizione fisica: 111 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Österreich ; z.Geschichte 1849-1859
Segnatura: II 227.992
ID interno: 390367
La reazione che rappresenta il partito della vec chia Maria Cristina, si scontorce, si agita e fa di tutto per unire al suo vessillo alcuni di quei ma rescialli e generali che dal 1848 formano la banda dei favoriti. Fa di mestieri però confessare che la Spagna ha progredito assrii nella'via del progresso e della liberta* poiché i suoi generali stessi non ardiscono porsi alla testa della fazione reaziona ria. Forse non è questo che un gioco di leva di ploma fica ? Ma questo slato continuerà egli

pe rennemente? II grido di rivolta, caccialo a Salamanca, a Vailadolid, a Riogeco, a Barcellona ed a Saragoz za, non sono che tre anni, non potrebbe egli echeg giare nuovamente! Scoppiando una grande rivoluzione in un punto qualunque dell' Europa non potrebbe questa in cendiarne un* altra- a Madrid ? La Spagna deve rialzarsi grande e for le della sua morale e materiale potenza fra le nazioni- eu ropee, tra i gabinetti d i ploro a liei, che, a cagione delle sue collere parziali, delle sue civili dissen sioni

, della sua indecisione, considerano la terra di Carlo V soltanto come una entità puramente geografica. Fa d' uopo che una mano potente sap pia spingere Sa Spagna nella via di un progresso ragionevole e conforme a quello di Francia; che il governo di Madrid pensi al suo avvenire; poiché» senza di ciò, potrebbe affrettare il giorno in cui questa lece, questo benessere che la Peni sola spagnu9la desidera e vuole da luogo tempo,

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1859
¬L'¬ Austria e il suo governo
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Pagina 14 di 114
Autore: / [C. di C.]
Luogo: Torino
Editore: Guerra
Descrizione fisica: 111 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Österreich ; z.Geschichte 1849-1859
Segnatura: II 227.992
ID interno: 390367
perciò ha dovuto coprire le sue fortezze di can noni, ed è nella necessità di mantenere io Italia numerose guarnigioni. IJ regno dell' Austria in Italia, è il regno della sciabola,-del cannone e del bastone! Peggio ancora, il regno della corruzione e dello spionaggio. Mentre i cannoni, le sciabole, le ba stonate uccidono il corpo, la corruzione e lo spio naggio sono la peste degli animi. Crediamo indispensabile che 1' attenzione dei popoli si rivolga sull'Italia, onde forzare 1* atten zione dei

monarchi e dei gabinetti diplomatici a feriuarvisi contemporaneamente. Qualunque siano le differenti fasi del conflitto che si agita al di là delle Alpi» qualunque siano gli sforzi che i giornali assoldati, al dispotismo, ten tano per rivolgere questa eloquente minaccia dei patriotti Italiani in vana puerilità» siamo piena mente convioli che la causa elei diritto, della giu stizia e della libertà non potrà che trionfare. Fa di mestieri che la rigenerazione dell'Italia sia il resultato logico del buon

senso dei governi, se non si vuole che sia invece il sanguinoso 1 resultato della vittoria dei popoli. Tale è l'alternativa, tale la questione sulla quale è chiamata a pronunziarsi la diplomazia. L'Italia abbandonata dall'Europa ha cagionato molti infortuni, molte catastrofi.... Vorrebbesi espor re questo infelice paese a nuove peripezie, le cui terribili conseguenze nessuno potrebbe indovinare? Nod lo crediamo.

18
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1859
¬L'¬ Austria e il suo governo
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Pagina 40 di 114
Autore: / [C. di C.]
Luogo: Torino
Editore: Guerra
Descrizione fisica: 111 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Österreich ; z.Geschichte 1849-1859
Segnatura: II 227.992
ID interno: 390367
~ 38 — popolo 1 civilizzato io no paese che dob è ancora arrivato al grado di progresso raggiunto dai suoi invasori, può èssere riguardato come un benefizio per l'umanità; poiché in questo caso gl'invasori arrecano i princìpi della civilizzazione sul terri torio invaso. Ma chi può dir ciò dell' Austria rapporto alle province sottoposte'al suo dominio? Fin a che 1' Austria resterà io mezzo all' Eu ropa forte della sua politica e dei suoi princìpi, Lutti i nobili sforzi della civilizzazione

, teodenti allo sviluppo delle facoltà fisiche e morali dell*uo mo, non riusciranno che vani tentativi o sangui nose agonie. Perchè mai alcuni gabinetti europei hanno essi fino a quest 1 oggi dimostrato la loro ammirazione all' Austria? Vedendoli pagare questo tributo di gratitudine a questa potenza per i servigi che è accusata di aver resi alla causa dell'ordine e della religione, non si ha tutto il diritto di domandarsi se la diplomazia di alcuni Stati è complice o no dei misfatti del gabinetto

di Vienna? L'Austria ha profanatole più beile pagine della storia della'civi lizzazione, col dimenticare tutti i princìpi d'umani tà che formano la più preziosa conquista del 1789. Dopo che Voltaire, Diderot, Rousseau e d'A lembert, sviluppando le loro tesi di filosofia so ciale, hanno sanzionato e stabilito i legami che debbono unire i popoli fra loro, credevasi impos sibile questa profanazione di ogni giustizia e di lutti i diritti. L'Austria non ha mai cessalo dal 1811 in poi di darcene un esempio.

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1859
¬L'¬ Austria e il suo governo
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Pagina 7 di 114
Autore: / [C. di C.]
Luogo: Torino
Editore: Guerra
Descrizione fisica: 111 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Österreich ; z.Geschichte 1849-1859
Segnatura: II 227.992
ID interno: 390367
secrezione della sua indipendenza, riconosciuta e sanzionata dalla coscienza universale. Ma l 'Austria, annichilita dall'anatema e con vinta che il suo dominio in Italia era divenuto ita possi bile, lia raddoppiato le persecuzioni contro le sue vittime; e la politica del principe di Met ternich ha sfidato per luogo tempo l'opinione delia Europa. Nel Congresso di Parigi, la questione italiana è stata discussa dalla diplomazìa, I! Conte Walewski, per ordine dell'Imperatore Napoleone IH» ha detto

in proposito della situa zione anomala della Italia : « Sarebbe rendere un » segnalato servigio al governo delle Due Sicilie » come pure alla causa dell'ordine nella Penisola » italica, quello d'illuminare questo governo sulla » falsa via nella quale si è inoltrato, » Questo biasimo» nella lingua diplomatica di retto dal conte Walcwski ai regno delle Due Sicilie, implicava incontrastabilmente una disapprovazione della condotta dell'Austria, giacché negli Stati del Papa, nella Toscana e nei Ducati

l'amministrazione è presso a poco la stessa. Ecco coinè sì è espresso il plenipotenziario della Inghilterra, lord Clarendon, sullo stesso soggetto: « Quantunque convinto per principio che nessun » governo abbia il diritto d'intervenire negli af- » fari interni degli altri Stali, crede peraltro che » esistano dei casi nei quali 1' eccezione a questa » regola diventa un diritto ed un. dovere. Gli sem- » bra che il governo napoletano abbia dato questo

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1859
¬L'¬ Austria e il suo governo
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Pagina 31 di 114
Autore: / [C. di C.]
Luogo: Torino
Editore: Guerra
Descrizione fisica: 111 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Österreich ; z.Geschichte 1849-1859
Segnatura: II 227.992
ID interno: 390367
questa fu la causa che ritenne il gabinetto apo stolico dal collegarsi colla Russia. Chi può al giorno d'oggi riconoscere l'Austria del 1814 Dell 'Austria del 1859, maledetta dall'Eu ropa popolare ed anche dall'Europa reale, umiliata alla Russia e costretta a sacrificare al gabinetto delle Tuileries gf interessi e la fierezza della sua diplomazia? E in questo glaciale silenzio che rivela lo spa vento della coscienza generale chi potrebbe distin guere all'avvicinarsi del gran giorno

dell'espiazione, sotto un velo di lutto e di crudele incertezza, la metropoli austriaca dai mille fanali e dalle mille industrie, focolare di mille depravazioni, riposti glio di mille agonie.» basar di corpi e di anime, ove la nolle e il riposo sono sconosciuti? ]7 ora della grande strage, del lamma sabaclani è suonata per l'austriaca corona. Una mano si nistra allungandosi per centinaia e centinaia di cubiti» la mano di cento e cento popoli, gli uni traditi e consegnati ai loro carnefici colla più ci nica

perfidia» gli altri dissanguati sistematicamente con mille estorsioni e sottoposti a mille tortore, si avanza lentamente e scrive sulle mura della gran capitale il Mane, Theceì, Pharcz, del re Baldassarre. Quantunque questa similitudine sembri accat tata, pur nonostante sir Pawel l'ha adottata nel suo rendiconto sulla politica europea. Si vorrà dun que permetterci di conservarla per rispetto al cent bre pubblicista. L' angiolo della distruzione, che è anche quello

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