Ricerche storiche riguardanti l'autorità e giurisdizione del magistrato consolare di Trento
Valle dell’Enno. Tentarono prima certi suoi vassalli di fargli mutar consiglio ; ma egli rispose che più non voleva impacciarsi negli af fari della Chiesa di Trento, alla quale non vorrebbe neppure dare il successore, se a lui toccasse di nomi narlo tra i Canonici tridentini. Dopo dì essersi espresso di non voler vedere mai più alcun trentino* uscì di lì a poco dal monastero, e fece tutti gli sforzi per ricu perare il Vescovato; ma i Canonici, troppo contenti di essersi di lui liberati, fecero
Da un documento del 1 200, riportalo da Ambrogio Franco, s’impara che i Trentini in quell” anno guerreg giavano contro il vescovo Corrado, che li volea sotto mettere coH’ajuto promessogli da Odolrico d’Àrco, così per questa come per qualunque altra guerra che fosse per avere nel Contado di Trento. Il vescovo Corrado era d’un carattere stravagante e bizzarro. Ànnojato del mondo, per causa delle turbolenze che avea su scitate, rinimziò al vescovato nel 1 205 e si fece mo naco di San Giorgio nella
ricorso alla Santa Sede, e col consenso di essa, elessero Federigo di Vanga d’onorevolissima ricordanza. Del resto, che il diploma del 1182 non abbia avuto il suo effetto, e la città di Trento continuasse nell’in dipendenza dal Vescovo, non deve destare gran mera viglia. Sappiamo dalia storia d’altri paesi, che non sem pre venivano eseguiti i decreti imperiali. Il Muratori nella L. ma Dissertazione scrìve « che l’imperatore En- » rico nel 1195 concedette un amplissimo privilegio * ai Pisani