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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1844
Viaggio da Desenzano a Trento
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Pagina 25 di 134
Autore: Puecher-Passavalli, Ignazio / [Ignazio Puecher-Passavalli]
Luogo: Milano
Editore: Ubicini
Descrizione fisica: 117 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; f.Reisebericht
Segnatura: II A-4.023
ID interno: 155169
di Dante spiegando quel suo passo dell'Inferno Luogo è nel mezzo.là dove il Trentino Pastore, e quel di Brescia e '1 Veronese Segnar potria ciascuno in suo cammino ; fissano i confini della provincia di Trento (ai tempi di Dante s’intende) al Prato così detto della Fame vìcin di Campione. Il principe di Trento possedette eziandio la contea di Garda nella riviera veronese. L’ imperator Bar barossa la diede in feudo ad Adalberto principe di Trento li 4 7 settembre 4 4 56 , eolia condizione: « JVe

de’ve- seovi di Trento ». In questi ultimi tempi navigli guerrieri solcarono le acque del Garda in occasione dell’assedio di Peschiera del 1800, il ix.° anno della Repubblica francese. In quanto ai confini delle provinole di Verona, di Brescia e di Trento, andarono del contìnuo soggetti ad alterazioni. Il principato di Trento, per darne un esempio, si protendeva assai più dentro nel lago di Garda che noi faccia al presente, sia da parte della riviera bresciana che della veronese. I commentatori

22 Veneti il di 9 maggio 4440, nel potere dei quali rimase, perchè nella susseguita pace di Cremona dell'anno 4 444, Riva colle sue pertinenze venne giudicata alla Repubblica. Il prìncipe vescovo di Trento non intervenne a quel trattato di pace, nè punto acconsentì alla cessione di Riva; ma egli non aveva forze per ricuperarla, ed essa rimase in potere de'Veneti fino al princìpio del secolo seguente, in cui, dopo la famosa lega di Cambra!, Riva colle sue pertinenze ritornò nuovamente in potere

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1844
Viaggio da Desenzano a Trento
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Pagina 85 di 134
Autore: Puecher-Passavalli, Ignazio / [Ignazio Puecher-Passavalli]
Luogo: Milano
Editore: Ubicini
Descrizione fisica: 117 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; f.Reisebericht
Segnatura: II A-4.023
ID interno: 155169
di questi bagni sono fra le altre le seguenti: le malattie erpetiche, l’oftalmia scrofolosa cronica, le piaghe delle estremità inferiori croniche sordide e circo- scritte da varici ed altre molte. L’apertura di nuove strade dalla parte di Trento e di Riva, l’erezione di un nuovo edificio ad uso di bagno e di albergo fa sì che d’anno in anno cresca il numero dei concorrenti non solo della nostra provincia trentina, come negli anni andati, ma ben anche forestieri delle provincie di Verona, di Venezia

e di Brescia. Quest’anno in meri di due mesi furono falli 5000 e più bagni. Vici» di Cornano trovasi Castel Campo^ celebre nelle storie trentine. Quivi ebbe origine la famiglia Galasso. Àgli estremi fianchi della valle sorgono i castelli di Spine e di Ristoroj beni feudali della nobile famiglia dei conti d’Àreo. Seguitando ora il cammino dal quale ci siamo alquanto dilungati, eccoci in una valletta , che è la pupilla della provincia trentina. Quante naturali bellezze racchiuse in così breve recinto! Ne sta

mercio di seta con tondri e si rendette in altre guise benemerito assai della patria, . A Cornano nelle Giudicane v’ha un rinomato stabili mento di bagni d’acque termali. Un’analisi di quest’acque instituiva anni sono il chimico Demetrio Leonardi, ed ora ne sta facendo una seconda il chiarissimo doti. Fran cesco Ragazzini, professare di chimica in Padova. Il signor doti. Liberato Paoli, direttore dello stabilimento, mi assi curava che le malattie alle quali porta una certa gua rigione l’uso

dinanzi una valle di qual che largura, nel bel mezzo della quale v’ha un lago di sponde amenissime. Una lingua di terra si protende per éntro a quelFacque, e termina in uno scoglio, sulla punta vàodel quale sorge colle sue lorricclle Castel Toblino. Dai

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1844
Viaggio da Desenzano a Trento
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Pagina 13 di 134
Autore: Puecher-Passavalli, Ignazio / [Ignazio Puecher-Passavalli]
Luogo: Milano
Editore: Ubicini
Descrizione fisica: 117 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; f.Reisebericht
Segnatura: II A-4.023
ID interno: 155169
Nè a questo i dolii si tennero paghi. Sottopose il chi mico l’acqua del lago all’analisi, e la trovò leggierissima non mista a sostanze terrose, imbevuta di puro ossigeno, del sapore dell’acqua piovana. L’antiquario credette veder traccia della supposta Beoaco nei cippi e nelle colonne scavate fra Tuscolano e Maderno : interrogò le rovine della villa di Catullo, e gli antichi marmi onde sono ricche le piagge del Garda, religiosamente raccolse e lesse ai profani. Lo storico narrò i popoli che

abitarono primi questi lidi, le loro leggi, le insti tu zioni loro civili e religiose, il commercio: ne disse quali altri popoli suc cedettero a questi, e le prepotenze dei feudatari, e le. guerre fraterne di che furono spettatrici queste rive; di che sangue contaminarono gli uomini quest’acque che solo respirano amore. Gli Scaligeri, i Visconti e i Prin cipi di Trento disputarono più volle coll’armi alla mano la signoria di queste belle contrade. Alle quali non trasse poeta o pittore che non le abbia

tutte o in parte disegnate o cantate. Le vedute di Vaiò., di Garda j di Sermione e di Malcesine di Fonale e di Miva di Trento sono diramate per tutta Europa, incise in rame e in pietra. I versi di Catullo e di Fante che ri cordano questo lago; i poemi di Giodoco s monaco di san Zeno, e dello Spolverinij quelli dellV/Hci e del Bucci lini j bresciani; del Beltelom* veronese e del Pompcatij tren tino, procacciarono al Benaco una bella celebrità. E cerio e’sarebbe degno d’essere visitato da maggior

frequenza di forestieri che non si fece finora. Giace il lago di Garda in una vaile profonda, aneli’essa in parte montuosa, fiancheggiato a mattina ed a sera da due catene di monti, le quali, di mano in arano che più s’inoltrano nella trentina provincia , 1’ una all’ altra per siffatto modo si accostano che danno al lago la figura di

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1844
Viaggio da Desenzano a Trento
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Pagina 90 di 134
Autore: Puecher-Passavalli, Ignazio / [Ignazio Puecher-Passavalli]
Luogo: Milano
Editore: Ubicini
Descrizione fisica: 117 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; f.Reisebericht
Segnatura: II A-4.023
ID interno: 155169
76 Da Vezzano a Cadine, paesello a un’ ora da Trento , nulla havvi di notabile se non la villa di Terlago die vedesi da lontano a’ piè del monte , e non discosto un cadine piccolo lago. Cadine è celebre nella storia municipale di Trento per la sconfitta die toccarono quivi gli Ànnau- niesi da Odorici Paezeria, signor d’Arco, a’tempi del grande Egnone. Lo Slopi, professore di astronomia a Pisa, era di Cadine. A pochi passi da questa villetta si abbatte il viaggia tore in un genere nuovo

di bellezza, unico per avventura in tutta la provincia trentina. Dagl’incantevoli giardini del Garda, dagli uliveti dell’Archese, dallo sfasciume delle Marocche e dalla bella valletta di Toblino, eccoci metter piede negli orrori di Buco di Vela. Mezzo miglio circa prima di giungervi, le montagne che fiancheggiano il cammino, si tolgono alla linea paralella percorsa, e si appressano le une alle altre, per modo che ad un tratto s’incontrano in un solo punto. Si direbbe che l’andar oltre ci è tolto. Di mano

in mano però che ci avviciniamo vedesi come una piccola fenditura nel nudo macigno, per entro alla quale penetra la strada. Una tradizione rende sacra ai popoli trentini questa entrata. Vuoisi che s. Vigilio, vescovo e protettore di Trento, inseguito dalla popolazione ancor pagana di Rendena, alla quale annun ciava la buona novella, sia giunto fuggendo in questo luogo, e che trovando chiusa, dal monte la via, coman dasse allo scoglio si aprisse, e lo scoglio sì aperse; e si tolse in tal modo al furore

de’nemici. Veggonsi ancora nel macigno delle incavature che hanno qualche simiglianza ad una mano distesa, e non passa villeggiarla co’suoi bam bolotti che non racconti loro questa leggenda, e che non additi la mano, detta di s, Vigilio, e non si faccia il segno della croce, dopo averla toccata come cosa benedetta.

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1844
Viaggio da Desenzano a Trento
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Pagina 55 di 134
Autore: Puecher-Passavalli, Ignazio / [Ignazio Puecher-Passavalli]
Luogo: Milano
Editore: Ubicini
Descrizione fisica: 117 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; f.Reisebericht
Segnatura: II A-4.023
ID interno: 155169
48 dalla parte del Veronese, come da quella della contea del Tirolo. La maniera del cessato governo era questa. Il potere esecutivo stava in mano del Principe : il diritto di legi slazione, risguardo alla città ed al contado, egli condivi deva col Magistrato consolare, al quale spettavano di molte franchigie; e, se traltavasi di affari ecclesiastici, il partecipava eziandio col Capitolo. Un Podestà che durava in carica un anno, e che aveva ad essere un forestiero, amministrava la giustizia

il Salico a noi soggiacque il nostro paese a molte invasioni che lo desertaroxio. Le più famose per crudeltà e ruine si hanno a considerar quelle di Necci ino da Romano e degli Scaligeri, fra le connazionali; e quelle dei cariti del Tirolo, fra le stra niere. Pazze discordie fra Cucili e Ghibellini, sommosse frequenti, deserzioni de 1 vassalli, tirannie dei signorotti, d’ogni maniera vigliaccherie turbarono a lungo la pace di questa provincia, e posero un forte ostacolo alla ci viltà, che è frutto

di una pace non codarda. Del resto, se il principato di Trento avvantaggiò al quanto in arti, in lettere, in scienze, fu solo da che ten nero le redini del governo Principi, ai quali doveva na turalmente star a cuore il bene del paese, come i Clesio, i Madrucei, gli Alberti, ì Sizzo. La forma stessa di go-

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1844
Viaggio da Desenzano a Trento
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Pagina 50 di 134
Autore: Puecher-Passavalli, Ignazio / [Ignazio Puecher-Passavalli]
Luogo: Milano
Editore: Ubicini
Descrizione fisica: 117 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; f.Reisebericht
Segnatura: II A-4.023
ID interno: 155169
DE GÀBBÀRA ET ULBE- BRAiSDO DE COMITIBUS DE COKCISIO RIPERLE PRiESIDES. D’altra pace seguila in quel torno di tempo fra i Bre sciani e i Trentini parla il nostro Bonelli. v Nel 4287 seguì la pace solennemente giurata tra le città di Trento e di Brescia, giusta una copia autentica rilevata sotto il vescovo Bortolammeo nel 4307.*Fu trat tata tal pace per parte della Comunità di Brescia da’ si gnori Lotto de Aleis di Firenze podestà, e da bidone de bidoni di Modena, capo del popolo e del comune della città

e del distretto di Brescia , come pure dal signor Framondo di Riva, sindaco e procuratore della stessa città di Brescia; per parte poi della Comunità di Trento dal signor Aichebono, figliuolo di ser Giacopo degli Aicheboni, sindaco e procuratore della medesima. V’ebbe parte in siffatto trattato di pace eziandio Mainando conte del Tirolo, con la riserva però, ut ipse nihilominus possit obedire preceptis Domini Jmp. tum etiam possit auxìlium prestare Alberto de la Scala et communi Forane, et domino

43 evo) ed i Bresciani s’ebbero la peggio. Infatti Limone eoi grosso comune di Tremosine, dalla dominazione bre sciana passarono in questo incontro sotto quella del prin cipato trentino {'). Il cronista Ambrogio Franco di Trento attribuisce la presa di Tremosine al valore di Odorico conte d’Arco. Ecco l’iscrizione che parla di questa pace: MCCLXXIII CUM TRIDENTIKIS PACE COKFECTA, BRIXIA HIC UBI DIVUS TTER- CULAKEUS VITAM SANCTISSIMAM HABIJIT SACRAR 2EDICULAM EX- TRUXIT. PROCUKAXTIBUS GHIRARDO

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1844
Viaggio da Desenzano a Trento
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Pagina 68 di 134
Autore: Puecher-Passavalli, Ignazio / [Ignazio Puecher-Passavalli]
Luogo: Milano
Editore: Ubicini
Descrizione fisica: 117 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; f.Reisebericht
Segnatura: II A-4.023
ID interno: 155169
59 esistevano ed in Verona, in quella cioè di loriche, e in questa di scudi ('), Riva, terra già di qualche importanza sotto ai Romani, venne per donazione di Carlo Magno, in una colle Giudi- carie, aggregata al ducato o marchesato di' Trento. Del 4349, con Tenna, valle di Ledro, e Tignale passò in dominio degli Scaligeri data a pegno da Giovanni III di Pistoja, principe di Trento, a Mastino II della Scala per 4000 ducati d’oro. Del 1405, ricuperata dal vescovo Giorgio, non andò molto che venne

occupala dà Giovanni Galeazzo Visconti. Verso la metà del secolo quintodecimo, le convenne sostenere un assedio da parte dei Veneziani, e cadde anche in loro potere; ma colla pace di Brussel- les, 4 516, fu di bel nuovo aggiudicata al naturale suo principe. Il cardinale Bernardo Clesio ottenne in perpetuo la restituzione della città e prefettura di Riva dall’ impe ratore Carlo V. D’allora in poi ella soggiacque sempre, fino alla secolarizzazione dei principati ecclesiastici, al Principe di Trento

, e corse da quell’ epoca la fortuna della sua città capitale. Scorsa la città, e veduto quanto havvi di buono in edifici ed in tele f), non intralascierà il viaggiatore , se gli è propizia la stagione, di visitare anche i bei contorni di Riva. Si rivolga da prima a vedere la ricca ed ele gante Chiesa dell'Inviolata t a pochi passi fuori della porta che mette in Arco. È dessa un edificio di forma ottan golare con buone tele di Palma il vecchio, del Crafjfonara (') Filiasi. Memorie storiche dei Veneti

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1844
Viaggio da Desenzano a Trento
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Pagina 91 di 134
Autore: Puecher-Passavalli, Ignazio / [Ignazio Puecher-Passavalli]
Luogo: Milano
Editore: Ubicini
Descrizione fisica: 117 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; f.Reisebericht
Segnatura: II A-4.023
ID interno: 155169
torri etnische e romane, 1 palagi, i templi e le mura, e quando cade sulle gigante sche montagne che le fanno corona. Se una mite stagione, se un cielo sereno abbelliscono questa specie di anfitea tro, la veduta di Trento da questo punto è magnifica ve ramente. Aggiungi a questo che dal Buco di Vela a Trento corre un tronco di strada di recente costruzione assai ben condotto a termine che va costeggiando il monte con declivio insensibile fino alle sponde dell’Adige. Più che noi pigliamo della china

77 Messo piede in Buco di Vela, un religioso orrore ti senti scorrere per le vene. Qui monti che si levano altis simi dalPuna e dall'altra parte della via: rupi in alto sospese che minacciano da tanti secoli, uno spicchio di cielo, un silenzio, uno spaventevole burrone, e giù nel fondo uno schiumoso torrentello che or balza libero di macigno in macigno, or viene astretto a correre in docce e mettere in movimento le ruote di un solitario molino, 0 d'una stridente fucina. Ma le montagne che

venivano a 1 fianchi del viaggiatore a un tratto da lui si dilungano quasi per forza d'incanto: un vasto e sereno orizzonte gli si apre dinanzi e domina da un’altura tutta la valle di Trento (‘). In tanta varietà di oggetti che lo colpiscono, l'occhio non sa da prima dove poggiarsi. Quindi or si getta sulle virenti colline che gli sorgono di fronte semi nate di paeselli e di ville, ora su quella lista d’argento che serpeggia in mezzo alla valle : quando s’arresta sulla città e raffigura le antichissime

e più distintamente raffiguriamo la bizzarra forma di una rupe che sorge come in capo alla via. È foggiala questa rupe à guisa di O In certa posizione vedesi l’ imboccatura di tre principali val late del Trentino, dcfi’Annatinia, della Valle dell'Adige c della Vai- sugati a.

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1844
Viaggio da Desenzano a Trento
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Pagina 94 di 134
Autore: Puecher-Passavalli, Ignazio / [Ignazio Puecher-Passavalli]
Luogo: Milano
Editore: Ubicini
Descrizione fisica: 117 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; f.Reisebericht
Segnatura: II A-4.023
ID interno: 155169
79 s’arresterà il viaggiatore a contemplare la chiesetta di s. Apollinare di forma gotica che sta in fondo al villag gio. Il volgo tiene questa chiesa per antichissima più assai che noi sia ed eretta sulle rovine di un tempio in titolato ad Apollo. Ma eccoci finalmente al termine del nostro viaggio. Le torri, le mura , le chiese della gentile mia Trento si fanno ad ogni passo vieppiù distinte; già siamo in sol ponte che mette nella città per Porta Bresciana o sia di s. Lorenzo. Prima

di entrarvi soffermisi il viaggiatore, volga lo sguardo a mattina e consideri alquanto quella stupenda scena che gli si affaccia. La città di Trento gli si presenta in semicerchio, gli estremi punti del quale tengono due torri, quella così detta Vanga, e la tor Verde. L’Adige secondando la linea semicircolare, sulla quale sorgono gli edifici, la viene lam bendo, e dalla riva opposta bagna le verdeggianti cam pagne di campo trentino. Innalzasi di fronte, a qualche altezza dal piano della città, il castello

, una volta resi denza dei Principi di Trento, con torre di stile romano, e più sopra il convento dei Cappuccini di costruzione recente, e più lontano ancora il convento ora soppresso dei Carmelitani, ridotto a ricovero dei Trovatelli. La co stiera a mattina di Trento è tutta sparsa di ville, tra le quali è veramente magnifica quella detta di Fontana Santa dei Conti Consolati, Di questa villa cantava Tommaso Gar, tridentino, con sciolti che respirano foscoliana fra granza. A quelle collinette

sovrasta il dosso di sant’Agata che sì appunta in guisa delle antiche torri dei Ghibellini, in sul cocuzzolo del quale sta una chiesetta : lontano lon tano monti svestiti che rompono la tinta cilestrina del l’orizzonte. Figuriamo! di considerar Trento da queste pendici, e Treni®

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Libri
Categoria:
Economia
Anno:
1844
¬Il¬ commercio di Riva antico e moderno
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Pagina 21 di 59
Luogo: Verona
Editore: Antonelli
Descrizione fisica: 56 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: 2866
ID interno: 189688
PESCAGIONE, NAVIGAZIONE E POETO. 11 principato di Trento venne sempre consideralo come si gnore della parte supcriore del lago detta summus Incus } allor ché nel i *j 5o Venezia tentava di levargli quel suo dominio, dot te penne s’ adoperarono a difesa de’ suoi diritti, ed in fine ven ne data ragione all’ Augustissima Casa d’ Austria, quale protet trice della Chiesa di Trento. Riva perciò presiedeva a quel tratto di Lago, che era di diritto del suo principe, e ne esercitava, la giurisdizione

per mezzo dei capitani del Bastione, e della Rocca. E questo suo dominio viene rappresentato altresì dalla sua ar ma } le due torri situate ai confini, nell’alto una barca a vele gonfie in atto di navigare dall’ uno all’ altro limite. 11 Principe ave a diritto sulla pescagione, percepiva la deci ma di tutto quel pesce, clic veniva acquistato; Riva nell’anno i a25 avea ottenuto l’investitura nella quarta parte di questa decima, è nel 12^5, fino alla metà. La navigazione pel lago sino al confine

Trentino era diritto della sola città di Riva, conforme ad una investitura dell 1 anno i 192. Essa ave a ottenuta facoltà di costruir navi, allogarle ad altri, e varcare il lago a Turbole e Penale. La tassa del trasporto era nuinmus unus , un altro pel ritorno, il prezzo raccolto veni va diviso in parti eguali una al principe, la seconda al comune di Riva. Il Porto di Riva già fino dall’anno 1 1 55 era formato in modo da comprendere buon numero di battelli, questi uvea no asilo e sicurezza non solo

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Libri
Categoria:
Economia
Anno:
1844
¬Il¬ commercio di Riva antico e moderno
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Pagina 56 di 59
Luogo: Verona
Editore: Antonelli
Descrizione fisica: 56 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: 2866
ID interno: 189688
da Trento e Piiicio dicono, che Carlo donò al Vescovo di Trento Riva colle Giudicarle. Questo si. deduce, a) Dal Diploma di Carlo V. che li 3 Maggio restituisce Riva al Cirsio, e dice di dare quello, che avea donato Carlo Magno a S. Vigilio: Bonclii voi III. pag. 297. h) Da una lapide esistente a Sic ni co Carolus dedit V igìlius accepit. •Il Urtarglii non animelle questa donazione, dicendo, che Riva in un Documento presso 1’ Ughelli si chiama nel goo Cortis regìa y che pare, se guita egli, significhi

Palazzo del Ke ; il che non potrebbe dirsi, se lauti anni avanti Carlo Magno l’avea donata a Trento. Ma il Muratori, Enrico lac car do, ed il Panvinio insegnano, che cortis Hegia dinotava non palazzo del Re, ma fisco o Demanio, Porta un altra obbiezione, che prima di Carlo Magno non si trova esempio di simili donazioni, e Sì risponde, che Pipino fece prima di lui do nazioni alla chiesa di Roma, che altri sovrani avanti fondarono, c dotaro no chiese; potevano adunque fare altresì donazioni. Il medesimo

Carlo Magno affidò alla chiesa di Curia il governo temporale della Regia Guriese, e vi è il documento presso P Horroajer, perchè non avrà potuto lare altret tanto riguardo a Riva? (16) ÀI Montagni tiene dietro la seta Bozzoni, che di molto vi si avvi cina, Giova ricordare ancora la seta di Giuseppe Luccioli, il quale ha la sua filanda in Malcesi ne, e Panno scorso ebbe In medaglia d’ onore dalla Società di Verona, a cui aver* mandato del suo lavoro. (17) 11 Conte Giambatislu Capolini mancò alla

patria nel febbrajo 1B4>* Fu dottore in legge, era profondo conoscitore delle Leggi civili, e canoni che, non venale, amante dèlia giustizia, e dell’equità. Di lui si dovrà sem pre ricordare il Comune, a cui servì come consigliere, e per tre volte di seguito come Podestà integerrimo, e vigilante, e memoria serberanno al tresì la chiesa, e la Congregazione di Carità, che videro per le sue cure difeso ed amplialo il loro patrimonio; fu amante della storia patria. Espose alcuni fatti storici dopo

il mille fino a noi, toccò le antichità Romane, ed alcun* luoghi sacri come i Conventi di 8. Francesco e della Santissima In-

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1844
Viaggio da Desenzano a Trento
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Pagina 95 di 134
Autore: Puecher-Passavalli, Ignazio / [Ignazio Puecher-Passavalli]
Luogo: Milano
Editore: Ubicini
Descrizione fisica: 117 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; f.Reisebericht
Segnatura: II A-4.023
ID interno: 155169
, e la speranza Fanno acerba la vita, a lunghi giorni Fia di premer concesso, e spirar l’aure Pregne dì molli effluvi! e rotte sempre Dai venti fuggitivi, e dai ruscelli Che t’inaffiano il caro antico grembo. Della città di Trento esistono già dee Guide a stampa, Pana di don Gioscffo Pinamonti, lavoro sensato e spoglio

80 di salutarla con quc’ bei versi onde, ancor giovinetto, la salutava il nostro Gar nel poema testò menzionalo: Come brillanti nella bianca luce Del pianeta morente io vi discerno 0 antiche mura della patria! 0 sommo Del gran Tempio fastigio, ove esorata L'apostolica dorme ombra del Giusto, Che primo infranse de’bugiardi Numi Fra noi la benda, e alla novella Fede Fea sigillo col sangue! Eccelsa rocca Che l'origine sua mette nel lustro De' bei tempi di Roma, alti palagi, Vie superbe ed ornate

; ampli, e di vivo Sasso, per quanto la città comprende, Eterna opra, acquedotti, esteso campo Sacro agli estinti per cui meno all’Arno E al biondo Mela invidierai, te vaga Mostran città fra quante onde s’abbelia Questo chiaro d’Italia ultimo lembo, 0 Trento mia, di forti e illustri ognora Intelletti nutrice. Oh! le tue sponde Coronate di spiche e d’albcrclle Che maestoso in suo placido corso Fertilemente il padre Adige irriga; A me, cui cieca la fortuna, e i gravi Tempi e J l desio d’onore

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1844
¬Dei¬ Rezji : dell'origine de' popoli d'Italia e una iscrizione rezio-etrusca ; pensieri
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Pagina 83 di 151
Autore: Giovanelli, Benedetto / Benedetto conte Giovanelli
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 147 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.604
ID interno: 316876
so fortemente si comprovino anche per le molte, »lirei quasi, dimenticate testimonianze, delle quali perciò io scerrò due o tre a sostegno d 5 entrambe. Ne abbiamo in Dionisio stesso, dove dice, che anche i Romani per lo aggregarsi co’ forestieri fa cevano della Sor lingua un misto di greco e di bar baro. com’egli si esprime, cioè di forestiere le une, e voci d’ antico volgo le altre: e in Marco Yarrone, laddove ricorda, quante voci eh’ eglino presero sol tanto dagli Osci e dai Sabini

. E porremo di ciò anche quell’esempio in Gelilo 7 quando nel primo delle notti attiche racconta, che Curione, Fabbri- ciò, e Coruncano, antichissimi padri romani della metà circa del quinto secolo di Roma, non usava no più le voci di quelli , che primamente abitava no l’Italia: e per quell 5 altro, là dove ci fa cono scere , che i Romani talmente ignoravano il valore delle voci antichissime, che ( or già venti secoli fa ) il vecchio Catone dovea loro spiegare la significa zione del nome Verruca

, di quella stessa prisca e veneranda voce etnisca, che nella Rezia si con servò nel colle presso Trento fino a che durava F antichissimo castello, etrusco, cui in su quello singolare vertice, che tutta vede e domina la valle, i Rezj progenitori aveano fondato, (;5) mentre essa (y5) isolato a modo di fungo o porro e dirupato all' intorno, (Verrucam - fida re us Caio locum editum et asperum appellai; <josi Gellio nel,III. -j , delle sue notti attiche ) s’erge a modo di porro questo colle sulla destra

dell’Adige in faccia a Trento. Gassiodoro nellibro terzo,ed epistola quaranlottesima delle sue Varie lo descrive esattamente.

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1844
Viaggio da Desenzano a Trento
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Pagina 66 di 134
Autore: Puecher-Passavalli, Ignazio / [Ignazio Puecher-Passavalli]
Luogo: Milano
Editore: Ubicini
Descrizione fisica: 117 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; f.Reisebericht
Segnatura: II A-4.023
ID interno: 155169
57 L’Oratorio di santa Croce, possiamo dirlo una piccola galleria di tele del Craffonara. Qui si veggono, in piccole dimensioni, le bozze della Via CructSj, ch’ egli operò a fresco nel cimitero di Bolgiano, coi profeti che stanno fra una stazione e l’altra, assai leggiadro lavoro. Del Craffonara è pure l’affresco del soffitto. Fra gli edifici profani meritano di, essere annoverati la Roccaj ed il Castello o Bastione. È la Rocca un edifi cio quadrato che tiene molto del castello che vedesi nella

penisola del Scrollone: l’uno e l’altra opera degli Scali geri. Alte mura raccerchiano, lungo le quali correva una fossa sormontata da ponti levato]. Questa Rocca, forte già per la sua postura sul lago, porge un aspetto singolare di robustezza per le quattro torri che stanno in sugli an goli, munite di saracinesche, di bastile, e di ferritoje d’ogni maniera. Questa Rocca formava nel verno il soggiorno predi letto dei Principi di Trento, e qui si rifuggivano, come a luogo di sicurezza, allorché Trento

veniva minacciato da straniere invasioni. Risiedeva in essa il capitano o luogotenente del Principe, ed in nome di lui ammini strava la giustizia negli affari civili e criminali. Servono ora quelle stanze di carcere ai delinquenti. II castello o bastione di Riva sta in cima ad un colle a sera della cittadella. Di là si gode una meravigliosa vi sta, dominandosi il lago in parte e la deliziosa vallata di Riva e di Areo. Lo eressero già sin dal secolo undecimo, ottenuta licenza dal Principe, i Rivani

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1844
Viaggio da Desenzano a Trento
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Pagina 84 di 134
Autore: Puecher-Passavalli, Ignazio / [Ignazio Puecher-Passavalli]
Luogo: Milano
Editore: Ubicini
Descrizione fisica: 117 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; f.Reisebericht
Segnatura: II A-4.023
ID interno: 155169
74 in grado scemando a misura che ne avviciniamo al nuovo ponte di legno sulla Sarca. Qui ripiglia la vegetazione dell’Archese, e ci troviamo di bel nuovo fra i vigneti e i boschetti di gelsi. Le Sarche è una lerriceiuola sulla destra della via, di nessuna importanza per ora, ma che un giorno potrebbe acquistarne di molta. Non trascuri il viaggiatore che si trova alle Sarclie di recarsi a vedere la nuova strada così delta del Limarò, scavata in parte nel vivo macigno. Porta essa nelle Giu

dicarle, vallata posta a sera di Trento. Sotto il governo principesco formava essa un marchesato, e il principe di Trento fra gli altri suoi titoli aveva quello eziandio di marchese delle Giudicarle. Gli abitanti di questa vallata, non altrimenti che altri popoli del Trentino, gli Aimau- niesi, i Solandri ed i Tasi ni, sono astretti di procacciare il sostentamento a sè ed alle loro famiglie emigrando il verno in paesi più ricchi d’Italia che non è il nostro. Discendono essi nella Toscana, nella

Romagna e nel Piemonte, e si prestano ad ogni maniera di opere servili. Da questa vallata delle Giudicane uscirono alcune delle più distinte famiglie trentine, i Lodroni, i Galasso, gli Alberti di Poja ed altri. Sono divise le Giudicarle in due distretti, di Stenico e di Tiene. La parte più elevata di questa regione ap pellasi valle di Rendena. Dai monti della valle,- detta di Genova, nelle Giudicarle, nasce il fiume Sarca. A Pin- zolo havvi una fabbrica di vetri e cristalli dei signori Demetrio

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