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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 247 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
rosi refusi. Esprimo pertanto l’augurio che qualcuno dia una mano al Vit, affinchè possa presto uscire, in degna veste tipografica, il meglio di quanto ha finora creato. Motivo centrale della poesia del Vit è la figura del contadino, delinea ta secondo un archetipo che solo apparentemente appartiene al passato. Non dobbiamo infatti dimenticare che, ai margini della gigantesca e spie tata industrializzazione dell'agricoltura, esistono tuttora delle aree (Bagnarola è una di queste) in cui

sopravvivono i contadini con le stalle, la campagna con i gelsi, e così via. La vita del contadino (ma anche quella dell’emigrante, del minatore, ecc.) viene assunta ad emblema della fatica del vivere, della sofferenza terrestre, insomma del Weltschmerz di leo pardiana memoria. Per l’essere umano il Vit prova un senso di solidale pietà, di calda compassione; ed è proprio da questo vivo sentimento che scaturisce l’ispirazione del poeta, è qui che va ricercato il suo tono più personale. Grande rilievo hanno

anche gli elementi naturali, carichi di energia primordiale e strettamente legati all’uomo, ai suoi sentimenti, alla sua vita: non dunque cornice o fondale, ma componente essenziale, direi quasi musicale. Per quanto riguarda lo stile e la tecnica del Poeta, possiamo dire che egli è fortemente attirato dalle metafore e dalle immagini analo giche, alcune delle quali colpiscono per la loro bellezza e originalità. In Quadri furlan, dove la scena agreste viene contemplata come dall’alto, la tavaia zala

altro non è che la vasta e piatta campagna del basso Friuli, biondeggiante per le messi. Caratteristico del Vit è l’uso dei puntini di sospensione: accorgimento grafico idoneo ad attutire i passaggi concettua li, a sfumare e a prolungare un alone emotivo. La parlata usata dal Nostro è evidentemente un dialetto della Destra Tagliamento, che presenta non poche analogie con quello di Casarsa, immortalato dal Pasolini. Tra le peculiarità della parlata di Bagnarola, molto interessante ci sembra

il dileguo della L in uscita: grisù (. sgrìsul, ’’brivido”), ninsòu (ninzùl, ’’lenzuolo”), nissu-nassu ( nìcul-nàcul, ’’altale na”), eisa (esal, ”è (egli)?”). Anche il bagnarolese, come le altre parlate della stessa zona, ignora voci comunissime nel friulano della Sinistra raglia mento: al posto di cumò (’’ora, adesso”) usa adès, in luogo di cjalà (’’guarda re”) usa vardà. È chiaro che l’influsso del Veneto (e dell’Italiano) è stato più forte. Questo influsso spiega anche vocaboli come maciàt ( maglàt

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 131 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
Walter Belardi STUDI GARDENESI V* LA FORMAZIONE DEL PLURALE NOMINALE IN GARDENESE ATTRAVERSO LA DOCUMENTAZIONE SCRITTA. § 1. Una trattazione d’insieme, sia pure elementare, della formazione del plurale nominale nel gardenese manca tuttora. A nostra disposizione abbiamo solo le pp. 84-85 del pure eccellente libro Die Gredner Mundart del Gartner per il gardenese degli anni settanta dell’Ottocento. Il procedimen to espositivo estremamente sintetico adottato dal Gartner, la difficile scrit tura

fonetica da lui impiegata, di non immediato intendimento, i mutamen ti linguistici intercorsi da allora ad oggi sottraggono queste due pagine alla lettura e all’interpretazione da parte di chi non sia linguista di professione. Per gli anni quaranta di questo secolo abbiamo le pp. 15-20 (per i sostantivi) e 22-25 (per gli aggettivi) della grammatica di F. Minach e T. Gruber, uscita in seconda edizione nel 1972. Infine, per gli anni settanta, le pp. 13-19 e 21 della grammatica di A. Bammesberger, del

1974. Sporadiche, interessanti notizie e osservazioni si trovano presso W. Th. Elwert, Die Mundart des Fassa-Tals, Heidelberg 1943, ristampa invariata Wiesbaden 1972, §§ 241-256 (qui appresso cit. con la sigla E, seguita dal numero della pagina della prima edizione e dal rigo, o dal numero del paragrafo preceduto dal relativo simbolo). Purtroppo soltanto l’esposizione stringatissima e quasi inaccostabile del Gartner è sistematica e razionale. Il Gartner si basa su un corpus atten tamente vagliato

di criteri organizzativi. Infine i dati presentati da E discendono quasi esclusivamente dai vecchi lavori del Gartner, che, seppure molto precisi, non possono rispecchiare i mutevoli aspetti del gardenese di questo secolo. *) I miei precedenti quattro Studi garde- nesi, e precisamente: 1. Nascita di una nuova lingua letteraria romanza; 2. Antologia minima della lirica garde nese (testi e traduzioni); 3. Il sistema pronominale del gardenese; 4. N con de na vedla parola ladina (gardenese redujer, romeno

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Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 171 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
: -uli. zòcul (del cavallo); Studi, P: -ui. zòcul ’’scarpaccia”; L, M-G, Studi, P: zòchi. Questi quarantaquattro esempi che ho potuto trovare - pochissimi di essi sono di tradizione diretta - ci consentono alcune osservazioni. I pochi plurali in -i sono, in realtà, da singolari in -o: còso, grósto (pur se grósto è secondario) e, forse, *pòpo. In questi casi, il singolare in -ul funziona come un singolativo ("un singolo baccello”, "un singolo pezzo di..”). Per ciòci, cf. il singolare badiotto ciòce

, etc.; mazòchi e zòchi si spie gano appunto nel quadro di questo paradigma politematico: - ul : pi. -i, il quale ha permesso il costituirsi anche di garòfi, da cui poi è stato tratto un singolare garòfo. In generale si costata un graduale prevalere diacronico del tipo in -uli sul tipo in -ui (si veda àspul, ciòciul, cósul, fràcul, jaròcul, miràcul, parpantìcul, scàndul, zimòcul). Significativa è l’assenza di ogni traccia del processo contrario. Solo un ristrettissimo numero di plurali

vèscui nel ba diotto, e, da parte del friulano, nei sostantivi e aggettivi maschili, la sostituzione del segmento terminale vocale + / del singolare in vocale + y nel plurale (friul. pòpul "popolo": plurale pòpui). ■q) In questa ultima classe si accolgono i nomi che al singolare presen tano, immediatamente prima di -l, un dittongo (-ùe-, -ìe-, -èu-, -èi~). Nel caso del dittongo -èi-, che ha -z-atono, 1’ -z sostitutivo di -/viene a confon dersi con -/- del dittongo, e pertanto in questo caso

il plurale viene di fatto a essere formato mediante la semplice soppressione di -/ del singolare. È opportuno, perciò, distinguere due sottogruppi: 1) dittongo + /: plurale dittongo + i, 2) dittongo + /: plurale dittongo + zero; la scelta tra l’uno e l’altro sottogruppo resta determinata dal tipo di dit tongo. 1) I maschili in -ùel (da *-yòlu, lat. class, -eólu-), in -ìel, e in -èul (in

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 141 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
§ 9. Implicazioni morfofonologiche Gli aspetti morfofonologici implicati nei procedimenti morfologici di derivazione del plurale dal singolare verranno illustrati nei singoli para grafi. Preliminarmente, tuttavia, è opportuno dare notizia sistematica di particolari un poco complessi, propri del settore delle palatali, che riguar dano soprattutto il gardenese del passato, oppure propri della parte termi nale del segmento lessicale singolare, che riguardano il gardenese di oggi. a) Nel trattare

del gardenese attuale i due simboli convenzionali usuali "c" e "g" sono adeguati per rappresentare le caratteristiche fonetiche di due fonemi affricati palatali, il primo sordo, il secondo sonoro, resi nella grafia usuale odierna con "c" (o "ci") e "g" (o ”gi”). Per il gardenese del passato, invece, come anche per altre parlate ladine attuali (cf. W. Mair, En- nebergische Morphologie, Innsbruck 1973, p. 16, 60 e sg., 69), è necessario distinguere tra un fonema con articolazione palatale arretrata

l’esito di datino davanti ad a (per esempio, lat. sic- ca, gardenese antico seca, oggi seda), come pure, in sillaba finale, di occlu siva velare o dentale davanti a -/ antico del plurale (per esempio, sak "sac co”: plurale antico sac, oggi sac; oppure mont maschile "monte”: plurale antico mone, oggi mone). L’avanzata /5/ era l’esito di c latino davanti a e ed / (per esempio, lat. cena, gardenese antico tsèina o ceina, oggi cèina), come pure, in sillaba fi nale, di affricata dentale davanti a -i antico

del plurale (per esempio, lat. ter- tius, gardenese antico terts: plurale terts, oggi terz\ plurale terc; oppure lat. volgare *fund(u)s, gardenese antico fonts: plurale fonts, oggi fonz : plurale fonc). Nel gardenese del 1807, rappresentato da J. Steiner con grafemi selezio nati per lo più per riuscire di più facile lettura a persone di cultura tedesca, /c/ si trova rappresentato con il tetragramma "tsch”, per esempio utschól "uccello”, oggi ucel, invece /6/ con il digramma ”tg” o il trigramma

"tgi” (cf. sopra la grafia usata da G. Plangg), per esempio tgiaval "cavallo”, oggi ciaval. J. A. Vian conservò per l’arretrata la grafia ”tg” (per esempio tgé "ca po”, oggi ce), mentre introdusse opportunamente il simbolo c per l’avanza ta (per esempio ucòl, e ancora brac "braccio”, manz” manzo”: plurale mane, oggi manz : pi. mane). La grafia ”tg(i)” per /6/ fa la sua prima apparizione nel retoromanzo in scritture soprasilvane del XVII secolo (tgiau "capo”; anche "ctg”, "gth”, ”gt” etc. : gtien

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Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 133 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
congeniale sia una innova zione recente o perfino un ’’errore”, oppure credono che i "loro vecchi” dicessero così e così. L’utilizzazione a fondo dei lessici del Gartner e del Lardschneider, valido questo secondo per gli anni dieci e venti di questo secolo, mi ha permesso di delineare la storia di molti settori controversi e instabili della morfologia del plurale, e di fornire così, in primo luogo ai Gardenesi stessi, un quadro facilmente consultabile delle trasformazioni subite da questo capitolo della

grammatica della loro lingua. La mia posizione, dunque, non è quella del grammatico che sugge risce o tanto meno aspira a imporre norme (sebbene qua e là, in situazioni aperte verso assestamenti imprevedibili, io abbia cercato di adombrare qualche criterio di scelta glottotecnico), ma quella del grammatico che vuol cogliere la situazione attuale, dello scritto più che del parlato, e quella del linguista che collega tra loro le fonti, e interpreta - quando possibile - le ragioni di certi assestamenti

o di certi squilibri attuali. In molti casi, incer tezze attuali dei Gardenesi dipendono da vicende fonologiche e morfofo- nologiche del passato, a loro naturalmente ignote, o da strutture divenute opache. Conoscere questi particolari è un vantaggio in più che non guasta, anche nell’uso del linguaggio, specie se si pensa a come il linguaggio scritto letterario abbia certe volte la possibilità di plasmarsi in maniera critica e consaputa. § 2. Le fonti delle quali ho potuto valermi sono, in ordine

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 7 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
Ruth e Max Fröhlich LA FILIGRANA DI CORTINA D’AMPEZZO A CAVALLO DEL SECOLO* Durante un giro escursionistico nelle Dolomiti assieme a mia moglie nel settembre 1973 giunsi una sera dall’alpe di Fanes al Rifugio del Monte Lagazuoi. Si era messo a piovere e l’indomani tutto era ricoperto da un manto di neve; per quattro giorni filati, salvo qualche breve intervallo, non fece che piovere e nevicare. Ad eccezione di noi due e un’altra coppia tutti gli altri ospiti del rifugio scesero a valle con

la funivia che collega il Lagazuoi al Passo Falzarego, da dove si snoda la bellissima strada che conduce a Cortina d’Ampezzo. Ogni qualvolta il tempo lo permetteva perlustravamo i dintorni, alla scoperta di gallerie e trincee della prima guerra mondiale, oppure trascorrevamo il nostro tempo leggendo, conversando, riposando, in attesa che il tempo si rimettesse al bello. Fu durante uno di questi conversari - a cui partecipava pure il custode del rifugio - che la signora della coppia summenzionata portava

appuntata una bellissima spilla in filigrana d’argento: un fatto che fu determinante per i passi che seguirono, poiché nel parlare della filigrana il custode casualmente raccontò come suo nonno fosse stato filigranata. Come? dove? ”A Cortina, dalla fine del seconlo fino alla prima guerra”. Egli era pure a conoscenza di una collezione privata di opere di quell’epoca e così con una sua telefonata venne fissato un appuntamento per l’indomani mattina. Nacque così questo lavoro sull’arte della filigrana

nella regione corti- nese, secondo quanto ci fu possibile ricostruire sulla base delle opere e delle attrezzature esistenti, dei disegni, ricordi ed appunti di varie persone del luogo. Non esistono informazioni molto precise circa la storia della filigrana cortinese. Probabilmente gli inizi risalgono alla prima metà del secolo 18° (accessori di un corredo da sposa recano la data del 1714). La tecnica prove niva da Venezia, dove gli ampezzani esercitavano l’artigianato orafo. 1} Nella cronaca

, a cura dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo del Consorzio Industrie Ampezzane. Dei Filli Domenego Verocai, Michielli e di Andrea Lace- delli.

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Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 139 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
ultima tra -/ e -os per segnare il plurale (nel latino volgare di epoca imperiale -/ ed -os erano rispettivamente le desinenze del caso retto e del caso obliquo del plurale della II declinazione) nello sviluppo del latino regionale alpino sarebbe stata sug gerita - si dice spesso - da motivi di ’’rendimento” morfofonologico: sembrerebbe che la scelta sia caduta su -/ tutte le volte che questa vocale palatale si trovava ad avere a disposizione una consonante predesinenziale nella quale poteva

esercitare una più accentuata alterazione (palatalizzazione), sì da rendere l’ultima sillaba del plurale particolarmente marcata rispetto all’ultima sillaba del singolare rispettivo. Ad esempio -s + -/ > -se, -t + -/ > -c, etc. Là dove, invece, la consonante finale del singolare avrebbe offerto resistenza alla palatalizzazione (come nel caso di uscite di singolari in -c, -f -p, -r, -m, -se), -s sarebbe stato preferito ad -/. 3) Come molte altre spiegazioni diacroniche anche questa mi sembra che abbia

il difetto di presentare come causa di un fenomeno ciò che in realtà è una conse guenza di esso: le palatalizzazioni storiche sono la conseguenza della presenza del plurale in -/, non ne sono la causa. Poiché da un punto di vista fonetico generale tutte le consonanti possono essere palatalizzate o ulteriormente palatalizzate, pos siamo al massimo dire che coloro che parlavano il protoladino trovavano un certo numero di consonanti (apicali e velare sorda) particolarmente adatte a combinarsi con

., p. 207 e sg., e E 117), è evidente che la scelta del morfema doveva essere largamente condizionata da circostanze di funzionamento sintattico: predi cato contro complemento. In conclusione, ragioni di rendimento morfosintattico nei predicati devono avere favorito -i contro -os; poi vari sostantivi, soprattutto con ultima consonante apicale o velare, sono stati assimilati ad aggettivi e participi, ed 3) Che sia esistita una ratio nel distri buirsi di -/ e di -5 sembrava a GRGr., p. 82 e sg., il quale

vale, in li nea di massima, anche per il gardene- se, il quale - ad ogni modo - a motivo di depalatalizzazioni {-n > -ni), di al tri fatti fonetici e influssi alloglotti, presenta attualmente un notevole numero di plurali in -/ che invece il lassano non ha. Della presunta dipen denza del gardenese dall’italiano per alcuni plurali in -/, sostenuta decisa mente da Elwert, p. 128 e sgg., tratto nel prossimo volume dell’ ’’Archivio glottologico italiano” (per adesso ve di qui appresso, nota 29).

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Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 188 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
Nota storica La desinenza di plurale attuale -cera in precedenza -c, affricata palatale arre trata, in quanto risultante da *-t + /, cioè dalla palatalizzazione della dentale finale del singolare ad opera della desinenza -/' di plurale. Già nel 1807 troviamo registrati deitg e debitg. In genere, -t dei nomi di questa classe è il residuo di un -tt- latino o di un nesso latino di consonante + t, meno frequentemente di un -d- in nesso. Altrimenti gar den. -t risponde a un -t altotedesco

o a un -t(t)- italiano. Nei nomi in -nt il gardenese non fa distinzione - come invece fa in qualche caso il lassano alto - tra nomi originariamente della II declinazione latina (lat. ventus ’’vento”, plurale venti > alto lassano véne (ma anche lat. infantes, volgare *infanti > alto lassano fènc\) e nomi della III (lat. decurrentes > alto lassano degorènts ’’travi” del tetto; lat. pontes > alto lassano pénts, etc.). Il riflesso del latino dentes della III declinazione (con -tes> - ts ) si pone a sé, e costituisce

eccezione al sopraddetto comportamento del gardenese. In questo caso, il mantenimento della desinenza -t(e)s è arealmente generalizzato: anche il basso lassano, come l’alto, ha dènts, "in Tirol ausnahmsweise bei altem -es geblieben” (G RGr. p. 83. 13). -z Tipi: a) ciàz: ciac (fondamentale) b) eccezioni § 84. a) I maschili in -z, ò8) tutti ossitoni, mutano -z in -c. Esempi: ciàz ’’ramaiolo” (< *càttyu, dal greco cyathos, REW 2434): plu rale ciàc\fónz ’’fondo” (< *funds < *fùndus, genitivo *fùndoris

; cf. E nota 424): plurale fótte, e così nséuz ’’sciapo” (< *insùlsu) (femminile nsèuza: pi. nsèuzes)', prinz ’’principe” (< ted.); ròz ’’legaccio (di rami flessibili)” (< *ròt- tyu, derivato del lat. rota ’’ruota”), etc. Nota storica I nomi in -z ([ts]) continuano a) antichi nominativi latini volgari in *-ds, come *fund(u)s, ex-tema in -§ della III declinazione latina, continuato anche in friulano, livinallese, badiotto, alto engadinese, in zone del soprasilvano e del sottosilvano, oltre che in catalano

(ma non in lassano! cf. E nota 424: fon < *fùndu ); b) temi latini volgari in -dyu, -tyu (mani ’’manzo, toro” < *màndyu\póz ’’sco della” < *pùttyu, etc.); c) prestiti recenti, come nel caso del suffisso -òz, portatore di connotazione peggiorativa (esempi: maridòz ’’cattivo matrimonio”, mescedòz ’’mistura”, scaiòz ’’schiuma”, etc.; tale suffisso è dal veneziano -ozo), oppure nel caso di cuz ’’cuccia” dal veneziano cuzo ; prinz cit. etc. 68) Non considerati da G come classe a parte, in quanto egli

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 132 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
Il 1. marzo 1981, nella ”Usc di Ladins” (pp. 23-29), è stato pubblicato un saggio importante per la conoscenza del plurale nel gardenese attuale. Questo saggio, curato dalla sig.ra Frida Piazza, raccoglie in 92 §§ (la nu merazione in paragrafi è mia, e ognuno può riproporsela per comodità di reperimento) liste di parole, con il loro plurale eventuale, suddivise secon do il fonema o i fonemi finali del singolare, raggruppate poi in varie sezioni (parole invariabili, plurali

in -/, in -c, in in -se, plurali irregolari, aggettivi e sostantivi con mozione, femminili, particolarità varie). Su numeri suc cessivi della ”Usc” sono poi comparse ulteriori indicazioni e rettifiche. Benché importante, questo saggio, che indicherò in seguito come "Studi", riesce di difficile consultazione: la sistemazione del materiale a partire dalle desinenze di plurale lo rende poco pratico per la consultazione; inoltre i termini esaminati sono tradotti in una lingua straniera solo ecce zionalmente. Questo lavoro

permette di conoscere a quali singolari si applica una determinata desinenza di plurale, ma non di conoscere diretta- mente quale o quali desinenze di plurale una data terminazione di singola re può avere. La sistemazione adottata dal Gartner mi è sembrata migliore, più fun zionale: partire dall'uscita del singolare e indicare le varie possibilità, che per il femminile si riducono sostanzialmente a poche, mentre per il maschi le sono talvolta molte. Ho deciso, pertanto, di adeguarmi al sistema del

Gartner: ho seguito l’ordine di successione del Gartner per le vocali (prima le toniche, poi le atone); quindi sono passato alle consonanti, ma per queste ho preferito seguire l’ordine alfabetico, al fine di consentire una più comoda reperibilità. Il mio lavoro vuole essere sincronico, per l’oggi, e diacronico, dalla metà circa del secolo passato ad oggi, nella misura in cui le fonti a disposi zione mi hanno consentito le due prospettive. Per quel poco che si poteva sono risalito indietro, oltre

la metà dell’Ottocento, fino al 1807, anno in cui compaiono per la prima volta testi gardenesi, purtroppo brevissimi. Per ragioni pratiche ho rinunciato a condurre un censimento del par lato per tutta la Val Gardena, ma non mi sono vietato controlli e domande orali e per corrispondenza. Ho preferito insistere sul gardenese scritto, che mi offriva in più la dimensione diacronica. Tuttavia non ho utilizzato a fondo tutti i testi a stampa, sistematicamente, perché sarebbe stato un lavo ro inutile

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 8 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
non corrisponde a due secoli ma potrebbe corrispondere al vero qualora si trattasse di quattro generazioni di una stessa famiglia impegnate in questo tipo di artigianato. Resta comunque assodato che l'epoca più fiorente della filigrana cortinese furono gli anni novanta del secolo scorso. Fino alla pri ma guerra mondiale del 14 - 18 esistevano ancora vari laboratori che si ridussero dopo la guerra a un unico, in funzione fino agli anni trenta. Grazie ai ricordi di due cortinesi, la signorina

Luigia Alverà e il signor Guido Verocai, i quali fin da ragazzini avevano collaborato nel laboratorio del padre, ci fu possibile documentarci su tecniche e attrezzature di quei tempi. Il signor Verocai svolge tuttora oggi la sua arte di orafo. Questi due cortinesi erano ancora in possesso degli attrezzi originali dell'epoca, e gra zie alle delucidazioni del signor Verocai fui in grado di ricostruire gli schiz zi delle diverse attrezzature relative alla tiratura, l’attorcigliatura e lamina tura dei

spazio apposito che renda onore a questo artigianato del tutto unico. La parola "filigrana” deriva dal latino "filum granum”, vale a dire filo granulato. Esistono due modi di preparare i fili d’oro o d’argento. In un pri mo tempo i fili venivano battuti con catenelle granulate a forma di perline, indi granulati con un apposito cilindro; ovvero si attorcigliavano due fili rotondi e sottili fino ad ottenere un cordoncino che poi veniva passato al laminatoio. In siffatto modo il dorso del filo così

filigrana medievale raggiunse il suo apice negli oggetti destinati alla vita di corte o al culto; più tardi, in epoca più avanzata, vi fu un mutamento radicale: gli oggetti divennero accessori di ornamento popolare, tanto presso i borghesi come presso il popolino. Questa è l’epoca del costume folcloristico; la filigrana diviene parte integrante del costume locale di date regioni, come quelle alpine o balcaniche fino a quelle della Grecia. Dalle informazioni forniteci dal cav. Gino Ghedina dell’albergo

Nord di Cortina d’Ampezzo siamo venuti a sapere che negli anni settanta del secolo scorso presso la scuola locale di artigianato venne creata una sezio ne per la filigrana. A Cortina si parla ancora oggi di questa scuola, che aveva un proprio punzone SFC per contrassegnare le sue opere. Ecco, a grosse pennellate, la storia di questa scuola: Giuseppe Ghedi na (1858 - 1904) nel 1874 inviò a una mostra artigianale a Vienna un boccale

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 29 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
la Scuola di Filigrana di Cortina d’Ampez zo aveva un proprio punzone SFC per contrassegnare la sua produzione. Dagli appunti del signor Gino Ghedina concernenti lo sviluppo della scuola sotto la direzione di Giuseppe Ghedina si viene a sapere che per contrassegnare l’argento lavorato si usava inoltre uno stampiglio di forma esagonale. In tutti i paesi europei da secoli gli artigiani o esercizi che lavorano metalli nobili (oro, argento e simili) hanno l’obbligo di applicare alle loro opere un marchio

di qualità oltre uno stampiglio proprio. Questo obbligo vigeva anche nell’Austria di allora, da cui dipendeva la ladina Cortina d’Ampezzo del Tirolo meridionale. Dopo la prima guerra del 14 - 18 le regioni a sud delle Alpi divennero territorio italiano e pertanto entrarono in vigore le corrispettive leggi italiane. Chi erano questi maestri o nomi autorizzati a far uso del marchio? In quale epoca svolsero la loro attività? Queste sono due sole fra le tante domande che non abbiamo potuto soddisfare

, un po’ per mancanza di tem po, un po’ perchè ce ne è mancata l’occasione. Ma la risposta consentirebbe di ascrivere ai vari autori le opere esistenti ed altre eventualmente ancora rintracciabili, nonché di poterle datare in base ai registri degli abitanti, del le cooperative e unioni di Cortina. Va pure osservato che i metalli nobili sottostavano al controllo dello stato e dato che esisteva per legge l’obbligo del marchio, colui che applicava uno stampiglio doveva essere registrato presso un ente

la lettera A e un segno a sinistra che potrebbe essere un 5. Data la sottigliezza dell’ago sol tanto una parte dello stampiglio è visibile e poiché si ignora quale fosse il marchio di qualità allora in uso per l’argento, non si può affermare con si curezza se si tratti (o meno) del succitato stampiglio esagonale. Sull’ago si trovano inoltre impressi: una stella a cinque punte e raggi in un riquadro

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 191 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
§ 89. a) Nel caso di neologismi come fluid, grad, Sard, Langobàrd, Lumbàrd, antipòd etc., anche questi tutti ossitoni, scartata l’ipotesi di scrivere in questi casi al singolare -t invece di -d, perché si altererebbe l’im magine grafico-visiva internazionale di questi vocaboli, si profilano per la formazione del plurale varie possibilità: 1) scrivere -d: plurale -g (in parallelismo con le forme in -t: plurale -c), e pronunciare la plosiva del singolare e l’affricata del plurale o entrambe sorde

Mi chiedo se la difficoltà offerta soprattutto sul piano grafico-visivo dai plura li sia del tipo Lumbarg, grag, sia del tipo Lumbarc, grac, non possa essere risolta richiamando in vita quel procedimento già ottocentesco di segnare la palatale arre trata mediante un digramma fatto di una lettera per una dentale e di una lettera come "g". Nel nostro caso, infatti, scrivendo ”dg” (per esempio Lumbardg, gradg ) si rispetterebbe insieme sia il bisogno di conservare il profilo grafico del singolare, sia

il bisogno di indicare la palatale del plurale. ”Sed videant Gredinenses”. §90. b) Questa classe è parallela a quella vista nel § 89. La soggiacen- za di /d/ in lecòrt (cf. lecurdé ’’ricordare”) induce oggi qualcuno a scrivere lecòrd, accanto alla grafia tradizionale lecòrt. Questo vocabolo, senza plurale secondo L, oggi al plurale può restare invariato, ma si ha anche la forma lecorc (o lecorg ). -gh Tipi: a) teològh: teològ(h)s ~ teològ ~ teològhesc b) botànich: botànic(h)s (oppure botànigh

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 18 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
, subiscono avarie e i cristalli si spostano. Con il fuoco i cristalli vengono ripristinati e il metallo può riacquistare la sua com pagine. Con il filo di 5/10 mm si arrotolano delle matassine da mettere al fuoco. I filigranisti cortinesi di allora ponevano queste matassine nella bra ce del focolare poiché, commentò il signor Verocai, il fuoco in casa c’era sempre. Tutto era della massima semplicità e di tutta prova. Non vi era nes sun pericolo che i fili fondessero perché la brace che cova non raggiunge

mai i 1000 gradi richiesti quale punto di fusione per l’argento, ma è sui 960,5 gradi. I sottilissimi fili venivano avvolti su rocchetti di ottone (tav. 14) come già illustrato alla tav. 13. Oltre al laminatoio (che, come abbiamo visto, non era poi del tutto in dispensabile) e alla filiera i cortinesi usavano un sistema estremamente ingegnoso per attorcigliare due fili a cordoncino (tav. 15 e 16). L’apposito banco era costituito da un tavolo di sei metri di lunghezza con una inclinatura di circa

20 cm e da un volante allo scopo di far girare un rocchetto fissato sulla parte superiore. A questo rocchetto girevole veniva no assicurati i fili fissati ad altri due rocchetti situati all’estremità opposta. Allorché si attorciglia un cordoncino la lunghezza iniziale si accorcia a se conda della lavorazione più o meno intensa. Pertanto il carrello aveva una funzione regolatrice nel processo di accorciamento. Il suo peso stesso lo faceva scorrere automaticamente lungo l’inclinazione del tavolo via via che il filo

si attorcigliava, e forniva così quel tanto di resistenza necessaria a ga rantire la regolarità del cordoncino ed evitare che s’imbrogliasse. Le fotografie seguenti mostrano quanto fitti si possano attorcigliare i fili; esse illustrano fronte e retro di una spilla degli anni ’90, scala 2 : 1, ingrandita sei volte (tav. 17 - 1, 2, 3). Dal conteggio risultano quattro volute, ossia giri, per ogni millimetro - vale a dire 24 mila giri del rocchetto del filatoio con un tavolo di 6 m di lunghezza. Il banco per

l’attorcigliatura illustrato a tav. 15 mostra il disposi tivo per azionare i giri, cioè il pedale, il volante del filatoio, il rocchetto, sulla base della descrizione dell’ultimo laboratorio di filigrana pubblicata in ’’Artigianato e Industrie Ampezzane” 3) . A pag. 27 di questo opuscolo si racconta come Umberto Verocai contasse i giri mentre attorcigliava i fili. Interrogato sul perché contasse, rispose: ’’Conto per controllare i giri ne- 3) Vd. nota precedente.

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 147 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
del genere, dunque, esercitano la loro influenza ora l’italiano ora il tedesco. 12) Un altro femminile in -n è un nome (dal tedesco) per ’’cameriera” (di bar, ristorante, etc.): in G è chèlnerin con il plurale in -es aggiunto; in L è chèlerin con il plurale in -s aggiunto. Oggi, semmai, si direbbe come L (con fermato da P), ma c’è anche chi usa ciuléa (cf. § 15). § 24.1 nomi maschili presentano varie possibilità nella formazione del plurale, determinate, in genere, dal fonema finale del

singolare, ma alcune di queste possibilità non sono condizionate in tal senso, e pertanto non sono automatiche. Da ciò derivano molte oscillazioni e non poche eccezio ni o peculiarità. Nella esposizione seguo in linea generale il criterio di sistemazione del materiale già adottato dal Gartner, discostandomene solo in alcuni punti. Pertanto la materia verrà svolta nel seguente ordine: nomi terminanti in vocale o dittongo tonici: -à, -é (-è), -ì, -le, -ù, -ò\ nomi terminanti in vocale atona

: -a, -e, -i, -o; nomi terminanti in consonante (in ordine alfabetico; tengo conto del la penultima consonante nel caso di digrammi finali): -c (/c/), -eh (/k/), -f -l, -m, -n, -n (per memoria), -p, -r, -s, -se (/s/), -t, -z (/ts/), infine in occlusi va, affricata e fricativa ’’sonore”. Per il caso particolare di tèu, allotropo di tèut part. pass., vedi il § 82, a. Maschili Forme ossitone in vocale -à Tipi: a) prà: préi (fondamentale) b) mpià: mpiei (fondamentale) c) fuià: fuieies (classe con pochi membri

) d) eccezione 12) Nella ’’Use di Ladins” 1.4.1981, p. 24, P riferisce intorno a un sondaggio condotto attraverso una ventina di persone: quanto alla forma, chemùn sembra aver prevalso su cumùn (af fiancato sporadicamente da chemune femminile); ha prevalso anche il ge nere maschile (ma ultimamente tro vo cumùn femminile presso Ve, p. 91). Il vocalismo -u- della sillaba ini ziale testimonia una gardenesizza- zione del prestito (vedi la nota 11). Le forme scritte sugli edifici nei quali si trovano gli uffici

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 140 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
dopo la rottura e la perdita di tale unità geolinguistica, la possibilità di scegliere deve essere venuta meno; allora, dato l’accentuato frazio namento, ogni località ha risolto a suo modo l’opzione tra le due desinenze. La desinenza di plurale -esc (ovviamente quando -se non si sostituisca a un -5 del singolare!) è comunemente considerata dai linguisti una sorta di contaminazio ne, un incrocio tra il plurale in -s e il plurale in -/ (E § 249 e nota 434). Essa già da un secolo risulta assai più

diffusa nel gardenese che nel lassano (E nota 436). Oggi nel gardenese essa ha aumentato la sua diffusione a scapito di -es, sebbene un senti mento di purismo - presso alcuni - la combatta quando essa invade oggi l’area distri buzionale di -es (per tale -e§c vedi i §§ seguenti: 43, 74, 87, 89, 91 e le note 52 e 69). Per quanto riguarda la produttività dei due tipi in sibilante e in palatale, si può dire che quello in sibilante oggi ha più forza espansiva, come del resto già in passa to. La desinenza

anche quella di conservare, per il plurale, entrambe le desinenze latine antiche -/ ed -§, il che non è certo una caratteristica del francese. Il gardenese non si presta a una trattazione separata dell’aggettivo dal sostan tivo per quanto riguarda la formazione del plurale, come del resto anche il lassano, e forse ancora più del lassano (vedi E § 256). Sembra certo - come si è già detto - che una migliore conservazione della desinenza -/di nominativo rispetto a -os accusati vaie si sia verificata

nominale delle parlate ladine dolomitiche, potrà risultare utile qualche rinvio a singoli punti delle venti pagine dedicate da E all’argomento per il lassano, il quale ha particolari punti di affinità con il gardenese nell’ambito della Ladinia dolomitica. A questo proposito, sulla posizione del gardenese circa la mor fologia del numero grammaticale vedi E § 252. Su alcuni punti, tuttavia, il quadro presentato dall’Elwert non è accettabile, o perché inattuale (E fa riferimento al gar denese della

seconda metà del secolo passato) o perché improbabile (ad esempio la tesi che i plurali in -/ siano di influsso italiano).

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Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 152 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
posti sono singularia tantum (tuttavia L ha vènderdi: plurale vénderdis con è toni co!; sandìs ; mesdìsc). M-Gj e M-G 2 registrano sempre -dis anche nei composti: mesdìs, domesdìs ’’pomeriggi”, sandìs, ma mérdis, vénderdis etc. baritoni. T ha mesdies del tutto anomalo. S, a parte sandìs, lascia invariati i nomi dei giorni della settimana: mèrdi 22) etc., e usa mesdì, domesdì etc. (cf. Studi § 2: mesdì invariato). Dunque, per i giorni della settimana si è passati da -disc dell'Ottocento a -dis

nella prima metà di questo secolo, e ora a -di. Un tratto arcaico del gardenese (come pure del tassano, E 111.12 e sgg.; e del barilotto, A. Pizzinini, Parores ladines, Innsbruck 1966, p. 25) è la conservazione del genere femminile in di nel senso di ’’luce del primo mattino”, ’’mattinata; giorno” (L p. 86) ma per di femminile non mi risulta alcun plurale (cf. A. Pizzinini: ”ohne PI.”). -ìe Tipi: a) rie : rìei (classe chiusa) b) dìe: dìeies (eccezione) § 35. Conosco solo cinque vocaboli con uscita

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 21 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
cessari; se supero un dato numero di giri, i fili si spezzano.” Conta fino a 200, ci dice l'autore: 200 giri del volante sul pedale, 24 mila giri del rocchet to e il cordoncino una volta laminato, ingrandito 63 volte si presenta come a tav. 18. Prima di essere impiegato in un lavoro di filigrana il cordoncino, come già detto, viene laminato a piatto. La pressione dei rulli compressori in uso allora a Cortina veniva regolata a mezzo di pesi, similmente alla descrizio ne che si trova nella famosa

"Enyclopédie Diderot” del 18° secolo (tav. 19 a e b). Mentre il cilindro superiore è montato fisso, quello inferiore si sposta su e giù. Le corde che sostengono l’asse con i pesi passano su rulli che non sono montati fissi all’albero del cilindro e pertanto non girano con esso. La loro funzione è quella di sollevare il cilindro inferiore con una pressione regolare e uniforme. Oltre all’attrezzatura fin qui descritta ai filigranisti bastano in fondo pochi utensili: pinzette per formare i fili, forbici

, l’occorrente per saldare, diversi punzoni e forme di legno per dare forma al materiale saldato, non ché stampi per la lavorazione di maglie e di motivi ricurvi ricorrenti. Sul posto di lavoro è importante una buona luce. Il banco (o tavolo, vedi tav. 20) è situato presso la finestra. L’incavatura a mezzaluna, tipica di tutti i laboratori di metalli fini, consente di sedersi nel bel mezzo del tavo lo, là dove si trova la morsa di legno per tenere ferme lime, seghe ecc. Per evitare che alcunché del metallo

prezioso vada perduto si tira avanti il cas setto inferiore o in sua vece si stende una pelle di capra. Per dare forma ai fili viene usata la pinza (tav. 21), con la quale si fa tutto quanto non può essere fatto con gli stampi. I fili vengono piegati su una lastra di vetro pog giata sopra un foglio di carta nera. Sulla superficie liscia del vetro questi sottilissimi lavori scorrono facilmente e il fondo scuro serve a poter meglio controllare i motivi in lavorazione. Utensili importanti sono infine gli

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 142 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
ressante ricordare che nel più antico documento della Ladinia centrale, precisamente della Val Venosta, del secolo XIV, si trova usato "eh" ( vacha = Vian vatgia "vacca"). In scritture friulane coeve si ricorse invece a ”gh” (ghaQà "cacciare”), poi nel XV comparve ”cg” e successivamente "eh" e poi ”cj” ( cjazà). Nelle pagine seguenti, per ragioni di praticità, darò i dati del Vian e del Gartner per lo più in forma adattata e semplificata, con ”c” e ”c”. Per evitare ogni ambiguità, i particolari

sopra esposti verranno puntualmente ricorda ti, là dove parrà necessario (per esempio §§ 27, 53, 84 etc.). b) Nel gardenese attuale, in molti vocaboli, la parte terminale del les sema singolare non è stabile. Sono particolarmente frequenti le alternanze -e ~ 0, -o ~ 0, -/ ~ 0, -t ~ 0 . Questo significa che molti vocaboli dispongono di due uscite diverse al singolare, e pertanto di due possibili plurali diversi. Tutto ciò produce nella morfologia del plurale una notevole quantità di variabili, e nel

” (< *parentate ); ridà (o riedà) "cattiveria” (< *reitate, derivato di reus), etc. Nella valle alta si ha invece - éies: euriteies etc. (cf. ziteies "città” 1914, p. 67). Nota storica Solo ridà e forse parentà sono originari del latino regionale; gli altri, pur anti chi, sono formazioni posteriori locali. Anche italianismi recenti come età si sono inseriti in questa classe: etèies in T. La forma più antica di plurale dei femminili in -à che si conosca è -eies: 1807, p. 41, auritejes, faucitejes (qui

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 160 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
’’grossa padella a tre piedi (usata in montagna)” (cf. trent. lavez, veron. lavezo ; < *lapìdyu, derivato del lat. class, lapis -idis ’’pietra”), nevìc ’’sposo” (< *novìcyu, come albrìc ), etc. Altri, infine (nòe "maiale” dal verso di richiamo, termine del lin guaggio vezzeggiativo e infantile, altrimenti purcél ; tèe ’’scioccone”) sono adatta menti di voci tirolesi tedesche in -tsch. -eh Tipi: a) tòch: toc (fondamentale) b) fùech: fùesc (classe chiusa) c) bòsch: bòsc (classe chiusa) d) castìch

)\ niòch ’’gnocco -echi” (it.) (secondo G, L, Studi e P invariabile, ma Studi anche niòc\ niòcs ’’incapaci, privi di coraggio”); spéch ’’spago” (< *spacu, alterazione del lat. scapus nel senso di ’’fusto della conocchia”); tòch ’’tòcco, pezzo” (it.) e molti altri sostantivi. A questa sottoclasse appartengono anche alcuni aggettivi: blanch ’’bianco” (< = it.) : plurale blatte (femminile blanda ) ; cianch ’’sinistro” (voce di ampia diffusione, cf. ven. zanco, etc.): plurale ciane (femminile ciancia

); lèrch ’’largo” (femminile Ièrgia); lònch ’’lungo”; pesòch ’’pesante” (< *pensòccu, derivato del lat. pensum ); pùech ’’poco” (< *pòcu, sostituitosi a *paucu)\ sèch ’’secco” (< *sìccu ); tòch ’’fitto, spesso, denso, grasso” (cf. tuc'è ’’riempire”; derivati del celtolatino tùcca ’’condimento denso”) e molti altri. Allo stesso modo si comportano vari prestiti antichi: jnéch ’’lumaca” (< m.a.ted. snecke ): pi. jnéc; stersòch ’’pagliericcio” (< ted. tir. stroasack ) etc. Nota storica In tutti questi casi

, la velare del singolare si trovava preceduta da una vocale di massima apertura (come per esempio in *lacu) o da altra consonante, o era essa

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 9 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
d’argento lavorato contenente un mazzo di fiori in filigrana. Un alto fun zionario del governo imperiale austriaco lo ebbe a notare, volle conoscerne la provenienza e propose che nella scuola d’artigianato di Cortina d’Am pezzo si istituisse una sezione ’’filigrana” sotto la direzione di Gino Ghedi- na contro un compenso annuo di 600 fiorini. Ciò avvenne nel 1875. I laboratori, installati al terzo piano dell’allora scuola elementare alla Ciasa de ra Regoles, davano lavoro a una trentina

di persone tra artigiani e apprendisti. Forse la definizione ’’scuola” non si addiceva del tutto a una istituzione del genere, poiché gran parte della produzione era destinata alla vendita ai turisti, o direttamente o tramite il mediatore Dimpio Gaspari Moroto, che rappresentava pure i lavoratori del legno e gli intarsiatori. Costoro devono essersi sentiti messi in disparte rispetto ai filigranisti e costrinsero il signor Gaspari a dimettersi. La scuola finì col trovarsi piena di debiti, ma triplicando

i prezzi delle vendite fu possibile ridurre il credito personale del direttore e di altre persone nei confronti dell’istituto scolasti co. Nel 1895 ogni allievo ricevette ’’sottomano” un documento che infor mava del trapasso della scuola in un consorzio di produzione sotto la dire zione amministrativa di Giuseppe Ghedina. I due ex-apprendisti Fuzzigo- ra e Tone Bigontina fungevano da maestri. Il 1° marzo 1895 Ghedina lasciò il consorzio, che si sciolse poi in modo definitivo tra il 1897 e il 1899

. Di Giuseppe Ghedina si sa che era un filigranista e argentiere appas sionato. Pare sia stato lui a portare la filigrana a quella qualità artigianale di eccezionale finezza e raffinatezza che fu tipica delle opere degli anni novanta. Viene sempre fatto osservare che Ghedina aveva sì appreso a fili- granare, ma solo in modo assai rudimentale. Egli era un acuto osservatore della natura, conosceva piante e fiori del suo paese e fece tutto il possibile per tradurli in filigrana - cosa che gli riuscì in modo

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1983)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Pagina 37 di 260
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 254 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br> ¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br> Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br> Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br> Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br> Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br> Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/7(1983)
ID interno: 355035
(tav. 39 b) oltre due lettere ”A” uguali e accostate (tav. 39 c). È forse costui lo stesso filigranista che ha contrassegnato con due ”A” il cannello per la saldatura, di cui alla tav. 28 b? In tal caso potrebbe trattarsi del padre della nostra preziosa informatrice signorina Luigia Alverà, autore degli schizzi alla tav. 33. Le seguenti riproduzioni fotografiche di alcuni pezzi appartenenti a collezioni visitate a Cortina sono un tentativo di rendere un’idea (sebbene incompleta) di come

lavorassero gli ormai quasi leggendari filigranisti della fine del secolo diciannovesimo. È pressoché impossibile potersi raffigurare l’enorme applicazione che richiedeva la lavorazione di un oggetto quale la cornice raffigurata a tav. 38; quanta pazienza, abilità, fantasia e senso este tico occorrono per poter creare un pezzo simile. A illustrazione del tempo devoluto alla lavorazione di tali oggetti non mi resta che citare la nota cro naca sugli ultimi filigranisti degli anni venti, dove si parla

di un’oliera per la quale un provetto artigiano impiegò ben sei mesi di lavoro quotidiano^. Secondo quanto è possibile rilevare da alcune fotografie (scatola, fiore della passione e altri) i sottilissimi fili da ragnatela sono talmente fitti da apparire come una massa compatta. Come già dissi all’inizio, gli spilloni facevano parte del costume locale delle donne cortinesi, per fissare le trecce arrotolate sul capo. Estremamen te civettuoli sono i ciondoli che pendevano dallo spillone, e che erano sem pre

fiori della regione (stelle alpine, margherite, genziane, auricole). Lo scialle variopinto veniva fermato sul petto da una spilla da motivi spesso floreali, o di rametti di ribes o intrecci geometrici, e financo figure architet toniche. A cavallo del secolo l’industria più fiorente fu però quella degli oggetti ricordo di ogni tipo - cornici, ninnoli ecc. per i turisti di passaggio fin d’allo- ra numerosi o per i villeggianti stranieri che venivano a trascorrere le va canze nell’imponente zona delle

Dolomiti. La miscellanea degli stili in cui, senza troppo scrupolo, si riscontrava no elementi di stile gotico assieme ad altri di tipo rinascimentale o barocco, non deve avere troppo turbato i turisti: era considerata del tutto ’’moderna” e comprendeva gli elementi di edilizia, arredamento e suppellettili, fino ad arrivare ai vetrini iridiscenti applicati alle stufe. In tutte le illustrazioni seguenti mi limito a qualche breve indicazione. Si tratta per lo più di oggetti creati per il solo piacere

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