Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 7. 1983
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Luogo:
San Martin de Tor
Editore:
Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica:
254 S. : Ill.
Lingua:
Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti:
Diekmann, Erwin: Zur sprachlichen Situation des Rätoromanischen in Graubünden / Erwin Diekmann, 1983</br>
¬La¬ formazione del plurale nominale in gardenese attraverso la documentazione scritta, 1983</br>
Fröhlich, Ruth: ¬La¬ filigrana di Cortina d'Ampezzo a cavallo del secolo / Ruth e Max Fröhlich, 1983</br>
Kindl, Ulrike: Zum Problem der Quellenlage zu K. F. Wolffs Dolomitensagen / Ulrike Kindl, 1983</br>
Kuen, Heinrich: Spuren eines verschwundenen Tempus im Dolomiten-Ladinischen / Heinrich Kuen, 1983</br>
Mair, Walter N.: Hundert Jahre "Rätoromanische Grammatik" : eine wissenschaftsgeschichtliche Studie zu Theodor Gartner / Walter N. Mair, 1983</br>
Staggl, Verena: ¬Die¬ bäuerliche Nutzweberei im Gadertal / Verena Staggl, 1983
Soggetto:
g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura:
II Z 1.092/7(1983)
ID interno:
355035
§ 9. Implicazioni morfofonologiche Gli aspetti morfofonologici implicati nei procedimenti morfologici di derivazione del plurale dal singolare verranno illustrati nei singoli para grafi. Preliminarmente, tuttavia, è opportuno dare notizia sistematica di particolari un poco complessi, propri del settore delle palatali, che riguar dano soprattutto il gardenese del passato, oppure propri della parte termi nale del segmento lessicale singolare, che riguardano il gardenese di oggi. a) Nel trattare
del gardenese attuale i due simboli convenzionali usuali "c" e "g" sono adeguati per rappresentare le caratteristiche fonetiche di due fonemi affricati palatali, il primo sordo, il secondo sonoro, resi nella grafia usuale odierna con "c" (o "ci") e "g" (o ”gi”). Per il gardenese del passato, invece, come anche per altre parlate ladine attuali (cf. W. Mair, En- nebergische Morphologie, Innsbruck 1973, p. 16, 60 e sg., 69), è necessario distinguere tra un fonema con articolazione palatale arretrata
l’esito di datino davanti ad a (per esempio, lat. sic- ca, gardenese antico seca, oggi seda), come pure, in sillaba finale, di occlu siva velare o dentale davanti a -/ antico del plurale (per esempio, sak "sac co”: plurale antico sac, oggi sac; oppure mont maschile "monte”: plurale antico mone, oggi mone). L’avanzata /5/ era l’esito di c latino davanti a e ed / (per esempio, lat. cena, gardenese antico tsèina o ceina, oggi cèina), come pure, in sillaba fi nale, di affricata dentale davanti a -i antico
del plurale (per esempio, lat. ter- tius, gardenese antico terts: plurale terts, oggi terz\ plurale terc; oppure lat. volgare *fund(u)s, gardenese antico fonts: plurale fonts, oggi fonz : plurale fonc). Nel gardenese del 1807, rappresentato da J. Steiner con grafemi selezio nati per lo più per riuscire di più facile lettura a persone di cultura tedesca, /c/ si trova rappresentato con il tetragramma "tsch”, per esempio utschól "uccello”, oggi ucel, invece /6/ con il digramma ”tg” o il trigramma
"tgi” (cf. sopra la grafia usata da G. Plangg), per esempio tgiaval "cavallo”, oggi ciaval. J. A. Vian conservò per l’arretrata la grafia ”tg” (per esempio tgé "ca po”, oggi ce), mentre introdusse opportunamente il simbolo c per l’avanza ta (per esempio ucòl, e ancora brac "braccio”, manz” manzo”: plurale mane, oggi manz : pi. mane). La grafia ”tg(i)” per /6/ fa la sua prima apparizione nel retoromanzo in scritture soprasilvane del XVII secolo (tgiau "capo”; anche "ctg”, "gth”, ”gt” etc. : gtien