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Commenti: Aschenbrenner, Max: ¬Die¬ Hexen in der Sage der Dolomitenladiner / Max Aschenbrenner, 1980Corai, Paolo: ¬Le¬ più antiche culture preistoriche della «Ladinia» : (paleolitico e mesolitico) / Paolo Corai, 1980Daverda, Albert: ¬La¬ ladinitè tla vita pratiga da vigne dé : en ejëmpl: les scrites tles cortines / Albert Daverda, 1980Faggin, Giorgio: ¬La¬ grafia del friulano : appunti storici / Giorgio Faggin, 1980Gangale, Giuseppe: ¬Le¬ vanère por Marèo / Giuseppe Gangale, 1980Goebl, Hans: Dialektgeographie + numerische Taxonomie = Dialektometrie : anhand rätoromanischer und oberitalienischer Dialektmaterialien (AIS) / Hans Goebl, 1980Höglinger, Elisabeth: Interferenzen des Ladinischen und Italienischen in das Deutsch von Grödner Schülern : Beitrag zur Problematik des Deutschunterrichts in den Schulen der ladinischen Ortschaften Südtirols / Elisabeth Höglinger, 1980Irsara, Alfred: ¬Die¬ gesetzlichen Bestimmungen zum paritätischen Unterricht an den Schulen der ladinischen Ortschaften Südtirols / Alfred Irsara, 1980Kuen, Heinrich: ¬Die¬ Eigenart des ennebergischen Wortschatzes / Heinrich Kuen ; 1, (1980)Kuen, Heinrich: Tirolese = «ladinisch» im Vocabolario Poligloto von 1787 des Don Lorenzo Hervás / Heinrich Kuen, 1980Śliziński, Jerzy : ¬Die¬ Darstellung der Ladiner in tschechischen Enzyklopädien des XIX. und XX. Jahrhunderts / Jerzy, Slizinski, 1980Richebuono, Giuseppe: Von der einstigen zur heutigen Ausdehnung des ladinischen Sprachraumes / Josef Richebuono, 1980¬Il¬ vecchio e il nuovo : dei Weiler ed altre questioni / F. Bortolotti ; H. Abram, 1980Zaremba, Aleksander: ¬Il¬ comparatico a S. Martino in Val Badia / Aleksander Zaremba, 1980

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F. Bortolotti / H. Abram IL VECCHIO E IL NUOVO Dei Weiler ed altre questioni Sull’origine storica dei particolari tipi insediativi a Weiler (lad. les viles ) della Val Badia, esistono tuttora diverse ipotesi, tutte parimenti attendibili, non essendo ancora stata ricostruita, con esaurienti ricerche archeologiche 1} e/o filologiche, la storia della presenza e degli insediamenti umani dalla preistoria all’Alto Medio Evo, di questa valle ladina. Non è mia intenzione, nè mio compito in questo

scritto azzardare una ennesi ma ipotesi sull’esistenza o meno di elementi di tipo romano piuttosto che di tipo baiuvaro nella « colonizzazione » e quindi nei modelli insediativi, anche se sarebbe molto interessante verificare un legittimo sospetto, dedotto dalle reali e leggibili differenze negli insediamenti tra il versante orografico destro (S. Vigilio e La Valle in particolare) dove prevalgono i Weiler, ed il versante orografico sinistro, dove si ha un netto prevalere di masi singoli o gruppi

di masi ed una decisa minoranza di insediamenti compatti a Weiler. Tale verifica potrebbe essere condotta, con strumenti che vanno al di là delle nostre conoscenze, attraverso un’accurata analisi etimologica dei toponimi di ogni Weiler o maso o gruppo di masi dei due versanti orografici della valle. Ciò allo scopo di dimostrare se è possibile che il versante orografico destro sia stato colonizzato da una popolazione proveniente dalla Pusteria, che ha dato origine ad un modello insediativo in parte

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Broglio A., 1971a. Epipaläolithische Fundkomplexe im Etschtal. Der Schiern, H. 45, pp. 223-225. Broglio A., 1972. I più antichi abitatori della Valle dell’Adige. Preistoria Alpina, voi. 8, pp. 157-176. Broglio A., 1973. E’Epipaléolithique de la Vallee de l’Adige. L'Anthropologie, t. 77, pp. 5-34. Broglio A., 1973a. La preistoria della Valle Padana dalla fine del Paleolitico agli inizi del Neolitico: cronologia, aspetti culturali e trasformazioni ecnomiche. Riv. Scienze Prei storiche, voi

im Raum zwischen Eggental und Fleimstal. Der Schiern, H. 52, pp. 489-498. Cattani L., 1976. Primi risultati delle analisi polliniche nei depositi tardiglaciali del Ri paro Tagliente nei Monti Lessini (Verona). Ann. Univ. Ferrara, n.s., sez. XV, voi. II, pp. 331-341. Cattani L., 1977. Dati palinologici inerenti ai depositi di Pradestel e di Vatte di Zambana nella Valle dell’Adige (TN). Preistoria Alpina, voi. 13, pp. 21-29. Cannarella D. e Cremonesi G., 1967. Gli scavi nella Grotta Azzurra di Samatorza

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Antoniazzi A. e Bagolini B., 1978. Ciampac-Canazei (Trento). Preistoria Alpina, voi. 14, notiziario, p. 219. Azzi C.M. e Gulisano F., 1979. Florence Radiocarbon Dates IV. Radiocarbon, voi. 21, pp. 353-357. Bagolini B., 1971. Ricerche sulla tipometria litica dei complessi epipaleolitici della Valle dell’Adige. Preistoria Alpina, voi. 7, pp. 243-276. Bagolini B., 1972. Primi risultati delle ricerche sugli insediamenti epipaleolitici del Col bricon (Dolomiti). Preistoria Alpina, voi. 8, pp. 107

. Col Pradat - Val Badia (Bolzano). Preistoria Alpina, voi. 14, notiziario, p. 219. Bartolomei G., 1974. I talus detritici e la stabilizzazione del versante destro della Valle dell’Adige nella zona di Trento. Studi trentini di Scienze Naturali, voi. 51, pp. 213-228. Bartolomei G. e Broglio A., 1967. Il giacimento dei Fiorentini nell’altipiano di Tonezza - Folgaria. Origini, voi. I, pp. 11-36. Bartolomei G. e Broglio A., 1972. Riparo Tagliente. In « Guida all’escursione nel Verone se e nel Trentino

Valle dell’Adige. Preistoria Alpina, voi. 7, pp. 135-241.

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fascia od anfizona, tutta cisalpina, che va dal Gottardo alla Livenza. I territori nei quali ricorreva in maggior copia l’elemento cercato erano, al versante lombardo, l’alta valle del Ticino (Leventina) e la valle superiore della Mera (Bregaglia so- vraportana) e, al versante veneto, la vai Fiorentina e il Cadore centrale. Le valli di Bormio ci presentavano, alla lor volta, una speciale e cospicua fase di con nessioni ladino-lombarde . . . L’assunto di questi saggi... era principalmente

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È un dato che la particolare bellezza della Val Badia è costituita non solo dalla continua mutevolezza degli scorci, dallo stretto orrido del Rio Gadera, agli ampi prati piani di Pedraces e alla selvaggia attrattiva delle cime dolomi tiche sovrastanti Corvara e Colfosco, ma anche - ed in ciò sta la diversità di questa valle dolomitica - dalla mirabile integrazione tra i ripidi versanti colti vati e la costellazione delle tipologie insediative a Weiler. La particolarità di questi insediamenti

tino e La Valle, si constata una notevole conservazione degli insediamenti ori ginari dovuta in gran parte alla carenza di infrastrutture (molti Weiler si raggiungono ancora oggi solo a piedi — Gran Jù e Pice Jù, Ciampéi, Frontù - ed uno è addirittura senza luce - La Munt — ); mentre nell’Alta Val Badia si hanno da un lato Corvara, che ormai presenta un altissimo grado di urbanizzazione di tutto il fondovalle fino alle pendici di Colfosco, dall’altro il Comune di Badia, i cui Weiler sparsi sui

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urbanistici comunali (P.U.C.), strumenti normativi a validità decennale, che hanno previsto per S. Vigilio, Rina, S. Martino, Antermoia, La Valle, Pedraces, La Villa, S. Cassiano, Corvara, tutta una serie di aree de stinate direttamente alla ricezione turistica, alle infrastrutture necessarie, alle zone di espansione indotte dalla concentrazione demografica in tali centri, alle zone artigianali, ecc. Ovviamente tali zone hanno occupato gran parte dei terreni di fondovalle più pregiati dal punto di vista

, costruiti su terreno agricolo, tipologicamente uniformati dalla Valle Aurina alla Val Venosta con balconi a tutta facciata e identici geranei, giungendo quasi alla definizione di uno « stile Tirolensien », senza alcuna ricerca morfologico-funzionale che tenga conto dell’inserimento in differenti contesti ambientali ed architettonici. Questo problema non indifferente dell’uso del territorio, del labile equilibrio urbanistico ed economico raggiunto ormai nella nostra provincia, viene ora, anche

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c) ad occidente, a Nord delle Alpi, l’Engadina e l’alta valle del Reno, nei Grigio- ni, in Svizzera. Si tratta di un territorio fortemente differenziato e dal punto di vista morfolo gico e dal punto di vista climatico: elementi che hanno sempre influito sull’an- tropizzazione, ma che hanno avuto un ruolo determinante soprattutto nella prei storia antica (Paleolitico e Mesolitico), quando il modo di vita dell’uomo era ne cessariamente condizionato dall’ambiente (Fig. 1). 2. I RITROVAMENTI

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FRENA AraeUJRE VALLE ©FAZIO «JBBUCO ARTICOLATO OOJ PCOSmZA D\ ■oLAfC+U e srRHTioie c«e ehwoo-o interrgèante e WJOA l' innAQ/Me ARCMrrencM ca AXB0ÒO AL- Wteoae LBl^JDA □ □ a SFXZl d'(JSO GOUJfTTIVO SBSZJ F^lVATl CACCIATA che rieLiniTA Lo SFAZJO OQUETTIVO ► iKjqso&e* A&nAZiotoi [> iKCje^y T3J6na lo grazio rjbblicx) e ooerrrurro dalla ©tr £ J 3A vi Acoeseo COLLA QUALE Gl AFFACCIANO LA MAqqcf? FARi£ DEPU MOUSSI. SOLO C^j EDIFICI OON DCRE6fe\ LAICALI DSfONCO-JO DI UKO GRAZIO 'PRTATO Causa le nuove

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e Maridoc, Rimes e Conties Fassènes. Rovere to 1965. NL — Nos Ladins (ladinische Zeitung), verschiedene Jahrgänge. Pizzinini — Antone Pizzinini: Par or es ladines, Innsbruck 1966. Raffaelli — Umberto Raffaelli: Elementi etnografici nei processi della Valle di Fiemme nel Trentino (1504-1505) contro le streghe, in »Civis« III (1979), S. 170 ff.

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, continuando però a vivere nel Weiler, perché tanto in valle è impossibile trovar casa, quelli dove esistono ancora forme di socia lizzazione tipiche di una economia agricola, come il ritrovarsi assieme, la cottura comune del pane, la cura dei beni collettivi come le strade e le piazze, il rispetto e l’amore per le proprie case. Ma tutto questo lentamente va scomparendo. Molti insediamenti agricoli raggruppati hanno ormai perso la caratteristica del Weiler, in alcuni casi le residenze costruite negli

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degli stessi gruppi umani noti attraverso i siti più inten samente abitati della zona prealpina e della Valle dell’Adige.

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depositi tardiglaciali del Ri¬ paro Tagliente nei Monti Lessini (Verona). Ann. Univ. Ferrara, n.s., sez. XV, vol. II, pp. 331-341. Cattani L., 1977. Dati palinologici inerenti ai depositi di Pradestel e di Vatte di Zambana nella Valle dell'Adige (TN). Preistoria Alpina, voi. 13, pp. 21-29. Cannarella D. e Cremonesi G., 1967. Gli scavi nella Grotta Azzurra di Samatorza nel Carso Triestino. Riv. Scienze Preistoriche, vol. XXII, pp. 281-330. Chelidonio G. e Solinas A., 1978. Passo delle Fittanze

C., 1973. A proposito del Mesolitico in Italia. Atri Soc. Toscana Scienze Naturali, vol. LXXX, pp. 106-120. Broglio A., 1972. I più antichi abitatori della Valle dell'Adige. Preistoria Alpina, voi. 8, pp. 157-176. Dal Ri L., 1973. Colbricon (Dolomiti). Preistoria Alpina, voi. 9, notiziario, pp. 227-229. Ghetta F., 1976. Passo Sella (Dolomiti). Preistoria Alpina, voi. 12, notiziario, p. 227. Guerreschi A., 1975. L'Epigravettiano di Piancavallo (Pordenone). Preistoria Alpina, voi. 11, pp. 255-293

, t. 77, pp. 5-34. Broglio A., 1973a. La preistoria della Valle Padana dalla fine del Paleolitico agli inizi del Neolitico: cronologia, aspetti culturali e trasformazioni ecnomiche. Riv. Scienze Prei¬ storiche, vol. XXVIII, pp. 133-160. Broglio A., 1973b. Die ältesten Spuren menschlicher Besiedlung des Etschtales. Der Schiern, H. 47, pp. 78-85. Broglio A., 1975. Le passage du Paléolithique Supérieur aux Néolithique dans la region V énétie - Trentin -Frioul. «L'Epipaléolithique méditerranéen». Actes du Colloque d'Aix

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(Bolzano). Preistoria Alpina, voi. 14, notiziario, p. 219. Bartolomei G., 1974. I talus detritici e la stabilizzazione del versante destro della Valle dell'Adige nella zona di Trento. Studi trentini di Scienze Naturali, voi. 51, pp. 213-228. Bartolomei G. e Broglio A., 1967. Il giacimento dei Fiorentini nell'altipiano di Tonezza - Folgaria. Origini, vol. I, pp. 11-36. Bartolomei G. e Broglio A., 1972. Riparo Tagliente. In « Guida all'escursione nel Verone¬ se e nel Trentino ». XV Riun. Scient

. Risultati preliminari delle ricerche sui complessi epipaleolitici della Valle dell'Adige. Preistoria Alpina, voi. 7, pp. 135-241. 216 Bagolini B., 1971. Ricerche sulla tipometria litica dei complessi epipaleolitici della Valle dell' Adige. Preistoria Alpina, voi. 7, pp. 243-276. Bagolini B., 1972. Primi risultati delle ricerche sugli insediamenti epipaleolitici del Col- bricon (Dolomiti). Preistoria Alpina, voi. 8, pp. 107-149. ziario, pp. 218-220. Bagolini B. e Barbacovi F., 1976. Colbricon (Dolomiti

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archeologiche 1} e/o filologiche, la storia della presenza e degli insediamenti umani dalla preistoria all'Alto Medio Evo, di questa valle ladina. ma ipotesi sull'esistenza o meno di elementi di tipo romano piuttosto che di tipo baiuvaro nella « colonizzazione » e quindi nei modelli insediativi, anche se sarebbe molto interessante verificare un legittimo sospetto, dedotto dalle reali e leggibili differenze negli insediamenti tra il versante orografico destro (S. Vigilio e La Valle in particolare) dove

prevalgono i Weiler, ed il versante orografico sinistro, dove si ha un netto prevalere di masi singoli o gruppi di masi ed una decisa minoranza di insediamenti compatti a Weiler. Non è mia intenzione, nè mio compito in questo scritto azzardare una ennesi¬ Tale verifica potrebbe essere condotta, con strumenti che vanno al di là delle nostre conoscenze, attraverso un'accurata analisi etimologica dei toponimi di ogni Weiler o maso o gruppo di masi dei due versanti orografici della valle. Ciò allo scopo

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, La Valle, Pedraces, La Villa, S. Cassiano, Corvara, tutta una serie di aree de¬ Tutto il resto del territorio comunale non occupato da boschi, è quasi intera¬ mente definito nei P.U.C, (tranne le pochissime zone di rispetto) con la cate¬ goria di « verde agricolo ». Tale categoria è regolata dal punto di vista normativo dall'ormai famigerato art. 42 dell'Ordinamento Urbanistico Provinciale, che tra l'altro prevede, oltre alla possibilità di ampliamento di esercizi alberghieri esistenti in verde agri

in alberghi, in garnì, costruiti su terreno agricolo, tipologicamente uniformati dalla Valle Aurina alla Val Venosta con balconi a tutta facciata e identici geranei, giungendo quasi alla definizione di uno « stile Tirolensien », senza alcuna ricerca morfologico-funzionale che tenga conto dell'inserimento in differenti contesti ambientali ed architettonici. Questo problema non indifferente dell'uso del territorio, del labile equilibrio urbanistico ed economico raggiunto ormai nella nostra provincia, viene

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, che va dal Gottardo alla Livenza. I territori nei quali ricorreva in maggior copia l'elemento cercato erano, al versante lombardo, l'alta valle del Ticino (Leventina) e la valle superiore della Mera (Bregaglia so- vraportana) e, al versante veneto, la vai Fiorentina e il Cadore centrale. Le valli di Bormio ci presentavano, alla lor volta, una speciale e cospicua fase di con¬ nessioni ladino-lombarde . . . L'assunto di questi saggi . . . era principalmente di ricomporre nello spazio e nel tempo una

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È un dato che la particolare bellezza della Val Badia è costituita non solo dalla continua mutevolezza degli scorci, dallo stretto orrido del Rio Gadera, agli ampi prati piani di Pedraces e alla selvaggia attrattiva delle cime dolomi¬ tiche sovrastanti Corvara e Colfosco, ma anche - ed in ciò sta la diversità di questa valle dolomitica — dalla mirabile integrazione tra i ripidi versanti colti¬ vati e la costellazione delle tipologie insediative a Weiler. 4 tatto, sottopassaggi, passaggi

, S. Mar¬ tino e La Valle, si constata una notevole conservazione degli insediamenti ori¬ ginari dovuta in gran parte alla carenza di infrastrutture (molti Weiler si raggiungono ancora oggi solo a piedi - Gran Jù e Pice Jù, Ciampèi, Frontü - ed uno è addirittura senza luce — La Munt - ); mentre nell'Alta Val Badia si hanno da un lato Corvara, che ormai presenta un altissimo grado di urbanizzazione di tutto il fondovalle fino alle pendici di Colfosco, dall'altro il Comune di Badia, i cui Weiler sparsi

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durante l'estate. È pensabile che si tratti degli stessi gruppi umani noti attraverso i siti più inten¬ samente abitati della zona prealpina e della Valle dell'Adige. 213

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, continuando però a vivere nel Weiler, perché tanto in valle è impossibile trovar casa, quelli dove esistono ancora forme di socia¬ lizzazione tipiche di una economia agricola, come il ritrovarsi assieme, la cottura comune del pane, la cura dei beni collettivi come le strade e le piazze, il rispetto e l'amore per le proprie case. Ma tutto questo lentamente va scomparendo. Molti insediamenti agricoli raggruppati hanno ormai perso la caratteristica del Weiler, in alcuni casi le residenze costruite negli

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collettiva. La proprietà collettiva deve estendersi fino alla facciata della casa prospiciente lo spazio collettivo. In tal modo si evitano recinzioni o barriere che possono ostruire e limitare l'uso collettivo dello spazio e così si crea un rapporto diretto fra edifi¬ cio e spazio. AFCRTJKE ve^eo VALLE 0PA3O f=OSe>LlOO ARTICOLATO OOJ P^SeNZA Q* SLA^OM-t 22 L&Z&J DA e srRWoie c«e fcesroo-o iMTe^^fcAKTe e \äuc& L'mnAQiNie ARcarreTTONiCA SFÄZI DUSO COUJfTTlvo SBSZJ PRIVATI i-O SR&ZJO QqUETTIVO «VOCIATA CHE

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