un immenso Fola, veduta dall’Anfiteatro sconfinato cimitero, tempestato di cippi, di se polcreti, di lapidi, di colonne, fra cui s’ergono boschetti di cipressi e di pini: siepi di mirti e di mortelle: e piante solitarie di lauro, per gli eroi caduti! È un’illusione singolare che nelle ore del tramonto si può facilmente avere; è l’illusione subita da Dante stesso, che a Pola fu ospitato nel cenobio dei Camaldolesi di San Michele in Monte, e che comparandola ad un effetto consimile da lui osservato 'nella
bassura della Provenza presso ad Arles « ove il Rodano stagnq », la registrò in quei versi, rimasti memorabili, poiché in essi scolpi il confine orientale d’Italia — che a Pola tutti sanno e che neH’Istria tutti ripetono: Si come a Pola, presso del Quarnaro Che Italia chiude e i suoi termini bagna Fanno i sepolcri tutto il luogo varo.... Da San Michele, luogo piuttosto alto a tergo della città, della quale si domina tutta la conca, coi colli che la circondano, e quando tutto all’intorno era deserto
Incantevole è il panorama, che dal colle ove sorge l’Arena si gode di tutta -la città, del suo golfo seminato di isolotti, del porto mercantile ove sono ancorati velieri, zaratini, dal mati, albanesi, greci, italiani, d’ogni forma e dimensione, e qualche vapore: del porto militare, ove si scorgono, fra una selva d’alberature delle navi d’antico modello, le moli tozze, pesanti e le caminiere blindate delle nuove navi di cui va rafforzandosi la marina da guerra-austriaca — che conta la sua aurora
da un giorno ben triste per noi italiani, dal giorno di Lissa. E di là, oltre che il mare e la città, guardando tutto il paesaggio all’intorno dei colli — che si digradano da un lato verso la punta di Compare, e che dall’altro si estendono con leggere ondulazioni, formando delle vallicelle fresche e verdeggianti —- rotti, variegati nel manto del verde vellutato che li ricopre, da protuberanze sassose, dalle forme più strane e bizzarre, con un po’ di buona volontà e dì fantasia, .vi pare d’aver davanti
, e torreggiavano sol tanto qua e là i monumenti grandiosi che Pola medioevale aveva ereditati dalla Pola romana l’illusione di cotesto fantastico sepolcreto, al quale si aggiungevano i sepolcri veri esistenti a piè del monte Zarro e sulla via Flavia, doveva esser completa, si che destò nel poeta sommo impressione fortissima, tale da essere eternata nelle pagine della divina spa opera.