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Categoria:
Letteratura
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2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 24 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
a contingenze non poetiche, come ha dimostrato recentemente un giovane studioso, Michele Matroianni, in un saggio dall’eloquente titolo Perché Polinice diventa cattivo. Matroianni rile- va, ad esempio, come Robert Garnier per la sua Antigone, introduca un profondo mutamento nella caratterizzazione del personaggio, caratte- rizzazione che non è dovuta a una iniziativa del tragediografo france- se, quanto invece ascrivibile alla traditio del testo senecano e alla vulgata delle edizioni cinquecentesche

tragediografo non avesse presente il passo del Thêâtre des Grecs, in cui viene descritto l’arrivo di Eteocle? Rileggiamolo: Ce Prince dont le caractere bouillant et empetueux contraste merveilleu- sement bien avec la noble et la douce fierté de Polynice 6 . L’evoluzione di Polinice é, particolarmente, interessante per quan- to conceme il cótê francese del personaggio che, addirittura, subisce un’inversione di tendenza, assumendo delle connotazioni, per cosi dire, incoerenti, dovute

, le quali - sulla base del con- sensus codicum - offrivano un dettato che ignorava l’attribuzione a Eteocle di battute che, pertanto, venivano affidate a Polinice. E, anche Jean Rotrou nella propria Antigone mantiene la connotazione di Poli- nice ereditata da Robert Garnier: insomma ie testimonianze francesi sono disorganiche e si deve a Racine la “ricostmzione” del personag- gio 7 . Per il Polinice, iniziamo, dunque, dalla tavola dei personaggi raf- frontandone alcuni con quelli della raciniana, dal

momento che Racine si pone come diretta fonte di Alfieri: non casuale la prima titolazione della tragedia che recita I due fratelli nemici. La suggestione e Yinput raciniano vi sono stati, ma vediamo come essi hanno agito su Alfieri. Sicuramente la prima lampante differenza emerge dalla riduzione, in Alfieri, di tale tavola per la ben nota elezione dell’autore mirante alla drastica riduzione del numero dei personaggi, privilegiando i prin- cipali a discapito dei secondari. Una scelta alla quale

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Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 185 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
Cavallucci perugino, e dedicate al Sereniss. Principe Pietro Grimani, Doge di Venezia, Venezia, Pietro Bassaglia, 1747, p. 131. 19) ANGELINI, Della “Merope”..., pp. 128-29; MAFFEI, La Merope..., pp. 32-33. 20) ANGELINI, Della “Merope”..., pp. 128-29; MAFFEI, La Merope, pp. 31-33. 21) I. PINDEMONTE, Elogio del marchese Scipione Maffei, in Elogi di letterati, I, Verona, Libanti, 1825, pp. 52-53. Abbastanza sfocato è il giudizio con cui Pindemonte si sbriga del Lessing: “Non parleró del Tedesco

Lessing, che nella sua Drammaturgia il biasma, vedi acutezza di critica,! che non seguità in ogni suo passo Euripide, secondo il quale Egisto conoscea se medesimo, ed entrava in Messene col disegno bello e fatto di ammazzare il Tiranno” (p. 51). 22) Cfr. V ALFIERI, Tragedie, edizione critica, vol. X, Merope, Testo dejinitivo e redazioni inedite, a cura di A. FABRIZI, Asti, Casa d’Alfieri, 1968, p. 3. Alfieri allude alla morte del fratellastro, figlio del primo marito di Monica Tournon, il marchese

di Cacherano, di cui anche nella Vita, Epoca I, cap. V 23) Giova a questo punto mettere insieme le schede disponibili sulla presenza del Maffei tra i libri e le carte dell’Alfieri. Negli atti Aljieri in Toscana sopra citati, troviamo il Maffei nel catalogo dei libri alfieriani di Villa Strozzi (F. ARDUINI, Vicende della biblioteca di Aljieri: un dono , munijico' di Frangois-Xavier Fabre alla Palatina di Ferdinando III, I, pp. 131-65 (p. 134); la Merope è presente nell’ “Inventaire des livres trouvés dans

la maison des émigrés Albany et Alfie- ry rae de Provence Maison Thélusson” (redatto nel 1794), edito da CH. DEL VENTO, “Io dunque ridomando alla plebe francese i miei libri, carte ed effetti qualunque”. Alfieri émigré a Firenze, II, pp, 491-578 (p. 571). Tra i libri di Alfieri a Montpellier è presente una Merope (Venezia, appresso P. Bassaglia, 1797 [ma sarà 1747]), acquistata nel 1798 (come sembra di poter ricavare da una lettera alFAlfieri di Ippolito Pindemonte pubblicata dalla Domenici) per 4 paoli

: cfr. V ALFIERI, Tragedie postume, III, Alceste Prima, a cura di C. Domenici, Alceste Seconda, a cura di R. de Bello, Asti, Casa d’Alfieri, 1985, pp. 321-22. L’Alfieri si interessó anche ad altre opere del Maffei, come testi- monia la nota autografa (conservata ad Asti) che si riferisce all’erudito e biblio- filo Giovanni Battista Baldelli (1766-1831), pubblicata dal Caretti nel commen- to alla lettera di Alfieri al libraio Carlo Scapin di Padova del 4 agosto 1798: “Pregheró il sig.r Cavalier

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2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 191 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
Non mancò a buon conto d’interessare anche qualche raro artista (tralascio i caratteristici monumenti pubblici e i busti ottocenteschi - si rammenti il gozzaniano “busto d’Alfieri”). Ad esempio, del 1851 è un’incisione su disegno di Niccola Ulacacci raffigurante Vittorio Alfie- ri e il re di Sardegna Vittorio Amedeo III, cioé la visita resa al sovrano nel 1784; e del 1892 è un mediocre dipinto raffigurante il poeta nell’atto di bruciare, nel suo salotto di Torino, il manoscritto della Cleopatra

e Tabate di Caluso che si precipita a salvarlo dalle fiamme. Autore ne fu il torinese Carlo Felice Biscarra, figlio di un altro pittore, Giovanni Battista, e figura benemerita della cultura subalpina. Tale era Tinterpretazione del soggetto del quadro data da un catalogo del 1926, e mai contestata; ma non vedo perché non si debba invece leggere in esso un’illustrazione dell’episodio narrato nell’Epoca quarta della Vita, e riguardante la Sofonisha: il sacrificio avvenne a Parigi, in presenza

di “un francese” innominato (J.-B. Suard?) che inutilmente si sarebbe buttato con le mani sul fuoco per salvare lo scartario. 1 2. Fu personaggio di testi teatrali e di romanzi; non molti ma, come vedremo, non tutti insignificanti. Paolo Ferrari, a suo tempo fortunato autore drammatico, prese spunto per un suo atto unico dalla “terza ebrezza d’amore” del poeta, cioé dalla sua avvilente relazione con Gabriella Falletti di Villafalletto, moglie del marchese di Prié. L’atto unico, in due parti, ha per titolo Una

poltrona storica ossia La coda di un gran poeta in erba; fu composto nel 1853, tra due com- medie di argomento anch’esso letterario e settecentesco, suoi insupe- rati successi: Goldoni e le sue sedici commedie nuove (1851), il suo capolavoro, e La satira e Parini (1856). Fu rappresentato, nel ’53, a Modena; Giuseppe Peracchi interpretó il ruolo del protagonista, e Fanny Sadowski quella della Marchesa Teresa (nome assegnato nella comme- dia a chi fu in realtà Gabriella Falletti di Villafalletto). L’atto

unico è incentrato sul passaggio del poeta dalla dissipatezza giovanile e dall’avvilente amore per l’imperiosa Marchesa alla scoperta della vocazione teatrale: la “poltrona storica” è quella sotto un cui cuscino fu tenuto “in macero” per quasi un anno (secondo il racconto della Vita) il manoscritto del primo abbozzo della Cleopatra, la sua prima 170

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Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 94 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
12) Saul, a Tragedy, translated from the ítallan of Count Victorio Alfieri; and Jephtha’s daughter, a scriptural drama. Bv a Lady, Londra, Cadell, 1821. 13) Teatro italiano, o sia Scelta di commedie e tragedie di buoni autori raccolte da Romualdo Zotti [ ] ad uso delle scuole e degli studiosi della lingua italiana, 3 voll., Londra, Zotti, 1822. 14) Saggio del teatro italiano moderno, ossia commedie e tragedie scelte de' mi- gliori scrittori recenti, a cura di G. Rolandi, 2 voll., Londra

, Rolandi, 1822. 15) Vittorio Alfieri’s ,Merope‘, a Tragedy, with an analytical and interlineal trans- lation on the Hamiltonian System. By Mrs Merington, Londra, Souter, 1831. 16) Scelta di tragedie del conte Vittorio Alfieri, con note ed accenti per gli studiosi della lingua italiana, raccolte da Romualdo Zotti. Seconda edizione, rivista e corretta, 2 voll., Londra, Dulau, Whittaker, Booker, Souter, 1835. 17) Vedi Brand, op. cit, p. 238. Taie edizione non si trova nella raccolta della British Library

. 18) Philip, a Tragedy by Alfieri. Translated by Charles Orlando Childe, Londra, Saunders and Otley, 1844. 19) A Literal Prose Translation of Five Select Pieces from the Works of Tasso, Metastasio and Alfieri, translated by E. Capuzzi, 2 voll., Livomo, Sardi, 1826. L’Alfieri è rappresentato dal Filippo (vol. I, pp. 119-213) e dalla Merope (vol. II, pp. 105-203). Gli altri testi sono VArtaserse e il Temistocle del Meíastasio e il canto VII, st. 1-22, della Gerusalemme liberata. 20) Per la ricezione

britannica, oltre al saggio del Jeffrey segnalato sopra (n. 8) e alla prefazione di Charles Lloyd alla sua traduzione delle Quindici tragedie (vedi n. 9), va registrato, tra gli altri, l’articolo pubblicato nella “Quarterly Review”, vol. 14 (1816), pp. 333-368, opera anonima di Robert Southey, atteggiata a recensione della Vita alfierana e della traduzione delle Tragedie dovuta al Lloyd. II giudizio del Southey (dal 1813 “poet laureate”), in un saggio intitolato Alfieris Life and Writings

, è complessivamente molto positivo: l’Astigiano sarebbe un “great dra- matist [...] as much above the French tragedians, in every respect, as he is below Goethe and Schiller [...]” (p. 365): il Southey era amico del germanista Coleridge e cosi il Filippo di Alfieri “is pourtrayed with more force than Schiller’s, though Schiller, as a poet, is far above Alfieri” (ibid.). Sui difetti dell’Alfieri cita a lungo la prefazione del traduttore Lloyd, ma gran parte del testo consiste di riassunti: della vita

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2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 274 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
libertà e della legge (morale), cosi come esso è stato impostato nel “Contrat social” di Rousseau. In particolare, si mostra come la questione che emerge dal “Contrat” rousseauiano ponga la filosofia dinanzi a un compito a cui essa puó soddisfare unicamente attraverso una rivoluzione del pensiero. “Rivoluzione del pensiero” significa, qui, qualcosa di fondamentalmente diverso da una rivoluzio- ne per mezzo del pensiero; infatti, Lespressione indica una rivoluzione in cui il pensiero stesso (nel senso

del modo di pensare della tradizio- ne filosofica) si trasforma da capo a fondo. Nel corso del suo inter- vento, Crétella ha ricostruito lo sviluppo del problema della libertà nel pensiero di Rousseau rifacendosi, inoltre, al “Discours sur l’inégalité”, alle “Confessions” e alí’“Émile”. Successivamente, egli ha messo in luce la portata di tale pensiero per il pensiero deH’autonomia in Kant, il quale, come è noto, confessó di essere stato ricondotto “sulla retta via” proprio da Rousseau. Per

chiarire il modo in cui Kant giunge alla determinazione della “rettitudine” di tale “retta via”, Crétella ha riper- corso l’intero percorso filosofico kantiano, soffermandosi soprattutto sulla “Critica del giudizio” e sull’“Opus postumum”. Ció ha permesso, in conclusione, il passaggio verso il suddetto “nuovo compito” della filosofia e una determinazione provvisoria della “rivoluzione del pen- siero”, e ció con riferimento al senso e al concetto dell’agire come viene pensato da Heidegger, per esempio

, all’inizio della “Lettera sull’umanismo”. Questi aspetti sono stati ampiamente trattati e appro- fonditi, soprattutto per quanto riguarda Rousseau e Heidegger, durante la successiva discussione. La sessione pomeridiana, condotta da MassimO' Amato e Luca Fantacci, aveva come titolo: “Che cos’e il denaro”. A partire da un aforisma del poeta René Char, si è tentato di fornire alcuni elementi per 253

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2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 197 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
“adoranti” simboleggia l’awenuta trasmissione del suo messaggio di risveglio alle nuove generazioni. L’Alfieri del democratico Schandorph è un vero Junker in quanto non nasconde, fin dall’inizio del romanzo, i suoi sentimenti antidemo- cratici. “Io democratico?...”, esclama nel primo capitolo, “No, no... Odi profanum vulgus et arceo”. Vero è, peró, che soprattutto odia, come subito aggiunge, gli esseri volgari di sangue nobile. Di piú. È repubblicano, ma quella che desidera è una chimerica

la sua aspirazione. “Con un soffio del mio respiro”, anche di- chiara, “i re devono cadere dai loro troni, e i signori del pensiero e della poesia devono prendere il posto degli sciocchi. Abbasso i Re! Viva i Re dello spirito!” (cap. IV). Antidemocratico, come poi si con- fermerà, a Parigi, nei colloqui con Beaumarchais e André Chénier e fra i sanguinari tumulti rivoluzionari (capp. XXV-XXVI), ma insieme essenzialmente impolitico. La sua repubblica di geni e le sue monar- chie dello spirito sono

fantasie esaltate, non certo progetti di ordina- menti politici. La decadenza dell’Italia è anzitutto decadenza del suo “spirito”, decadenza del gusto, della sua arte. Piü concreta è la dimen- sione politica del protagonista del romanzo di Amely Bölte. Nei suo personaggio, Schandorph illustra il dramma di una voca- zione imperfetta, di una grandezza mancata. Forse non ignorava che per il poeta piemontese era allora iniziato, in Italia, un lungo Purga- torio; né gli era certo sconosciuto il giudizio

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Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 184 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
Discorso terzo risguardante due lettere di Voltaire su la Merope del Majfei, in appendice alla quinta edizione del suo Arminio, Verona, Mainardi, 1812, p. 354, che riprende e integra la lunga nota 19 deWElogio del marchese Scipione Maffei, Verona, Moroni, 1784, pp. 120-27. 10) La Lettre à Monsieur le Marquis Scipion Maffei di Voltaire; la Lettre de M. de la Lindelle à M. de Voltaire e la Réponse de M. de Voltaire à M. de la Lindelle in VOLTAIRE, Mérope, a cura di J. Godden e J. Vroomann, in The

complete Works ofVoltaire, t. 17, Oxford, The Voltaire Foundation, Taylor Institution, 1991. 11) VOLTAIRE, Mérope, p. 237. 12) G. ANGELINI, Della “Merope” postillata dall’Alfieri, “II Bibliofilo”, II, n. 8- 9, agosto-settembre 1881, pp. 127-30. Cosi l’Angelini descrive Fesemplare appartenente alla sua “domestica collezione”: “Si tratta della Merope del Maf- fei, in tutto simile alFedizione 45a e legata in -8, ma mancante di frontespizio, ragione per la quale malgrado molte ricerche non mi fu dato

sapere in quale anno e con quali tipi è stata stampata. Le postille sono tutte di pugno dell’Alfieri mentre era a Pisa, come ha attestato Fillustre P. Alessandro Checcucci, già proprietario del libro. In fondo alla prima pagina si leggono le seguenti parole, probabilmente del letterato Giuseppe Anguillesi, nelle cui mani venne prima- mente il libro annotato dal grande Astigiano: ‘Notine fatte dal sig. Conte Alfieri naturale e sublime pensatore, e che una sera noiato di altri discorsi, s’occupó

a scrivere e leggere questa tragedia con la solita sua apparente trascuratezza’ ” (pp. 127-28). Non si puó escludere che questo Giuseppe Anguillesi sia in realtà Giovanni Domenico Anguillesi, uno degli animatori - accanto a Domenico Luigi Batacchi, Salvatore De Coureil, Tito Manzi e Francesco Masi - della pisana accademia dei Polentofagi: A. FABRIZI, Alfieri e i letterati toscani, in Alfieri in Toscana. Atti del Convegno Intemazionale di Studi-Firenze, 19-20-21 ottobre 2000, a cura di G. Tellini

“Merope"..., p. 128; MAFFEI, La Merope..., p. 28. 14) ANGELINI, Della “Merope”..., pp. 128-29; MAFFEI, La Merope..., p. 30. 15) ANGELINI, Della “Merope”..., p. 130; MAFFEI, La Merope..., p. 67 16) ANGELINI, Della “Merope”..., p. 130; MAFFEI, La Merope..., p. 70. 17) ANGELINI, Della “Merope”..., p. 128; MAFFEI, La Merope..., p. 28. 18) Annotazioni di Vincenzo Cavallucci sopra la Merope, in S. MAFFEI, La Merope [...] giusta la prima edizione del 1713, con le varie lezioni tratte dalle due ultime

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Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 73 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
ROMAN REISINGER VITTORIO ALFIERI E ANDRÉ CHÉNIER: TRAGEDIA DI UN’AMICIZIA Per incominciare vorrei dare la parola all’Alfieri poeta lirico per accennare alle circostanze in cui si svolgevano le vicende della sua amicizia con il poeta francese André Chénier. Agli Europei propongono i Francesi Norme essi dar delle misure e pesi. La lor propria misura, e il peso vero Dan di sé stessi, ad insegnarli intesi II quanto e il quoto del natio lor ZERO (sic). (Rime, parte seconda, p. 266) Questo piccolo

brano tratto dalle Rime di Alfieri ha qui la funzio- ne di accennare al versante del mito alfieriano di cui sarà questione nel mio contributo, cioé di Alfieri politico e amico reale e spirituale del tragico personaggio del poeta francese André Chénier. Nell’Ottocento l’apoteosi dell’ Alfieri è in primo luogo un fatto politico ed è proprio perciò che il nome del poeta piemontese diventó una sorta di vessillo o insegna di battaglia per l’unità e l’indipendenza italiana. Dall’altra parte, per quanto

conceme la storia della fortuna delTAlfieri ‘poeta’ s’impone il riconoscimento dell’immenso successo ottenuto durante l’Ottocento dalle rappresentazioni delle sue tragedie, anche per merito di attori valentissimi, conviene aggiungere. Queste sono dunque insom- ma, sotto un angolo globale e un po’ semplificante, le manifestazioni piú significative del mito alfieriano nell’epoca romantica. 1 È la parola “mito” stessa su cui occorre fermarsi per dare luogo a una riflessione preliminare sul concetto

terminologico del mito e sull’accezione particolare di cui mi servo per scoprire e illustrare i legami amichevoli, letterari ed ideologici tra Alfieri e Chénier e per tracciare qualche tappa decisiva del “dénouement” tragico di quest’amicizia. Quando si entra nel discorso sul mito, s’incontra ine- vitabilmente Roland Barthes che nella sua postilla al volume Mytho- logies fornisce una definizione concisissima del mito: 52

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Letteratura
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2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 272 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
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Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
che Fédier ha moderato, continuamente riportato al punto e arricchito di propri contributi, fornendo importanti cenni e chiarimenti sulla questione. In tal modo, ciascuno dei partecipanti si è trovato dinanzi alla propria possibilità, ossia al proprio modo di insistere nella possi- bilità in cui la fenomenologia stessa consiste. La discussione si è in- centrata, in primo luogo, sul senso dell’essere-toccati e del contatto, nella misura in cui il contatto con ció che sopravviene e viene incontro

nel pensiero dà il tono a ció che chiamiamo esperienza. La sessione pomeridiana della prima giornata era dedicata al poeta Paul Celan, ed è stata introdotta da una relazione di Hadrien France- Lanord dal titolo “Paul Celan. Le sujet en dialogue” (“Paul Celan. II soggetto in dialogo”). A partire da un appunto di Celan, che suona : “Uio, lirico‘ / fenomenologia ?” - e con riferimento soprattutto all allocuzione “II Meridiano”, tenuta in occasione del conferimento del premio letterario intitolato

del suo “io lirico”, per il quale la fenomenologia ermeneutica del Dasein ha costituito una vera possibilità; il terzo esaminava la possibilità stessa, nella misura in cui essa costituisce il cuore dell’esperienza poetica celaniana. Nel corso della relazione è stato delucidato il senso in cui la dimensione del dialogo, a cui accenna il titolo, viene intesa da Celan; tale dimensione è poi stata messa in relazione con l’essenza della parola e della poe- sia, nonché con la costituzione non-soggettiva

dell’io, il quale si libera, in quanto “tu”, nella poesia pensata come “mistero dell’incontro”. Nelle sue riflessioni poetologiche, Celan parla di un “tu” in quanto spazio occupabile e, nello stesso senso, di una “occu- pabilità del poema”, ed è proprio in tale occupabilità che si puó individuare il senso del possibile cosi come ci è offerto dalla poesia celaniana. 251

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Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 68 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
8) Si veda C... Barbolani, Un alfieriano militante in Spagna: Antonio Savinón, in Giornale Storico della Letteratura Italiana, CLXXVII, 580, 2000, pp. 570-593. 9) La Revista Europea. Miscelânea de Filosofia, Historia, Ciencias, Literatura y Bellas Artes (Madrid 1837). 10) Per esempio riguardo al personaggio di Virginia, vorrebbe che ne venisse incre- mentato il pudore: “Quizâ debe exigirse a Virginia mâs pudor en su infortunio, y la moderación casta y tímida de una virge. Habla demasiado del

amor frenéti- co de Apio, teniendo junto a su madre para decir lo que ella debería callar” (trad. it.: Forse si deve esigere da Virginia piu pudore nella sua sventura, e la moderazione casta e timida propria di una fanciulla illibata. Parla troppo del folle amore di Appio, dato che ha accanto a sé la madre perché lei dica ció che la figlia deve tacere). La Revista Europea, cit., p. 105. 11) Cfr. il saggio citato nella nota 5. 12) La personalità di Alfieri viene confrontata soprattutto con quelle

di Shakespe- are, Goethe e Byron. 13) Esiste una tradizione in tal senso fin dall’Umanesimo italiano, che passa attra- verso testi assai conosciuti quali la Relazione di Spagna del Guicciardini e le Filippiche del Tassoni. 14) J. Arce, El conocimiento de la Literatura Italiana en la Espana de la segunda mitad del siglo XVIII, nel volume di A.A.VV, La literatura espanola del siglo XVIII y sus fuentes extranjeras, Oviedo, Universidad, 1968, pp. 7-45. 15) Si veda il mio studio Un alfieriano militante

in Spagna: Antonio Savinón, cit.., p. 588... 16) E. Mattioda, Introduzione a Tragedie del Settecento, Modena, Mucchi, 1999, pp. 8-9. 17) M. Menéndez Pelayo, Biblioteca de traductores espaholes, Madrid, 1886; A. Parducci, Traduzioni spagnole di tragedie alfieriane inAnnali alfieriani, I, 1942, pp.31-125; E. Allison Peers, The vogue of Alfieri in Spain, in Hispanic Review, Philadelphia, I, 2, 1933, pp. 122-141; F. Meregalli, Storia delle relazioni cit.; A. Prieto, El individualismo prerromântico

da uno stuolo di gesuiti, o ex-gesuiti, spagnoli stan- ziatisi in Italia dopo Fespulsione del 1767 e che ebbero un peso notevole nella cultura illuministica. A1 riguardo si veda il saggio di J. C. de Miguel y Canuto, Voces espaholas, ecos italianos: los jesuitas expulsos y la polémica sobre el 47

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Categoria:
Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 182 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
Sarà senz’altro vero quel che afferma il Fubini, e cioé che Polifon- te “tra i tiranni alfieriani è quello che meglio sa nascondere Fansia del dominio”; 40 ma ció non comporta che gli non sia preda di una libido dominandi vissuta come mandato, accettata come irrinunciabile desti- no (“Oh quanta è impresa il mantenerti, o trono!”, atto I, scena III). Polifonte è pervaso da una tragica angoscia, che lo fa oscillare (atto V, scena terza) tra iattanza (“Ragion di me render non temo”), confes- sione

e autoassoluzione (“Al vincitor soggiacque /il vostro re scon- fitto. Io, troppo forse/ fero in quel punto, la innocente vita/ tor lasciava a’ suoi figli: atroce frutto,/ ma di vittoria usato frutto”), espedienti politici per la conquista del consenso (il concedere a Merope la vita del figlio in cambio delle nozze). La scure che cala sul capo di Poli- fonte è si la premessa per il riscatto della libertà di Messene, ma è anche la conclusione - temuta e nello stesso tempo aspettata - di una vita segnata da una

irresistibile sete di potere. NOTE 1) S. MAFFEI, La Merope. Tragedia con annotazioni dell’autore, e con la sua Risposta alla Lettera del Sig. di Voltaire. Aggiungesi per altra mano la version francese del sig. Freret, e la inglese del sig. Ayre, con una confutazione della Critiea ultimamente stampata, Verona, Ramanzini, 1745, pp. 111. Cfr. ora M. DAE CORSO, La “Merope” di Scipione Maffei nella traduzione di Nicolas Fréret. Appunti di una lettura, “Studi francesi”, XLIII, fasc. I (gennaio-aprile 1999

), pp. 97-108. 2) Teatro del sig. marchese Scipione Maffei cioé la Tragedia la Comedia e il Drama non piú stampato, aggiunta la spiegazione d’alcune antichità pertinenti al teatro, all’Altezza Serenissma di Rinaldo I duca di Modena &c. &c., Verona, Gio. Alberto Tumermani, 1730, pp. XI-XII. 3) S. MAFFEI, La Merope ..., Proemio, p.16. Giova ricordare che il Leopardi, nelle Annotazioni sopra la Cronica d’Eusebio, non mancó di precisare come la conget- tura del Maffei (che egli, se fosse stata “riconosciuta per

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Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 270 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
II modo in cui debba essere interpretato il progetto della fenome- nologia, è spiegato in una delle pagine del capolavoro di Heidegger, Essere e Tempo: “II suo (della fenomenologia) tratto costitutivo non risiede nel fatto di essere effettuale in quanto .indirizzo' filosofico. Piu in alto deU’effettualità sta la possibilità. La comprensione della fenomenologia consiste unicamente in questo: che essa sia colta come possibilità” (p. 59). Durante le tre giomate di lavoro del seminario, sono stati

presentati, e discussi tra i partecipanti, diversi esempi di come tale possibilità sia effettivamente colta nel pensiero italiano e francese contemporaneo. A tale scopo, erano stati chiamati a interve- nire alcuni fra i maggiori studiosi europei del pensiero fenomenologi- co. La natura seminariale dell’incontro ha inoltre permesso a un nu- mero limitato di giovani studiosi italiani, tedeschi e francesi, sia di lavorare a stretto contatto con tali personalità, sia di presentare le proprie ricerche

in un contesto altamente qualificato. Un momento centrale del lavoro comune è consistito nel far emer- gere il diverso rapporto che il pensiero italiano e quello francese in- trattengono con una possibilità (quella, appunto, della fenomenologia) a sua volta elaborata, per la prima volta, in tedesco. Dalla discussione di tali differenze - che, come proprio la fenomenologia mostra, sono sempre anche differenze attinenti alla lingua e al suo modo di parlare - è scaturito un fmttuoso confronto che, espressamente

e non, ha messo in gioco possibilità e tratti costitutivi di tre fra le piú importanti tra- dizioni filosofiche del pensiero europeo. Dopo alcune parole introduttive di Ivo De Gennaro, Fran^ois Fédier ha dato avvio al seminario vero e proprio. Cesercitazione se- minariale, a cui l’intervento di Fédier ha dato luogo, ha costituito un avvio o inizio nel senso piú proprio del termine e ha dato il tono all’intero lavoro comune delle tre giornate meranesi. Dopo aver bre- vemente aperto il campo del

colloquio, Fédier ha incoraggiato i par- tecipanti a dire nel modo piu semplice, e a un livello il piú possibile elementare, che cosa sia, owero in che cosa consista un’esperienza. Tale questione era, a sua volta, preliminare al tentativo di puntualiz- zare in che cosa consista, in particolare, un’esperienza del pensiero. A partire da tale sollecitazione, si è sviluppato un vivace interscambio 249

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Categoria:
Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 122 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
contestazioni condotte al di fuori di ogni ragione letteraria nel caso del Filippo, essendo intento principale del dotto censore difendere la buo- na memoria di un sovrano suo connazionale, vittima presunta di uno stravolgimento della verità storica, e nel caso della Mirra accusando Alfieri di aver proposto un soggetto moralmente inammissibile, e non solo per la religione cattolica, e accusandolo di uno stile infarcito di stranezze e di involuzioni ed effetti ripetitivi. Non è qui luogo

di aprire un altro ffonte di discussione esaminan- do particolareggiatamente questi giudizi: interessava richiamarli solo perché valorizzati dalle pagine alfieriane di Schlegel, il quale, del resto, riteneva pure di poter ritrovare nell’Arteaga delle Rivoluzioni del teatro musicale italiano 14 la sua già rilevata convinzione che il moder- no linguaggio drammatico non potesse fare a meno dei valori dell’armonia, qualità estremamente carente nel verso tragico di Alfie- ri, per Schlegel, s’é detto, privo

di orecchio e quanto mai dissonante. È questa una delle fondamentali accuse schlegeliane mosse insieme ad altre ormai individuate, a cominciare dalla presunta natura astratta dei personaggi delle tragedie di Alfieri, il quale presenterebbe tanti difetti di esecuzione a causa di principi estetici del tutto falsi. Scrive testual- mente Schlegel: “[...] die Grundsâtze der tragischen Kunst, welche Alfieri befolgte, sind durchaus falsch, und vollends in der lârmenden herzlosen Deklamation ihrer Schauspieler

stellt sich diese mit Catoni- scher Strenge von allem Reiz der Gruppierung der musikalischen Harmonie und der zarteren Rührungen entkleidete tragische Poesie mit der tötendsten Einförmigkeit dar”. Spostando i difetti dell’Alfieri tragico dal piano dell’esecuzione a quello della poetica e dei principi estetici, Schlegel finiva per trasfor- mare le sue censure in un’ulteriore fase di una querelle assai piu ampia: quella tra classicismo e romanticismo. In altri termini, le caren- ze del tragediografo

italiano, che, come s’é visto, vanno molto al di là di caratteristiche tipicamente classicistiche (a cominciare dall’osservanza delle unità aristoteliche) diventano esempio di tutto ció che la nuova letteratura e il nuovo teatro del romantieismo avreb- bero dovuto evitare. Si spiega allora perché non meno importanti delle pagine della lezione IX del Corso di Schlegel espressamente dedicate 101

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Categoria:
Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 65 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
, riuscirà rigido e monocorde. Alfieri rappresenta comunque per Martínez de la Rosa un importante punto di partenza. Piu complessa è risultata la nostra indagine intorno ad un poeta del pieno romanticismo come José de Espronceda. Abbiamo riesami- nato la sua tragedia Blanca de Borbón, sulla cui ascendenza alfieriana la critica aveva già riflettuto anche e soprattutto in Italia (si veda il vecchio saggio del Mazzei del 1931) e in Francia (con la monografia su Espronceda del Marrast) 31 . Piú che

le attinenze con tragedie come VOífavia o il Fiiippo che erano già state rilevate, di carattere esterno, abbiamo trovato nella tragedia esproncediana qualche eco della medi- tatio mortis di Alfieri, con lo sgomento della protagonista (sposata e poi ripudiata da Pedro il crudele) di fronte all’ineluttabilità della sua condizione di vittima. II senso del suo sacrificio inoltre vicne rinviato ad un awenire vago e lontano di libertà, come nella Virginia. Ma piú che di liberazione dal tiranno si tratterà di una

specie di giustizia futura. Crediamo di aver calibrato e in gran misura ingrandito, in questo esame-sondaggio, la distanza del romanticismo spagnolo da Alfieri, quantunque l’antico studio dell’AIlison Peers trovi ancora un alfierianesimo residuale soprattutto nella concezione dell’amore come frenesia smisurata e nell’esaltazione dell’individualismo. Ultima angolazione del nostro approccio, l’esame di una parodia inedita della metà dell’Ottocento (che abbiamo trovato a Barcellona nella biblioteca del

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Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 34 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
consoli- data prassi teatrale - riferisce dello scontro, in cui evidenzia ia violen- za omicida di Eteocle contrapponendole la lealtà di Polinice il quale alla vista del fratello ferito, immediatamente, ha rivolto la spada con- tro se stesso... (gesto - lo ricorda Polinice nella scena seguente - bloc- cato dall’intervento deir“inopportuno” Emone, v. 135). II racconto di Antigone rimane sospeso, Antigone non conosce gli esiti estremi dello scontro, poiché è corsa dalla madre: “[...] - Oimé! qual fia

/ del lagrimevol caso, o madre il fine?...” (vv. 117-18). Scatta sull’interrogativo di Antigone (angosciosamente rivolta alla madre, su quale sarà il “fine” del duello mortale) Einnovazione alfieiiana: sulla scena viene portato il morente Eteocle e si presenta egualmente Poli- nice “tinto tutto del fraterno sangue” (come dichiara di se stesso, entrando alla scena terza). La novità introdotta da Alfieri non è tanto da ricercarsi nell’esibizione del corpo di Eteocle morente (una esibi- zione

variamente effettuata sulla scena tragica) quanto nella visualiz- zazione del ‘completamento’ del fratricidio. Come già nella scena del giuramento, la madre si pone tra i figli e, se vogliamo visualizzare questa scena, la madre ha tra le braccia un figlio morente e, contemporaneamente, accusa raltro di fratricidio (“Ahi scellerato, fratricida, infame”, v. 128). Giocasta è - nella prima parte 13

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Categoria:
Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 43 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
è noto, dopo aver tentato tante volte di riunirsi all’oggetto del deside- rio, perde la vita. E che succede all’io narrante della Vita e allo stesso autore dell’opera? L’Alfieri empirico, dopo aver terminato la sua au- tobiografia, sta avvicinandosi, come sappiamo tutti, alla fine della sua esistenza empirica, destino che divide col personaggio finzionale della Vifa. Arrivato aH’“agomzzante virilità” la sua storia termina, deve ter- minare. Dopo la virilità - secondo lo schema tradizionale

delle fasi della vita dell’uomo - rimane solo la vecchiaia, ossia l’ultimo passo prima della morte. È evidente che una volta tcrminata la fase dell’autoconoscenza e dell’autocompiacenza e una volta raggiunto lo scopo della sua vita come artista, cioè il “farsi autore tragico”, il perfezionarsi come letterato, tanto la vita dell’io narrante quanto la vita dell’io empirico non hanno piü senso, entrambi i personaggi sono arrivati alla fine. Una variante del mitema della morte di Narciso che non

è visibile a prima vista ma che risulta conseguente una volta compresa la scrittura autobiografica di Alfieri come variante del mito di Narciso e dei suoi mitemi predominanti, dove esse appa- iono come varianti piü civilizzate rispetto alla versione del mito in Ovidio. Lo scopo del nostro intervento non è, come abbiamo detto all’inizio della nostra esposizione, quello di riprendere ancora una volta l’idea della scrittura autobiografica come variante moderna del mito di Nar- ciso, idea owia e tante volte

esposta nella ricerca 7 . II fine del nostro intervento è quello di percepire il mito di Narciso come cifra metafin- zionale, come cifra del testo che riflette su se stesso, mettendo a nudo i propri procedimenti narrativi, in altre parole: proponiamo di interpre- tare la Vita come opera metafinzionale. Ricordiamo tutti che la lettura metafinzionale è un tipo di ricerca che è diventata di moda a partire dagli anni ’70 e ’80 negli Stati Uniti soprattutto grazie alle ricerche di Patricia Waugh 8 e Linda

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Categoria:
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Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 58 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
personaggio di Carlo il vittimismo del liberale perseguitato. Altrettan- to si dica del Timoleone, forse sentito congeniale nelle crisi di potere della dinastia borbonica quando a Carlo IV e al suo favorito afran- cesado Manuel de Godoy si opponeva con intrighi di corte il figlio, futuro Fernando VII, nel quale l’incipiente liberalismo osava sperare (chiaramente sbagliandosi, diciamo con il senno di poi). Ma fra le tragedie di libertà fu soprattutto la Virginia (la cui traduzione è stata

e di concessioni alla tradizione spagnola, questa Virginia del Montiano, pedante ed erudita, forse non piacque mai eccessivamente in Spagna (in effetti non si hanno notizie di una sua eventuale rap- presentazione); fatto sta che venne in seguito letteralmente eclissata da quella di Alfieri. Francisco Martínez de la Rosa nella sua Poetica istituisce un paragone fra le due tragedie omonime a tutto vantaggio dell’astigiano: e scrive questa poetica non già all’epoca del suo giova- nile alfierianesimo, bensi nel

1827, dopo aver meditato e assimilato altre proposte ormai chiaramente romantiche. La suggestione di questa tragedia alfieriana in Spagna durerà fino al 1853, data della rappresen- tazione della Virginia di José Tamayo y Baus, il quale infatti nel pro- logo si riconosce ammiratore del grande tragediografo italiano. Va sottolineato inoltre che la Virginia per il suo finale, se non proprio lieto, almeno meno chiaramente tragico, si inseriva in un con- cetto piü moderno del teatro. Infatti secondo

E. Mattioda “Proprio nella tragedia a lieto fine va riconosciuta la forma tragica piu originale nel Settecento, l’unica che sia fondata su di un’ideologia corrente, quella del dispotismo illuminato” 16 . Tale forma é un’eccezione in Al- fieri, poiché soltanto per la Merope si puó parlare di un chiaro happy end, già presente nell’antecedente del Maffei. Ma nella Virginia I’apertura - pur relativa - ad un futuro migliore di libertà romana, era, 37

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Categoria:
Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 183 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
III, Francofiirti-Lipsiae 1640, p. 373). Lo stesso Maffei peraltro aveva scritto eella dedica a Rinaldo d’Este: “essendomi in questa città di buoni libri si ben fomita, venuta a mano l’uitima edizione d’Igino, mi è stato caro di vedere in un passo addotto, come fu anche il Reinesio di tal sentimento”. (p. XXXVII). 4) Teatro del sig. marchese Scipione Maffei..., pp. X-XI. 5) Teatro del sig. marchese Scipione Maffei..., pp. XVI - XVIII. 6) Lettera del Sig. di Voltaire premessa alla sua Merope

fossero tratti, e in quale genere egli, a sua volta, li introducesse. Nella poesia epica Nestore è un vecchio cordiale e loquace; ma nella nostra tragedia Polidoro, che è modellato su di lui, diventa un vecchio e insopportabile chiacchierone. Per fortuna Maffei non ha voluto seguire il presunto piano di Euripide, altrimenti il buon letterato ci avrebbe fatto ridere davvero, perché si sarebbe creduto in dovere di utilizzare tutti i frammenti che ci sono rimasti del Cresfonte e di inserirli fedelmente

nella sua opera ficcandoli, dove avesse creduto piu opportuno, come puntelli a sostegno e sviluppo del dialogo” pp. 200-201. II Lessing cita in nota un passo della dedica a Rinaldo d’Este, p. XXXIX della citata edizione del Teatro maffeiano del 1730. 9) LESSING, Hamburgische Dramaturgie, p. 445; “ Egli ha ragione di farsi beffe delle massime assurde che Maffei pone in bocca al tiranno. Spazzar via i nobili e migliori rappresentanti dello Stato; gettare il popolo in tutti i piú sfrenati piaceri per

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Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 186 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
per facilità di una corretta versificazione”: E. BERTANA, Vittorio Alfieri stu- diato nella vita, nel pensiero e nell ’arte, con lettere e documenti inediti, ritratti e fac-simile, Torino, Casa Editrice Ermanno Loescher, 1904, p. 120. II Teatro italiano o sia scelta di tragedie per uso della scena è composto di tre tomi, sia nella prima edizione (Verona, Jacopo Vallarsi, 1723 tomo I e II; 1725 tomo III), sia nella seconda edizione (Venezia, Stefano Orlandini, 1746). La Cleopatra del cardinal

Giovanni Delfino (“non piú stampata”) figura come ultima nel terzo tomo di ambedue le edizioni. IJn po’ diversa la scansione dei fatti affidata alla Vita: “Quest’ottimo uomo [il Paciaudi] mi era sempre andato suggerendo delle letture italiane, or questa or quella, e tra l’altre, trovata un giorno su un muric- ciuolo la Cleopatra, ch’egli intitola eminentissima per essere del cardinal Del- fino, ricordatosi ch’io gli avea detto parermi quello un oggetto di tragedia, e che lo avrei voluto tentare, (senza

, Rizzoli, 2001, p. 159. E probabile che Alfieri abbia voluto tacere di aver avuto tra mano nel 1775 le dodici tragedie edite dal Maffei nel Teatro italiano, anche se non si puó escludere che sia poi entrato in possesso dell’edizione padovana (1733) delle quattro tragedie del Delfino. 24) MAFFEI, La Merope..., pp. 80; 135-36. 25) MAFFEI, La Merope, pp. 57; 126. Sul personaggio della Merope maffeiana, cff. P. TRIVERO, Tragiche donne. Tipologie femminili nel teatro italiano del Settecento, Alessandria

, Edizioni dell’Orso, 2000, pp. 8-49. 26) ANGELINI, Della ‘Merope”..., p. 130. 27) V ALFIERI, Vita, pp. 191-92. 28) V ALFIERI, Scritti politici e morali, III, a cura di C. Mazzotta, Asti, Casa d’ Alfieri, 1984, p. 126 (v. 103). In una postilla (1796) aWHercules furens l’Alfieri rileva il forte debito del Maffei nei confronti della tragedia di Seneca, !à dove Lico pretende di sposare Megara, dopo aveme ucciso il padre e i fratelli : “Poliphon, et Meropes Maffejani maxime redolent hunc Lycum, et hanc

Me- garam: totaque haec Scaena a Maffejo imitata”: C. DOMENICI, Seneca nel giudizio di Alfieri: poeta magnus o declamator?, in Alfieri in Toscana, II, pp. 451-90 (p. 484). 29) I. PINDEMONTE, Elogio del marchese Scipione Majfei, pp. 308-309. 30) S. MAFFEI, La Merope, pp. 102-103. 31) S. MAFFEI, La Merope..., p. 35; G. ANGELINI, Della “Merope”'..., p. 129. 32) LESSÍNG, Hamburgische Dramaturgie, p. 425; “In gioventü egli dimostró molta inclinazione per la poesia, componendo con grande facilità versi

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Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 32 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
La frequenza di Giocasta emblematizza l’onere poetico e teatrale (teatrale proprio nel senso delle funzioni di colui/colei agente sul palco) che grava sul personaggio. Delle quattro scene che compongono l’atto primo, Giocasta è assente nella quarta (e non potrebbe essere diversa- mente, essendo la scena deli’accordo tra Creonte ed Eteocle). Delle sei scene che scandiscono il secondo, Giocasta non compare nelia sesta (corrispettiva della quarta del primo atto tra Eteocle e Creonte con

quest’ultimo, ora, intento a carpire la fiducia di Polinice). Delle quat- tro in cui è suddiviso il terzo, Giocasta entra - rimanendo sino alla fine dell’atto - alla seconda (in quanto, neila prima, Creonte ed Eteocle mettono a punto la loro strategia). Poi nel quarto (costituito da quattro scene) e nel quinto (diviso un tre scene) Giocasta non abbandona il palco, Giocasta è personaggio costante. Giocasta personaggio costante e coinvolto in prima persona nelle fondamentali scene relative alla dinamica del

fratricidio: quella del giuramento infranto e quella del duplice fratricidio, in parte visualizzato sulla scena. Per la scena del giuramento, giudicata da Ranicri de’ Calzabigi “bellissima” - e Calzabigi per Panalisi del Polinice esordisce promuo- vendo l’Autore a “maestro nel trattar le tragedie senza amori” - 20 , Alfieri evidenzia (proprio nella Risposta a Calzabigi) di aver voluta- mente evitato che Creonte “narrasse in teatro a Polinice che sarebbe stato avvelenato il nappo [in chiusura dell’atto

secondo, si ricordi che Creonte conduce Polinice in luogo segreto, dove gli svelerà tutto]; né che questo nappo fosse chiarito tale nella scena del giuramento. Creonte ha ottenuto il suo intento, poiché col mescere il vero ed il falso ha impedito la pace; ed io credo avere ottenuto il mio, poiché senza convincere Eteocle d’avvelenatore, né Polinice d’impostore, gli ho condotti a guerra aperta”. Insomma, Alfieri riconosee a se stesso l’abilità di tener sospesi i suoi ipotetici spettatori sino

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Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 173 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
di tempo, non senza concitazione, una quantità di classici italiani, a cominciare dai „quattro poeti“ (Dante, Petrarca, Ariosto, Tasso): Ma dovendo io scrivere in verso sciolto, anche di questo cercai di for- marmi dei modelli. Mi fu consigliata la traduzione di Stazio del Bentivoglio. Con somma avidità la lessi, studiai, e postillai tutta; ma alquanto fiacca me ne parve la struttura del verso per adattarla al dialogo tragico. Poi mi fecero i miei amici censori capitare alle mani VOssian del Cesarotti

, e questi furono i versi sciolti che davvero mi piacquero, mi colpirono e m’invasarono. Questi mi parvero, con poca modificazione, un eccellente modello pel verso di dialogo. Alcune altre tragedie o nostre italiane, o tradotte dal francese, che io volli pur leggere sperando d’impararvi almeno quanto allo stile, mi cade- vano dalle mani per la languidezza, trivialità e prolissità dei modi e del verso, senza parlare poi della snervatezza dei pensieri. Tra le men cattive lessi e postillai le quattro

traduzioni del Paradisi dal francese, e la Merope originale del Maffei. E questa, a luoghi mi piacque bastantemente per lo stile, ancorché mi lasciasse pur tanto desiderare per adempime la perfettibi- lità, o vera, o sognata, ch’io me ne andava fabbricando nella fantasia. E spesso andava interrogando me stesso: or, perché mai questa nostra divina lingua, si maschia ancor ed energica e feroce in bocca di Dante, dovrà ella farsi cosi sbiadita ed eunuca nel dialogo tragico? Perché il Cesarotti che

si vibratamente verseggia nell ’Ossian, cosi fiaccamente poi sermoneggia nella Semiramide e nel Maometto del Voltaire da esso tradotte? Perché quel pom- 152

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