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Categoria:
Letteratura
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2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 244 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
per Petica della scienza, fomendo una vasta panoramica sull’attuale dibattito intomo ai limiti etici della ricerca scientifica. Nel campo dell’etica della scienza, spiegava subito Lenk, la mag- gior parte dei contributi sul tema della responsabilità trattano, in modo generale e generico, “/0 responsabilità (individuale)”, mancando, in tal modo, di operare la necessaria differenziazione che risulta dalla so- vrapposizione di obblighi e rapporti di lealtà, nonché da interessi, moli e tradizioni

diversi; inoltre, tali contributi non colgono e non conside- rano in modo adeguato i problemi secondari relativi all’etica e al di- ritto delle istituzioni. II tema “responsabilità dello scienziato” si compone di due aspetti parziali: da un lato, il problema della responsabilità intrascientifica e, dall’altro, quello di una responsabilità extrascientifica. La responsabi- lità intrascientifica è quella che lo scienziato porta rispetto al proprio mondo scientifico; essa comprende il rispetto delle

regole di correttez- za del lavoro scientifico e di quelle riguardanti la concorrenza leale in una prospettiva di ottimizzazione, nel segno delPoggettività, della ri- cerca e della stabile acquisizione della verità. Già negli anni Quaranta il sociologo della scienza Merton studió un simile codice di norme, e individuó le regole-guida nei principi della generalizzabilità (“univer- salismo”), del dubbio sistematico (“scetticismo organizzato”), della mancanza di vincoli di interesse personale

(“condizione disinteressa- ta”) e dell’orientamento verso la comunità pubblica (communalism). Successivamente, si è ritenuto (cfr. Cournand e altri) che le norme dell’agire scientifico fossero determinate dai valori dell’onestà, dell’oggettività, del dubbio nei confronti della certezza e delPimpegno disinteressato. Ora, tali regole riguardano Vethos scientifico del singolo scienzia- to, la sua responsabilità verso la migliore conoscenza oggettiva possi- bile, e si riferiscono altresi ai suoi propri

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Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 94 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
12) Saul, a Tragedy, translated from the ítallan of Count Victorio Alfieri; and Jephtha’s daughter, a scriptural drama. Bv a Lady, Londra, Cadell, 1821. 13) Teatro italiano, o sia Scelta di commedie e tragedie di buoni autori raccolte da Romualdo Zotti [ ] ad uso delle scuole e degli studiosi della lingua italiana, 3 voll., Londra, Zotti, 1822. 14) Saggio del teatro italiano moderno, ossia commedie e tragedie scelte de' mi- gliori scrittori recenti, a cura di G. Rolandi, 2 voll., Londra

, Rolandi, 1822. 15) Vittorio Alfieri’s ,Merope‘, a Tragedy, with an analytical and interlineal trans- lation on the Hamiltonian System. By Mrs Merington, Londra, Souter, 1831. 16) Scelta di tragedie del conte Vittorio Alfieri, con note ed accenti per gli studiosi della lingua italiana, raccolte da Romualdo Zotti. Seconda edizione, rivista e corretta, 2 voll., Londra, Dulau, Whittaker, Booker, Souter, 1835. 17) Vedi Brand, op. cit, p. 238. Taie edizione non si trova nella raccolta della British Library

. 18) Philip, a Tragedy by Alfieri. Translated by Charles Orlando Childe, Londra, Saunders and Otley, 1844. 19) A Literal Prose Translation of Five Select Pieces from the Works of Tasso, Metastasio and Alfieri, translated by E. Capuzzi, 2 voll., Livomo, Sardi, 1826. L’Alfieri è rappresentato dal Filippo (vol. I, pp. 119-213) e dalla Merope (vol. II, pp. 105-203). Gli altri testi sono VArtaserse e il Temistocle del Meíastasio e il canto VII, st. 1-22, della Gerusalemme liberata. 20) Per la ricezione

britannica, oltre al saggio del Jeffrey segnalato sopra (n. 8) e alla prefazione di Charles Lloyd alla sua traduzione delle Quindici tragedie (vedi n. 9), va registrato, tra gli altri, l’articolo pubblicato nella “Quarterly Review”, vol. 14 (1816), pp. 333-368, opera anonima di Robert Southey, atteggiata a recensione della Vita alfierana e della traduzione delle Tragedie dovuta al Lloyd. II giudizio del Southey (dal 1813 “poet laureate”), in un saggio intitolato Alfieris Life and Writings

, è complessivamente molto positivo: l’Astigiano sarebbe un “great dra- matist [...] as much above the French tragedians, in every respect, as he is below Goethe and Schiller [...]” (p. 365): il Southey era amico del germanista Coleridge e cosi il Filippo di Alfieri “is pourtrayed with more force than Schiller’s, though Schiller, as a poet, is far above Alfieri” (ibid.). Sui difetti dell’Alfieri cita a lungo la prefazione del traduttore Lloyd, ma gran parte del testo consiste di riassunti: della vita

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Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 184 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
complete Works ofVoltaire, t. 17, Oxford, The Voltaire Foundation, Taylor Institution, 1991. 11) VOLTAIRE, Mérope, p. 237. 12) G. ANGELINI, Della “Merope” postillata dall’Alfieri, “II Bibliofilo”, II, n. 8- 9, agosto-settembre 1881, pp. 127-30. Cosi l’Angelini descrive Fesemplare appartenente alla sua “domestica collezione”: “Si tratta della Merope del Maf- fei, in tutto simile alFedizione 45a e legata in -8, ma mancante di frontespizio, ragione per la quale malgrado molte ricerche non mi fu dato

a scrivere e leggere questa tragedia con la solita sua apparente trascuratezza’ ” (pp. 127-28). Non si puó escludere che questo Giuseppe Anguillesi sia in realtà Giovanni Domenico Anguillesi, uno degli animatori - accanto a Domenico Luigi Batacchi, Salvatore De Coureil, Tito Manzi e Francesco Masi - della pisana accademia dei Polentofagi: A. FABRIZI, Alfieri e i letterati toscani, in Alfieri in Toscana. Atti del Convegno Intemazionale di Studi-Firenze, 19-20-21 ottobre 2000, a cura di G. Tellini

e R. Turchi, (Fondazione Carlo Marchi, Quademi 13), II, Firenze, Leo S. Olschki, 2002, pp.647-735 (p. 686). II testo postillato dall’Alfieri è riferibile ad una stampa che si rifà all’edizione curata dal Becelli nel 1730, come ha mostrato F. LONGONI, “Ecco il tiranno ”. Quale testo della Merope maffeiana lesse l’Alfieri, “Studi settecenteschi” 21 (2001), pp. 111-40. Le postille alfieriane sono state studiate da R. SALSANO, Capitoli alfierani (Merope e dintorni), Roma, Bulzoni, 1977. 13) ANGELINI, Della

“Merope"..., p. 128; MAFFEI, La Merope..., p. 28. 14) ANGELINI, Della “Merope”..., pp. 128-29; MAFFEI, La Merope..., p. 30. 15) ANGELINI, Della “Merope”..., p. 130; MAFFEI, La Merope..., p. 67 16) ANGELINI, Della “Merope”..., p. 130; MAFFEI, La Merope..., p. 70. 17) ANGELINI, Della “Merope”..., p. 128; MAFFEI, La Merope..., p. 28. 18) Annotazioni di Vincenzo Cavallucci sopra la Merope, in S. MAFFEI, La Merope [...] giusta la prima edizione del 1713, con le varie lezioni tratte dalle due ultime

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Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 274 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
La sessione mattutina della seconda giornata è stata aperta da una relazione di Henri Crétella dal titolo “Autonomie et philosophie”. Nel testo inedito che il relatore ha presentato ai partecipanti (e che fa parte di uno studio molto piu ampio di prossima pubblicazione), viene ripreso - in un senso fortemente innovativo che, a sua volta, è reso possibile proprio grazie alle prospettive aperte dalla fenomenologia heideggeriana - il problema dell’autonomia, insieme alle questioni connesse della

libertà e della legge (morale), cosi come esso è stato impostato nel “Contrat social” di Rousseau. In particolare, si mostra come la questione che emerge dal “Contrat” rousseauiano ponga la filosofia dinanzi a un compito a cui essa puó soddisfare unicamente attraverso una rivoluzione del pensiero. “Rivoluzione del pensiero” significa, qui, qualcosa di fondamentalmente diverso da una rivoluzio- ne per mezzo del pensiero; infatti, Lespressione indica una rivoluzione in cui il pensiero stesso (nel senso

del modo di pensare della tradizio- ne filosofica) si trasforma da capo a fondo. Nel corso del suo inter- vento, Crétella ha ricostruito lo sviluppo del problema della libertà nel pensiero di Rousseau rifacendosi, inoltre, al “Discours sur l’inégalité”, alle “Confessions” e alí’“Émile”. Successivamente, egli ha messo in luce la portata di tale pensiero per il pensiero deH’autonomia in Kant, il quale, come è noto, confessó di essere stato ricondotto “sulla retta via” proprio da Rousseau. Per

chiarire il modo in cui Kant giunge alla determinazione della “rettitudine” di tale “retta via”, Crétella ha riper- corso l’intero percorso filosofico kantiano, soffermandosi soprattutto sulla “Critica del giudizio” e sull’“Opus postumum”. Ció ha permesso, in conclusione, il passaggio verso il suddetto “nuovo compito” della filosofia e una determinazione provvisoria della “rivoluzione del pen- siero”, e ció con riferimento al senso e al concetto dell’agire come viene pensato da Heidegger, per esempio

, all’inizio della “Lettera sull’umanismo”. Questi aspetti sono stati ampiamente trattati e appro- fonditi, soprattutto per quanto riguarda Rousseau e Heidegger, durante la successiva discussione. La sessione pomeridiana, condotta da MassimO' Amato e Luca Fantacci, aveva come titolo: “Che cos’e il denaro”. A partire da un aforisma del poeta René Char, si è tentato di fornire alcuni elementi per 253

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Letteratura
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2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 43 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
è noto, dopo aver tentato tante volte di riunirsi all’oggetto del deside- rio, perde la vita. E che succede all’io narrante della Vita e allo stesso autore dell’opera? L’Alfieri empirico, dopo aver terminato la sua au- tobiografia, sta avvicinandosi, come sappiamo tutti, alla fine della sua esistenza empirica, destino che divide col personaggio finzionale della Vifa. Arrivato aH’“agomzzante virilità” la sua storia termina, deve ter- minare. Dopo la virilità - secondo lo schema tradizionale

delle fasi della vita dell’uomo - rimane solo la vecchiaia, ossia l’ultimo passo prima della morte. È evidente che una volta tcrminata la fase dell’autoconoscenza e dell’autocompiacenza e una volta raggiunto lo scopo della sua vita come artista, cioè il “farsi autore tragico”, il perfezionarsi come letterato, tanto la vita dell’io narrante quanto la vita dell’io empirico non hanno piü senso, entrambi i personaggi sono arrivati alla fine. Una variante del mitema della morte di Narciso che non

è visibile a prima vista ma che risulta conseguente una volta compresa la scrittura autobiografica di Alfieri come variante del mito di Narciso e dei suoi mitemi predominanti, dove esse appa- iono come varianti piü civilizzate rispetto alla versione del mito in Ovidio. Lo scopo del nostro intervento non è, come abbiamo detto all’inizio della nostra esposizione, quello di riprendere ancora una volta l’idea della scrittura autobiografica come variante moderna del mito di Nar- ciso, idea owia e tante volte

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Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 125 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
, p. 4 s., p. 29 e p. 18. 7) Si pensi almeno allo studio in due volumi di GAETANO MARRE’, che reca come titolo principale Vera idea della tragedia di Vittorio Alfieri (Pisa, Presso Giacinto Bonaudo, 1817), confutazione in due volumi della Dissertazione di Giovanni Carmignani sulle tragedie alfieriane, e al saggio del medesimo Sul merito tragico di Vittorio Aljieri. Dissertazione (Milano, Per Giovanni Silvestri, 1821), alle pagine di GIUSEPPE M. CARDELLA, nel III tomo del suo Com- pendio detia storia della bella letteratura greca

, latina e italiana (che ha qual- che riserva solo sul soggetto della Mirra, non sulla orditura della tragedia), alla Dissertazione in lode di Alfieri di SERAFINO GRASSI (Milano, Dalla tipogra- fia di Vincenzo Ferrario, 1819) e ai distinti capitoli alfieriani di FRANCESCO PAOLO BOZZELLI nel secondo e terzo volume della sua opera Della imitazio- ne tragica presso gli antichi e presso i moderni, Lugano, Presso Gius[eppe] Ruggia e c., 1837-’38. 8) VINCENZO GIOBERTl, Studi filologici, a cura di Domenico

Fissore, Torino, Tipografia torinese diretta da Spirito Casazza, 1867, pp. 145-146. Com’é noto, Veditio princeps della Storia detia letteratura italiana di FRANCESCO DE SANCTIS è quella pubblicata a Napoli nel 1870-1872 presso Domenico Mo- rano e Antonio Morano. Una recente ristampa anastatica, con una Nota di Fulvio Tessitore e un’Appendice di documenti, è stata pubblicata sempre a Napoli (Morano, 1985). 9) La libera traduzione gherardiniana suona come segue: “Un verso spezzato, o vero il subitaneo

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2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 252 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
2. “La mia tesi principale è questa: ció che contraddistingue l’atteggiamento scientifico (e il metodo scientifico) rispetto all’atteggiamento pre-scientifico, è il metodo che mira a inficiare, a compromettere la validità di soluzioni proposte.” Da un punto di vista della dottrina della scienza, e in considera- zione di problemi di portata esistenziale, sorgono, in relazione alla tesi fondamentale del Popper, alcuni interrogativi su cui vale la pena discu- tere: 1. Che cosa significherebbe

ridurre la conoscenza scientifica a un puro confutare o dichiarare una teoria come falsa? 2. Con quale giustificazione si potrebbe limitare il compito della filosofia a fungere da dottrina dell’errore, limitarlo cioé a dichiarare come erronee delle presunte conoscenze? 3. Non dobbiamo, piuttosto, auspicare che una problematica filo- sofica rigorosa implichi, oltre l’intenzione di Popper, anche la volontà di dimostrare - in una dottrina della conoscenza e della verità - prin- cipi inequivocabili

e apoditticamente certi, operanti nella realtà stori- ca? 4. A quali risultati puó condurre una riflessione e argomentazione filosofico-trascendentale, al fine di concepire un fondamento etico- morale per il volere e per l’agire umani? 5. Come dovrebbe configurarsi tale fondamento, come portatore di senso per la realtà? A differenza delLimpostazione sistematica e trascendentale di Schurr, Peter Kampits, nella sua relazione Crisi della scienza - crisi dell’etica. Commiato dalla modernità, introduceva

considerazioni improntate soprattutto a un’ottica post-modema. L’attuale sviluppo della scienza, del mondo della vita e dell’uomo in generale, é, nell’analisi di Kampits, caratterizzato da molte crisi che - anche in seguito alla tendenza alla globalizzazione del mondo, dell’economia e della scienza - non possono piú essere ignorate. 231

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Pagina 224 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
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Descrizione fisica: XVII, 256 S.
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Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
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pagnati due fenomeni che rendono inquietante lo scenario complessivo della presenza dell’uomo sul pianeta: la globalizzazione e gli squilibri sociali ed economici su scala planetaria. Lo sviluppo dei trasporti e soprattutto degli strumenti di comu- nicazione ha contribuito a determinare quel fenomeno, che chiamia- mo globalizzazione, d’unificazione dei mercati, di circolazione e difhisione della conoscenza e di potenziamento degli scambi sociali e culturali. Dobbiamo peró osservare che

le opportunità offerte dalle modeme tecnoiogie in termini di crescita della ricchezza e della qua- lità della vita, sono state patrímonio quasi esclusivi dei paesi dell’area occidentale (principalmente Europa, Stati Uniti e Giappone) e solo in misura molto piu modesta dei paesi dell’America Latina, dell’area mediterranea e del Medio Oriente. Molti paesi dell’Africa e dell’ Asia sono stati completamente esclusi da questi processi di sviluppo regi- strando nell’ultimo secolo un ritardo rispetto ai paesi

occidentali molto maggiore che nel passato. Se completiamo il quadro conside- rando da un lato i meccanismi economici che hanno messo a frutto, spesso spregiudicatamente, le potenzialità della globalizzazione e le diverse condizioni socio-economiche dei vari paesi, e dall’altro le diversità di cultura, civiltà e religione nelle diverse aree del globo, ci rendiamo conto della miscela esplosiva che l’uomo dovrà fronteggia- re nel suo immediato futuro. L’attentato alle torri gemelle è stato la piü esemplare

ed inquietante manifestazione dei pericolo cui è espo- sto il mondo quando i problemi delle disuguaglianze economiche e di qualità della vita, sommati a questioni sociali, religiose e politiche, vengono spregiudicatamente e criminalmente utilizzati e radicalizza- ti. Dobbiamo prendere atto, continuava Vasannelli, che lo sviluppo tecnologico è inarrestabile. Tale sviluppo ci pone peró davanti ad un problema di rapporti con 1‘uomo e di rispetto per la sua dignità e la sua stessa essenza e non ci deve far

dimenticare l’esigenza di un’equilibrata distribuzione delle risorse e della opportunità in tutte le parti del globo. Lo sviluppo tecnologico non puó prescindere perció 203

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Pagina 151 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
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Descrizione fisica: XVII, 256 S.
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Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
Nelle due tragedie tebane di Alfieri gli elementi che richiamano fattori, eventi, episodi e perfino ripetizioni di queste cose che nel mito si danno sono molto frequenti. Nel mito tebano Alfieri non tanto è colpito dalla figura della vittima primaria e pricipale di Edipo, come generalmente è accaduto dai tempi piíi antichi e specialmente da So- focle, che pure fa riconoscere la maledizione divina che grava sul personaggio dal fatto che quand’egli giunge a Colono i vecchi del Coro s’inquietano

non perché egli compare cieco, vecchio, mendican- te, ma perché è penetrato nel bosco, sacro e proibito, delle Erinni. Certo Edipo è una figura incombente e come tale imprescindibile, ma solo come primo effetto della maledizione generata dall’invidia degli dei, ovvero dalforrido male che impregna funiverso. E se il mito tebano è un insieme di elementi col quale vale la pena di misurarsi, ció accade non solo per questa ragione generale, ma soprattutto perché essa prende corpo nel seguito di azioni

che esplicano i caratteri owero le passioni dell’animo umano. Cosi i temi dell’incesto come turpe prova della maledizione divina, dell’odio fraterno come esito finale dell’abiezione della stirpe e infine dei corpi insepolti per cui i defunti non possono entrare nelFAde e restano esclusi dalla stabilità della morte sono di continuo ripresi nelFobliqua proiezione del potere del tiranno nel Polinice e nelYAntigone. Come da subito fu awertito, il Polinice, nel quale giustamente Fubini vedeva il mito

fatto piú truce, appare piu macchinoso dellMTtógtwc forse in ragione della sua stessa nascita. Ideato infatti il 28 maggio del 1775 e steso il 29 in francese, ebbe una stesura italiana nel luglio di quell’anno stesso e un succedersi di versificazioni e correzioni che durarono fino all’81 le prime e fino all’87 le ultime. Si tramanda che fonte primaria della tragedia sia stata la versione della Tebaide di Stazio fatta da Cornelio Bentivoglio nel 1729, anche se di questa versione Alfieri fa cenno solo

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2002
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Pagina 42 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
e che, owiamente, corrisponda ad essa la funzione di generatore epico basilare di tutta la narrazione. II mito di Narciso costituisce non solo la stmttura portante della Vita; se ne manifestano anche diversi aspetti accessori o, per meglio dire, mitemi. (Per mitemi - riferendoci alla terminologia di Lévi-Strauss - si intendono le unità distintive di un mito. I mitemi possono variare ed essere o non essere a seconda della versione che si prende in considerazione) 5 . Citiamo alcuni mitemi propri

del mito di Narciso e le rispettive varianti che esse subiscono nella versione di Alfieri. II Narciso di Ovidio, concentrandosi esclu- sivamente su se stesso, rinuncia tanto all’amore muliebre quanto all’amore efebico, mitema che, a prima vista, non sembra trovarsi nella variante del mito proposta da Alfieri. L’io-narrante della Vita, come è ben noto, dopo aver conosciuto diversi intoppi amorosi non tarda a incontrare la sua donna. Qualsiasi importanza quella abbia per l’autostilizzazione dell’io

autobiografico - argomento su cui tornere- mo nel corso della nostra relazione - il Narciso-narratore tende a sposta- re la donna o, per meglio dire, il discorso amoroso in seconda fila, procedimento narrativo che risulta senz’altro dalle esigenze del genere autobiografico. Nel caso della Vita: dall’idea prestabilita, allo stesso tempo fondamentale e coerente intomo alla quale si organizzano tutti gli episodi narrativi, cioé dallo scopo dell’io-narrante di “farsi autore tragico”, di presentarsi a se stesso

e al pubblico come letterato intel- lettuale e non come amante appassionato delle donne. Amante si, peró amante della sua vocazione di artista. II mitema della rinuncia all’amore portato nelle Metamorfosi alle sue ultime conseguenze, in Alfieri si mostra in maniera meno radicale o meglio, piu civilizzata pur conservando la sua valenza semantica: lo sguardo su se stesso esige lo spostamento degli altri in seconda fila. Allo stesso risultato arriva anche Arnaldo di Benedetto quando, analizzando l’impostazione

narrativa della Vita, osserva: “scarso rilie- vo hanno gli amici e la stessa Stolberg [...] o le altre amanti, la cui presenza è in definitiva funzionale alla carriera intellettuale dello scrit- tore” 6 . Un altro mitema non meno costitutivo del mito di Narciso è quello col quale termina la storia del protagonista. II Narciso di Ovidio, come 21

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Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 46 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
Ci asteniamo dal ripetere ancora una volta i risultati, comunemente accettati, della critica, sia positivista che intertestuale: la positivista, che identifica la “vera donna” con un personaggio empirico, l’intertestuale, invece, che sottolinea nella sua presentazione i riferimenti alla Vita Nova di Dante. Per la lettura metafinzionale l’incontro dell’io-narrante con la sua “vera donna” costituisce un esempio tipico della messa in scena del testo, dell’autodenuncia dei procedimenti narrativi

e soprattutto della non-autenticità del narrato. Non vogliamo negare che l’AlfÍeri empirico abbia veramente incontrato la contessa d’Albany a Firenze. Concentran- dosi peró sull’episodio narrato nella Vita e partendo da una prospettiva metafinzionale risulta logico e coerente che un letterato ed intellettuale, coltivando la sua vocazione artistica ed il suo io-narcisista, debba tro- vare tanto la sua musa quanto la sua passione amorosa a Firenze, città topica dell’arte, della letteratura ed anche del

discorso amoroso. Citia- mo un passo chiave del capitolo rispettivo della Vita: “[ ... ] invece di ritrovare in essa, come in tutte le volgari donne, un ostacolo alla gloria letteraria [... ] io ci ritrovava e sprone e conforto ed esempio ad ogni bell’opera”(p.l78). Questa donna, inoltre, incita passione, “febbre del cuore” - Che incontro felice! aggiungerebbe qui, magari sospirando, una lettrice appassionata di romanzi sentimentali. Visto ed analizzato da una prospettiva metafinzionale, l’episodio che

si svolge a Firenze assu- me una valenza ben diversa. L’incontro con la “vera donna” a Firenze sembra essere una cosciente e deliberata messa in scena, owiamente finalizzata a mettere l’io-narrante tra gli illustri letterati fiorentini, con- cretamente a collocarlo dalla parte di Dante conducendo cosi il narra- tore in cima alla gloria letteraria, all’autocanonizzazione, all’autobeatificazione. In questo contesto anche il motivo della donna amata rivela il suo significato metafinzionale: la cosiddetta

“vera don- na” della Vita, “una gentilissima e bella signora” mascherata da Beatrice o per meglio dire, costruita sulla base di riferimenti alla Beatrice della Vita Nova, è un puro artefatto, un personaggio amimetico che deve compiere fanzioni ben determinate. A parte il suo ruolo di musa e di reincamazione di Beatrice deve richiamare, ancora una volta, l’attenzione del lettore sul carattere giustamente amimetico, sulla non-autenticità del materiale narrativo. 25

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Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 254 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
La scienza, che per secoli è stata considerata come garante del progresso, proprio in virtu della velocità di tale progresso (ingegneria genetica, energia atomica, tecnologia informatica) è caduta in una crisi che è accompagnata da manifestazioni di aperta sfiducia e addirittura di ostilità nei confronti della scienza stessa. Sono cosi emerse delle questioni che toccano gli ambiti piú pro- fondi delFetica e pongono quest’ultima dinanzi a interrogativi in parte del tutto nuovi. Tuttavia, anche

l’etica, nonostante il suo momento di grande sviluppo, si trova in una crisi, dovuta, non ultimo, alla pluralità dei sistemi di valori e dei mondi della vita. In entrambe le crisi, si rivela un commiato dagli orientamenti mo- nolitici delFera moderna. II modo di pensare che, per seeoli, è stato orientato sull’unità della razionalità, ha fatto posto a una molteplicità di razionalità che desta l’impressione di confusione e di frammentazione. Non vi è piú un solo accesso alla realtà e alla verità

, ma molti; non vale piú un solo sistema di valori, ma molti, che sono in concorrenza tra loro. Tuttavia, ció non dispensa dalla necessità di tentare un’integrazione delle diverse discipline e forme di conoscenza, ma, soprattutto, di far intervenire con forza Fetica in quanto grandezza integrativa che ac- compagni lo sviluppo della scienza e della tecnica. La scienza in quanto grandezza globale costituisce la base di quelFeconomicizzazione che, sotto il nome di “globalizzazione”, vie- ne attualmente

da alcuni entusiasticamente salutata, da altri accanita- mente osteggiata. (Esempio: lo sviluppo della tecnologia informatica, senza la quale Feconomia mondiale crollerebbe). La discussione sul fatto se la nuova funzione dell’etica debba tradursi in un’etica globale (Hans Kiing), oppure, invece, nelFindividuazione di un consenso minimale nelle singole culture, è tuttora aperta. Dovremo imparare a convivere con una molteplicità di forme di razionalità. Ma dovremo anche imparare ad accettare

la molteplicità di valori senza tuttavia cadere nell’arbitrio e nell’assenza di distinzioni. La crisi dell’etica e la crisi della scienza potrebbero 233

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Categoria:
Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 136 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
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Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
gnor Boccomini per le parti di Scneca e di Pereo, mentre altri duc-tre nomi si fanno poi solo o per l’una o per l’altra tragedia. La riproduzione dei testi originalc e tradotto a fronte ricorda una pratica di librettistica, dunque di libretto d’opera che dovrebbe aiutare il pubblico a comprendere non solo la trama della tragedia. ma il testo alla lettera. Questo testo funzionale non rivela alcuna esigenza di perfezione, ció che ci dimostra anche la trascuratezza nella riproduzio

- ne deli’originale alfieriano. Si tratta di un servizio del momento per chi, forse senza conoscere (bene) la lingua italiana andando a teatro, vorrebbe seguirne il testo. Se qui si tratta di un’intesa su due piani si potrebbe anche, come succede tradizionalmente nelhopera lirica, con- tare su queiia familiarità del pubblico (colto) con i soggetti “classici”, ricalcati dalla lunga tradizione della tragedia e di cui 1’Alfieri stesso eonfessa che “nessun autore ha inventato mcno di me”. Con gli strumenti

convenzionali non è possibile individuare tutti i dati della messa in scena a Vienna. II fatto che nella stagione del 1856/57 sono registrate a Vienna ie recite della compagnia di Ernesto Rossi e Gaetano Gattineili fa pensare a una coincidenza con la messa in scena della Mirm e dell’Ofíavia interpretate dalla Ristori. 8 Biso- gnerebbe peró studiare ben piii materiale del periodo in questione per accertare le condizioni di questi Gastspiele, di ricordo tanto effimero quanto lo sono le rappresentazioni

stagionali. Questa pratica del teatro poco documentata nella sua integralità di consuetudini tradizionali e innovative, diversificata nei suoi elementi del testo, della recita, della sceneggiatura, porterebbe sempre ad essere considerata dal punto di vista delle diverse discipline teatrali e ietterarie. 4.3. Uno dei problemi che si accompagnano al fenomeno, e che per noi è particolarmente importante, è quello deila traduzione. C’e chi nega la ragion d’essere alla traduzione dell’opera poetica, come l’ha

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Categoria:
Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 118 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
nato cultore di metrica, tanto appassionato che fini piú di una volta per trascurare i valori poetici per quelli tecnici, e, tra l’altro, tentó di riprendere in tedesco elaborate imitazioni metriche di canzoni italiane; e cercó pure di esemplare la versificazione modema su modelli della metrica classica, nonché di fissare precise regole per la composizione del sonetto, dell’ottava rima, della terzina, della sestina e della canzo- ne. Malgrado questa perizia tecnica peró egli non riusci affatto

giudicato poeta compitamente musicale; e ancora: “[...] er besitzt von der poetischen Musik nur den Theil der Melodie, ohne armonischen Umfang, und ohne die geheimnisvollen Wirkungen des Contra- puncts” 11 : carenza grave quella delTarmonia, che ancora Schlegel, sulla scia di Rousseau, riteneva principio dominante della musica modema. A questo riguardo è rivelatore il fatto che, sempre nelle Vorlesungen viennesi, egli esaltasse proprio i versi giambici di Shakespeare perché saprebbero variare armonia

e profondità espressiva e seguire anche nel monologo la maniera del dialogo e adeguarsi alle misure giambiche. A1 contrario, il frammentato verso alfieriano avrebbe solo effetti sgra- devolmente dissonanti e suoni rigidi e duri appesantirebbero la origi- naria leggiadria della lingua materna delTautore. In quest’ultimo passaggio, da me riassunto per brevità, il critíco tedesco rivelava - insieme a un evidente pregiudizio romantico, cioé al presupposto che la leggiadria fosse connaturata o meno a una lingua

sin dalla nascita - una superficiale conoscenza di Alfieri, attribuendo- gli senza remore la lingua italiana come lingua materna, e una non meno superficiale conoscenza della sua formazione letteraria. Ne con- seguiva un giudlzio tanto severo quanto inverosimile perché non con- siderava che il verso tragico deve tradurre per Alfieri esclusivamente il linguaggio in azione scenica e non puó e non deve assolutamente 97

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Categoria:
Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 121 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
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Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
sc.3 a , v. 79 e s.) o come il rovesciamento delle statue di Poppea e l’omaggio a quelle di Ottavia quando quest’ultima viene richiamata a Roma e il ripristino delle statue abbattute dopo la repressione milita- resca della rivolta popolare (Ann. XIV, 61,1 e Ottavia, a.IIl, sc.3 a , vv. 122-128 e a. IV, sc.2 a , vv. 78-81). Resta pertanto incomprensibile l’affermazione di Schlegel sull’infedeltà di Alfieri rispetto alla fonte latina; o forse si spiega, almeno in parte con un pregiudizio

, questa, fondamentale perché investe un principio-cardine della nuova cultura romantica (un’eco arriverà fino a Manzoni, non certo tenero col tragediografo piemontese) nettamente orientata del resto verso una letteratura capace di interrogare costantemente la sto- ria. Inutile obiettare a Schlegel che Alfieri non poteva intravedere nell’Italia del suo tempo alcuna parvenza di popolo (beninteso nel senso di ceto medio produttivo, secondo la concezione postrivoluzio- naria di fine Settecento); non

poteva intravedere cioé cittadini consa- pevoli e liberi della loro storia e dei loro diritti, della loro cultura e delle loro tradizioni migliori: un popolo che avesse in sé fortemente sviluppato il sentimento della patria e della libertà (che per Alfieri, cosi come poi per il suo discepolo ideale Ugo Foscolo, sono una cosa sola). Non esisteva nel presente di Alfieri questo popolo; forse, egli pensava, sarebbe potuto esistere in futuro; e infatti la dedica della tragedia Bruto secondo suona

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Categoria:
Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 196 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
Per un temperamento come il vostro una donna di animo nobile è neces- saria. Ma come la vostra lingua deve essere pulita da scorie provinciali per diventare oro, cosi il vostro cuore deve essere purificato attraverso un grande amore. Dovete avere una donna come il nostro grande Dante, il nostro dolce Petrarca... una donna che troneggi in altezze celestiali, una regina della fan- tasia... una concretizzazione della verità e della bellezza. L’abate, costantemente e non a caso presente nei momenti

piii delicati del racconto, è la guida e il Pigmalione di Alfieri; Schandorph sviluppa e piega ai suoi fini evidenti spunti desunti dalla biografia della contessa d’Albany scritta da Reumont: si veda in particolare il quarto capitolo di quell’opera, nel quale fra l’altro si sottolinea l’influenza esercitata dall’abate sullo scrittore, anche nell’avvicinarlo alla Stolberg. Nel romanzo di Schandorph sarà Caluso stesso a get- tarlo, senza parere, nelle braccia della contessa, sua “musa” essenziale

al conseguimento del fine assegnato al poeta. Le diverse fasi della relazione amorosa sono narrate con fedeltà sostanziale, e ardcchite di particolari d’invenzione talvolta di dubbio gusto e comunque non necessari: il lesbismo mal frenato della badessa del convento fioren- tino delle Bianchette, dove la contessa ha trovato rifugio, la farsa del simulato attacco alla carrozza che porta la Stolberg verso Roma... Per salvare la donna, il fiero allobrogo viene a patti e si piega davanti al granduca Pietro Leopoldo

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2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 144 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
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Descrizione fisica: XVII, 256 S.
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Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
tet fur die Gegenwart, herausgegeben von Friedrich Schreyvogl, Bergland-Buch, Salzburg-Stuttgart 1958, Selbstbiographie, Vol. 1, p. 160. 3) A1 convegno “Alfieri e il suo tempo” Heydenreich ha presentato una relazione su “Ludwig Hain traduttore della Vita”. 4) Partigiano della posizione risorgimentale N. Stiveri conferma nella sua Storia di Venezia dalla sua origine fino ai nostri giorni, Milano - Venezia - Trieste 1870, p. 233, che dopo il ’48 „Soffocata cosi la rivoluzione non solo a Venezia

è riferito, con la voce giomalista della I.R. Gazzetta, da V Marchesi, Settant’anni di Storia politica di Venezia (1798-1866), L. Roux & C.-Ed. Torino - Roma 1892, e che asserisce che “i sovrani... il 25 novembre 1956 si recarono a Venezia. “La nostra città, scrisse in tale occasione la Í.R. Gazzetta, bramava da molto tempo di tributare all’augusta Coppia l’omaggio della sua fedeltà e questo giorno, in cui finalmente essa vede appagato il suo voto, è certo tra i piú fausti e memorandi della patria storia

” (Gazzetta 26 novembre 1856) Sono, con la citazione della nota n. 4, due pareri contrastanti sul clima politico degli anni quaranta-cinquanta, e caratterizzanti avversità e difficile convivenza fra stato sovrano e regioni suddite. 6) v. Erika Kanduth, Der Mailânder Adel im Dienste Maria Theresias, in Öster- reichisches - Italien - Italienisches Österreich, Interkulturelle Gemeinsamkeiten und nationale Differenzen vom 18. Jahrhundert bis zum Ende des Ersten Welt- krieges, herausgegeben von Brigitte Mazohl

. Insieme alla possibile recita di Ottavia e di Mirra nello stesso pe- riodo si avrebbe una concentrazione su opere del teatro italiano. 9) cfr. Erika Kanduth, A proposito di due traduzioni italiane della t ‘Saffo” di Grillparzer, in Atti dell’Accademia Roveretana degli Agiati, Accademia Rove- retana degli Agiati 1996 . 10) Certamente sarebbe da distinguere fra notizie di rilievo o senza, oggettive e soggettive quali si troverebbero nel carteggio di Adelaide Ristori. 123

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2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 191 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
Non mancò a buon conto d’interessare anche qualche raro artista (tralascio i caratteristici monumenti pubblici e i busti ottocenteschi - si rammenti il gozzaniano “busto d’Alfieri”). Ad esempio, del 1851 è un’incisione su disegno di Niccola Ulacacci raffigurante Vittorio Alfie- ri e il re di Sardegna Vittorio Amedeo III, cioé la visita resa al sovrano nel 1784; e del 1892 è un mediocre dipinto raffigurante il poeta nell’atto di bruciare, nel suo salotto di Torino, il manoscritto della Cleopatra

e Tabate di Caluso che si precipita a salvarlo dalle fiamme. Autore ne fu il torinese Carlo Felice Biscarra, figlio di un altro pittore, Giovanni Battista, e figura benemerita della cultura subalpina. Tale era Tinterpretazione del soggetto del quadro data da un catalogo del 1926, e mai contestata; ma non vedo perché non si debba invece leggere in esso un’illustrazione dell’episodio narrato nell’Epoca quarta della Vita, e riguardante la Sofonisha: il sacrificio avvenne a Parigi, in presenza

poltrona storica ossia La coda di un gran poeta in erba; fu composto nel 1853, tra due com- medie di argomento anch’esso letterario e settecentesco, suoi insupe- rati successi: Goldoni e le sue sedici commedie nuove (1851), il suo capolavoro, e La satira e Parini (1856). Fu rappresentato, nel ’53, a Modena; Giuseppe Peracchi interpretó il ruolo del protagonista, e Fanny Sadowski quella della Marchesa Teresa (nome assegnato nella comme- dia a chi fu in realtà Gabriella Falletti di Villafalletto). L’atto

unico è incentrato sul passaggio del poeta dalla dissipatezza giovanile e dall’avvilente amore per l’imperiosa Marchesa alla scoperta della vocazione teatrale: la “poltrona storica” è quella sotto un cui cuscino fu tenuto “in macero” per quasi un anno (secondo il racconto della Vita) il manoscritto del primo abbozzo della Cleopatra, la sua prima 170

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Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 54 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
Se tutto ciò risponde a verità, c’é da scommettere che la fama del personaggio Alfieri fuori d’Italia, e concretamente in Spagna, dovette venire affidata piú che altro al protagonismo della figura letteraria emergente dalla autobiografia. Ma proprio la conoscenza della Vita in Spagna rimane uno dei punti piú oscuri allo stato attuale della nostra indagine. Tradotta parzialmente assai tardi, nel 1921 (la prima ed unica traduzione moderna completa è del 1962), quest’opera non viene ci- tata mai

come produzione letteraria neppure dagli ammiratori piú entusiasti di Alfieri. In un recente studio su uno di questi alfieriani, Antonio Savinón, sono stati segnalati probabili echi di una delle pagi- ne piú emozionanti della Vita, quella della fuga alla Barriére Blanche, in un resoconto che il Savinón scrive della sua propria fuga attraverso una Spagna in tumulto occupata in parte dalle truppe di Giuseppe Bonaparte nel 1808. Ma le situazioni dei due episodi di fuga sono troppo dolorosamente

storiche per poter aífermare una influenza diret- ta della autobiografia alfieriana su questo scritto; tutt’al piú si puó parlare di una comune tendenza in entrambi, Alfieri e Savifión, a filtrare la realtà attraverso la mitificazione letteraria 8 . La Vita alfieriana appare per la prima volta come importante e reiterato intertesto (a volte rielaborata liberamente e altre volte tradotta alla lettera) in un lungo articolo non firmato intitolato Alfieri apparso nel 1837 sulla spagnola Revista Europea

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Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
di Alfieri e questa ripresa dei suoi due drammi rappresentati a Vienna a metà secolo. Nel contesto alfieriano non è senza interesse, almeno per Fanalogia, che della Sappho, scritta nel 1817, esistesse già una prima traduzione italiana cui faranno seguito altre ancora per far co- noscere Grillparzer anche in Italia. 9 Per quanto si conservi un filone tradizionalmente classicista con i temi delle due tragedie di Alfieri cavati dalla mitologia greca e dalla storia romana facendo appello

a un pubblico colto che ne conosce la trama, si pone il problema se, nel momento della rappresentazione, la Mirra e YOttavia siano attuali. II periodo postrivoluzionario si rivela fortemente precario se si vuole evitare sul palcoscenico e con la cen- sura alle spalle una qualsiasi allusione nei confronti di un pubblico sensibile alle voci politiche. In tale caso la Mirra, dramma individuale ed estraneo ad un atto di identificazione si rivela di tempra evasiva e lontana da ogni riferimento pubblico

. La protagonista omonima ne\V Ottavia, invece, seppure centrata sul suo amore infelice per il consorte Nerone e al quale si sacrifica, fa risuonare la vox populi elevata a suo favore contro l’atteggiamento tirannico dell’imperatore. Anche con le traduzioni accanto al testo originale, destinate ad appoggiare la recita, dobbiamo ammettere che esse non ci aiutano a individuare le possibili conseguenze della messa in scena se conside- rata alla luce della severa consura ancora vigente, come del resto non arriviamo

a cogliere altri elementi pratici del suo corollario di tempi, luoghi, organizzazione. Un terreno piú sicuro, invece, per giudicare la portata delle trage- die bilingue lo troveremo in un raffronto immediato fra testo tedesco e testo italiano della Mirra e úq\YOttavia. Lo stile della traduzione suggerisce il fatto che i due testi siano stati tradotti dalla stessa mano. Le traduzioni sono scritte in prosa, non in versi come concepiti da Alfieri che si orienta dall’endecasillabo (sciolto). II vantaggio

della libera traduzione, e in piú in prosa, risulta dalla riproduzione piú vi- cina e piú grammaticale del ductus poetico che nel verso si riveste spesso delle inversioni e che è soggetto alLornamento delle figure retoriche. Che cosa ci dicono le versioni contrastive che vorrebbero ugua- 117

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Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
2002
Vittorio Alfieri : il poeta del mito ; 23° simposio internazionale di studi italo-tedeschi ; resoconto dei colloqui internazionali di ricerca sul tema: etica e scienza per il governo dello sviluppo ; la ricezione della fenomenologia tedesca nel pensiero italiano e francese = Vittorio Alfieri.- (Studi italo-tedeschi ; 23 )
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Pagina 186 di 280
Autore: Cotteri, Roberto [Hrsg.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (23 : 2002 : Meran) / [Ediz. curata dall'Accademia di Studi italo-tedeschi sotto la direz. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Koch
Descrizione fisica: XVII, 256 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: p.Alfieri, Vittorio ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Segnatura: II 214.926
ID interno: 351753
per facilità di una corretta versificazione”: E. BERTANA, Vittorio Alfieri stu- diato nella vita, nel pensiero e nell ’arte, con lettere e documenti inediti, ritratti e fac-simile, Torino, Casa Editrice Ermanno Loescher, 1904, p. 120. II Teatro italiano o sia scelta di tragedie per uso della scena è composto di tre tomi, sia nella prima edizione (Verona, Jacopo Vallarsi, 1723 tomo I e II; 1725 tomo III), sia nella seconda edizione (Venezia, Stefano Orlandini, 1746). La Cleopatra del cardinal

avergli mai mostrato quel mio primo aborto, di cui ho mostrato qui addietro il soggetto) egli me la comprò e donó. Io in un momento di lucido intervallo avea avuta la pazienza di leggerla e di postillarla; e gliel’avea cosi rimandata, stimandola in me stesso assai peggiore della mia quanto al piano e agli affetti, se io veniva mai a proseguirla, come di tempo in tempo me ne rinasceva il pensiere”: V ALFIERI, Vita, Introduzione e note di M. Cerruti, Nota bio-bibliografica di L, Ricaldone, Milano

, Rizzoli, 2001, p. 159. E probabile che Alfieri abbia voluto tacere di aver avuto tra mano nel 1775 le dodici tragedie edite dal Maffei nel Teatro italiano, anche se non si puó escludere che sia poi entrato in possesso dell’edizione padovana (1733) delle quattro tragedie del Delfino. 24) MAFFEI, La Merope..., pp. 80; 135-36. 25) MAFFEI, La Merope, pp. 57; 126. Sul personaggio della Merope maffeiana, cff. P. TRIVERO, Tragiche donne. Tipologie femminili nel teatro italiano del Settecento, Alessandria

, Edizioni dell’Orso, 2000, pp. 8-49. 26) ANGELINI, Della ‘Merope”..., p. 130. 27) V ALFIERI, Vita, pp. 191-92. 28) V ALFIERI, Scritti politici e morali, III, a cura di C. Mazzotta, Asti, Casa d’ Alfieri, 1984, p. 126 (v. 103). In una postilla (1796) aWHercules furens l’Alfieri rileva il forte debito del Maffei nei confronti della tragedia di Seneca, !à dove Lico pretende di sposare Megara, dopo aveme ucciso il padre e i fratelli : “Poliphon, et Meropes Maffejani maxime redolent hunc Lycum, et hanc

Me- garam: totaque haec Scaena a Maffejo imitata”: C. DOMENICI, Seneca nel giudizio di Alfieri: poeta magnus o declamator?, in Alfieri in Toscana, II, pp. 451-90 (p. 484). 29) I. PINDEMONTE, Elogio del marchese Scipione Majfei, pp. 308-309. 30) S. MAFFEI, La Merope, pp. 102-103. 31) S. MAFFEI, La Merope..., p. 35; G. ANGELINI, Della “Merope”'..., p. 129. 32) LESSÍNG, Hamburgische Dramaturgie, p. 425; “In gioventü egli dimostró molta inclinazione per la poesia, componendo con grande facilità versi

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