Suggerimenti per la ricerca avanzata

Commenti: Craffonara, Lois: ¬Die¬ Grenze der Urkunde von 1002/1004 im heutigen Ladinien / Lois Craffonara, 2000 Craffonara, Lois: Vicus - villa und curtis im Gadertal mit Ausblicken auf die angrenzenden Täler : neue Aspekte des Besiedlungsgeschichte / Lois Craffonara, 2000 Dorsch, Helga: ¬Die¬ Volksliedsammlung von Theodor Gärtner - eine Dokumentation aus den Anfängen unseres Jahrhunderts : Volksmusik und Volkspoesie aus dem Gadertal / Helga Dorsch, 2000 Heumann, Konrad: Hugo von Hofmannsthal und Ladinien : zur Entstehung des Romanfragments "Andreas" / Konrad Heumann, 2000 Mascino, Claudia: Seconda campagna di ricerche sul Mesolitico d'alta quota in Val di Longiarü : (appunti sui lavori 1998) / Claudia Mascino ; Andrea Pilli, 2000 Solèr, Clau: 1938: ina data (be)istorica avant 60 onns? / Clau Solèr, 2000 Tecchiati, Umberto: Principali risultati delle ricerche nel villaggio fortificato di Sotciastel (Val Badia, BZ) a alcuni problemi dell'età del bronzo dell'alto bacino dell'Adige / Umberto Tecchiati, 2000 Videsott, Paul: Dolomitenladinische linguistische Bibliographie 1996 - 1997 - 1998 / Paul Videsott, 2000

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

. 28) per il momento senza confronti, almeno in area sudalpina. La presenza di siti fortificati più o meno coevi anche in area prealpina, come a Monte Pipaldolo nel veronese 40 ’ o a Crocetta di Arcugnano nei Berici 4 " o anche tra i castellieri della Venezia Giulia (cfr. in particolare, per il dettaglio del paramento esterno impostato sul pendio, e di una serie di paramenti “a scarpa”, che contengono un riempimento di breccia, il Castelliere Marchesetti presso Slivia nel Carso triestino 42 ’) che

vano almeno 1’esistenza appunto di uno sforzo comunitario e per così dire coo perativo. E questo della fortificazione è certamente l’aspetto di maggiore rilievo a Sotciastel e sul quale i saggi B,G e C-E hanno tentato di portare un contributo di dati di qualche novità rispetto all’areale indagato (v. Fig. 27). La comprovata an tichità del manufatto murario suggerisce che anche altre strutture difensive di cui si ignora, per l’assenza di dati inequivocabili o di scavi sistematici, la cronolo gia

, possano essere riferite all’età del bronzo. Penso specialmente al castelliere Nòssing a N di Bressanone, al pari di Sotciastel “sperone sbarrato”, la cui fortifi cazione non è unanimemente considerata in fase con l’abitato del bronzo antico e medio 39) . Un dato di grande interesse sulla possibile molteplicità delle struttu re difensive degli abitati d’altura dell’età del bronzo proviene dall’abitato di Al- banbiihel, sempre presso Bressanone, dove si ritrova una combinazione di muro + fossato (v. Fig

presentano aspetti di notevole somiglianza strut turale con il muro a sacco di Sotciastel, pone inoltre il problema di usanze difen sive simili diffuse in ambiti culturali diversi. Ci si può chiedere, da un lato, se l’erezione di questi muri di cinta o di sbar ramento non si manifesti a Sotciastel e altrove in Italia settentrionale per effetto degli influssi culturali dalle regioni a nord e a est delle Alpi dove, nell’età del bronzo, sono ampiamente documentati abitati fortificati che rivestono un ruolo

- 39) La revisione, nell’ambito della mia tesi di dottorato, dei dati di scavo delle ricerche degli anni sessanta mi hanno portato alla conclusione, che sarebbe comunque da verificare attraverso un nuovo “taglio nel vallo”, che il muro di sbarramento di questo significativo in sediamento potrebbe datarsi a momen ti iniziali del bronzo medio, e comun que a un momento precedente l’abban dono del villaggio protostorico. 40) Salzani L. 1981, Preistoria in Val policella, Verona. 41) Broglio A. & Fasani L., 1975

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 58 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

a N di Bressanone, al pari di Sotciastel "sperone sbarrato", la cui fortifi¬ La presenza di siti fortificati più o meno coevi anche in area prealpina, come a Monte Pipaldolo nel veronese 40 ' o a Crocetta di Arcugnano nei Berici 4 " o anche tra i castellieri della Venezia Giulia (cfr. in particolare, per il dettaglio del paramento esterno impostato sul pendio, e di una serie di paramenti "a scarpa", che contengono un riempimento di breccia, il Castelliere Marchesetti presso Slivia nel Carso triestino 42 ') che

vano almeno l'esistenza appunto di uno sforzo comunitario e per così dire coo¬ perativo. 56 cazione non è unanimemente considerata in fase con l'abitato del bronzo antico e medio 39 '. Un dato di grande interesse sulla possibile molteplicità delle struttu¬ re difensive degli abitati d'altura dell'età del bronzo proviene dall'abitato di Al- banbiihel, sempre presso Bressanone, dove si ritrova una combinazione di muro + fossato (v. Fig. 28) per il momento senza confronti, almeno in area sudalpina

. E questo della fortificazione è certamente l'aspetto di maggiore rilievo a Sotciastel e sul quale i saggi B,G e C-E hanno tentato di portare un contributo di dati di qualche novità rispetto all'areale indagato (v. Fig. 27). La comprovata an¬ tichità del manufatto murario suggerisce che anche altre strutture difensive di cui si ignora, per l'assenza di dati inequivocabili o di scavi sistematici, la cronolo¬ gia, possano essere riferite all'età del bronzo. Penso specialmente al castelliere Nössing

presentano aspetti di notevole somiglianza strut¬ turale con il muro a sacco di Sotciastel, pone inoltre il problema di usanze difen¬ sive simili diffuse in ambiti culturali diversi. Ci si può chiedere, da un lato, se l'erezione di questi muri di cinta o di sbar¬ ramento non si manifesti a Sotciastel e altrove in Italia settentrionale per effetto degli influssi culturali dalle regioni a nord e a est delle Alpi dove, nell'età del bronzo, sono ampiamente documentati abitati fortificati che rivestono

- 39) La revisione, nell'ambito della mia tesi di dottorato, dei dati di scavo delle ricerche degli anni sessanta mi hanno portato alla conclusione, che sarebbe comunque da verificare attraverso un nuovo "taglio nel vallo", che il muro di sbarramento di questo significativo in¬ sediamento potrebbe datarsi a momen¬ ti iniziali del bronzo medio, e comun¬ que a un momento precedente l'abban¬ dono del villaggio protostorico. 40) Salzani L. 1981, Preistoria in Val¬ policella, Verona. 41) Broglio A. & Fasani L., 1975

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 32 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

e su corno, la materia prima più importante, a partire dal bronzo medio il decli no apparentemente improvviso della selce diviene, almeno per quanto è dato di dedurre dalla documentazione di Sotciastel e di Albanbuhel, del tutto evidente e generalizzato. Si osserva in particolare la quasi totale assenza di resti di lavora zione e un numero limitatissimo di tipi - principalmente punte di freccia ed ele menti di falcetto (v. Fig. 14 e 15a) - che dovevano pervenire già finiti nell’inse diamento

da aree di approvvigionamento collocabili nel Trentino meridionale o in area lessinica. Il declino dell’importanza della selce, non così rapido in Tren tino 8 ’, come dimostrano le industrie litiche di Ledro 9) e Fiavé 10 ’, si accompagna 8) L’industria litica è rara in Trentino, per es. nel sito sottoroccia del Riparo del Santuario, dove però può ragionevol mente supporsi una motivazione legata all'esistenza nel sito di aree funzionali rigidamente ripartite, con diversa di slocazione di reperti. Cfr

.. Chiusole R & Bergamo Decadi G. B., 1969, Son daggio al riparo del “ Santuario ” in “Val Cornelio” nel comune di Lasino (Trentino), LXXIV: Pubblicazione della Società del Museo Civico di Rovereto, Rovereto, e Chiusole P. & Vettori S., 1972, Sondaggio strati grafico al ripa ro del “Santuario " in “ Val Cornelio ” nel comune di Lasino (Trentino), LXXVI Pubblicazione della Società del Museo Civico di Rovereto, Rovereto. Cfr. ancora Bagoli ni B., 1985, Il popo lamento preistorico nella Valle dei Laghi

, Valle di Cavedine e Basso Sarca, in AA.VV.. Dal Garda al Monte Rondone attraverso la Valle di Cavedi ne, pp. 167-177; Tecchiati U., 1990/91, Il Riparo del Santuario in Val Cornelio (Coni, di Lasino - Trentino): una suc cessione strati grafica dall'eneolitico recente al bronzo finale, Tesi di Laurea discussa presso l'Università degli Studi di Trento; Tecchiati U.. 1996. Il Riparo del Santuario (Comune di Lasino - Trento) nel quadro dell'età del bronzo dell'area medio-alpina atesina, in Cocchi Genick

D. (Ed.), L'antica età del bronzo in Italia, Atti del Convegno nazionale sull'antica età del bronzo in Italia, Firenze, pp. 534-535. Tecchiati U.. 1994. Indizi di attività metallurgica preistorica al Riparo del Santuario (Comune di Lasino - Trentino), Annali dei Musei Civici di Rovereto, Sez Arch., St., Se. Nat., X, pp. 3-16; Bago lili! B. & Tecchiati U., 1994, Le trame della preistoria, in Goder A. & Turri E., Là dove nasce il Garda, Cierre Ed., Verona, pp. 108-121; Riedel A. & Tecchiati U., 1992, La fauna del

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 60 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

mente non traumatico del sito sembra sottolineare che motivazioni militari po trebbero non essere state esclusive nè prevalenti. Tornando alla formulazione dei possibili modelli, il secondo (sistema inse diativi» “invertebrato” per usare il termine di Peroni 431 , con piccoli siti paritetici che spartiscono e controllano un territorio senza distinzione apparente tra centri maggiori e centri minori) ci convince di più, avvertendo che si tratta essenzial mente di un disegno generale da sottoporre

a verifica, e che non ambisce a nulla di diverso da questo. D’altra parte non è possibile non vedere nell’abbandono del villaggio di Sotciastel alle soglie del bronzo recente, un effetto della più generale ristruttura zione del sistema osservabile in aree a maggiore densità insediativi e di popola zione, e questo sottolinea come aree apparentemente secondarie e anche, forse, autonome, non abbiano potuto sottrarsi a un movimento di portata epocale e di dimensioni pressoché continentali. Da quanto sopra

definizione della quale occorrono scavi estensivi e rico gnizioni di superficie a tappeto; ma il problema dei castellari è anche un pro blema di lettura territoriale complessiva e di formulazione di modelli possibili di presa di possesso e controllo del territorio nell’ambito di sistemi insediativi. Su questo aspetto mi sembra che la ricerca debba fare uno sforzo interpre tativo in più: constatiamo che il bacino dell’alto corso dell’Adige possiede, almeno nel bronzo antico e medio, una densità eccezionale

di presenze insedia tivi su altura, cui corrispondono pochissime attestazioni di situazioni insediati vi diverse (per es. conoidi, terrazzi, ripari sotto-roccia etc.) 44 '. Il modello inse diativi “ubiquitario” che constatiamo ad es. per il Trentino 45 ' è quindi drastica- 43) Peroni R., 1996, Bilancio conclusivo, in Cocchi Genick D. (Ed.), L'antica età del bronzo in Italia, Atti del Congresso di Viareggio, 9-12 gennaio 1995, pp. 625-631. 44) Dal Ri L. & Tecchiati U., 1996, Aspetti del popolamento

dell'alto corso del l'Adige durante l’antica età del bronzo, in Cocchi Genick D. (Ed.), L’antica età del bronzo in Italia, Atti del Congresso di Viareggio, 9-12 gen naio 1995, pp. 532-533. 45) Marzatico F., 1990, Modèles d'habitat de l’age du Bronze dans le Trentin, in AA.VV., Colloque International de Lons-le-Saunier, pp. 427-433; Di Gen naro F. & Tecchiati U., 1996, Insedia menti su rilievi, in Cocchi Genick D. (Ed.), L’antica età del bronzo in Italia, Atti del Congresso di Viareggio, 9-12 gennaio

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 48 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

ca età del bronzo 25) . In questo complesso i pendagli tipo “bottone da Montgomery” 26 *, che facevano parte di una ricca parure ornamentale, sono stati dubitativamente ricondotti a influssi irradianti dalla valle del Reno: VA. trove rebbe una puntuale conferma dell’esistenza di contatti tra l’area atesina e la valle del Reno nelle rare grandi asce piatte di rame ad appendici laterali a riccio di Povegliano nel veronese, diffuse anche oltralpe, a Frankenthal presso Darmstadt. Che tali processi

di diffusione abbiano coinvolto in primo luogo le comunità stanziate nell’alto bacino dell’Adige e dell’Isarco, mi sembra sostenibile anche in assenza di una più concreta documentazione in proposito. Tale concretezza si manifesta con l’antica età del bronzo, che sembra rientrare precocemente nella sfera d’influenza della cultura di Polada, anche se non è possibile precisare l’en tità di questa influenza. A nulla vale constatare come gli elementi più caratteri sticamente poladiani si dispongano in siti

collocati lungo i principali solchi val livi (Adige, Isarco, Rienza) 27 *, dal momento che non possediamo una pari docu mentazione insediativa nelle aree più interne, e cioè in rapporto non evidente con la viabilità. I contesti studiati dimostrano tuttavia come ad es. gli orli a fori com paiano in modo sporadico e non sistematico nei contesti dell’antica età del bron zo, qualificando come potenzialmente intrusiva la loro presenza. Un nucleo di siti con materiali schiettamente poladiani si concentra

nella media e bassa Val Venosta, ma anche in questo caso siamo di fronte ad assemblaggi ceramici nel complesso scarsamente rappresentativi a causa dell’esiguo numero dei resti oltretutto, di norma, alquanto frammentari. A Nòssing la base del repertorio cera mico sembra abbastanza aderente ai modelli offerti dalle cerehie culturali nord alpine, in particolare dalla Cultura di Straubing: verso la fine dell’antica età del bronzo tali contributi si fanno più sensibili, con la comparsa di decorazioni

a Hcilbmondstempel caratteristiche di varie compagini. La presenza di questo tipo di decorazioni al Ganglegg di Sluderno 281 suggerisce però che esse siano pene trate in Alto Adige (anche) attraverso il Passo di Resia, provenienti dalla Svizzera occidentale, dove appaiono ben documentati nella cultura di Arbon. Il riferimento alla Svizzera occidentale, e in particolare alle manifestazioni cultu rali della fine dell’antica età del bronzo o del principio della media, si conserva ricco di implicazioni anche per

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 45 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

e gli studi precedenti 17 ’. Se l’analisi della problematica è a nostro avviso, come detto, a uno stato ancora iniziale, dipende dal fatto che solamente lo studio di grandi assemblaggi ceramici (ma non solo ceramici) consente di valutare in senso anche statistico-percentuale l’occorrere delle varie componenti chiamate a chiarire gli orientamenti e le pertinenze culturali. In Alto Adige, per l’età del bronzo fino al l’affermarsi della facies di Luco, possiamo contare finora quasi soltanto

su Sotciastel, e anche in questo caso con limiti evidenti che nascono dal fatto che la ceramica di questo sito dolomitico non è stata ancora studiata e pub blicata nella sua interezza, nonostante i dati soprattutto del saggio A, e, in parte, del saggio C, forniscano importanti indicazioni preliminari. Per l’antica età del bronzo e il principio del bronzo medio, i dati di Sotciastel sono integrati verso l’alto dall’analisi del complesso ceramico di Nòssing nella conca di Bressanone 18) . Da un punto di vista

l’organizzazione delle facies in senso tanto cronologico quanto geografico. La disponibilità dei dati è attualmente, come si vede, abbastanza circoscritta: a Nòssing e a Sotciastel po- 17) Cfr. Dal Ri L„ 1997, Rapporti delle culture dell’età del bronzo del Tren tino-Alto Adige con le coeve culture d’oltralpe, Denkmalpflege in Sudtirol- Tutela dei Beni Culturali in Alto Adige, 1991-1995, Wien-Bozen, pp. 199-223. 18) Cfr. Tecchiati U., 1998, Il “castelliere” Nòssing: un insediamento d’altura in Val d’Isarco

1967 (Rela zione preliminare), Atti dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, T. CXXVII, Classe di Scienze morali, let tere ed arti, pp. 185-210; Favaretto I., 1973-74, Terza e ultima campagna di scavo nel castelliere Nòssing di Bressanone, Atti dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, T. CXXXII, Classe di Scienze morali, lettere ed arti, pp. 541-553. Per una sintesi dei principali dati, cfr. Rizzi G. & Tecchia ti U., 1996, L’insediamento di Nòssing B nel quadro del popolamento

preisto rico della conca di Bressanone (Bolzano), in Cocchi Genick D. (Ed.), L’antica età del bronzo in Italia, Atti del Congresso di Viareggio, 9-12 gen naio 1995, Firenze, pp. 530-531; Tec chiati U:, 1997, Il “Castelliere” Nòs sing presso Bressanone. Un insedia mento d’altura dell’antica e media età del bronzo, in Riassunti della XXXIII Riunione Scientifica dell’I.I.P.P., Trento.

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 8 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

Nel Vallone di Antersasc le prospezioni hanno riguardato entrambi i ver santi con particolare attenzione alle conche di Malga Antersasc, di Pian da Lech e all’area sovrastante, in cui nel 1997 avevamo già individuato un sito Sauvet- teriano (10000-6500 B.P.). Le prospezioni hanno portato al rinvenimento di numerose tracce di fre quentazione preistorica nell’area indagata e all’individuazione di 9 siti generica mente attribuibili al Mesolitico, di cui 6 nell’area dei Prati del Putia e 3 in zona

Antersasc, non lontano dal sito individuato lo scorso anno. Tra le zone investigate una posizione di rilievo spetta all’area, generica mente denominata Prati del Putia, compresa tra i pascoli di Cialneur e la piana di Poz (ai piedi del Putia lungo il percorso che porta aH’ononima forcella), che ha restituito abbondante materiale litico. In quest’area l’attività di prospezione ha portato alla individuazione di dieci diverse zone in cui affioravano in superficie manufatti in selce. Per sei di queste

la presenza di più manufatti e/o strumenti permette di identificare tali areali come veri e propri siti mentre per le rimanenti il ritrovamento è limitato a sin gole schegge (Vaciara, Cialneur). Tra il materiale recuperato con la raccolta di superficie si contano pezzi quali lame ritoccate e non, becchi, dorso-troncature, troncature, grattatoi, alcuni microbulini e numerosissime schegge. Il numeroso materiale litico rinvenuto indica che l’area dei Prati del Putia era sicuramente oggetto di una intensa

frequentazione in età mesolitici in tale contesto riveste una particolare rilevanza l’area di Poz dove sono stati individu ati a breve distanza almeno 4 siti (2165 m s.l.m.). Il survey condotto nell’area di Passo Poma, pur interessando un’area parti colarmente promettente, non ha restituito materiale preistorico, forse anche a causa del notevole disturbo causato dalla costruzione del Rifugio Genova. Analogamente l’area di Funtanacia e Alpe Medalges è risultata meno in teressante dei vicini Prati del Putia

a quello già conosciuto, nella parte alta del vallone (2280 m s.l.m.), in corrispondenza del canalone che permette l’accesso all'Altopiano del Puez.

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 19 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

Il sito, che l’esame dei resti materiali qualifica come un villaggio, si trova a 1400 m./s.l.m. sulla cima pianeggiante e nelle immediate adiacenze di una col lina che presenta tre lati quasi verticali a strapiombo sul corso del torrente Gadera. Motivazioni di ordine strategico (difendibilità del villaggio) sembrano essere state alla base dell’elezione del sito, così come ragioni di opportunità legate alla viabilità che collegava l’area alpina interna con la pianura veneta attraverso le Valli

del Cordevole e del Piave. Non secondaria sembra, nel com plesso di tali motivazioni, la prossimità del villaggio ai giacimenti minerari della Valle Aurina (v. Fig. 3), e ad altre “risorse marginali” rappresentate dai pascoli e dalle foreste dell’alta Val Badia, che deboli ma concreti indizi suggeriscono già frequentati forse tra l’età del rame e l’antica età del bronzo, oltreché nel mesoli tico^. La composizione di una carta delle acclività ha permesso di visualizzare molto bene come le pendenze

dalle ana lisi paletnobotaniche e archeozoologiche, sulle quali ritorneremo. 3. Strutture, cronologia assoluta e caratteri dell’abitato La stratigrafia del sito appariva in più punti compromessa dalla secolare attività agricola svolta sulla sommità della collina e nelle sue immediate adia cenze. La crescita sedimentaria nel periodo compreso tra l’abbandono del vil laggio protostorico e la ripresa dell’insediamento in età medioevale deve essere stata pressoché nulla, sicché i livelli più superficiali

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 15 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

Umberto Tecchiati PRINCIPALI RISULTATI DELLE RICERCHE NEL VILLAGGIO FORTIFICATO DI SOTCIASTEL (VAL BADIA, BZ) E ALCUNI PROBLEMI DELL’ETÀ DEL BRONZO DELL’ALTO BACINO DELL’ADIGE. 1. Premessa Questo contributo nasce a conclusione di un lavoro, di recente edizione 13 , con il quale si è cercato di rendere conto delle ricerche svolte a Sotciastel in tre diverse campagne di scavo (1989-1991): di tali ricerche si sintetizzano qui i principali risultati, analizzando contemporaneamente alcuni problemi

generali dell’età del bronzo dell’alto bacino dell’Adige che gli scavi a Sotciastel, ingran dendo lo spettro delle tematiche in campo, hanno probabilmente contribuito, non che a risolvere, a rendere più irritanti. Sono riconoscente a Lois Craffonara per avermi offerto la possibilità di esporre in questa sede alcune riflessioni più panoramiche, con quello stile che mi è concesso da una frequentazione abbastanza lunga e mai interrotta con la Rivista e con il suo Direttore, oltreché con l’archeologia

dell’area dolomitica 1 2 ’. 1) U Tecchiati (Ed.), 1998, Sotciastel. Un villaggio fortificato dell'età del bronzo in Val Badia, Istituì Cultural Ladin “Mi- cura de Rii” e Soprintendenza Provin ciale ai BBCC di Bolzano-Alto Adige. 2) Vari contributi, direttamente o indiret tamente collegati all’argomento di que sto stesso articolo, furono pubblicati su Ladinia. Ricordo in particolare: Ba golili! B., Tasca G., Tecchiati U., 1989, Relazione preliminare e risultati della prima campagna di scavi nell'insedia

mento dell'età del bronzo di Sotciastel (Val Badia, Prov. di Bolzano), Ladinia, XIII, pp. 5-33; Tecchiati U., 1990, Aggiornamento sullo stato delle ricer che archeologiche nell 'abitato dell 'età del bronzo di Sotciastel in Val Badia (Bolzano), Ladinia, XIV, pp. 21-56; Dragogna G., Tecchiati U., Walzogher E., 1991, La terza campagna di scavi nell’abitato dell’ età del bronzo di Sot ciastel in Val Badia (Bolzano), Ladi nia, XV, pp. 5-45; Tecchiati U., 1992, Nuove ricerche sul popolamento prei storico

e protostorico di Val Badia e Val Gardena, Ladinia, XVI, pp. 101- 127; Tecchiati U. 1994, Il popolamento preistorico delle Valli del Sella secon do linguisti e archeologi: un contribu to metodologico, Ladinia, XVIII, pp. 289-298. A questi articoli andrebbero aggiunti vari altri contributi pubblicati per es. sotto forma di Poster nel volume degli Atti del Convegno sull’Italia tra i seco li XVI e XIV a.C., Rassegna di archeo logia, 1990/91 o il testo della comuni cazione al XIII Congresso Internazio nale

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 47 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

tremmo forse affiancare i dati del sito di Naturno-Schnalserhof 9) , se la ristretta quantità dei resti non suggerisse una valutazione, almeno in senso culturale, alquanto cauta. Non mi pare, riassumendo, che si disponga allo stato attuale di sufficienti dati materiali per addivenire alla definizione puntuale delle facies, tut tavia il confronto preliminare tra i dati di Nòssing e i dati di Sotciastel permette di tracciare indicativamente il seguente quadro di sintesi. Le comunità stanziate

in Alto Adige tra il IV e il III millennio a.C., eredi della tradizione della Cultura del Vaso a Bocca Quadrata, sperimentarono precocemente il ruolo di tramite tra i gruppi del nord e quelli del sud delle Alpi che caratterizzerà in particolare le società dell’età del bronzo. È possibile che il loro costituirsi in tale ruolo sia stato reso possibile e poi accelerato dalle opportunità offerte dalla regione atesina in ordine allo sfruttamento dei giacimenti minerari (in particolare di rame), anche

se in Alto Adige le testimonianze non sembrano così antiche come quelle dispo nibili per il vicino Trentino 20 ’ e inoltre sono ancora piuttosto rare 21 ’. Nel corso delle prime fasi dell’età del rame le prove più concrete dell’esistenza di rappor ti transculturali esistono con riferimento alla cultura di Remedello e al fenome no, ad essa collegato, dell’iconografia delle statue stele dell’area atesina (v. Fig. 22). Più arduo, per la successiva età campaniforme, stabilire il senso di marcia degli

influssi, poiché l’unico sito altoatesino in cui essi siano chiaramente indi viduabili, e cioè Velturno in Val d’Isarco 22) , presenta caratteri di forte individua lità 23 ’ (v. Fig. 23): vale la pena però ricondurre la problematica del tardo campa niforme alle osservazioni tracciate da Fasani 24 ’ riguardo alla sepoltura di Vela Vaibusa presso Trento, datata come noto a un momento molto iniziale dell’anti- 19) Cfr. Dal Ri L., 1975, Naturno - Naturns, “Notiziario Regionale” di Preist.Alp., XI, pp. 252

-254; Dal Ri L. & Tecchiati U., 1995, Zur Vor- und Frühgeschichte des mittleren und unte ren Vinschgaues, in Bassetti Carlini R, Dal Ri L. & Tecchiati U., Archäologie und Kunstgeschichte in Kastelbell - Tschars und Umgebung, Raiffeisen kasse Kastelbell - Tschars, pp. 1-143; Riedel A. & Tecchiati U., 1997c, La fauna dell’antica età del bronzo di Naturno - Loc. Schnalserhof (BZ), Riassunti del II Convegno Nazionale di Archeozoologia, Asti, 14-16 novembre 1997, p. 48. 20) Cfr. Catto! E., D’amico

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 18 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

Gli scavi a Sotciastel e l’edizione del citato volume sono il risultato di uno sforzo interdisciplinare e della collaborazione di studenti, volontari, enti di tute la e ricerca. Senza il contributo appassionato e in grandissima parte volontario di un grande numero di persone questa impresa non sarebbe potuta giungere a compimento. Non ho abbastanza parole per esprimere la mia gratitudine al grup po di amici ricercatori che hanno accolto l’invito a collaborare alla stesura del volume: Piero

, alle quali vorremmo partecipasse ancora, guidandoci. Sono riconoscente a Lorenzo Dal Ri per aver accettato di scrivere la prefa zione del libro, per i consigli e per gli incoraggiamenti, a Helmuth Stampfer, Soprintendente Provinciale, per aver disposto il finanziamento delle analisi natu ralistiche e delle datazioni radiometriche, a Leander Moroder. Direttore dellTstitut Cultural Ladin di San Martino, per l’attenzione prestata in ogni fase della ricerca e dell’edizione del volume. 2. Situazione

geografica Il significato archeologico del sito di Sotciastel (v. Fig. 1, 2a, 2b) è noto almeno dalla prima metà del secolo scorso, ma una sua corretta valutazione si ebbe solamente negli ultimi venticinque anni, soprattutto grazie alle ricerche di Georg Innerebner 3 ’ e Reimo Lunz 41 . stra “Archeologia delle Valli del Sel la ”, Bagolini B., & Tecchiati U., 1993, L'abitato fortificato dell'età del bronzo di Sotciastel, Catalogo della Mostra “Archeologia delle Valli del Sella". 3) Cfr. Innerebner G„ 1975

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 29 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

confronto. Dal saggio A, U.S. 19, proviene un frammento di perla di pasta di vetro o faience azzurra (v. big. 12). Confronti con insediamenti coevi dell’Italia setten trionale e del mondo a nord delle Alpi, facenti capo alla c.d. “Inneralpine Bronzezeitkultur” suggeriscono di datare il manufatto a un momento evoluto o finale del bronzo medio o al principio del bronzo recente. La perla di pasta di vetro di Sotciastel si inscrive nel novero degli status symbol (ambra, pasta di vetro o faience, metalli

preziosi o manufatti bronzei particolarmente elaborati) che caratterizzano l’età del bronzo dell’Italia settentrionale in modo archeologi camente sensibile a partire dalla media età del bronzo. La colorazione verde o azzurra di molti di questi vaghi di collana viene ricollegata da numerosi Autori alla lavorazione del bronzo. Poiché questa, come detto, è documentata a Sotciastel, non si possono escludere a priori fenomeni di produzione locale, ben ché l’unicità del reperto suggerisca piuttosto

un’importazione. È possibile in tal caso che questa abbia a che fare con i rapporti - documentati a Sotciastel attra verso resti ceramici (v. big. 13) - con gruppi della Cultura dei tumuli (forse del Salisburghese) ovvero della fase più antica della Cultura dei Campi d’Urne, la cui metallurgia sembra riguardare in parte anche il territorio altoatesino e lo stes so abitato di Sotéiastel. Nell’analisi della produzione artigianale di Sotéiastel merita affrontare un tema rilevante per la protostoria antica

dell’alto bacino dell’Adige, e cioè la ger archia esistente tra le materie prime. Se nei siti dell’antica età del bronzo, per es. a Nòssing (presso Novacella/Neustift), la selce poteva rivestire un ruolo ancora abbastanza centrale 7 ’, ed essere, dopo la ceramica e prima dell’industria su osso 7) Anche a Nòssing, però, sono prevalen ti i manufatti finiti, rispetto a una mino re (ma non assente) documentazione di lavorazione e scheggiatura in loco. Cfr. Tecchiati U., 1998, Il “castelliere” Nòssing

: un insediamento d'altura dell'antica e media età del bronzo in Val d’Isarco (Bolzano), Dottorato di ricerca in Archeologia, Consorzio Universitario di Pisa, Firenze e Siena.

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 44 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

In Alto Adige il problema della pertinenza dei gruppi umani a un preciso ambito culturale copre un arco cronologico enorme - più di duemila anni -, nasce con lo sfumare della tradizione della cultura del Vaso a Bocca Quadrata e cessa con raffermarsi della facies di Luco-Meluno. L’ampiezza del problema è certa mente enfatizzata da un lato dalla carenza di studi, specialmente edizioni di materiali, dall’altro da un approccio generale, probabilmente sbagliato, alla documentazione archeologica che

per ragioni varie non è riuscita a cogliere il legame cronologico e culturale tra oggetti nella definizione di entità territoriali storicamente definite (facies), dedicandosi piuttosto alla classificazione e data zione di singoli manufatti, prevalentemente sporadici, soprattutto se di origine sospettatamele esotica. Tale stato di cose, che possiamo definire attualmente “strutturale” nella ricerca pre-protostorica locale, presenta varie importanti implicazioni. Per quanto riguarda l’età del rame

, ad es., è da supporre a mio avviso un sostanziale fallimento di ogni tentativo di inquadramento culturale e “professionale” dell’uomo del Similaun, fino a quando non saranno un po’ me glio note le dinamiche locali del popolamento e le caratteristiche di identità culturale che esse assunsero rispetto alle cerehie confinanti, anche ammesso che gli oggetti di equipaggiamento, soprattutto in assenza di documenti ceramici, possano essere considerati peculiari di una facies in particolare piuttosto che di un’altra (cosa

che, allo stato, non pare). Per l’età del bronzo il problema delle pertinenze culturali si concentra, in una regione fisicamente aperta a ogni tipo di apporto, sia da nord che da sud, nell’individuazione degli elementi che possono essere riferiti alle cerehie finiti me, ammettendo l’esistenza di un substrato “tradizionale” tardoneolitico o eneo litico 16 ’. L’individuazione di questi elementi è attualmente a uno stadio solamen te iniziale, nonostante vari autori si siano dedicati espressamente

alla definizio ne degli aspetti culturali che denunciano scambi e contatti tra gruppi diversi nel corso dell’età del bronzo. Il problema è pricipalmete incentrato sul bronzo anti co e medio e sulle fasi che precedono nel bronzo recente raffermarsi della facies di Luco-Meluno, poiché da questo momento in poi l’analisi riguarda una com pagine di origine schiettamente locale. Va citata a questo proposito l’importante sintesi di Dal Ri, recentemente pubblicata, che riassume lo stato della questione

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 53 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

definire il gruppo attivo a Sotciastel come una comunità di agricoltori e allevatori (pastori). La scelta del sito era, in alta Val Badia, abbastanza obbligata: come ha posto bene in evidenza Andrea di Braida con la sua carta delle acclività 3 ^, un gruppo umano che ricercasse ai fini dell’insediamento un determinato assetto del suolo e una determinata disponibilità di suoli coltivabili intorno al villaggio, non aveva l’imbarazzo della scelta, almeno sul versante solatio della valle. L’analisi del

settore di Val Badia interessato dal rilievo delle acclività dimostra infatti che in questa porzione di alta Val Badia solamente Sotciastel presenta caratteristiche di difendibilità e, insieme, opportunità di sfruttamento agropastorale dei diretti dintorni dell’abitato. Nell’ottica invece di un territorio per così dire esteso, non prossimo all’area difesa, e non direttamente controlla bile da questa, le località di Valgiarei, a monte di Sotciastel e alle falde del Sasso Santa Croce, e in fondo anche

gli ampi pianori di San Leonardo, potrebbero essersi prestati a un uso economico da parte di questa comunità dell’età del bronzo. 35) Cfr. Oeggl K. & Swidrak I., 1998, Pa- läoethnobotanische Untersuchungen von Bodenproben aus der bronzezeitli chen Siedlung von Sotciastel, in Tecchiati U. (Ed.), Sotciastel, un inse diamentofortificato deir età del bronzo in Alto Adige, Istitut Cultural Ladin “Micura de Rii” e Soprintendenza Provinciale ai BBCC di Bolzano - Alto Adige, pp. 335-374. 36) Cfr

. Di Braida A., 1998, Geologia e geomorfologia della Val Badia con particolare riferimento all’insedia mento delVetà del bronzo di Sotciastel, in Tecchiati U. (Ed.), Sotciastel, un insediamento fortificato dell’età del bronzo in Alto Adige, Istitut Cultural Ladin “Micura de Rii” e Soprintenden za Provinciale ai BBCC di Bolzano - Alto Adige, pp. 25-38.

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 57 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

due appare più debole e teoricamente destinato a una minore durata. Se infatti consideriamo che molti siti siano stati attivi con temporaneamente e per un periodo prolungato in territori relativamente ristretti, dobbiamo pensare che ad un certo punto si sia prodotta sul territorio una situa zione di forte squilibrio tra incremento demografico e risorse disponibili. Tale situazione potrebbe essersi verificata già intorno all’inizio del bronzo medio, motivando, come nel caso di Sotciastel

ni. Il segno distintivo di questa autonomia, e però anche della debolezza intrin seca di questa condizione di relativo isolamento, potrebbe essere individuato nell’erezione di strutture difensive che se non provano in assoluto l’esistenza di una leadership residente che pianifica e porta ad effetto un lavoro collettivo, pro- 37) Sul tema assai complesso e dibattuto dei sistemi e delle modalità insediative in area alpina centrale tra neolitico finale ed età del bronzo, cfr. Mottes E., Nicolis F. & Tecchiati

U., 1997, Sistemi insediativi tra la metà del IV e la fine del II millennio a.C. nel territo rio del Trentino Alto Adige, in AA.VV., Riassunti del Colloquio Internazionale Prehistoric Alpine Environment, Socie ty and Economy, Zurigo (Atti in corso di stampa). 38) Cfr. Rizzi G. & Tecchiati U.. 1996, L’insediamento di Nòssing B nel qua dro del popolamento preistorico della conca di Bressanone (Bolzano), in Cocchi Genick D. (Ed.), L’antica età del bronzo in Italia, Atti del Congresso di Viareggio

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 21 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

ne delle stratificazioni o anche, come si vedrà, per la possibile esistenza di pavi menti parzialmente pensili in assi, come quelli ipotizzati per l’abitato di Albanbiihel (v. Fig. 5) nella conca di Bressanone 6 ’. Le ricerche hanno comportato l’apertura di 7 saggi di scavo (A-G). Di que sti, tre erano finalizzati all’indagine della struttura del muro di sbarramento dell’abitato (B, E, G), due hanno esplorato aree pianeggianti della sommità della collina (A e C), o esterne ad essa (F), mentre

un saggio è stato aperto in corri spondenza di un masso a coppelle notato sul margine occidentale del pianoro sommitale (D). Le strutture indiziano l’esistenza di capanne costruite interamente in legno. L’insieme delle buche per palo non ha permesso di ricostruire la pianta di que ste strutture, che si sospettano però rettangolari. Nel saggio C, lo studio della di stribuzione delle buche per palo ha portato a ipotizzare che le capanne, quando erette su lieve pendio, potessero essere dotate di pavimenti

pensili. L’aspetto più importante dello scavo è rappresentato dall’indagine della grande struttura a sacco lunga quasi 70 metri che sbarra a oriente, sul lato meno difeso, la cima della collina. Essa era costituita da due paramenti murari paralleli, distanti tra loro dai 3,50 ai 4 metri, con un riempimento costituito da una potente gettata di pietrame sciolto (v. Fig. 6). La struttura è interpretabile come muro difensivo dell’insediamento dell’età del bronzo. Per l’abitato di Sotciastel si dispone

di una datazione radiometrica effettua ta presso il Laboratorio di Cambridge - Massachussets ottenuta analizzando un campione di carbone di legna : 3620 ±80 C-14 years BP (C 13 corrected): = 1670 ± 80 a.C. I reperti archeologici dimostrano che il villaggio di Sotciastel venne abbandonato al principio del XIII secolo a.C., dopo quattro secoli circa di vita ininterrotta. E difficile risalire alle cause dell’abbandono, che però non dovette essere traumatico. La sommità della collina venne frequentata

sporadi camente anche in seguito, nell’antica età del ferro e in età romana imperiale, per scopi probabilmente pastorali. Nello studio del villaggio fortificato d’altura di Sotciastel un interrogativo ricorre frequentemente: si trattava di un villaggio permanente, abitato durante 6) Il sito di Albanbiihel è stato affrontato, specialmente dal punto di vista dell’e- conomia e dell’ambiente, in numerosi contributi. Cfr. in particolare Dal Ri L. & Rizzi G., 1991-92, Il colle di Albanbiihel in Val d’Isarco

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 40 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

l'entità della presenza del maiale nei diversi siti sembrerebbe dipendere in parte dai diversi presupposti ecologici dei mede simi, e in parte da scelte culturali o da specifiche vocazioni economiche ed ergo- logiche delle comunità studiate. La coazione ambientale durante l’età del bron zo deve essere valutata criticamente caso per caso, tenendo presente ad esempio che a parità di paesaggio insediato (ad es. l’area alpina interna), come da tempo osservato, possono corrispondere composizioni faunistiche

affatto differenti: co sì proprio il maiale è scarsamente rappresentato nelle faune alpine meridionali, mentre esso costituisce una componente economica di assoluto rilievo nelle fau ne alpine austriache. Pare pertanto che la singolare povertà di maiali nell’abita to di Sotciastel debba essere valutata nel quadro di scelte culturali intimamente connesse alla strategia del sito e alla sua particolare vocazione economica. 15) La ricca documentazione di resti botanici carbonizzati, raccolti per mezzo

anche dicocco (Triticum dicoccum) e spelta (Triticum spelta). Al miglio (panicum miliaceum) e al grano tenero (Triticum aestivo-compactum) è riconducibile un limitato numero di resti, da interpretare come mescolanza all’interno di altre coltivazioni. In base alla presenza di infestanti cerealicole di piccola statura nei campioni di cereali sembra plausibile una raccolta prossima al suolo. La coltivazione del pisello (Pisum sativum) e lenticchia (Lens culina- ris) testimonia la loro importanza come

fornitori di proteine vegetali. Lens culi- 14) Cfr., con bibliografia precedente, Ra- geth J., 1986, Die wichtigsten Resul tate der Ausgrabungen in der bronze zeitlichen Siedlung auf dem Padnal bei Savognin (Sursès-Oberhalbstein GR), Jahrbuch der Schweizerischen Gesell schaft für Ur- und Frühgeschichte, Bd. 69, pp. 63-103. 15) Per un inquadramento del problema concernente la relazione tra faune ed economie in rapporto ai sistemi e alle strategie insediativi , cfr. Riedel A. & Tecchiati U., 1997

, Insediamenti ed economia nell’età del bronzo e del ferro in Trentino-Alto Adige. Un mo dello archeozoologico. Riassunti della XXXIII Riunione Scientifica del- ri.I.P.P., Trento.

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 52 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

la documentazione disponibile non consente di norma deduzioni di det taglio. Va però rammentata la prossimità al comprensorio minerario della Valle Aurina, rispetto al quale potrebbero spiegarsi anche altri fenomeni, come la con centrazione di siti - eventualmente specializzati in senso metallurgico - che pos siamo osservare nella conca di San Lorenzo-Brunico 331 già nell’antica età del bronzo. Nello studio sulle origini dell’ abitato di Sotciastel è interessante chiedersi quali motivi abbiano informato

la scelta del sito, la provenienza e la consisten za numerica nonché l’organizzazione sociale della comunità che vi abitò. Per quanto si riferisce al primo di questi interrogativi, è chiaro che i motivi che spinsero all’occupazione del colle sono diversi e molteplici, ma che l’aspet to strategico-difensivo deve essere considerato prevalente. Venne scelta infatti un’altura isolata, aspramente difesa su tre lati e inac cessibile, e la si fortificò con un muro di sbarramento sul versante maggiormen

te indifeso. Accanto al movente in senso lato “militare”, sembra dominante anche la necessità di presidiare un sistema di viabilità che, se ci può sembrare secondario sulle piccole distanze, e in sostanza quasi “autoreferente”, sulle distanze lunghe e lunghissime è invece di primaria e vitale importanza nelle dinamiche di colle gamento tra l’area alpina interna e la pianura padana orientale, attraverso le valli del Cordevole e del Piave. Ciò soprattutto se lo si considera in funzione integra tiva

o supplente degli assi viari principali, e cioè quelli rappresentati da Isarco- Adige e Isarco-Rienza. Lo studio di Giovanni Tasca 34 ’ ha evidenziato nelle ceramiche alcuni aspetti che potrebbero provenire da queste aree pedemontane venete. 33) Cfr. al proposito Dal Ri L., Tecchiati U., 1994a, Una forma di fusione per pugnali e accette dell’antica età del bronzo rinvenuta al colle Amtmann presso San Lorenzo di Sebato (prov. di Bolzano), in Scarti B. M. (Ed.), Mi scellanea di studi di archeologia della

X Regio in ricordo di M. Tombolani, pp. 33-41. 34) Cfr. Tasca G., 1998, Il saggio A, in Tecchiati U. (Ed.), Sotciastel, un in sediamento fortificato dell’età del bronzo in Alto Adige, Istitut Cultural Ladin "Micura de Rii” e Soprintenden za Provinciale ai BBCC di Bolzano - Alto Adige, pp. 57-80.

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 7 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

Claudia Mascino, Andrea Pilli SECONDA CAMPAGNA DI RICERCHE SUL MESOLITICO D’ALTA QUOTA IN VAL DI LONGIARU (appunti sui lavori 1998) Nei mesi di luglio e agosto di quest’anno è stata condotta, sotto la direzio ne del dott. Stefan Demetz della Soprintendenza Provinciale ai Beni Culturali e grazie anche ai contributi da parte delPIstitut Cultural Ladin "Micurà de Rii" di San Martino in Badia e della Cassa Raiffeisen Val Badia, la seconda campagna di ricerche 0 sul Mesolitico d’alta quota in Val

di Longiarii. L’estate scorsa gli studi si erano concentrati principalmente sul Vallone di Antersasc dove, a seguito di indagini e raccolta di superficie, era stato indivi duato a 2275 m.s.l.m. un sito all’aperto riferibile ad una fase antica del Mesolitico (Der Schlern, 71/1997, pp. 739-742 e Ladinia 21, 129-133). Quest’anno l’attività di ricerca si è estesa notevolmente e si è articolata in due distinte fasi. La prima ha avuto come oggetto la realizzazione di una serie di prospezioni (survey) che hanno

interessato il versante occidentale della valle, lungo il crinale che dal Putia si snoda verso le Odles e nel Vallone di Antersasc, ai margini del Gruppo del Puez. La seconda fase della ricerca ha visto invece la realizzazione di due sondaggi archeologici, rispettivamente nel Vallone di Antersasc e nei Prati del Putia in località Poz. Survey Tutta l’area indagata ricade nel territorio comunale di San Martino in Badia- San Martin de Tor. Nel dettaglio sono state realizzate prospezioni nelle aree di Passo

Gdma, Prati del Putia (Vaciara, Cialneur, Poz), Forcella Putia, Passo Poma-Kreuzkofeljoch, Col di Poma e nelle praterie al di sotto di questi valichi. Più a sud, sempre sul crinale che divide la Val di Funes-Villnoss dalla Valle di Longiarii il survey ha interessato Forcella S. Zeno-Kreuzjoch e i pascoli di Medalges e Funtanacia. 1) Questa campagna di ricerche è stata condotta dai sottoscritti Claudia Masci no e Andrea Pilli grazie anche al pre- zioso aiuto di Stefano Parodi, Klaus e Nandi

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 54 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift

L’eventuale disponibilità allo sfruttamento economico di questi territori da parte della comunità di Sotciastel, potrebbe influenzare (v. infra) in modo sostan ziale una valutazione della sua consistenza numerica, ma anche, per es., la defi nizione del sito in quanto centro minore o centro maggiore. D’altra parte si tratta di un areale esteso per diversi chilometri sull’asse N-S, magnificamente esposto (cfr. Fig. 26), per quanto sostanzialmente indife so, che potrebbe aver ospitato forme

di popolamento parallele, cioè contempo ranee a quella documentata a Sotciastel: non abbiamo ragioni infatti per dubita re del fatto che altri villaggi o fattorie sparse - di quelle che i colleghi austriaci chiamano “Gehöfte”-, siano esistite nel corso del II millennio a.C. in alta Val Badia o altrove lungo il corso della Gadera. Rinvenimenti, più o meno coevi al villaggio di Sotciastel, mancano fino ad ora nel territorio di San Leonardo, ma non sono in assoluto impossibili, e ci aiu terebbero a comprendere

il sistema insediativo all’interno del quale collocare Sotciastel. Questo è infatti un ulteriore problema, e certamente quello, allo stato, di più difficile soluzione: si inserisce il nostro villaggio fortificato in un sistema inse diativi? e se sì, di che tipo di sistema stiamo parlando? Esistevano nella Val Badia dell’età del bronzo media e recente altri siti? E se sì, secondo una ripar tizione che è stata applicata con successo in altre regioni, sono riconoscibili centri “minori” e centri “maggiori

”? Se nella definizione di centri minori e maggiori ha un senso anche l’esten sione dell’area insediata, i 2500 m 2 dell’area difesa sono un po’ pochi per quali ficare Sotciastel come un centro maggiore. E ben vero che a quest’area andreb be aggiunta anche la porzione di villaggio individuata in tracce all’esterno della zona difesa, ma Sotciastel non sembra fisicamente dotato dello spazio vitale per essere considerato, almeno dal punto di viste* demografico e del numero di fuochi presenti, un centro

aree immediatamente limitrofe altri centri, di cui uno almeno, maggiore, in rapporto al quale vedere Sotciastel come un abitato “satellite” , oppure 2) Sotciastel si inserisce in un modello alternativo caratterizzato dall’as senza di un sistema di forze strutturato localmente (cioè direttamente in Val Badia) all’interno del quale i rapporti tra dimensione (in senso lato) e ruolo non

Libri

Categoria:

Geografia, guide , Linguistica

Anno:

(2000)

Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 22. 1998

Pagina 13 di 372

Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift g.Ladinisch ; f.Zeitschrift