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Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
1896
Dante nel Trentino
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Pagina 148 di 160
Autore: Zaniboni, Eugenio / Eugenio Zaniboni
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: 160 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: p.Dante <Alighieri> ; g.Trentino
Segnatura: II 58.359
ID interno: 133974
— 148 — poemetti di Giacomino da Verona e dì qualche ano nimo scritto veronese della medesima epoca; (1) minor copia ne’ poemetti del Bescapè, la maggiore in quelli di Bonvesin da Riva (2) ; negli uni e negli altri, non di rado desinenze dialettali, forme avverbiali, voci del latino della decadenza — identiche: una delle più cu riose, per tacer del resto, è quella desinenza in: m an zi che in: n (bom per bona, buono ; som per io sono, e simili) che è caratteristica dei dialetti trentini del

centro e del mezzodì, e che oggidì è rimasta, chi be ne osservi, più a cotest’ ultimi che non al lombardo o al veronese. (1) Mnssafia: Monumenti antichi di dialetti italiani — Vienna, Ger&ìd, 1864. (2) Nella sala del consiglio comunale di Riva di Trento è di pinto il busto di fra Bonvesin da Riva tra quelli degli illustri con terranei, — Con quanta ragione s’ abbia in tal modo voluto afferma re 1’ antico poeta - frate (che del resto avea bella moglie e figli pa recchi) cittadino di Riva di Trento

, io non so veramente; questo so che non è firmato ancora che la patria di Bonvesino sia Riva lom barda, come si ritenne per tanto tempo e si ritiene tuttóra e come avrebbe confermato, di recentissimo, il Ronmssi in un suo stùdio sui poeti milanesi; e certo è che ne’ poemetti di fra Bonvesino troviamo non poche voci e forme dell’ uso trentino odierno, alcune delle quali aliene, almeno oggigiorno, dal dialetto milanese e dal lombardo. Del resto, oltre ai Bonvesini o Banvicini « trentini » de’ quali

fa menzio ne il p. Tovaszi■ (Vedi anche: Ambrosi : « Scrittori etc. » op. cit. ; Aggiunte e Correzioni — e, oltre a quel poco che di Bonvesin da Riva ne dicono gli editori delle sue Rime, le notizie del Tiraboscht, an cor poco conosciute, a mio credere, in: Vet. Hum. Monum. I, 297) trovo u*,i Bonvesino del secolo XIV custode del castello di Tenne e rammento che certi fratelli Bonvicini si ritengono costruttori della torre Affienale di Riva di Trento (sec. XIII). — Il cognome Bon vicini esiste tuttora

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Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
1896
Dante nel Trentino
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Pagina 87 di 160
Autore: Zaniboni, Eugenio / Eugenio Zaniboni
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: 160 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: p.Dante <Alighieri> ; g.Trentino
Segnatura: II 58.359
ID interno: 133974
- §7 Le valli, che alimentano maggiormente il Benaco, sono tre : la valle del Sarca (in senso lato) — per mezzo del bacino di Riva —- e le due valli che si guardano, presso a poco, di fronte : 1' una già detta di Monica (dal Poeta qui, naturalmente, intesa nel più ampio significato) piccola terra sulla riviera bresciana presso Salò ( Salodium ) e che esiste ancor oggi (. Monigd)\ 1’ altra, che da Garda, oggi borgata sulla riviera, ve ronese, s’interna in codesto territorio. Meglio che vaili

, si possono chiamare valloncelli o burroni quelli che, tra monti e colli specchiantisi nel lago, san percorsi dalle mille fonti e che s’aprono, da un lato, tra Riva e Garda ; dall’ altro, tra Riva e Salò : — fin dove a punto la distesa dell’ acqua sta rag giungendo l’ampiezza maggiore. Più giù, dove le ardue riviere van scemando a pianura — dove la riva intorno più discese — siede Peschiera (i), detta Arilicum o Arelica da’ Romani ; resa forte, a quanto si legge, per la prima volta da Mario, quindi dagli

Scaligeri che costruirono il bello e forte arnese per tener fronte alle genti di Brescia e di Bergamo, prima che i Vene- ' ziani, e più tardi Napoleone, la riducessero alla strut tura odierna. Ora è tempo di esaminare la discordanza dei testi, V’ ha chi legge il verso : ira Garda e Val di Monica, Pennino — così : tra Garda, Val di Monica e Pennino, (1) Quanto è dantescamente esatto codesto « siede > ! e che pre cisióne anche in quel « dove la riva intorno più discese »! e come è proprio lo « stagna

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Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
1896
Dante nel Trentino
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Pagina 103 di 160
Autore: Zaniboni, Eugenio / Eugenio Zaniboni
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: 160 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: p.Dante <Alighieri> ; g.Trentino
Segnatura: II 58.359
ID interno: 133974
103 — -■'Al basso,' nascosta’ tra un mucchio dì ulivi, ecco Torbole — la preferita del Poeta di Weimar — (i) colle bianche casette sparse lungo il piccolo golfo, quasi branco di pecorelle; candide, che si abbeverino nel lago.- Più in là, sulla punta estrema ideilo -sfondo, ecco Riva di Trento , addossata alle spalle, del' 'Monte <T oro in faccia al vulcanico Baldo, lambita' dal fiotto che le risuona davanti, <« Dallo sfondo , di Riva» —- parla un terzo poeta ( 2 ),— « tra due pareti di monti

, che han. sulle cime lampi di fuoco e nebbie in forme giunti e a mano amano digradano quasi a sollaz^ zo in collicelli a viti e ulivi con bòschetti d' alloro e serre di cedri per ghirlande», il Benaco,'; che- s'aliar 1 2 ga sempre più, fino alla distesa tra 1’ anfiteatro verdis simo di Salò e la livida rocca di Garda, va a morire, giù, quasi ai piedi del bello e forte arnese di -Peschiera. Per accertare se Dante abbia messo piede a Riva o se abbia preferito allontanarsi dalla sponda trentina a pena

giunto a Torbole, mancano indizi, non che prove. Fatto è che Riva, all'epoca dantesca; era un’as- (1) Carducci , Confessioni e battaglie, Bologna 1890, (£a ira p. 430). (2) 11 Goethe , partito da Rovereto 1’ i 1 settembre 1786, arrivò a Torbole percorrendo tra lo Stivo e il Baldo la via sopra indicata. Anche il Goethe fa delle osservazioni linguistiche, nel Trentino; ed anche a lui la vista del Benaco ricorda il virgiliano « fìuctibus et fremitu adsurgens, Benace, marino » — der erste . lateinische

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Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
1896
Dante nel Trentino
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Pagina 105 di 160
Autore: Zaniboni, Eugenio / Eugenio Zaniboni
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: 160 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: p.Dante <Alighieri> ; g.Trentino
Segnatura: II 58.359
ID interno: 133974
T" 105 Per sottomettere durevolmente Riva' di Trento, già nel 1203 Mastino della Scala avea spedito contro la ben munita città un forte nerbo di truppe, guidate.da esperto capitano. Ma con tanto valore seppero resiste re que’ cittadini che vano riuscì ogni sforzo degli assa litori (1); onde Riva ebbe maggior fama di città nobile e forte (2). E così, dall’ardua e turrita sua rocca non ancora sventolava il vessillo dei Signori di Verona, col santo uccello ùi sulla scala, allora che Dante toc cava

Italiana per agrum tridentinum ingressos magna Decisione in proelio superasse!.). — Lib. II, p, 12.) (1) V. Doc. 195 nel II vo!. della citata Storia della il/. T. di G.B. Ver ci (2) « Nobilissimum oppidum » la. chiamava, in fatto, Gian Pirro Pincio ; e» più tardi ancora, « nobilissima terra » Scipione Muffe i\ espressioni che il Prati tfaduceva « città gagliarda » — oppidum — e « città cortese » — nobile . — Intorno a Riva e al suo lago ed a' suoi monti sì può dire che rifiorì un’ intera letteratura

. Dopo gli antichissimi — tra i quali men zionammo Virgilio e Catullo — decantarono la bella regione 1 ’ Ali- ghie ri e il Petrarca fino al Bembo, che al « Sarca ■> intitolava un e- iegante poemetto latino; in seguito il Goethe, il de Mussct, e quindi il Beiteloni , ¥ Arici e i nostri Prati. Maffei e Gazsoletti fino al Carducci , fino a Carlo Heigel, per tacer di molti altri, italiani e stranieri, che conobbero e celebrarono Riva, qual è ancor oggi, rifu gio di poeti, sospiro di artisti, speranza

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Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
1896
Dante nel Trentino
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Pagina 145 di 160
Autore: Zaniboni, Eugenio / Eugenio Zaniboni
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: 160 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: p.Dante <Alighieri> ; g.Trentino
Segnatura: II 58.359
ID interno: 133974
— i 4 5 — mo altrove, dal vescovo di Trento nel 1274. Si noti, ancora, che i ricordati monumenti dialettali del seco lo scorso, appartengono, tranne pochi frammenti ripor tati sporadicamente da scrittori di cose nostre, alle parlate di Val d’Adige (centro: Rovereto } e della spon da settentrionale del Benaco (centro : Riva) (i). Ora Dante — mi convien dirlo, finalmente, — di questi ultimi dialetti credo, e con certezza, abbia inteso par lare: non già del dialetto della città di Trento, che

tanto bene non potè conoscere; meno ancora de’dia letti delle altre terre o vallate tridentine. Ed è anche tempo, ó io mi permetto, di dire che un dialetto tren tino, inteso come parlata comune agli abitanti del Trentino, non esiste : in vece, è lecito, o parmi, ri tenere le due parlate gemelle di Rovereto e di Riva per le tipiche, le caratteristiche, le più trentine, in somma, se non le più eleganti, del Trentino. Per dare un’ idea di quel dialetto trentino che Dante conobbe e riprovò, basterebbero

gli Statuti del la città di Riva. I quali ci offrono, con parecchi vo caboli della parlata odierna, ben numerosi esempi di infiltrazione germanica nel dialetto di quel tempo. La lingua degli Statuii non è, a dir vero, nè latina, nè italiana, nè tedesca; nè meno, come bene osserva il ti) In generale si cfr.: D. Reich : « Noti?, e doc. intorno al- 1 ’Ordine dei Crociferi in Trento », Trento.' 1881; e: Schneller : « Deutsche u. Romanen in Südtirol etc. » Ediz. cit. e: Innsbruck Wagner, 1878

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