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215978-196802
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è prevalente mente, numericamente, direi maggioritariamente di lingua italiana. Il Gii addetti all’industria sono ormai quasi in equilibrio quantitativo, ma non certo in equilibrio culturale come senso di attaccamento all'industria. Ancora oggi la cultura di tipo industriale — se vo gliamo adoperare questo termine — appartiene più ai sudtirolesi di lingua italiana che non ai sudtirolesi di lingua tedesca. Allora, qui troviamo un tipo di rapporto tra società sudtirolese e società ita liana, cioè una

somiglianza, ma aggravata o arrichita, secondo se vogliamo dare un significato negativo o positivo a queste cose, per la società sudtirolese dalla compresenza del fattore etnico accanto ai fattori di squilibrio. Questo ci suggerisce però che forse è possibile modificare certi squilibri etnici, impegnandoci ad agire per la modificazione degli squilibri territoriali e di settore; sotto questo profilo la somiglianza della società sudtirolese con la socie tà italiana sì accentua. Possiamo dunque proporla

a noi stessi come tematica comune alla società italiana e peraltro non alla sola socie- wgs italiana. (Al solito mi limito alla società sudtirolese e alla so- Jtità italiana, perché questi sono i due oggetti proposti alla nostra indagine: una analisi si potrebbe estendere almeno a tutti i paesi europei). Nella società sudtirolese e nella società italiana si può allora trovare un punto di contatto nella constatazione degli squilibri e dunque neM’obbiettivo, che dovrebbe essere comune, an che se nella

nostra società non disgiunto dalla tematica etnica, già prima indicata, e dalla richiesta di gestione autonoma dei propri affari. Uno dei punti da approfondire è quello degli squilibri che l'attuale società, anche mediamente o altamente sviluppata non ri sana e qualche volta aggrava. Questo tema è comune alla società italiana e alla società sudtirolese e quindi può essere un tema di interscambio di esperienze organizzative, di cultura politica e anche di approfondimenti culturali. Uno squilìbrio

particolarmente sentito nella società italiana è lo squilibrio educativo culturale — squi librio diciamo genericamente scolastico — sia per la insufficienza materiale delle strutture scolastiche, sia per l'insufficienza storica dei contenuti della scuola, — anche questa tematica, come tutti sanno, non è della sola società italiana, è in questo momento un fatto planetario, come si dice. Essa esiste evidentemente anche per la società sudtirolese, anche qui aggravata, complicata o ar ricchita se volete, dalla

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215978-196802
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cultura, fungibile alla società sudtirolese almeno per la preparazio ne linguistica: semmai ci sarebbero ne! SLicitirolo ulteriori punti di frizione che si potrebbero aggiungere alla generale insoddisfazio ne per tutta l’organizzazione della vita scolastica e culturale. La società italiana è caratterizzata, in questo momento, anche da una accentuata orici del sistema politico, oltreché da squilibri di settore e territoriali e da una accentuata crisi del sistema sco lastico. Anche questa

caratteristica della società italiana — crisi del sistema politico — non è esclusiva della società italiana, come sappiamo, ma riguarda almeno tutta l’Europa, per lasciar stare al tri problemi di più difficile conoscenza personale o di gruppo. Quando continuo a dire, certamente con monotonia, che questi pro blemi non sono caratteristici ed esclusivi della società italiana è, perché vorrei evitare in ogni modo il sospetto di stare attirando l'attenzione dei sudtirolesi di lingua tedesca esclusivamente verso

la società italiana, come se ì loro rapporti a livello di società — o i nostri rapporti a livello di società — dovessero essere esclusiva- mente nei confronti della società italiana. Dico semplicemente che la conoscenza della società italiana può consentire di verificare la somiglianza di certi problemi e di rendersi conto, di capire, perché certi problemi stanno venendo a maturazione o esplosione almeno in tutta Europa. Non è insomma un tentativo di proporre in forme velate una volontaria assimilazione

dei sudtirolesi di lingua tede sca alla società italiana — per dire le cose molto chiaramente, ma è soltanto perché la società italiana può essere intesa come uno dei canali o uno dei test, attraverso i quali si vede come sta andando in genere la società europea, dal momento che ci sono accentuati caratteri di somiglianza e nello sviluppo economico e nella orisi politica e nella crisi culturale. Dicevo dunque: esìste in questo momento in Italia e non solo in Italia una accentuata crisi del sistema

società sudtirolese: essa si evidenzia per l'esistenza di un partito unico per gli appartenenti al gruppo di lìngua tedesca, per un fraziona mento qualche volta artificiale di partiti tra gli appartenenti al gruppo di lingua italiana, ma in sostanza si caratterizza anche qui più che altro per le due note che ho detto prima, cioè per l’in sufficienza culturale e ideologica delle forze politiche, e per la loro ^sufficienza organizzativa. A me personalmente — scandalizzerò molti — fa meno impressione

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215978-196802
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ci si potrebbe domandare: ma, questo poi non serve per distaccare ancora di più il Sudtirolo come so cietà che ha questa sua nota di complessità, dai resto della socie tà italiana? No, credo io, se appunto il tema dell'autonomia e delia complessità culturale viene poi dalia società sudtirolese presen tato nelle sue forme positive e anche organizzativamente diverse a tutta la società italiana, perché N pluralismo culturale e la ge stione autonoma dei propri affari sono, diciamo, cose positive

in sè, — se vogliamo adoperare questa formula. Di conseguenza sfrut tando, giocando positivamente su questi dati storici, una delle re lazioni che la società sudtirolese può intrattenere con la società italiana, è quella di dare alia società italiana dei valori, propo nendole — se non vogliamo adoperare termini così commerciali come dare e avere, dare e ricevere — il tema del pluralismo cul turale, che ovviamente per il resto del territorio — tranne là, dove ci siano altre minoranze linguisticamente differenti

di esemplificazioni che lascio alla fan tasia di ciascuno, appunto per non occupare troppo spazio di tempo con questo solo tema, che, come ripeto, accenno. Allora, uno dei rapporti e forse l'essenziale della società sudtirolese con la società italiana è un rapporto, per il quale la società sudtirolese date le sue caratteristiche che sono quelle già dette, mantenen dole vive in positivo, può proporre alla società italiana una, — sia pur diversa per la diversità dei territori — accettazione o organiz zazione

di questi stessi valori positivi del pluralismo culturale e dell'autonomia. Naturalmente le caratteristiche della società sudtirolese non sono solo quelle che ho fino a qui indicate. Queste che ho indi cate, pluralismo culturale e nazionale e richiesta o esigenza o cul tura politica di tipo autonomistico, sono le due caratteristiche che saltano immediatamente agli occhi di tutti, anche perché sono, tutto sommato, estranee alia cultura politica italiana dopo l’unità. Dopo la formazione delio stato

molti problemi simili a alleili che si presentano nella società ita- esistono attualmente molti squilibri territoriali e di settore. Squilibri liana in generale. Per esempio, nella società italiana in generale tra regione e regione — dico regione in senso generico o in sen so economico, non nel senso della divisione amministrativa dello Stato italiano —, squilibri tra settore e settore della vita economi ca, squilibri tra livelli culturali, squilibri si può dire di ogni genere, sotto qualche profilo

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di autodeterminazione deìla minoranza tira sse. Coloro die sono colpiti dalla repressione italiana del movimento '.azionale tirolese si collocano inevitabilmente sul terreno della iffermazione dei diritti dei sudtirolesi. E d'altra parte lo stato italiano nega i diritti dei tirolesi e colpisce ali persone. L'affermazione di una sinistra tirolese non può avvenire mediante elaborazione esclusiva di una politica culturale, quale è, ad esent ilo, l’unica conclusione che si può trarre dall'articolo di Alexander anger

vigenti nel Tiralo. L’inserimento della minoranza tirolese nella battaglia universitaria uò consentire al movimento universitario di verificare quale è fata la politica dei movimento operaio revisionista in uno dei set- tri della vita sociale italiana, quello delie minoranze. La minoranza tirolese deve trovare nel movimento universitario alleato fondamentale, accanto alia classe operaia, per conquistarsi n ruolo rivoluzionario nella battaglia politica italiana e una colioca- one nel movimento per

un rinnovamento della cultura italiana. sprachen, und sie verurteilte die faschistischen Methoden, die vom italienischen Staate angewendet wurden. Unsere Freunde der studentischen Linken Tirols haben die Stel lungnahme des „II Comunista" und die des „II Foglio della sinistra universitar-ia" kritisiert, indem sie darauf hinwiesen, daß für die Tiroler Linke das Problem der Unterscheidung von den nationalisti schen Bewegungen bestünde. Wir sind der Meinung, daß diese Unterscheidung von der Ti roler Linken

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porto tra il Sudtirolo e lo Stato italiano che non raffiguri nessun rapporto tra il Sudtirolo e la Società italiana. Al limite i Sudtiro lesi potrebbero avere ottimi o comunque pacifici e indiscussi rap porti con lo Stato italiano semplicemente adeguandosi alle leggi o chiedendo che le leggi vengano adeguate o adeguandole là dove possiedono un potere legislativo, senza con questo entrare — dico per assurdo, esprìmo la tesi nelia sua forma estrema — pratica- mente mai in contatto con la società

italiana, mantenendosi cioè nell'ambito di quei rapporti giuridici e di quelle forme di potere de legato e correlativamente in quegli atteggiamenti di passività, in quel rapporto, che si realizza una volta ogni 4 anni, o una volta ogni 5 anni alle scadenze elettorali, e che è di carattere, in fondo, molto formale ed esterno. Se invece il convegno ha voluto dare il titolo a questa relazione «Il Sudtirolo e la Società italiana», signi fica che almeno i proponenti desierebbero superare un rappor

leggi, non ancora de finiti in norme e quindi caratterizzati da uno sperabilmente alto li vello di inventività, di flessibilità e di partecipazione. % Allora, per collocare ia nostra terra nel tema della società ita liana. è opportuno, io credo, conoscere sia pure sommariamente, le caratteristiche della società sudtirolese e le caratteristiche della società italiana in questo momento storico, per vedere, quale tipo dì impegno è augurabile che assumano coloro che si riconoscono elementi attivi nella

società sudtirolese nei confronti della società italiana. Vorrei precisare che, quando parlo di società sudtirolese ne parlo, considerandomi appartenente ad essa, cioè ne parlo come una persona che intende assumere la società sudtirolese co sì come essa è, cioè caratterizzata dalla presenza di due culture, di due gruppi nazionali e dalla problematica inerente a questo fat to. Dì conseguenza assumo subito come caratteristica della so cietà sudtirolese appunto questa bilinguità o mistiiinguità o com

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politica debba rispondere a problemi culturali, politici, economici e sociali o debba rispondere a una distinzione di cultura e di lin gua che finisce per superare qualsiasi altra. Personalmente credo che l'attuale sistema politico nella socie tà sudtirolese, non per il fatto che i sudtirolesi di lingua tedesca sono politicamente organizzati in un partito, i sudtirolesi di lìngua italiana sono organizzati in dieci partiti, ma direi per l'insufficienza generale, che l'attuale sistema politico

non giovi allo sviluppo di un elemento che mi pare assolutamente essenziale e che, in que sto caso, il Sudtirolo dovrebbe ricevere dalle altre società svilup- oate europee — non voglio nemmeno dire dalla società italiana in esclusiva, proprio per evitare quel sospetto che già avevo detto prima —. E' vero infatti, io credo, che l'accusa principale che si jfi'ò fare da parte della società sudtirolese all’attuale distribuzione celle forze politiche o organizzazione delle forze politiche nella nostra

un giudizio di totalitarismo politico, si potrebbe anche fare, ma non è poi l’unico partito a cui si potrebbe rivolgere questa ac cusa ed è fuori dalla tematica che oggi affrontiamo — organizza nella loro quasi totalità i contadini sudtirolesi, mentre i partiti di lingua italiana organizzano la quasi totalità degli operai. Questo tipo di organizzazione politica ancora una volta fa diventare pseudo- gfcjzìonalistica una tematica che dovrebbe essere affrontata sulla else dei comuni interessi di classe dei

accorgendosene. In sostanza fino a non molti anni fa i partiti, e qualche volta ancora oggi i sindacati, presentano agli operai italiani il tema di una condizione operaia particolarmente difficile, che richiederebbe però di essere sopportata con maggiore pazienza che altrove, perché in fondo gli operai sono in una trincea e stanno difendendo qui certi insedia menti industriali e una certa presenza del gruppo di lingua italiana. In fondo la scarsa combattività sindacale degli operai di lingua italiana viene

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delle forze politiche ha praticamente impedito, agli operai e ai contadini di avvertire i loro comuni interessi. Non servirebbe nemmero il passaggio dal partito unico al pluralismo: anche se la Volkspartei si dividesse in dieci partiti, ciascuno dei quali fosse il controaltare dei dieci partiti di lingua italiana, il problema non cambierebbe, perché ci sarebbero sempli cemente due schieramenti nazionali, suddivisi in frazioni pseudo politiche che continuerebbero a conservare la popolazione divisa

usando il nazionalismo come copertura di interessi dì classe precisi e come modo perché altri interessi di classe, sacrificati in questo caso, non vengano acquisiti e non arrivino alla coscienza dei più. Mi sembra allora che sotto questo profilo, mentre il Sudtirolo può dare e proporre alla società italiana la tematica del pluralismo culturale, e di una cultura politica di tipo autonomistico possa ben ricevere, accettar di ricevere, non dico necessariamente o solo dalla società italiana, ma in genere

da tutte le società europee, la tematica più specifica di una organizzazione politica che non veli sistematicamente e volutamente gii interessi delle classi e che non impedisca di fatto l'incontro, là dove esistono comuni interessi. Evidentemente il tema di provocare un incontro tra operai — che dico schematicamente sudtirolesi di lingua italiana, benché non lo siano più tutti o solo, e i contadini, ancora oggi tutti prevalente mente sudtirolesi di lingua tedesca — questo tema di provocare un incontro

mi pare un po’ il tema centrale, il punto centrale di interesse, a! quale dovrebbero dedicarsi tutti coloro che pensano di dover dare una mano a correggere gli squilibri, che avevo prima indicato esistere nella società sudtirolese, come peraltro nella so cietà italiana. Sotto questo profilo penso che bisognerebbe appunto inventare delle forme organizzative di incontro; tutti quelli che sono in grado in qualche modo di conoscere le due culture, non solo nei loro aspetti letterari, ma nei loro aspetti

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la minoranza tirolese a superare la questione nazionale e cioè ad accettare la politica di snazionalizzazione. Nei 1957, l'anno del grande balzo revisionista compiuto dal Pei con il suo Vili 0 congresso, le tesi congressuali vedono nella garanzia dei diritti delle minoranze (inquadrata nel problema regionale) la condizione della lotta conseguente «contro le mene nazionalistiche c naziste alimentate dall'imperialismo tedesco». Si offre cioè l'alibi alla borghesia italiana, parlando del naziona- ismo tedesco

, per coprire e per giustificare il proprio nazionalismo. L'esistenza di un movimento dell'opinione pubblica tirolese non 'iene neanche percepita. Accorgersi dell'esistenza di esso, al di uori delia SVP, costringerebbe a prendere posizione e ad attaccare a politica della DC. Con le successive posizioni del senatore comunista M. Scocci- narro, il Pei si muoverà ormai apertamente nell'ambito delle solu- ' mi delia borghesia italiana, disposta a fare molti riconoscimenti H minoranza ad una precisa

condizione: la rinuncia alla afferma- ione del diritto di autodeterminazione da parte dei tirolesi. La questione tirolese nell’attuale situazione politica italiana Si può facilmente comprendere con quale atteggiamento polìtico movimento operaio italiano e, più in generale, la sinistra italiana bbiano valutato le ondate di attentati. Dopo aver negato alla minoranza tirolese il diritto di autodeter- ìinazione e tentato di giustificare tale negazione, il Pei si è trovato avanti a una serie di manifestazioni

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Tempo addietro, meno di un mese fa, due giornali locali, uno In lingua italiana, l'altro in lingua tedesca, duellarono a colonne di piombo su un tema: se i sudtirolesi dovevano considerarsi discen denti o no dei baiuvari, cioè gli antichi bavaresi. La disputa era accesa e condita da entrambe le parti di componenti nazionalistiche, quasi che, dalla sua soluzione, [si parla del millennio scorso-} di pendesse qualcosa di vitale per le popolazioni dell'Alto Adige. Questo episodio, che non è privo

d'uscita. A mio avviso, dunque, è necessario impostare seriamente e por tare avanti una attenta revisione critica non del passato — che altrimenti si ricadrebbe nello stesso errore — ma nella maniera con la quale bisogna guardare al presente proiettandolo nel futuro. Particolarmente felice a questo riguardo mi sembra il tema proposto, cioè l'identificazione del ruolo che ì sudtirolesi possono assumere nella società italiana. Un ruolo polìtico e culturale. Politico nella misura in cui sapran

no sottolineare il significato e la portata delie autonomie locali in una società, come quella italiana, tradizionalmente abituata a concepire lo Stato in senso aceentratore e di conseguenza a respingere con diffidenza, come tentativi centrifughi, le autonomie. Non voglio sottolineare a questo punto la funzione civile e politica che ie autonomie regionali possono e debbono svolgere in Italia: ma è un fatto che il dettato costituzionale, che prevede regioni autonome in tutto il paese, è inattuato (salvo che

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