¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
evasione, si rifugia nei richiami del sentimento e del cuore. Lui che mostra muoversi per invalidare un certo deprecato borghesismo, alla resa dei conti lo convalida. C'è in tutto ció il proposito? Non ne siamo del tutto sicuri, E se il proposito c'é, si direbbe che esso si esplichi a scatto ritardato, conseguendo particolare effetto, ma quasi ultima ratio, testimonianza di una crisi subita, o meglio, comprova della po- sizione di trapasso tipica del nostro Autore. Un dramma, « Fiamme
nell'ombra», si sottrae alle consuete te- matica e antitematica, anzi invece di esibire « idee », pulsa di passioni. In confronto ai precedenti, si sviluppa alla rovescia, con un trapasso da ambizioni fondate, giustificate, di comodo assestamento, alla loro piü coraggiosa rinuncia. In fondo questo dramma, certamente il piü schietto, consegue il vero intento del Butti, di mettersi al di là delle convenzioni, di pronunciare una parola elevantesi al di sopra delle meschinità contingenti, costi quello che
che a- vrebbe già avuto sicuro coronamento se la sorella, giovane attraente, non l'avesse compromessa: si è data a un uomo, ha abbandonato la casa del fratello, ha suscitato scandalo. E' poi tornata, la peccatrice, si è sottomessa, e l'arciprete, vincendo il proprio rancore, l’ha riac- colta « ovis quae erravit ». Ma lei, la misera, non resiste: ricade in pec- cato. Oltre che onta sua, è ormai il crollo delle aspirazioni di Don Giustieri, un crollo non senza riscatto. Egli non inveisce
ideologie, rivolto esclusivamente alle esigenze dell'essere, fortuite pri- ma essenziali poi, giunge a dire una parola non comune, che è insieme di distacco dai facili adattamenti del costume piccolo borghese e di poesia. E vi giunge assai meglio di quanto non sia riuscito coi versi del « Castello del sogno », col quale esortó anche troppo esplicitamente a confortare la vita, del resto squallida, con l’amore e la fede. II dissidio fondamentale fra l'idea o la tesi, che di volta in volta lo attraggono
, e il ripiegamento entro le zone del sentimento, è evi- dente anche nei romanzi coi quali si era affacciato alle lettere, anche nelle commedie intenzionalmente giocose: fatta eccezione per « Fiam- me nell'ombra», è un dissidio rimasto artisticamente irrisolto. Altri scrittori e drammaturghi, quelli da noi ail'inizio richiamati, assursero 334 —