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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Sociologia
Anno:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 555 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
e non semplicemente storico; e questa verifica è possibile a sua volta perché storicamente la divisione della coscienza temporale del fonda- mento dalla parenesi storica del fondamento è esattamente quello che attualmente ed intrinsecamente la borghesia é. Questa verifica, possi- bile a questa condizione, presuppone d'altra parte e pur sempre un dinamismo di rapporto al fondamento stesso esattamente perché il fondamento è disponibile: la disponibiltà storica del fondamento signi- fica che sono

possibili molteplici forme e modi di identificazione del fondamento ad una pluralità problematica di mondi del principio. E anche qui è necessario awertire che dal mondo dei principi (un mondo platonico in verità) ai mondi del principio, la pluralizzazione riguardan- do il mondo, ribadisce una singolare singolarità del principio che d'al- tra parte, è vero, da quella pluralizzazione riceve una legittimazione paradossale del suo stato problematico; ora, e poiché non è questo il luogo

di un approfondimento di questo discorso, I'evidenza della crisi riguarda proprio il fatto che, storicamente, protagonista di questo processo che ha diviso la coscienza dalla parenesi, è stata la borghesia: talmente che una teoria come questa della borghesia presuppone in realtà il fatto storico delle teorie cosiddette borghesi che hanno diretto tanta parte non soltanto della evoluzione storica del mondo e della società ma della evoluzione critica della borghesia stessa. La disponibilità storica del fondamento

significa, dal punto di vi- sta della borghesia, la possibilità che la borghesia è di verificare l'au- tenticità del suo stato critico dal grado di efficacia che il fondamento riesce a determinare per sé nella storia: ed anche questo è un modo di impegnare la pluralizzazione del mondo dei principi alla singolarità del principio perché la necessità della efficacia del fondamento non significa soltanto la problematica contemporanea della divisione della testimonianza e della idea, ma significa anche

il problema di una valu- tazione piu rigorosa del rapporto dei principi alle ideologie e della ideologia al principio. Ma anche questo è ancora un altro discorso, poiché viceversa la divisione della borghesia dalla sua parenesi storica se pone in essere la borghesia come atto, necessariamente assume dal- la necessità di un controllo rigoroso dell’estendersi della borghesia alla storia, la possibilità e il rischio di riconoscere il mondo della storia valido per se stesso: che è poi anche un riconoscere

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Sociologia
Anno:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 326 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
fronto del fare che si orienta verso il futuro. Questa assimilazione dello spirito borghese alVavere non si attaglia alla borghesia di quel secolo in cui essa aspirava ad essere qualche cosa in confronto dei due ceti privilegiati del clero e della nobiltà; bensi ad un con- cetto di borghesia del nostro tempo che sfrutta persino gli ele- meni negativi che emergono nella società industriale avanzata per la perpetuazione di un privilegio quale è quèllo del denaro ri- spetto al lavoro.» II Prof

. Prini è giunto àl nocciolo det problema, secondo UGO SPIRITO, perché il nocciolo di ogni problema è sempre metafisico. Della relazione di Prini il Prof. Spirito accetta fino a un certo punto le linee fondamentali, cioé il problema della metafisica mo- derna come metafisica del fare. Metafisica del fare che Prini stesso ha determinato come metafisica della soggettività, del soggetto che fa. «La borghesia è appunto la classe rappresentativa di questa metafisica. II pensiero moderno trova nella

borghesia la sua espres- sione Hpica. Allora si tratta oramai di fare il bilancio di questa metafisica, e vedere se questa metafisica puó essere ancora so- stenuta, confermata, difesa, o se, viceversa, con la crisi della bor- ghesia s’intende parlare propriamente della crisi di questa meta- fisica, della metafisica della soggettività, del fare. lo sono con- vinto con Prini che si tratti proprio della crisi di questa meta- fisica, della metafisica cioè che ha investito il pensiero moderno, marxismo

compreso. II marxismo che sembra essere rivoluzionario e anti-borghese, in effetti rimane nel quadro della meafisica bor- ghese. Questa è la ragione della conseguenza alla quale assistiamo, e cioé del trasformarsi progressivo del comunismo italiano e in- ternazionale. Oggi è un generale parlare dell’imborghesimento dei partiti comunisti. Oggi il mondo si sta avviando verso una forma generale, direi quasi uniforme, di social-democrazia, come Vultima espressione della metafisica borghese, della

metafisica della sog- gettività del fare. Fin qui, dunque, accordo con Prini. Ma in che cosa non posso poi seguire Prini? Nella conclusione che ne trae. Vale a dire: basta con il primato del fare e antepo- niamo al fare Vessere, Vessere delVuomo. II problema di questo pri- mato dell’essere sul fare è un problema che puó nascere soltanto quando alla scienza, a quella scienza che è proprio la ragion d’es- sere della mía concezione metafisica della reaità, si dà un signi- ficato limitato: di un fare

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Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Sociologia
Anno:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 421 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
costruzione dello Stato moderno, con la sua gamma sempre piii estesa di servizi pubblici: per fare un esempio, soltanto nel 1904 con la na- zionalizzazione delle ferrovie lo Stato avrebbe assunto in proprio que- sto servizio pubblico essenziale, naturalmente con il personale ad- detto. Altro elemento importante per avere un quadro della borghesia italiana del tempo è quello di indicare le regioni da cui questa burocra- zia proveniva. L'inchiesta del Carpi gli avrebbe confermato già nel secondo

decennio dell'Unità che le regioni in cui piü spesso e volentieri si ricercava un impiego statale erano quelle centro-meridionali. Fran- cesco Saverio Nitti (3) sembra considerare questo un pregiudizio in- giustificato: calcolando il contributo delle popolazioni agli impieghi sta- tali sulle pensioni corrisposte all’epoca del suo studio, la fine del secolo, egli nota che l'Italia settentrionale, con una popolazione del 37,4% della popolazione complessiva, riceve il 43% delle pensioni; mentre l’Italia

meridionale e la Sicilia, con una popolazione del 30% circa, ne riceve soltanto il 25,3%, e conclude che la massa degli im- piegati dello Stato, contrariamente a ció che (già a quel tempo) si dice, è provenuta finora dall'Italia settentironale e centrale. In realtà le sue conclusioni riguardano l'«amministrazione supe- riore», ossia i funzionari e ufficiali di grado piü elevato, e si ricolle- gano, in questa epoca, al fenomeno politico della «piemontesizzazione» (con contributo talora cospicuo di aitre

regioni settentrionali e cen- trali) della penisola. Alla fine del secolo l'Italia settentrionale, con il 36,8% della popolazione totale, forniva il 52,8% degli «impiegati su- periori», il Sud e la Sicilia il 19,7%: fra questi alti funzionari i pre- fetti settentrionali erano piü del doppio dei meridionali, mentre nel servizio diplomatico e consolare il Mezzogiorno era appena rappresen- tato. Quando poi agli ufficiali superiori, su 149 generali 114 erano del- l’Italia settentrionale e 11 soltanto

dell’Italia meridionale e della Si- cilia. Questa situazione sarebbe progressivamente mutata con il venir meno del «clima» risorgimentale, il clima della «conquista» del Sud, mentre d'altra parte lo sviluppo della società industriale nel Nord du- rante l'età giolittiana avrebbe reso sempre piü scarso il numero dei settentrionali disposti a intraprendere una carriera statale, salvo per quanto riguarda alcuni servizi (esercito, marina, diplomazia) e in spé- cifiche regioni (Piemonte). Già il Nitti riconosce

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Sociologia
Anno:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 319 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
nascimento e sviluppo, gli è svisarne la natura e il significato» (21). Siamo nel cuore del materiaiismo storico e, tuttavia, non è certa- mente arbitrario sentire nelle due posizioni una sostanziale diffe- renza. Ciò che manca al Gentile è l'idea della condizione o neces- sità o, piii precisamente, della «caduta» storica del pensiero-lavoro nei vincoli dell'alienazione borghese. Tornando da Marx a Hegel, Gentile ha sdrammatizzato il ma- terialismo storico: di fatto, lo ha semplicemente

ricondotto nel processo della civiltà borghese, come metafisica da fare. Ció che separa Gentile da Marx, come già Hegel da Marx, é, in definitiva, la risoluzione ottimistica dei mali del mondo. L'ottimismo nasce dal riconoscimento della necessaria razionalità del reale. «Poiché la finalità è immanente nel processo storico fin dal suo primo prin- cipio, dice infatti il Gentile, come l'intuizione hegeliana anche la marxista é, in fatto, ottimista contemplando una storia che cammina verso un fine, che

è il bene di tutti, il bene assoluto» (22). Ma è questo precisamente lo spartiacque tra lo storicismo at- tualista e il materialismo rivoluzionario. Anche le proposte, piíi mature e ben piü profondamente elaborate dell'ultima opera del Gentile, Genesi e struttura della soccietà, pubblicata postuma nel 1946 e scritta tra il 25 luglio e 1'8 settembre 1943, restano in questa prospettiva sostanzialmente elusive del vero problema della «crisi della borghesia». L'ideale operativo della identificazione di indi

- viduo e Stato, che è il tema fondamentale dell'opera, resta inevi- tabilmente in un ambito soltanto parenetico ed oratorio, quando non si assume realisticamente il fatto della separazione reale del- l'individuo dallo Stato e dunque la ragione di fondo della aliena- zione sociale. In realtà il merito del Gentile è stato, io credo, di aver formulato con alta serietà speculativa il nucleo originario e costante di tutta la moderna civiltà borghese — che è senza dub- bio presente anche nel materialismo

storico —: quello che da prin- eipio dicevo il primato del fare. L’umanesimo del lavoro, che è la formula piú suggestiva di quest'ultima opera del fondatore del- l'attualismo, puó essere anche la cifra esemplare della civiltà mo- derna, fondata dall'«ésprit bougeois», di quella civiltà che ha visto e promosso, come dice il Gentile, «l'avanzata del lavoratore nella scena della grande storia» (23). In questa stessa linea, accostando la posizione del suo Maestro alle prospettive di radicale e rapida

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Sociologia
Anno:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 550 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
sempre condizionata ed animata da una radicazione storica: e si tratta, è chiaro, della differenza che divide e unisce la cultura alla organizza- zione sistematica del sapere; d'altra parte il procedimento rigoroso di una tale organizzazione è costretto a riconoscere la cultura proprio perché una delle sue difficoltà iniziali è esattamente quella di un residuo che è la cultura ed è appunto il residuo che il sapere, siste- maticamente capace di sé, si lascia alle spalle come ció dal quale esso

stesso in qualche modo nasce in qualche modo peró essendo anteriore a quesso stesso residuo; di qui il segno della differenza ha bisogno di una sua radicazione metafisica perché di qui la cultura si ritrova con- dizionata ad essere una mediazione fondamentale alla quale appunto non puó bastare la sua radicazione temporale. La rappresentazione piü appariscente di questo che é, in suo senso positivamente rettorico, il dramma vero della cultura o la cultura stessa come dramma delle sue relazioni e del

loro ordine sistematico, si ha nel fatto che il sapere tende, lasciandosi alle spalle la cultura come il suo stesso residuo, a intenderlo come un residuo che va necessariamente esteso anche al mondo e alla storia: per il che il mondo e la storia, mediante la cul- tura, spesso appaiono alle spalle del sapere come un suo remoto resi- duo; ma anche, e per questo stesso, la cultura se è una estensione del sapere al mondo e alla storia intende e pone a sua volta che essa stessa del mondo e della storia

debba rappresentare la piü visibile differenza: talmente da non potere intendere il mondo e la storia se non come e sempre il mondo della storia reciproco e non, nella storia del mondo: perché appunto essa, la cultura come differenza, è la in- terna autorevole decisione di questa reciprocità. Dal punto di vista del sapere, a questo proposito, è chiaro anche che il sapere iniziaimente è necessariamente niente altro che la divisione ristabilita del mondo e della storia nella quale il dinamismo piü

fecondo è quello che spinge la storia in quel punto-limite nel quale essa puó essere un comprendere il mondo nel quale il mondo sia tutta la sua totalità senza risolversi nel suo essere compreso: e in questo senso nell'ambito stesso del sa- pere nasce il controllo piü intrinseco dell’origine delle scienze e della possibilità delle loro relazioni. Ma a questo punto è chiaro anche che questa precisazione del sapere interessa la cultura, soltanto perché lo stesso dinamismo del sapere fino alla organicità

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Sociologia
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[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 335 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
stanza, oggi il pensiero cristiano piü vivo è teso in questa alterna- tiva di ritrovare l'autenticità cristiana nel carattere non mondano del Cristianesimo, cioé nel suo carattere escatologico o puramente sacrale; oppure di impegnarsi hei problemi di questo mondo, in una politica o in una rivoluzione sociale, per esempio, In fondo il Cristianesimo nella misura in cui si è trascritto in termini mon- dani, — in buona coscienza e per ragioni storiche giustificatissime — si è sostituito alle forze

profane, ha surrogato responsabilità uma- ne, e perció ha assunto forme culturali, politiche, ideologiche. Oggi, dopo il Concilio, è in atto una profonda rivoluzione della coscienza cristiana. Si riconosce, da un lato, quell'autonomia delle realtà terrene di cui parlano i teologi. Ció significa che le responsabilità dei cristiani come uomini del proprio tempo sono intere e che il Crstiano non ha un alibi ideologico in una pretesa posizione politica o sociale della Chiesa. II cristiano, come uomo

singolo, deve assu- mersi tutte le responsabilità delle proprie scelte nel campo politico o sociale. Non ci sono dei partiti che possono dirsi cristiani in maniera esclusiva. Non si puó dire oggi per esempio quello che diceva Maritain: la democrazia è cristiana o non è democrazia. II Cristianesimo ha assunto nella sua storia posizioni diversissime nei confronti del problema politico, sociale ed economico. 11 vero pro- blema del cristiano è di ritrovare il Cristianesimo nel suo auten- tico carattere

. Ma i due momenti sono distinti: non si puó attribuire a nessuna forma storica l'assolu- tezza del messaggio sacrale. II Cristianesimo non ha mai autorizzato, non ha mai resa assoluta né una metafisica né una politica. La Chiesa ne ha suggerita o privilegiata qualcuna, ma non ha mai potuto imporla dogmaticamente. La mediazione tra il sacro e il profano sarà l'opera responsabile del cristiano che vive nel suo tempo. Questo risponde, mi pare, anche all'osservazione di Carac- ciolo, che voleva sottolineare

l'autenticità del religioso. Avevo anch'io detto che il grosso problema è qui: l'autenticazione del messaggio cristiano. E' necessario riproporselo perché precisamente alcune soluzioni che sono state date fino ad oggi nel campo poli- tico e sociale, in nome del Cristianesimo, potrebbero essere anche esse tali da essere inscritte in quella metafisica del fare di cui parlavo. Certe forme, a mio awiso, del primo maritainismo, per esempio. Tútta la discussione in atto oggi per il superamento del- la concezione

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¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 308 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
vita e verso il mondo; una categoria o una figura dell'ethos, in- somma, che può essere ed è di fatto partecipata anche da coloro che non detengono i benefici dell’organizzazione economico-sociale del capitalismo industriale. Di fronte alle opposizioni romantiche e postromantiche contro il «filisteismo» borghese, Scheler mette in guardia, giustamente, dal porre come primo fattore dello «spi- rito borghese» l'amore della vita e del piacere, come se derivassero da esso sia lo sfrenato desiderio

del guadagno sia il fanatismo di una produttività senza limiti. Al contrario, c’é prima questo fana- tismo del lavoro produttivo, questa forma moderna dell'infinito Streben quindi I'ambizione del guadagno smisurato e infine la dis- solutezza di una vita dispersa nelle attività inferiori ed animale- sche, fuori da ogni genuino, umano sapore della gioia di vivere. Nietzsche ha scritto, in questo senso, alcune notissime pagine della Gaia. Scienza, nel clima austero e puritano dell’età vittoriana

, quando la serietà della vita era fatta consistere nella pruderie ses- suofobica e nella esaltazione del lavoro come fine a se stesso. 11 nesso tra quelle due modalità cosi fortemente accentuate del co- stume vittoriano era significativo di un piü vasto e radicale pro- cesso in corso in tutta l'età modema. E' ben nota la tesi di Weber sulla parte che ha avuto l’ispirazione calvinistica nell'etica modema del lavoro: «lavorare disperatamente, per non cadere in preda al- la disperazione», secondo

la massima di Carlyle. La frenesia del lavoro è promossa e incoraggiata come il segno dell’elezione di- vina nella predestinazione della sua grazia salvifica. L'amicizia di Dio si rivela nel potenziamento terreno dell'essere degli eletti: non nella sanità delle opere, perché la sanità è soltanto il fmtto della grazia; ma nell’efficienza terrestre, nella produttività del lavoro umano che trasforma in beni di possesso e di consumo la materia del mondo. Gott mit uns! è stata l’insegna della metafisica del

fare del capitalismo moderno. Nell'orizzonte teoretico di tale metafisica si manifestano i va- lori caratteristici della nuova civiltà, che forse potrebbero essere raccolti intomo a tre nuclei essenziali dela filosofia dei secoli XVII e XVIII: il primato della soggettività, nella scoperta carte- siana del Cogito, la libertà come processo di auto-educazione, nel- YEmilio di Rosseau, e l’autonomia della coscienza morale in Kant. Gli «immortali principii» della rivoluzione francese derivano la propria

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Pagina 396 di 598
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Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
festa tanto nell’inibizione paralizzatrice delle attività mentali, quanto nell'agitazione convulsiva delle manifestazioni pubbliche (e apriamo una parentesi per sottolineare che questa affermazione assume un'im- portanza specifica e particolare, alla luce delle diverse circostanze del- la vita politica). La coscienza del pericolo, che conviene non confon- dere eon la paura, è, al contrario, gioco stimolante della virtü denomi- nata prudenza, ragione, e conoscenza del bene e del male nel metodo

di agire. Causa unica, sufficiente e bastevole (il concetto del « bastan- te » portoghese implica qualcosa di piü che quello del « sufficiente »), perché, perduta la fiducia in se stesso, l'uomo rinuncia a utilizzare, a mobilitare e a stimolare le virtü patenti o latenti della sua propria anima. Questa depressione equivale a un’anemia che diventa permea- bile agli agenti piü sottili di intossicazione e di infezione sociale, i cui effetti di auto-dilacerazione e di auto-distruzione potrebbero essere

scrutinati in una lunga esposizione, dalla storia remota fino all'attua- lità presente ». E per il Ribeiro, oltre che essere un dato di fatto che l’uomo por- toghese ha perso la fiducia in se stesso (cioé in certezze remote del proprio modo di essere, certezze storiche, politiche, e soprattutto re- ligiose), è un altro dato di fatto che egli l’ha persa e « nel momento in eui è passato a dare eccessiva fiducia all’uomo straniero, principal- mente a colui che pensa, parla e scrive secondo le regole

dominanti nell'Europa centrale », a causa, da un lato, dell'invasione del Porto- gallo da parte di pensatori e scrittori « turisti o emigrati » — cosi si esprime il Ribeiro —, dall’altro, delle tendenze di tanti critici porto- ghesi, nel confronto istituito fra il pensiero della propria tradizione e quel pensiero straniero, a mettere quest’ultimo in posizione di van- taggio a scapito dell’altro. E, ammessa senza reticenze una decadenza portoghese nel campo del pensiero (Âlvaro Ribeiro lo attribuisce

, agli effetti strettamente filosofici, al venir meno, in Portogallo, dell'aristo- telismo arabico, ebreo e cristiano, sia per l'avvento del pensiero del- l'Europa protestante, sia per l'eliminazione dell’insegnamento aristo- telico da parte del marchese di Pombal), in tale decadenza l’uomo portoghese, dal « pensare adulto » che sarebbe stato il suo nei « secoli eroici», sarebbe scivolato ad avere la sentimentalità di un adolescente e via via la velleità di un fanciullo, e ancora fino a giungere alla

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Anno:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 430 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
Figlio ad un tempo di aristocratici e di socialisti, è questo un con- cetto «nato male» e se nella gran confusione e nella meschinità della genesi si volesse trovare a tutti i costi un padre da denunciare alia anagrafe, si potrebbe indicare il Saint Simon « nella cui persona par quasi si riunissero le due opposte avversioni dell'antico aristocratico e del nuovo apostolo del socialismo» (6). Non spetta a noi vagliare la consistenza storica di simile genesi e se il pensiero corre immediatamente

alla ormai classica opera webe- riana che connette strettamente le origini e lo spirito del capitalismo al- l’etica protestante colte entrambe nelle loro prime manifestazioni non dovunque, ma soprattutto nell'Olanda del '600, il «puzzo» che Dante sx dice costretto a sostenere per quella «cittadinanza ch'é or mista — di Campi, di Certaldo e di Fegghine» non ci pare sia riducibile sol- tanto allo sprezzo sdegnoso di un aristocratico — di «poca nobiltà di sangue» per giunta — per una folla di villani

da poco inurbati. La no- biltà di Dante ha matrici ben piti profonde che non ambiti giuridici, economici e sociali, è etica, religiosa, culturale: del tutto spirituale quindi, se si vuol dare un significato preciso e coerente alla vita stessa del poeta. Affondava essa le sue radici in quella versione della vita e della cultura che si esprimeva nella lambiccata poetica trovadorica e nei segni raffinatissimi e rarefatti stilemi dell'amore e della gentilezza stilnovistici: privi, immediatamente, l’uno

» della vita che egli vedeva montare attorno a sé (7). Del resto, i critici stessi del Weber se hanno rintuzzato, andando spesso molto al di là delle intenzioni del sociologo tedesco (8), i li- miti cronologici, geografici, etico-religiosi della sua tesi, in quanto negano che «lo spirito del capitalismo sia un prodotto del puritanesimo» an- che se il protestantesimo «ha potuto essere per esso un tonico», per usare le espressioni testuali di uno dei piü penetranti (9), hanno tutti riconosciuto

e la validità e la fecondità del metodo. E per tornare alla poesia, in un ambito quindi piu immediatamente avvertibile come spi- rituale, non si puó non cogliere come quel meraviglioso affresco di commedia umana che è il Decamerone ci offra documenti lucidissimi e consapevoli non soltanto di una nuova classe mercantile, bensi di una nuova cultura, di una nuova mentalità e soprattutto di una nuova « intelligenza ». Se volessimo anche rovesciare la prospettiva e cogliere non tanto l'emersione di una nuova

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Sociologia
Anno:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 431 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
i contemporanei vivevano conserva il valore di una verità e se anche non foss'altro che una vernice, sarebbe pur sempre compito dello storico intendere quella vita nello splendore di quella vernice — lo stesso Huizinga non si lascia abbagliare dai riflessi dorati delle foglie cadenti del suo Autunno del medioevo (10). Lo dice non soltanto la nostalgia accorata con cui egli insegue i fantasmi splendidi ed ancor potentemente suggestivi di una civiltà «cavalleresca» al tramonto, ma la sua stessa

franca ammissione del meraviglioso sviluppo della potenza borghese, la profonda trasformazione in senso dinamico del concetto di «stato» e di «ordine», la dignità riconosciuta alla scienza ed al sa- pere, la carica profondamente rivoluzionaria della vera nobiltà come nobiltà del cuore, già cosi precocemente avvertita negli schemi raffi- natissimi e rarefatti della esaltazione dell'amor cortese della poesia trovadorica e nella poetica del «cor gentile» del nostro dolce stil novo. Quel che di «borghese

» ci resta in mano, allora è proprio una «di- mensione spirituale », cioé una forma di civiltà e di cultura, un tipo di intelligenza e di eticità. La stessa intrinseca dinamicità che caratte- rizza la borghesia, frantuma qualunque schematizzazione in termini esaustivamente giuridici, economici, sociali, cosi cangianti nella concre- tezza delle varie situazioni storiche nel tempo e nello spazio da ren- dere del tutto artificiosa qualsiasi indagine sociologica che, consideran- do invalicabili quegli ambiti

, presumesse di andare oltre la puntuale descrizione analitica di una situazione giuridico-economico-sociale en- tro limiti di spazio e di tempo ridottissimi. Non si tratta soltanto delle disperanti difficoltà, sul piano stesso dell'empiria, di classificare ed in- terpretare, nella loro intrinseca e dinamica complessità e nel loro re- ciproco incastrarsi, istituti e strutture o della sconcertante perplessità del dover collocare in esse di volta in volta o l'una o l'altra delle infi- nite attività in cui

si traduce la vita, ma della inanità cui conclude ogni sforzo di definizione estrinseca della borghesia. Lo stesso concetto co- si vago di «ceto medio» cui il Croce, suo malgrado, finisce per aderire, oscilla tra un significato soggettivamente etico, che è piü suo, quando lo caratterizza come «il complesso di tutti coloro che hanno vivo il sentimento del bene pubblico, ne soffrono la passione, affinano e de- terminano i loro concetti a quell'uopo ed operano in modo conforme» (11) ed un ethos oggettivo

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Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Sociologia
Anno:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 312 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
Ebbene, di tutti questi irrecusabili segni della «crisi della borghesia» — e della loro ragione nascosta e profonda — il mate- rialsimo storico ha voluto essere la presa di coscienza e la denun- cia programmatica e rivoluzionaria. Credo che storicamente non si possa non riconoscere all'opera di Marx questo merito che ne ha fatto — anche fuori dell'accettazione degli schemi teorici del suo proprio sistema — una filosofia non accademica, ma veramen- te e propriamente, come direbbe Hegel

, «il proprio tempo appreso col pensiero». 11 materialismo storico è stato la coscienza della crisi della borgresia: e voglio dire, precisamente, non soltanto del- la borghesia come istituzione classistica, ma degli stessi ideali del mondo borghese, della stessa «visione del mondo», varia, pluri- forme e contraddittoria, che costituisce il bakground dell'umane- simo moderno. La «crisi della borghesia» è una crisi non di attua- zione o di impianto di un complesso di ideali — cioé di valori e di principi

— eterni, ma piü radicalmente una «crisi di ideali», una assiologia insufficiente o mancata. II. Credo che sia stato un pregio del pensiero italiano, sullo scorcio del secolo XIX, d'aver accostato il marxismo concentrando la pro- pria attenzione, appunto sopra questo nucleo centrale della sua importanza speculativa. In un momento di particolare tensione della vita politica e sociale italiana — dopo la nascita del partito socialista nel 1892 e l'apparire già delle prime discussioni revisioni- stiche

, nell'intrecciarsi dei piu stretti rapporti tra ceti operai e ceti piccolo-borghesi, mentre la nazione si sta avventurando nel primo sfortunato episodio del suo imperialismo coloniale, la guerra di Abissinia, e già affiorano dopo la crisi bancaria e industriale del '93-94, le condizioni delle nervose sommosse del '98 — i saggi di Antonio Labriola sulla concezione materialistica della storia, del 1895, apparvero «come una luce che improvvisamente fende la oscurità» (6). Lo «stato di confusione e di incertezza

ideologica in cui si trovava il socialismo italiano intomo al 1890» e la scarsa o equi- voca conoscenza che si aveva allora in Italia dei testi fondamen- tali del marxismo furono le ragioni per cui il Labriola dovette cominciare «daccapo» dalla «delucidazione» di quella «veduta ge- nerale della vita e del mondo» che era il materialismo storico. Ma 254 —

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Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Sociologia
Anno:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 444 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
dell'apprendista stregone dirimpetto a queste forze oggettive? Sono problemi che interessano precipuamente la cosidetta « Filosofia della cultura ». La terminologia è nuova, l'argomento è antico. Forse Seno- fane ed Eraclito possono considerarsi i primi « filosofi della cultura » nell'occidente, e Confucio nell'Oriente (2). II carattere personale, che non puó mai mancare nella cultura, dà luogo inoltre a una nuova accezione, metaforica, del vocabolo: « cul- tura» viene chiamato a volte

psichica di fronte ai piü intimi rapporti del sentimento univer- sale » (5). Sia che si tratti della « Kultur » in tedesco, sia che si tratti della «civiltà» in italiano, primeggia sempre la realizzazione di valori. Visto dunque che l'uomo realizza precipuatamente valori neila vita sociale, la civiltà viene designata con un termine che deriva dal la- tino « civilis », lo stato del « civis » essendo corrispondente a quello del cittadino dei tempi moderni. E' considerata come prima grande trattazione

soeiologico-filoso- fica del concetto di civiltà la « Scienza Nuova» del Vico. Come Del Vecchio aveva messo in rilievo, nel Vico non primeggia la sua famosa teoria dei « Corsi e ricorsi» sebbene questa abbia fatto vedere come la civiltà, giunta al culmine del suo sviluppo, possa finire in una rin- novata barbarie, ma la valutazione decisa e provata del fattore spi- rituale negli eventi storici e sociologici. Bisogna tener conto che le singoie correnti culturali differiscono molto nelle sfumature ben

alle sorti del pubblico interesse e che, servendo$i del capitale, sarà responsabile di un conflitto economico, il cui superamento sarà dovuto alla nascente società socialistica. Nel medioevo il termine di «borghesia» venne adoperato per distinguere gli abitanti della città da quelli della campagna: parlando p. e. della « bourgeoisie du roi», lo stesso termine tenne conto della condizioné di diritto di alcune categorie di persone; il vocabolo « bor- ghesia » si interpose inoltre come termine mediano fra

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Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Sociologia
Anno:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 494 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
in proposito, valendosi anche largamente dei risultati del pensiero di Vineenzo Cuoco e Melchiore Gioia, fu quello che il problema della borghesia dovesse risolversi con il chiarirsi e il giustificarsi delle fun- zioni e delle finalità delle classi sociali che storicamente avevano con- corso a costituire i fenomeni evolutivi e che dalle riforme e dal pro- gresso dovevano ritornare a prendere e a perfezionare la loro distinta fisionomia, che era in sostanza e in genere quella di classi medie pro

- motrici e regolatrici del benessere del popolo, nonché capaci di realiz- zare le richieste dei poteri dirigenti e legislativi. Con queste idee, il problema del mondo borghese le cui concezioni e consuetudini erano diventate ormai imperanti e aspiravano al predo- minio del secolo XIX, soprattutto al privilegio di tutelare il suo nascente e insorgente liberalismo (ma per la concorrenza del liberalismo agrario era già evidente che non Tavrebbero avuto), — il problema era meglio definito e analizzato nei

suoi termini ma tutt’altro che superato. Perché rimaneva da sapere che cosa dovessee e potesse rappresentare la bor- ghesia non piú come genere né come specie, ma come attributo e dif- ferenza specifica delle classi sociali e delle categorie economiche e pro- fessionali in cui queste si andavano moltiplicando. Questo significato funzionale soltanto verso la fine del seeolo scorso, e dopo la polemica del socialismo, venne ai nostri giorni teorizzato in Germania nel cam- po pedagogico-sociale

classificata dipendono, nella stessa materia economica e nelle relazioni giuridiche, dalla stima etica, cioé dalla coscienza mo- rale che le regge e le valuta, e dal principio oggettivo del bene che la ispira. La tendenza conservatrice originaria della borghesia veniva da lui capovolta in obbligo finalistico, e cioé nell'uso delle ricchezze se- condo una norma di legislazione interiore. La capacità di raccogliere e adoperare gli strumenti e le ragioni della vita economica per intenti superiori al suo

il problema delle tendenze secondo le quali esso puó venir destinato e utilizzato (tendenze di conservazione e di espansione, di perfezionamento totale o di modificazioni relative, e via dieendo, del corpo sociale). E la stessa borghesia che mantiene il benessere del- 436 —

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Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Sociologia
Anno:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 392 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
evasione, si rifugia nei richiami del sentimento e del cuore. Lui che mostra muoversi per invalidare un certo deprecato borghesismo, alla resa dei conti lo convalida. C'è in tutto ció il proposito? Non ne siamo del tutto sicuri, E se il proposito c'é, si direbbe che esso si esplichi a scatto ritardato, conseguendo particolare effetto, ma quasi ultima ratio, testimonianza di una crisi subita, o meglio, comprova della po- sizione di trapasso tipica del nostro Autore. Un dramma, « Fiamme

nell'ombra», si sottrae alle consuete te- matica e antitematica, anzi invece di esibire « idee », pulsa di passioni. In confronto ai precedenti, si sviluppa alla rovescia, con un trapasso da ambizioni fondate, giustificate, di comodo assestamento, alla loro piü coraggiosa rinuncia. In fondo questo dramma, certamente il piü schietto, consegue il vero intento del Butti, di mettersi al di là delle convenzioni, di pronunciare una parola elevantesi al di sopra delle meschinità contingenti, costi quello che

che a- vrebbe già avuto sicuro coronamento se la sorella, giovane attraente, non l'avesse compromessa: si è data a un uomo, ha abbandonato la casa del fratello, ha suscitato scandalo. E' poi tornata, la peccatrice, si è sottomessa, e l'arciprete, vincendo il proprio rancore, l’ha riac- colta « ovis quae erravit ». Ma lei, la misera, non resiste: ricade in pec- cato. Oltre che onta sua, è ormai il crollo delle aspirazioni di Don Giustieri, un crollo non senza riscatto. Egli non inveisce

ideologie, rivolto esclusivamente alle esigenze dell'essere, fortuite pri- ma essenziali poi, giunge a dire una parola non comune, che è insieme di distacco dai facili adattamenti del costume piccolo borghese e di poesia. E vi giunge assai meglio di quanto non sia riuscito coi versi del « Castello del sogno », col quale esortó anche troppo esplicitamente a confortare la vita, del resto squallida, con l’amore e la fede. II dissidio fondamentale fra l'idea o la tesi, che di volta in volta lo attraggono

, e il ripiegamento entro le zone del sentimento, è evi- dente anche nei romanzi coi quali si era affacciato alle lettere, anche nelle commedie intenzionalmente giocose: fatta eccezione per « Fiam- me nell'ombra», è un dissidio rimasto artisticamente irrisolto. Altri scrittori e drammaturghi, quelli da noi ail'inizio richiamati, assursero 334 —

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Sociologia
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¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 52 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
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Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
preziose possibilità di arricchimento culturale e di incrementare la loro partecipazione al dibattito sui piü importanti poblemi del nostro tempo. Quale tema dunque sarebbe piü adatto, di quello del presente convegno, ad attirare l'attenzione dei giovani sulle difficoltà che la nostra società affronta? Difficoltà al cui superamento dobbia- mo collaborare tutti, al fine di configurare la nostra esistenza nel modo piü degno e piü umanamente rispondente. Sono convinto che non solo il corpo

presenza; ma impegni di Governo, da Padova lo hanno chiamato a Roma. Mi ha fatto pervenire il seguente telegramma: « Impossibilitato intervenire cerimonia inaugurale VIII Convegno Internazionale Studi Italo-Tedeschi, ringrazio cortese invito et for- mulo voti augurali proficuo svolgimento dei lavori ». Oltre al te- legramma dell'On. Gui ci sono pervenute, sempre dal Ministero della Pubblica Istruzione, le adesioni ealorose del Direttore Gene- ràle dell’Istruzione classica, scientifica e magistrale

, dottor Lepore; del Direttore generale delle Accademie e Biblioteche, dottor Ac- cardo; del Direttore generale del personale, dottor Mazzeo, oltre a quelle deH'Ambasciatore Archi, Direttore generale delle Relazio- ni culturali del Ministero degli affari esteri e del dottor Giuseppe Padellano della Presidenza del Consiglio. Ringrazio innanzitutto il primo cittadino di Merano, il Sin- daco, che anche quest'anno ha voluto essere presente per portare il saluto e il benvenuto della Città ai congressisti

, come ringrazio il rappresentante di Sua Eccellenza il Vescovo, quelli della Pub- blica Istruzione e del Ministero degli Affari Esteri; e giacchè par- lo del Ministero della Pubblica Istruzione, desidero porgere un saluto particolare al dottor Sacchetto, qui presente, il quale, quando era Direttore generale, ci ha sempre aiutato anche con il suo consiglio. Un grazie anche al Provveditore agli studi, al nostro Vice-Presidente, Prof. Rheinfelder, al Direttore e al Vice-Direttore dellTstituto

; un ringraziamento particolare al rappresentante del Governo, alla stampa, alla radio, alla televisione, ai colleghi delle LIV

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Sociologia
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¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 451 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
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Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
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Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
GIUSEPPE SANTONASTASO LA BORGHESIA E LE IDEE GENERALI II contrasto tra borghesia e proletariato, sviluppatosi in modo par- ticolare nella seconda metà del secolo scorso, ha indotto storici ed economisti a precisare il significato di borghesia. E’ noto l'ampio rico- noscimento reso da Marx all'importante contributo della borghesia all'evoluzione della civiltà, insieme alla denuncia dei segni della crisi borghese. Uno degli storici della borghesia del secolo XIX, A. Thierry, ha esaminato con

impegno il concetto di borghesia come classe eco- nomica che ascende, fino al punto che qualche storico socialista lo ha considerato precursore del materialismo storico. Egli indaga il pro- cesso storico della borghesia, il suo trionfo, riconoscendo poi a malin- cuore che i principi del '48, poggianti sui bisogni, sul lavoro, sulle orga- nizzazioni economiche rappresentano la crisi dei principi dell'89. La borghesia, che ebbe eome caratteristica la conquista dei privilegi in antitesi alla nobiltà

, borghesia commerciale e borghesia burocratica, venne man mano chiudendosi come ceto e fini per esercitare il suo dominio particolare nello Stato. La testimonianza di Marx interessa per la precisazione del problema. Egli il 27 luglio 1854 scriveva ad Engels: « Un libro, che mi ha molto interessato, è 1 ’Histoire de la formation et du progrés du tiers état del Thierry del 1853. E' strano come questo signore, il "padre” della lotta di classe nella storiografia francese, se la prenda nella prefazione con

i "nuovi", che ora vedono ancora un antagonismo tra borghesia e proletariato e pretendono di sco- prire tracce di questo contrasto addirittura prima del 1789. Thierry si dà molta pena per dimostrare che il terzo stato comprende tutti i ceti che non siano nobiltà e clero, e che la borghesia adempie alla sua fun- zione di rappresentante di tutti questi altri elementi... Queilo che m’ha interessato vedere dai doeumenti da lui addotti, è il sorgere del- la parola "catolla”, capitalia, capitale col sorgere

dei comuni » (Carteggio Marx-Engels, vol. II, Roma 1950, lettera di Marx a Engels del 27 lu- glio 1854, pp. 315 e segg.). Mentre il concetto di borghesia si era venuto precisando con la classica indagine del Sombart (1913), tale concetto nell'indagine del nostro tempo si è andato trasformando, ha assunto un significato diverso per i rapporti nuovi che si sono venuti svilup- pando tra classi medie e proletariato nella delineazione di un nuovo gusto e di un nuovo costume. I ceti industriali hanno

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Pagina 166 di 598
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Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
protettive dell’alta autorità di Àlessandro Manzoni con il pubbli- care gli inediti frammenti postumi sulla rivoluzione francese del 1789 e quella italiana del 1859, a tutto vantaggio della seconda. Era questo — se è lecito esprimersi cosi — già un processo di sclero- tizzazione e di mummificazione della borghesia, che la storiografia moderata svilupperà per molto tempo; ma quel correttivo in que- gli stessi anni, o poco dopo, in un Pasquale Villari, non ancora se- natore del Regno, c'he alle sue

rivoluzionarie Lettere meridionali ac- coppiava analisi acute sulla borghesia italiana deH’età comunale; legandone l'ascesa alla liberazione delle forze del lavoro, in un Pa- squale Villari che sarà maestro di Gaetano Salvemini e al quale Antonio Labriola amó il 13 novembre del 1900 esporre quelli che, a sua parere, erano i compiti del socialismo italiano. Antonio Labrio- la si faceva profeta e maestro della nuova classe del proletariato ma — da buon studioso di Marx — era anchc attento e penetrante storico

della borghesia, ben consapevole dei suoi limiti ma anche della necessità del suo sviluppo per una corretta impostazione dei problemi del movimento operaio (i marxisti del periodo zdanovia- no hanno troppo avuto la tendenza a dimenticare I'intervista su Tripoli pubblicata sul «Giornale dTtalia» del 13 aprile 1902!). E’ da ricordare infine tutta la grande attività della scuola economico- giuridica, dal Salvemini al Volpe, tesa a ricostruire tra l’altro la storia di «una classe borghese, attiva

, intraprendente, preparata tec- nicamente, che ha capitali e terre coltivate con cultura intensiva». Sono parole queste di Antonio Anzilotti; ma di questo storico, che fu ad un tempo seguace della scuola economico-giuridica e suo cri- tieo, vogliamo ricordare pure queste altre parole che fissavano alla storiografia il compito di comprendere «tutto il mondo passato, tut- ta la vita di un popolo, dai suoi sforzi di creazione economica alle piíi alte creazioni del suo diritto, tutte le forme sociali e politiche

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Sociologia
Anno:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 314 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
suggestoni darviniane o positivistiche o addirittura neo-kantiane —il Labriola, «primo marxista d'Italia» (8), congiunge un forte senso storico della realtà economica e sociale italiana, dei caratteri peculiari del suo capitalismo ancora embrionale e del suo movi- mento proletario su cui, a differenza di quello dei paesi prevalen- temente industriali, avevano ed avranno gran peso gli strati della piccola borghesia e delle plebi rurali (9). E si comprende da que- sti due tratti caratteristici

dell'opera del Labriola, come Palmiro Togliatti, in un articolo polemico suH’«Unità»del 23 settembre 1925, intitolato La nostra ideologia, abbia tentato di costruire la tradi- zione ideologica del comunismo italiano lungo la linea Labriola- Gramsci. L'intervento tra Labriola e Gramsci è segnato dall'esau- rirsi teoretico del riformismo socialista, dell'influenza del pensie- ro di Lenin e soprattutto dall'avvento della rivoluzione bolscevica. Gramsci certamente — e lo ha asserito Togliatti — oltre che

un teorico della politica, è stato soprattutto un politico pratico. Ma la sua importanza — indubbiamente profonda negli sviluppi della cultura marxista in Italia, in questi venti anni del secondo dopo- guerra — è dovuta soprattutto alla lucida coerenza con cui egli ha trattato e radicalizzato il nesso fondamentale di rivoluzione e conoscenza. La rivoluzione che ha condotto all'egemonia del pro- letariato in Russia, cosi com'era teorizzata da Lenin, apparve a Gramsci un grande avvenimento «metafisico

». «La realizzazione di un apparato egemonico, in quanto crea un nuovo terreno ideolo- gico, determina una riforma delle coscienze e dei metodi di cono- scenza, è un fatto di conoscenza, un fatto filosofico» (10). La struttura economica e la sovrastruttura ideale, sociale e politica, hanno nessi reciproci e indissociabili. Come è errata una interpretazione puramente economicistica del materialismo storico — e quindi infondata la fiducia nei determinismi meccanici dei procesi economici — cosi è e resta puramente

retorica la pretesa di una riforma culturale e di un elevamento civile degli strati de- pressi della società, senza una trasformazione della posizione so- ciale e del mondo economico. Gramsci ha visto nel partito prole- tario che egli concepiva come T«intellettuale collettivo», la molla interna di questa dialettica di struttura e sovrastruttura, subendo senza dubbio, profondamente l'influenza crociana, pur nel rifiuto totale o quasi del suo apparato sistematico. Da Gramsci deriveranno gli sviluppi piíi

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Sociologia
Anno:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 583 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
ARMANDO RIGOBELLO FENOMENOLOGIA ED INTERPRETAZIONE DEL COSTUME MORALE BORGHESE 1. - La posizione del problema. La borghesia puó essere intesa come classe sociale, come ideo- logia, come costume morale. I tre aspetti di un suo esame sono natu- ralmente connessi ma tuttavia un’indagine si diversifica a seconda della puntualizzazione di uno o dell'altro elemento. Una ricerca sul costume morale borghese presuppone la puntualizzazione dei rapporti tra i vari aspetti del problema, puntualizzazione

che tenteremo di cogliere attra- verso le fasi di determinazione dell'ideologia borghese, dato che il ca- rattere concettuale dell’ideologia facilita la precisazione degli ambiti. Questa prima parte dell’indagine conduce a verificare il contributo che il pensiero sociologico e filosofico hanno avuto nella formazione e dello sviluppo dell’ideologia borghese ed insieme a delineare una pos- sibile direzione del processo. La fenomenologia del costume morale borghese, preparata dalla consapevolezza del

formarsi dell'ideologia e del suo rapporto col co- stume, costituisce l'elemento obiettivo della descrizione dei dati del problema. Si tratta di reperire le note che emergono dal costume morale borghese nel presente stadio di sviluppo della classe borghese e della conseguente ideologia. L’interpretazione del dato fenomenologico costituirà la terza parte del presente schizzo di indagine e non sarà tanto rivolta a spiegare i dati nelle premesse ideologiche o nelle condizioni di gruppo emerse nella

indagine storica precedente, quanto piuttosto ad aprire l’interro- gativo sul significato «umano» che il dato presenta e sulle possibilità di un suo sviluppo «morale». 2. - Le due fasi della determinazione della ideologia borghese. L’ideologia borghese nella prima metà del novecento presenta ca- ratteri genetici ed istituzionali diversi da quelli che essa presenta nella seconda metà del secolo. Se dall’epoca rinascimentale e dai primi se- coli dell’età moderna la borghesia ha acquistato coscienza

di sé e con- sapevolezza dei suoi compiti e problemi, in quanto «ideologia», nel senso stretto e preciso del termine (l),'ha una storia piú recente. Nasce con le considerazioni di Marx e di Engels e con l'avvento della 525

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Sociologia
Anno:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 64 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
ma in sede storiea e filosofica) che per borghesia si possa inten- dere una categoria sociale composta di ceti relativamente omo- genei, sorta lentamente dalla crisi della società feudale e che venne aequistando coscienza di sé a principio dell'età modema e poi sem- pre piü chiaramente nel corso del secolo XVIIL Come sembra con- cordemente ammissibile che tale coscienza sia pervenuta alla sua maggiore chiarezza nella Francia illuministica, e non vogliamo per questo dimenticare il contributo

dato dalllnghilterra, ed abbia ela- borato il nuovo concetto dello Stato rappresentativo, e conferita organica struttura e solido approfondimento teorico e giuridico al- l'idea liberale, con tutte le dottrine derivate, in sede economica, civile e culturale: come ad esempio quella del libero scambio, del principio della concorrenza, della diffusione della cultura, dell’ugua- glianza degli uomini, della distinzione dei poteri, della libera mo- bilità della creatura umana dentro la società, e insieme

un nuovo concetto di religiosità volto all'immanenza e comunque profon- damente interiorizzato, e insieme rivolto ad una unità ideale degli uomini filantropicamente avvertiti in una comune società di inte- ressi e di valori, e via di seguito. Questi rapidi richiami ad idee che ritengo di pacifica accetta- zione, vogliono chiarire la interpretazione di fondo che noi inten- diamo dare al concetto di età borghese, che dunque anche crono- logicamente coincide eon gli ultimi decenni del secolo XVIII

e si sviluppa poi in tutta la sua pienezza nel corso del secolo XIX. La borghesia in questo senso coincide dal punto di vista sociale ed eco- nomico con una classe assai varia e ricca di ceti, ma approssimati- vamente ben individuabile, la classe che sorge accanto ai tradizio- naii ceti dirigenti di origine feudale e si accampa nella nuova so- cietà europea come detentrice dei piú autentici valori culturali ed economici, e pone la sua candidatura alla conquista del potere e la realizza. Una classe che

se risulta estremamente composita ad un esame approfondito trova la sua coscienza piu alta in una nuo- va religiosità (trascendente o immanente che sia) che rinverdisce il principio cristiano della uguaglianza e della fraternità, e crea i grandi istituti del liberalismo che domineranno tutto il secolo XIX e gran parte del nostro, e costituiranno il fermento degli eventi piii alti e significanti. Nuova religiosità e civiltà del liberalismo sono i motivi piu alti, la forma eccelsa di autocoscienza

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Sociologia
Anno:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Pagina 315 di 598
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: LXI, 532 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Segnatura: II Z 759/8(1967)
ID interno: 116764
caso di fare una rassegna particolare. L'ostacolo interno contro il quale questa ideologia si troverà costantemente ad urtare, sarà 10 stesso rapido evolversi deile forme dell'industrializzazione mo- derna, dentro la quale la dicotomia capitale-lavoro finirà col dissol- versi nell'articolazione complessa dei ceti medi e nella crescente potenza della burocrazia, a prescindere dal regime sociale. L'avver- sario costante, e finora imbattibile, del «comunismo scientifico» sa- rà proprio

la sociologia di questa nuova realtà che disintegra via via le classi nei ceti ed estenua le contrapposizioni metafisiche del- le ideologie nei progetti e nei programmi operativi degli interessi di gruppo. Nato sotto il segno e l'ambizione della «scientificità», 11 comunismo sarà vinto, sul suo stesso piano, proprio e anche dalla scienza. Di Benedetto Croce oggi la ietteratura di sinistra sta ricono- scendo concordemente il posto di grande rilievo nella storia del socialismo italiano. «II leader del

rivisionismo, scrive Enzo Santa- relli, fu Benedetto Croce e non un socialista» (11). Da Croce è stata aperta, sopra un piano di dignità filosofica, la seconda linea, quella riformistica o socialdemocratica, che doveva diramare, in contrasto con quella gramsciana del «comunismo scien- tifico», dalla discussione dei saggi materialistici del Labriola. A differenza delle altre nazioni — e segnatamente la Germania — do- ve il revisionismo era stato «meso al rimorchio», come dice Lenin, del «ritorno a Kant

», da parte di una «scienza professorale» che considerava Hegel un «cane morto» (12), in Italia «il massimo leader del revisionismo "professionale" è anche uno degli espo- nenti della rinascita dell'idealismo neo-hegeliano» (13). In realtà, la temperie particolare dell'età giolittiana, dove operavano insieme la congiuntura economica favorevole ed i progressi democratici realizzati o in via di realizzazione (ad es., l'estensione del suffra- gio universale), era un terreno piii che favorevole al sorgere

ed al prevalere di una corrente ideologica ottimistica. In questa potevano trovarsi d'accordo, senza sforzo, sia i teorici dell'evoluzionismo «organico», sia i pontefici del positivismo, sia gli apostoli del progresso graduale indefinito e irreversibile, insieme con la pro- posta neo-hegeliana dello sviluppo dialettico dell'economia e delia morale. «II risultato, comunque, è sempre lo stesso: alla dialettica rivoluzionaria si sostituisce la semplice evoluzione» (14). Giolitti non avrà torto di constatare che

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