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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 429 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
Questa sua ritrosia lo mosse audio irci 1790 a ri fiutare V amba sciata di Napoli, alla cui corte egli era molto ben veduto per l’aderenze clic vi aveva il fratello Giuseppe. Ma appena morto l’Imperatore Giuseppe II, i rappresentanti della contea di Gorizia desiderosa di ricuperare la propria autonomia, lo indussero, seb bene riluttante, ad accettare l’incarico di trattare a Vienna con due altri nobili della dieta sul riordinamento della provincia. Im presa difficile per molto ragioni, fra

militari per la sicurezza del litorale c per difesa della linea dell’Isonzo. , . Liberata la provincia, l’Imperatore che stava per aggregare ■ai dominii della sua corona una dopo l’altra l’Istria veneta e la Dalmazia, comprendeva troppo bene con quanta circospezione conve nisse procedere, per conciliare co’ suoi uuovi diritti quelli dei due territorii acquistati. Il governo francese assoggettò la Dalmazia con 1 Per cura del conte Raimondo fu anche ristabilito il santuario del Monte Santo presso Gorizia

le quali non ultima 1’ opposi zione di Gradisca di unirsi a Gorizia. Per accondiscendere al de siderio de 1 suoi concittadini, Raimondo rinunciò anche all’ incarico d’ accompagnare V internunzio austriaco alle conferenze che allora tcnevansi a Bukarest per la pace. L’ attività spiegata ad un tratto in questa occasione mosse la gratitudine de’ suoi mittenti a chie dere il conte Raimondo per capitano supremo della contea. E l’Im peratore non solo condiscese alla dimanda, ma volle a lui affidato nel

Tornano fu quindi richiesta per altro gelosissimo incarico, quello cioè, di accompagnare il co mandante supremo del corpo di spedizione avviato in Italia, in qualità di commissario generale dell’ esercito, e di ad latus per gli affari civili. L’impresa fu sfortunata, ma non senza profitto si leg gono le relazioni della medesima, fatte dal conte Raimondo. Cre scendo pertanto ogni dì più il pericolo d’ un invasione, il conte della Torre venne chiamato a prendere i suoi provvedimenti coi comandanti

, dove si condusse egli medesimo con pompa solenne a portare i voti della città. .

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 443 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
, e finalmente governatore c comandante militare della città di Trieste, come anche por alcun tempo delle unite contee di Gorizia e Gradisca. Il busto e l’iscri zione cho gli vennero cretti a Trieste ricordano quanto egli fece non solo pel bene della provincia a Ini affidata, ma ancora per le lettere e le arti; monumento della sua liberalità è la chiesa di Gatti n ara, Abbiamo premesso in altro luogo che moglie del conte Pompeo Brigido fu la sorella di Raimondo IX, Teresa della Torre 5 ; sua figlia Polissena

, in mezzo alla quale al tempo della Repubblica rifulsero parecchi antenati del conte Giovanni Battista, ricorda ancora la sua casa come una delle più splendide, sempre aperta a quanto di più eletto fra cittadini c forestieri si accoglieva a Venezia. Ad illustrarla contribuì molto la contessa Polissena della Torre, dama della croco stellata e di palazzo o dell 1 * ordino gerosolimitano. Nacque essa dalla nobile famiglia Brigido, anti chissima casa di Capua, la quale, trasferitasi nel seicento negli Stati

austriaci, veniva aggregata anche alla nobiltà di Gorizia e della C; imi ola. Da Ferdinando III gli antenati di Polissena furono creati liberi baroni della signoria di Miihrenfcls venduta loro dai Principi (V Eggenberg, e Maria Teresa gl 1 inalzava a conti del S. R. I. col titolo di signori di Ilresovitz '. Suo padre, il conto Pompeo, ciambellano e consigliere intimo, decorato della gran croce dcl- Tordino di Leopoldo, fu dapprima commissario imperiale nel lionato di Temcs, poi capitano eli Troppau

fu quindi cugina germana del conte Giovanni Bat tista suo marito; zio di Polissena era il conto Michele Arcivescovo di Lubiana; altro suo zio fu governatore della Polonia; Paolo final mente fu suo fratello ed ebbe per moglie la contessa Luisa Nadasdy 3 . _ . 1 Ardi, di Duino, diplomi dei 1G39, 9 luglio, Vienna, e 1777, 28 giugno, Vienna. .. 5 11 conte .Brigido morì nel 1811; sua moglie nel 1804. 3 Egli morì nel 18-19 come maggiore nell 5 esercito austriaco.

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 391 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
facinorosi, tornò la provincia a godere perfetta tranquillità. Da lui essersi introdotto un nuovo ordine nel governo della fortezza, nella sua custodia o difesa; la guarnigione aumen tata da quattrocento a mille fand e ad una compagnia di cento venti cavalli leggeri; ripristinata la scaduta disciplina militare; ciò essersi potuto ottenere colla puntualità nel pagamento del loro soldo e colla cura che si ebbe dei soldati resi inetti al servizio. Gli esausti arsenali provveduti di armi e di munizioni

dell 1 * Austria contro i Veneziani negli affari del Patriarcato e come da Papa Alessandro siasi ottenuto che i canonicati d’Aquileia vacanti nei mesi pontificii fossero con feriti soltanto a sudditi della contea ’. Rammenta i lavori molte plici, cui diede mano nel riparare le inondazioni doli’ Isonzo e del Torre, che allagavano lo più fertili terre della provincia, rendevano impraticabili le vie e F aria malsana. Ma quella eh 1 egli potè far valere a ragione come suo merito principalissimo

; attrezzi guerreschi procacciati in gran copia por la difesa della cittadella; nuovi munimenti della medesima condotti a fine con grande ala crità sotto la sua direzione, scambiando egli tante volte le parti del capitano con quelle dell’ ingegnere. Cessate le controversie colla Repubblica veneta; ricuperate parecchie terrò perdute; restituita la buona intelligenza coi governatori di Monfalcone, Grado, Marano, Udine, Palmanova Passa quindi ad esporre con quanta fermezza egli abbia sostenuti i diritti

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Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 24 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
Questa paco trovava nel Monastero degli Eremitani in Aquila il Beato Antonio della Torre, disceso in quinta generazione da Corrado Mosca, figlio di Napo, Venuto alla luce in Milano nel 1424, dove vivevano i suoi genitori Francesco della Torre ed Agncso Contessa di Guastalla, Antonio corso per la via della santità con quel medesimo ardore, che spinse Ì suoi antenati per la via della gloria. In lui come in loro trovossi quella grandezza d’animo, che tutti ereditarono dal loro avo Martino

, il crociato ed il martire. Ma conscio che l’umiltà è fondamento d’ogni piu eccelsa virtù, Antonio tenne sempre studiosamente celate le opere straordinarie della sua santità, clic rifulsero sul candelabro soltanto alla sua morte, avve nuta nel 1494. Ond’ è che il Pontefice Clemente XIII per culto immemorabile lo ascrisse al catalogo dei Beati. Le suo reliquie si riposero nella Chiesa di Santa Lucia, presso il Monastero che fu per tanti anni la sede della sua operosa carità c dove Dio si rese mirabile nel

suo Santo per isiupendi prodigi. Voglia quello spirito eletto continuavo la sua protezione alla illustro Prosapia clic ha segnato la vita del Beato Antonio della Torre fra le più belle glorie della sua Casa Erede dell’umiltà di Antonio fu il Cardinale Michele della Torre , la cui effigio nella Sala dei Cavalieri non va dimenticata, Discese anch’egli dalla stirpe di Napo diffusasi in Udine, Vicenza, Padova, Cremona, Ascoli c Macerata. Mi duolo di non potermi disten der© a narrare per singolo

lo prestantissime qualità che l’adornavano, di cui furono testimonio per più anni l’alma Città, e quella di Peru gia, che Michele resse come legato; ma principalmente i segnalati servigi eh’ egli rese alla Gli iosa dopo che, assunto da Paolo IV al Vescovado di Con oda, sedotto fra i Padri del Concilio di Tronto e fu spedito alle Corti di Enrico II c di Carlo IX di Francia, finché da Gregorio XIII fu insignito della romana porpora. Un solo tratto della sua vita è sufficiente a mostrare chi era Mi chele della

Torre *. Morto Gregorio XIII, o conosciutosi clic sopra '* Vedi Giambattista Cotta — Vita del Beato Antonio della Torre — •Aquila J7B0, Non meno di cinquantaduc autori parlarono più o meno distesa mente di questo Beato. ; • . ’ ' v 1 Archivio di Duino, Carteggio di Raimondo Paolo della Torre ed Apogr. A. pag. 228 e segjr. Fa meraviglia che il dotto Barone de Hübner nella sua opera Sis.de- Quint, abbia omesso o, se si vuole, appena toccato di volo a pag. 203 del voi. I. questo importante episodio del

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 360 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
nipote Gian Francesco Aldobrandini, elio io Ungheria trovava la morte Molto vantaggio può trarsi dalle relazioni diplomatiche di Raimondo per conoscere tutti i particolari delle questioni agitate in quel tempo, vuoi intorno alla Transilvania ed alla Valacchia, vuoi rispetto a quelle della Germania, vuoi finalmente per ciò che riguarda gli Uscoehi, scintilla funesta, da'c'iii scoppiò un incendio di guerra, che tanta devastazione portò anche nella provincia gori ziana. A tutto ciò si riferisce

sovrano, che presso le corti alle quali fu' spedito come ministro. Ma se non è possìbile addentrarci per minuto in tutti questi parti colari, ci sia almeno concesso notare clic forse anche la questiono degli Uscochi avrebbe presa altra piega, quando i consigli di ’ Questi soccorsi del Papa dovettero Implorarsi anche con mossi straordi nari!, quali furono il conio Sigismondo della Torre, perito miseramente nell’ Isonzo al suo ritorno (Vedi Epigr. 2G), e Giuseppe Rabatts, la vittima illustro della

ferocia degli Uscochi. 7 Una lettera, benché di tempo anteriore, giova qui riportare per di steso, perche <F altro Tornano già da noi mentovato porta alcuni particolari degni di nota e ci dipinge fin da principio l’indole vera di Sisto V. Essa è diretta da Giacomo Montanaro al conte Raimondo in data di Roma 27 aprile 1585 e dice: „Con quanta mala mia satisfatione con questa mìa do aviso a V. S.. Rima della creatione del nuovo Pontefice Sisto Quinto li 24 del presente. Poiché per mera negligenza vedo

l’Illmo Cardinale (Michele) della Torre ìiavcr perso questo luoco de gran Pastore. Iddio perdoni a chi è stato causa non sia venuto a Roma, che per cosa certa sederebbe nella Sede di Pietro, che non sede: ma non voglio a longo dirli particulari di questo, acciò non credesse #he V aifettione mi portasse a dir di sfinii cose; ma spero che d’altri inten derà meglio. Pacientia, non ha voluto lasciar questa grandezza a casa sua et gratificar li servitori della casa Ternana. „Questo Pontefice è Marchiano

altre è rigoroso nella giustizia che si farà sentire in ogni parte. Iddio lo con servi longhi anni per quiete et pace pubblica della Christianità“. In questo augurio però il Montanaro rimase deluso, :

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 37 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
gloriosi. Imperciocché Fav versario col quale Lodovico ebbe a lottare, fu formidabile non solo a cagiono della sua potenza, ma per la vastità dei disegni a cui diede niano il suo genio o che in parte vide compiti nel brevis simo tempo del suo glorioso dominio. Fu questi il Duca Rodolfo IV d’Àbsburgo, successore di Alberto II; e la vittoria riportata dal Torriano sopra di lui, fu altresì vittoria contro i più indocili feu- datarii della provincia friulana, indarno combattuti dai Patriarchi antecedenti

Pagano fu principe valoroso, magnanimo, liberalo quant 7 al tri mai del suo sangue: seppe come suo zio Raimondo coltivar la pietà anche sotto 1' usbergo : visse incontaminato frammezzo alla generale corruzione; 1’avversa fortuna non fece elio accrescerò i suoi meriti e la gratitudine che gli deve la patria friulana il) LODOVICO. { Il breve governo di soli sei anni tenuto da Lodovko della Torre, benché appartenga al tempo del decadimento, rimane scritto nella storia aquileieso coro’ uno dei più

. Vero è che nella Stiria, nella Corinzia e nella Car inola, appartenenti a Rodolfo, i feudi della Chiesa d’Àquileia an- daron perduti; ma questo danno trovò abbondante compenso nella diga opposta ai vasti disegni del Duca animoso. Consiglio improv vido sarebbe stato mantener quei diritti col mettere in forse l’esi stenza del rimanente; portare Fincendio nella casa altrui, invece d’estinguerlo nella propria. Una guerra difensiva entro i confini del suo principato era ormai la sola possìbile

; c in questa Lodo- vico della Torre riportava il finale trionfo. . I Patriarchi Torrioni che lo precedettero, mirando ad un tempo al ricupero del dominio in Milano e alla difesa della pro vincia che governarono in tempi così burrascosi, dispersero le loro forze; il che fu cagione che uno degli intenti andò fallito, Faltro si raggiunse a stento c non sempre. Lodovico, libero dall’ una di queste curo, potè dell 1 altra occuparsi con tanto maggioro vigoria; e dall’antica costanza di propositi, propria della

sua stirpe, attinse le forzo por non restare atterrito della lotta ineguale a cui s’av venturava. ' ‘ . v... ^ Il Patriarca Lodovico appartiene alla linea Ternana venuta a Duino, la quale discese da Alemanno figlio di Pagano II *. Suo 1 Vedi Epigrafi, N. 14 . \ ■ • - \ Vedi Tavola IL , ' . . •

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 406 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
sicnsi copiati T un l’altro servilmente. Il Morelli, più equo estimatore, dice esser quella una prova che il Tornano penetrò più addentro d’ Amelot de la Iloussaye, noto per la sua Storia del governo veneto^ nelle più gelose massime della politica veneta e nelle più segrete molle dell’ interna costituzione di quella Repubblica. c) Cure deli’ambasciatore Uldarico per la sua patria, ' Molto giovamento portò l’ambasciatore Tornano non solo alle persone particolari della sua provincia, ebe tanto spesso

avrebbe fatto ogni altro diligente ambasciatore, sibbene nel ragio narvi sopra con tanta ampiezza e perspicacia di vedute, da far ammirare il sagacissimo uomo di Stato eh’ era Ultlarico. Afferrato il vero punto delle questioni, egli non si perde in vane ed astruse teorie, ma viene alla pratica conclusione, e fa^ le sue proposte con tanta limpidezza, ebe non possono a meno' di essere valutate e seguite, I quadri eh’ egli delinea, dei diversi Stati, come aveva già fatto della Polonia

, e i ritratti eh 1 * egli ci fa talora delle persone, mostrano quanto profonda fosse la sua cognizione degli uomini e delle cose. Nota è la sua Relazione o sia Esame della Repubblica di Venezia che denn anche tradotta in tedesco e servì ad altra opera stampata sullo scorcio del secolo scorso intorno alla caduta della Repubblica di Venezia, sotto il titolo: Prospetto storico-critico del passato governo veneto. Parecchi sono gli scrittori che hanno parlato dell’ Esame del conte della Torre, ma sembra che

ricor revano alla sua opera ed intercessione *, ma alle diverse città e territorii della medesima. La peste, malaugurata ma fedele com pagna delle guerre d’allora, aveva infierito violentemente nel tempo delle invasioni dei Turchi. Percorsi i varii Stati dell’ Austria e mietute nella sola Vienna oltre ottanta mila vittime, si dilatò final mente anche nel goriziano. Più volte la Repubblica veueta ebbe a mostrare col fatto quanto saggi ed efficaci fossero i suoi provve dimenti, a tenere lontano quel

terribile flagello. A lei pertanto ri corse il conte Uldarico, affine di ottenere che due commissarii di sanità con buon numero d’infermieri venissero spediti a Gorizia- 1 Codice della Marciana, conservato dapprima nella biblioteca dei SS. Giovanni e Paolo a Venezia. Altra operetta del conte Uldarico è L’amba- sciatore istruito. Vedi la nuova raccolta di opuscoli del P- Beràrdélli Tomo XXXIX. ’ JJavvi fra 5 suoi atri una sezione a parte che tratta unicamente dei servigi resi a persone private. • . .

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 165 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
i testimoni immediatamente dopo i principi del sangue o prima degli altri grandi \ Creato conte di Hardegg ed elevato alla più alta nobiltà, della provincia, Arrigo ebbe altresì onorevoli incarichi, quali di giudice provinciale dell’ Austria ed avvogaro della chiesa di Lilien feld. Ma la sua vita spoguevasi nel 1270 in giovanissima età ed uno do’suoi ultimi «atti fu la dotazione del monastero di Meylan. La sua vedova passava a terze nozze con Bertoldo di Uabenswald. Ora questo Arrigo burgravio

dì Daviti , conte dì Hardegg , sulla fede particolarmente del sig. Federico Firnhahcr 1 * fu tenuto fin qui costantemente com’ uno della dinastia duinate, argomen tandosi eh’ egli venisse al campo di Laa presso il re Ottocaro in compagnia del duca TJldarico di Carinzia, raccomandatogli forse dal conte Mainardo di Gorizia. Ma contro il Firnhahcr ed altri che seguirono la sua opi nione, lovossi ultimamente il sig. Giovanni Wendrinsky \ il quale stima che il citato Arrigo discenda invece dai burgravìi

di Dewin della Misnìa. Dimostrato con documenti clic nella Misnia trovasi fino dal 1253 un Arrigo, egli credo molto più probabile cho questi o non un Duinatc venisse all’ accampamento di Laa, «accompa gnando il margravio della Misnia cognato d’ Ottocaro. Ciò egli deduce anzitutto dalla stretta attinenza d’Arrigo col dotto mar- gravio, cui serve di testimonio in parecchie scritture 5 . F, mentre a Duino, così egli ingioino, in quel tempo non trovasi «alcun Arrigo, quello della Misnia nel 1256, poco

prima del L260 (in cui seguiva la battaglia di Kovssenbrunn) comparisce nella sua patria; vi torna nel 1204 in cui non si rammenta nell’Austria; o dal 1265 in poi nella Misnia più non appare. Questo ragionamento ha per se il vantaggio della dimostrata esistenza d’ un Arrigo di Dewin nella 1 Kurz, Gesell, Oesterreichs unter Ottokar , IL pag. 173 c seg. in data 1260, fine di giugno al.campo di Laa. 1 Nel 1271 la casa essa VjJbirga conferma la donazione di tre vigne al convento di Meylan fata dal suo

defunto marito (Font. Iter. Anstr. Il voi. I. pag 125). Il Wendrinsky sogna come data della sua morte il 23 dicembre 1270, nel quale si ha una sua donazione pel caso di morie al convento dì Meylan. 3 Heinrich von Ifardcck, Burggraf von Duino, nell’Ardi, f. österr. Gcschichtscqullen 1843, voi. II, * Heinrich, Burggraf von Dewin und Graf von Hardegg, nei Blätter des Vereins für Landeskunde von Nicderröstcrrcioh a. XI, 30 dicembre 1877. 1253 e 1256. Hernicus burgravìm iunior de Dewin testimonio del

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Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 329 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
sotto 1’ egida dei prin cipi suoi parenti che ressero le sorti d 1 Aquileia; nobilitarsi quindi per nuove imprese in riva all’Isonzo e nello provincia retto dallo scettro absburghesc. Ora siamo al punto dove convergono le linee da noi tracciate; due rampolli preclari delle due case uniscono i loro nomi, e sulle mura del castello di Duino scolpiscono le armi della Torre-IIofer-Valsassìna elio il corso e lo vicende di tre secoli non hanno nè abbattute nè cancellate. Doppio legame strinse le due

B. DUPLICE PARENTELA DELLA TORRE-HOFER. 1. Chiara della Torre-Hofer. * Tessuta in quadri separati la genealogia e la storia delle due stirpi Jlofer e della Torre, vedemmo l’una venire di Ger mania, l’altra d’Italia; quella assidersi ne’suoi feudi intorno al castello di [tatuano (Rcntschach) e, date preclarissime prove del suo valore, ottenere dall’ Austria il governo cd il pegno della si gnoria dumose; un ramo di questa fra lotto incessanti e supreme emigrare dalla sita patria, per ricovrirsi

famiglie, rinnovandosi nei della Torre-Hofer quello eh’ era avvenuto nei Duilio-'Walsee, i quali per due maritaggi resero più intima la loro unione. E come dap prima una Walsee era entrata in casa Duino, poi l’ultima Duinate maritavasi ad un Walsee, così una Torriana ebbe dianzi un Hofcr, quindi le ultime Hofer divennero mogli d’un della Torre. Gli'uni come gli altri unirono insieme i loro blasoni. La prima Torriana venuta a Duino fu Chiara , figlia, come apprendemmo nel capitolo precedente

, di Giovanni Febo VI o Giovanni il Giovine della Torre. Tutto quello che dicemmo di lei in altro luogo senza nominarla, dimostra l’indole mite e religiosa di questa nobile dama, la cui esistenza'fu amareggiata da innu-.

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Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 433 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
accentrati, egli passava la maggior parte dell’ anno. Questo gli porse occasione di rendere Sagrado una delle più deliziose villeggiature della provincia. Con- 1 Vedi Ejiigr. N. 40. ' ' ' r a Clic anche le sue pesche, specialmente del tonno, venissero molestate da mostri marini, ci racconta Raimondo stesso: “oggi (12 settembre 1814 ) scrive egli, la tratta Bella Vigna pigliò un pesce di 3000 finiti di figura piatta, che aveva nel ventre un castrato colle corna ed uneane; io lo suppongo un mostro marino

dcsinia trasportò le sue tende, e prima di sciogliersi, fé* dono della sua biblioteca al comune, essendo il conte della Torre a capo di tutta 1’ accademia c dirigendola a Trieste il conto Pompeo Brigido governatore di quella città \ Sotto forma mutata l’accademia rivisse nella società triestina della Minerva. Ma dove il conte Raimondo spiegò una vivissima attività, fu nell’ amministrazione delle sue signorie e nello costruzioni gran diose da lui imprese. A riparare il castello di Duino gli

da cui Raimondo non tornasse con nuovi og getti da ornare il castello. Amantissimo della caccia, che a quel tempo era una vera distruzione della selvaggina, cinse di solide mura la rammentata Ccrnizza, o il parco dei cervi, affine ripa rarsi dai lupi cervieri che l’infestavano A questa sollecitudine noi dobbiamo la conservazione almeno d’ una parte di quel bosco secolare, che per la rarità dello suo pianto è salito presso i bo tanici in tanta rinomanza. Ristauri egli fece pure nella chiosa o nel

convento di Duino o ben due volto ricostrusse la cappella lau- retana di S. Giovanni. Disfece però con irreparabile perdita il vetusto palazzo torriano sopra le fonti del Timavo, del quale si veggono ancora le traccie. Con tutto ciò la sode prediletta del conte Raimondo fu sempre Sagrado. Ivi, per 1’ amenità del sito, per essere più vicino alla contessa Valburga sua moglie, che a cagione di salute era condannata dai medici a stare a Gorizia, e per gli affari stessi della sua amministrazione, in Sagrado

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Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 97 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
, se la Galazia in essa rammentata dovesse prendersi por la provincia di quel nomo nell’Asia Minore, ovvero per la Gallia; so quindi Kavvwv stesse per Kavvmv, non senza scambio della provincia, appartenendo i Caunii non alla Galazia, ma alla Caria. E spiaccvami iu vero che il nostro eroe Duino potesse appartenere ad una città che iu antico levò di sé.. 1 Sento il gradito dovere di soggiungere die a completarne la lezione mi soccorse l’aiuto e l’approvazione dell’erudito ellenista commendatore Gio vanni Dott

si pronunzia tuttora dai Greci inodorili (e per ai, i per «, e per converso ei per c ); onde sembra potersi inferire che F epigrafe ap partenga al tempo fra il nono c il decimo secolo. 'Vero è che nel 1830, al tempo della scoperta del marmo, i dotti che ne parla rono 1 l’avrebbero invece collocata fra il quinto c il settimo secolo; illustrata non l’hanno, c quindi è impossibile valutare le loro ragioni. Da principio, quancF io era ancora incerto sull’età della lapide, rimasi .altresì iu forse

. Veliulo, Prefetto della Marciana, il quale sciolse alcuni miei dubbii e mi fu largo anche di parecchie utilissime' osservazioni; quindi è che potei procedere tanto più sicuramente nella interpretazione dell’epigrafe-e nelle mie deduzioni, 1 Secondo il carteggio citato dell’Ardi, di Duino.

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Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 31 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
Aquileiese. Ottobono do’Razzi suo antecessore poneva fine ad un burrascoso pontificato nel gennaio del 1315 c la non invidiabile eredità doveva raccogliersi da Ga stone; una congiura di parecchi nobili o città collegato aveva tentato d’impedire ogni nuova elezione, chiunque fosse riuscito Patriarca; Arrigo li di Gorizia, stato già tre volte capitano generale della provincia in sede vacante, resisteva a dimettersi dal potere, dopo seguita l’elezione, c negava di restituire i luoghi e i diritti da lui

provincia tanto denaro che bastasse pel viaggio. Gastone per maro avviossi alla volta di Napoli, dove chiamavalo la gratitudine verso quel Re o la politica della sua Casa. Fermatosi alcun tempo presso Roberto, finalmente si dispose a venire in Friuli. Ma passata Firenze, il cavallo impen nato rovcsciollo miseramente d’arcione c Gastone ricondotto a gran fatica in quella città, vi cessava di vivere nell’agosto del 1318. ■ Un prezioso avello di bianco marmo vedovasi un tempo a Firenze nella cinta del coro

tornare, alla sua sede milanese; ma un Visconti c un Tornano non potevano più di morare fra le medesimo mura. Perciò Gastone rifuggissi in Avignon e ad istanza di Roberto di Napoli, alleato ed amico dei Torriani, ottenne la sua traslazione ad Aquileia nel dicembre del 1310 Fu detto di lui a ragione che morì prìncipe sema sentire I’ amaritudine del principato . Conciossiachè dopo un interregno di due anni, Gastone fu eletto per provvedere alle tante calamità da cui era travagliata la Provincia

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 108 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
Ma è da rammentare clic le rivalità fra l’Austria e la Repubblica veneta impedirono per secoli al Patriarca residente in Udine di metter piede nella sua vera sodo d’ Aquileia, posta noi territorio austriaco, L 1 arcidiacono, vicario patriarcale di Gorizia, c il clero della provincia trovavano mille difficoltà neP comunicavo col loro Ordinario, ond 1 è che il Nunzio vi esercitava la giurisdizione e per le funzioni vescovili, quale la consacrazione delle chiese, delegava or V uno or l’altro dei

Timmagine della santa vergine Valburga, Protettrice della Casa Torriana, e le reliquie che sì conservano nel sacrario in teche d’ argento di fino lavoro. Alla cappella mettono due tribuno ad uso ‘ della Famiglia e degli ospiti. Quattro scale principali danno 1’ adito dal cortile ai diversi corpi irregolari del castello; una è la nobile che conduco ai grandi appartamenti ed ai piani riservati della Famiglia; la seconda accede all’ ala destinata oggi ai forestieri, e che in antico formava l’appar tamento

. Compiono il quadro la Giustizia e la Religione, al di sopra delle quali cam peggia sotto forma di colomba lo Spirito Santo in atto d’illuminare coi raggi della sua luce il Pontefice. La prospettiva mostra cf.a lontano il Mare Adriatico.

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 389 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
Passati a corte alcuni anni, la sua dimora a Duino e più spesso a Sagrarlo ereditato dal padre, fu 1’ occasione che mosse gli Eggeubcrg, a commettere al loro maresciallo ereditario 1 anche il capitanato della contea di Gradisca, 2 ; e non andò molto, eh’essi ebbero motivo a convincersi di non averno potuto affidare il reggi mento a mani migliori, Di ciò fu non meno contento l’Imperatore, giacché, essendosi egli nella vendita di Gradisca riservato il diritto di provvedere da sè a quanto

risguardava la difesa del territorio ceduto, troppo gli stava a cuore veder preposto al governo di Gra disca un uomo di cui potesse pienamente fidarsi, attese lo abituali assenze dei Principi d’ Eggenberg. Tutti gli scrittori delle cose goriziane sono concordi nel lodare la reggenza d 5 Uldarico come la più benefica, non che per la contea di Gradisca, per quella altresì di Gorizia, nella quale si esteso la sua influenza. Ricordano quindi come, seguendo lo orme del suo illustre antenato Nicolò della Torre

, continuò secondo i progress del tempo a munire Gradisca, tanto importante per essere fortezza di confino fra Austria e Venezia 3 ; commendano i pubblici granai eretti da Uldarico per i nobili e per il popolo; parlano par ticolarmente di quel monte di pietà ideato, promosso e condotto ad effetto da lui, per liberare la provincia dai tanti usurai che la dissanguavano; omV è che in gratitudine i cittadini gli vollero eretta una lapide, la quale tramandasse ai posteri 1’ ottenuto be neficio 4 ; lodano

grandemente l’ esempio dato dal conto Uldarico, e tanto più degno d’encomio, quanto più raro a quel tempo, nel diffondere T istruzione fra le varie classi della società; e di vero a lui la città fu debitrice dell’ erezione di parecchie scuole e d’un collegio, chiamato seminario, in cui molti, massimamente della no biltà meno agiata, ricevevano l’educazione gratuitamente s * si estendono a magnificare i vantaggi portati al paese, introducendo così là come nel goriziano ed a Duino F importante industria

della seta, con opificii di trattura, tintura e tessitura della medesima; rammentano aver egli chiamato dall’estero gran numero di maestri in ogni genere d’arti e mestieri, che servirono ad arricchire la 1 Ardi, il} Duino, diploma di Graz, 15 marzo 1655. * Ivi, diploma del 1G65. 3 Vedi audio l’Epigrafe N. 31. 4 Vedi Epigrafi, N. 32. — L’ effigie, ossia la statua, di cui parla il .suo biografo, non è «Pindarico, ma del Principe Cristiano d’ Eggenberg. 5 Ne fa parola egli stesso in una sua difesa

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 183 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
comune, con offesa non meno della contessa clic della città, la quale rifiutossi di riconoscere il nuovo vicario. Finalmente nel 132Ü l’incuria del duca di C.arinzia, il quale per la sua debolezza si vide fuggir di mano non meno il regno di Boemia, che la città di Padova, diede buon giuoco allo Scaligero, e la marca trevigiana, mancatile i soccorsi implorati, dovette a lui assoggettarsi. Il conte Giovanni Arrigo perdette in tal guisa quella ricca provincia, il cui vicariato sotto suo padre aveva

e terre della marca trevigiana. Ma all’istanza di Beatrice i.savii del comune di Trevigi risposero dimostrando l’impossibilità di mandare ad Ugone l’aiuto richiesto '. Fu duopo ricorrere al duca di Carinzia, intanto che Beatrice, con sigliata anche dai Trevigiani, affrettossi a tornare a Gorizia, la sciando la custodia di Trevigi al podestà Giuliano Malvezzi ed al capitano di S. Martino Giacomo di Cormons. Ma appena quietati i movimenti sediziosi del Goriziano, ecco sorgerne altri a ' Trevigi

, lacerata da discordia intestina. I savii diedero alla contessa autorità di provvedere cogli anziani alla sicurezza della città; a ricomporre lo coso venne mandato Ugone, munito di patenti del duca di Carinzia o di Beatrice. Giunto a Trevigi, cangiò tosto il capitano del castello di S. Mar tino, sostituendovi Gerardo di Polccuigo. Cercò quindi di dare provvedimenti por quietare le dissensioni ma intanto Bavari c Boemi, Austriaci o Catulliani sotto il duca tutore prendevano in gerenza nei negozii di quel

servito a Gorizia di tanto onore e vantaggio. Ugone però era mancato un anno prima. Non meglio andavano le cose del Friuli. Il Patriarca Pa gano della Torre, forse per aver indugiato a concedere le inve stiture chiesto da Beatrice pel suo figlio minorenne, era in rotta con „ Gorizia; questa ricorse agli aiuti del duca di Carinzia e ' v' 1 Vcrci, Storia della Marca Triv. Voi. IX pag. 64. s Palladio, op. cit. Parte I. pag. 310.

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 332 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
valore, che F Arciduca Carlo, figlio dell’ Imperatore Ferdinando, alcuni anni dopo la morte del barone Francesco desiderò averne una copia '. La giustezza e chiarezza delle sue vedute, accompagnata da instancabile operosità si manifesta in una serie di atti che qui sarebbe impossibile riferire. Ma per toccare almeno di ciò che risguarda la provincia di Go rizia e i confini veneti, la Repubblica dopo d’ essersi impadronita della fortezza di Marano, e il come si vedrà più innanzi, cogliendo

Tale mostrossi Francesco della Torre, che accoppiava agli altri pregi la esatta conoscenza delle coso locali del Friuli. Della sua grande abilità tutti erano persuasi ; egli solo no dubitava. Il perchè si arrese a malincuore ai desiderii di Ite Ferdinando, dopo i caldi eccitamenti fattigli anche da Mattia Hofer, figlio di sua sorella. Venuto a Venezia nel 1558, il della Torre mandò alla sua corte un esatto ragguaglio sugli uomini e sulle cose di quella Repubblica, il quale fu riputato di tanto

1’ occasione della massima strettezza in cui trovavasi F Imperatore per la guerra coi Torcili, andava insinuando al governo austriaco un progetto speciosissimo in apparenza, perchè avrebbe dato alla contea di Gorizia il confine naturale dell’ Isonzo, e sedato le con tese clic nascevano ad ogni tratto per la sua incertezza. I lamenti dei cominissarii ai confini, dei capitani di Gorizia, di Gradisca e di Duino erano continui per le usurpazioni c molestie che face- ' vano 1 c recavano i Veneti; ordini severi

compenso, perchè questa cedesse tutto ciò che possedeva sull’ altra sponda del fiume. Ma là era eretta F importante fortezza di Gradisca, che era F aspirazione precipua - della Repubblica, dopo d’ averla perduta nella guerra contro Mas similiano. Fu merito dell 1 ambasciatore Tornano F avere stornato questo progetto, dimostrando alla reggenza dell’ Austria la danno sissima permuta che avrebbe fatta e la sproporzione del cambio, il il quale non che dare in mano ai Veneziani un sì importante baluardo

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 356 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
patrie e massimamente a quelle della dieta goriziana. Fu egli uno dei deputati nella giunta per gli oggetti camerali ed uno dei commissarii incaricati di ricevere 1’ omaggio dei feudatari! della provincia. E quando più tardi le sue missioni . diplomatiche il tennero lontano dal suo paese, non mancò di ac- ' Àrch. di Duino, Apogr. A e B e carteggio coll’ Arciduca Carlo ed ■ Arciduchessa Maria. . _ ' . ^

■w — 349 — meridionale dogli Stati austriaci. Vólti e quindi di mano in mano insignito delle cariche di prefetto ereditario della curia nel ducato della Carniola, di maresciallo ereditario nella contea di Gorizia, di consigliere imperiale, di gentiluomo di camera, di gran coppiere dell’ Arciduca. Nè fuvvi nella Casa regnante avvenimento d’impor tanza a cui Raimondo non avesse parte. Nel 1564 egli muove in contro all’ Arciduca a capo della nobiltà di Gorizia; poco appresso, nel 1569, si conduce

a Vienna. Nel 1582 egli accompagnava 1’ Arciduca alla dieta d’ Augusta con numeroso corteo di servi vestiti alla foggia alemanna. Venne intanto ranno 1590 per lui sommamente dolo roso, in cui assistette l’Arciduca al capezzale di inerte e gli rese • fi estremo tributo di venerazione coll’ abbigliarne egli medesimo la morta salma, dopo d’ aver divisa con lui la lieta e la tristo for tuna non meno in pace, che fra i pericoli della guerra.'Sotto il suo successore Ferdinando il conte Raimondo accompagnò

18
Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 420 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
a fermarsi a Trieste per più d’ un mese a cagione del mal tempo soxn’avvenuto; ehi piangeva la sua barca perita; chi la sua are nata o presa dai Veneziani. E in fine gli ufficiali stessi di S. Gio vanni dimostravano il danno immenso che ne soffrivano la camera cesarea e la provincia per le diminuite gabelle^ e lo sviato com mercio. Pel porto di S. Giovanni siffatta questione era vitale: venne quindi nel 1715 agitato un processo '; ma le coso rimasero in decise, finché sopravvenne il nuovo colpo

che, quanto favoriva Trieste, altrettanto fu pernicioso al porto di S. Giovanni; d’allora in poi esso andò- sempre più decadendo. Sotto Maria Teresa la dogana venne trasportata nel porto di Duino e questo, secondo le condizioni mutate, potè dirsi abbastanza fiorente, finché, come altrove osservai, l’attivazione della strada ferrata gli tolse ogni importanza. Meglio che nelle questioni marittime, il conto Luigi della Torre, che non desiderava di venire ad aperta rottura co’ suoi vicini, giunse

ad intendersi con quei di Trieste nello questioni ter restri. Il confine fra la signoria dui uose e V agro triestino, che aveva offerto motivi a piato pel corso di tanti secoli con immenso dispendio e danno delle due parti c dei loro sudditi, s’ ora rin novato anche al principio del settecento. Questa volta però essen dosi interposto il barone Giulio do Fin, e »considerando Trieste i favori ottenuti da S. E. il conte Francesco Uldarico della Torre o la buona disposizione dell’Eccellentissimo conte Luigi

«, si venne ad un amichevole accordo, pel quale i confini furono rettificati e segnati accuratamente con pietre e piloni portanti da una parte 1’ armeggio della casa della Torre, dall’ altra quello della città di Trieste. Rimase libero alle parti di erigere anche un muro da confine a confine. Questi piloni cominciavano sotto la sommità del Mominsperg, discendevano alla strada carraria verso Opchiena fino a Proseco, Santa Croce e Nahresina, e dividevano lo proprietà per modo, che la parte risguardante

19
Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 112 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
problema di statica. Cresco il pregio alla scala la sua lunghe///a, ' destinata a congiungero insieme i sei piani delle due ali a diffe- v •reati altezze, clic vi mettono capo. Vaghissimo è l’aspetto clic s 1 offre : a chi stando nel fondo contempli quella bella voluta sino alla sommità, coronata da un dipinto allegorico della Gloria, mentre le pareti sono ornate degli emblemi della Pace e della Guerra, quasi per additare la salita che a quella Glòria conduce. Nessuna forma di scala meglio

si conveniva a mascherare all’occhio l’irregolarità dei diversi piani congiunti con sì accorta \ simmetria; irregolarità propria dogli antichi castelli, le cui parti son fabbricate in tempi diversi c con diversi disegni. I vanì dei compartimenti della scala sono riempiuti da trofei portanti ciascuno l’impresa delle ultimo famiglie imparentato cogli Hohcnloho-della Torre a gradi ascendenti*, c sono Fürstenborg, Brigido, Iteviczky, Gnmpcmberg, Libyenstein c Strasoldo. Ed ora entriamo nell’ appartamento

inferiore. La sala di aspetto è ornata di ritratti di famiglia, ove spicca quello del men tovato generale Nicolò della Torre, che per le sue forme atletiche, chiuso in ferrea armatura, ci rammenta il capostipite della Casa, ■Martino il Gigante. Nel soffitto tra nubi rosate campeggia l’arma Hohenlohe sostenuta da ganz. Nobilissima è la stanza attigua, clic porta il nomo dell’ Im peratole Leopoldo I. Quivi il Monarca soggiornò nel K5GU, quando con ispidi dido sèguito venne a visitare i Torriani di Duino

, legati ... -. alla sua corte por la parentela di ambedue le famiglie coi Gon zaga '. 11 soffitto, di squisitissima stuccatura veneziana ad alto rilievo, raccoglie in cornice adatta l’apoteosi di Leopoldo dipinta •• • nel mezzo. Le pareti portano celebri tele tutte di argomento sacro, • del Giambellino, del Maratta, del Pollidoro, di Cima da Conogìiano, di Gherardo dalle Notti o di altri illustri pittori specialmente della scuola italiana. Vero è che un Andrea del Sarto c un Lazzariui non vi sono che

in copia; ma copia fatta dalla valente mano della signora medesima del castello. De’ suoi dipinti sono ornato lo chiese / - V ; di Duino, di S. Giovanni al Timavo, di S. Apollinare a Venezia, ’ . ■ - oltre che varii Istituti; e parecchi ancora ne scontreremo per vìa, . - ■ •-.. nel percorrere le salo della sua residenza. Molte pregiate porcellane chincsi e stipi intarsiati sono accon- . ‘ , ciamente distribuiti sui dorati mobili della stanza, la cui tappez- v ' . , r.. ; vY^YàC-b ' Dovremo toccar

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 343 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
Ma benché già Carlo V avesse inalzati i tre Ternani an zidetto al grado comitale e riconoscesse in loro il baronale, nuova confermazione dii quest’ ultimo ottennero i due fratelli Francesco e Febo della Torre da Ferdinando I Re dei Romani nel 1554, quando ancora non aveva conseguita la corona imperiale. 1 mo tivi ch’egli adduco nel suo diploma, per fare questa spontanea concessione, sono più espliciti di quelli addotto da suo fratello l’Imperatore. .Dopo lo solite considerazioni generali egli

soggiunge: »Ed essendosi esposto con testimonianze degne di fede, siccome anche Noi abbiamo di ciò graziosa notizia, che il nome e la stirpe .dei della Torre ab antico deriva da nobile c lodevole prosapia e che secondo le vetuste scritture ed istorie di Lombardia e d’altri luoghi furono già in grande o sublime dignità e signori della città di Milano e d’altre terre c luoghi circonvicini e conti e signori di Valsassina; e che per tali sono stati tenuti o reputati; ma che per mala sorte od infortunio

non hanno usato alcun titolo, tranne il defunto Giorgio della Torre e parimente Nicolò della Torre nostro consigliere e capitano di Gradisca, i quali usarono il titolo o grado di baroni; abbiamo graziosamente considerato questa antica, nobile e lodevole discen denza del nome e stirpe d’ essi della Torre e gii utili, onorevoli e grati servigi ch’ossi hanno reso costantemente ai nostri prede cessori Arciduchi d’Austria e Conti di Gorizia di felice memoria e successivamente a Noi, come anche oggidì

fa Francesco della Torre consigliere della nostra reggenza e farà in avvenire insieme con Febo della Torre suo fratello. Per tutte le suddette ragioni abbiamo con maturo o meditato consiglio e moln proprio fatta questa singoiar grazia ai detti Francesco e Febo della Torre, di crearli, come li creiamo nuovamente per l’avvenire, ed esaltarli in perpetuo insieme coi loro legittimi eredi c discendenti maschi e femmine Baroni e Baronesse , aggregandoli e coequandoli al nu-

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