¬La¬ campagna dei volontari italiani nel Tirolo : seguita da alcune riflessioni sulle riforme militari
dei'volontari, il loro cuore batterà più fotte per la patria comune, e sarà molla potente .per riunirsi quando che sia al corpo della nazione. . . '' ' II sangue generoso sparso nel Tiro lo, non fu dun que invano, al pari che non andò perduto l’eroico va lore, mostralo dai nostri soldati a Cusloza e dai nostri marinar a bissa. Quésto sublime plebiscito di -sangue, die suggella tutti gli altri, questa .nobile gara,.,per coi tutti i figli d’ Italia di qualunque provincia, e sotto qua lunque 'divisa
iT .aver .combattuto una verace guerra-, e''di a vere strap pato con la forza delle armi un lembo di terra italiana allo straniero. Se anche questo lembo, F invidia di una maligna diplomazia non ha consentito che fosse riunito aìF Italia, Ja memoria della camicia rossa, che certo non si cancellerà- facilmente dall’ animo dei Tirolesi /Festa pegno del riscatto del Trentino : nel!' avvenire. Scossi oramai quei robusti. Alpigiani nella placida quiete dei loro monti, dai cantici marziali
si strinsero nel patto di morire per là sa lute della patria, méntre è stata la più splendida manife stazione del valore'italiano, è la maggiore speranza pèl le sue sorti future. Con tutti i rovesci, Cusloza e Lissa han mostrato che T Italia aveva un esercito ed una llolta, capace di morire piuttosto che di cèdere. Che importa che i suoi generali, che i suoi ammiragli siano stali ina datti all'altezza del compito? La Francia repubblicana, ini ziava le sue guerre con generati cóme il pittore Caricaux
, e come il medico Doppét per riuscire a que’grandi,die furono Dumouriéz, Hoche, Moreau, Massena, ed in-cima a tutti,Napoleone.:Ma.noi, la Dio mercè, non siamo a questo caso: tra i nostri generali ne-abbiamo dei valenti, e forse tra i meno apprezzati, e poi, ad esser giusti, bi sogna pur dirlo; i nostri generali non hanno avuto li bera la- mano nella condotta della guerra, e noi siamo