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Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
1896
Dante nel Trentino
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Pagina 70 di 160
Autore: Zaniboni, Eugenio / Eugenio Zaniboni
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: 160 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: p.Dante <Alighieri> ; g.Trentino
Segnatura: II 58.359
ID interno: 133974
— ?o — Corte , il Ver ci ed altri ancora. 1 più s’ accordano nel- 1' asserire che Trento, dopo quell’ estremo esperimento della tirannide eceliniana, si sottrasse per sempre al giogo ; ma, secondo il Bone!li, l’ Alberti (i) e qualche altro, pare che Azzolino, fino a poco prima della sua morte, fosse potente ancora nella Lagarina e nel terri torio di Arco-, (a) E strano però che il Dalla Corte (3), troppo te nero, come suo costume, dei Castèlbarco ai quali dona lode anche quando loro spetterebbe

biasimo, attribuisca, in gran parte, l'onore della rivolta dei Trentini ad Al- drigkeito, mentre si hanno documenti che affermano tut- t’altro, Anche il Parisìo (4) citato dallo storico bassanese e dalYAmòrosi, —- e il Breniari nella sua « Storia di Las sano » e qualche altro trentino accennano ai Castelbar- co promotori della ribellione ; ma il fatto a me par questo : che i Castèlbarco non furono mai amici nè de' vescovi di Trento, nè de’ vicarii imperiali, ben sì, come avrebbe detto il Poeta

, « amici della ventura ss>; onta maggiore che se al Tiranno avessero serbata co stantemente la fede; e credo col Vercì e col Bonelli che tutta la gloria della riscossa sia da attribuirsi al ve scovo Egnone, al quale Azzolino da lungo tempo, per molte ragioni, era inviso ; la morte di quel partigiano di Azzolino che fu il podestà Sodegerio potette senza dubbio accrescere 1’audacia del vescovo e de’suoi; ma (1) Annali etc, Cfr.: p. 114, e anche: pp, 129, e 134. (2) II Verei, nell’ ofi. cit. riporta

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Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
1896
Dante nel Trentino
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Pagina 44 di 160
Autore: Zaniboni, Eugenio / Eugenio Zaniboni
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: 160 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: p.Dante <Alighieri> ; g.Trentino
Segnatura: II 58.359
ID interno: 133974
— 44 — sopra il soggiorno dell’Alighieri nel Trentino, devesi a un monaco carmelitano del XV secolo. É una sem plice notei ella, la cui importanza, senza dubbio, è stata esagerata dagli scrittori ricordati; ma che non cessa di essere un cotal poco preziosa per la sua data ; che del resto, non ha valore che per metà. Questa memoria si legge in un libro di Cronache dei castelli della Ca gar ina, che dovrebbe, trovarsi nis. nella biblioteca ci vica di Trento. Il Vannetti e lo Zotti dicono d’averlo

avuto tra mano; lo cita pure il Barlow, ma soltanto lo Zotti indica V autore.'Secondo lui, il monaco sarebbe un padre Francesco da Trevigi ; ma è un’ induzione troppo stiracchiata: e dello Zotti, per conto mio, non mi fido. Ecco ora il testo della memoria: « Dante vis se et dimorò per qualche spatio di tempo in la villa di Lizzana, qual’ è prossima alle mine di Marco, et ivi avea la sua innamorata, come ho udito per tradi zione dalla bocca; degli più vecchi del paese ». Dico subito che non qui

intendo soffermarmi alla ricerca di questa nuova pretesa amante del Poeta. Impor tante è per noi por mente al fatto che 1’ autore della citata notizia dichiara di averla intesa dalla bocca — e questo s’ intende bene — « degli più vecchi del pae se »; — particolare degno di nota; -— perchè costoro si potrebbero supporre, se non testimoni della presenza del Poeta, almeno facenti parte della generazióne che immediatamente loro seguì. Gli autori or ora menzio nati non fanno alcuna osservazione importante

sul te sto della memoria dal Carmelitano : la copiano e tira no avanti come se avessero riportato un documento incontrastabile e indiscutibile; e quanto all' « innamo-

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Libri
Categoria:
Letteratura , Filosofia, psicologia , Religione, teologia
Anno:
[1974?]
¬Medio Evo e crisi del Medio Evo: San Bonaventura di Bagnorea(1221-1274), San Tommaso d'Aquino(1225-1274), Francesco Petrarca(1304-1374) nei mondi culturali di lingua italiana e di lingua tedesca e nel quadro dell'unità culturale europea : atti del XIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 6 aprile 1974
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Pagina 263 di 270
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <13, 1974, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XIII, 150 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Mittelalter und Krise des Mittelalters: Bonaventura von Bagnorea(1221-1274), Thomas von Aquin(1225-1274), Francesco Petrarca(1304-1374) in der italienischen und deutschen Kulturwelt und im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: p.Thomas <von Aquin> ; f.Kongress ; g.Meran <1974> p.Petrarca, Francesco ; f.Kongress ; g.Meran <1974> p.Bonaventura <Heiliger> ; f.Kongress ; g.Meran <1974>
Segnatura: II Z 759/13(1974)
ID interno: 62130
estese chiose marginali, ma ad esso aveva affidato annotazioni particolari, fra le quali, vergato sul verso del foglio di guardia, il necrologio di madonna Laura, Necrologio discutibile altrettanto quanto i consimili richiami poetici, tuttavia con qualche riserva. Quando, nel 1795, per ragioni di manutenzione, l’Ambro- siana, che possedeva il codice dal 1600, procedette a scollare dall’assicella della rilegatura quel foglio di guardia, si vide che sul recto, oltre ad alcune interpre- tazioni

indurre sia veritiera anche l’annotazione, dianzi ricordata, del verso dello stesso foglio? Fra altro essa dice; «Laura, propriis virtutibus il- lustris et meis longum celebrata carminibus... apparve per la prima volta agli occhi miei nel primo tempo della mia adolescenza, nell’anno del Signore 1327, il giorno 6 di aprile nella chiesa di Santa Chiara in Avignone, nell’ora mattutina, e nella stessa città, nello stesso mese di aprile, nello stesso giorno 6, ma dell’an- no 1348, da questa luce quella

della prima egloga virgiliana vergate in alto, c’erano piü in basso annota- zioni stese dal Petrarca quando infieriva la peste del 1261: a sinistra, a lunghe righe, era ricordato che il morbo aveva strappato al suo affetto il figlio Giovanni venticinquenne e Pamico intimissimo Luigi da Kempen. Sventure che avevano potuto richiamame alla memoria altre e che, insieme, a lui ormai alle soglie della vecchiaia, sempre piu confermavano quanto incalzante risultasse Pammonimen- to estremo, quanto urgente

, religioso musico e poeta, e del vescovo amatissimo Filippo di Cabassoles, aggiungendo che a Gesü erano raccomandati, non soltanto i primi sette, ma tutti e nove. In seguito, la notizia del Cabassoles risultò errata, ma non la corresse: è forse una comprova che quelle annotazioni non le aveva scritte per il pubblico, bensi per sé, disperate conferme della fatale vanità umana. Se altrove il Petrarca puó e deve essere sospettato di artifici, qui c’è da pensare sia stato verace. E conse- guentemente si puó

luce fu tolta... Quel corpo castissimo e bellissimo fu seppellito in acconcio luogo dei Frati Minori, nel medesimo giorno della mor- te, sul vespro... Animam quidern eius, ut de Africano ait Seneca, in celum, unde erat, redisse mihi persuadeo». Diremmo: anche se, circa l’indicazione tempora- le, o qui o nel poetico accenno al primo incontro con lei, vi puó essere stato un assestamento, almeno l’oggetto dell’attestazione, madonna Laura, non puó es- sere esclusiva (e macabra) fantasia; tanto

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Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
1896
Dante nel Trentino
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Pagina 69 di 160
Autore: Zaniboni, Eugenio / Eugenio Zaniboni
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: 160 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: p.Dante <Alighieri> ; g.Trentino
Segnatura: II 58.359
ID interno: 133974
— 6 9 — pari alla fama di colui che poteva- comandarle non che permetterle. Desolato il territorio, Azzolino, dimentico di Ve rona, s' incammina alla volta della sua Lassano per ag guerrirsi di tutto punto; e nella primavera del 1256 rièccolo già, per il canale del Brenta, alle porte della città ribelle. Devasta Pergine. borgata a due ore da Trento ; incendia villaggi ; distrugge fortezze. I Càstel- barco, già riavvicinatisi al vescovo Egnone nell’ora più felice delle prime ribellioni, ora sono

con quei dì Levino i primi ad abbandonarlo: (1) il vescovo dico, che della riscossa era l'anima, la vita, l’iniziatore e il banditore. Egnone, allora, li fulmina colle più severe censure. Ma quelli se ne ridono e più che mai se ne ride Azzolino. Trento si vide perduta. Come il tiranno prendesse la città, e se realmente, anzi, egli o i suoi v entras sero — nè gli scrittori Trentini, nè altri, eh’ io mi sap pia, raccontano. Ma, se chi crede al Verci non s’ ap- pon male, quelle orde imbestialite dal

lungo attende re, riuscite a penetrarvi, commisero nefandezze, che la fantasia e la leggenda del popolo certamente esage rò ; ma anche qui stupri, rapine, stragi, incendi. « Tut ti — così il Verci — tutti commiserarono gli infelici cittadini che andarono soggetti a tanti mali.» (2) E non è certo a stupire. Della ribellione di Trento parlano, più diffusamente de’ Trentini, il Monaco padovano , il Cronista estense , il Cronista padovano, Andrea Dandolo , il Muratori , il Dalla (1) V. Gar.\ Annali del

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Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
1896
Dante nel Trentino
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Pagina 52 di 160
Autore: Zaniboni, Eugenio / Eugenio Zaniboni
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: 160 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: p.Dante <Alighieri> ; g.Trentino
Segnatura: II 58.359
ID interno: 133974
— 52 - da Trento » dovevasi intendere la rovina della ,Chiusa f verso Rivoli, nel Veronese (i). Tra i moderni (lascio il Valéry , autore dei « Voyages en Italie » e qualche altro scrittore di minor conto) il solo Scartazzini (i) T a mia saputa, è del parere del Maflfei. Ma lo Scartaz zini fu tratto in inganno ; — se cosi è lecito dire a me del provetto maestro — dal seguente passo del. Dalla Corte: « Quest’ anno stesso (1369) il vigesimo gior no del mese di giugno, che > fu un sabato, rumò con

gran meraviglia di ognuno, perchè in quell’.ora, non si sentì treimioio nè vento alcuno , una gran parte del monte sopra la Chiusa verso Verona, le mine del quale si veggono ancora in gran parte » (3). , . Lo Scartazzini, riportata la notizia del Dalla Cor te, dopo aver accennato alle discordi opinioni, conchin de in favore della rovina della .Chiusa e aggiunge : '•« Ci gni dubbio scomparisce'». Per non citare qui nemmeno uno dei, trionfali ar gomenti, coi quali il rov.eretano Noriller dimostra

al- 1' evidenza che la rovina dantesca è la rovina di Mar co (4) ; si potrebbe trovare nel testo stesso della no tizia riferita la prova più efficace — più luminosa, di rebbe appunto il Maffei, dell’ abbaglio di costui e dei suoi seguaci. Abbiamo letto, infatti, nel Dalla Corte: « In quell’ora non si sentì tremuoto, nè vento alcuno ». (1) Op. cit,; parte III cap. 8; p. 323. {2} « La D. C. di Dante, riveduta etc. » Lipsia, Brockhaus 1871 qnf. XII. 3 - 7}. (3) Op. ck. I p. 175. (4) ’ G. B. Noriller « I La vini

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Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
1896
Dante nel Trentino
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Pagina 139 di 160
Autore: Zaniboni, Eugenio / Eugenio Zaniboni
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: 160 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: p.Dante <Alighieri> ; g.Trentino
Segnatura: II 58.359
ID interno: 133974
, rièccolo in campo aperto a spezzare una seconda lancia per i begli oc chi della « Innamorata » trentina e con un enorme a- buso di congetture e di mal certe prove a superare — convien fargli quest'onore— in ardore e in sicu rezza, il Vannetti stesso. Ed ecco quel feroce Ghibel lino, che dovea far rizzare i capelli ai pudibondi sto rici della jeratica Trento, sorpreso, per la seconda volta, nottetempo, a toccar la mandòla sotto le fetie- stre, ahi, troppo alte! e trecentisticamente leggiadre del caste

! di Lizzana. — Chi 1' avesse detto al padre Bonetti ! Ma colui che dette il colpo di grazia ai cri- fi) L’eroina della splendida ode pariniana fu moglie a Carlo Er cole di Castelbarco, che dal 1800 in poi visse sempre nel Trentino, e figlia al marchese Giulio Pompeo Litta Visconti Arese e ad una Boi- romeo Visconti.— : Carlo Ercole, poi, era figlio di Cesare Ercole, cui il nostro Baroni (per conto suo marchese dei Cavalcabili dedicava pomposamente una sua bizzarra opera, come segue: « Alla Eccellen za del

signor Cesare Ercole Conte di Castelbarco, Grande di Spagna, Marchese di Cislago, Conte di Gallarate, Barone de* Quattro Vicariati, Signore di Gresta, Cavaliere della Chiave d’ oro etc. etc. »

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Libri
Categoria:
Narrativa , Letteratura
Anno:
1892
¬La¬ natura, l'amore, gli affetti e la religione, lo scetticismo ed il dolore nei canti dei poeti trentini : [strenna 1893]
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Pagina 35 di 125
Autore: Zandonati, Antonio / Antonio Zandonati
Luogo: Rovereto
Editore: Grigoletti
Descrizione fisica: 127 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Nebent.: Dai Canti dei Poeti Trentini
Soggetto: g.Trentino ; s.Literatur ; z.Geschichte
Segnatura: II A-3.844
ID interno: 154493
Te move il riso dell’età tua verde, Un’ape d’oro, una farfalla, un. fiore : Me Tinfinito elei, l’onda infinita E in questi abissi il mio pensier si perde. l ) V’ha finalmente un’altra cosa che in questa parte del mio studio non posso trascurare — ed è la poesia della natura in istrutta relazione colla poesia dell'amore. E quanto sia essenziale quest’ ultima parte, che ser virà di chiusa a queste prime pagine, lo si potrà compren dere dal vedere coro’io dia uno studio speciale della « Poesia

dell’Amore » — studio che col presente non ha nulla a che fare. — Il poeta s’ispira alla natura, a lei confida gli strazii del cuore, da lei ne trae conforti e speranze. Non è sempre la sola luna Tannica delTalme bèlle per amor dolenti, ma bene spesso il monte, il colle, la pianta, gli auge Tetti, i fiori, il cielo, la terra, il mare, la natura infine tutta nel suo complesso. E se questi pensieri si trovano ripetuti le molte volte nel poeta petrarchista e nel seicentista, com’è appunto nell’indole della

loro poesia, le molte volte li troviamo ancora nei poeti moderni e li troviamo nell’ uomo in ge nere, che quando una passione lo tormenta, e sopratutto' la; passione d’amore, brama alla natura confidare ed af fidare quei sentimenti terribili ed arcani, che gli è cosa dura deporre nel seno dell’amico o del congiunto. — Pertanto noi non potremmo mai trattare comple tamente il soggetto che ci siamo proposti senza conside rare'anche questo tacito linguaggio della natura, senza esaminarla nella poesia

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