« carica d’inchiostro. Il disegno invece è hello ed esatto « e sembra copiato dall' originale». Solo fra tutti G. Batta Ghezzi apprezzò il giusto, quando scrisse al Yannetti : « Mi 6 stata oltremodo carissima la carta della « Villa d' Orazio. Conosco sempre più la rarità dei suoi '• talenti nel saper esporre cosa così difficile e che è « riuscita pure al mio credere a meraviglia. E da lo- « darsi il giovane G alvagni, e se potesse avere un pre- « cettore di garbo, potrebbe farsi perfetto nell
’ arte. Ve « a ozia in questa specie non vede. In Italia. Roma sola. » 11 Gal vagai dunque, giovane, senza precettori a modo, senza mezzi ed in Venezia, ha fatto anche troppo. Ma è tempo ormai di continuare con demen tino nostro. La perfetta concezione della Villa Sabina, illustrata per di più dai versi eleganti della relativa epistola, era fatta segno alla universale ammirazione nel mondo letterario non solo, ma veniva debitamente apprezzata anche da chi esercitava 1' arte. Il Conte Giovanni Trieste
, Canonico di Treviso, ringraziandolo della incisione così gli scrive ai 2 ottobre 1790: « Le aggiungo la copia fatta ad acquerello di « questo ingegnoso Giovanetto Sig. Conte Koberto Avo- « garo, della sua bella Villa d'Orazio, come le promisi e « parendomi non male eseguita spezialmente da un « solo dilettante Cavalierino di qualche mia attinenza, ardisco di a Lei indirizzarla con la inserta mia Iscri- « zione, che compatirà, e se Le sembra solili bile, dopo
