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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1930
Guida del Museo del Risorgimento Trentino
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Pagina 48 di 196
Autore: DeManincòr, Giuseppe ; Museo Trentino del Risorgimento e della Lotta per la Libertà / Giuseppe De Manicor
Luogo: Trento
Editore: Arti Grafiche Scotoni
Descrizione fisica: 190 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: c.Trient / Museo Trentino del Risorgimento e della Lotta per la Libertà;f.Führer
Segnatura: I 214.635
ID interno: 353736
Nel ripiano della vetrina: libri, opuscoli e pub blicazioni varie di geografia, di politica e di propa ganda interventista di Cesare Battisti; (2) mono grafie militari del Comando della l.a Armata, ese guite col concorso di Cesare Battisti. Vetrine centrali. Il plastico, a colori, rileva in dettaglio lo spe rone di Monte Corno sulla Vallarsa, e il luogo del la cattura di Cesare Battisti e di Fabio Filzi. La seconda vetrina invece racchiude i più preziosi ci meli e ricordi di Cesare Battisti

. In alto: una circolare di propaganda irredenti sta, inviata, nell'autunno 1914, da Cesare Battisti, Guido Larcher e Giovanni Ambrosi, a tutti i depu tati e senatori del Regno, per la redenzione del Trentino; minute di monografie militari, stese da Cesare Battisti; il cucchiaio (e una lettera di testi monianza relativa) adoperato da Cesare Battisti nel carcere; il berretto da lui portato nel giorno del supplizio; la sua cassetta militare, con zaino e vestito; nota della spesa pel vitto, consumato

il loro ultimo giorno, in cella, da C. Battisti e da F. Filzi e quella dei vestiti borghesi fatti loro indossa re per il supplizio; i due volumi degli scritti poli tici e geografici di Cesare Battisti raccolti dalla ve dova Ernesta Bittanti e pubblicati a cura dello Stato; alcune cartoline e lettere di Cesare Battisti alla Famiglia del Volontario Trentino. Nei piani inferiori della vetrina: medaglie va rie coniate in ricordo dei Martiri trentini, collezio ne di cartoline pubblicate in loro memoria

; giac ca borghese di Cesare Battisti; nastri di corone de poste sui cippi nella Fossa della Cervara.

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1930
Guida del Museo del Risorgimento Trentino
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Pagina 46 di 196
Autore: DeManincòr, Giuseppe ; Museo Trentino del Risorgimento e della Lotta per la Libertà / Giuseppe De Manicor
Luogo: Trento
Editore: Arti Grafiche Scotoni
Descrizione fisica: 190 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: c.Trient / Museo Trentino del Risorgimento e della Lotta per la Libertà;f.Führer
Segnatura: I 214.635
ID interno: 353736
da un aeroplano, pilotato dal trentino bar. Carlo Emanuele a Prato, sopra la Fossa e la città, il 21 luglio 1916; trascrizione degli atti austriaci, del Co mando Militare della Fortezza di Trento, sulla cat tura di Cesare Battisti e di Fabio Filzi; alcuni grup pi di fotografie del calvario di Cesare Battisti: la cattura e il processo (6), l'esecuzione (6); facsimile dell'ultima lettera dettata da Cesare Battisti, al fratello Giuliano, dalla cella del Castello; (4) foto grafie dell'esecuzione

di Cesare Battisti, con note di un ufficiale austriaco testimonio del martirio; (4) altre fotografie dei Martiri, scortati, per le vie di Trento, al Castello e della loro chiusura nelle celle. Questi documenti dimostrano chiara mente, contro le false insinuazioni austriache, co me la popolazione trentina non partecipasse affat to alla gazzarra, inscenata a Trento dal poliziotto Muck, per oltraggiare Cesare Battisti prigioniero. Il triste corteo, la folla radunata dinanzi al Castel lo, è, in tutte

le fotografie, composta solo di milita ri e di poliziotti. Ingrandimento fotografico di Ce sare Battisti in catene; (3) altre fotografie dell'ese cuzione di Cesare Battisti e (1) di quella di Fabio Filzi. Nel ripiano: collezione, quasi completa, dei li bri e degli opuscoli pubblicati su Cesare Battisti. Nei quadri: «Monte Corno», pittura di A. Tom- masini; il primo manifesto della Legione Trentina (associazione fra i trentini combattenti nel B. Eser cito) per Cesare Battisti, a firma del presidente Aurelio

Nicolodi, cieco di guerra (12 luglio 1918); la prima notizia italiana sulla sorte di Cesare Bat tisti, data ai soldati d'Italia dal comandante del 5.o Corpo d'Armata, tenente generale Bertotti (con firma autografa); cartolina di Cesare Battisti, sol-

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Pagina 160 di 248
Autore: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Luogo: Roma
Editore: Loescher
Descrizione fisica: 237, 14 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Segnatura: III A-2.230
ID interno: 166664
punta co’ loro possessi anche sul declivio italico delle Alpi, essi non se ne davano per intesi, o continuavano a considerare il loro crinale, come il vero confine politico della pe nisola Il primo che portò un considerevole cambiamento nelle condizioni degli abi tatori delle Alpi Cozie fu, come già abbiamo notato, Giulio Cesare, che, mentre di minuì il possesso di que’ popoli, che gli avevano contrastato il passaggio, aumentò invece considerevolmente il regno, eh’ crasi stabilito sulla sommità

delle Alpi Cozie. Ad ammettere questo sono indotto da varie ragioni. Prima di Cesare le popolazioni de’ Controlli, Graioceli e Caturigi si stendevano fino alle sommità delle Alpi ; prima della guerra alpina di Augusto, il regno di Cozio era esteso assai, a danno dei po poli vicini. Che fatti importanti erano avvenuti dal tempo del passaggio di Cesare alla guerra d’Augusto, da aver determinato questo cambiamento? Chi dunque può averlo operato, se non che Cesare stesso, che per la legge Va tini

a aveva ottenuto il governo di tutta la Galli a citeriore, e quindi il diritto d’ introdurvi le necessarie tras formazioni politiche? Ed essendo così, quali ragioni possono averlo indotto a ciò fare? Il piccolo stato dell’Alpi Cozie, a’ tempi di Cesare, era governato dal re Donno. La fama di lui, come esperto, saggio ed accorto governante, sopravvisse a lungo anche dopo della sua morte, e perfino dagli scrittori medievali è ancora magnificato pel le sue virtù 2 , ed il nome suo rimase venerato

ne’ primi secoli cristiani trasformato in santo. Credasi infatti che il villaggio di San Donino in vai di Susa, non foss’ altro, in origine, che un San Donno 3 . Benché gli scrittori antichi non facciano cenno delle relazioni che furono fra lui e Giulio Cesare, pure ci riescono in questo di grande aiuto le iscrizioni. In una di esse è nominato un C. lulius Uonnvs il che indica che egli, quale re socio e amico del popolo romano, aveva ottenuto da Cesare di es sere ammesso, alla sua clientela e come tale

di godere il diritto di cittadinanza, di ritto di cui usufruirono poi anche i suoi successori. Vediamo infatti alla fine del- l’impero di Augusto la progenie di Donno sedere in senato ed occupare a Roma un cospicuo posto fra le principali famiglie, se Cottici, moglie di Vestricio Spurina, ed il loro figlio, Vestricio Cozio 5 , discendevano, coni’è probabile, da Donno. Convien credere che i servigi da lui prestati a Cesare fossero molto conside revoli per godere di tale onore. Egli l’avrà senza dubbio

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Pagina 60 di 248
Autore: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Luogo: Roma
Editore: Loescher
Descrizione fisica: 237, 14 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Segnatura: III A-2.230
ID interno: 166664
Vennoni, e forse una nuova serie di ladronecci da loro eseguiti sul territorio comense, che indussero Giulio Cesare, quando per petizione di Vatinio ottenne la Calila Cisalpina aggiuntovi PHlirio, e per la petizione stessa (a. 695 d. R.) il diritto di fondare nuove colonie 1 2 , a dedurre cinque mila coloni, fra i quali cinquecento no bili greci 3 ,„ nella città di Como, alla quale col nuovo nome di Novum Comuni 4 con cesse l’onore della cittadinanza romana. Ma, quando gli arbitri) di Cesare comin

ciarono ad impensierire i suoi avversari, il console ài. Claudio Marcello propose al senato che, essendo finita la guerra, fosse licenziato l’esercito vincitore, che a Cesare fossero tolte le provinole, e che .si privassero della cittadinanza romana i coloni Novocomensi, poiché era stata concessa loro per ambizione e contro le leggi 5 (a. 703 d. R.). Narra anzi Plutarco 6 che, non solo i Novocomensi furono privati della cit tadinanza romana, ma che il console ordinò di battere colle verghe un comense

per dimostrare meglio che non si considerava per cittadino romano. . La trascuranza, nella quale cadde la colonia comense, per le ostilità di M. Claudio Marcello contro Cesare, diede animo nuovamente ai Vennoni, per cui nuove spedizioni dovettero essere allestite contro di loro 7 8 . Ma in queste nuove guerre eb bero compagne altre tribù alpine, finche furono tutte insieme sottomesse da P. Silio, legato di Augusto. Ma prima di parlare della guerra fatta da lui, dobbiamo esami nare le condizioni

., 1. c., Ciò., Ad famil ., 13, 35, parla di un C. Aviano Filosseno suo ospite quem Caesar meo bene fìcio in Novoeomenses retulit. — Appiano, B. k?., 2, 26, dice, per errore, che alla nuova colonia fu concessa solo la cittadinanza latina. 4 La città di Como ti trova così nominata, Nomini Comum, in CATULLO (35, 3) in SUETONIO (Caes., 28) e Neóxtofiov in Appiano (B. Civ., 2, 26), in Plutarco (Caes., 28). 6 Suet., 1. c. 6 6. Cesare, c. 29. Cic., ad Alt., 5. 11, 12. 7 Non h ben certo contro quale parte del

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1906
¬La¬ famiglia Saibante di Verona e Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 8)
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Pagina 38 di 43
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 38 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/8
ID interno: 165263
e per suo fratello Giulio q. Gio. Battista, per Alberto e Gio. Battista, figli di Giulio, per Felice e Giovanni q. Cesare, per Antonio q. Marc’ Antonio, Carlo q. Scipione, Gio, Francesco q. Ottone. (Codex Clesianus, XIX, nell' i. r. Archivio di Luogotenenza in Innsbruck). 1636 dicembre 1, — Contratto dotale di Caterina Del Bene andata sposa a Girolamo Saibante, a rogiti Antonio Malinverno. (Archivio notarile, Rovereto). 1643 maggio 18. — Cado Emanuele dei Signori di Madruzzo, principe ve scovo

feudo posseduto da suo padre. (Codex Clesianus, XXI, nell’ i. r. Archivio di Luogotenenza in Innsbruck). 1664 gennaio 25. Sigismondo Francesco, arciduca d’Austria e principe vescovo di Trento, investe dei feudi di famiglia Gio. Francesco Pompeati, quale procuratore di Giovanni q. Cesare Saibante per sè e per Felice canonico e Gio. Battista fratelli q. Giulio, Marc’Antonio q. Marc’Antonio, Ottone e Pietro fratelli q. Gio. Francesco. (Pergamena N. 1 nella Biblioteca Civica di Verona). (Codex Clesianus

, XXI, nell’ i. r. Archivio di Luogotenenza in Innsbruck). 1668 giugno 18. — Testamento di Felice q. Cesare Saibante, arciprete del duomo di Verona, a rogiti Francesco Bernardi. (Cannelli). 1671 marzo 16. — Sigismondo Alfonso dei conti Thun, principe vescovo di Trento, assegna con investitura a Carlo Saibante di Rovereto, a nome anche di ■suo fratello Francesco, la decima della quale aveva avuto diritto suo padre Giuseppe. (Codex Clesianus, XXIII, nell’ i. r. Archivio di Luogotenenza in Innsbruck

). 1671 ottobre 9. — Sigismondo Alfonso dei Conti Thun, principe vescovo di Trento, assegna con investitura a Gio. Francesco Pompeati, quale procuratore di Giovanni q. Cesare Saibante, per sè e Felice canonico, Gio. Battista q. Giulio, Marc’Antonio q. Marc’Antonio, Ottone e Pietro fratelli q. Gio. Francesco, i feudi già posseduti dai loro antenati. (Pergamena N, 2 nella Biblioteca Civica di Verona).

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1908
¬La¬ famiglia Panzoldi di Sacco e Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 14)
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Pagina 20 di 22
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 17 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 14, 1908, fasc. 1
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/14
ID interno: 165293
LA FAMIGLIA PANZOLDI DI SACCO E ROVERETO 17 del diritto privilegiato per la spedizione delle merci oltre che ad altre famiglie di Sacco anche ai fratelli Gerolamo c Bortolameo qm Giuseppe Antonio Panzoldi. (Biblioteca Civica di Rovereto, manoscritto Zeni), 1749 agosto 25. — Testamento di Margherita Francesca Dal Pozzo, moglie di Giuseppe Antonio Panzoldi. A rogiti Bartol. G. Battisti. (Archivio notarile di Rovereto, tribunale di Rovereto). 1750 settembre 11. — Divisione di beni fra i fratelli

Bartolomeo Alfonso e Girolamo Gaetano Panzoldi di Sacco. A rogiti Bartolomeo G. Battisti. (Archivio notarile di Rovereto, tribunale di Rovereto). 1751 ottobre 1. — Carta di dote di Caterina Geltrude, figlia di Melchiore Baroni Cavalcabò, sposa a Gerolamo Panzoldi. A rogiti Bartol. G. Battisti. (Archivio notarile dì Rovereto, tribunale di Rovereto). 1775 marzo 10, — Gerolamo Fedrigotti di Sacco fu nominato procuratore, per il feudo dei trasporti, dei minorenni del qm Gerolamo Panzoldi. A rogiti Giovanni

Bonfioli. (Archivio notarile di Rovereto, tribunale di Rovereto). 1775 maggio 20. — Primo testamento delle sorelle Caterina Panzoldi, ve dova Bonfioli, Francesca, vedova Catalani e Marianna, figlie di Giuseppe Anto nio. A rogiti Bartol. G. Battisti. (Archivio notarile di Rovereto, tribunale di Rovereto). 1786 ottobre 14. — Testamento di Margherita qm Gerolamo Panzoldi. A rogiti Giovanni Bonfioli. (Archivio notarile di Rovereto, tribunale di Rovereto). 1790 luglio 17. — Carlo Teodoro duca di Baviera

conferisce ai fratelli Giu seppe Antonio e Camillo Panzoldi figli di Girolamo e Girolamo Gaetano figlio di Bartolomeo di Sacco il titolo di Cavaliere del sacro romano impero col predicato di Monte Olivo. (Presso Eugenio Seeber in Bludenz). 1797 marzo 26. — Secondo testamento delle sorelle Francesca, Caterina, Gaetana e Marianna qm Giuseppe Panzoldi. A rogiti Bortolameo G. Battisti. (Archivio notarile di Rovereto, tribunale di Rovereto). 1806 febbraio 19. — Testamento di Geltrude Bonfioli Cavalcabò vedova

11
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1913
¬La¬ famiglia Malfatti di Ala-Verona.- (Famiglie nobili trentine ; 23)
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Pagina 7 di 16
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Roma
Editore: Unione editrice
Descrizione fisica: 11 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Giornale Araldico-Storico-Genealogico ; 2,1
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/23
ID interno: 165301
bedue consiglieri del comune di Àia, Biagio lasciò dopo la morte Jacopo Antonio, dal figlio del quale, Cesellino, discende il celebre matematico Gio. Francesco, professore all’università di Ferrara, e il colonnello Cesare Dionigi; da un altro tìglio di Jacopo An tonio, Grio. Pietro, trassero la loro origine gli attuali baroni di Monte Pretto di Ala, i quali in data 2 gennaio 1871, creati cava lieri, furono con diploma 24 aprile 1899 innalzati al grado di baroni. La famiglia dei Monte Pretto

Impero da Cesare Michele Angelo Davalos de Aquino di Aragonia, supremo maresciallo di campo e consigliere intimo di. Sua Maestà, al quale fu accordato il diritto di dispensare titoli di nobiltà da Leopoldo I con di ploma 12 marzo 1704. L’imperatore Carlo VI con l’atto di Vienna 24 aprile 1736 nominava Valeri ano Malfatti barone del Sacro Romano Impero col predicato di Tburendorf e concesse aumenti di stemma. La famiglia di Rovereto è oggi rappre sentata dal barone Valeriane, da 25 anni benemerito

podestà di Rovereto e deputato al Parlamento, e dal suo nipote Cesare, studente ginnasiale. Vi furono altri rami ancora della famiglia Malfatti discen denti da Chemino, cioè i rami Mori, Tierno e Chizzola, tutti estinti, che non ottennero però mai nessun titolo di nobiltà. I discendenti dì Chemino, che presero dimora in diversi luoghi del Trentino e in Verona sarebbero, secondo l’albero genea logico da me compilato e riassunto da documenti, quelli che sto trascrivendo qui sotto :

12
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1913
¬La¬ famiglia Malfatti di Ala-Verona.- (Famiglie nobili trentine ; 23)
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Pagina 15 di 16
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Roma
Editore: Unione editrice
Descrizione fisica: 11 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Giornale Araldico-Storico-Genealogico ; 2,1
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/23
ID interno: 165301
oon Cesare Pedemonte moglie Aurf.lia del conte Lelio Ginsti Giovanni Giacomo, capitano moglie Maria Lodron Giulio — moglie Ginevra Verità Lodovico n. 18 febbraio 1618 7 14 gennaio 1691 sp. 1055 Eleonora Kmanuelli Lodovico CECILIA Maddalena Alessandro (testo 1027) moglie Antonia di Lodovico Cillò di Riva Giovanni Francesco moglie Paola di Andrea Del Ben vedova di Alvise qrn. Tomaso Stagnoli Antilta Giovanni Francesco ( testò 1611) moglie Flavia Pellegrini vedova del conte Filippo Rmilei Giacomo

Antonio, viveva 1613 moglie Laura di Morso Fraudili Bartolomeo, viveva 1671 moglie Giulia di Giuseppe Dalla Riva vedova di Ottavio Verità Cesare moglie Mattea di Giulio Giusti Sansone Isabella coniugata con GIAMBATTISTA BATTAGLIA Giovanni Giacomo n. 22 novembre 1607 Giulio Cesare Agostino Sansone Gian Giacomo Elisabetta antilia Giacomo Antonio b. 17 marzo 1659 b.30 agosto 1660, 119 marzo 1742 b. 28 agosto 1661 coniugata oon Nicolò Broc.nolico »,,.166» Girolamo di Pietro Liso. 1 , b. 25 settembre 1641

, 2° matrimonio .1 Lucrezia coniugata Pernis 10 dicembre 1878 Alessandro Cesare Bonifacio canonico Giacomo Antonio, n, 28 settembre 1775 a Sebenico sp. 1600 Maria Adriana di Giuseppe Dominici» I ' Girolamo Giuseppe . 27 luglio 1801 a Venezia. Bartolomeo Francesco .. 25 febbraio 3802 a Verona Alessandro Agostino n, 28 agosto 1806 a Verona Domitilla 7 febbraio 1822 Alessandro, n. 20 gennaio 1823, f 23 febbraio 1890 moglie Guglielmina di Antonio Campo, 7 27 giugno 1882 Antonio Gaetano □. 14 loglio 1824 Caterina

13
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1906
¬La¬ famiglia Saibante di Verona e Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 8)
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Pagina 14 di 43
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 38 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/8
ID interno: 165263
Pietro, Giovanni, Camillo e Luigi qd. Gio. Francesco, i feudi di famiglia. Egli ebbe la carica di provveditore a Rovereto negli anni 1532, 1537, 1539, 1541 e 1545, in Verona nel 1527. Marc’Antonio mori in Verona nella sua casa segnata N.°5018 a SS. Nazzaro e Celso in vicolo Storto nel 1558; fece testamento in data 19 gennaio 1558, a rogiti notaio Righetto Righettimi, col quale lasciò, oltre il resto, ai suoi figli Scipione, Gio. Paolo, Felice, Ottaviano e Cesare in fedecommesso inalienabile diversi

prole: Ottaviano che fu nomi nato nel 1592 governatore della Madonna di Campagna, Cesare, marito d’isabella Frizzarmi, della quale esiste il testamento in data 30 ottobre 1614 a rogiti Giuseppe Masserio, Felice, eletto nel 1582 governatore della Madonna di Campagna, Gio. Paolo, uomo di grandi meriti, Libera e Isabella, monache nel monastero di S. Giu seppe; quest’ultima poi lasciò il convento per andare sposa a Marc’Antonio Avanzo; Marina che diede la mano di sposa a Lelio Brenzoni, Candida

e Scipione che fu marito di Lucrezia Sanguinetti. Cesare e Scipione, figli di Marc’Antonio, formarono due nuove famiglie. Scipione nel 1572 ebbe la carica di provveditore a Rove-

15
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1906
¬La¬ famiglia Saibante di Verona e Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 8)
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Pagina 18 di 43
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 38 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/8
ID interno: 165263
Cesare, figlio di Marc’Antonio qd. Giovanni, ebbe numerosa prole: Felice, arciprete del duomo di Verona, Tomaso, cameriere del marchese di Burgau, Giovanni, Marc’Antonìo, tre figlie monache, Bortolamea, Marina ed Anna, e una quarta, Ottavia, coniugata con Girolamo Volpini. L’arciprete Felice fece testamento in data 18 giu gno 1668, a rogiti Francesco Bernardi, lasciando un legato di una torcia del valore di troni sei da darsi ad un canonico, perchè celebrasse una messa in suffragio della sua

anima ; nomina eredi suo nipote Marc’Antonio, suo fratello Cesare e tutti i suoi nipoti, figli di suo fratello Giovanni. Di Marina monaca nel monastero di 8. Spirito col nome di Flaminia esiste il testamento in data 24 gennaio 1605, a rogiti Pier Antonio Lavori, nel quale nominò eredi i suoi fratelli Marc’Antonio, Tomaso, Giovanni e Felice. A Giovanni, anziano della famiglia Saibante, rappresentato dal suo procuratore Gio. Francesco Pompeati di Trento, il principe vescovo di Trento, Sigismondo

; lo troviamo pure nominato coi fratelli Marc’Antonio, Tomaso e Felice nella lettera d’investitura del 1615, e col fratello Felice in quella del 1632. Giovanni dalla moglie Benedetta Spolverini ebbe molti figli, cioè Nicolò, Cesare, Gio. Paolo, canonico a Verona, nominato nella lettera d’investitura del 1695 e 1698, Scipione e Tomaso, pure citati in quelle due investiture. Con Scipione, figlio di Tomaso, morto senza prole, si estruse pure questo ramo della famiglia Sai bante. Giovanni nel 1631

18
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1906
¬La¬ famiglia Saibante di Verona e Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 8)
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Pagina 36 di 43
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 38 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/8
ID interno: 165263
1579 settembre 24. •— Lodovico dei Signori di Madruzzo, principe vescovo di Trento, assegna un investitura i feudi di famiglia a Camillo Saldante, rappre sentato dal suo procuratore Giuseppe Gaudenzio, per sè e per i suoi fratelli Giovano e Luigi, per Scipione, Gio, Paolo, Felice, Ottavio e Cesare fratelli q. Marc’Antonio, per Orazio, Massimiliano, Paolo, Ottone, Bartolomeo, Girolamo e Mario fratelli q. Pietro, per Giuseppe q. Alberto e Gio. Battista q. Andrea. (Codex Clesianus, XVI, nell

’ i. r. Archivio di Luogotenenza in Innsbruck). 1580. — Lodovico dei signori di Madruzzo, principe vescovo di Trento, ac corda a Camillo Saldante per sè e per i suoi fratelli Giovanni e Luigi, per Scipione, Gio. Paolo, Felice Ottavio e Cesare fratelli q. Marc’ Antonio, per Orazio, Massimi liano, Paolo, Ottone, Bartolomeo, Girolamo e Mario fratelli q. Pietro, e Gio. Battista q. Andrea, l’investitura dei feudi con la riscossione delle decime compresa la parte spettante a Giuseppe q. Alberto, morto senza credi

di Marina, monaca col norfie di Flaminia, figlia di Cesare Saldante, a rogiti Pier Antonio Lavori. (Carinelli, Reg. N. 32). 1608 marzo 19. — Testamento di Bartolomeo q. Pietro Snidante, a rogiti Pier Antonio Lavori. (Carinelli, Reg. N. 119).

19
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1913
¬La¬ famiglia Malfatti di Ala-Verona.- (Famiglie nobili trentine ; 23)
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Pagina 10 di 16
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Roma
Editore: Unione editrice
Descrizione fisica: 11 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Giornale Araldico-Storico-Genealogico ; 2,1
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/23
ID interno: 165301
morì senza prole e testò in data 12 agosto 1611 a rogiti Gio. Andrea Bonis, a favore dei suoi nipoti Sansone, Giulio, Ales sandro, Gian Antonio, e dì suo pronipote Lodovico. Cesare, terzo figlio di Giacomo Antonio, che non è ricordato dal padre nel testamento, viveva a San Qairico sposo a Mattea Giusti — carta di dote in data 23 giugno 1589, a rogiti Jacopo Verdelli — dalla quale ebbe un figlio Sansone, che è nominato nel lestamente dello zio di lui Bartolomeo. Gio. Giacomo, quarto figlio

Gio. Francesco, che in data 14 giugno 1627, prima di partire per la guerra fece testamento, a rogiti Giovanni Mal fatti notaio in Ala, a favore delle sue due sorelle Cecilia e Mad dalena. Aveva per moglie Paola, figlia di Andrea Bel Bene, vedova di Alvise qm. Tommaso de Stagnoli — carta di dote in data 26 marzo 1591. a rogiti Gio. Andrea Boni. Di Giulio non trovai nessun documento ; ebbe per moglie Ginevra Verità; lasciò morendo un figlio Lodovico, che nel 1655 sposò Eleonora di Cesare Emanuelli

. Dai due coniugi nacquero Giulio Cesare (nato 1659 j 1728) dottore e sacerdote, Agostino Sansone (nato 1660 f 1742) che era andato sposo a Laura di Maria Francesco Brenzoni — carta di dote 22 gennaio 1724, a rogiti Gian Filippo de Parenti — Gian Giacomo (nato 1661 f 1747) e un’unica figlia Elisabetta, che prese per marito Nicolò Brognolico — carta di dote 1° luglio 1689, a rogiti Giacomo Vanzonetto, Agostino coprì nel 1728 la carica di vicario del distretto di Valpantena, Gian Giacomo pure quella

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Pagina 47 di 248
Autore: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Luogo: Roma
Editore: Loescher
Descrizione fisica: 237, 14 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Segnatura: III A-2.230
ID interno: 166664
Adula. Veramente nè gli antichi scrittori, nè le epigrafi ci traman darono un nome speciale di questa parte delle Alpi, delle quali solo il monte Adula è ricordato 3 ; perciò alcuni le denominano, con Cesare, Somme, altri, come, già si disse, ne fanno un tutto colle Alpi Pennine 4 ; invece il De Vlt 5 , dotto investigatore delle vicende'storiche dì queste regioni, basato su tre antiche iscrizioni, dov’è parola d’un procuratore delle Alpi Atrezziane, cercò di sostenere, che questo è il vero nome

delle Alpi, che oggi di con si Leponzie, Lepontiche o Lepontine; ma avremo in seguito occasione di tornare su .questo importante argomento, e di esaminare quanto e quale fondamento possa avere una tale,, asserzione. Questo è certo che, per attestazione di Cesare 6 , i Leponzi abitavano le Alpi, donde il Reno trae le sue scaturigini; il che è pure confermato da Plinio 7 , die pone quei popoli sulle Alpi presso le origini del Rodano. Se però da loro erano occupate le sommità delle Alpi, convien pure

., I. pag. 35. 1 Amm. Marc., XV, 16, Cf. Forbigeu, Jlandb. der alien Gcog., III. pag. 11 li, in nota. Il Simler, 0. c., pag. 250, chiama Summas Alpes quelle che s’innalzano al 8. Gottardo, e ciò sull’autorità di Cesare, De b. Ili, 1, 1: Cum in Ilaliani profidsccrclur Caesar, Servhnn Calbum eum lepiote XII et parte cquitatvs, in Xantuatis, Ven/r/ros Sedttnosque inisit, qui ab fhiibus Allobrogum e.l lacu Le,marino et fluminc Rhodano ad summas Alpes pertinent. È però da dubitare se in queste parole Cesare

zì/r ’fza/.iav iv rote ngóaOrv jWvot; Igozgixà xai a.-i oga. Veramente qui Strabone non parla del lago come linea di confine, ben ché dal contesto debbasi intendere appunto così, poiché sopra la città di Como non poteva essere che il lago, che distingueva i popoli nel modo descritto dallo storico greco, oppure lo sprone, che si stacca dal gruppo del- 1’ Adula. 11 III, ì, 38. È bensì vero che Tolomeo confonde l’Ossola dei Leponzi coll ’ Oeelum de Oraioceli, ricordato da Cesare, De b. //., I, 10, ponendo

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