posso farlo serenamente senza confusione di questioni, e senza introdurre nel precedente lavoro, discussioni e' raffronti intempestivi. E. rispondo soltanto per quelle persone che veramente in buona fede mi mossero l’appunto * di cui si tratta: per quelle in mala fede — e sfortunatamente sono il numero maggiore,-generalmente nel gior nalismo officioso, pagato, Procolo della politica austrofila? a cui i patti della Triplice astringono il governo italiano — è inutile ogni risposta. Potrei
che non fossero esclusivamente quelle attualmente soggette alla monarchia Austro-Ungarica. E ciò premesso, all’opera. # * * • ; . , ; Le regioni, per legge geografica, per lingua.e per tradizioni italiane, che sono tuttavia disgiunte, dal nesso . -unitario dell’Italia risorta, oltre che Trento, Trieste, l’Istria e le isole del Quartiere, soggette all’Austria, sono: la . Contea di Nizza e l’isola di Corsica soggette alla Francia: l’Isola di Malta'soggetta all’Inghilterra: il Canton Ticino, facentè
parte della Confederazione Elvetica. , », - ' Della Savoia ^non parlo affatto, poiché essa c geograficamente, etnograficamente, storicamente terra.francese: W ' . * quindi di diritto appartenente alla Francia: e se, per combinazione, fu citila della'famiglia regnante attualmente in Italia, non è buona ragione, perchè essa abbia da cambiare di nazionalità, rinunciare alla proprjg. lingua, alle avite tradizioni, come fece la famiglia de’ suoi conti antichi, che francesi d’origine — conij il Guichenon
e gli altri storici ufficiosi della casa asseriscono — andò, italianizzandosi, man mano che prendeva gusto nello sfogliare il famoso carciofo d’Italia. Di più: oltre che per il trattato del 1860, imposto da Vittorio Emanuele, il Gran re, e'da Cavour, al novello Parlamento italiano, nel quale, in cambio della pjngup- Lombardia e dell’Emilia, e-giù, giù, fino alle Legazioni,- ' alle Romagne, alle Marche, si retrocedeva-alla Fwancia la. Savoia, e le si cedeva la contea’di Nizza, la'Savoia.— che durante
in queiroccasione si dichiararono italiani e vollero restare sudditi della monarchia sabauda. Ed oggi, se si rinnovasse il plebiscito del 1860, non credo, che si troverebbe un solo savoiardo, un sol ' individuo sul versante occidentale delle Alpi, che disinteressatamente votasse il ritorno al dominio degli »antichi signori. I monarchici nostri — accaniti nell’odierna contesa contro la Francia repubblicana, perchè faro irradiante, l’idea repubblicana sull’Europa dinastica — i quali fanno maggior vanto della