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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1906
¬La¬ famiglia Saibante di Verona e Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 8)
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Pagina 26 di 43
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 38 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/8
ID interno: 165263
canti, nel 1667, 1669, 1677, e 1679 di governatore della Madonna di Campagna, nel 1668 di vicario della casa dei mercanti, di con sigliere di San Giacomo e San Lazzaro alla Tomba, e di provve ditore dell’Adige, nel 1672 di cavaliere del comune, di elettore della Santa Casa di Pietà e di prefetto per il gravame dell’estimo, nel 1673 di deputato sopra i residuar! e nel 1676 di prefetto delle pubbliche scuole. Bailardino, morto nel 1703, è nominato coi fra telli Giovanni, Alberto, e Dionisio nella

lettera d’investitura del 1695 e 1698. A Giovanni, unico superstite, rappresentato da Gio. Battista de Chiusole, dal principe vescovo di Trento, Gio. Benedetto Genti lotti, con lettera 18 dicembre 1726, fu accordata l’investitura dei feudi di famiglia per sè e Gio. Battista, Francesco, Bailardino e Zenovello fratelli qd. Marc’Antonio. Giovanni morì nel 1730 la sciando dietro di sè i figli, Giulio, Carlo e Lorenzo, i quali sono ricordati nella lettera d’investitura del 1731. Lorenzo si avviò alla

carriera sacerdotale che percorse fino al grado di canonico. Dopo la sua morte e quella del fratello Carlo, Giulio ebbe dai principi vescovi di Trento tre investiture dei feudi di famiglia. In data 17 maggio 1759, Francesco Felice dei conti Alberti, principe vescovo di Trento, concedeva l’investitura a Giulio, rappresentato da Carlo Antonio Pilati, per sè, Gio. Battista e Ze novello fratelli del qd. Marc’Antonio, ai 28 marzo 1764, Cristoforo Sizzo de Noris, principe vescovo di Trento, investiva gli

stessi dei feudi di famiglia, e dopo la morte di Gio. Battista e Zenovello, avvenuta nel 1770, Giulio, unico superstite delle famiglie Barbante di Verona, rappresentato dal suo procuratore Filippo Manci, se gretario aulico di Trento, in data 19 agosto 1771, fu investito dei feudi posseduti dai suoi antecessori. Augusto III re di Polonia con diploma, datato da Varsavia i 20 aprile 1758, conferiva ai fratelli Giulio, Carlo e Lorenzo e loro legittimi discendenti, il titolo di marchese col predicato

1
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Pagina 25 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/2
ID interno: 109550
figlio di Bonifacio, la regolaneria mag giore della pieve di San Sisinio per sè, suoi figli e loro discendenti legittimi. 1738 marzo 29. — Domenico Antonio conte de Thun, principe vescovo di Trento, conferma a Giovanni Bonifacio de Betta figlio del fu Antonio come an ziano della famiglia il diritto di esercitare la regolaneria maggiore della pieve di San Sisinio. 1758 dicembre 6. — Francesco Felice dei conti Alberti di Enno, principe e vescovo di Trento, conferma a Giovanni Bonifacio de Betta qual

seniore della famiglia la regolaneria maggiore della pieve di San Sisinio per lui e per il nipote Giuseppe Francesco, figlio postumo di Francesco Antonio fratello di lui. 1759 maggio 23. — Francesco Betta viene laureato nel collegio di Santa Agnese di Mantova e nominato dottore di diritto canonico e civile. 1764 ottobre 6. — Cristoforo Sizze, principe vescovo di Trento, conferma a Giuseppe Francesco de Betta il diritto di esercitare la regolaneria maggiore della pieve di San Sisiìiio in nome anche del

fratello Giovanni Bonifacio. 1772 settembre 29. -- Cristoforo Sizzo, principe vescovo di Trento, con ferisce a Francesco de Betta seniore e procuratore di Giuseppe de Betta la regola neria maggiore della pieve di San Sisinio. 1776 settembre 11. — Genealogia fedele della nobile famiglia de Betta di Castel Malgolo proveniente da Milano, Arco e Revò, coll’elenco dei documenti relativi esistenti nell’ archivio del Castello, vidimata dai notai Domenico Widmann di Coredo e Michele Alvise Mendini di Sanzeno

1697 settembre 28. — Giovanni Michele conte di Spaur, principe vescovo di Trento, mentre conferma a Antonio Betta il diploma del suo antecessore principe vescovo, Carlo Emanuele Madruzzo, e quelli di re Ferdinando e Carlo V imperatore, gli conferisce dei privilegi estendendoli, compresa la nobiltà del principato, a Gio. Battista e Bartolomeo de Betta di Revò e loro di scendenti legittimi. 1698 gennaio 22. — Giovanni Michele conte de Spaur, principe vescovo di Trento, conferma a Antonio de Betta

e riveduta dall'Assessore delle Valli di Non e di Sole Lodovico Giovanni de Lutti. 1777 ottobre 25. — Pietro Vigilio dei Conti Thun e Hohenstein, conferma a Francesco de Betta e fratelli la regolaneria maggiore della pieve di San Sisinio. 1787 giugno 5. — In causa pretensa Civitatis a nob. D£2 Iosepho de Betta coram II1.™> magistratu consiliari Tridenti. Archivio Civico 3778. — Copia di Pietro de Negri Notaio del Magistrato Consolare. 1788 giugno 4. — Ingressus nobilis ed Excelentissimi Dm Iosephi filii

2
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1904
¬La¬ famiglia Del Bene di Verona e Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 5)
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Pagina 23 di 27
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 23 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 10, 1904, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/5
ID interno: 109554
di F. Saibante presso la famiglia Chiusole di Rovereto). 1537 ottobre 8. — Elenco contenente i membri delle rimavate invistiture di feudi ecclesiastici nella città di Rovereto. Ettore Del Bene ecc. ecc. (Repertorium Archivii Episcopalis Tridentini nella Biblioteca civica di Trento). 1537 ottobre 23. — Bernardo desio, principe vescovo di Trento, assegna con investitura a Gasparo Del Bene metà di un quinto della decima ritratta dall’uva della regola di Rovereto, meno un quarto, die apparteneva alla chiesa

. (Codex Clesianus, XIII, pag, 128). 1537 ottobre 25. — Bernardo desio, principe vescovo di Trento, assegna con ivestitura a Gio. Battista Del Bene, tutore e procuratore di Ettore, Matteo ed Antonio fratelli e figli del fu Antonio Del Bene, una delle quaranta parti della decima sui grani grossi e minuti della regola di Rovereto, meno un quarto, che apparteneva alla chiesa. (Codex Clesianus XIII, pag. 117). 1537 ottobre 25. — Bernardo desio, principe vescovo di Trento, assegna con investitura a Gio

condannato a pagare dieci staia di frumento al Priorato di Campiglio, quale erede di Francesco Bonadonna. (Repertorium Archivi! Episcopalis Tridentini nella Biblioteca comunale di. Trento). 1621 febbraio 4. — Testamento di Beno qdm. Bonomo Del Bene a rogiti Andrea Cobelli. ' ’ (Biblioteca civica di Rovereto). 1626 aprile 28. — Gio. Battista Del Bene col consenso della sua famiglia nomina à suo procuratore Giuseppe Frizzi a prestare giuramento di fedeltà e ricevere ’investitura di feudi ecclesiastici che

1530 marzo 9. Ind. V. — Seconda convenzione tra i membri della fami glia del fu Matteo Del Bene in affari ereditari, fatto nello studio di Gerolamo Brandirli in Verona. (Biblioteca civica di Rovereto). 1533 aprile 2. — Testamento di Bartolomeo Del Bene qdm. Benone a rogiti Giuseppe Zanmarco. ((Biblioteca civica di Rovereto). 1534 giugno 16. — Convenzione tra le famiglie Trapp e le famiglie Del Bene e Saldante riguardante le decime di Bulgaria, a rogiti Francesco Petra di Cremona. {Manoscritto

. Battista Del Bene metà di un quinto della decima dell’uva nella regola’di Rovereto, meno un quarto, che apparteneva alla chiesa. (Codex Clesianus XIII, pag. 120). 1560 aprile 29. — Giti. Battista Del Bene costituisce un fidecommesso di primogenitura dei beni di Soave e Vollargne, a favore di Gio. Marco figlio di Gio. Jacopo. (Biblioteca comunale di Verona). 1590 circa. — Divisione di Beni tra Gio, Giacomo, figlio di Eliseo, i suoi zii Nicolò e Bonomo Del Bene. (Biblioteca civica di Rovereto), 1590

3
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Pagina 22 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/2
ID interno: 109550
Documenti consultati esistenti nell’ archivio della famiglia de Betta in Verona. 1344 aprile 25. Borgo di Bolzano, — Lodovico di Brandenburgo conte del Tiralo per sè e Margherita Maultasch rilascia al soldato Antonio figlio del va loroso soldato Guglielmo de li Betta di Valle Lagarina il privilegio, col quale la famiglia veniva aggregata alla macinata del conte del Tiralo per se e suoi leg- gittimi successori. 1425 febbraio 16. — Alessandro, duca di Mazovia, principe vescovo di Trento conferma

i privilegi e le esenzioni dai dazi e imposte dei possedimenti comperati dai fratelli Antonio e Geraldo de Concini, figli di Ehdrico, dal notaio Nicolò fu Paolo di Fondo. 1514 giugno 21. — Giorgio Vescovo di Trento, concede ad Antonio’Con cini, seniore della famiglia, per sè e pel fratello Giacomo, due quarte parti della decima grande di Sanzeno. 1525 luglio 21, — Ferdinando, Arciduca d’Austria, conte e governatore del Tiralo, prende sotto la sua protezione Bonifacio Betta e discendenti in ricom pensa dei

servizi prestati da Bonifacio durante il suo assessorato in Valle di Non e di Sole al tempo della sommossa rustica. 1533 marzo 9. — Testamento di Giacomo Concini di Casez, col quale no mina sua erede universale l’unica figlia Bona, moglie di Gregorio de Cendrata di Verona, rimaritata poi a Pantaleone Betta. 1534 settembre 11. — Bernardo desio, principe vescovo di Trento con ferma a Giacomo de Concini i privilegi concessi dal principe vescovo Alessan dro nel 1425. 1545 giugno 11. — Carlo V, imperatore

regio della reai Casa con aryiuo stipendio. 1547 marzo 7 e 1547 maggio 13. — Istanze autografe di Bonifacio Betta, Assessore delle Valli di Non e di Sole, al Cardinale P. Vescovo di Trento per essere esonerato, come cittadino di Trento, dal pagamento delle steure dei suoi beni in Mezolombardo impostogli da quel sindaco. 1554 luglio 26. — Testamento fatto a Malgolo da Gorio (o Gregorius) Cendrata marito di Bona de Concini, col quale lascia i beni posseduti nel terri torio veronese al fratello

Francesco, tutto il resto alla moglie Bona. Ordina di essere sepolto nella chiesa di Malgolo. 1555 luglio 25. — Rogito del Notaio Giovanni Busetti di Rallo, col quale Bona q.™ Giacomo Concini ved. di Gregorio Cendrata di Verona, nomina suo pro curatore generale il nob. Filippo Saraceni cittadino di Trento per tutte le cause pendenti e future.

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1904
¬La¬ famiglia Del Bene di Verona e Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 5)
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Pagina 24 di 27
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 23 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 10, 1904, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/5
ID interno: 109554
de Florentia Del Bene de Roboreto. (Manoscritto nella Biblioteca comunale di Verona). 1663 ottobre 1. — La famiglia Del Bene nominò a suo procuratore Cri stoforo Del Bene per l’investitura di feudi ecclesiastici. (Repertorium Archivii Episcopalis Tridentini nella Biblioteca civica di Trento). 1664 gennaio 7. — Gasparo Frizzi a nome anche dei membri della sua famiglia elesse Cristoforo Del Ben a suo procuratore per l'investitura di fendi ecclesiastici che possedevano in comune. (Repertorium Archivii

Episcopalis Tridentini nella Biblioteca civica di Trento). 1664 gennaio 21. — Sigismondo Francesco, arciduca d’Austria e principe vescovo di Trento, investe il dottor Cristoforo Del Bene rappresentante anche la famiglia Frizzi di feudi ecclesiastici descritti nel documento. (Repertorium Archivii Episcopalis Tridentini nella Biblioteca civica di Trento). 1666 aprile 14. — Elenco della dote di Briglia de Frizzi, moglie di Beno Del Bene. (Biblioteca civica di Rovereto). 1695 agosto 25. — Citazione avanti Don

Federico Marinelli, arciprete di Male, di Matteo Sbardelati e Marco Antonio Del Bene ad se esculpandum de suspecto e fundato consortio cum Mulieribus, de quo sunt accusati. (Repertorium Archivii Episcopalis Tridentini nella Biblioteca comunale di Trento), Carinelli Carlo: La verità nel suo centro riconosciuta nelle famiglie no bili e cittadine di Verona. Voi. I. cari. 21. Albero genealogico della famiglia Del Ben. (Manoscritto nella Biblioteca comunale di Verona). 1770. — Stemmum gentis Beniae in ipsum

1632-1731. — Incartamento della causa Del Bene contro Serego, Calossini, Nobili e Frizzi. (Biblioteca civica Rovereto). 1656. — Torresani Antonio: Elogiorum historicorum nobilium Veronae propaginum, ab Ant. Turresano Veronense conscriptorum, sectio prima qua exstinctae tantum exponuntur 1656. (Manoscritto nella Biblioteca comunale di Verona). Torresani Antonio. — Geneologicae probatae nobilium Veronae propa ginum Antonii Turresani opera elaboratae et depositae, sec. xvil. — Del Bene

5
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1904
¬La¬ famiglia Betta dal Toldo.- (Famiglie nobili trentine ; 3)
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Pagina 52 di 58
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 54 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 10, 1904, fasc. 1
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/3
ID interno: 109552
d'investitura. (Libri feudali trentini presso T i, r. Arch. di Luogot. in Innsbruck). 1604 aprile 12. — Antonio Betta dal Toldo come seniore della famiglia domanda a nome di suo fratello Paolo, e di Andrea ed Alvise suoi cugini, al principe vescovo di Trento Carlo Madruzzo, T investitura dei feudi posseduti dai loro antecessori. (I. R. Archivio della Luogotenenza in Innsbruck). 1609 dicembre 22. — Carlo Madruzzo, principe vescovo di Trento, investe Paolo Betta dal Toldo dei feudi posseduti dai suoi

1582 marzo 17. — Lodovico Madruzzo, principe vescovo di Trento, con cedeva a Francesco Betta la riscossione di una parte dei grani delle campagne di Rovereto. (Da un documento del processo Betta-Betta). 1585 ottobre 21. — Lodovico Madruzzo, principe vescovo di Trento, con fermava a Francesco Betta tutti i feudi per sè e per suoi nipoti Antonio, Paolo e Alvise di Giuseppe, Andrea e Alvise di Giorgio. (Libri feudali trentini presso l’i. r. Arch. di Luogot. in Innsbruck). 1586 dicembre

14. — Testamento di Francesco Betta fatto a Riva di Trento- (Archivio Congr. di Carità, Rovereto). 1600 marzo 6. —■ Lodovico Madruzzo, principe vescovo di Trento, investe Andrea Betta dal Toldo dei feudi posseduti dai suoi antecessori, ed elencati nella lettera d’investitura, (Libri feudali trentini presso Ti. r. Arch. di Luogot. in Innsbruck). 1603 aprile 26. — Carlo Madruzzo, principe vescovo di Trento, investe Antonio Betta dal Toldo dei feudi posseduti dai suoi predecessori e specificati nella lettera

antecessori e specificati nella lettera d'investitura. (Libri feudali trentini presso Ti. r. Arch. di Luogot. in Innsbruck). 1613-1796. — Incartamento riguardante il processo Betta contro Del Bene per l’eredità di Eleonora Del Bene nata Betta dal Toldo. (Archivio della Congr. di Carità in Rovereto). 1619.— Elenco dei legati lasciati nel suo testamento del 1619, dalla signora Paola nata baronessa Spaut, a rogiti Bartolameo Marini notaio. (Archivio Congr. di Carità in Rovereto). 1627. — Dispensa ginnasiale

rilasciata dal ginnasio di Trento al giovane Giorgio de Betta, dopo aver per quattro anni frequentato il ginnasio, e ottenuto sempre il primo posto. (Archivio Congr. di Carità in Rovereto). 1632 aprile 19. — Carlo Emanuele Madruzzo, principe vescovo di Trento, investe Giorgio Betta dal Toldo dei feudi posseduti dai suoi antecessori e speci ficati nella lettera d’investitura. (Libri feudali trentini presso Ti. r. Arch. di Luogot. in Innsbruck). 1634 marzo 29. — Carlo Emanuele Madruzzo, principe vescovo

6
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1906
¬La¬ famiglia Busio-Castelletti di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 9)
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Pagina 41 di 47
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 43 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 12, 1906, fasc. 2
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/9
ID interno: 165264
1537 ottobre 24. — Teodoro Rusio seniore della famiglia presta giuramento di fedeltà nelle ninni del principe vescovo di Trento, Bernardo desio, per essere investito dei feudi di famiglia. (Codex 'desiano, XIII, fot. 116, all’ i. r. Archivio di Luogotenenza in Innsbruck). 1540 ottobre 7. — Cristoforo Mndruzzo, principe vescovo di Trento, assegna con investitura a Teodoro de Rusio per sè e per i suoi fratelli, Ippolito Gio Pel legrino e Gio Francesco il feudo di Nomi. (Libri feudali, XIV, fol

. 15, nell'i. r. Archivio di Luogotenenza, Innsbruck). 1546 dicembre 11. — Cristoforo Madruzzo, principe vescovo di Trento, assegna con investitura a Teodoro de Rusio la decima di Campegnaga o il piano de Cam- pegnaga situata sopra divezzano. (Libri feudali, XIV, pag. 249, nell’ i. r. Archivio di Luogotenenza, Innsbruck). 1548 giugno 25. — Cristoforo Madruzzo, principe vescovo di Trento, con cede a Teodoro Castelletti, per la sua villa in Cognola, l’esenzione della giuri sdizione civile e l’asilo

d’immunità. (1. R. Archivio di Luogotenenza in Innsbruck). 1549 agosto 30. — Cristoforo Madruzzo, principe vescovo di Trento, asse gna con investitura a Teodoro Castelletti, una cava di marmo sul monte di Pe- denzano nel luogo detto Corona o Camperò in valle di Flemme. (Libri feudali, XIV, fol. 262, nell’ ì. r. Archivio di Luogotenenza, Innsbruck). 1549 settembre 5. — Cristoforo Madruzzo, principe vescovo di Trento in veste Teodoro de Rusio della miniera di ferro sul monte Fronte nelle pertinenze di Levi

co. (Libri feudali, XIV, folio 262, nell’ i. r. Archivio di Luogotenenza in Innsbruck.) 1556 marzo ?. — Cristoforo Madruzzo, principe vescovo di Trento, assegna con investitura a Teodoro de Rusio una miniera di ferro situala sul monte Fronte nelle pertinenze di Levico. (Libri feudali, XV, pag. 57, nell’ i. r. Archivio di Luogotenenza in Innsbruck). 1559 marzo 12. — Cristoforo Madruzzo principe vescovo di Trento, concede per 50 anni a Teodoro de Rusio, signore di Nomi e a Alessandro de Fraceschini

de Castellcttis, proditorio modo. Omnes ad bannum capilaliler damnantur. (Reperlorium Archivi Episcopali Tridentini nella Ribi. Coni, di Trento). 1577 marzo 21. — Lettera scritta dall’arciduca Ferdinando al doge di Ve nezia Alvise Mocenigo per far levare la condanna a Dario Castelletti, reo d’omi cidio nella persona del vicentino Paolo de 'l’essadii. (I, R. Archivio di Luogotenenza in Innsbruck). 1579 novembre 2. - Lodovico Madruzzo, principe vescovo di Trento, as segna con investitura a Dario de Castelletti

7
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1908
¬La¬ famiglia Fedrigazzi di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 16)
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Pagina 7 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 23 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 14, 1908, fasc. 3/4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/16
ID interno: 165295
, ( :i ) l’arciduca Ferdinando Carlo vendette il castello e la giurisdizione della Pietra, tenuti in pegno da Bortolameo. conte Wolkenstein, benemerito capitano di quel castello, a Michele Fedrigazzi per l’importo di ventiduemila fiorini, (f) Ma a quanto sembra il Fedri gazzi deve averne tenuto possesso per poco tempo, perchè lo stesso arciduca in data 9 dicembre 1653 ( 5 ) cedette il castello ad Antonio Girardi di Castello, suo consigliere e capitano di Trento, per lo stesso importo. Il Girardi poi lo rivendette

a Michele Fedrigazzi in data Innsbruck 14 aprile- 1657( u ) per l’importo di ventitremila e seicento fiorini e ne rilasciò la quietanza in data 4 maggio dello stesso anno; O e un documento scritto su cartapecora, che inco mincia: Wir Anton Girardi von Casiell Freiherr ziwi Staiti am Gallian, Herr za Gleben and Randlstein, ecc. Siccome la contea di Nomi era feudo della chiesa di Trento, l’arciduca Ferdinando Carlo non aveva nessun diritto di venderla, e di questo parere fu il capitolo della cattedrale

di Trento, il quale nella seduta dei 14 giugno 1650, presenti il decano Giu> seppe Gelfo, Ernesto baron Trapp, Gerolamo conte Wolchenstein, Bernardino Malanotte e Francesco de Alberti, protestava contro il vescovo Carlo Emanuele Madruzzo, per l’intenzione che aveva di infeudare Michele Fedrigazzi della contea di Nomi, senza aver prima ottenuto il consenso del capitolo della cattedrale. ( s ) Il principe vescovo Madruzzo accolse la protesta del capitolo e nell’anno seguente 1651 investiva Ottavio

cario Filippo Chiusole e confermava a delegato Paolo Liberi e a cancelliere Massimiliano Chiusole, ( x ) Prima ancor della sua venuta Michele Fedrigazzi con atto 20 giugno 1650, a rogiti Antonio Benvenuti ( 2 ), investiva Antonio Sartori, Francesco Fasanelli e Nicolò Petri della decima dei grani grossi e minuti e delle uve della campagna di Pomarolo verso la consegna al palazzo di Nomi di centocinque stala di grani e brente sessanta di uva, Con atto datato' da Innsbruck il giorno 2 luglio 1652

8
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Pagina 18 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/2
ID interno: 109550
Paolina Benedetti di Mori, dalla quale ebbe due figlie, cosicché anche questa linea si estinse nel 1848 colla morte di Teresa spo sata in Verona al Conte Gio. Battista Orti, la quale nominò erede universale della sua cospicua sostanza il cugino Edoardo di Maurizio, Giuseppe Francesco figlio postumo di Francesco Antonio, presa la laurea di filosofia, si ritirò poi a castel Malgolo. Dal prin cipe vescovo di Trento Cristoforo Sizzo con diploma 6 ottobre 1764 fu nominato regolano maggiore della

PQSTERIS MONUMENTUM PGSU1T Nel 1797 combattendo gloriosamente contro i Francesi in ri compensa dei suoi meriti militari fu nominato da Francesco li im peratore con diploma 8 agosto 1798 capitano indi maggiore dei Bersaglieri di Trento, e decorato della medaglia grande d’oro, au torizzandolo a formare dei battaglioni ed a nominare in caso di guerra gli ufficiali. Già prima e precisamente nel 1788 era stato nominato avvocato della corte di giustizia in Trento. Essendogli

pieve di San Sisinio. Nel l’anno 1810 fu eletto sindaco municipale della comunità di Casez. Morì in castel Malgolo nel 1813. Fu il primo.della famiglia, che in virtù della legge impe riale del 1783, pubblicata a Rovereto nel febbraio del 1784, che impediva il seppellimento nelle chiese, fu sepolto nel cimitero pubblico, anziché nella cappella del castello. Ebbe da Maddalena de Gentili da Sanzeno dodici figli. . Dei dodici figli di Giuseppe Francesco, Giuseppe ancor stu dente pugnò contro i Prussiani

in Boemia, si laureò in legge e riprese poi di nuovo le armi. Nel 1796 alla prima Invasione francese, accettò l’incarico di comandante della milizia, ed in tale qualità respinse Tarmata gal lica dai confini del Trentino, perori gli venne eretta a [Bocca di Navene, una lapide tutt’ora esistente, coll’epigrafe seguente: CUM TRIDENTINI LIBERI MILITES D1U H1C CONSTITISSENT SUBTER OPTIMO ET PATRE ET DUCE NOB. IOSEPHO DE BETTA OALLIA GLORIOSISSIMO XXIX JULII FUGATA VICTORIBUS IN PATRIAM REDEUNTIBUS HOC

9
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1904
¬La¬ famiglia Del Bene di Verona e Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 5)
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Pagina 11 di 27
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 23 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 10, 1904, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/5
ID interno: 109554
ai Castelbarco. Con lettera d’investitura, Trento 25 ottobre 1537, il vescovo desio concedeva a Gio. Battista Del Bene. ed eredi metà di un quinto della decima delle uve nella regola di Rovereto, meno un quarto che spettava alla chiesa, e colla medesima data investiva Gio. Batta

miliario I imperatore e dei suoi alleati, Rovereto si diede sponta neamente alla Casa d’Austria facendone la consegna a Trento nelle mani del generale comandante Liechtenstein e al Vescovo di Trento Neideck, I delegati che n’ebbero il mandato dalla nostra città fu rono Domenico dalla Porta notaio, Gio. Francesco Del Bene fra tello di Bonomo, Girolamo Pilato e Bernardino Frizzi. L’impe ratore Massimiliano con diploma di Braisach in data 3 novem bre 1510 e 24 luglio 1511 confermava ai cittadini

di Rovereto e agli abitanti della pretura roveretana i diritti goduti durante il dominio veneto. Bonomo ebbe due figli Bortolomeo e Beno, ai quali l’im peratore Carlo V, con diploma 27 aprile 1522, conferiva il titolo di nobiltà per sè e suoi eredi con privilegi ed esenzione di tasse: concedeva loro paranco lo stemma colla stella d’oro, e con loro fu chiamato al godimento anche il nipote Gio. Battista, figlio di Matteo. Di Bartolomeo conservasi pure il testamento 2 aprile 1533 a rogiti Giuseppe Zammarco

, nel quale lasciava usufruttuaria dei suoi possedimenti al Pozo di Rovereto sua moglie Marietta Sai- bante, ricordandosi pure della figlia Giulia, sposa a Alvise Betta, capo stipite della famiglia Dal Tolde. Bartolomeo aveva appal tato il dazio di Rovereto per la somma di 300 fiorini, che poi passò nelle mani dì Bernardino padre di Cristoforo Frizzi, indi a Nicolò de Lindegg, che lo tenne fino alla sua morte avvenuta nel 1578. Beno, l'altro figlio si laureò nel 1490 in ambo le lettere e morì

a Rovereto nel 1530. A rogiti Trento 16 giugno 1534 di Francesco Petra, citta dino di Cremona, trovo che vennero appianate le differenze tra i conti Trapp, rappresentati da Gio. Battista Pelloro qd. Fabiano e Giovanni Werstenstetter abitanti in Galliano, e le famiglie Del Bene e Saibante riguardante le decime di Folgarià. Dopo la cacciata dei Veneziani dal territorio rovere tano, Ber nardo desio, principe vescovo di Trento aveva ricuperato per la sua chiesa tutti f feudi che prima appartenevano

10
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1904
¬La¬ famiglia Betta dal Toldo.- (Famiglie nobili trentine ; 3)
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Pagina 51 di 58
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 54 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 10, 1904, fasc. 1
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/3
ID interno: 109552
legittimi eredi. (Archivio dell'i. r. Consulta Araldica in Vienna). 1567 aprile 10. — Cristoforo Madruzzo principe vescovo di Trento, investe Francesco Betta della quarta parte della Daera di Terragnolo. (Libri feudali trentini presso Ti. r. Arch. di Luogot. in Innsbruck). 1570 aprile 9. — Testamento di Giorgio figlio di Alvise Betta, a rogiti Giu seppe Rosmini. (Archivio Congr. di Carità in Rovereto). 1579 settembre 24. — Lodovico Madruzzo, principe vescovo di Trento, concesse a Francesco per sè e suoi

nipoti Antonio, Ottavio, Paolo e Alvise figli di Giuseppe, il privilegio e i diritti della quinta parte dei grani e uve di Marco. (Libri feudali trentini presso Ti. r. Ardi, di Luogot. in Innsbruck). 1580 febbraio 3. — Lodovico Madruzzo, principe vescovo di Trento, in- veste Francesco Betta di Rovereto delle decime di campagna nei dintorni di Ro vereto descritti nella lettera d’investitura. (Libri feudali trentini presso Ti. r. Ardi, di Luogot. in Innsbruck).

DOCUMENTI. 1537 aprile 28. — Bernardo dei Signori di Cles, principe vescovo di Trento, investe Alvise Betta di Rovereto dei feudi e delle decime dei dintorni di Rove reto, Lizzana e Lizzanella, che prima appartenevano ai Castelbarco. (Libri feudali trentini presso T i. r. Ardi, di Luogot. in Innsbruck). 1541. — Cristoforo Madruzzo, cardinale e principe vescovo di Trento, con fermava ad Alvise Betta, i feudi concessi dal suo predecessore Bernardo desio. (Da un documento del processo Betta-Betta

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1904
¬La¬ famiglia Del Bene di Verona e Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 5)
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Pagina 5 di 27
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 23 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 10, 1904, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/5
ID interno: 109554
FAMIGLIE NOBILI TRENTINE v. LA FAMIGLIA DEL BENE DI VERONA E ROVERETO PREFAZIONE Nel consultare i numerosi documenti, che mi servirono a compilare la genealogia dei vari rami della nobile famiglia Betta, ebbi occasione di osservare che molti degli stessi avevano intima relazione colla nobile famiglia Del Bene, ond’è che mi venne la prima spinta al presente lavoro. Estesi quindi le mie ricerche agli archivi comunali di Verona, di Trento, di Rovereto, della Luo gotenenza di Innsbruck, della

biblioteca di Rovereto, ricorrendo pure alla famiglia Del Bene in Volargne veronese, che sta già estinguendosi nell’ultimo rampollo, e raccolsi un materiale più che sufficiente per uno studio, genealogico dei nobili Del Bene. Se sarò riuscito nell’intento, lo devo specialmente alle molte e gentili persone che/ per essermi state larghe di consiglio e d aiuto, qui ricordo con la dovuta riconoscenza: la Direzione della biblioteca civica di Rovereto, il signor Gustavo Chiesa dell’ar chivio municipale

di Rovereto, il professor Lodovico Oberziner dell’archivio comunale di Trento, il professor Cav. Giuseppe Bia- dego dell’archivio comunale di Verona, il nobile signor Gio. Bat tista del Bene di Volargne, il rev. P. Marco Morizzo di Trento, il Conte Cesare de Pesti dbVerona, il-Doti. Carlo Äusserer di Vienna; ma un ringraziamento speciale è dovuto all’ottimo signor Ottone de Betta, che nulla tralasciò affinchè la genealogia riuscisse più che mai esauriente nella sua compilazione. Rovereto nell’ottobre 1904

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1908
¬La¬ famiglia Fedrigazzi di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 16)
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Pagina 8 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 23 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 14, 1908, fasc. 3/4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/16
ID interno: 165295
signore del castello di Vigolo, e discendente da una,Castelletti di Nomi per sè e suoi successori della giurisdizione di Nomi, e anche il vescovo Sigismondo Alfonso dei conti Thun con lettera 23 gen naio 1671 rinnovava quella investitura al figlio di Ottavio, Ber nardino Tabarelli. (*) , ,Sorse perciò un contrasto fra il vescovo dì Trento, e l’arci duca Ferdinando , Carlo, il quale con lettera 26 aprile 1655 pre gava il vescovo di voler infeudare Michele Fedrigazzi della contea di Nomi

in Valsugana, conservandogli però il titolo di signore di Nomi, cosicché da quest’anno in poi il Fedrigazzi si chiamava signore di Nomi e di Telvana. ( a ) Dopo la partenza del Fedrigazzi da Nomi, per ordine del capitano di Trento, baron Carlo Colonna Vòls, signore di Sie- chenberg, colonnello e delegato arciducale e dietro richiesta dì Marc’Àntonio Bertelli, signore di castel Volsana, che di nuovo era stato nominato capitano ed amministratore della contea di Nomi, si fece l'inventario dei beni mobili

e delle scritture esistenti nel palazzo nuovo e vecchio, in data 11 aprile 1654, a rogiti Matteo Segala, presenti Francesco Cavalcabò, burgravio della città di Trento e Gio Battista Comenduno di Chiusole, sergente delle milizie. ( 4 ) Michele Fedrigazzi nominava i seguenti personaggi a diri gere la giurisdizione di Telvana: 1653. Gio Battista Endrici de Cilà, consigliere arciducale, capitano, Baldassaro Ippoliti, vice capitano e commissario fiscale, Dottor Giulio Francesco Ceschi, provicario

e a questo scopo mandava al vescovo il consigliere di reggenza Giovanni Cattaneo. Con una seconda lettera in data 30 giugno 1655 l’arciduca confermava al vescovo la lettera 16 maggio e lo pregava di voler quanto piima rimuovere le difficoltà del- l’infeudazione. ( 2 ) Per compensare Michele Fedrigazzi della perdita della contea di, Nomi, fino a tanto che non fosse stata appianatala questione, l’arciduca Ferdinando Carlo con lettera 28 novembre 1653 ló in vestiva della giurisdizione di Telvana

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1906
¬La¬ famiglia Busio-Castelletti di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 9)
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Pagina 23 di 47
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 43 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 12, 1906, fasc. 2
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/9
ID interno: 165264
Teodoro fatto maggiorenne, quale seniore della famiglia, ai 24 ottobre 1537 prestava nelle mani del principe vescovo di Trento, Bernardo Clesio, giuramento di fedeltà, per essere investito dei feudi di famiglia. Dopo la morte del Clesio il successore Cristoforo Madruzzo confermava a Teodoro de Busio per sè e i suoi fratelli Ippolito, Gio Pellegrino e Gio Francesco il feudo di Nomi con documento 7 ottobre 1540. Gio Francesco un valoroso soldato, morì a vent’anni pu gnando nelle Fiandre. Ippolito

lettera d’investitura del 1 ottobre 1559, assegnò la miniera anche ad altre persone, che sono citate nel documento. À Cognola Teodoro aveva comperato una villa perchè ser visse alla sua famiglia di soggiorno estivo. Nel 1545 vi ospitò il cardinale de Monte, che era venuto a Trento, per prender parte alle sedute del Concilio. In data 25 giugno 1548, Cristoforo Ma druzzo concedeva alla dimora di Teodoro l’esenzione della giuris dizione civile, e asilo d’immunità a’ rei di omicidio non preme ditato

. Da questo documento si rileva che Teodoro occupava la carica di capitano della valle di Flemme. Quando nel 1551 fu riconvocato il Concilio nella cattedrale di Trento, Teodoro Castelletti era presente alle sessioni di quel- l’illustre assemblea.

fu famigliare del vescovo di Trento, Cristoforo Madruzzo. Egli intervenne all’apertura del concilio di Trento. Sposatosi con Angela contessa Capra di Vicenza, morì senza lasciar discendenti. Teodoro si unì in primi voti a Maria de Sparir (Sporo), in secondi ad Elisabetta a Prato dei signori di Segonzano. Anch’egli come il fratello non lasciò eredi. Da Cristoforo Madruzzo, prin cipe vescovo di Trento, Teodoro ebbe diverse investiture. Con atto 11 dicembre 1546 gii fu assegnato la decima di Campegnaga o piano

14
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Pagina 24 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/2
ID interno: 109550
3. — Domenico Bonmartino di Trento rappresenta Mas seria Crivelli vedova di Pantaleone come tutrice di Giovanni Bonifacio per re golare alcune differenze coi sindaci di Malgolo e Salter. 1599 ottobre 13. — Istrumento col quale Pantaleone Betta, coH’isborso di 52 ragnesi, compera il diritto della corte franca delle frazioni di Salter e Malgolo. 1609 gennaio 24. — Rogito del Notaio di Riva Girolamo Saco, relativa alla conferma ed al complemento e rispettivo pagamento di 1000 ducati per titolo di dote

spettante a Margherita di Nicolò Alessandrini, moglie di Girolamo Betta. 1618 maggio 7. — I sindaci delle comunità di Salter, Malgolo e Romeno risolvono di vendere a Masseria Crivelli madre di Bonifacio Betta un appezza mento di terre alla località detta alla Valle, 1632 ottobre 23. — Carlo Emanuele, principe vescovo di Trento, crea Bo nifacio de Betta figlio di Pantaleone regolano maggiore della pieve di San Si- sinio per sè e i suoi eredi maschi. 1633 giugno 20. ■— Carlo Emanuele, principe vescovo

di Trento, conferma a Bonifacio Betta di Castel Malgolo il privilegio di immunità ed essenzione da imposte del castello ed adiacenze riportando il testo della transazione del 12 di cembre 1569 tra Pantaleone padre di lui e le comunità di Salter e di Malgolo. 1634 giugno 2. — Carlo Emanuele Madruzzo, principe vescovo di Trento, acconsente a Bonifacio Betta di Castel Malgolo che la fiera dei Santi Martiri anauniensi di Sanzeno da un solo giorno, sia portata a tre giorni di durata. 1637 marzo 9. — Carlo

Emanuele Madruzzo, principe vescovo di Trento, conferma a Bonifacio de Betta di Pantaleone di Castel Malgolo, i diplomi dell'ar ciduca Ferdinando del 21 luglio 1525 e dall’imperatore Carlo V dell’11 giugno 1545 e nomina Bonifacio e tutti i suoi legittimi discendenti nobili del principato vescovile di Trento. 1644 marzo 5. — Carlo Emanuele Madruzzo, principe vescovo di Trento, nomina Bonifacio de Betta Massaro delle valli di Non e di Sole. 1645 ottobre 7. — Papa Innocenzo X consacra sacerdote Giovanni

Betta di Castel Malgolo. 1650 aprile 25. — Giovanni Pantaleone Betta fu laureato in Padova nel palazzo episcopale a voti unanimi in jure Pontificio et Cesareo. ; 1650 maggio 22. — Carlo Emanuele Madruzzo, principe vescovo di Trento, nomina Giovanni Pantaleone Betta arciprete di San Lorenzo di Lomaso. 1650 ottobre 6. — Bonifacio Betta sborsa 80 ragnesi per liberarsi da un aggravio verso la chiesa del santo Rosario di Sanzeno addossandolo ad Alberto Pellegrini. 1653 maggio 5. — Francesco Simone Betta

15
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1906
¬La¬ famiglia Busio-Castelletti di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 9)
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Pagina 10 di 47
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 43 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 12, 1906, fasc. 2
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/9
ID interno: 165264
inazioni di confini, dichiarando, che al Covelo di Àldeno termina la giurisdizione del feudo di Nomi, poiché spettava alla giurisdi zione della città di Trento tutto il territorio al di sopra di quella località; donde si rileva che il feudo di Nomi era soggetto a due giu risdizioni cioè a quella di Nomi e a quella di Trento. L’imperatore Massimiliano I con atto, Innsbruck il giorno di mercoledì dopo la domenica Laetare { quarta di quaresima) del 1499, impegnò il feudo di Nomi a Pellegrino Busio

di Trento Pellegrìnus apothecarius filiiis Magistri Petrii Basii sartoris de Mediolano. Il Sardagna ( 3 ), che pubblicò un ottimo lavoro, di 406 pagine in 4°, sulla guerra rustica del Trentino, combatte le asserzioni dello Zotti, e domanda in tono ironico come mai un Busio farmacista ( 1 ) Chiusole Adamo: Notizie storielle cec. ( 2 ) Zotti Raffaele: Storia della Valle Lagarina eoe. ( 3 ) Sardagna G. B. : Guerra rustica eco.

-Castelietti di Milano, verso l’importo di 8000 fiorini del Reno, col patto però della relui - zione. Così ebbe principio la signoria dei Busio-Castelietti di Nomi. Molti scrittori di storia patria fecero degli studi per sco prire l’origine della famiglia Castelletti del Trentino. Il Chiusole R) pubblica una lettera, che nel 1629 aveva scritto Ferdinando, ultimo rampollo della famiglia Castelletti, all’amico dottor Giuseppe Sai- bante di Rovereto, nella quale gli espone le vicende della sua famiglia

, sostenendo essere esse fondate su documenti autentici, Il Castelletti nell’esposizione dice, che per questione di donne due dei suoi antenati, lasciarono Milano e conservando il nome di Castelletti, conti di Valle della Sassina e signori di Ticengo si riti rarono a Napoli; ma scoperti, dovettero fuggire per recarsi al lago di Garda, nel paese di Garda, dove comperarono, con molti altri poderi, la proprietà di tutto il monte Baldo. Si misero poi al servizio dell’imperatore, dal quale ottennero il feudo

16
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1906
¬La¬ famiglia Saibante di Verona e Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 8)
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Pagina 18 di 43
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 38 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/8
ID interno: 165263
anima ; nomina eredi suo nipote Marc’Antonio, suo fratello Cesare e tutti i suoi nipoti, figli di suo fratello Giovanni. Di Marina monaca nel monastero di 8. Spirito col nome di Flaminia esiste il testamento in data 24 gennaio 1605, a rogiti Pier Antonio Lavori, nel quale nominò eredi i suoi fratelli Marc’Antonio, Tomaso, Giovanni e Felice. A Giovanni, anziano della famiglia Saibante, rappresentato dal suo procuratore Gio. Francesco Pompeati di Trento, il principe vescovo di Trento, Sigismondo

Cesare, figlio di Marc’Antonio qd. Giovanni, ebbe numerosa prole: Felice, arciprete del duomo di Verona, Tomaso, cameriere del marchese di Burgau, Giovanni, Marc’Antonìo, tre figlie monache, Bortolamea, Marina ed Anna, e una quarta, Ottavia, coniugata con Girolamo Volpini. L’arciprete Felice fece testamento in data 18 giu gno 1668, a rogiti Francesco Bernardi, lasciando un legato di una torcia del valore di troni sei da darsi ad un canonico, perchè celebrasse una messa in suffragio della sua

Francesco, arciduca d’Austria, con lettera d’investitura dei 25 gennaio 1664, accordava i feudi già posseduti dai suoi antenati, per sè e Gio. Battista qd. Giulio, Marc’Antonio qd. Marc’Antonio, Ottone e Pietro, fratelli qd. Gio. Francesco; una seconda investitura ebbe Giovanni, in data 9 ottobre 1671, dal principe vescovo di Trento, Sigismondo Alfonso dei conti Thun, per sè e suo fratello Felice, per Gio. Battista qd. Giulio, per Marc’Antonio qd. Marc’Antonio e per Ottone e Pietro qd. Gio. Fran cesco

; lo troviamo pure nominato coi fratelli Marc’Antonio, Tomaso e Felice nella lettera d’investitura del 1615, e col fratello Felice in quella del 1632. Giovanni dalla moglie Benedetta Spolverini ebbe molti figli, cioè Nicolò, Cesare, Gio. Paolo, canonico a Verona, nominato nella lettera d’investitura del 1695 e 1698, Scipione e Tomaso, pure citati in quelle due investiture. Con Scipione, figlio di Tomaso, morto senza prole, si estruse pure questo ramo della famiglia Sai bante. Giovanni nel 1631

fu consigliere della città di Verona, nel 1631 e 1633 governatore della Madonna di Campagna, nel 1653 regolatore delle angurie (servizi personali), nel 1659 massaro dei pegni in mercato vecchio e nel 1660 elettore della casa di Pietà. Scipione, figlio di Giovanni, nel 1672 fu consigliere della città di Verona, nel 1673 massaro dei pegni in mercato vecchio, nel 1674 preside dei mendicanti e regolatore delle angarie, nel 1675

17
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1906
¬La¬ famiglia Busio-Castelletti di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 9)
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Pagina 19 di 47
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 43 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 12, 1906, fasc. 2
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/9
ID interno: 165264
dell’odio della bassa popolazione contro i ricchi e feudatari e nel medesimo tempo una vendetta dei soprusi e delle ingiustizie sof ferte dai contadini e vassalli da parte di quei prepotenti signorotti, che erano protetti dagli ecclesiastici, dai principi e dai regnanti. Anche la nostra valle ne imitò l’esempio sollevandosi. Pietro Busio-Castelletti lasciata la sua dimora in Trento, dove possedeva un bel palazzo, si recava a Nomi per persuadere quei villici a porre fine ai moti sediziosi

preda del vorace elemento. Le torme de' rivoltosi gridano impre cazioni, e vanno istigando gli altri alla crudeltà coll’esempio di si atroce pena , decretata al povero Pietro Bus io. La notte del 3 di luglio 1525 stese il denso suo velo su quella scena d’orrore ed il sole del giorno successivo non illuminò che le mine della superba dimora dei feudari di Nomi.“ La notizia della morte di Pietro Busio fu portata subito a Trento, come si rileva dai seguenti documenti per la guerra rustica, che sono

posseduti della biblioteca di Trento e furono pubblicati dal compianto Carlo Giuliani e da Gio Battista Sardagna. 3 luglio 1525. Per rusticos tumulti,.'là.-? pnrfim snbditos Nmnij, et pnrtim alios coliadc- rentcs fuit combustus Mngn. D.nus Petrus Busins Dominus Numij in quodnm cjus turriciila. (Archivio Comunale di Trento, N.° 3869). ( j ) Pincio: De Gestis etc.

18
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Pagina 19 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/2
ID interno: 109550
stata contrastata la cittadinanza di Trento, ne intentò causa e la vinse, come appare dal decreto del consiglio di Trento del 22 di cembre 1787, col quale si riconosce la cittadinanza trentina alla nobile famiglia Betta di castel Malgolo. Morì in Trento nel 1833. Della seconda moglie Antonia dei conti Terlago ebbe un figlio, il quale ebbe una figlia che fu l'ultimo rampollo della famiglia e con lei si estinse questa linea nel 1876. Un altro figlio di Giuseppe Francesco, Filippo, si consacrò

alla carriera ecclesiastica, studiò a Vienna, si fece prete a Trento nel 1788, e di qui passò a Roma nel collegio germanico per per fezionarsi negli studi. Ebbe l’alto onore nel 1792 di leggere al Quirinale davanti al papa Pio VI un’orazione d’occasione. Fu poi cappellano in San Paolo d’Eppan e nel 1805 fu nominato Priore del santuario di San Romedio. Nel 1825 ricevette colà T impera tore Francesco I; e morì ivi nel 1855 dopo 50 anni di priorato. Lasciò erede suo pronipote Edoardo figlio

di Maurizio. Un terzo figlio di Giuseppe Francesco, Francesco, studiò al Teresiano di Vienna, e percorse la carriera giudiziaria. Laureatosi in legge, fu protocollista di consiglio presso il tribunale mercantile e di cambio in Vienna, poi segretario del dicastero dei nobili, consigliere di tribunale, indi consigliere d’appello al tribunale in Venezia, poi di nuovo consigliere d’appello in Vienna, dove morì nel 1812. Pubblicò un’ opera in lingua tedesca in cinque vo lumi La pratica della Giurisprudenza

. Dei figli di Maurizio, Edoardo, socio della nostra Accade mia, nato a Castel Malgolo nel 1822, godette come naturalista fama europea. Studiò a Milano indi a Pavia, dove si laureò in legge, ma per aver ereditato, come dicemmo più sopra, una vi stosa sostanza dalla cugina Teresa de Betta vedova del conte Orti

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/2
ID interno: 109550
Bonifacio diede sempre prova di singolare valentia ottenendo felicissimi successi nelle molte e svariate mansioni ripetutamente affidategli dai principi vescovi di Trento e seppe cattivarsi al tresì l’amore e la stima degli abitanti del Trentino, tanto che egli potè facilmente calmare gli spiriti bollenti dei ribelli, por fine alle discordie e superare i pericoli della famosa guerra rustica. Bonifacio condusse a buon fine anche una delicata e diffi cile missione a Roma, ove s'era recato quale

Procuratore della città e contea d’Arco per trattare di gravissime questioni che a lui riuscì di comporre e superare con plauso ed onore. Nominato nel 1517 assessore delle valli di Non e di Sole passò in quella occasione ad abitare colla propria famiglia in Cles, poi in Revò, donde il principio del ramo di Revò e più tardi di castel MaJgolo. Nel 1520 Bonifacio accompagnò ad Aquisgrana il cardinale Bernardo Glesio, principe vescovo di Trento, che interveniva alla incoronazione dell’imperatore Carlo

1400 ebbero la cittadinanza di Trento, come ri sulta anche dal documento del 1787, e li troviamo inscritti nel libro della Cittadinanza di Trento fra le famiglie cittadine prima del 1528. In seguito poi, questa famiglia fu erroneamente segnata come estinta.

vescovo di Trento, scelse Bonifacio a proprio consigliere e luogotenente, carica che continuò a conservare per ben venti anni continui fino alla sua morte, successa in Revò il giorno 18 luglio . 1559, all’età di 84 anni. Bonifacio ebbe tre mogli: Angiola de Cabri-Farini, Lodovica nobile Gallossa da Campo e Dorotea nobile Bai Bue di Verona. Si divorziò dalla prima, la quale passò poi a seconde nozze con Bernardo Bertoldi di Arco. Col mezzo dei conti d’Arco i Betta di Arco, Revò e castel Malgolo fin dal

20
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1906
¬La¬ famiglia Busio-Castelletti di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 9)
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Pagina 8 di 47
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 43 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 12, 1906, fasc. 2
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/9
ID interno: 165264
, 1546. (Tradotto in italiano e pubblicato in Trento nel 1648). Sardagna G. B. : La Guerra rustica nel Trentino (1526). Vene zia, 1889. Zotti Raffaele: Storia della valle Lagarina, Trento, 1862 e 1863. — Pietro Busio o l’ eccidio nel castello di Nomi. Dramma storico. Trento, 1868. Anonimo: La lite fra Piazzo e Pomarolo per divisione di territorio catastale. Rovereto, 1886. Nelle ricerche mi furono larghi di copiose notizie i signori: D. r Michele Mayr dell’Archivio luogotenenziale d’Innsbruck

Festi Cesare: Notizie storico-genealogiche sugli ultimi dinasti di Nomi, negli Atti dell’ Accademia degli Agiati, Rovereto, 1905. Giuliani Carlo: Documenti per la storia della guerra rustica nel Trentino, nell ’Archivio trentino. Menestrina Francesco: La delinquenza nel Trentino, nella rivista Tridentnm Anno 1-111. Perini Agostino: Matilde di Nomi, ovvero la guerra di Riforma nel Trentino. Rovereto, 1872. Pincio Giano Pirro: De gesti 8 duemn tridentinorum. Chronicon tri - dentinam. Mantuae

, C. Fiscb- naler del Ferdinandeum di Innsbruck, Eugenio Poggiano dell'Ar chivio di Milano, D. r K. Schornböck dell’ i. r. Consulta araldica di Vienna, i Professori L. Oberziner, Desiderio Reich di Trento, e Carlo Äusserer di Vienna, il conte Cesare Festi di Verona, Don Dario Tornasi ni e Cristallo Perghem di Nomi, ai quali rendo i più sentiti ringraziamenti. Rovereto nel Maggio 1906. Q. Perini.

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