intendeva parlare di quei Reti, non ancora romanizzati, e che vennero a far parte della provincia rètina, cioè dell’attuale Tirolo dalla Chiusa di Bressanone fino al Brenner, e degli abitatori dell’Engadina, la loro fisonomia etnica era così affievolita, che lo stesso au tore dice che più. nessuna traccia conserva vano dell* antica coltura, tranne la lingua, ed a neh'essa molto corrotta. Anche Plinio {III, 20, 24) e Giustino (XX, 5) ritengono i Reti come Etruschi, ma quivi rifuggitisi, sotto
, che ivi aveano sede, Giustino invece ascrive ai Galli Cenemani la fondazione di Verona e di Trento, onde pare che anche il commentatore di Trago riguardasse come Reti solo i Grigioni e gli abitatori del ver sante meridionale delle Alpi sopra a Trento. Strabono infine parla di nazionalità re tica (IV. 7, 206) indipendentemente da re lazioni con altri popoli, ed è alla naziona lità e non a combinazioni politiche che egli ha riguardo, dove dice (IV. 206) che i Breuni ed i Genauni, che abitavan
l’attuale Tirolo al di là dal Brenner, non sono più Reti, ma Illirici, poiché, sotto l’aspetto poli tico, a’ suoi tempi la provincia retica si stendeva dalla Chiusa di Bressanone al Danu bio, e dove afferma (VI, 1, 292) che i Reti ed i Narici occupavano le sommità delle Alpi, pro tendendosi anche sui declivi meridionali, in modo da confinare i primi cogli Insubri, i . secondi coi Carni e colla regione aquiieiese, evidentemente si riferisce ai Reti occiden tali, che, oltre al cantone dei Grigioni