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Anno:
1856
Episodio del medio evo trentino
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Pagina 21 di 65
Autore: Gar, Tommaso / Tommaso Gar
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 62 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.592
ID interno: 318633
in tutti gli altri conferimenti di territorii imperiali. 2.° Dall 5 essere Trento, sotto gli imperatori franchi e tedeschi, stata consi derata fra le città di Lombardia, le quali, dal tempo degli Ottoni, reggevansi quasi tutte a comune coi loro Consoli, può verisimilmente dedursi che anche Trento godesse della medesima libertà prima del diploma di Corrado, e la con servasse sino al cadere del secolo duodecimo per Io meno. 5 ' Anche non ammettendo il pieno valore delle ragioni surriferite

sull’indipendenza nativa della città, converrebbe concedere elf essa, durante questi due secoli, si governasse a popolo per tacito consenso degli imperatori o per impo tenza del Vescovo. Alcuni scrittori delle cose nostre pretesero, che Trento fosse compresa nella famosa pace di Gostanza del 1185 , fra il numero sottinteso delle altre città (et alice civitates) e con ciò venisse abrogato il decreti) antecedente di Fede rico, tanto pregiudìcevole alla di lei libertà. Ma noi siamo d 5 avviso, non potersi addurre

Alla reazione così imponente dei nobili contro l’ecclesiastica signoria prendeva parte quella di parec chi Comuni, e specialmente del Municipio di Trento, forte di molli diritti e franchigie, al cui ambito forse non estendeva si ancora la episcopale supremazia (1). I Perginesi tentarono più volte di muovere colle ragioni a più temperato procedere il loro Signore ; e trovatolo renitente alia minima concessione, si volsero (1) È opinione non priva di ragionevole fondamento, che la città di Trento

non sia stata compresa nella donazione im periale del ducato e comitato Trentino fatta al Vescovo in sul principio del secolo undecimo, e che la sua indipen denza durasse per lo meno fino al 1182, in cui per de creto di Federico 1, ne fu trasferito al Vescovo formalmente il dominio. Gli argomenti principali in favore dì questa as-, serzione sono i seguenti: l.° Nel documento di donazione dell’ anno 1027 e nella conferma dì essaT anno 1161, non r si fa alcuna menzione della città, come usavasi

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Libri
Anno:
1856
Episodio del medio evo trentino
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Pagina 17 di 65
Autore: Gar, Tommaso / Tommaso Gar
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 62 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.592
ID interno: 318633
Dal tenore del diploma di donazione del ducato Trentino, fatta nel 1027 da Corrado il Salico al Ve scovo di Trento, rilevasi che Pergine col suo territorio, compreso nei termini dello stesso ducato , estendeva si verso mezzodi fino alla chiesa ora distrutta di S. Desi» derio , nel bel mezzo della Valsugana, Sembra nondb meno che per pochissimi anni i Vescovi di Trento do» minassero direttamente sul Perginese, ove, poco dopo T epoca della donazione suddetta, veggiamo una famiglia di militi

originarii della Baviera già sottentrata nel pos sesso e nei diritti dei regoli provenienti dai Longobardi e dai Franchi> 0 messivi più tardi, come gastaldi, dai Vescovi stessi. A cotesla supposizione ne induce la storica preponderanza in quei luoghi della menzionata famiglia di feudatarii fin dalla metà del secolo XI; preponderanza, che, avendo poi dato giuste cagioni di querele e di solenni proteste alle popolazioni soggette, ci riconduce naturalmente all’ argomento principale del nostro discorso

. / Gli abitanti della Valle del Fersina debbono aver goduto da lungo tempo di una considerevole libertà * poiché nel 4050 formavano un solo Comune, diviso in quasi altrettante gaslaldic quante erano le ville che lo componevano ; ciascuna delle quali aveva i suoi Sindaci e Rettori. Come autorità delegata dal Vescovo ricono scevano .un Podestà o Giudice, eletto da loro fio dai tempi più antichi, che aveva la sua residenza in Ca stell®. Ad esso era affidata 1’ amministrazione della giu- stiiia nei

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Libri
Anno:
1856
Episodio del medio evo trentino
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Pagina 40 di 65
Autore: Gar, Tommaso / Tommaso Gar
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 62 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.592
ID interno: 318633
di Trento, siccome principe temporale, oltre ai diritti supremi o regali della zecca, delle mi niere , delle dogane , dei pedaggi e dei proventi del- T alla giurisdizione, spettavano molte altre sorgenti di rendita, distinte eoi nomi particolari di hanno, di bosca- tico, di colta e biscolta, di condizione, di dazio, di preci, di decima, di famulato, di fìtto , di fodro, di erbatico, di onoranza, di estatico, di minella, di doni, di opere, di pec-iatico, di placito, di regola, di distretto, di ripa tico

quali era per l’ordinario di eleggere i proprii magi strati o rettori, e di amministrare la giustizia a norma dei rispettivi statuti. Sovente le stesse città, siccome quella di Trento , invitavano gli oppressi foresi a. sog giornare liberamente e stabilmente dentro la loro cer chia. E il Barbarossa con un decreto in favore del ve scovo proibiva appunto ai Trentini di ammettere fra loro e coloni e servì sfuggiti ai loro padroni, e più ancora di costringerli colla forza a inurbarsi. Al Vescovo

, di scaria, di scufìo, di servigi, di selvatico, di taglia, di vassallatico. Quanto all 1 esazione di tutti questi balzelli , non vi avea misura determinata. X nobili in certi luoghi n’erano esenti, in certi no. Sarebbe quasi impossibile il precisare il vero significato di ciascuna di queste voci, e T importo quantitativo della gabella. Tuttavia, riepilogando alcune delle lodate illustrazioni del Dottor Kink, e confrontandole col tenore di un gran numero di altri documenti', riusciremo forse a darne

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Anno:
1856
Episodio del medio evo trentino
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Pagina 14 di 65
Autore: Gar, Tommaso / Tommaso Gar
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 62 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.592
ID interno: 318633
ombre ; e scandalo e sospetto destavano le pure inda gini delle leggi e delle forze della natura. II clero in vocava talvolta, a onore e gloria di Dio, lotto il rigore dei tribunali secolari contro gli eretici ; brandiva per private passioni la spada, scioglieva arbitrariamente dai doveri della sudditanza e della famiglia. Riassumiamo: La società europea sulla fine del secolo duodecimo presentava uno dei più strani e do lorosi spettacoli. La Chiesa all’ apice della sua potenza; l’Imperio

in titanica lotta or con essa, ora coi Muni cipii; la Cavalleria nel suo pieno sviluppo; il Comune rigoglioso di giovinezza. In questi elementi poche e fugaci le affinità, molte e durevoli le repulsioni. Ma gnanimi impeti, e bassezze; superbia di dominare, e spirito fantastico di penitenza ; sete inesausta di piaceri, e fanatica esaltazione nel deprimere gli impulsi più innocenti della natura ; smania battagliera, ferina crii- deità nelle guerre e nei tribunali, e insieme cura amo rosa, insistente degli

infermi e dei poveri. La società, scardinata dal suo perno morale, fluttuava in ita pelago burrascoso ;■ il sommo sempre prossimo all’ imo ; ora ebrezza, ed or prostrazione; per tutto e in tutti un trascendere la retta misura; e lontan lontano il faro solitario della sapienza.

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1856
Episodio del medio evo trentino
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Pagina 8 di 65
Autore: Gar, Tommaso / Tommaso Gar
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 62 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.592
ID interno: 318633
dello sviluppo nazionale ; fondarono il patriotismo, de starono una vita politica , rappresentarono in piccolo ambilo dei veri stati; e prepararono di questo modo la nuova epoca della storia, nella quale furono poi consumate o assorbite da quei medesimi Stati che a- jularono a sorgere e maturare, trasmettendo ad essi la preziosa eredità degli esempi nelle parti più diffe renti della pubblica economia, e specialmente nella milizia, nelle finanze e nella polizia. Quasi a dimostrazione della

verità di queste pre messe esporremo ora sommariamente le condizioni ge nerali della società europea dal secolo XI. al XIII, e passeremo quindi all’ analisi di quelle 1 concernenti il paese, a cui si riferisce il fatto, che è titolo e tema del nostro breve ragionamento. Il feudalismo, che esisteva da varii secoli in em brione fra le genti germaniche, si era verso il mille ridotto a sistema. In cima alla scala sociale sedeva 1 imperatore, l unto di Dio, Y incarnazione dell’idea romano. Un gradino più

basso stavano i grandi vassalli della corona, appartenenti a famiglie che pretendevano a nobiltà originaria. Alcune di queste, e specialmente 10 principesche e comiziali, sorte sul proprio territorio, e non passale alla condizione di nobili , per la trafila degli ufficii o servigi di corte, appena riconoscevano dipendenza dal signore diretto del feudo; particolar mente se fosse stato un Vescovo od un Capitolo, presso 11 quale, per l’ordinario, il vassallo assumeva ì@ parli di avvocato

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1856
Episodio del medio evo trentino
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Pagina 27 di 65
Autore: Gar, Tommaso / Tommaso Gar
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 62 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.592
ID interno: 318633
del castello di Pergine, e di Cuco e di Gaveone, e di Bru . ... i e di Castelliere e di Vicolzano e di tutto il Distretto di Pergine (1). Inoltre, che non possano essere condotti a guerreggiare contro l’ Impero nè le Chiese di Trento e Feltre, nè esser costretti a prestare ajuto e favore contro di queste, siccome fa if signore Gundibaldo con quelli di Castelbarco ed altri, e Fecero già T avo Federico e Adelprelo padre di Gundibaldo. Inoltre, che vengano in tutto levate e cassate le angarie

e i pont a loro imposti da lui, dal padre e dall’avo; quali sono e il godimento della prima notte delle spose. Inoltre, che per gli aggravi e servigi, da prestarsi in Castello al Podestà, venga loro data una congrua mercede, giusta a ciò che fu sempre osservato avanti il dominio di Federico avo di Gundibaldo ; il quale, per forza e violenza d’armati, costringeva a far opere, e non solo negava là mercede, ma faceva incarcerare e percuotere chi la chiedeva : . Inol tre, che sia lecito pagare le usate

decime al Vescovo di Feltre, siccome era consueto inanzi al tempo di Fe- (1) Di tulli questi castelli non esiste oggidì die quello di Por gimi , devoluto alla mensa episcopale. Il castello di Curo ergevasì su di una vetta, presso il campo di Valderbano, detta ancora il dosso di Cuco . . > Il castello di Caveone era sopra un colle nelle apparte nenze della villa di S. Orsola ; e il nome ne rimane tutta via ad una valletta soggiacente. . . Quello di CaslèlUere sorgeva sopra la villa di Serso

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