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Libri
Categoria:
Sociologia , Linguistica
Anno:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Pagina 89 di 254
Autore: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Luogo: Roma
Editore: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Descrizione fisica: 252 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Segnatura: III A-14.025
ID interno: 103499
. (’) Nave S. Bocco, Grumo, Mezzòtedesco e Rovere dèlia Luna sulla destra-, La vis, Faedo e S. Michele sulla sinistra riva dell’Adige v. cap. I pag. 12.- — Intorno al ger- manizzamento della Val Venosta e del tenére di Bolzano ho già citato la Memoria di B. Malfatti, I confini del IrincipUto di Trento. — Pei Nonsberge v. cap. I, P a g* fi nota 1: Beda Webèr (op. cit.); Tàppeiner (op. cit. p. 31, 32, 33, 38). L’Ultenthal, donde i Nons- herger provennero, fu germanizzato dai Bavàri. — Pei distretti

si sarebbe propagato ai loro compagni di stirpe, attratti nel Veneto dai lusinghieri inviti e dalle generose concessioni dei vescovi di Padova 0 per altri richiami di simil natura, e saliti più tardi à poco a poco, così dal nord come dal sud, sulle montagne veronesi e vicentine, mercè il lento progre dire del diboscamento e della coltivazione. Tutto quésto ha sembianza di vero: eppure io non posso accettare nè l’idea dello Schmeller, n'e quella del Bergmann per più ragioni : 1° Perché il nome

della Val Cembra non è dovuto, come già si vide', ai Cimbri (‘); •, 2° Perchè l’opinióne degli eruditi diede principio alla tradizione dei monta nari veronesi e vicentini, non questa à quella; 3° Perchè circa gl’inviti dei vescovi di Padova, non v’ha ombra di documento che giustifichi l’afferma^ zione del Bergmann,'come non ve n’ha per altre cause occasionali dal dotto tedesco immaginate (’); 4° Perchè da quanto dissi e dirò altrove è dimo strata erronea l’opinione, che i Tedeschi sieno saliti sili

origine (V. cap. II). (') Per l'epoca dei Carolingi e dogi’imperatori Ottone I e Corrado II vedi cap. IX e parte lì cap. I. — Per i vescovi tedeschi di Padova e per la donazione del vesc. Boriò (a. 871) v. parte II cap. VI. — Per il documento del 917, nel quale Berengario dona a Sibiko, vesc. di Padova, Solagna e Canal di Brenta v. parte II cap. Ili, — Per i possessi del vescovato bavarese di Frisinga v. parte II cap. V. — Intorno ai pretesi profughi di Castel Pergine v. cap; XII in questa I parte

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Libri
Categoria:
Sociologia , Linguistica
Anno:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Pagina 150 di 254
Autore: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Luogo: Roma
Editore: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Descrizione fisica: 252 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Segnatura: III A-14.025
ID interno: 103499
in una parte del territorio dei Sili Comuni alcuni Teutonici del Vicentino, sui Lessini e nell’annesso alti piano non y’erano Tedeschi, Ma c’è da notare a questo proposito, che il tratto di territorio, 'al quale si riferiscono tutti i documenti citati del Cipolla fino al secolo Sili, abbraccia soltanto i Comuni a occidente e a mezzodì, proprio dalla parte di Verona; vale a dire Badia Calavena, Ròvere di Velo, Porcara, Saline, a mezzogiorno: Cerro, Bosco Frizolane e piu al nord Erbezzo, fino a toccare

i Lessini, verso occidente. Verona rimane a sud-ovest. Ciò posto, risulta, secondo il Cipolla, dai documenti, che codesto tratto meridionale e occidentale dell’altipiano dei Lessini (') era noto agli uomini della Val Pantena, della Val di Tregnago e della pianura veronese, i quali vi si recavano a tagliar legna e a pascolare le mandre ; che quei pascoli e quei boschi avevano, almeno in parte, i loro padroni, cioè i monasteri di S. Maria iti Organis, di S. Zeno, di S. Michele in campagna, di S. Nazaro

, di S. Teresa, dì Badia Calavena, i canonici di Verona e private persone vero nesi; che il monastero di Badia Calavena non legavasi coi Lessini a setten trione, ma con Tregnago a mezzodì, e si giovava pei suoi pochi possessi nelle Alpi di conduttori delle colline; che Erbezzo e la Prizolana dipendevano dal Comune di Verona e dai canonici, i quali pure vi mandavano conduttori di propria scelta;.che appena forse in Erbezzo (così il Cipolla) vi era traccia di popolazione non del tutto avventizia; che tutto

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Libri
Categoria:
Sociologia , Linguistica
Anno:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Pagina 80 di 254
Autore: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Luogo: Roma
Editore: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Descrizione fisica: 252 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Segnatura: III A-14.025
ID interno: 103499
i punti di maggiore importanza per i passi alpini del Moncenisio e del gran S. Bernardo. ■— Il tributo fu poi rimesso dal re Clotario per trattative con Agilulfo, e forse verso lo stesso tempo e tutt’al più sotto Rotari i Longobardi tornarono in possesso d’Aosta e di Susa. Ma ai passi sud detti i Franchi non debbono aver rinunziato. Ne son prova la facilità con cui Pipino il breve e Carlo Magno superarono le Chiùse (°), le misure di difesa messe in opera da Astolfo e da Desiderio contro gl’ invasori

, dalle .quali si scorge che i Longobardi erano padroni soltanto del piano ( 3 ), e f) Paolo Diacono, L. IV, c. 38, 39: L. V, c. 19, 20, 21, 23; L. VI, c. 24, A. 611, 666, 669, 706. Nel 002 e nel 603 il Cacano, degli Avari fu alleato di Agilulfo (Paolo Diacono, L. IV, c. 26-29). Nel 611 cominciarono le inimicizie. ( : ) Secondo la Cronaca Moissacense (Pertz. Script, tomo I) Carlo Magno alle Chiuse prese i Longobardi alle spalle. — Secondo Agnello Ravennate fu Martino, diacono di Leone arcivescovo

strigassi la valle e sporge un gran sasso, su cui fu, poi, ed è, San Michele detto ancor oggi delle Chiuse. Ivi con fabbriche e macerie ed ogni munizione che sapevano, sfonavansi chiudere il passo. »

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