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filosofia: Don Giovanni si presenta e conquista: veni, vidi, vici; Leporello registra. Ma che cosa avrebbe registrato povero Leporello senza Don Giovanni? I grandi storici. della filosofia sono filosofi che aprono nuove prospettive storio- grafiche; purtroppo oggi abbiamo molti Leporello e pochissimi Don Giovanni. Ció corrisponde perfettamente alla concezione oggi cor- rente — e di uso corrente — della filosofia, non piü ricerca teoretica. Uno di questi rappresentanti (lo ha anche scritto) mi diceva

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Storia , Storia culturale, folclore, musica, teatro , Linguistica

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1967

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Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <4, 1963, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige

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BORGHI (Lamberto): II pensiero pedagogico del Risorgimento - Edizioni Giuntine-Sansoni - Firenze, 1958, BRANCATISANO (F.): La concezione pedagogica di John Dewey - « Ras- segna di Pedagogia » n. 3 pp. 125 sgg; n. 4 pp. 214 sgg. 1950. CALO' (Giovanni): Comenio neí tempo suo e nel nostro • Accademia Nazionaie dei Lincei, Roma, 1958. CALO’ (Giovanni): Si veda anche A. Gambaro. CAPITINI (Aldo): II Mazzini educatore - Tip. Pacini Manotti, Pisa, 1955. CASALOTTI (G.): (a cura di) La Chiesa

» - Firenze, 1946 - 5 a ediz. 1953. CODIGNOLA (Ernesto): Un esperimento di scuola attiva: la città-scuola « Pestalozzi» - Ed. « La nuova Italia », Firenze, 1954. CODIGNOLA (Tristano): Relazione di minoranza alla Camera dei Depu- tati sul bilancio della P.I. - Atti Parlamentari - Roma, 1961. COLOMBO (Arturo): Rapporto sull’Università italiana - Ed. Comunità, Milano, 1962. CORALLO (G.): La pedagogia di Giovanni Dewey - Ed. S.E.I. - Torino, CORALLO (G.): Idee e fatti nelle scuole d’America - Ed. Hermes

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Anno:

1967

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Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <4, 1963, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige

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: e cosi il cerchio di questa prima attività incisoria si chiuderebbe non oltre il finire del secolo. E’ il momento ora di osservare una delle prime pitture certe del De Barbari, e cioè la Sacra Famiglia con S. Giovanni del Louvre. E' chia- ro che siamo di fronte alla versione delle Sacre Famiglie incise poco dianzi: ed infatti lo stile veneziano è fin troppo evidente, nelle imita- zioni di Alvise Vivarini, con il paesaggio che dialoga alla lontana con le figure del primo piano, emergenti come solenni

idoli. Una riprova iconografica di questo rapporto è la identità del S. Giovanni Evangelista con quello della Pala alvisiana, datata circa 1500, ora a Berlino. Ma non c’è dubbio che sul 1500 Alvise rappresenti il modello del nostro pittore, che vuole evidentemente rifarsi uno stile, operando su un fondo evidentemente esotico, con paesaggi dalla tipica prospettiva aerea, e raffinatezze calligrafiche tutt’altro che veneziane. Si guardi anche l’altra Madonna e Santi, di Berlino, con il Ritratto della

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1967

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Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <4, 1963, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige

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seri, voi quest’analisi su che ”documenti” la fareste? Vi manchereb- be il materiale di lavoro. Le cose stanno cosi: ci sono coloro che scrivono i libri e quelli che fanno i correttori di bozze di stampa; ci sono i Don Giovanni e i Leporello, i datori di lavoro e i lavoratori. Sancho, è stato scritto, ha i mezzi e non gli ideali; Don Chischiotte ha gli ideali e non i mezzi; perció falliscono tutti e due; fallimento all’uomo che dispone dei mezzi ma non ha ideali e dell’uomo che dispone degli

ideali senza i mezzi. Se si potessero unire i mezzi e gli ideali avremmo qudlche Don Giovanni di piii e molti Leporello di meno ». Richiamandosi a quanto ha detto il prof. Spirito, che lo storico della filosofia non deve giudicare ma comprendere, Padre CARLO GIACON vorrebbe fare una domanda al prof. Caramella: « proprio per non giudicare, ma per comprendere, appartiene allo storico âella filosofia e quindi appartiene alla storiografia, nel tentativo di com- prendere le varie tappe della storia del

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1967

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Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <4, 1963, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige

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queH'antipedagogismo che aveva caratterizzato l'antipositivismo neoidealista fin dal primo Novecento, quando i positivisti regnavano tuttora nel campo pedagogico e filosofico. Avendo Giovanni Gentile vittoriosamente sostenuto 1 identifi- cazione della filosofia con la storia della filosofia e, parimenti, 1 as- sorbimento della pedagogia nella filosofia, dal 1923 in poi la strut- tura degli insegnamenti ne risenti a livello universitario con un progressivo scadimento della popolarità

Scuole Magistrali, destinate alla preparazione delle maestre di Scuola Materna, i programmi d’insegnamento vennero modificati abolendo le formulazioni istituzionali e precet- tive, e proposero obbligatoriamente agli allievi-maestri lo studio d'una storia della pedagogia strettamente collegata allo studio della filosofia ed alla lettura dei classici. Inoltre, Giovanni Gentile aveva abolito l'insegnamento istituzionale della psicologia, a suo parere inficiata d'una deteriore intonazione positivista

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1967

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Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <4, 1963, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige

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DI DOMIZXO (M.): L’Università - Storia e problemi - Ed. Viola, Milano, 1952. DI DONATO (Michele): Indirizzi jondamentàli dell’educazione fisica moderna - Centro Didattieo nazionale per l'educazione fisica, Ro- ma, 1962. DI NAPOLI (Giovanni): II pensiero di Gian G. Rousseau - Ed. « La Scuo- la », Brescia, 1953. FLÖRES D'ARCAIS (Giuseppe): G.G. Rousseau - Pedagogia del paradosso Ed. Liviana - Padova, 1947. FLORES D'ARCAIS (Giuseppe): La pedagogia di L. Stefanini in « Scritti in onore di Luigi

(Angiolo): L’educazione infantile nel Risorgimento italiano - Ed. Gheroni, Torino, 1948. GAMBARO (Angiolo): II ciceronianismo di Erasmo da Rotterdam - Ed, Gheroni, Torino, 1950. GAMBARO (Angiolo): Sulle orme del Lamennais in Italia - Ed. Deputa- zione Subalpina di Storia Patria, Torino, 1958. GAMBARO (Angiolo) - CALO' (Giovanni) e AGAZZI (Aldo): Ferrante Aporti nel primo centenario della morte. Volume commemorativo con carteggi e documenti inediti illustrati da A. Gambaro, e biblio- grafia ragionata

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di Giovanni Caló. Tutto considerato, anche dopo il 1945 si è seguitato ad insegnare a livello magistrale la scienza pedagogica sotto forma di storia della pedagogia. Quanto all Università, un risveglio d'interesse sull'insegnamento e sulJo studio pedagogico è stato favorito da un progressivo riaf- fermarsi del concetto di pedagogia come scienza autonoma, ad opera di studiosi formatisi al di fuori della tradizione gentiliana e solo recentemente liberatisi della sua influenza. p altra parte, insieme con

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1967

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fatta sotto la direzione di Giovanni Sartori: II Parlamento italiano, 1946-1963, (Napoli, 1963). U volume ha un suo antecedente in un articolo dello stesso Sartori: « I parlamentari italiani », pubblicato sulla « Revue Inter- nationale des sciences sociales », 1961, edito dall’Unesco. L'opera citata è frutto della collaborazione di quattro docenti dell'Univer- sità di Firenze, aiutati da una ventina di ricercatori della Facoltà di Scienze politiche C. Âlfieri. Gli estensori dell'opera si sono rial

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1967

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Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <4, 1963, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige

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coordinamento operativo dell'azione degli «animatori di comu- nità », e, sia pure indirettamente, nella propaganda commerciale ed in quella politica. La società si è mossa prima della scuola, e con mezzi piü numerosi e piu liberi. 2) Dalla riforma Gentile al 1945 Nel caso specifico, gli antefatti della piu recente storia degli studi pedagogici italiani mettono in evidenza ohe dal 1923 in poi, per opera di Giovanni Gentile nella sua funzione di Ministro della Pubblica Istruzione, e per consenso di quasi

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1967

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Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <4, 1963, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige

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). La sua scuola, sebbene dedita ad approfondire il principio deH'idealismo oggettivo nel campo teoretico ed etico-giuridico, conta numerose monografie storiche al proprio attivo, come quelle di Teodorico Moretti Costanzi (su Platone, Plotino, Spinoza), di Giovanni Semerari (su Schelling), di Pier Cristiano Drago (La filosofia di B. Varisco, Firenze, 1950; La filosofia italiana come problematica dell’unità, Perugia, 1960, 2 vol.). II Semerari ha prospettato la possibilità di una sintesi tra l’apriori

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1967

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il criticismo, la cui rinnovazione è spettata alla scuola milanese fon- data da Piero Martinetti e continuata da Antonio Banfi, Giovanni Emmanuele Barié, successivamente da Enzo Paci (introduttore della fenomenologia husserliana), da Mario Dal Prà e Andrea Vasa (autori del condizionalismo ). Le iniziative neokantiane di questi storici s°no in genere caratterizzate da un sostanziale appello al significato umamstico, di tipo posthegeliano, della nuova filosofia, e della possibilità che esso offre

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1967

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non il '45 segna realmente una svolta, ma il '43, Quando si guardi alla storia del pensiero, la data si sposta tra il '36 e il '39. La filosofia che domina in Italia dopo la fine della prima guerra mondiale è l’attualismo di Giovanni Gentile. Nonostante Íl fascismo, la cultura che realmente alimenta, che è creduta e assimilata come tale, è quella che viene dai libri e dalla rivista di Benedetto Croce. L incidenza filosofica e eulturale del fascismo è su questo piano tra- scurabile. Eppure

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1967

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squalifica gentiliana della psicologia e delle applicazioni pedago- giche della ricerca psicologica. Cosi è nata, nel 1950, la Pedagogia di Giovanni Dewey del salesiano Don Corallo, opera che, pur valu- tando gli aspetti positivi della concezione pedagogico-sociale di Dewey, avverte come essa non possa essere usata quale modello definitivo per la costruzione d’un rapporto educativo universal- mente valevole. La critica è estesa, cinque anni dopo, secondo la medesima linea, alle conclusioni

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1967

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tura della società » (Firenze 1944) 2 ), in cui l'eticità viene conside- rata come lievito della politica e lo stato appare fondarsi su una aristocrazia sociale di natura rigorosamente etica: da cui la forte vocazione sociale-etica della politica. Guido de Ruggiero e Guido Calogero da una parte, Giovanni Gentile e Ugo Spirito dall’altra, tentarono di dare alla libertà un contenuto sociale che Croce respin- se sempre perentoriamente: « La libertà non va in cerca né chiede ad altri un contenuto

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GIOVANNI LAINI LA SVIZZERA ARMONIZZATRICE DI CULTURA ITALO-TEDESCA Se ben interpreto l'istanza prima di questo benemerito Istituto e lo seopo precipuo di questo Congresso, ritengo di poter ascrivere l'ono' re dell'invito a parlarvi alla mia piü che trentennale attività tutta de- dita ad acquistare adepti e a stimolar favore alia lingua e letteratura italiane fra gente d'altre stirpi. II tema per il breve colloquio m’é venuto spontaneo alla mente, perché esso s’inserisce idealmente

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1967

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esperienza mistica) o su un piano lirico (inni che eelebrano lunione con Dio, la passione di Cristo, gli slanci dell’amore divino). Solo i libri di quest’ultima categoria (Iacopone, Bianco da Siena, Feo Belcari) hanno attirato l'attenzione degli storici della nostra let- teratura, gli altri invece furono quasi sempre sistematicamente igno- rati. Perché? II fenomeno è stato acutamente studiato dal Prof. Giovanni Get- to in un suo saggio inserito nella grande opera in 4 volumi scritta in collaborazione

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: tale volontà deve essere corretta con l’influsso dei valori morali e religiosi, con l’ordinamento giuridico e con l'uso del potere esecu- tivo e coercitivo da parte delle autorità legittime. Giovanni Giolitti e la sua età costituiscono rargomento che ha piii impegnato gli storici sia cattolici sia radicali. È merito di Nino Valeri aver segnato il trapasso delle forze politiche in modo parti- colare nel secondo dopoguerra, d'aver analizzato esaurientemente la storiografia politica su Giolitti. Egli

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che il nostro glorioso Santo Padre Giovanni XXIII ha annunciato e diramato nella grandiosa enciclica « Pacem in terris». Sullo stesso piano si allinea questo convegno, che teniamo a Merano, e a cui io vorrei pregarvi di partecipare, collaborare e discutere in que- sto spirito. MICHELE FEDERICO SCIACCA: Presidente dell'Istituto Eccellenze, Signore e Signori, all'elenco delle adesioni letto dal Direttore, Prof. Cotteri, ne aggiungo altre degli Ambasciatori d’Austria e di Germania, dell'Ono- revole

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FRANZ KURZ GIOVANNI LAINI Ord. Professor für Latein und Griechisch am staatlichen klassischen Lyzeum mit deutscher Unterrichtssprache - Vize-Direktor des Deutsch- Italienischen Kulturinstituts Ín SiXdtirol MERAN - MERANO Docente di letteratura italiana nell' Università di FRIBURGO - FRIBOURG HANNS LEO MIKOLETZKY HELMUT MOTEKAT WALTER MÜLLER-SEIDEL RUDOLF PALGEN MARIO PENSA TERISIO PIGNATTI Ord. Professor für Geschichte an der Univer• sitât WIEN - Leiter des Finanz- und Hofkam- merarchivs

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e ricordando il bene, imparino a comprendersi, ad amarsi ed a rispettarsi. E mi piace notare che queste mie ultime parole ricordano quel- le dell’ Enciclica « Pacem in terris » di Papa Giovanni XXIII. ALEARDO SACCHETTO: Rappresentante del Ministero della Pub- blica Istruzione. Lieto come sono di avere sin dall'inizio assecondato gli animosi fondatori di questo Istituto nella loro nobile intrapresa e di averne seguito le attività con il sentimento di una convinta vicinanza, mi sento onorato di rappresentare

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