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Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica , Sociologia
Anno:
1987
¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 100 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
///, — II primato del «suum cuique» nella concezione moderna del diritto. Una interpretazione distributiva della giustizia - basata sul primato del «suum cuique» - si è progressivamente insinuata nelle fonda- menta della scienza giuridica continentale, attraverso la mediazione del diritto naturale moderno, concepito come philosophia practica. Un tale primato risultava compatibile con il fenomeno della moraliz- zazione del diritto: ossia della sua riduzione alla legge, con la esclu- sione delle

altre fonti come l’equità, o la consuetudine, o la prassi dei tribunali. Sotto tale profilo il giusnaturalismo - da Pufendorf a Wolff - ha operato una utilizzazione alternativa di un patrimonio di idee di derivazione teologica. Sostituendo al legislatore divino un legislatore umano, esso non ha rinunciato ai postulati della dottrina della legge, fissati dai teologi-giuristi della seconda scolastica (ed in particolare nel De legibus di Francisco Suarez: a) la distinzione tra «enti fisici» ed «enti

morali» (a cui appartiene la legge); b) il carattere direttivo della regola della condotta umana: il momento imperativo della norma è considerato essenziale sia dalla direzione razionalistica, come da quella volontaristica del diritto naturale moderno; c) la vocazione della leggeper la durata: se la legge «de se perpetua est» - come affermava Suarez - si tratta di un dato ontologico, che si riflette nella teoria delle norme di riconoscimento della volontà del legisla- tore (leges legum). La legge

infatti deve avere una precisa data di nascita (promulgazione) e di morte (abrogazione). La ricorrente metafora della «morte della legge» ci permette di penetrare all’interno di una metafisica del diritto, che è essenzial- mente statica ed indifferente ai valori. II mutamento del diritto risulta sospetto, in quanto mette in discussione il principio della vocazione della legge per la durata; ogni cambiamento è in sé un male: qualora risultasse necessario, deve essere realizzato unica- mente dal

legislatore, che con Vabrogazione - sostituisce una tessera del mosaico. La soluzione delle antinomie tra norme - determinata dalla successione delle leggi nel tempo - è assicurata dal principio logico della lexposterior, elevato ad uno degli assiomi «luce meridiana 60

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica , Sociologia
Anno:
1987
¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 347 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
pienezza di nuovi contenuti umani, fuori da uno schematico interesse da cui la loro portata risulta circoscritta nell’ambito di processi produttivi solo obbedienti alle leggi del meccanicismo, deirautomatismo, del consu- mismo. Evitando tali riduzioni il tecnicismo, pur nella trasformazione delle abitudini, dei comportamenti, della stessa fenomenologia della prassi, diviene fattore costruttivo della pienezza della persona, che si accresce nella sostanza ed eleva, con piú coscienza, Tindividuo

per fargli vivere, nella con- sapevolezza del suo pensare e del suo agire, nella migliore connessione di questi aspetti esistenziali, l’unità del suo essere e nello stesso tempo la mag- giore partecipazione al sistema dei suoi bisogni, individuali e collettivi, par- ticolari e sociali. Si tratta anche di accentuare e chiarire meglio i caratteri della spiritualità umana che asserve alla sua natura gli elementi spuri della sua azione, che coordina cioé il sistema dei bisogni alla concretezza delle

sue concezioni e li indirizza alla totalità della vita e alle sue molteplici neces- sità. Con queste finalità la forza della mente dell’uomo e della sua prassi non si piega alla tecnica, ma la signoreggia e la domina, la costituisce fattore della sua crescita spirituale, ne fa mezzo delle sue civili conquiste e nell’espressione di una piu matura energia umana eleva monumenti alla civiltà. Intendere il significato della scienza, oggi, il valore della tecnica, in cui l’uomo vive e cresce, dominarne

l’uso e asservirne i fini è compito delle nostre generazioni. Percorrere le vie che scienza e tecnica aprono al destino dell’umanità è arduo compito e dura fatica, ma è il prezzo del superamento del rischio che esse impongono e minacciano. È dovere dell’uomo tradurre il rischio dell’asservimento in un atto di libertà e dare al vivere la padro- nanza dei suoi strumenti, la signoria dei mezzi materiali e delle risorse spiri- tuali onde si sostanzia la nuova civiltà. Già nel secolo XIX l’apporto della

lentezza del secolo scorso si oppone oggi la rapidità dello sviluppo tecnico nel quadro di un accelerato progresso del sapere scientifico, che arricchisce i temi del rapporto uomo-tecnica e ne accresce i problemi ponendo l’uomo in nuove posizioni della vita pubblica e privata, nei rap- porti sociali, negli stessi atteggiamenti spirituali. Lo sforzo richiesto dalla civiltà della tecnica fa si che «l’uomo non puó piú materialmente né spiri- tualmente liberarsi dalla società», afferma Ellul. Ma è proprio

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica , Sociologia
Anno:
1987
¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 167 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
In quell’occasione emergono poi quei problemi che da sempre sono posti alla soluzione degli uomini, problemi del tutto indipendenti dalla crescente industrializzazione dell’Europa, come p.e. la convivenza fra uomo e donna nelle monogamia indissolubile per principio, il problema della convivenza di padre, madre e figli in senso alla famiglia, nonché quei problemi che sono sorti appena in seguito alla crescente industrializzazione dell’Europa e che in qualche paese europeo stanno per essere

risolti, ma che tuttora sono molto scottanti, come p.e. il problema del lavoro della donna, il problema del disintegrarsi della famiglia conseguente all’ubicazione del posto di lavoro (problema dei pendolari ecc.), e il problema del lavoro in genere cosi come lo ha presentato papa Giovanni Paolo II nella sua 3 a enciclica «Labo- rem exercens» del 14-9-81 e che in occasione del «Colloquio internazionale sull’Europa», tenuto a Roma dal 3 al 7 novembre 81 è stato defínito «il noc- ciolo della

problematica europea», anche in considerazione della problema- tica sicurezza del posto, della urgente riduzione dell’orario di lavoro, della crescente disoccupazione. Anche il «problema della pace», come esso sempre piu pressantemente si presenta all’Europa stretta tra le due superpotenze, entra nella considera- zione dei valori fondamentali e della loro osservanza per quanto riguarda matrimonio e famiglia: «Oggi che la legge del piú forte, l’invasione territo- riale ed il rapimento sembrano ritornare

nella società europea e mondiale, piú che mai bisognerebbe far presente in maniera sempre piu esplicita-che il diritto in un’Europa industrializzata è la base della pace, anche di quella insita nel matrimonio e nella famiglia. Come potrebbe svilupparsi e conso- lidarsi la pace fra i popoli e gli stati europei, se all’interno delle nazioni ritorna la legge del piú forte fra le generazioni, fra i coniugi e nelle famiglie?» (vedi dichiarazione del Zdlc nel DT del 17-11-81). Ci si chiede se queste

considerazioni non siano strettamente connesse al problema della tolleranza religiosa, visto che i lavoratori emigranti nella Mitteleuropa industrializzata non solo sono in larga misura di diversa con- fessione (ortodossa) ma perfino di diversa religione (islamica, buddista) rispetto agli abitanti dei paesi mitteleuropei ancora cristiani al 90%, ma spesso incapaci di difendersi dall’ateismo. Nella terza parte specie in riferimento al matrimonio ed alla famiglia si tenta di dimostrare dove, fino a che punto

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica , Sociologia
Anno:
1987
¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 96 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
individui e gruppi, al di fuori della giustizia dello Stato. La teoria siste- matica della giustizia (distinzione tra giustizia distributiva e commu- tativa, primato della giustizia distributiva, etc.) pare piuttosto il risul- tato di una interpretazione razionalistica, le cui origini sono nei com- menti medioevali del XIII sec. II primato della giustizia distributiva (che è in realtà giustizia dello Stato, politica) è stato accettato dal diritto naturale moderno, e non è stato messo

in discussione dalle correnti del positivismo giuridico: esso costituisce il tacito presup- posto della filosofia occidentale della giustizia. Non dobbiamo peró dimenticare che - prima della introduzione della Etica aristotelica, che awenne verso la metà del XIII sec. - la filosofia della giustizia pare solcata da profonde ed irriducibili anti- nomie: tra una concezione «filosofica» ed una concezione «giuri- dica», tra una interpretazione in chiave distributiva ed una opposta in chiave di reciprocità (che

è in realtà la versione giuridica di una con- cezione vendicativa della giustizia). II punto di riferimento è rappre- sentato dai tre praecepta, che la legislazione giustinianea aveva solen- nemente proclamato nel titolo «de iustitia et iure» del Digesto e delle Istituzioni: «honeste vivere», «alterum non leadere», «suum cuique tri- huere». Ma il giurista medioevale - non condizionato da preoccupa- zioni sistematiche - vide in tali precetti degli ideali confliggenti; la consapevolezza della struttura

antmomica dei valori dell’esperienza giuridica si riflette sulle tecniche di una logica giuridica, retorica- mente orientata ed impegnata. Una interpretazione «distributiva» - che individua nel suum cuique l’essenza della giustizia-presuppone l’esistenza di un ordine logico ed ontologico, e pertanto le tecniche di una ragione assoluta: non è casuale che si trovi già formulata nel Dialogus cum judaeo di Pietro Abelardo. La concezione della reciprocità {parpari referre) è peculiare dei giuristi medioevali

; i problemi della giustizia «giuridica» non sembrano relativi alla distribuzione dei beni, ma nascono dalla com- pensazione del torto (alterum non laedere): ed in questo settore bisogna accontentarsi di una ragione dialettica, probabile, giustifica- tiva. Se il quadro fin qui delineato fosse stato esatto, l’epoca asse della 56

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica , Sociologia
Anno:
1987
¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 106 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
di questa tradizione, che era lontanamente di origine aristotelica, la filosofia pratica veniva concepita come una indagine razionale, ma di una razionalità diversa da quella matema- tica, e anche da quella delle scienze della natura, una razionalità cioé che aveva come fine anche Vazione e quindi era attenta al concreto, alVesperienza, e sostanziataproprio del contributo della retorica e della dialettica. All’interno di questa concezione della filosofia pratica c’era posto ancheper il diritto. Io non

sono bene informato su quale fosse esattamente la concezione del dtntto che in essa veniva professata, ma certamente nella tripartizione aristotelica di etica individuale, etica della casa ed etica della JióAxc; , alposto delVetica indi- viduale era subentrato proprio il diritto, e quindi la filosofia del diritto era diventata parte integrante della filosofia pratica. Ora, come probabilmente i colleghi tedeschi sanno molto meglio di me, oggi é in atto proprio in Germania, da una quindicina d’anni

, una vera epropria ria- bilitazione della filosofia pratica, che ritorna sia a questa tradizione del ! 600 e del ’700, sia addirittura alle sue origini aristoteliche, doé all’Etica e alla Poli- tica di Aristotele, richiamandosi a quella concezione della razionalità che il rela- tore prima sottolineava, cioé la rationabilitas, la ragionevolezza, fatta di argo- mentazioni dialettiche e retoriche. Per quanto riguarda l’etica, basta ricordare il nome di Gadamer, o quello di Helmut Kuhn, i quali

sottolineano il valore che ha per Aristotele la cpQÓvrjOig , o ilgiudizio del (pQdmfiog , delVuomo saggio, che non é dedotto da calcoli di tipo matematico nella determinazione di che cosa é giusto, ma tiene conto delle opinioni, tiene conto della concretezza delle situazioni. Gadamer inoltre si richiama al dialogo platonico e, nel campo della politica, per esempio Hennis o Ritter, o uno scolaro di Ritter come Günther Biln, che ha dedicato una monografia proprio alla politica di Aristotele, insistono nel

sottolineare il carattere dialettico della razionalità messa in atto da Aristotele neigrandi trattati di filosofia pratica. Credo che sarebbe importante sapere se, alVinterno di questa riabihtazione della filosofia pratica, che é in atto oggi in Germania, venga rivolta una precisa atten- 66

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica , Sociologia
Anno:
1987
¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 104 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
deldiritto naturale epositivisti del diritto. 130 articoli non sono statiformulati in aule scolastiche o a tavolino bensi attraverso Vosservazione di comegli uomini ven- gano rapinati della loro dignità nelle dittature disumane. E ovvio che questifino al 1965 non rappresentavano per un fermo positivista giuridico un diritto acquisito. Solo con la ratifica del 1965 e successivamente diventarono esigibili legalmente. Un positivista del diritto considera elemento essenziale del diritto ilfatto che

esso possa essere ottenuto con uríazione legale, Non importa se egiusto o ingiusto, dev’essere ottenibile con la forza del diritto. Noi tutti qui abbiamo Vetà perpoter dire che davanti ai nostri occhi si è svolto ilprocesso attraverso cui i 30 articoli della dichiarazione universale dei diritti delVuomo, che erano soltanto un orienta- mento, sono diventati diritto positivo. Io stesso ho preso parte a diatribe in occa- sione di congressi sui diritti deipopoli. Hanno sempre detto: «Ma cosa volete

, i 30 articoli non sono un dirittoperché nessuno lipuo applicare legalmente». Solo dal ’65 sono stati elevati dalVordinamento prepositivo a quello positivo, ordi- namento giuridico esigibile per vie legali e ciò è per me un evento storico tanto importante quanto quegli eventi delVinizio del 19° secolo menzionati da Leigià ieri ed oggi. E questi 30 articoli offrono ancora un vantaggio. Lei haparlato delVin- flazione del dirítto. Come ha ragione! Ancríio forse vi accenneró nella mia rela- zione

di questopomeriggio. Non c’é Stato che non abbia imposto ai suoi cittadim piü o meno 20.000 leggi vigenti. Quelle austriache le ho fatte contare nel mio isti- tuto. Al momento del conteggio erano 17.483 e durante quesVoperazione ne sono state aggiunte già piu di 100. L’inflazione deldiritto! Andando verso un diritto europeo comune bisognerebbe forse seguire quelprocedimento che ipadri della costituzione di Bonn hanno adot- tato: un anno dopo la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo li hanno rias- sunti

in 19 articoli, mi riferisco a prima della costituzione di Bonn. Ed è questa la base da cui parte tutto. Lei si è rifatto ad Aristotele: vita in comune esiste solo su base spirituale comune. Quando negli anni ’60 la nuova generazione pensava dipoter nnun- ciare agli articoli 1 o 5 o 8, allora siprovvide alla riforma della costituzione di Bonn. Varticolo 20, par. 3 recita: DalVarticolo 1 alVarticolo 19 nulla puó essere messo in dubbio, E questo, ritengo io, deve valereper VEuropa. Esistono, per citare Max

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Anno:
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¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 219 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
scientificità della preparazione, una certa clientela, l’attività professionale come risposta a richieste essenziali della società, etc.. Secondo me la profes- sione non è solo visibile o Ínterpretabile come fonte di alienazioni. Io ho provato a mostrare che è anche il luogo della autorealizzazione dell’uomo. Non solo il tempo libero, non il grande rifiuto, non lo sviluppo libertario dei miei bisogni sono fonti dell’autorealizzazione, ma anche la professione e il lavoro professionale. Prof

. D e r b o 1 a v , ringrazio molto anche Lei per le osservazioni cri- tiche. L’integrazione a proposito di Hegel: io credo che la formulazione di Hegel suoni alla lettera che la formazione è il superamento del soggettivo nel generale, cosi che in Hegel questo lato oggettivo sociale e quello sogget- tivo del lavoro si integrano. La cifra del 90% da me detta puó essere un tipico «sociologismo». L’ho tratto da un saggio di Schelsky sull’importanza della professione nella società contemporanea, pubblicato in una miscella- nea

presso Kiepenheuer e Witsch sugli ultimi risultati della sociologia del lavoro. Naturalmente è un termine molto discutibile; tenendo presente quello che Lei ha detto sul ritmo quinquennale o settennale di invecchia- mento delle nostre conoscenze, si tratta di una generalizzazione molto discutibile. Si puó tuttavia intravvedere un contenuto piu serio dietro questa cifra se ci si chiede: dove sono le fonti della nostra conoscenza, della nostra visione del mondo, della nostra comprensione del mondo

? In uno dei libri piu antichi della pedagogia europea, il piccolo scritto di Agostino «De magistro», quell’autore pensa che vi siano solo due fonti. Una è costi- tuita dalle nostre esperienze primarie, l’altra dall’ammaestramento per mezzo di parole. Però l’istruire per mezzo di parole non è altro che un cre- dere stando al sentito dire, sia che noi sappiamo già prima dell’ammaestra- mento quello che noi dovremmo imparare attraverso di esso, sia che una luce interiore ci illumini - ma in ogni caso

a motivo deh’ammaestramento. Ed ora io ritengo che la possibilità dell’esperienza primaria nella società industriale si sia certamente molto ridotta rispetto ad una società preindu- striale. Dunque anche Schelsky non considererebbe certo questo 90% come una cifra esattamente quantificabile. Infme posso avere fatto professione di soeiologia tutt’al piú se con ció non intendiamo nient’altro che una classificazione scientifico-sociologica. Come Lei, prof. Derbolav, io provengo dalla tradizione della

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¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 95 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
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Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
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Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
alla riservatezza fmiremmo per impe- dire la critica politica, letteraria, scientifica: e forse la stessa educa- zione. Certo è che oggi i giuristi si trovano a trattare problemi che per la scienza giuridica del XIX secolo rappresentavano una realtà extra- giuridica. II progresso tecnologico (e lo sviluppo dei «mass-media») ha sconvolto la logica della comunicazione umana. Abbiamo smar- rito la fiducia nel valore positivo del pluralismo deH’informazione, a cui nel XIX secolo era legata la libertà

di stampa: esso rischia di dive- nire un vuoto principio formale, svincolato dalla ricerca della verità, a cui era legato nella versione originaria. Certo è che l’ideale della giustizia distributiva (anche nella sua recente versione di giustizia sociale) incomincia ad apparire insoddisfacente. Vi è chi, come il Coing, sente la necessità di aggiungere una giustizia protettiva a difesa dei diritti nei confronti del potere politico: i cosiddetti diritti della personalità umana. Non sembra casuale che

la crisi dell’ideale distributivo della giustizia venga a coincidere con la crisi della conce- zione sistematica della scienza giuridica. Saremmo giustificati per- tanto a porci la domanda: è quello della giustizia distributiva l’unico valore della civiltà giuridica occidentale? Da un punto di vista generale la speculazione occidentale sulla giustizia pare un commento al famoso libro quinto della Etica nico- machea, eonsiderato - fin dai commentatori medioevali - «il libro della giustizia

»: ma la dottrina dello Stagirita è stata sottoposta a tali sviluppi ed elaborazioni che l’autentica filosofia è irriconoscibile. Come abbiamo cercato di dimostrare in altra sede, quest’ultima è caratterizzata non da una interpretazione «distributiva» del giusto, ma dal primato della reciprocità, intesa come giustizia naturale tra 55

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Pagina 97 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
cultura giuridica occidentale potrebbe ritrovarsi nell’età media: in particolare nel XII secolo che dal Maitland è stato defmito «the most legal century». Troveremmo qui invero un arsenale delle ideologie della giustizia, a cui in varia misura si riallaccia il diritto comune europeo da un lato, e la tradizione sistematica della scienza giuridica continentale dall’altro lato. Le due concezioni sembrano in un certo senso il prolungamento di due diversi ed opposti ideali di giustizia: «alterum non

laedere», e «suum cuique». Piuttosto che costanti, ci sembra possibile individuare variabili della giustizia nella tradizione giuridica europea. Ma, a malgrado di una varietà di soluzioni, pare esistere una continuità di problemi, la cui consapevolezza costituisce il presupposto per costruire una filo- sofia della giustizia adatta ai bisogni, alle esigenze, alle istanze dei nostri tempi. Cercheró di provare due tesi tra loro connesse: a) la relatività del valore «distributivo» della giustizia, che

è legata ad una concezione contabile, e pertanto statica del diritto. b) il valore della «reciprocità» per il recupero - da parte della filoso- fia del diritto - del problema del movimento del diritto (e di quello della giustizia) nella comunicazione umana. II. — I valori della giustizia nella tradizione del diritto comune europeo: il primato delValterum non laedere. La filosofia della giustizia nella tradizione giuridica occidentale - prima dell’età delle codificazioni, che si ispirava alle dottrine

del diritto naturale moderno - ci rivela la relatività della nostra conce- zione «distributiva», la quale rappresenta soltanto una delle possibili alternative. Se il common law costituisce - come sta dimostrando una recente storiografia - uno dei capitoli del diritto comune europeo, in esso potremmo ritrovarvi le persistenze di alcuni comuni valori che, nel diritto continentale, progressivamente sono stati spazzati via. Essi risultarono incompatibili con i presupposti razionalistici e sog

- gettivistici della filosofia moderna, che prefigurava i rapporti tra una concezione assoluta della giustizia e l’esistenza di un ordine ontolo- gico. I glossatori medioevali costituiscono un fondamentale punto di 57

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica , Sociologia
Anno:
1987
¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 99 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
tie ratio par pari referre non tam incitando ad ipsum exigere quam proibendo, ne vel minus pro nullo inferatur, vel maius pro minori referatur» (ib.). Anche se le tentazioni di una interpretazione distri- butiva del giusto potevano venire dai precetti della giustizia - traman- dati dalla definizione ulpianea - i glossatori awertirono la problema- ticità del suum cuique: dare ad ognuno il «suo» nel senso moderno del diritto soggettivo sarebbe apparsa legalità, non giustizia. L’ideale della

reciprocità andrebbe ricercato nelle soluzioni della scienza giuridica ai problemi emergenti dalla pratica; nelle Dissensio- nes è piú volte affermato dai glossatori che - in assenza del giudice - è legittimo vim vi repellere. Vi è equivalenza tra habere iustitiam ed otte- nere la riparazione del torto: si tratta di un diritto naturale basato sull’istinto della vendetta, inteso come esigenza di giustizia e di egua- glianza. La reciprocità è il valore costitutivo della giustizia; basti con- siderare

la glossa al tit. IX del libro secondo del Digesto: «quod quis- que in alterum statuerit ut ipso eodem jure utatur». Un tale principio, che si ispira a summa aequitas - come ricorda il glossatore - «nititur ex lege divina: ut quod tibi non vis, aliis ne fieris», L’ideale classico della isonomia - intesa come eguaglianza tra governanti e governati - informa le stesse istituzioni giudiziarie medioevali, basate sulla responsabilità professionale del giudice e sulla procedura del sinda- cato

. Se la reciprocità è il valore fondamentale della giustizia, diviene relativa la distinzione tra diritto privato e diritto pubblico, che in nes- sun caso fu vista come una contrapposizione. Anche se le tentazioni di una interpretazione distributiva della giustizia potevano venire dai precetti della giustizia, tramandati dalla definizione ulpianea, i glos- satori awertirono la problematicità del suum cuique. Ha notato Kan- torowicz: «Not only Martinus, but also the laterglossators discuss the problem whether suum

ius must be referred to justitia or to cuique... They saw what modern juristic positivist is tempted to overlook, that a real problem is hidden in these words, To give everybody his «jus» in the sense of legal right is legality, not justice» (Glossators of the Roman Law, Cambridge, 1928, p. 61). È al contrario la ricerca della soluzione giusta - e non l’applicazione meccanica della regola - che interessa il giurista medioevale. 59

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Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica , Sociologia
Anno:
1987
¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 101 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
clariora». Ma l’estensione della legge al passato è contro il dato onto- logico della legge, che è «regula futurorum»: pertanto il principio della irretroattività della legge (tempus regit actum) gode di una posi- zione dominante, in quanto lex legum, a cui è subordinato lo stesso principio della «lex posterior». Per la eterogenesi dei fini la moralizzazione del diritto - attraverso un progressivo processo di laicizzazione - ha prodotto l’effetto opposto di privilegiare l’aspetto materiale

, economico, utilitaristico del diritto: il primato del valore della certezza è risultato compatibile con i valori economici, politici e costituzionali dell’età delle codifi- cazioni. In realtà le dottrine giusnaturalistiche vennero soltanto a dare un piú maturo fondamento filosofico ad una interpretazione «distributiva» del giusto, già largamente penetrata ed accettata dai giuristi. Significativa al riguardo è la posizione di Donello per la con- sapevolezza del rapporto tra una concezione della giustizia

- costruita sul precetto «suum cuique» (a cui viene subordinato l’altro precetto «alterum non laedere») - ed il concetto di diritto come sistema di diritti soggettivi. «Sed et haec praecepta duo partibus plura sunt: re autem ad unum illud genus referuntur, jus suum cuique tri- buere, eoque, ut species genere, continentur. Nam et qui alterius per- sonam non laedit: is maxime jus suum alteri tribuit». Una filosofia della giustizia, basata sul «suum cuique», sembra guardare all’indivi- duo piuttosto nel suo

«avere» che nel suo «essere»: la attrazione del neminem laedere in una ottica «distributiva» del giusto ne ha permesso la rigorosa quantificazione. II processo di subordinazione del «neminem laedere» al «suum cui- que» conduce alla affermazione del dogma del carattere distributivo della giustizia. Basti ricordare l’affermazione di Leibniz: «i beni a cia- scuno assegnati, sia dalla prowidenza, sia dalla operosità personale, sia dalla fortuna, siano dalla azione comune conservati». Conclusione

La filosofia e la scienza giuridica europea hanno ereditato dal diritto naturale moderno una dottrina della giustizia in una ottica distríbu- tiva. Si è aperta cosi la strada da un lato alla identificazione della giu- 61

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Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica , Sociologia
Anno:
1987
¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 98 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
riferimento; la loro dottrina sottintende una giustizia laica e profana, svincolata da presupposti teologici e giusnaturalistici (se intendiamo quest’ultimo termine nel senso moderno). Guido Fassó ha chiarito come ai glossatori fosse estranea una visione coerente del diritto naturale: «Nessuno dei glossatori pensa a scorgere il diritto naturale nel dettame della retta ragione secondo la concezione ciceroniana, che pure i Padri della Chiesa avevano largamente tramandato alla cultura medioevale

conveniens. Dalla relatività e inter- temporalità del diritto deriva la consapevolezza della difficile arte del giurista, nella ricerca di una soluzione non solo giusta e ragionevole, ma altresi opportuna. A fondamento della giustizia «giuridica» è per i glossatori la legge della reciprocità {par pari referre), che in realtà rappresenta una ver- sione giuridica della concezione vendicativa della giustizia. Partico- larmente significative sono, sotto tale profilo, le affermazioni conte- nute in uno

scritto anonimo pubblicato dal Fitting: la giustizia del giurista appare ben lontana dall’ideale della giustizia divina («Est autem iustitia alia superna, alia humana... videntur autem in meritis sibi invicem adversari: ut ecce permittit legitima vi oposita vim repel- lere, iubet evangelium percutienti maxillam prebere et alteram», Fit- ting, Jur. Schriften d. friih. Mittelalters, Halle, 1876, p. 132). In una tale prospettiva i problemi della giustizia appaiono in sostanza problemi di compensazione

, di retribuzione, di «satisfac- tio»: vi è insomma il primato del momento del torto. E tale conce- zione poteva essere incoraggiata da alcune tendenze teologiche, come la teoria della «satisfactio» di San Anselmo nel Cur Deus homo. La giustizia non è considerata dal punto di vista del legislatore, ma dal punto di vista del giudice: è ricerca di eguaglianza, di equilibrio, di reciprocità. Vi è alla base l’esigenza di assicurare uno scambio giusto, impedendo l’abuso, la frode, la violenza: «permittit ergo iusti- 58

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica , Sociologia
Anno:
1987
¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 128 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
nesso, e che la loro congiunzione sia atta a configurare la cultura tipica dell’età tecnologica? Certo, sarebbe paradossale sostenere che il tratto piú tipico della cultura dell’età tecnologica sia quello di essere una cultura roman- tica. Ma, se si paragonano i caratteri della cultura della civiltà tecno- logica che ho enumerati nello schema introduttivo con i caratteri tipici della cultura romantica, si trova che i primi, pur non coinci- dendo con i secondi, ne sono la caricatura, fino

all’esasperazione. Questo indurrebbe a vedere, se non una coincidenza, una connes- sione sottile ed efficace tra tecnologia in forma esplosiva e romanti- cismo: al di là della eonnessione scontata tra tecnologia e mentalità illuministica, di cui s’é detto all’inizio. Se questa è la diagnosi, la prognosi, che ne segue con sufficiente verosimiglianza, non puó che essere una prognosi riservata. La cul- tura d’una civiltà tecnologica è una cultura in cui la tecnica si è sper- sonalizzata. E ciò, se non trova

correttivi e compensazioni, non puó che portare alla morte della cultura. Già la tendenza delle attività cul- turali piu trionfali del nostro secolo, ad assumere forme sempre piú applicative e meno teoretiche, suscita allarme; e la constatazione che è sempre piú difficile per l’individuo lavorare da solo in un campo scientifico non basta a nascondere la triste realtà, che il «lavoro di squadra» è tanto piü facile e redditizio quanto meno è creativo. La tecnica è passata in possesso delle macchine

, anziché degli individui: e non importa che le macchine abbiano anche uno o piú individui come loro elementi funzionali, o che siano, addirittura, macchine sociali, organizzative, politiche, aziendali: la loro è sempre una te- cnica della trasformazione, non della creazione. La tecnica della cultura, per contro, è tecnica della creazione, cioé del venire al mondo di qualcosa che non si riduce a una ricombina- zione, per quanto utile, ingegnosa, complicata, di ció che già c’era. «Tecnologia» significa

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica , Sociologia
Anno:
1987
¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 248 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
dello sviluppo delle nostre società, come si tratti di un tema al cui dibattito non possono non concorrere tutti e come, quindi, un Parlamento dalle caratteristiche del Parlamento Europeo non sol- tanto non possa sottrarsi a tale dibattito ma anzi debba farne uno dei punti centrali di riferimento di tutta la propria attività. In tale contesto i problemi della famiglia sono affrontati quale nucleo fondamentale della società ed in relazione al riconosci- mento e alla tutela dei diritti dei

quali si valuterà la capacità dell’uomo, per garantire la sua stessa esistenza, di saper conciliare la tutela vigorosa dei diritti fondamentali della propria personalità, con il riconoscimento del ruolo che l’organizzazione avanzata, in base a sistemi automatiz- zati, della società, dovrà avere. II dibattito su questo al Parlamento Europeo è molto vivace e le risoluzioni in proposito approvate costituiscono importante punto di riferimento. Quanto ai problemi della cultura è interessante ricordare

come recentemente gli Stati Membri della Comunità abbiano deciso la creazione di una Fondazione Europea avente per scopo l’accresci- mento della comprensione reciproca fra i Popoli della Comunità e la promozione di una migliore conoscenza del patrimonio cultu- rale nella sua ricca diversità e nella sua unità. Ció in quanto, mentre, come si dirà piú avanti, si tenta da parte del Parlamento Europeo di spingere la formulazione di una politica comune dell’istruzione, per quanto riguarda il piu vasto

campo della cul- tura si tratta di meglio conoscerla, nelle sue varie componenti, e di farne emergere i caratteri unitari, Un problema che è stato piú volte posto sul tappeto della discus- sione, e che mi pare non possa essere dimenticato in questa sede, è quello sollevato da coloro i quali temono che la ricerca di caratteri unitari nello sviluppo culturale delle società dei Paesi Membri 208

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica , Sociologia
Anno:
1987
¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 350 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
Spiega e giustifica le norme della produttività e del benessere in equilbrio con i bisogni delPanima e rende quelParmonia spirituale onde la vita è vis- suta in unità di idee e di azione, in quel sistema di dottrine che fa della prassi il suo fine e che da essa trae impulso a piú fertili idee e a piú elevato pensiero. Una fusione di idee e di fatti che nulla toglie alPeconomico e al sociale mentre tutela in essi gli interessi piu veri della vita spirituale. A1 fondo di un tale travaglio sta una

larga concezione morale intesa come concetto del vivere che in fattori teorici e pratici unisce la norma del pensare e la regola dell’agire. Una morale siffatta è necessario presupposto di ogni forma di civiltà, ne è principio. L’era tecnologica è già di per sé condizione di una dimensione morale della vita, in ogni caso la richiede come base del suo retto sviluppo, criterio e norma del suo produrre e del suo espandersi nell’oggettiva utilità degli uomim e del pubblico bene. Una morale intesa

in senso precettistico, limitata alla prescrizione di norme e a semplici canoni di comportamento puó anche essere estranea ai caratteri operativi della tecni- ca e pure alle scoperte della scienza, alPazione di incivilimento e di tra- sformazione operata dalla crescente pratica del tecnicismo e dalla conse- guente espansione industriale. Ne è estranea unicamente nella sua auto- noma attività precettiva e solo in quanto si limita a un compito siffatto. Solamente in questo senso si puó accettare

il concetto dell’autonomia della tecnica dalla morale e dai valori spirituali difesa, fra gli altri, da Ellul nel suo citato saggio (p. 136 e passim). Ma non nel senso piú lato e piú giusto di una soluzione del rapporto tra Puomo e il mondo modificato dalPazione pratica della tecnica e dalla conoscenza scientifica. Di quel rapporto che Ímplica una piú ricca concezione delPuomo e delle sue aumentate capacità pro- mosse proprio dal sapere scientifico e dalle sue applicazioni tecniche, dell’uomo protagonista

allarga nel pro- cesso produttivo e di scambio, in un sistema di integrazione e di compensa- zione di beni e di servizi, i confini del suo mondo. E questo frutto di un travaglio presente in modi diversi in ogni epoca di transizione e lo è notevolmente oggi quando con spirito di conquista e ansia di rinnovamento, evoluzione e progresso giocano la loro carta migliore. È necessario che Panima della nostra storia riesca a trarre da tali processi e dalla ricerca del nuovo quell’interiore ragione che

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Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica , Sociologia
Anno:
1987
¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 253 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
versione delle aziende produttrici verso nuove tecnologie, influenza non poco i problemi della disoccupazione. Gli inter- venti del fondo sociale europeo per quanto riguarda la formazione professionale sono consistenti e, pure affiancando gli interventi dei Paesi Membri, possono ben essere qualificati essenziali per la soluzione di questo problema. Si può ben affermare che la formazione professionale è un investi- mento, anche a medio e lungo termine, assolutamente necessario per risolvere

alcuni problemi fondamentali di oggi e del domani della nostra società. 6) Credo occorra aggiungere che spesso, anche nelle tematiche pro- poste dal Congresso, le competenze della Comunità appaiono controverse e soprattutto è controversa la competenza di quale istituzione debba defmirle; per non parlare della volontà politica di farlo. È anche in questa ottica che il Parlamento Europeo ha di recente preso l’iniziativa di istituire una sua specifica Commis- sione di lavoro per redigere un progetto

di modifiche ai trattati di Roma avente in particolare i compiti di meglio qualificare e defi- nire le competenze della Comunità rispetto alle competenze dei Paesi Membri, di meglio prevederne gli strumenti operativi e, soprattutto, di conferire le competenze decisionali ad istituzioni che maggiormente possano esprimere la volontà della costruzione europea: tra esse in primo luogo quella del Parlamento Europeo. 7) II tema di questo Convegno è Punità d’Europa: Società e Cultura in una età industriale nel

mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca. La società industriale è quella in cui i processi di formazione e di accumulazione della produzione e, quindi, della ricchezza non sono piú affidati soltanto alla natura, come nelle società agricole, ma sono il frutto delPorganizzazione, delPapplicazione dei risul- tati della ricerca scientifica, dell’ottimizzato uso del capitale, e, soprattutto del finalizzato impiego delle forze umane. Questa ultima caratteristica mette subito in risalto

il ruolo della cultura in un’età industriale in quanto sottolinea che l’impiego delle risorse umane, per essere fmalizzato, non puó che contare sul continuo 213

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica , Sociologia
Anno:
1987
¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 131 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
: «Sono d’accordo con gran parte delle conclusioni della brillante relazione del Prof Mathieu. Vorrei limitarmi adalcune domande, soprattutto perquanto si riferisce alla tesi, secondo cui l’età tec- nologica affermatasi nel Settecento trova la suagenesi in un fenomeno culturale che si afferma dal Cinquecento in poi. La storia della civiltà giuridica potrebbe rive- larci che le radici del nuovo modo di pensare possano essere ricollegate all’età media. Mi viene dapensare inpnmo luogo alla logica

di concetti rinvia ad un ordine ontologico che garantiva il rigore di una ricerca automatica, meccanica, tecnica rispetto ad ogniproblema giuridico. Sotto tale profilo i vocabo- lari giuridici medioevali costituiscono ilprimo esempio di una macchina computi- stica. In secondo luogo vorrei considerare il ruolo che - nella accelerazione delfeno- meno della mentalità tecnologica - ha esercitato il passaggio dall’Università medioevale all’Umversità dell’llluminismo. Quest’ultima infatti determina una rottura

con lo spirito critico di una Università, che - come quella medioe- vale, basata sulle arti liberali - era finalizzata alla licentia docendi. Al con- trario l’Università dell’Illuminismo - che mira alla formazione difunzionari e burocratici - rflette un modello di razionalità che, in opposizione a quella dia- lettica, definirei ‘burocratica’. A quest’ultimo punto si ricollega il terzoproblema connesso all’influsso che - nell’affermazione dell’età tecnologica - ha esercitato l’insegnamento della

logica. Da un punto di vista generale - nel passaggio all’età moderna - si assiste sul piano didattico all’eliminazione della retorica dal curriculum degli studi; essa viene sostitmta dalla logicaformale: Ílpassaggio implica l’attenzione esclusiva verso il ragionamento more mathematico o more geometrico. IIdisinteresse verso le operazioni sociali della mente umana -peculiari delmodellogiuridico di ragionamento - costituisce un evento traumatico nella storia della civiltà occi- dentale: esso

e collegato al declino della retorica e della dialettica». 91

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Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica , Sociologia
Anno:
1987
¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 285 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
lavoro; l’aspetto didattico dell’apprendimento innovativo o anticipatorio; l’aspetto predittivo dell’orientamento scolastico e professionale, II primo riguarda la «cultura del lavoro» diretta a stabilire un rapporto costruttivo tra il bisogno di sviluppo della persona e il bisogno di sviluppo della socictà, attraverso la mediazione del lavoro: un’attività organizzata rivolta a produrre un profitto e a distribuirlo fra coloro che hanno concorso a produrlo, a scambiarlo, a consumarlo, La cultura

del lavoro - come ogni altro aspetto della cultura - ha, quindi, una dimensione soggettiva: l’insieme delle conoscenze, delle abilità, delle competenze e dei comportamenti che caratterizzano l’individuo in quanto partecipe di un sistema tecnologico (le strutture di lavoro con le loro attrez- zature) e una dimensione oggettiva: l’attività, la «prestazione» realizzata, che ha una sua logica interna (struttura - procedimenti - linguaggi) ed un suo signifieato personale (rivelazione di competenze

), sociale (scambio di ser- vizi), giuridico (prestazione per utilità altrui dietro compenso), economico (produzione o trasformazione di beni). Gli obiettivi caratterizzanti e formativi di questa cultura possono essere definiti come momenti di un «continuum» che va dalla conoscenza di spe- cifiche mansioni e livelli operativi nei diversi settori della produzione e dei servizi, alla conoscenza del grado di sviluppo della tecnologia in essi adot- tata (tecniche, macchine e strumenti impiegati per

trasformare i materiali e utilizzare le informazioni al fine di produrre risultati specifici); allo studio delle logiche dei processi produttivi considerati nel loro insieme, dei lin- guaggi tecnico-scientifici comuni a gruppi di professioni, del tipo di orga- nizzazione del lavoro e, cioé, della suddivisione e attribuzione delle opera- zioni a determinate persone con il eonseguente coordinamento tra le mac- ehine, le operazioni e gli uomini coinvolti, delle condizioni in cui si svolge il lavoro, ecc

scolastici, le esperienze realmente vissute dall’alunno in formazione, servano a ricostruire i procedi- menti di lavorazione dal lavoro manuale a quello meccanizzato, alle nuove tecnologie, ad evidenziare come il tipo di lavoro, la quantità di prodotto finito, Í tempi di produzione siano o no legati all’uso della macchina; a prendere coscienza della trasformazione del lavoro e della condizione ope- raia, dalla rivoluzione industriale ad oggi e del rapporto fatica fisica e fatica psichica nell’ambiente

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica , Sociologia
Anno:
1987
¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 30 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
e la degenerazione dei eostumi; in cui domina un pericoloso conflitto di idee e di movimenti... Abbiamo una Huropa della cultura con i grandi movimenti filosofici, artistici e religiosi, che la contraddistinguono e la fanno MAESTRA DI TUTTII CONTINENTI; abbiamo un’Europa del lavoro che, mediante la ricerca scientifíca e tecnologica si è sviluppata nelle varie civiltà, fino ad arrivare aif attuale epoca dell’industria e della cibernetica; ma c’é pure un’Europa delle tragedie dei popoli e delle

nazioni, l’Europa del sangue, delle lagrime, delle lotte, delle rotture, delle crudeltà piu spaventose. Anche sull’Europa, nonostante il messag- gio dei grandi spiriti, si è fatto sentire pesante il dramma del «peccato», del male, che, secondo la parabola evangelica, semina nel campo della storia la funesta zizzania. Ed oggi, il problema che ci assilla, è proprio sal- vare l’Europa e il mondo da ulteriori catastrofí». Cosi il Papa. Noi possiamo soltanto sforzarci - anche in questo convegno di scoprire

quelle comuni radici delle nazioni europee le quali nel tempo dell’industrializzazione sono almeno in parte sbarrate o portate al depe- rire. O l’Europa si unisce sulle radici comuni cristiane, o l’Europa spa- risce! II Presidente dell’Istituto, Prof. FRANCO VALSECCHI, ricorda come il problema dell’Europa, dell’unificazione europea, della sua realizza- zione, dei modi in cui si manifesta, delle forme che assume, sia piú che mai all’ordine del giorno in questi ultimi tempi nel vasto e acceso dibat

- tito sui grandi problemi della politica mondiale. Un bilancio dell’orga- nizzazione europea si pone e si impone su un piano internazionale, come piú adeguato strumento per valutare il posto che spetta all’Europa, la parte che l’Europa è chiamata a recitare sulla scena mondiale. E si pone e si impone anche su di un altro piano, sul piano che si potrebbe chia- mare interno, per la possibilità che offre di valutare la maggiore o minore efficienza delle sue strutture al fine che si prefigge

, la capacità ad esempio di collegare le singole nazioni in un quadro d’insieme, di superare, di eli- minare l’individualismo nazionale. La costruzione d’Europa: un movimento ormai in pieno corso, ma ancora lungi dalla meta. II giudizio sul punto d’arrivo del percorso finora compiuto si riassume in due sostanziali prese di posizione. Da una parte la coscienza della neces- sità della soluzione unitaria, posta come imperativo dell’evoluzione dei tempi, delle esigenze del mercato internazionale; dall’altra

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica , Sociologia
Anno:
1987
¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 228 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
molto separatismo tra i vari gruppi linguistici. I margini dell’effettiva coeducazione sono piuttosto ristretti. È desiderabile tuttavia che i risultati dell’esperimento che dura già da alcuni anni, pur se è andato sempre piu sfiorendo, siano attentamente studiati, valutati e divul- gati da parte di esperti specializzati e indipendenti. Nel luglio nel 1977 la Comunità ha emanato la direttiva n. 486 che sembra destinata ad incidere profondamente nella storia della scuola e dell’educazione

nell’ambito della stessa comunità. Essa riguarda il trattamento scolastico-educativo per i figli dei lavoratori emigrati residenti con i genitori nei Paesi di immigrazione. La direttiva che è già in applicazione, obbliga gli Stati ospitanti ad attuare iniziative idonee ad inserire in modo efficace i figli degli emigranti nelle pro- prie scuole affinché essi si formino senza discriminazioni nella lin- gua e cultura nazionale dello Stato di immigrazione e nello stesso tempo li obbliga ad attuare iniziative

se la si colloca e valuta nella prospettiva dell’educazione europea. Essa prefigura un tipo di formazione bilinguistica e bi-culturale incarnandola, per cosi dire, nei figli degli emigranti stabilizzati. Questi giovani, se dawero la direttiva si realizzasse, diverrebbero portatori e messaggeri di due lingue e di due culture, di quella della patria d’origine e di quella della patria acquisita, fuse nella loro personalità. Si passerebbe dalla tradi- zionale figura dell’emigrato emarginato o escluso alla nuova

figura dell’emigrato artefice e costruttore di una integrazione linguistica e culturale piu alta e piu ricca. Quanti sono desiderosi di studiare i pro- blemi delPallargamento del quadro della educazione, imposto dalla stessa unità europea, non possono negare la loro attenzione ai risul- tati e agli sviluppi della sperimentazione della interessante direttiva della Comunità recante il n. 486. Guardando a tutto il panorama delle scuole europee in questo momento di difficoltà e di incertezze della

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica , Sociologia
Anno:
1987
¬L'¬ unità d'Europa: società e cultura in un'età industriale nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XVII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 3 - 7 maggio 1982
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Pagina 348 di 356
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <17, 1982, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXVII, 313 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Gesellschaft und Kultur in einem Industriezeitalter im deutschen und italienischen Sprachraum Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Kultursoziologie ; f.Kongress ; g.Meran <1982>
Segnatura: II Z 759/17(1982)
ID interno: 62148
piü solidarmente esigenze di vita e di azione e tende a unificare i destini dell’uomo. È atto spirituale quello che nella difesa della persona nella sua libertà e nella sua dignità si riscatta dalla passività del vincolo tecnologico e ne domina il congegno adeguando il significato della tecnica alla sua natura e ai suoi fini. C’è da dire che nella tecnica l’uomo si concilia col mondo, in termini speculativi supera la tradizionale contrapposizione di soggetto e oggetto e nell’opera costruttiva

sintetizza i due momenti in unica realtà, soggettiva e interiorizzata da un canto, contrapposta e oggettivata dall’altro. È l’espressione della piü alta risorsa dell’uomo, della sua capacità, della sua iniziativa, di quella vitalità che egli esprime nel suo prodotto, fatto di pen- siero e di materia. A tale condizione la tecnica diviene nelle mani dell’uomo uno strumento creativo, mezzo di vita operosa e costruttiva. In essa l’uomo si realizza, esprime la sua intelligenza, attua il suo sapere. Arte del

fare, essa integra la struttura mentale dell’uomo e lo completa in quanto si fa applica- zione pratica della sua scienza e della sua arte. Tutte le attività umane ne risentono. Lo sviluppo tecnico condiziona quello economico in modo piü evidente di ogni altra attività. Ma è vero che tale influenza si riflette su tutte le forme del fare umano. E non perchè l’eco- nomia vi ha solo un ruolo primario, ma perchè essa oltre che caratterizzare una delle manifestazioni del vivere è a sua volta un prodotto

di atteggia- menti di pensiero, di incidenze psicologiche, di virtü pratiche. Ogni aspetto del sapere in verità, da quello storico, allo scientifico, al pratico, segue l’evo- luzione della tecnica e ne è causa ed effetto insieme. La stessa riflessione umana nell’atto speculativo che è al suo centro rapporta a un siffatto pro- gresso la sua concezione di vita e pure le sue vedute fisiche e metafisiche. Alla luce del progresso tecnico-scientifico cioè modifica o scopre nuovi ele- menti costitutivi di tali

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