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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Pedagogia, insegnamento , Giurisprudenza, politica
Anno:
1986
¬L'¬ unità d'Europa e il problema educativo nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco : atti del XVI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 17 - 20 ottobre 1979
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Pagina 190 di 392
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <16, 1979, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXIX, 341 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und das Erziehungsproblem in der deutschen und italienischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Erziehung ; f.Kongress ; g.Meran <1979>
Segnatura: II Z 759/16(1979)
ID interno: 62146
II primo idioma funzionale del mondo culturale europeo è stato il greco nella forma della koiné. Ció fu dovuto non alla potenza politica, ma, da una parte, a fattori immanenti alia lingua, grazie ai quali essa fu in grado, primo idioma europeo, di formulare pensiero filosofico e ricerca scientifica, e dall’altra — e in conseguenza di ció — al suo straordinario prestigio culturale in tutto il mondo di allora. II ruoio del latino puó richiamarsi ad una superiorità culturale solo per quanto

riguarda l’Occidente dell’Impero romano, non POriente, di forte impronta greca, dove del resto non è mai riuscito ad imporsi del tutto, Dietro al latino c’era invece soprattutto la potenza politica, che non con- tentandosi di fornire una lingua quale mezzo di comunicazione del tipo della koiné, ha anche avuto come effetto la romanizzazione di gran parte delPEuropa, dando perció la sua Ímpronta al panorama linguistico europeo, Ma anche dopo la caduta dell’Impero romano e la separazione dei diversi

idiomi romanzi, il latino continuó a vivere, soprattutto grazie ail’infiuenza della chiesa, dove fu impiegato come lingua ufficiale e come lingua litur- gica, ancora per circa un millennio e costitui, evolvendosi organicamente in latino ecciesiastico e medioevale, la piú importante lingua Ínternazionale nei campi della cultura religiosa e secolare, dell’amministrazione e della giu- risprudenza, della scienza e della letteratura, È un’ironia del destino il fatto che proprio coloro che volevano rendere

metà del nostra secolo. Attualmente non sussistono buone prospettive per una sua riattivazione come mezzo di comunicazione internazionale nel campo scientifico. Se paragonato all’importanza del latino, il ruolo internazionale che hanno avuto i singoli volgari nel Medioevo e nel Risorgimento è modesto, come per esempio Poccitanico nella poesia lirica cortese anche al di fuori della Provenza o la prosa scientifica francese di Brunetto LatinÍ e Marco Polo. E solo questo vuoto lasciato dal latino forni

ai singoli volgari la possibilità di divenire lingue funzionali di grande e duratura importanza. Inizialmente lo divenne Íl francese che, da Luigi XIV alla fine della prima guerra mon- diale fu, ineontrastato, la lingua della diplomazia, della scienza, delPélite spirituale e della buona società, Prese Pavvio da un’egemonia politica e culturale, ma vi contribuirono in misura non inferiore anche fattori immanenti alla lingua. 144

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Pedagogia, insegnamento , Giurisprudenza, politica
Anno:
1986
¬L'¬ unità d'Europa e il problema educativo nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco : atti del XVI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 17 - 20 ottobre 1979
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Pagina 58 di 392
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <16, 1979, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXIX, 341 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und das Erziehungsproblem in der deutschen und italienischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Erziehung ; f.Kongress ; g.Meran <1979>
Segnatura: II Z 759/16(1979)
ID interno: 62146
Settecento le conferme sono continue ed inequivocabiii - è stato giu- stamente detto e ribadito, contrassegnando anzi l’atteggiamento scientifíco con i prevalenti caratteri della teoreticità, della discorsi- vità logica, della indagine analitica e sistematica. Sono anche stati (e lo sono tuttora) determinanti i fattori economico-commerciali, dai banchieri fiorentini alle diverse forme di liberalizzazione imposte dall’evolversi dei tempi e dal mutarsi dei luoghi dal Seicento in poi, in primis

, in Inghilterra e in Olanda. E infine come trascurare quel fattore che è in qualche modo alla base di tutti, in quanto dà le condi- zioni della «effettualità europea» e cioé il fattore politico, sia pure di volta in volta attanagliato nel contrasto - o dialettica che dir si voglia - di nazionaiismo-internazionalismo, o nella lotta delle classi, che verrà com’é noto, anch’essa teorizzata anche a livello europeo, cosi da condurre nel 1867 alla richiesta della formazione degli «Stati Uniti d’Europa 1). Ma, ancor

prima che si affermasse l’orientamento marxista, le nuove classi sociali del commercio, della cultura, della magistratura e della burocrazia, si erano sostituite alle oramai decadenti classi della nobiltà, del clero, della borghesia (e si puó aggiungervi anche il prole- tariato), cosi da farle apparire al Saint-Simon essenziali per la costru- zione di quella società europea che egli nel 1814 progettava, secondo uno schema positivistico su basi laiche e seientifiche. Nel medesimo anno 1814, anche

il tedesco Carlo Federico Krause proponeva il suo Progetto di confederazione europea 2). Cosi nel confronto tra le esigenze della unità e quelle della confede- razione - e in questo confronto entrano anche gli italiani: per tutti ricordiamo Carlo Cattaneo e Giuseppe Mazzini - si apre quel secolo che si sarebbe mosso in direzione opposta, verso le affermazioni nazionalistiche, fattore non secondario di provocazione per le due guerre mondiali del nostro secolo. II fatto è che nel momento stesso in cui

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Pedagogia, insegnamento , Giurisprudenza, politica
Anno:
1986
¬L'¬ unità d'Europa e il problema educativo nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco : atti del XVI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 17 - 20 ottobre 1979
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Pagina 284 di 392
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <16, 1979, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXIX, 341 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und das Erziehungsproblem in der deutschen und italienischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Erziehung ; f.Kongress ; g.Meran <1979>
Segnatura: II Z 759/16(1979)
ID interno: 62146
l’altro, la trova anche piú indifferente e refrattaria ad una profonda trasformazione che sia, ad un tempo, ispirata ad una profonda unità culturale e sociale. 3. Gli aspetti principali della crisi che attualmente affligge l’Univer- sità in Itali riguardano: l’unità della cultura, il rapporto tra la ricerca scientifica e la formazione professionale e infme il rapporto tra l’Uni- versità e la società in cui essa è chiamata ad operare. Circa il primo aspetto e per quanto rilevante risulti

la confluenza nell’Università di molteplici elementi e istanze della vita culturale odierna, resta pur fermo che uno dei compiti non rinunciabili dell’Università è quello di ritrovare un’ispirazione unitaria alla cultura; non si tratterà tanto di un’unità di oggetto quanto di un’unità metodica; ma senza unità della cultura, e senza unità tra la cultura e l’azione storica viene meno una delle funzioni piu significative della scuola superiore. Ora, per la situazione italiana, la fase storica piu recente

in cui è stata realizzata un’unità culturale è stata quella contrassegnata dall’idealismo; ma si è trattato, appunto, di una unità piü apparente che reale, se è stata ottenuta attraverso la profonda separazione della filosofia dalla scienza. Quando poi, con la seconda guerra mondiale, si è determi- nata la crisi della cultura idealistica, i confmi nazionali si sono aperti alle piu varie influenze dottrinali e teoriche, ma senza che si sia riu- sciti a realizzare, negli anni piü recenti, una fusione

piü armonica ed equilibrata delle prospettive generali del pensiero con gli sviluppi piú significativi della ricerca scientifica. Né lo spiritualismo della tradi- zione, né l’affermazione piú recente dell’ideologia marxista sono pervenuti in proposito a risultati unitari piú approfonditi ed organici. Per essi si può dire quello che già è stato affermato per l’idealismo, ossia che si è collocato accanto, ma esternamente, rispetto ai piú significativi progressi della ricerca scientifica. La dualità

delle due culture, la cultura scientifica da un lato e la cultura filosofico-lettera- ria dall’altro, o, piú recentemente, filosofico-ideologica, sembra lar- gamente permanere come tratto distintivo dell’Università: o, almeno, gli accenni ad un superamento della divisione e ad una genuina compenetrazione unitaria di orizzonti e di fini sono ancora embrionali e sporadici. Chè, anzi, oggi si puó dire che nell’ambito della Università in Italia si svolgano e, a volte, si contrastino, senza 238

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Pedagogia, insegnamento , Giurisprudenza, politica
Anno:
1986
¬L'¬ unità d'Europa e il problema educativo nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco : atti del XVI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 17 - 20 ottobre 1979
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Pagina 349 di 392
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <16, 1979, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXIX, 341 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und das Erziehungsproblem in der deutschen und italienischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Erziehung ; f.Kongress ; g.Meran <1979>
Segnatura: II Z 759/16(1979)
ID interno: 62146
tecipanti ad un incontro organizzato a Strasburgo dal Consiglio d’Europa nel corrente anno (1979) — il «transculturismo» e cioé: da un lato l’insegna- mento agli. immigrati della lingua e della cultura del paese che H ospita e viceversa della cultura e della Íingua dei paesi d’emigrazione ai fanciulli dei paesi ospiti, Attraverso il «transculturismo» verrebbe facilitata l’integrazione dei figli dei migranti a parità con i coetanei oriundi e verrebbero rese piú dignitose le condizioni di lavoro

scolastico. Nel campo della sperimentazione di innovazioni scolastiche, c’é da segnalare la nascita delle prime «scuole europee» a Lussemburgo, Bruxelles, Mol, Varese, Karlsruhe e Bergen. Lo scopo di queste scuole — è detto nel testo della pergamena racchiusa nella prima pietra dei loro edifici — è di edu- care gli alunni dei diversi paesi gli uni a contatto con gli altri in modo che «liberati fin dalla piu giovane età dai pregiudizi che dividono, iniziati alla bellezza e al valore delle diverse culture

, essi prenderanno coscienza — cre- scendo — della loro solidarietà. Pur conservando l’amore e la fierezza della loro patria, diventeranno spiritualmente europei, pronti a compiere e a con- solidare l’opera intrapresa dai loro padri per l’avvento di un’Europa unita e prospera». I governi dei paesi della Comunità europea del carbone e dell’acciaio — firmando la carta della «scuola europea» nel 1957 — hanno istituito la prima scuola intergovernativa ufficiale, dotando l’Europa di un nuovo tipo di isti

- tuto di insegnamento. Non si comprende, pertanto, come la sperimentazione in atto nell’am- bito delle istituzioni scolastiche del nostro paese, non abbia tentato di rea- lizzare istituzioni analoghe: almeno nei territori dell’Alto Adige e della Valle d’Aosta. 303

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Pedagogia, insegnamento , Giurisprudenza, politica
Anno:
1986
¬L'¬ unità d'Europa e il problema educativo nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco : atti del XVI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 17 - 20 ottobre 1979
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Pagina 223 di 392
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <16, 1979, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXIX, 341 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und das Erziehungsproblem in der deutschen und italienischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Erziehung ; f.Kongress ; g.Meran <1979>
Segnatura: II Z 759/16(1979)
ID interno: 62146
che ha dato origine alla scuola di massa, anche a livello superiore. Di tale situazione sono responsabili, tra l’altro, le mancate riforme della scuola secondaria superiore e di quella universita- ria, nonché molte errate concessioni e disposizioni emanate sull’onda della contestazione studentesca del ’68. Oggi si nota una progressiva regressione della popolazione scolastica ai livelli superiori, regressione orientata verso una minore domanda di istruzione e una maggiore richiesta

di occupazione al termine della scuola dell’obbligo o verso una preferenza per corsi di for- mazione professionale di breve durata; regressione inoltre che nelle previsioni è destinata ad aumentare per il minore afflusso di studenti della scuola media inferiore, anche per effetto del rela- tivo andamento demografico. 4. La Scuola Materna, istituita dallo Stato nel 1968 (Legge 444), secondo quanto stabilisce la legge stessa si propone fini di educa- zione, di sviluppo della personalità infantile

, di assistenza e di preparazione alla frequenza della scuola deirobbligo, inte- grando l’opera della famiglia. Da ció si deduce che la sua fun- zione non è tanto quella di agevolare il lavoro dei genitori, tanto meno di favorire il disimpegno educativo della famiglia, e nem- meno quello di anticipare l’istruzione scolastica, ma piuttosto di garantire a tutti i bambini il diritto di essere uguali di fronte all’educazione, nonché di compensare la eventuale mancanza di stimolazioni culturali, di arricchire

il mondo delle loro espe- rienze, di favorire il loro processo di socializzazione. E indubbiamente una grave omissione, quella dello stato ita- liano, di aver atteso circa un secolo, dalle positive esperienze dell’Agazzi e della Montessori, prima di promulgare tale legge istitutiva, anche se all’educazione infantile, con funzione vica- ria, si dedicavano con lodevole impegno le istituzioni private. E doveroso riconoscere che tale colpa di origine spiega le difficoltà e le incertezze che tuttora

si riscontrano nella pratica educativa. Tuttavia è anche doveroso riconoscere che il vecchio modello custodialistico ha ormai in Italia varcato le frontiere in direzione pedagogica, per assumere un impegno di liberazione e di riscatto esistenziale del bambino. Purtroppo ancora troppe famiglie non comprendono tale vera funzione della scuola materna il cui 177

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¬L'¬ unità d'Europa e il problema educativo nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco : atti del XVI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 17 - 20 ottobre 1979
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Pagina 26 di 392
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <16, 1979, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXIX, 341 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und das Erziehungsproblem in der deutschen und italienischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Erziehung ; f.Kongress ; g.Meran <1979>
Segnatura: II Z 759/16(1979)
ID interno: 62146
visione del tutto particolare del problema filosofico politico, in quanto distingue nettamente i due ordini (Impero e Chiesa) e i due fini della per- sona umana (naturale e soprannaturale), concezione che include l’afferma- zione del primato della morale sulla metafisica, poiché Dante riconosce il valore piu alto della Teologia sulla metafisica e pertanto della soprannatura sulla natura, Successivamente la personalità di Dante spiccherà anche nella poesia. L’ opera di Dante divulgata nel secolo

XVIII nel mondo germanico dello sviz- zero Bodmer e poi dal tedesco Bachenschwanz, grazie alla completa tradu- zione della «Divina Commedia», forni rnotivi di entusiasmo per i romantici per l’approfondimento degli studi dantesehi. Non di meno l’austriaco Mus- safia (di Spalato) si rese benemerito nella prima metà del secolo XIX con una descrizione dei codici della Divina Commedia (oggi conservata nella Natio- nalbibliothek di VÍenna). Con il fiorire delle traduzioni e degli studi delle opere

dantesche, si pensó alla fondazione di una «Deutsche Dante Gesellschaft» che venne inaugu- rata a Dresda nel 1865 (VI centenario della nascita di Dante), la piu antica delle società dantesche. A coronamento della fortuna di Dante in Austria, GermanÍa e Svizzera, si distingue la particolare critica dantesca italiana del nostro secolo (Pascoli, Croce e Momigliano, Apollonio).» II DÍrettore dell’Istituto prega quindi il Presidente Prof. Franco Valsecchi di offrire il primo esemplare della collana

al Direttore Generale Dott. Nicola Remine, illustre rappresentante del Ministero della Pubblica Istru- zione, e invita tutti i partecipanti al XVI convegno a ritirare il volume in Segreteria, considerandolo come dono dell’Istituto offerto in occasione del XX anno di vita (dalla costituzione a carattere internazionale). II Professor FERDINAND HOLBÖGK, Viee Presidente dell’Istituto Culturale Italo-Tedesco, esprime gioia per la scelta di questo argomento importante e attuale anche dopo le elezioni per

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Anno:
1986
¬L'¬ unità d'Europa e il problema educativo nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco : atti del XVI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 17 - 20 ottobre 1979
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Pagina 277 di 392
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <16, 1979, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
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Descrizione fisica: XXXIX, 341 S.
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Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und das Erziehungsproblem in der deutschen und italienischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
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Segnatura: II Z 759/16(1979)
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, Perché quesPopera dell’uniftcazione d’Europa potrà essere portata avanti con successo solo se noi possediamo piü che una conoscenza superficiale di importanti lingue europee: abbiamo bisogno invece di una chiara visione della nostra storia e cultura comune, delle nostre strutture economiche e politiche, per poter capire i nostriproblemi comuni e iproblemi dei nostripartners. Una tale cono- scenza non si ottiene peró da una mezza formazione culturale, ma da una forma- zione esigente e solida

». II Professor Theodor WILHELM espone le seguenti considerazioni: «Bisogna essere riconoscenti al collega Ballauff che ha riportato alla memoria il vero compito della scuola, che negli anni della contestazione era stato deformato in modo cosi brutto. In realtà la scuola non devepreparare semplicemente a quella determinata professione, ma deve costruire un orizzonte generale spirituale che ponga l’utente della scuola nella condizione di vivere in modo civile, di comportarsi in in modo riflessivo e non solo

al difuori dellaprofessione, ma anche nell’esercizio della stessa. Davanti ad un pubblico internazionale mi sembra necessario aggiungere una integrazione che non è senza importanzaper la comprensione di sé della scuola. La scuola ha anche un compito politico; essa è un’istituzionepolitica e tra il resto è deputata afornire motivazioni alla generazione seguenteper una corresponsabilità democratica nel senso della nostra Costituzione. La formazione politica in Germania Occidentale

hapercorsoprecisamentegli stadi che il collega Ballauffha posto a base della sua relazione. Dalla caduta della dittatura di Hitler nel 1945 abbiamo tratto inizialmente la conclusione che la scuola tedesca aveva sbagliato nel campo dell’educazione politica. Non le era riu- scito di erigere una barriera interiore - spirituale e morale - contro l’indottrina- mento nazionalsocialista. Nel 1945 cadde la pretesa monopolistica dell’etica di partito e di Stato. Noi cominciammo con un’educazione democratica a pieno ritmo

. Introducemmo nell’orario scolastico l’insegnamento dell’educazione civica e facemmo del nostro meglioper mostrare agli studenti la Repubblicafederale appena sorta e la sua «Costituzione» dal loro lato migliore. Ma anche questo evidentemente non eragiusto. Lo scoppio della rivolta giovanile mostró che la scuola tra il 1945 e il 1965 aveva dato troppo poco spazio alla critica politica. In primo piano c’era stata la giustificazione dell’esistente, Siparlava troppopoco delfatto che le con- dizioni

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Pagina 340 di 392
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <16, 1979, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
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La parola «comunità» sembra, invece, inequivocabile: essa è fatta di comunione e la presenza in essa non puó prescindere da quella modalità che si definisce nell’esser in comunione con gli altri, conferendo cosi all’inter- personale Tindicazione d’una interazione reversibile. La comunità, pertanto, si presenta come alternativa alla società (ed ai sociologismi accumulatisi attorno a questa). Fin qui ci si può riferire alla filosofia della persona; ma non ci si puó fer- mare a questo dato

. La concezione personalistico-comunitaria appare subito non accessibile per altra via che quella pedagogica. Chiaramente, la realizzazione delle potenzialità del singolo nella comunità risulta pratica- bile mediante il convolgimento della consapevolezza d 3 una origine e d’un destino, a penetrare i massimi temi dell’esperienza mondana dell’uomo cla- morosamente elusi, se non volutamente messi in disparte (ma quanto oggi sentiti e tormentosi), sia dall’edonismo individualista sia dal collettivismo e dallo

statalismo marxista. Sono i temi che vanno dal diritto alla vita alla qualità della vita stessa, al dolore, alla morte, al fondamentale rispetto della diversità nell’insieme. E si pone, altresi, il coinvolgimento d’un progetto umanistico, ispirato ed impegnato a vieppiu e meglio individuare i bisogni veri dell’uomo, per disporre la struttura comunitaria in suo servizio, presen- tando ad ognuno le piú convenienti occasioni al suo divenire, al suo accre- scimento, alla sua progressiva autenticazione. Qui

il discorso, cosi ricco di apporti, che ci ha offerto la relazione del Prof. Aurelio Valeriani, chiama al suo giusto posto le istituzioni, come la scuola, non dimentichi di quella primaria rappresentata dalla famiglia, a porsi in funzione della persona, nell’equilibrio e nell’armonia che questa comporta fra singolarità e convivenza, Non è per smania pampedagogistica: obiettivamente il progetto uomo, su cui deve fondarsi l’organizzazione civile, origina da una pedagogia della persona, atta a ricondurre

l’educazione alla base della costruzione di rinno- vate prospettive e di affidabili spazi per la vita dell’umanità. Una vita che non puó scindersi in due, nel momento o sotto l’aspetto dell’individuo e nel momento o sotto l’aspetto della società. La simbiosi fra singolo e comunità riapre alle sorgenti d’una ben nota concezione cristiana, che ripropone il significato dell’agape in contrasto con l’anarchia egoistica àzWeros recata dalla diffusione della cultura d’estra- zione psicanalitica; coordina, nel

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Pagina 111 di 392
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <16, 1979, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
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spe- culativo che, senza avere la risonanza di quelloproposto dalProf Rigobello, ba tut- tavia con esso nonpoche e non superficiali affinità. Intanto va subito osservato che né BANFI né CANTONIfurono deiprovinciali, anzi, ilBanfi soprattutto, lottó con ogni sua energiaper tenere apertigli orizzonti della cultura italianaproprio in tempi in cui la cultura ufficiale tendeva a chiudersi a se stessa. In secondo luogo «l’uomo copernicano» di Banfi ha tutte le caratteristiche delVuomo europeo che

Rigobello, su testi diHusserl, haproposto come condizione di unapossibile identità europea che sfugga alle determinazioni empiriche. Ancheper Banfi infatti Veserci- zio etico della ragione, Vimpegno etico di un ’ermeneutica aperta costituisce insieme Vautentico filosofare e Vimmagine autentica della «coscienza» europea. Quanto a Cantoni, Vesercizio etico di una ermeneutica aperta si dilatafino a nulla escludere di una quak che sia possibik esperienza. La filosofia nulla puó escludere perchê tutto puó

costituire solkcitazione di dubbio, impegno di rifkssione critica alVeser- cizio etico della ragione. È dijficile immaginare infatti un filosofo nostro contempora- neo chepiü abbia dialogato con apertafiducia con tutti i possibili settori culturali, o di esperienza, nessuno escluso. Eppure se kggiamo Vintroduzione ai suo uitimo libro «ANTROPOLOGIA QUOTIDIANA» di quakhe anno fa, se non sbaglio del 75, poco prima della sua morte, incontriamo una disanimata confessione, un giudizio amaro sulla rifkssione

e sulia cultura del nostro tempo che intacca in radice Vimmagine di quella coscienza europea proposta come identità deÍVuomo europeo. Viviamo, dice Cantoni, in una cultura che ha paura di pensare e che deliberatamente sfugge aiia responsabilità della libera riflessione. La sua morte elia testimoniare ia tragedia di un fallimento etico. L’orizzonte etico sembra non essere sufficiente allora agarantire un’identità euro- pea. Per quanto nobik ed alto possa essere, alla luce di questo iter speculativo

sembra non bastare, A BANFI come a CANTONI era se non estranea, certamente non essen- ziak la dimensione religiosa: alla loro ftlosofia bastava l’esercizio etico della ragione. Ma la stessa morte di CANTONI sembra invece dire che, ultimativamente, non basta. Diventa allora fondamentak ai fini del probkma dell’identità di una cultura e di un’umamtà europeeproprio quell’orizzonte religioso che RIGOBELLOproponeva a conclusione della sua intensa relazione. Ilmomento religioso non é unproblema trapro

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Anno:
1986
¬L'¬ unità d'Europa e il problema educativo nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco : atti del XVI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 17 - 20 ottobre 1979
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Pagina 229 di 392
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <16, 1979, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXIX, 341 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und das Erziehungsproblem in der deutschen und italienischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Erziehung ; f.Kongress ; g.Meran <1979>
Segnatura: II Z 759/16(1979)
ID interno: 62146
problemi delPumanità, nel contesto sociale italiano, europeo, mondiale, e quindi a fare acquisire comportamenti civilmente e socialmente responsabili». Si assegna, tra gli obiettivi: «la crescita della volontà di partecipazione personale alla soluzione dei pro- blemi dell’uomo della società nazionale e internazionale». Quali contenuti specifici si indica esplicitamente, insieme allo studio e approfondimento della lingua italiana, «la conoscenza delle fun- zioni e delle attività dei principali

organismi di cooperazione e di integrazione europea, nonché l’attenzione per i problemi delle minoranze linguistiche per quanto riguarda il loro significato e valore sul piano culturale e sociale». Infine, circa i temi da appro- fondire gradualmente, viene chiaramente indicata la necessità di raffrontare il testo della Costituzione italiana con i testi costitu- zionali di altri stati soprattutto europei. Per realizzare gli obiettivi che si propone Pinsegnamento della storia, tra i quali il superamento

dei dannosi nazionalismi, si sug- gerisce agli insegnanti di privilegiare gli aspetti connessi con la formazione e lo sviluppo (in particolare nel mondo classico e nelPEuropa moderna, medievale e contemporanea) delle forme di organizzazione della vita associata, nei loro risvolti politici e culturali, nonché delle istituzioni religiose e giuridico-ammini- strative, ecc. Viene ribadita inoltre «la necessità di fornire Pinfor- mazione basilare sulla storia delle singole minoranze lingui- stiche

presenti in Italia». Per quanto concerne poi Pinsegnamento della lingua straniera, dopo aver riconosciuto il contributo che esso apporta ad allar- gare gli orizzonti culturali dell’allievo «in quanto la lingua rispec- chia i diversi modi di vivere delle comunità che la parlano, ed esprime in modo diverso i dati dell’esperienza umana», viene sot- tolineata Pimportanza della lingua straniera quale strumento di comunicazione «tenendo conto che si vive in un’epoea in cui le relazioni con gli altri paesi

si rivelano inadeguate, in particolar modo nell’ambito della Comunità europea, di cui Pltalia è membro effettivo». Si sottolinea inoltre la necessità di stimolare Pinteresse, nello studio della lingua straniera, di confrontare la propria realtà socio-culturale con quella degli altri paesi europei. Queste sono alcune citazioni che permettono di cogliere la pro- 183

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Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Pedagogia, insegnamento , Giurisprudenza, politica
Anno:
1986
¬L'¬ unità d'Europa e il problema educativo nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco : atti del XVI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 17 - 20 ottobre 1979
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Pagina 231 di 392
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <16, 1979, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXIX, 341 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und das Erziehungsproblem in der deutschen und italienischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Erziehung ; f.Kongress ; g.Meran <1979>
Segnatura: II Z 759/16(1979)
ID interno: 62146
8. La vicenda della riforma della Scuola secondaria superiore è stata ironicamente, ma giustamente, paragonata a quella della tela di Penelope. Sarebbe troppo lungo analizzare i tentativi fatti, dalla promulgazione della Costituzione Repubblicana ad oggi, anche se il loro fallimento potrebbe essere giustificato dal fatto che, in presenza della crisi generale del sistema scolastico, «si sia rite- nuto piu opportuno operare delle scelte prioritarie traducentisi in interventi di restauro

e di consolidamento, soprattutto verso le fondamenta dell’edificio scolastico (la scuola dell’obbligo)». Tale giustificazione è però assai discutibile se si pensa che, dalla istituzione della nuova scuola media, sono passati circa venti anni, senza che la vecchia struttura, peraltro sempre piú priva di difensori, venisse superata. E non è facile presagire quando ció awerrà, anche se tutte le forze culturali e politiche sembrano seriamente intenzionate al varo di una riforma definitiva. Oggi, infatti

, l’awicinamento sul terreno della politica scolastica tra le diverse posizioni ideologiche e politiche, ha consentito una notevole convergenza, ma si tratta forse piú di un fatto formale ed esteriore che di un reale atteggiamento risolutivo. L’attuale progetto concordato dai politici e già approvato da un ramo del Parlamento, ma ormai decaduto, non é, per la verità, condiviso nemmeno da coloro che pur sono stati quasi costretti a stenderlo e a presentarlo, dietro la pressione del mondo della scuola

e deli’opinione pubblica. L’esigenza di una riforma che si fa tanto attendere è data dal bisogno dei giovani di ritrovare il senso dei loro studi e del loro orientamento alla vita, dei docenti di ricostruire la propria pro- fessionalità, della società di darsi strumenti culturali efficaci. Anche la Scuola secondaria superiore in Italia si sta awiando a diventare scuola di massa, pur se in questo ultimo anno si nota una certa flessione nelle iscrizioni. L’espansione risulta piú accentuata nel nord, rispetto

alle regioni meridionali. Nel com- plesso, le scelte degli indirizzi tecnico-professionali sono di gran lunga superiori a quelle di ogni altro tipo di scuola. L’ordinamento attuale della S.S.S., erede di quello gentiliano, soprawissuto a numerosi progetti di legge tutti decaduti, è artico- lato in cinque distinte aree di istruzione; liceale, magistrale, te- 185

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Pedagogia, insegnamento , Giurisprudenza, politica
Anno:
1986
¬L'¬ unità d'Europa e il problema educativo nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco : atti del XVI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 17 - 20 ottobre 1979
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Pagina 283 di 392
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <16, 1979, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXIX, 341 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und das Erziehungsproblem in der deutschen und italienischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Erziehung ; f.Kongress ; g.Meran <1979>
Segnatura: II Z 759/16(1979)
ID interno: 62146
ch’essa deve, di necessità, essere parzialmente in guerra con se stessa». Del resto perfino riandando alla storia primitiva dell’Univer- sità nelia antica Grecia si possono trovare, gli uni accanto agli altri, modelli diversi e contrastanti, dal modello della Accademia di Pla- tone dedita alla ricerca della verità per se stessa oltre che per la forma- zione dei filosofi che avrebbero dovuto diventare reggitori dello Stato, alla scuola dei Pitagorici che si occupavano principalmente

di matematica e di astronomia, fino alla scuola dei Sofisti a cui guarda come ai propri antenati intellettuali PUniversità moderna con le sue discipline pratiche e la sua attenzione alle professioni ed i suoi ricchi istituti scientifici. 2. Anche la storia delPUniversità in Italia è assai complessa nel suo sviluppo. Per un lato essa risente della sua lontana origine medievale; ma ha ricevuto il suo massimo incremento nel corso delPOttocento ed è nata di pari passo, nelle sue forme piu moderne, con

la nascita della società industriale. Due sono stati pertanto i problemi con i quali si è principalmente incontrata nella fase iniziale dello Stato unitario: Porganizzazione della ricerca scientifica in parità con il ritmo del suo sviluppo a livello europeo e mondiale e Pincidenza nella formazione professionale, sia tenendo conto delle vecchie pro- fessioni, sia seguendo volta a volta Pevolversi della nuova professio- nalità che è venuta accompagnando le piú recenti vicende dello svi- luppo della società

. Va anche giustamente ricordato il positivismo come Porientamento filosofico generale che ha ispirato gli aspetti unitari della cultura ed ha guidato la fase corrispondente delPazione formativa delPistituto universitario. L’Università in Italia mantiene ancor oggi una struttura assai composita che non obbedisce a nes- suno, in modo esclusivo, dei modelli piú sopra ricordati. Essa per un lato si accosta al modello di Oxford nelPassunto ancora spesso specu- lativo, astratto ed in sé conchiuso con cui

affronta il compito della cultura; d’altra parte non ha mancato di sentire la spinta prepotente della ricerca scientifica; e solo piú di recente ha awertito la necessità di legami piü stretti e profondi con la società nella quale è destinata ad operare. La crisi che attualmente la attraversa è anche determinata dalla natura composita che contrassegna la sua struttura e che, se per un lato, sembra renderla suscettibile di molteplici modificazioni, per 237

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Pedagogia, insegnamento , Giurisprudenza, politica
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¬L'¬ unità d'Europa e il problema educativo nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco : atti del XVI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 17 - 20 ottobre 1979
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Pagina 151 di 392
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <16, 1979, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
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Descrizione fisica: XXXIX, 341 S.
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Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und das Erziehungsproblem in der deutschen und italienischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
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Segnatura: II Z 759/16(1979)
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Vepoca delle riforme, vengono dal vertice le disposizioniperché nelle Università le materie scientifiche non vengano piü insegnate in latino, ma vengano inse- gnate nella lingua volgare, normale. E una rivoluzione nell’insegnamento, ma non solo nelVinsegnamento. Stavo facendo due annifa delle ricerche su Volta e mi ero vista tutto ilprimoperiodo della sua attività con unaproduzione scienti- fica in latino, il secondo periodo con la produzione scientifica in italiano. E da questo momento che

l’Europa perde la lingua universale della sua cultura ed incomincia la torre di Babele, perché non solo perde la lingua universale della cultura, ma entrano anche nelgioco delle relazioni sociali, e poi delle relazioni culturali, le altre lingue chefino a quel momento erano rimaste soprattutto come lingue di una relativamente ristretta area, cio'e inglese e tedesco. La questione aveva avuto immediato riflesso anche nelle disposizione per la strutturazione nuova delle scuole, nel momento in cui lo Stato

per laprima volta si interessava della scuola, non piü solo delle Università, ma della Scuola Media e della Scuola Elementare e, sottraendola alViniziativa privata, la regolamentava: le famose Scuole Normali, ma non solo quelle. In questo momento nasce e sipone come problema deipedagogisti dell’epoca e dei legislatori dell’epoca Ílproblema delVinsegnamento della Ungua straniera come materia d’obbligo nelle scuole, mentreprima questa lingua non esiste, cioe i corsi ufficiali non la contemplano

in questo periodo e in questigiorni di Europa e diproblemi delVinsegnamentoper VEuropa. Penso che una dellegrosse questioni, dellegrosse diffcoltà che l’Europa dovrà superare sarà quella di superare questa Babele delle lingue e di riuscire a trovare un Unguaggio comune in cui intendersi.» Infine le considerazioni del Professor Aurelio VALERIANI: «Un problema, importante e discusso, riguardante Vinsegnamento della storia, é quello relativo ai libri di testo, sia a livello di Scuola secondaria superiore

- come opportunamente ha fatto notare il Prof. Bendiscioli - sia a livello di Scuola dell’obbligo, in particolare nella Scuola elementare. In merito a quesVultima, é indubbio che certe artificiose e retorichepresentazioni dipersonaggi ed eventi storici, appartenentipiü allafavola che alla realtà, impressionano tanto lafantasia e la mente delfanciullo, non ancora capace di critica storica, da restare inalterate nel corso degli studi successivi. L ’inse- gnamento della storia, infatti, é diseducativo

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Pedagogia, insegnamento , Giurisprudenza, politica
Anno:
1986
¬L'¬ unità d'Europa e il problema educativo nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco : atti del XVI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 17 - 20 ottobre 1979
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Pagina 383 di 392
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <16, 1979, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXIX, 341 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und das Erziehungsproblem in der deutschen und italienischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Erziehung ; f.Kongress ; g.Meran <1979>
Segnatura: II Z 759/16(1979)
ID interno: 62146
Questo amare è un bene della persona che è soggetto e quindi è un bene soggettivo. «Ma qual soggetto — si chiede il Rosmini — è ella una persona»? «Non un qualsiasi soggetto» risponde. E meglio chiarisce: «La persona è un soggetto intelligente, un soggetto di siffatta natura, che il suo bene consiste nelfaderire all’entità oggettiva, presa questa nella sua pienezza e perció nel suo ordine. II bene adunque della persona umana non nasce da essa persona umana: ma questa io ritrova nell’oggetto

, al quale si unisce mediante un volontario atto di intelligenza» {Filosofia dddiritto, I, p. 66). E qui ribadito il concetto di oggettività che è al principio della dottrina del Rosmini e che ci rimanda in ultima analisi all’Ente realissimo a cui attinge ogni Ídea e in essa l’idea politica. Ma vi è altrettanto presente il principio non meno essenziale della persona che è al centro di ogni attività teorica e pratica. Essa, proprio quaie norma di vita pratica e principio esistenziale, ha una sua struttura

giuridica. Si tratta di un diritto che non si identifica col difitto positivo, né nasce da un rapporto sociale, dalla forza, dal contratto. Rilàcen- dosi al pensiero dei classici Rosmini osserva come nelle piú belle menti delfantichità, e cita nomi quali Platone e Cicerone, la filosofia del diritto, che è all’origine di ogni diritto, «grandeggi sopra le minuzie legali» e «che non è permesso all’uomo di molta intelligenza lo starsi a lungo racchiuso nelle sole aride minutezze delle positive disposizioni

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Pedagogia, insegnamento , Giurisprudenza, politica
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¬L'¬ unità d'Europa e il problema educativo nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco : atti del XVI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 17 - 20 ottobre 1979
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Pagina 233 di 392
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Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXIX, 341 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und das Erziehungsproblem in der deutschen und italienischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Erziehung ; f.Kongress ; g.Meran <1979>
Segnatura: II Z 759/16(1979)
ID interno: 62146
zio delle personali eapacità, nonché da quella di superare la dico- tomia tra teoresi e operatività promuovendo la professionalizza- zione di tutta la fascia della scuola secondaria superiore in una forma differenziatamente attuata di cultura-lavoro per tutti. Si vuole cioè una riforma della S.S.S. che sia capace di mobilitare la pienezza della realtà deH’adolescente, in direzione della sua col- locazione professionale nella vita sociale e che eviti nel con- tempo il pericolo dell’appiattimento

e della mediocrità, e quindi lo scadimento degli studi e della cultura. Tale progetto inoltre studiato, discusso e sperimentato con risul- tati positivi da vari anni, rappresenta l’alternativa a quello appro- vato dalla Camera dei Deputati, ma decaduto, che prevedeva la scansione del quinquennio in 1-3-1, assegnando al primo anno la finalità di orientamento, alle scelte di indirizzo che iniziano a partire dal secondo anno, e dedicando il 5° anno all’approfondi- mento culturale e professionale relativo

aH’indirizzo prescelto. Fissava inoltre il prolungamento dell’obbligo scolastico al 15° anno di età. Le decise posizioni critiche assunte quasi unanimamente da ambienti laici e cattolici fanno ritenere defmitivamente abban- donato, o quanto meno profondamente modificato, tale pro- getto di riforme. In ordine alla riforma è attualmente oggetto di particolare studio la collocazione della istruzione professionale nell’ambito della Scuola Secondaria Superiore (problema quest’ultimo ancora pal- leggiato tra

Stato, Regioni, aziende, istituzioni private, e non ancora risolto neppure dalla legge quadro n. 845, tutt’altro che chiara nel definire i compiti e i limiti degli Enti interessati). 9. Ma gli aspetti innovativi piu avanzati, presenti oggi nella scuola italiana sono quelli contenuti nella legge delega 477 del luglio ’73, riguardanti l’istituzione e il riordinamento degli Organi coÍ- legiali della scuola. Si tratta del definitivo superamento del vec- chio ordinamento che, dalla legge Casati ai nostri

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Pedagogia, insegnamento , Giurisprudenza, politica
Anno:
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¬L'¬ unità d'Europa e il problema educativo nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco : atti del XVI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 17 - 20 ottobre 1979
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Pagina 345 di 392
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Descrizione fisica: XXXIX, 341 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
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Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Erziehung ; f.Kongress ; g.Meran <1979>
Segnatura: II Z 759/16(1979)
ID interno: 62146
rurale ad una industriale con tutte le complesse implicazioni sociali e poli- tiche». «Si va cosi definendo in modo molto lento e contraddittorio il ruolo di una scuola di stato capace di fornire livelli diversi di qualificazione profes- sionale vera e propria (quadri amministrativi e tecnici) o di far acquisire a settori relativamente vasti di popolazione alcune abilità fondamentali (leg- gere, scrivere, far di conto, riconoscere gli elementi essenziali della gerarchia sociale) Ín modo

omogeneo a tutto il territorio nazionale». II processo di industrializzazione, quindi, pone i problemi di una scuola dell’obbligo e di una qualificazione professionale della manodopera, che abbia caratteristiche diverse dalla scuola di mestiere. In una terza fase - a partire dalla fine del secolo scorso - la scuola da un lato sostiene il processo di emancipazione dallo sfruttamento della classe ope- raia «in contraddizione con il carattere selettivo delfopera di alfabetizza- zione che la borghesia

continua riqualificazione, le tecno- logie che hanno aumentato la produttività; l’affermazione dei principi democratici - dall’altro - ed il conseguente riconoscimento a tutti del diritto all’istruzione hanno provocato il fenomeno dell’esplosione scolastica, che ha posto in evidenza le contraddizioni del sistema scolastico tradizionale, proprio nelle funzioni che gli venivano attribuite: la trasmissione della cul- tura dominante, la formazione della classe dirigente, la preparazione dei lavoratori

qualificati. La crisi di ruolo della scuola si accompagna ad una crisi di identità, cau- sata dal mancato adeguamento della scuola e della funzione docente alle nuove esigenze di una società in trasformazione; dal «contrasto tra l’istru- zione scolastica istituzionalizzata e le risorse di apprendimento offerte dal mondo moderno» (Richmond); da una contemporanea crisi della cultura che «ha perduto la sua capacità di suscitare interesse e partecipazione, non è sufficientemente valida, è insicura

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Storia culturale, folclore, musica, teatro , Pedagogia, insegnamento , Giurisprudenza, politica
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Descrizione fisica: XXXIX, 341 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und das Erziehungsproblem in der deutschen und italienischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Erziehung ; f.Kongress ; g.Meran <1979>
Segnatura: II Z 759/16(1979)
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Fermo restando che non sembra si possa parlare per la cultura europea di un atteggiamento pragmatico, nel senso di riconosci- mento del primato della prassi - lo stesso Francesco Bacone ebbe a dire che tanto piú Puomo può quanto piú sa - è da ricordare che la «teoreticità» non si afferma solo entro il quadro della sapienza, ma anche in quello della saggezza. Dal Vangelo in poi, la cultura europea - filosofica e scientifica - si è mossa certo lungo la linea di un intellet- tualismo

Fromm). Del resto, prima ancora della esperienza cristiana, la cui religiosità non potrebbe certo essere ritenuta sapienza, la cultura greca aveva individuato le due metodo- logie della teoreticità, e aveva riconosciuto che, accanto al procedi- mento dialettico del filosofo-scienziato, altro ambito di applicazione è da riservare al procedimento retorico, specie quando si tratta dei fatti e delle azioni umane. Né, con questo, si intende riprendere quella tematica delle due culture, che quasi

un ventennio fa, sem- brava dovere contrapporre le scienze umane alle scienze della natura. Siamo oggi in una prospettiva che, intanto puó dirsi piú unitaria ed unificata, in quanto riconosce la vasta articolazione dell’atteggia- mento conoscitivo, e che, ad ogni modo, convalida, anche nell’am- bito della scienza, la teorizzazione e quindi anche la molteplicità dei punti di vista. È noto che proprio per questo si insiste oggi nel parlare da una parte di «approecio interdisciplinare», dalPaltra di «plura

- lismo culturale»: pur se tali indicazioni pretendono di tenersi lon- tane sia da una qualsiasi affrettata possibilità di valutazione scettica, sia dalla necessità della verifica di tipo tecnico-tecnologico. È chiaro che la tecnica certifica - direbbe Vico - il vero della scienza; ma è altrettanto indubbio che Ü vero, in quanto tale, sopravanza e tra- scende qualsiasi esito pratico o applicazione tecnologica, in quanto si fa interrogativo per ulteriore ricerca, cosi confermandosi come teo- ria

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Descrizione fisica: XXXIX, 341 S.
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ascolto della altrui parola; in secondo luogo, la creatività, che vuol dire non l’assurda pretesa di puntare sulla originalità di ciascuno, bensi di tenere conto della sua singolarità, e dunque di una Írrepetibi- lità di atteggiamenti. Oltre a ciò è da esigere, da una scuola che voglia non indottrinare, ma educare, il carattere della scientificità, e ció contro tutti gli spotaneismi, gli psicologismi, gli attivismi di maniera che hanno creato - in nome di Pierino e non della matematica

- un clima di lassismo, in definitiva di incompetenza. II richiamo ad una oggettività della cultura dopo tanto «soggettivismo» si impone oggi, per realizzare, al di là della specializzazione professionale, quel sapere che solo può farsi produttivo di formazione umana, e perció competitivo, oltre che selettivo: come il quadro europeo necessaria- mente impone. E l’Università? Che oggi l’università viva, in tutta Europa, una sua crisi, non solo dovuta ai fenomeni di crescenza, ma soprattutto alla difficoltà

post-scuola media superiore, si oppongono le tendenze di altri Stati preoccupate di una distinzione che almeno serva a caratterizzare le scuole superiori professionali ed a privilegiare come universitarie solo le Scuole della ricerca, o al piú, delle attività «liberali»: dove é, ancora una volta, la dimensione umanistica ad imporre i suoi criteri. Se, nel momento in cui fattivamente si awiasse l’iter per una riforma universitaria, si tenesse conto sia dell’esperienza vissuta in questi ultimi tempi

dalle Università europee, sia della opportunità di considerare la Scuola universitaria nel quadro delle esigenze della Europa, si perverrebbe a qualche risultato che potrebbe fare bene sperare per il futuro: anche in ordine a quello sviluppo del sapere che richiede specifiche doti di competenza ed autentico Ínteresse per la ricerca. Sono aspetti da cui l’Europa non potrebbe trarre se non rile- vanti guadagni. 46

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Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und das Erziehungsproblem in der deutschen und italienischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Erziehung ; f.Kongress ; g.Meran <1979>
Segnatura: II Z 759/16(1979)
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venuto il momento di guardare con specifica attenzione alla coscienza europea dei cittadini, secondo un’Ístanza a cui si è ampiamente riferito il Prof. Flores d’Arcais nella sua relazione. Questa coscienza ha radici in una dimensione storico-culturale: si tratta di riscoprire l’identità della civiltà del Continente (operazione sappiamo quanto difficile: ancora m’incorre di riferirmi all’apporto della relazione del Flores d’Arcais) e il senso odierno della sua eredità. Ció significa recuperare

, in un complesso e talora frastagliato panorama, il volto di un’anima, che ha ispirato e guidato le tappe salienti della civiltà espressa e vissuta variamente in Europa. Forse, convengo anch’io, sarebbe piu corretto e produttivo riferirci all’occidente, ad una demarcazione particolare e contenuta di quello spirito che ora sembra rivivere nei fermenti comunitari del Continente. Certo, allo stato, emerge l’obsolescenza frequente o il frequente travisa- mento dell’evangelizzazione che fu alla base dello sviluppo

europeo, la per- dita del vero peso dell’annuncio messianico e, piú che la «laicizzazione» introdotta dall’era moderna o la «secolarizzazione» introdotta dall’era con- temporanea, il materialismo, causa di tanto malessere, recato dagli stadi piú spinti deH’industrializzazione con il consumismo. Soprattutto, a ben guardare, sconvolta dall’intervento del cospicuo feno- meno culturale quale fu l’avvento della psicanalisi, l’Europa si trova oggi divisa, per grandi schemi, fra due contrapposte ideologie

conquiste filosofiche. Una terza strada puó aprire la via ad una svolta della civiltà europea, rica- vando dalle sue stesse radici un cardine di quella concezione cristiana che fu alla base della sua costituzione: il personalismo. Una filosofia, recuperata e rilanciata nel nostro secolo, che affonda peró le sue propaggini nelle piú classiche pagine della dottrina biblica, del pensiero patristico e scolastico (non si dimentichi come la definizione dell’uomo-persona emani da quella 292

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Pedagogia, insegnamento , Giurisprudenza, politica
Anno:
1986
¬L'¬ unità d'Europa e il problema educativo nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco : atti del XVI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 17 - 20 ottobre 1979
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Pagina 382 di 392
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <16, 1979, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXIX, 341 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und das Erziehungsproblem in der deutschen und italienischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Erziehung ; f.Kongress ; g.Meran <1979>
Segnatura: II Z 759/16(1979)
ID interno: 62146
civile, limitata alla sfera di una società ristretta, spazia in un regno che allarga gli orizzonti umani restituendo alla scienza del diritto quella che egli chiama «la parte divina». Cosi, dice il Rosmini, noi crediamo di riehiamare tale scienza alla sua antica dignità, perduta nei secoli precedenti. Con ció, chiarisce, non vogliamo «ritornare all’errore della giurisprudenza pagana; ma vogliamo solo considerare Íl Diritto di ragione in tutta la sua naturale ampiezza, fuor dei limiti arbitrari

che il rendono una mera introduzione alla legge positiva della società civile, società parziale come tutte l’altre;....». (.Filosofia del diritto, IV, 488, p. 850, nota 1). È la società che auspiea il CrÍ- stianesimo e che Rosmini chiama teocratica. Essa si pone a base della società domestica e della stessa società civile, ne è quasi la premessa, a tale titolo le sostiene e le comprende in quella piu larga società in cui si uniscono le nazioni e si affratellano gli uomini per una società umana

e praticare una realtà qual essa è fuori della fuorviante individualità del soggetto umano, mentre ne costituisce la natura e vi fonda i caratteri della persona al di là di ogni individuale partico- larità, è pur vero ch’essa è tramite di unione fra i soggetti e ponte di eomuni- cazione tra gli uomini. Comunicazione necessaria e conseguente alla loro natura onde in virtu dell’essere l’uomo oltre che conoscere e amare se stesso si apre alla conoscenza e all’amore degli altri. L’oggettività rosminiana

quindi, attraverso i suoi gradi, nel rapporto tra essere ideale ed essere reale, nella sintesi cioé dell’essere morale, sollecita l’unione tra gli uomini, legit- tima e qualifica la vita comunitaria e porta a compimento la sostanza dell’essere. L’idea dell’essere, costitutiva della persona e a questa indispen- sabile per aver coscienza di sé, è motivo di comunicazione con gli altri in quanto l’apertura verso di essi entra nella stessa struttura dell’atto ond’essa, la persona, acquista tale

consapevolezza di sé. L’essere è la verità, è principio unificatore delle intelligenze. Da questa comunione nella verità nasce la comunione nell’amore, ché la volontà è il momento pratico dell’intelli- genza e l’amore è proprio comunione delle volontà. Amare poi è realizzare la persona, come ció che dev’essere, nei suoi fíni, nella sua libertà e quindi nella sua vocazione. Perció quando ama, l’uomo «desidera e procaccia il bene della amata persona, senza alcuna considerazione del bene proprio, talora anche

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Pedagogia, insegnamento , Giurisprudenza, politica
Anno:
1986
¬L'¬ unità d'Europa e il problema educativo nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco : atti del XVI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 17 - 20 ottobre 1979
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Pagina 28 di 392
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <16, 1979, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXIX, 341 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas und das Erziehungsproblem in der deutschen und italienischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; s.Erziehung ; f.Kongress ; g.Meran <1979>
Segnatura: II Z 759/16(1979)
ID interno: 62146
rire la nascita di uno spirito europeo nel proprio ambiente e 5 soprattutto, dare un qualche apporto pratico, sembra siano doveri dell’ora che batte all’orologio della storia. ”Le cose infatti accadono soltanto se c 5 é qualcuno che le fa accadere”” (II Magistero di AÍbino Luciani, Padova 1979, p. 442- 444). Del Presidente dell’Istituto, Prof. FRANCO VALSECCHI, pubbli- chiamo Pallocuzione per intero: Questo nostro convegno si riallaccia a quello che lo ha preceduto; ne costituisce, in certo

senso, una continuazione, Pintegrazione. E dedicato anch’esso all’Europa, al problema della unità europea; ma considerato sotto un particolare aspetto, sotto un determinato angolo visuale: come pro- blema di educazione. Nel frattempo, Pelezione e la convocazione del Parlamento europeo a suffragio universale - il grande fatto nuovo nell’alterna e tormentata vicenda istituzionale - hanno dato nuova consistenza e nuovo impulso alla costruzione dell’edificio unitario. Ma hanno messo in rilievo

premessa, la premessa di una spinta interiore, di un consenso, di un’anima che dia, al corpo, la vita. Ed è qui che si pone, in tutta la sua portata, il problema dell’educazione. La storia spirituale d’Europa, non meno di quella politica, ha come protagonista la nazione. L’educazione ha seguito il corso della storia; è stata, prima di tutto e soprattutto, Pinterprete dell’anima nazionale, delPindividualismo, del partico- larismo nazionale. Ora, il corso della storia è mutato; si pone, e si impone

, l’esi- genza di una prospettiva europea. La nazione resta pur sempre il centro di gra- vità della vita spirituale e politica d’Europa; ma non piú come endtà a se stante, bensi come parte di un tutto. E trova, nella solidarietà, nella comunità europea, non un limite, ma una integrazione, la condizione stessa della sua soprawi- venza. È di questa realtà che deve rendersi interprete Peducazione; è questo il suo compito: dare il suo contributo, il suo decisivo contributo, ad una presa di coscienza

delPunità europea, del comune cammino, del comune destino, della comunità di spiriti e di cultura che lega i popoli europei, al di fuori e al di sopra delle loro diversità. È significativo che si sia sentito il bisogno, in questa opera di educazione europea, di rifarsi al punto di partenza stesso della nostra formazione spiri- tuale, culturale, morale, la scuola; e di rifarsi, nell’insegnamento scolastico, al punto di partenza di quel comune cammino che ad un tempo ci unisce e ci divide, la storia. Sono

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