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Libri
Anno:
1890
Storia della Val di Sole
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Pagina 74 di 104
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 103 S.. - 2a ed.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 8.254
ID interno: 339179
V antichità e della buona stima di quelle acidule, conosciute ora sotto il nome — di Pejo. Finalmente nomineremo un terzo ed importantissimo pri vilegio, detto nelle nostre carte — Gafforiano, — perchè ri sguar dava l'obbligo imposto alle persone nobili o ecclesiastiche di pa gare le imposizioni (gaffori) ordinarie e straordinarie pei beni stabili che possedevano nella valle. Sotto pretesto di immunità concesse dal Principe pretendevano quelli di essere esenti da simili contribuzioni

, a dann gravissimo del popolo. Dietro recla mo di questo già nel 1347 il Vescovo Nicolò avea emanato or dine sovrano, che sottometteva le terre dei nobili e degli eccle siastici alla comunità dei pesi colle terre del popolo basso; ma dalle cose più sopra narrate deve conchiudersi, che il comando del .Principe non veniva, o solo a qualche verso, osservato, apren dosi così forte incentivo alle popolari insurrezioni avvenute nel 1407 e 1477. Àncora più tardi la renitenza dei nobili continuava ad angariare la povera

plebe, e nel 1501 la Pieve di Ossana fu costretta ad impetrare dal Principe ordini più efficaci; ciocché ottenne nel 1502, confermato poi nel 1507, nel 1526, ed in se guito dai Vescovi successori. E che si trattasse di affare rilevan tissimo per i nostri valligiani, si desume dalla grande possidenza allodiale che i nobili tenevano nella Val di Sole, ira questi le nostre Carte segnalano le famiglie di Sant'Ippolito, di Nano, di Bellasio, di des, dei Tono, dei Federici, dei Caldesio, dei Buseti, dei

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Libri
Anno:
1890
Storia della Val di Sole
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Pagina 45 di 104
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 103 S.. - 2a ed.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 8.254
ID interno: 339179
il Principe a favore del Conte. Ad ogni occasione della nomina di un nuovo Vescovo, il Conte brigava di porvi un suo protetto, dal quale poi estorceva patti dannosi al civile governo del Principato ; più di tutto poi seppe volgere a suo profitto i torbidi causati dallo scisma avvenuto dopo la morte di Alessandro (1444), e che per due anni pose in soqquadro la cosa pubblica sì nella Città come nelle Valli trentine. Gli Annali Alberti descrivono la condizione di quel tempo colle tristi parole : le pecorelle

erano senza pastore, i sudditi senza capo, dappertutto sedizioni e tumulti. Fu in questa emergenza che il Conte si fece consegnare per cinque anni la temporale amministrazione del paese, colla promessa che, ricu perati infanto i diritti e i beni sperperati dallo scisma, avrebbe poi di tutto fatta restituzione nelle mani del Principe. Nel 1466 ascese la Cattedra di S. Vigilio il nuovo Vescovo Giovanni Inderbachio, uomo dottissimo e in gran credito presso 1 ; Imperatore e presso il Conte Sigismondo

da lui insolito splendore. Ma negli affari di maggior importanza il suo governo trovava sempre nuovi inciampi, o per parte del Conte, che si sentiva sempre più forte per autorità e per aderenze, o per parte dei nobili Vassalli, dei quali ad ogni occasione sperimentava dubbia e vacillante la fedeltà. Continuamente quindi bersagliato da interni ed esterni nemici, il nostro Principe non poteva sostenere i suoi

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