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Libri
Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 323 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
258 REGIONE DELL'ORTLER — Sottogruppo Cevedale - S. Matteo guito alla costruzione della Capanna Vioz quasi in cima, permet tente pure di compier« comodamente due delle più belle traver sate per cresta del gruppo intero : quella dal Cevedale al Vioz e quella da questo al Tresero, facile la prima, meno questa, causa un breve tratto della Rocca S. Caterina. Da Peio alla vetta, sen tiero ; le altre vie sono lunghe e faticose ma senza gravi difficoltà. TOPOGRAFIA : Piuttosto complicata. Forma

il punto in cui la catena circon dante il bacino del Forno più s'inflette ad E. Dal pianoro della vetta che è alquanto spostata ad E. della linea spartiacque, si staccano le due creste di questa: una a N-O larga, 1' altra a S-O più affilata e sostenente, poco ad O. della vetta, un' al tra di circa 12-13 metri più bassa quotata 3619 sulla c. P. (che attribuisce m. 3631 alla culminante) e da Payer ritenuta 13 metri più bassa ; sulle carte recenti essa non viene invece indicata. La prima cresta cala

al Passo della Vedretta Rossa, l'altra al Col Vioz. Verso S-E scende, a separare dapprima il ghiacciato versante meridionale calante sulla piccola Vedretta Vioz (divisa da quella Saline più a S. da una morena terminante in un filone di roccia ; entrambe terminanti nella stretta Val Vioz) da quello N-E ammantato dalla crepacciata Vedretta Rossa, un largo dosso di neve e rocce, da cui presto si parte verso E-N-E un poco marcato contrafforte di sfasciumi, passante per le insignificanti elevazioni dei

Crozzi di Vallenaia (m. 3220 e 3164) e della Pala della Donzella (sulle carte la dizione di Palla è errata) (m. 2760, 2749 e 2747) e terminante poco sopra al Piano di Venezia nel corno roccioso del Tov di Male - quotato m. 2578 ma senza nome sulle carte it. -; limita esso il Iato meridionale della Vedretta Rossa e quello N. di quella minuscola di Vallenaia, che vien alla sua volta separata sui suo lato meridionale da una breve diramazione pure di rocce sfa sciate, staccantesi dalla cresta S-E del

Vioz circa al Punto 3518 e corrente ad E. fino alla Rocca Marcia - m. 2790 - indice della costituzione delle sue roccie, dalla ancor più minuscola Vedretta di Zampil, alla testata della Valle omonima, tributaria di quella della Mare. Proseguendo a S-E, la gran cresta-dosso del Vioz diventa di sola roccia, contrariamente alla maggior parte delle carte che danno qui la cresta nevosa - in estate la neve manca totalmente - come esattamente dà la c. P., e forma l'ardito Dente di Vioz (m. 2900) da cui

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Libri
Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 232 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
REGIONE DELL'ORTLER — Sottogruppo Confinale - Cime del Forno 179 Il passo meridionale è caduto affatto in disuso essendo rovinato in gran parte il sentiero d'accesso dalla Val Zebrù (segnato a pun tini sulle carte); a quello centrale che forma, visto dalla Baita del Pastore, lo sfondo della valle, adduce ora, tranne che sull' ultimo nevaio di Val Zebrù, un buon sentiero militare. Bellissima veduta su tutto il bacino del Forno e, all'indietro, sulle vette della Val Zebrù, specialmente sulle Cime

dapprima quasi in piano lungo la riva destra (orogr.) del torrente, se ne allontana gradatamente per rimontare la valle, salendo con inclinazione media uniforme a mezza costa sulla sua sponda settentrionale. Per erti pendii erbosi, attraversando parecchie vallette, poi per le terrazze che sostengono quel fianco della valle, esso giunge, lasciando sulla sinistra il sentiero ormai rovinato della miniera di ferro (vedi 61 f) e accostandosi al torrente che va perdendo il suo carattere di forra

, al valloncello morenico sotto alla Vedretta della Miniera che attraversa in lenta salita per riuscire tosto, dall'altro lato, su detriti alla testata della valle, ricoperta di neve per un tratto più o meno esteso a seconda della stagione. In comoda salita per un valloncello del ghiacciaietto o campo di neve superiore, di debole in clinazione, si guadagna la larga depressione centrale della cresta, oppure, piegando a sinistra (N-E) al principio della neve, per un altro valloncello del ghiacciaio, pure di poca

pendenza, si raggiunge la sella settentrionale. Per raggiungere il Passo meridionale, una volta usato, si seguiva V itinerario 69 C 11 d) fino al pianoro erboso della valletta della Montagna Vecchia, da dove, costeg giando a N. la base della cresta settentrionale della Cima Occidentale del Forno per Pascoli, lungo una traccia di sentiero, si perveniva alla Vedretta dei Castelli che si attraversava di sbieco verso S-E, badando alle crepacce. In comoda salita si perveniva, sempre su neve, al valico

. Il sentiero è ormai rovinato. Variante : Volendo, dal Passo, raggiungere la Capanna Milano, non è necessario scendere fino alla Baita del Pastore: poco prima di giungere di fronte allo sbocco della valletta della Montagna Vecchia si abbandona il sentiero e traversando orizzon talmente per erte chine di erba e rari detriti si raggiunge l'itinerario della capanna poco al disotto della spalla da cui si passa alle morene della Valle del Rin Mare. Si risparmia in tal modo quasi un'ora di cammino

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Libri
Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 147 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
REGIONE DELL' ORTLER — Sottogruppo Thurwieser 105 del Rin Maré, verso la quale ritorna poco dopo. Si prosegue sul fianco destro della valle, in parte occupata da morene, approfittando qua e là delle rare zolle erbose (edelweiss !), e in monotona ascesa, allietata solo dalla meravigliosa seraccata della Vedretta del Zebru e dalla veduta all' indietro sulla ghiacciata catena del Confinale, si giunge sotto all' angolo S-O della Vedretta del Zebrù, là ove una ripidissima stretta vallecola

di detriti si apre verso N-O. Su per essa, in direzione della cresta Sud della Thur wieser, poi sulla grande affilata morena laterale occidentale, con penosa salita causa il terreno detritico mobilissimo si perviene, badando a qualche crepaccia, al pianoro sotto alla parete S-E della Thurwieser - ore 2 dalla Baita. Volendo invece raggiungere la Vedretta dei Camosci, una volta alla base della cre sta S. della Thurwieser, conviene girarla sul lato O. per una lenta china di detriti e di neve che

fa pervenire in breve alla vedretta ; oppure - meglio - prima ancora si volge a sinistra (N-O) e per ripidi pendii e vallette di detriti e neve si raggiunge la vedretta - badare, nei Primi metri, a qualche possibile crepaccia. In discesa, da qualunque punto della vedretta, scendere a sinistra (S-E) fino ad incontrare il sentiero nella Valle del Rin Maré. 31.) Punto m. 3115 (m. 3118 c. P.). Al termine meridionale della cresta S. della Trafoier Eiswand. Domina la Valle Zebrù specialmente al punto in cui

si volge in essa verso E. prima delle Baite del Zebrù, e si presenta pure dominante salendo nella valle del Rin Maré alla Capanna Milano o scendendo dalla Cima della Manzina verso N., da dove si mostra con parete verticale. Non merita di venir considerato come vetta a sè; ma in altre regioni avrebbe già avuto un nome ed una storia. ICONOGRAFIA: Sella, dal Passo Zebrù. — Rebuschini, dal Confinale. — CA valeri. La cresta N. corrente al Passo dei Camosci è certamente difficilissima per gli acutissimi

spuntoni; probabilmente l'unico accesso è da S., e anche di là non facile (rocce pessime e coperte di detrito). 32.) **Thurwieserspitze ♦ x (m. 3650) (v. av.). Tra le 3 quote 3648 c. A., 3650 c. P, 3652 c. I. secondo lo zero ital. la più atten dibile deve essere probabilmente la quota tonda 3650 (forse approssim. a meno di 1 m.), che qui viene adottata - (v. pref. generale). Così detta da Edmund von Mojsisovics in onore di P. K. Thurwieser, uno dei primi salitori dell'Ortler e alpinista militante della

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Libri
Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 330 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
. 169 b) fino al piede della grande caduta di seracchi compresa tra il costolone S-O del Palon della Mare e quello N-O della Punta di Peio e formante un degno sfondo al bacino del Forno - circa un'ora e 3(4. Un isolotto di rocce e ripidissimi detriti separa dalla grande caduta di seracchi una breve parte settentrionale, compresa tra l'isolotto e il fine S. della costiera delle Pale Rosole. Si può risalire l'isolotto, senza difficoltà ed in breve, fino al suo termine superiore, evitando in tal modo

facilmente i seracchi incombenti da ogni parte nelle forme più svariate e meravigliose; fin qui non è necessaria la corda, l'eduta stupenda sul ghiacciaio del Forno e sul Tresero, San Matteo, ecc. Superiormente si vince una breve zona molto crepacciata, tenendosi in direzione della rocciosa base del costolone S-O del Palon della Mare e presto si perviene nel ramo N-E del ghiacciaio (s'intende il ramo compreso tra esso costolone e le Pale Rosole) ove le fen diture sono poco numerose. Con neve cattiva

o a tarda stagione conviene salire dal ghiacciaio per una breve ma ripida parete di neve, tagliata alla base da una crepaccia, al costolone di cui sopra, poco più in alto della quota 3276, da cui si cala in pochi minuti per neve sul pianeggiante bacino superiore della Vedretta del Forno. Con buone condizioni invece è per lo più possibile, senza tagliar gradini, risalire un'erta sponda di neve lungo la ca duta dei seracchi fino a raggiungere, con ertissima ma non diffi cile salita, il pianoro superiore

predetto. Volgendo in direzione S-E per le chine solcate da radi crepacci, in comoda marcia solo nel l'ultimo tratto alquanto più erta, si raggiunge il passo - ore 2 i]2 dal piede della caduta di seracchi. Varianti : *1). Invece di risalire l'isolotto all'esterno (N-O) della grande caduta del ghiacciaio, si può pure pervenire al minor ramo N-E della Vedretta del Forno (quello tra il costolone S-O del Palon della Mare e le Pale Rosole) superando, al termine della sua morena destra (N.), la fine S. della

costiera delle Pale Rosole per detriti ed erte rocce in mcdo da sbucare sul ghiacciaio al disopra della sua coda, ove si raggiunge la via predetta. Quasi spiccio come quella e non più difficile sebbene faticoso. II) Solo raramente preferibile è la salita attraverso alla grande caduta di se- racchi : dalla caduta inferiore del ghiacciaio si muove tra il groviglio delle crepacce in direzione E., poi sui salti della corrente mediana, fino a guadagnare in laboriosa e non facile ascesa il pianoro superiore.

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Libri
Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 146 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
io4 REGIONE DELL' ORTLER — Sottogruppo Thurwieser PANORAMA: Dal Colle vista impressionante su tutto il rovinoso versante meri dionale della catena dalla Thurwieserspitze alle Cime di Campo : splendida la Königs spitze. a) Dalla Capanna Milano alla Vedretta di Campo - ore 2 a 2 i[2. Come per 1' Hochjoch (vedi 53 a) al pianoro inferiore della Vedretta del Zebrù che si percorre verso O. con poche crepacce in direzione della cresta Sud della Thurwieserspitze, separante - quale sperone di rocce

e detriti - le due vedrette del Zebrù e dei Ca mosci. Il punto più basso nel mezzo di essa - probabilmente a N. della quota 3046 delle carte - si raggiunge facilmente per una ripida china di ghiaia perfidamente mobile e quindi faticosissima, sebbene breve - 314 d'ora dalla capanna. Bellissime le Cime di Ca?npo davanti ; nel lontano il Bernina ed altre molte vette. Si guadagna con una ripida discesa su terreno franoso la piccola Vedretta dei Camosci, racchiusa tra le creste Sud della Thurwieser e della

Trafoier che la dominano con la loro poderosa bastio nata d'unione di rocce rovinate e flagellate di continuo dalle pietre. Si attraversa il ghiacciaio per pianeggianti chine di neve quasi senza crepacce, tenendosi fuori tiro dai sassi cadenti dalla cresta di con fine, verso il Passo Alto dei Camosci, ben visibile alla base della cresta Sud della Trafoier come sella spesso orlata di neve. Rimanendo a rispettosa distanza dal canale meridionale della Trafoier, che scarica spesso pietre, per un ripido

cono di neve poi per un erto canale nevoso di 60 a 80 metri allargantesi nell' alto a ventaglio, si per viene facilmente al colle. Talora il canale è in parte di detriti fati cosissimi, che si evitano sulle agevoli rocce della sponda sinistra (N.). Si scende sul lato opposto per una breve erta china di neve tagliata talora alla sommità e al piede da una crepacela sempre facile; in pochi minuti si raggiunge così la Vedretta di Campo dalle dolci chine rinserrate tra alte vette e precipitante con una

selvaggia caduta di seracchi nella Val Zebrù. Percorren dola comodamente verso N-O e passando a N. dell'isolotto roccioso quotato 3160, senza nessuna difficoltà - [tenersi bene a destra (N.) onde non incappare nelle crepacce della parte mediana del ghiacciaio] - si giunge in breve alla base dei valichi aprentisi nella catena di confine (vedi 17, 19, 24 e 21). Nota: Si badi a non lasciarsi tentare dal Passo inferiore, che non venne ancora attraversato ! Variante: Tanto l'angolo occidentale della vedretta

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Libri
Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 362 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
REGIONE DELL'ORTLER — Sottogruppo Cevedale - S. Matteo 295 177. **Pizzo Tresero x (ni. 3602 \). Stupenda piramide nevosa dalle nobili linee ardite e snelle ter minante degnamente il grande arco del bacino del Forno. Forma la caratteristica panoramica più ammirata di S. Caterina, dal cui piazzale lo si scorge elevantesi d'un getto per quasi duemila metri ; è la più elegante montagna della regione meridionale dell'Ortler, è una della triade più bella del gruppo intero, assieme alla Königs spitze

si dipartono dalla vetta. La cresta N-O scende nevosa ad una spalla di roccia (m. 3433) dalla quale continua in prevalenza rocciosa fino al così detto Sasso di Chiarena (m. 3129), prominenza poco marcata e di nessuna importanza, più che altro gradino della cresta N-O della montagna. La magnifica pa rete N. di ghiaccio con una costola di roccia e neve che la limita ad E. scende nell'an golo perduto della piccola Vedretta di Chiarena, precipitante a valle con una selvaggia caduta di seracchi dì 400 metri

d'altezza e rinserrata tra il Sasso omonimo e l'altra cresta che cala a N-E fino alla Cima S. Giacomo (m. 3238 Zeitschrift 1907 p. 247 - 3280 c. G. - 3230 c. P. - 3283 c. I. G. al 50.000, Hochtourist p. 382 e c. A. 75:000) che, quantunque più individualizzata del Sasso di Chiarena, è nuli'altro che un tratto maggiormente svi luppato della cresta N-E della montagna, onde non potrebbe pretendere ad una esi stenza propria. Le sue numerose diramazioni, rivestite in parte dalla Vedretta dello stesso nome

, formano l'argine occidentale del ghiacciaio del Forno e tolgono al Tre sero, visto dai pressi delPAlbergo del Forno, la maestà delle sue forme. La cresta S-E scende lentamente alla depressione tra il Tresero e la Punta Pedranzìni ; quella S-O, di roccia, cala discretamente erta a racchiudere con quella S. della Punta Pedran- zini il ramo occidentale della Vedretta Dosegù ; nel basso essa forma una specie di col letto, presso alla quota m. 3256, dopo il quale si perde in un grande ammasso di rocce

e detriti scendente fin sulla Val di Gavia. Tra la cresta S-O e quella N-O, poi tra la prima e la rocciosa diramazione che dalla seconda, alla spalla 3433, si stacca a S-O fino al P. 3258, sta la Vedretta Tresero, ripida, calante essa pure sulla Val di Gavia. Enorme è il piedestallo occidentale della montagna: l'argine roccioso settentrio nale della Vedretta Tresero cessa al P. 3258 per ripigliare a quello 3133 ; tra i due scende una lingua del ghiacciaio (non segnata sulla c. G.) a N. nella deserta

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Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 182 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
132 REGIONE DELL'ORTLER — Sottogruppo Ortler-Königsspitze possibile, con molta corda, valersi delle poco marcate costole rocciose, separanti i canaletti, sulle quali ci si può assicurare; tuttavia queste traversate esigono molta abi lità in chi guida e sicurezza di piede in tutti i componenti la cordata. Al piede delle torri si giunge poi al termine superiore della Harpprechtrinne, irta di rocce spor genti qua e là fantasticamente dal ghiaccio: a seconda della quantità di neve essa è più o meno

larga e la si traversa con cura sebbene il pendio non sia fortissimo - pericolo di cadute di pietre - ; dall'altro Iato di essa una roccia offre una sicura posizione per il primo della cordata. Senza risalire troppo presto verso la cresta si traversa an cora un tratto nel fianco orientale della penultima grande torre fino ad un marcato spigolo di roccia per il quale, senza speciali difficoltà, si perviene sulla torre e per ciò quindi sulla cresta. Pochi minuti lungo essa, superando una piccola testa

rocciosa, portano all'ultima torre (con cornice tenersi alquanto al disotto sul versante O.) che si supera pure senza speciali difficoltà alquanto a sinistra dello spigolo per guada gnare cosi il tratto nevoso pianeggiante al vero Vorgipfel. È però altrettanto e forse ancor più consigliabile - come usano le guide di Santa Caterina - di scavalcare lo spigolo E. della penultima torre e, traversando su roccia e neve senza speciali diffi coltà in lenta salità verso N., giungere ad un canaletto di roccia

nel fianco E. della bassa bastionata che fascia da quel lato il Vorgipfel. Pel canaletto o, se vetrato, per le rocce della sua destra (N.) che offrono un passo non facile, si guadagna in poche bracciate un pendio di neve e subito dopo la cresta, pochi metri a N. del Vorgipfel. Di là, tenendosi o sul filo o sul fianco O. della cresta, appoggiata come lingua sottile su una larga base, si perviene, eccetto che per i primi passi, in comoda pas seggiata al termine sud della cresta terminale là ove

la raggiungono le comitive sa lenti dall'Oberer Ortler Ferner e in pochi minuti alla vetta. - Ore 2 a 3 dal Punto 3720, i[4 d'ora dal Vorgipfel. Varianti: I) Qualora le condizioni della neve nelle traversate sopra l'Harpprechtrinne fossero così cattive da minacciare di partire in valanga, si potrà seguire questa va riante che, sebbene offra una arrampicata veramente difficile, è, oltreché sicura, molto più interessante e, tranne una sola torre, fa percorrere l'intera cresta: Una ventina di metri prima

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Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 367 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
piccolo bacino glaciale a N. della Cima S. Giacomo - Vedretta S. Gia como, in forte regresso - e per le sue lente chine quasi unite e una crestina di neve facile ma interessante, in breve alla insignificante gibbosità della vetta - ore 3 i[2 circa dall'albergo. Si percorre il dosso nevoso, ancora largo, formante un leggero arco di cerchio verso destra fino a che si raddrizza verso il P. 3322 in un ertissimo spigolo - impo nente veduta nell'abisso della gola di Chiarena - ove si abbandona la cresta per

pie gare a sinistra (S-O) verso il vallone glaciale scendente a N-E alla Vedretta del Forno tra la Cima Pedranzini ed il Tresero. (La depressione tra la Cima S. Giacomo ed il Tresero è detta da Payer Passo Chiarena, ma sebbene attraversabile non merita asso lutamente l'appellativo di passo). Per chine di pendenza discreta dapprima e rotte da qualche nodo di enormi crepacce facilmente girabili, poi sempre più erte, si giunge sotto alla base della ripidissima parete orientale della vetta, ove

si offrono tre vie per raggiungerla: I) La più facile e meno dipendente dalle condizioni della montagna: Si con tinua verso la sommità del vallone e presto si è alla ampia crepaccia periferica che corre tutto all'intorno sotto alla cresta tra il Tresero e la Punta Pedranzini. Essa può offrire un ostacolo veramente serio ed obbliga spesso ad un lungo giro. Supera tala, si deve vincere ancora una breve ma ertissima paretina di solito di ghiaccio, che in tal caso richiede un lungo e faticoso lavoro, onde

la grande ripidezza - ore 2 i|2 a 3 dalla Cima di S. Giacomo. Ili) + La più difficile con qualunque condizione: Dai primi seracchi sulla cresta N-E che si girano sul lato sinistro, per lo più con difficoltà, con una traversata su un pendio ripidissimo si torna sulla cresta che s'erge diritta fino alla vetta in forma di un purissimo spigolo per lo più di ghiaccio che spicca da lungi da tutte le vette del bacino della Val Furva. Orlato talora di cornice nascondente in parte il superbo sdrucciolo della

parete N., con una magnifica suggestiva vista sempre libera su ambo i lati, esso offre una via ideale ma difficile e lunga - 180 metri di dislivello - causa l'inclinazione accentuatissima, sì che il percorso richiede un accanito gradinare che ne fa un'impresa per nulla inferiore a quella della Thurwieserspitze da E. Gli ultimi 10 metri sono particolarmente ardui a motivo della cornice richiedente buche per le mani ed i piedi. Si raggiunge cosi direttamente la vetta, in un tempo che può variare dalle

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Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 219 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
REGIONE DELL' ORTLER — Sottogruppo Ortler -Königsspitze verso la scoscesa base meridionale del gran torrione al termine della cresta S. della Cima della Miniera. Per lunghe, faticose ed erte chine di detriti si giunge al centro della parete, ad una minuscola valletta spesso nevosa ; poco più sopra, nelle rocce, è la miniera di ferro abbandonata quotata m. 2871 che diede il nome alla montagna, al colle ed al ghiacciaio omonimi. Verso quest' ultimo si traversa al piede delle rocce in direzione

E. per una inclinata terrazza di detriti sostenuta da una scoscesa bastio nata; si arriva cosi nell'angolo tra la roccia e la Vedretta della Miniera, là ove questa si rompe in una stupenda selvaggia cascata di seracchi. Immediatamente sopra ad essa si perviene scendendo diagonalmente per rocce facili cosparse di detriti ; girando ancora un paio di crepacce enormi, pericolose (tratto spesso non facile), si è presto fuori di ogni difficoltà nel pianeggiante bacino del ghiacciaio, uno degli angoli più

remoti e tranquilli del gruppo: seracchi sopra e sotto, altissime scoscese pareti di roccia all'intorno; all'indietro la bella catena delle Cime del Forno e del Confinale - ore 2 circa dalla Baita del Pastore. Attraversando le chine unite (badare però qua e là a possibili crepacce masche rate) del bacino in direzione orientale, giunti alla parete della montagna, si rimonta una ripida china di neve solcata da una fenditura, a non molta distanza dal marcato spigolo di roccia scendente dalla vetta e che

si raggiunge a metà altezza circa, per un breve inclinato canaletto, là ove forma una crestina talora nevosa. Si segue poi la cresta fino alla vetta su per l'erto filo che per la sua ripidezza offre, specialmente nel primo e nell'ultimo tratto, qualche passo interessante. Varianti: 1) Alla regione mediana della vedretta della Miniera si può pure arrivare da quella superiore scendendo da metà cammino tra il colle della Miniera e quello delle Pale Rosse (vedi 55 a) la caduta di seracchi superiore

, possibilmente nel suo mezzo; malgrado le grandi crepacce, di cui le prime specialmente molto insidiose, si può di solito aprirsi una via non troppo difficile - per lo più piegando prima a sinistra e poi a destra. 2.) Al colletto tra le due punte S. e N. si può pure pervenire dalla vedretta della Miniera, sebbene non così facilmente come dal lato orientale, per l'ertissimo canale, con neve buona senza gravi difficoltà, se scoperto invece ripieno di detriti faticosis simi e allora sconsigliabile. Al colletto

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Libri
Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 205 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
REGIONE DELL'ORTLER — Sottogruppo Ortler-Königsspitze 155 raccomandarsi ad alpinisti amanti del nuovo e all'altezza delle in cognite sue. 58.) Mitscherkopf (m. 3444)- Punto sul vers. N-N E della Königsspitze (v. 59 Topografia e e) 2. 59.) ** Königsspitze x m. 3860 (Cima del Re). Cosi detta, per la sua forma regale, dagli abitanti della Valle di Martello; la stessa origine ha pure il nome Königswand (parete del Re) in uso una volta nella Valle di Sul- den, da cui si presenta come maestosa parete

. La denominazione della carta italiana di 6ran Zebrù - nome locale, dalla valle sottostante - è andata scomparendo completa mente da anni, anche per non ingenerare confusione col vicino Zebrù. La quota 3857 A c - A. dovrebbe essere conferma della quota 3860 c. I. L'ediz. 1908 C. I. per errore scrive 3850. La più bella montagna del gruppo intero e forse di tutte le Alpi Orientali per chi la veda dalla Valle di Sulden, da cui si presenta come enorme mole dalle nobili linee ardite, con una formidabile parete

di ghiaccio sorretta da paurose cadute di serac- chi, oppure da oriente, come acuta piramide dagli spigoli regolari; la seconda vetta per altezza della regione e la più famosa perchè quella che più attrae ed affascina. Ascensione alla portata di molti per la via comune italiana causa le difficoltà limitate e la grande comodità d'accesso; poche infatti sono le classiche vette delle Alpi che richiedono un così piccolo dispendio di forze come per la salita dalla Cedeh pur dando una tale ricompensa alla

fatica; all'alpinista s'offrono vie d'ogni grada zione, fino alle più ardue. In ogni bella giornata la vetta è visitata da parecchie comitive. TOPOGRAFIA : La linea spartiacque e di frontiera passa per la vetta della Kö- nigsspitze e per le due creste S-E e N-O in modo che al Tirolo appartengono le pa reti N-E e E-S-E, alla Valtellina quelle S. e O-S-O. II versante vaiteli., perchè di rocce grigie e di minor altezza, non è di così bell'effetto come l'opposto: da Val Cedeh infatti la montagna perde

alquanto della sua forma ardita per la larghezza della base e solo la riacquista in parte coli' imponenza della precipite parete che piomba ruinosa sulla piccola vedretta della Miniera. La cresta S-E diminuisce la sua eleganza in causa di quella prominenza rocciosa che la interrompe prima del Königs joch - la Spalla - (Schulter) m. 3482 ; di miglior effetto il mal definito spigolo S-O cadente per 500 m. al Colle delle Pale Rosse. La cresta N-0 - (Suldengrat) - scende dapprima poco erta fino al punto

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Libri
Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 116 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
Il Pogliaghi attribuisce alla larga depressione nevosa tra la base della cresta S-O della Geisterspitze, e la quota 3438 della sua Carta, sullo spartiacque principale (ramo O.), il nome di Passo di Sasso Rotondo, da una spiccata elevazione rocciosa sul vers. S. della Geisterspitze detta Sasso Rotondo. (Il Brusoni dice: Passo di Sassa Rotonda). Dovrebbe servire di comunicazione tra la Val Zebrù e il Giogo dello Stelvio o la IV Cantoniera; difficile e faticosissimo sul vers, it., non venne forse

Cantoniera di Spon- dalunga per la Val Vitelli - ore 3 e i\2 circa. Affatto facile. Gita di ghiacciai. Come per gli itinerari precedenti (vedi 8 b e 17 tf) fin sul pianoro superiore della Vedretta del Monte Cristallo, sul quale procedendo verso Sud per comode chine, a breve distanza dal vers. O. della Geisterspitze, si raggiunge senza alcuna difficoltà il valico, larga apertura nevosa aprentesi tra il piede della cresta S-O della Geister ed il Monte Cristallo. NOTA: Venendo dal Giogo, si consiglia

di attraversare la Cima Vitelli, il che richiede solo pochi minuti di più (Oe. A. Z. 1893 p. 249). 10 .1 * Monte Cristallo (m. 3431 c. 1. e c. A. s.) La confusione delle carte è qui grandissima specialmente per quanto riguarda l'altimetria. La vetta, che trovasi esattamente a S. della Cima Vitelli, è solo di 45 m. inferiore alla Geisterspitze, sicché è da ritenersi esatta la quota della C. I. e quella della C. A. V. (che sembra spostata verso E.). Le quote della C. P. (3460 pel p. culm.) sono probabilmente

alquanto esagerate, ma corrispondono alla fisonomia della cresta. La quota 3241 si riferisce ad un punto ad O. della vetta, dal quale si stacca verso N-N-O un marcato costolone di roccia. Nessun fondamento ha quindi la quota approssimativa 3290 di Niepmann (Zeit. 1906 p. 324), riportata nell'Hochtourist. Precisi calcoli trigo nometrici hanno confermato perfettam. la q. 3431 it. (v. prefaz. generale). (Il Brusoni per errore, porta 3451). Il nome Hohe Schneide, con cui dai tedeschi è indicata questa cima

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Libri
Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 119 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
REGIONE DELL' ORTLER — Sottogruppo del Cristallo 79 cola e in via di ritiro, è ristretta tra il contafforte predetto ed un altro minore più ad Ovest, segnato alla sommità 3056, avente la stessa direzione e finente sopra alla strada dello Stelvio, nella Regione Glandadura. Le varie elevazioni si possono raggiungere facilmente da N. dalla Vedretta del Monte Cristallo ; il Dosso Reit è talora meta faticosa dai Bagni di Bormio. 13.) Passo Pedranzini (m. 2889 c. I.) - o della Reit. Ad O. della

q. 3056; è l'ultimo valico della catena. Il nome Reit è abbreviazione di Areit (forse arète?). Così denominato a ricordo del bormiese Pedranzini che nel 1848 con un drappello dì volontari lo valicava, battendo gli austriaci tra la sottostante i a cantoniera e il diroccamento. Di nessuna importanza, essendo, come comunicazione tra Bormio e la strada dello Stelvio nei pressi della I Cantoniera, di molto più lungo - almeno del doppio - e più faticoso, specialmente sul versante meridionale, della

carrozzabile, oltreché senza alcun interesse. Essendo poi la zona sorvegliata dalle autorità militari, perchè fortificata, è meglio evitarla a scanso di noie. a) Da Bormio per il versante meridionale - ore 5 circa. Visibile dal Piano di Bormio come piccola bocchetta a sinistra della cresta in cui termina la Reit da cui scende una fenditura nella direzione dello spigolo del monte verso la Valle d'Uzza. Partendo dalla chiesa di S.-Pietro appena fuori dell'abitato sulla strada della Valfurva, un sentiero sale

attraverso il bosco Reit all'Alpe omonima poi, sempre soleg giato, a N-E fino a raggiungere il dosso d' erba e detriti - Regione Reit - sepa rante la Val Gesso (ramo superiore occidentale della Val d'Uzza) da quella di Campello. Oppure, da Uzza - m. 1307 - (pag. 26), si segue il sentiero che mena at traverso boschi e pascoli alla parte più bassa dello spigolo sopraddetto. Lo si segue fino ad un primo ripido scoscendimento, sul quale ci si inerpica, terminante alla costiera verdeggiante detta Piano dei

Camosci; indi, salita la non erta pendice fin verso le rocce del versante meridionale del Punto 3056, si scende, poco prima di arrivare alla bocchetta, nel Vallone della Reit da dove le rocce adducenti al passo si presentano ripidissime; essendo però calcari, offrono numerosi appigli, sì che il tratto è molto meno arduo di quanto paia; una specie di gola di rocce e detriti molto erta adduce al passo. b) Dalla Prima Cantoniera per il versante Nord - ore 3 circa. Dalla Prima Cantoniera - m. 1702 - (pag

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Libri
Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 239 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
186 REGIONE DELL'ORTLER — Sottogruppo Confittale - Cime del Forno paio di nodi di non facili crepacce - a sinistra dei salti di ghiaccio incombenti - questo tratto si può girare a destra (O.) per le fati cose chine di detriti sorreggenti la base della cresta N-O della vetta - si perviene alla base della parete. Questa si supera in linea retta fino alla vetta per un pendio di 40° - 45 0 , quasi sempre di ghiaccio vivo, tagliato alla base e a metà circa, nei tratti più ripidi cioè, da crepacce

di solito non facili; raggiunta la cresta O. all'an- ticima nevosa, in pochi passi si è in vetta. Variante: La base della parete si può pure raggiungere seguendo qualche mi nuto la cresta N-O e traversando verso sinistra (S-E) per ertissime chine di neve in modo da portarsi nel mezzo della parete al disopra del primo erto tratto crepacciato, (vedi sotto e). *e) Dalla Baita del Pastore o dalle Baite di Campo per la cresta N-O t ore 3 e ip a 4. Dopo la parete N. il più bell'itinerario, alpinisticamente

e pano ramicamente, alla montagna. La marcata sella nevosa alla base della cresta si può raggiungere per diverse vie : I) Dalla Baita del Pastore per l'itinerario precedente, piegando da ultimo a destra (S-O) per comode chine di neve con qualche crepaccia ; oppure seguendo lo sperone di detriti e rocce elementari a destra (O.). È questo l'itinerario più breve e comodo. II) Dalla Baita predetta si rimontano, senza traccia di sentiero, le ertissime chine erbose del fianco meridionale della valle lungo

il torrente che scende dalla Ve dretta del Fora e con rapida ma faticosissima ascesa si perviene ai valloncelli di detriti e neve che precedono la detta vedretta. Risalendoli sotto alla cresta N . del Confinale si gira la lingua del ghiacciaio a destra (O.) e se ne raggiunge il pianoro, uno degli angoli sperduti della regione, cinto dalle belle vette del Confinale e della Manzina separate da una ampia sella nevosa. Comodo è l'andar per il ghiacciaio, ma alcuni nodi di crepacce e qualche grande fenditura

di solito mascherata richiedono continua attenzione. Un pendio di neve di pochi metri adduce da ultimo alla sella. III) Venendo dalla Baita di Campo, si sale al piano erboso di Val Saline (vedi 72 d) che si traversa verso sinistra (S-E) per girare poi per pascoli e detriti la base della cresta N. del Confinale e raggiungere così la via precedente prima della Vedretta del Fora. IV) Venne pure seguita un'altra via di accesso, che però è affatto sconsigliabile perchè troppo lunga: Dal piano erboso della

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Libri
Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 202 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
152 REGIONE DELL' ORTLER — Sottogruppo Ortler-Königsspitze in cattive condizioni valendosi in parte delle costole rocciose, non diffìcili, ma faticose, causa i detriti frananti di cui sono cosparse. In discesa si può quasi sempre, da pochi metri sotto al colle, scivolare fino al basso in pochi minuti - (circa 314 d'ora dal valico alla Milano). 56.) Colle della Miniera (m. 3338 - c. I.). Riceve il nome dall'attigua Cima della Miniera, che a sua volta lo trasse dalla miniera abband, nel suo

fianco S. - Err. Guida Brus.: v. Cima Miniera. Sebbene importante topograficamente ed alpinisticamente - è la via solita dalla Cedeh alla Milano o all'Hochjoch - è ora caduto in ab bandono completo causa il ripidissimo sdrucciolo N-Ochecon ghiaccio scoperto è tutt'altro che piacevole tanto in salita che in discesa, per cui le comitive transitanti dal Colle delle Pale Rosse al Ghiac ciaio del Zebrù scavalcano tutte la piccola Cima della Miniera (vedi 57 a) e e). Dal valico la larga sella del

Suldenjoch, la selvaggia parete dello Zebrù e della König, la bella piramide della Thurwieserspitze lì vicino, il gruppo di Piazzi nello sfondo della Valle del Zebrù formano un quadro imponente e pittoresco ad un tempo. STORIA ALPINISTICA: La prima traversata, sconosciuta, risale circa al 1880 (Aureggi, 1882?). — 1.* trav. inver.: Mühlstädt con H. S. Pinggera e Peter Dangl jun. 11 febb. 1903 (cogli schi). ICONOGRAFIA : Vers. N-O: dalla Thurwieserspitze, A. Corti ; dalla parete sud della Thurwieser, dello

stesso. — Dalla vedretta del Zebrù, G. Silvestri . — Erschl. p. 112. N. 18. p. 148. — Versante S-E: Sella , dal Monte del Forno. — D. A. Z. 1902-3. a) Dalla Capanna Cedeh per il Colle delle Pale Rosse ed il ver sante S-E - ore 3. Dalla Cedeh si segue la via al Königsjoch fino all' altezza del l'isolotto roccioso nel ghiacciaio (v. 59 a ove si piega gradatamente a sinistra (N-0), verso la larga apertura del Colle delle Pale Rosse che si scorge già da lungi alla base dello spigolo S-O della

Königsspitze. Tenendosi a rispettosa distanza dalla ertissima parete di questa, onde essere al sicuro dalle eventuali cadute di pietre, si risalgono le co mode chine nevose quasi senza crepacce e per un ultimo tratto alquanto più erto si tocca il colle (m. 3347) - ore 2 dalla capanna. Bellissima vista sulla incombente parete italiana della König e sul bacino del Forno. Si scende una breve china sulla Vedretta della Miniera, pianeg giante e quasi senza crepacce, percorrendola a semicerchio colla massima

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Libri
Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 349 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
284 REGIONE DELL'ORTLER — Sottogruppo Cevedale - S. Matteo quota 3355 della c. A. S., al di sopra cioè de I Mughi. - Sul lato opposto s' abbassano ai piedi le rocciose creste della Val Ganosa e il piccolo Laghetto delle Carte - m. 2454 - si mostra nella Val Piana. A mezzodì, al disopra delle Isen disegnate alture del Redival e della Cima Boai, splendono le rocce ed i ghiacciai della Presanella mentre più ad O-, al disopra della tranquilla Val Piana, torreggia altissima la bella vetta del Corno

dei Tre Signori, un Monte della Disgrazia in piccolo. La cresta si raddrizza; con bella arrampicata variata e di media difficoltà su per gli spuntoni di roccia inferiori si perviene ad una marcata spalla prima di rocce agevolissime, poi di neve pure non difficile, al cui termine la cresta diventa completamente rocciosa, di media inclinazione e facile. Si guadagna presto in altezza e si su perano due sellette quasi sempre con neve ; gli spuntoni superiori di roccia, essendo situati un poco giù dal

filo, si girano agevol mente su neve, dopodiché, con dilettevole percorso su roccie in frante, si tocca la prima vetta e in pochi passi la seconda culminante. Varianti: I) La lunga ed accidentata parte inferiore della cresta offre, nei cosi- detti Mughi (Corni del Morto), una non facile arrampicata di molto interesse (vedi sotto 171). II) Una variante non facile e molto più lunga della via solita di accesso al Col degli Orsi, affatto sconsigliabile, sebbene più interessante della via solita

, è quella di risalire alla cresta S-E come per la via 6) e guadagnare di là la parte piana dèlia Vedretta degli Orsi continuando sul lato della cresta rivolto ad essa: si devono attraversare numerosi canaletti, per lo più di ghiaccio, con gradini, e crestine di roccia a volte friabile, richiedenti sicurezza di piede. (Edward T. e Harris Com- pton, Heinrich Hess. R. Pinker e Johann Mach - i settembre 1897 - Zeit. 1898 p. 272). c) Da Peio per la parete S. ore 8 a 9 circa. Difficile ed in parte esposta

arrampicata su roccia poco solida; una però delle più importanti della catena per la grandiosità della parete. Dalla Malga Paludei (m. 2099) - ore 2 da Peio - (vedi 173 f) che costituisce il miglior punto di partenza per la salita - la parete del Giumella si presenta di là imponente -, si risale la Val Piana, ma gnifica valle quasi sconosciuta ( di gran lunga la più bella tra le affluenti di Val del Monte), fino al punto ove si stacca sulla sinistra il ramo salente a N-O alla Vedretta Villacorna

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Libri
Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 316 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
REGIONE DELL'ORTLER — Sottogruppo Cevedale - S. Matteo 253 150.) *Palon della Mare x (m. 3707 - c. 1.). Detto Pala in tutti i dialetti italiani delle valli circostanti e chiamato così per la forma ad altipiano leggermente inclinato che presenta la parte superiore ; il nome venne interpretato erroneamente in Pallori da Payer, che lo introdusse per primo nella letteratura, e ancor più mostruosamente storpiato in Ballon nella c. A. al 75%. L'errore di Payer viene continuato da Niepmann nella sua

monografia. Quota c. A. 37°5; T. C. I. 3704 (?). Enorme massa di ghiaccio terminante in una calotta leggermente arrotondata, centro cui convergono le quattro grandi vedrette del Forno, delle Rosole, della Mare e Rossa; è la vetta culminante delle montagne del gruppo a S. del Cevedale ed una delle più facili e rimu nerative dell' intera regione. Comincia a venir molto frequentata nella traversata per cresta dal Cevedale alla Capanna Vioz e lo sarà sempre più, essendo, sotto guida, alla portata

di qualunque modesto escursionista ed offrendo una delle più belle vedute nelle Alpi Orientali. PANORAMA: Press'a poco eguale, forse meno maestoso, a quello del Ceve dale : solo meno distinta la parte settentrionale mentre più netti si fanno i parti colari verso mezzodì. In parte nuova e quanto mai affascinante la veduta sull'enorme ghiacciaio del Forno e sulla corona di vette che lo attorniano, fattasi ora più vicina e molto più libera che non dal Cevedale, da cui il Palon della Mare restringe in parte

il campo di vista. Bellissime poi le Dolomiti di Brenta e la Presanella dalla ghiacciata parete settentrionale. Con una giornata eccezionalmente serena è visibile il Monviso a più di 250 chilometri. TOPOGRAFIA : Dall'enorme cupolone nevoso della vetta scende a N-N-E il lar ghissimo spartiacque nevoso che ad una anticima quotata m. 3588, altra enorme calotta di neve, si sdoppia : il ramo principale cala a N-N-O al Col della Mare, il secondario seguita a E-N-E (vedi sopra 148-149). La cresta

S. si biforca pure, al Punto 3678: a S-E scende al Passo della Vedretta Rossa (le carte non fanno abbastanza risaltare che è quasi completamente rocciosa), a S-O forma un cospicuo costolone di neve e rocce terminante al disopra della grande caduta di seracchi del Ghiacciaio del Forno e sepa rante il pianoro superiore di questo dal ramo sostenuto dall' altro lato dalla costiera delle Pale Rosole. Vien così chiamata la grande bastionata di rocce frantumate, chiazzata di neve, formante il fianco orientale

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Libri
Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 203 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
REGIONE DELL' ORTLER — Sottogruppo Ortler-Körtigsspitze 153 Per chi si vale della Cima della Miniera è inutile toccare il colle - si sale invece la china E-S-E della vetta. 6) Dalla Capanna Milano per il versante N-0 - ore 2 a 3. A monte della capanna un sentieruolo risale con ripidi zig-zag su faticosi detriti in qualche minuto alla Vedretta del Zebrù che si percorre dapprima in direzione della vetta dello Zebrù (N.), onde evitare un nodo di crepacce immediatamente sulla destra. Giunti nel

mezzo del ghiacciaio è sempre possibile trovare una zona poco rotta, corrente verso E., per la quale si risale comodamente in direzione del Colle della Miniera. Ambiente grandioso e selvaggio colla tetra parete italiana dello Zebrù e la lunga turrita cresta N-O della König - il Suldengrat a sinistra, alla sua base, il largo vallone adducente al Suldenjoch. Girando facilmente alcune poche fenditure si è presto alla base del magnifico sdrucciolo regolare di neve o ghiaccio, orlato spesso da una

è da sconsigliare. La cornice non offre mai ostacolo serio. 57.) Cima della Miniera (m. 3402 - c. I.) Quota P. 3416 - Il Brusoni (p. 322) riferisce err. al Colle Miniera le quote 3402 I. e 3416 P. mentre a p. 184 è errato sia nella quota che nella descrizione. Cosi detta dalla miniera di ferro - ora abbandonata - alla base della cresta S. - (vedi pure 61 /). Modestissima montagna annidata sotto ai precipiti versanti ita liani del Zebrù e della Königsspitze ; forma quasi il prolungamento del ramo del Suldengrat

che dal punto 3638 si stacca verso S-O. Di notevole solo la lunga cresta meridionale dalle torri impo nenti e bizzarre e, ad O. della vetta, una prominenza di neve e roccia, quotata - m. 3270 - che manda a S-O un lungo costone ad arginare la Valle del Rin Marè. Viene attualmente attraversata per gli itinerari a) e c) dalle comitive transitanti non di rado dal Colle delle Pale Rosse alla Vedretta del Zebrù, essendo più facile che non il vicino Colle della Miniera, (vedi 56). STORIA ALPINISTICA

: Senza notizie; salita anteriormente al 1880. ICONOGRAFIA: Vers, meridionale: Rebuschini (dal Confinale). — Sella: Königsspitze, dal Monte del Forno; Ortler Zebrù dal Monte del Forno. — Cavaleri: Zebrù, vers. Ital. — Versante N-O: dalla parete S. della Thurwieserspitze, Corti; idem dalla Vedretta del Zebrù; id. di Guido Silvestri . — Erschl. p. 112.

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Libri
Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 377 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
3io REGIONE DELL'ORTLER — Sottogruppo Cevedale - S. Matteo si attraversa orizzontalmente per sfasciumi comodi solo in discesa per riuscire al disopra del Dosso Bolòn, là ove si incontra il sentiero del Tresero per il quale si cala a S. Caterina. 184.) Punta della Sforzellina (m. 3087)- Così la carta I. G. al 50.000, mentre quella G. dice Punta Sforzellina. La c. A. S. mantiene l'espressione più dialettale di Punta della Sforcellina. Il nome proviene dal vicino notissimo passo. Le quote delle

c. G. e I. G. al 50.000 (m. 3101) e della c. P. (m. 3114) sono forse meno attendibili di quella della c. A., a meno che non si tratti di due punti diversi. Consta di una lunga cresta, portante parecchie elevazioni - che non meritano la qualifica di punte - separate da spiccate insellature e ad un dipresso di eguale altezza. Da ogni lato si presenta qual modestissima elevazione al punto in cui il crinale spartiacque tra Val del Monte e Val di Gavia piega definitivamente a mezzodì ; non ebbe quasi mai e non merita

visite. Bellissima vista sui due versanti ; impressionante quella sulla mole del Como dei Tre Signori che s'erge a brevissima distanza. STORIA ALPINISTICA: /.» ascens. turistica ricordata : Josef Jtt linger (solo) - 22 luglio 1912 - per la cresta S. alla vetta meridionale: non trovò traccia di pre cedenti salite. ICONOGRAFIA: Cavalkri. — Bertarelli, (da S.J. — Vers. N.: Cavaleri, dal Tresero. — Silvestri. — Rebuschini, dal Confinale. Si sale: «) Dal Passo della Sforzellina, tenendosi sul lato

occidentale della cresta su rocce erte e smosse fino al disopra del primo tratto ripido della cresta. Di là, seguitando per il filo - 5 metri da percorrere a cavalcioni - per un piccolo strapiombo si cala in una breccia, dalla quale per un lastrone si raggiunge la vetta più meridionale (?) - Aneroide ca. 3060 m. - affilata e separata dalla successiva per mezzo di una profonda insellatura (allora nevosa). b) Da Peio seguendo la via al Passo Dosegu fino a mezz'oretta sotto al valico e piegando

di là a sinistra (N-O) dapprima per chine di faticosi sfasciumi poi per facili rocce che portano direttamente alla vetta. c) Dal passo di Dosegù (v. 183) seguendo verso O. la cresta di blocchi cadente molto ripida sul versante N. e superando due piccole prominenze. d) Dal Rifugio di Gavia salendo per ripide chine di detriti ad E. in modo da raggiungere, da ultimo per il ghiacciaietto della Sforzellina, lo spigolo N-N-O della vetta ad una minuscola spalla al punto in cui comincia a diventar ripido. Si segue

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Libri
Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 231 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
178 REGIONE DELL'ORTLER — Sottogruppo Confinale - Cime del Forno ad O. la catena del Confinale a dividere la Val Furva dalla Val Zebrù. Cadente a N. su questa con erte pareti ammantate da ghiac ciai, su quella invece degradante lentamente, è ritenuta il miglior punto di osservazione su tutto il versante valtellinese della Regione dell'Ortler, essendo nettamente separato per mezzo del Passo del Zebrù dalla Cima delle Pale Rosse, con cui si riannoda alla Königs spitze: onde attrasse da tempo

l'attenzione della gran massa degli alpinisti di S. Caterina, tanto più che, tra le bellezze della Val Furva, rimangono impresse non fra le ultime quelle delle chine meridio nali del gruppo del Confinale e delle Cime del Forno. CARTOGRAFIA: In questa regione, che trovasi interamente al di qua del con fine politico, la sola fonte cartografica vera è la Carta I. G. M.; la carta Pogliaghi ha solo valore storico (l'altiraetria vi è assai trascurata, in questa regione, con note voli errori). VETTA PRINCIPALE

e CULMINANTE: Monte Confinale (m. 3370). CONBINAZIONE DI VETTE: 1) Confinale e Cima della Manzina. — 2) Con finale - Manzina e Cime del Forno. VALICHI PRINCIPALI: Il solo Passo del Zebrù (m. 3010), uno dei più impor tanti della Val Furva. GHIACCIAI : Il ghiacciaio del Confinale, a S-E di questo, è l'unico vero sul ver sante meridionale - meno esteso però di quanto indicano le carte ed in ritiro, come pure quello sul versante Occidentale della montagna -. Cospicui invece quelli del versante N. : la Vedretta

del Fora tra la cresta N. del Confinale e quella N-O della Cima della Manzina; tra questa e la cresta N. della Cima Occidentale del Forno la Ve dretta della Montagna Vecchia; tutto il resto del versante settentrionale delle Cime del Forno è rivestito dalla Vedretta dei Castelli. STATISTICA ALPINA: Frequentato quasi ogni giorno nella bella stagione il Confinale ; visitata qualche volta la Cima della Manzina ; quasi sconosciute le Cime del Forno. ACCESSI : Per tutto il versante Sud, S. Caterina

(4 ore e i\2 al più di salita) ; per quello settentrionale le comode ospitali Baite di Campo o, meno adatta al pernot tamento, quella del Pastore. 68.) * Passo del Zebrù (m. 3010 - c. I.). La quota 3025 -delle carte si riferisce al passo meridionale ; la quota 3010 a quello centrale, attualmente l'unico frequentato. Sulla carta P. sono segnate molto depressioni sulla cresta, quotate (da N. a S.) 3020, 3038, 3097, 30..?; quest'ultima appare a N-E della Cima E. del Forno. Detto così dalla Valle del

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Libri
Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 343 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
278 REGIONE DELL'ORTLER — Sottogruppo Cevedale - S. Matteo sciumi ; in comoda passeggiata, lasciando sulla sinistra (O.) l'insigni ficante elevazione detta su le carte Cima Castello (vedi sótto) si giunge su detriti sino ad una diruta prominenza rocciosa - Punto 3156 - che si gira in piano verso Val Cadini, pure su sfasciumi. La cresta diventa nuovamente larga e coperta di detriti fino al pianoro quanto mai curioso, coperto da neve, circa alla quota 3237 (l'errore della c. G. (3227) è uno

sbaglio di trascrizione); di là essa si fa sottile ed affilata. La prima torre si gira a destra su neve; poi si segue il filo, passando per la quota 3376, sotto alla quale, in un ripiano, si costruirà la capanna ; fino alla vetta è una diver tente arrampicata, alternata a tratti elementari coperti di sfasciu mi, a grande altezza sulla Vedretta degli Orsi. e) Da Peio per la parete S-0 Bellissima parete di rocce ertissime, spiccante dal gruppo della Presanella accanto a quella maggiore ma meno regolare

del Giumella. Una tra le difficili arrampicate della Valle di Peio. Dal bacino mediano della Vedretta degli Orsi (v. 169 a) si è in breve per comode chine con qualche grande crepaccia alla base della magnifica parete, nell' estate di solito quasi completamente senza neve. Il terzo inferiore, di rocce ertissime, si supera in un canale strettissimo e di fortissima inclinazione prendente origine in una insenatura della parete poco a N. della marcata elevazione rocciosa quotata m. 3376; con neve

in condizioni non ottime sarà meglio, superato il conoide basale, attenersi alle ripidissime rocce sulla sinistra (salendo). Si raggiunge così una cengia corrente attra verso tutta la parete, al disopra della quale cessano le maggiori difficoltà ; si continua per rocce cattive sulla sponda dello stretto canale, poi in linea retta fino alla sommità, badando sempre bene agli appigli ed appoggi malsicuri della roccia, composta di schisti micacei. 167.) Cima Castello (m. 298«). Al principio del tratto alquanto

roccioso della cresta S-E della Punta Cadini ; dosso informe senza alcuna importanza (vedi Punta Cadini d). Gli altri lati sono pure praticabili; quello su Val Cadini per monotone chine erbose e di detriti; quello di Val degli Orsi su rocce cattive. ICONOGRAFIA: Sella, dalla Presanella. 168.) Cima Fratta secca (m. 272S). Quota c. I. G. al 50.000 2725. Al termine della cresta S-E della Punta Cadini, a cavaliere delle valli Cadini e degli Orsi. Bel punto di vista sulla conca di Peio. Segnale

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Libri
Categoria:
Sport, gioco
Anno:
1915
Regione dell'Ortler.- (Guida dei monti d'Italia ; [31]).- (Alpi Centrali ; Vol. 2)
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Pagina 237 di 566
Autore: Bonacossa, Aldo / Aldo Bonacossa
Luogo: Milano
Editore: Tipo-Litografia Ripalta
Descrizione fisica: XVII, 482 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Ortlergruppe;s.Bergwandern;f.Führer
Segnatura: I 234.281
ID interno: 402496
per la cresta N. - ore 3 a 3 ip. Facile e nell'ultimo tratto divertente; consigliabile anche ai so litari che vogliano, senza rischio alcuno, traversare a S. Caterina. Dalla Baita del Pastore si attraversa, dopo pochi passi in discesa verso E., il torrente e si risale per un sentieruolo che sulla sponda sinistra (orogr.) della valle si tiene a mezza costa tra rododendri e pendii erbosi fino all' imbocco della valletta della Montagna Vecchia corrente a S. verso il ghiacciaio compreso tra la cresta

N. della nostra cima e quella N-O della Manzina, la Vedretta della Monta gna Vecchia. Risalendola per comodi pascoli, tenendosi a piaci mento sull' una o sull'altra sponda, si piega ad una specie di pia noro a sinistra (S-E) in modo da raggiungere comodamente, sempre per pascoli, la lunga cresta N. della vetta, di detriti, rocce rotte e chiazze nevose ; la si rimonta senza difficoltà, tenendosi più in alto sul versante destro (O.); alcuni tratti invece si girano più como damente a sinistra (E.) per

le lente chine, che presso alla cresta sono unite, della Vedretta dei Castelli. Dove la cresta è interrotta da neve, là ove comincia a raddrizzarsi erta verso la vetta, si gira il tratto ripido sulla vedretta, badando a qualche eventuale piccolo crepaccio, e ci si tiene alquanto ad E. della cresta su rocce non buone, spesso con chiazze di neve; unico passo divertente e non del tutto facile è un erto camino richiedente un certo sforzo. Senza altri punti notevoli si raggiunge in breve la larga vetta

di rocce frantumate. 69Ms) M. del Forno m. 3035 c. G., m. 2876 c. P. (riferentisi a due punti diversi). Dai pascoli (monte) del Forno, sopra alle Baite omonime, il nome venne esteso alla propaggine S. della Cima Forno orientale ; senza interesse. 70.) Sasso della Manzina (m. 2802 P.) Insignificante costiera rocciosa biancheggiante, ad E. della valle omonima, presso al lago. 71.) Cima della Manzina m. 3312. Dalla valle e dal lago dello stesso nome, immediatamente a S-E. Quota P. 3322. La seconda

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