E analogamente troviamo (Jamul invece di Canetum. Aieìmh. invece dì Rovredum a Luna, Gnm per Grumo.^ P-nn- talpein per- Ponte Alpino (era questo il ponte della Rocchetta). Sulla destra del Noce non V è traccia alcuna di questi germanizzazione di nomi. E i documenti del luogo ci danno le varianti di Mezo o Mezio S. Pietro, assai spesso di Me»-io 0 Mew*, solo, seguite da quello di Mex-io JjottiJbardo (1588} stoi piato dagli scrittori del seicento in Meta- Longobardica-. Col 1700 spariscono

un po' sii» volta le torme get munì à sulla sinistra del No co e Mezocorona si presenta esclusiva mente con nome italiano-' , . Ora. prima di procedere :> dire di quei cambiamenti lingua con cui sono in relazione i cambiamenti toponoma..tici. osserveremo come la storpiatura dei nomi di Mezolonvwiro Mezocorona in Meta-teutonica- o Metafongobardw-a-, introdotta» scrittori del seicento, rappresenti- uno strafalcione giocolane. Ball;i storpiatura in parola qualche storico ari ivo ^ alla de ^u zione che

il Noce segnava il confine (Meta) Ira italiani e te sebi, ossia fra longobardi e teutoni, come se i pi imi potes.'er esser-considerati quali italiani. Ma il Me%*> ài Mezo orniate ^ e Mezocorona non equivale a ìmta, bensì a medium (campo). e .Mezotedeseo volle-nelle sue orìgini significare quella paitc^ .e piano che governata dai Conti del Tirolo ebbe a inquina 1 si n germanismo. Mezolombnrdo invece quella che fu e rimale dominio italiano, detto lombardo e non longobardo La dizione esatta da usarsi ora

è perciò Mellow ^ ^ e Mez-oeorona. Non va usato Mezotedeseo perchè il nome on ginario fu quello dì Corona dal castello sovrastante. La lingua. - Il conflitto -ira Italia®® 1 c M tedwco. Diremo ora come avvenne la germanizzazione del piaiu sulla sinistra del Noce, germa n i zza zio ne rivelatati uopi«»- utr.» dalla toponomastica.

X.J II ponte della Rocchetta, che trovasi a brevissima distanza da quello del Dazio, è F antico poni,e alpino, A questo si ar rivava direttamente da.Mezocorona costeggiando sopra il ponte di S. Cristoforo un pendio su cui era facile costruire una strada, mentre F opposta parete cade addirittura a picco sopra lì tor rente. Pochi passi prima del ponte alpino ]' antica strada si bi forcava; no varco lungo la sinistra del Noce discendeva a lam birlo, poi saliva presso il colle detto

di S, Margherita, al posto del quale era a guardia della valle il Castel Tono (di cui oggi c' è appena traccia); F altro, passato il ponte, s' alzava poi, sulle spianate di Bereolo e Donno. Il ponto alpino della Rocchetta era per conseguenza la vera porta d'entrata della valle,' finche si scavo nel masso sovrastante a sinistra del ponte stesso, la- presente strada che , va al ponto di S, Cristoforo o. del Dazio il quale divenne cosi ed è tutt' ora la vera porta della fannia e il quadrivio delle strade dalla

sinistra e destra del Noce, da Mezol onibardo e da Mezocorona, A custodire 1' entrata e' era il Castel Tono (ricordato già nel 1145) sili colle d^tfco tutt' ora Castelletto. Sulle rovine della torre di Castel Tono fu costrutta la chiesetta di S. Margherita. Sopra S. Margherita e quindi sopra F antico Castel Tono si ve dono i ruderi di Castel Visione che. fu costrutto nel 1199 pei* sorvegliare, a quanto pare, un alpestre sentiero che. stacca vasi sopra la strada che veniva da Mezocorona e si alzava

forte- , mente per valicare il dosso delle Visioni ed entrare in Val di Non da questa parte. Di Castel Visione non si vedeva un tempo che una parete alta, nera che stava li come a vedetta dell'A- naiinia; anche quei poveri resti rumarono in mia notte, burra scosa dell' ottobre 1888 ed ora non si vede che poca parte di muro. Nel 1333 i.Conti del Tirolo incaricarono Voleinaro di Burg- ntall dì costruire sotto Castel Visione una torre, detta la Hoc.-

XT. LA ROCCHETTA (Castel Tono » Castel Visione - Castel Rocchetta) L' Anaunia e la Val di Loie. La Rocchetta ò ni vertice del triangolo che fonila il piano del Noce. A destra e a sinistra gli ultimi contrafforti del Fau- sior e quelli dolio Alpi di Val eli Non precipitano dando luogo ad un ristrettissimo varco che costituisco la porta d' entrata ai vasti terrazzi dell' A nnun in. Usciti da Mezoionibardo si prosegue per km 3.8 e lasciata a sinistra la via per Fai. si arriva al. ponte del Dazio

. Qui la strada si biforca; una conduce al ponte della Bocchetta e al forte inferiore e di qui a De uno e CI es; 1' altra (quella a de stra) al forte superiore della Rocchetta, e eli qui a Taio (lies e Fondo). La più antica denominazione del passo della Rocchetta ci è data dal Vescovo S. Vigilio, il santo protettore della diocesi trentina, che, recatosi 1507 anni fa (nel 397) al pagano vil laggio di Metkol detto poi 8. Zeno, lo chiama le fauci. Ed aspra e rigida con tutte le caratteristiche di una

gola è veramente la stretta attraverso cui esce il Noce. 11 passo della Rocchetta deve esser stato di notevole im portanza già al tempo dei romani. La strada per accedervi cor reva anticamente sulla sinistra del Noce e toccava Mezocorona, e solo più tardi, dopo la costruzione del ponte di S. Cristoforo (1 ! attualo ponto del Dazio, detto in un documento anche ponte delle capre) vi si univa anche quella che veniva da Mezolom- bardo.

DilIIn Kocchetta all'Adiro si hanno in linea rein 7 kiJom. Jiii base di»! triangolo' da Ivo vere della Luna alla confluenza dell'Adige col Noce è di kilom. Hi, Tuffo questo ])Ìano era un tempo infetto da paludi: ora se- no. ha piccola traccia, verso .Rovere della Luna e sul tenere di Zambana ; l'opera dell'uomo e quella, del tori-ente Xoo<> Jo hanno ricolmato di ghiaie e ridotto a suolo ubertoso. II. piano e oggi tutto coperto da alluvione. Cenno geologico'. Dal punto eli vista geologico

il passo della Rocchetta ha un interesse non trascurabile. .Esso offre un bellissimo profilo che è Ja. chiave della- costituzione geologica di Val di Non e comprende il gruppo di formazioni che va dal trias al terziario, l'ili strati sono inclinati a X. IV. cosi che le rapi a piece ohe sostengono le terrazze di Fai e del Monte di Mczocorona l'or- mano la base dell'intera serie: esse appartengono ni trias su periore e precisamente alla dolomia dello Schiern, o della Olen dola. Separata da uno strato

di tufi, visibili nella' valletta ohe s apre a sinistra dello stradone, mezzo km. prima del ponte della, .Rocchetta. si sovrappone ad essa la dolomia, principale: dopo il forte sono visibili successivamente gli strati di calcare bianco liasieo che vengono utilizzati per la preparazione della calce, gli strati rossi giiirosi ottimi por materiale da costru zione; sogliono le rocce cretacee del biancone e della scàglia rossa, indi le marne eoceniche ! cui prodotti di decomposizione hanno dato origine

agli ottimi depositi di creta. Un interessante fenomeno geologico, quello delle trasgres sioni possiamo studiarlo sulle terrazze di Fai e Monte di Me- zO'Corona : ivi alla dolomia dello Schiern si sovrappongono sen- z altro gli strati del giura e della creta (scaglia e biancone a Fai e scaglia soltanto a Monte di lìezocorona).

- Ito - XIV. DA MEZÖLOMBARDO A CLES sulla sinistra del Noce. Presso il passo della Rocchetta al ponte elei dazio (distante ■da Mezolombardo hm 3*8 vedi pag, 83) si prendo in via che conduco al folto .superiore della Rocchetta, traversato il quale si comincia a godere un bellissimo panorama su tutta la sponda sinistra del Foce. Ad un km circa a sinistra della strada, si lascia un dossetto colle rovine della chiesa di 8, Margherita' eretta nella torre èli' antico Castel Tomo , A. due km circa

si lascia, a destra la via carrozzabile che va a Va ugo. A tre eh il odi . dal dazio vi è nella località Gaggio gramìtì la grande fabbrica di ceramiche del sig, Dal loca se, E un vasto stabilimento in cui sono impiegati circa 200 ■operai. E' fornito di macchinario moderno mosso a forza id ran- . li ea. riot) cavalli di l'orza). Ha doe grandi forni (sistema La- uuzzi) moderni. Bello e grandioso sono le cave di creta dietro lo stabilimento, che inerita, di esser osservato e costituisce una delle migliori