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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1909
Guida delle Giudicarie
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Pagina 223 di 384
Autore: Battisti, Cesare / Cesare Battisti
Luogo: Trento
Editore: Società Tip. Ed. Trentina
Descrizione fisica: 280 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Judikarien ; f.Führer
Segnatura: I A-4.342
ID interno: 124377
dopo S. Stefano è la Sega del Sirolegh , da cui già si scorgono nel fondo le cime del Crozzo» eli Folgarida. Dopo trenta-quaranta minuti da S. Stefano rì giunge albi confluenza del Nardts colla Sarca. Un rumore di acque cadenti domina il brontolio del torrente e ad uno svolto della roccia ap pariscono' fra l'oscurità della seira come due immensi fiocchi bianchi che da oltre cento metri d'altezza scendono al fondo del- In valle. Sono i due rami in cui si divide il rivo di Nardis che rac coglie

le acque della ghiacciata conca omonima. La loro spu meggiante caduta in mezzo ad un labirinto selvaggio di preci- 1 > i zi di greppi, di scaglioni parte nudi, parte coperti eia arbo scelli di continuo agitati., forma una scena incantevole. Sulla roccia da cui cade il rivo si volge il sentiero che sa- hmdo per la Valle del Nardis ,porta alle malghe di Nardis e (] i J ^iori e al Rifugio della Presa.nella (m. 2204; ore 4). Sorpas- ,Si) <ta Ja Scala di Bò, ove la Sarca precipita in un pittoresco bur- roi

»e a. mezz'ora dalla cascata del Nardis, s'addentra a. destra della Sarca la misteriosa valletta, di Siniciaga, in un ramo della. l l Ua '« giaciòno i pittoreschi laghi di S. Giuliano, (vedi pag.- ). Risalendo il torrente »Siniciaga fino alle origini si arriva (in 3 ore) ai ghiacciai del Làres. l'na breve sali tin a conduce ai piani di Fon ! an ab an a (ut. ^ 137) dove zampilla una fresca fonte e le guide invitano di so-

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1909
Guida delle Giudicarie
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Pagina 221 di 384
Autore: Battisti, Cesare / Cesare Battisti
Luogo: Trento
Editore: Società Tip. Ed. Trentina
Descrizione fisica: 280 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Judikarien ; f.Führer
Segnatura: I A-4.342
ID interno: 124377
S. Stefano è la Sega del tètrolégh, da cui già si scorgono nel fondo le cime del Crozzou e di Folgarida. Dopo trenta-quaranta minuti da S. Stefano kì giunge alla confluenza del Nardts colla Sarca. Un rumore di acque cadenti domina il brontolio del torrente e ad uno svolto della roccia ap pariscono fra l'oscurità della selva come due immensi fiocchi bianchi che da oltre cento metri d'altezza scendono al fondo del la valle. Sono i due rami in cui si divide il rivo di Nardis che rac coglie le acque della

ghiacciata conca omonima. La loro spu meggiante caduta in mezzo ad un labirinto selvaggio di preci- pizi di greppi, di scaglioni parte nudi, parte coperti da arbo scelli di continuo agitati, forma una scena incantevole. Sulla roccia da cui cade il rivo si volge il sentiero che sa- 'endo per la Valle del Nardis ,porta alle malghe di Nardis e Fiori e al Rifugio della ? resa nella (m. 2204; ore 4). Sorpas sata la Scala di Hù, ove la Sarca precipita in un pittoresco bur rone a mezz'ora dalla cascata del

Nardis, s'addentra a destra della Sarca la misteriosa valletta di Sinieiaga, in un ramo della quali* giaciono i pittoreschi laghi di H. Giuliano, (vedi pag. }. Risalendo il torrente Sinieiaga fino alle origini si arriva (in 3 ore) ai ghiacciai del Làrcs. Una breve salìtina conduce ai piani di Fontanabona (m. '137) dove zampilla una fresca fonte e le guide invitano di so-

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1909
Guida delle Giudicarie
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Pagina 74 di 384
Autore: Battisti, Cesare / Cesare Battisti
Luogo: Trento
Editore: Società Tip. Ed. Trentina
Descrizione fisica: 280 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Judikarien ; f.Führer
Segnatura: I A-4.342
ID interno: 124377
su per la china del M. Caret, mentre sulle stesse alture gli au striaci a der no concentrato cinque-sei mila uomini. Questi calaro no nella valle la mattina del 21 e, spintisi fino a Locca, obbliga rono a retrocedere il battaglione garibaldino, trovato sulle al ture, venendo a conflitto col grosso delle camicie rosse attorno a Locca, ove malgrado prove di valore (fu qui che cadde il colon nello Chiassi) i garibaldini dovettero ancora retrocedere, In questo punto giunse da Ti arno Garibaldi con

traccie del combat timento. Nella chiesa, di S, Stefano (distante cinque minuti) vennero trasportate le ossa di ottantaquattro combattenti esumate nei dintorni. Molti morti furono sepolti nell'attiguo cimiterino. Sul colle di S. Stefano, proprio al posto della, lapide collocata da Garibaldi e dai suoi ufficiali e atterrata dopo lo sgombero delle truppe italiane, s'erge una bianca croce collocata dal go verno austriaco nel 1896 con la seguente scritta italiana e te desca : Alla memoria - dei guerrieri

- au8tria.ci e italiani - caduti nel fatto d'armi - XXI luglio MDCCCLXVJ. La via die conduce al monumento e indicata con segnavia. Bisogna però chieder la chiave del cancello al custode. Alla piazzetta era stato posto il nome «Obbedisco!» nome proibito però dal governo. Ä Bezzecca una lapide ricorda il Popo dì Bezzccca, un gi gante — tal Bernardo Ci Ili — alto due metri e sessanta cm., morto, -dopo aver girata tutta Europa, nel 1791.

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1909
Guida delle Giudicarie
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Pagina 208 di 384
Autore: Battisti, Cesare / Cesare Battisti
Luogo: Trento
Editore: Società Tip. Ed. Trentina
Descrizione fisica: 280 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Judikarien ; f.Führer
Segnatura: I A-4.342
ID interno: 124377
piano di Genova. La facciata volta a mezzodì è coperta di affre schi divisi da riquadri, in quattro piani. Gli inferiori in parte coperti da una scala aggiunta posteriormente e guasti dal tem- po e dagli uomini, rappresentano i peccati capitali; quelli del secondo piano un po' meglio conservati, figurano un trionfo della morte con iscrizioni e soggetti pressoché uguali a quelli di S, Vigilio; quelli superiori la vita di S. Stefano, Accanto alla danza, nelle lunette di due finestre è ripetuto

i! nome del maestro: Ihs Simon de Baschenìs -pingchat die 12 mensis Juli 1519, e Simon de Auer aria -pingébat me sis Juli 1519. Questa seconda danza (cos! il Largaiolli nello studio succi tato) è per ogni verso meno notevole di quella di Pinzolo ; seb bene le sue figure sbiadite e mal concie poco si prestino a con fronti. Anche in questa danza —- pur troppo assai poco rispettata dal pubblico — il corteo s'apre con l'orchestra degli scheletri, e quello coronato ha un serpente attorcigliato intorno

al collo; al di sotto, evvi per iscrizione, il principio della, lunga e pigra- fe dell'altro Bailo. Invece del Crocifisso, qui è un Redentore che dispiega una banderuola con croce ressa in campo bianco, ed una epigrafe in cui sono riprodotti, storpiandoli un poco, i due versi finali dell'altra iscrizione. Poi il Papa, il Cardinale, il Ve- scovo, il Prete, il Frate, l'Imperatore, il Re, il Duca; vi manca la Regina e v'è il Guerriero, l'Avaro, l'Elegante, lo Sciancato, con i soliti scheletri e le solite

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