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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 164 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
sino a tregua spirata; e,, per quel termine fu disposto che Biagio fosse soccorso nell' ideata impresa da Federico dì Graiffenstein, capitano del Duca. Spirata la tregua, Biagio insorge, ed eccita tutti a seguirlo; ma i Tesini non rispondono al suo invito, e Francesco da Carrara, tat colte le sue genti, con i soccorsi ottenuti dal marchese d’ Este e dai Bassanesi, fa invadere il tenere di Grigno. Biagio a mala pena può ripararsi nel castello d' Ivano, dove avea sede la sua famiglia- ma le milizie

carraresi, smantellato il castello di Gngno, lo inseguono e lo circuiscono in modo, che vedendo come ritardasse a venire F aiuto promesso dal Duca, patteggia con il-capitano Giovanni degli Obizzi una tregua di otto giorni. E nel frattempo era morto in Mi lano il duca Rodolfo (27 luglio), e tuttavia il capitano Graiffenstein, memore degli ordini avuti dal principe defunto, scende ih Valsugana, e dà principio alle sue operazioni militari contro il castello di san Martino sopra Scurelle. Meditava

di assalire i Carraresi eh’ erano sotto il castello d’Ivano ; ma visti i loro apprestamenti, e spaventato dal numero delle loro forze, dà di volta, e più non pensa a quell’ im presa. Biagio si trova per ciò abbandonato a se stesso, e, costretto ad arrendersi, consegna il castello (24 settembre) a Francesco da Lione, che iacea in nome del Signor da Carrara 3 ). es n duca Leopoldo, fratello di Rodolfo, avea ottenuto da Bernabò in isposala di lui figlia Verde (ottobre 1374), alla qual© il Visconti diede

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 224 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
valle ricadde allora in mano dei Veneziani -, e mentre ciò avveniva, Massimiliano fortificava il castello di Cresta, faceva espugnare Castei- barco sopra Chiusole, e radunava a Galliano gran copia di gente armata. Ma qui le truppe imperiali, assalite improvvisamente dai Ve- neziani condotti pei monti di Fulgheria da Giambattista Caracciolo sono costrette ad abbandonare il campo, a ritirarsi ed a rifarsi d’uo mini e di vettovaglie. Rimaneva da espugnare il castello della Pietra -, ma ritornati

da una fossa e dal muro che : dal castello andava all’Adige a). I Veneti incominciano a bombardare il castello, ma non riescono a conseguire il loro intento : le palle retrocedevano ripercosse dalle pietre, e gli assediati si difendevano calorosamente, mandando sassi e macigni sugli assalitori, e danneg giandoli con opportune sortite. E così andarono le cose sino verso la Pasqua, per fare la quale e Tedeschi e Trentini, lasciato al Campo un piccolo presidio, ritornarono alla città. C’ era di mezzo

una tregua di tre giorni combinata dai due eserciti, ma il Caracciolo, sorpassando la parola data, con una mano di giovani arditi e coraggiosi assale Lì castello, e presolo, sorprende Calliano e lo abbandona al saccheggio. La nuova desta in Trento una grande costernazione * vi si temeva che il nemico fosse da un momento all’ altro alle porte della città. 11 Vescovo anima gli uni egli altri a riprendere le armi, e a correre alla rivincita. Ma i Veneziani se n erano ritirati, e del fatto s’incol

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 138 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
tenuto d’ implorare dalla Santa Sede pei Conti e per tutta la sua diocesi 1’ assoluzione delle scomuniche e dell’ interdetto ; di rilasciare in mano di Sigifrido il castello del Buon Consìglio, e la torre Vanga; di au torizzare i Conti a reggere la città nel temporale per mezzo d 1 un loro capitano, e di tenervi un suo vicario generale per il governo delle cose spirituali. I Conti doveano restituire 1’ usurpato, il quale sarebbe amministrato dal vescovo di Coira mediante capitani da luì delegati. Con

le rendite vescovili doveano essere stipendiati ì presidj del castello del Buon Consiglio, di casa Vanga, Castel Trento e delle porte della città. Dovea inoltre il Vescovo rendere annualmente ra gione a scelti arbitri dei frutti percepiti dalla sua Chiesa: 1 ), sancire le sentenze, che fossero pronunciate dai Conti, perdonare ogni eccesso ai preti loro famigliar!, e ritenere valide le condizioni espresse nel- Y atto di pace. Il Vescovo potea fruire liberamente del territorio a lui assegnato ; doveansi

abolire le pretese dei Conti sul castello del Buon Consiglio e su la casa Vanga; e-se il Vescovo morisse, prima di avere ottenuta la promessa assoluzione, il vescovo Sigifrido i) Nota l’Alberti (Annali eco. pag. 200), che in due registri vescovili dell’anno 1300 sono indicati i poderi liberi spettanti al vescovato lungo l’Adige, gli affliti e le annualità dovute alla Camera por questi poderi^ e dalle curie di Trento, Àia, Arco, Cedro, Magnano, Cles, Volsana, Malé, San Tomaso e Bolzano, non meno che

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Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 203 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
, e come questi incominciarono ad agire sul popolo per trarlo dalla loro parte, il Vescovo si ritrasse dalla città, 'rifuggendosi in Bolzano, o lì presso, nel castello di Kimbelstein, ove dimorò esule più di due anni. Una delle cose, per le quali il Vescovo era caduto nello sdegno de’ Trentini, fu la disposizione da lui presa di conferire a Tedeschi le cariche del principato. A ripararvi Io chiedeva il bi sogno della pace ; ma il Vescovo non osava pensarci, e ci pensò in luogo suo 1 ’ arciduca

11 ; uomo di scarso ingegno e avverso ai letterati, che diede un pontificato oscuro e di nissuna utilità. Del resto il nostro Vescovo quanto fu improv vido per la città e pel principato, altrettanto fu solerte nel provvedere al bene materiale della sua Chiesa, lasciando ad essa gran copia di vasellami d’ argento, e reintegrandola dell’antichissimo feudo di Ca stellare, del quale, i Marchesi di Mantova da molto tempo non chie devano l’investitura ; e poi rifornì e ristorò il castello del Buon Con siglio

, rifabbricò con grave dispendio il castello di Coredo in Anaunia, e con la parsimonia sgravò la Chiesa da molti debiti 4 ). 1) Alberti: Annali citati , pag. 331. 2 ) Alberti: Annali citati, pag. 332. 3 ) Alberti : Annali citali , pag. 334. 4 ) Alberti : Annali citati, pag. 332. — Frapporti : Opera citata, pagina 509 .

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 372 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
il Magistrato dispose che fosse rimesso il selciato delle vie della città, e che pel ricevimento i consoli avessero vesti di cerimonia acconciate alla spagnuola, e parrucche alla delfina ')• E Principe ve scovo con altrettanta premura si diede ad ammobigliare il Castello, ed a farlo pulire in alcuna sua parte. Vi fece fare al torrione il pa vimento di marmo rosso e bianco, e in esso, e nel salone, ordinò che fossero ristaurate le pitture vecchie, e che il Fontebasso, fatto venire da Verona, ne dipingesse

di nuove. Giunta la Principessa in Ala, il Vescovo vi manda suo nipote il conte Gervasio e il conte Bortolazzi a complimentarla e ad invitarla in nome suo. La accoglie al Castello, ed ivi ossequiata dal Capitolo, dal Magistrato e dalla nobiltà trentina, pranza da sola nella stessa camera di udienza. E servita dalla Cavriani, che si teneva in piedi dirimpetto a lei, e la inchinava profondamente ogni qualvolta che le porgeva una vivanda. E scritto che la Principessa era di mediocre statura, bruna

di colore, magra di corpo, con 1’ occhio sinistro più brillante del destro, la bocca grande e il labbro superiore nel parlare alquanto contratto in alto. Era vestita di stoffa rosea a fiori d’argento, con mantellina di doppio velo nero ed una cuffia a nastri verdi 2 ). Dopo il pranzo ella si recò alla chiesa dì Santa Maria Maggiore, e poi al Duomo, quivi ricevuta dal Vescovo e dai canonici. Rientrata in Castello, dopo la cena, si con geda dalla nobiltà di Trento, dicendo di volere partire in privato

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Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 482 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
stituilo il colonnello del reggimento de' cacciatori imperiali barone de Zobel; il quale aveva a’ suoi ordini 18 compagnie di fanteria e due squadroni di cavalleggieri 1 ). Vi giunse pure il commissario politico barone Bertolini, il quale pose il proprio ufficio in Castello. Di notte (12 aprile) furon portati via i conti Gaetano Manci, Matteo Thunn, Giuseppe Festi, Pietro Sizzo, e tradotti in Germania. Il Municipio, invitato a dichiararsi intorno alle proprie intenzioni, ed a quelle dei

chiuse Port’Aquila e Porta Nuova, e fatte guardare da militi le Porte San Martino e Maria Teresa. I corpi franchi scesi alle Sarche assalirono (14 aprile) i cacciatori imperiali ivi appostati, e li costrinsero a ritirarsi nel castello di Toblino. Se non che sopravvenute nuove truppe, l'Arcioni con la sua schiera si ritira a Stenico, dove Manara accorre da Salò a rinforzarlo 2 ). Presso Santa Massenza gli Austriaci riuscirono a fare 21 prigionieri, e questi sono tradotti e scortati a Trento. Erano

tutti italiani ad eccezione di pochi disertori del reggimento Geppert e de’ primi non si ri corda che il nome di, certo Blondel nativo di Genova, eh’ ebbe in sieme con altri suoi col leghi di sventura l’infelice sorte di essere fucilato alla fossa del Castello (ló aprile), in onta ai piissimo vescovo Giovanni Nepomuceno, che con le più calde preghiere, e gli atti di squisita umanità, era accorso per la salvezza di quelle giovani vite 3 ). I Bersaglieri, calati nel Trentino prima a drappelli e poi

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 339 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
rianima 1’ accademia degli Accesi, che il contagio del 1630 avea assopita. 9 ), e la sorregge con utili provvedimenti. Indi fa ristaurare il palazzo 1 retorio, fa ac quisto di molti arredi sacri, aumenta l’argenteria della mensa vescovile, accresce le suppellettili del Castello, e più avrebbe fatto se la morte non lo avesse colto troppo presto, in età di cinquantasei anni, a dì 2 febbraio 1677. Trapassato questo vescovo, il Capitolo s’ affretta ad esercitare il proprio diritto, assumendo il governo

del principato giusta le norme stabilite dai sacri canoni. Dispone, che il decano Giuseppe Vittorio degli Alberti, succeduto al Gelfo, ed il seniore Malanotti, avessero la direzione nelle cose temporali, e che due canonici risiedessero a vi cenda nel Castello. Fu nominato vicario il canonico Carlo Emanuele Voltolini 3 ), e si ordinò, che fosse fatta la compilazione dei proclami vigenti e là separazione dei mobìli e delle argenterie spettanti alla Mensa* ma il dì 8 febbraio giunse in Trento

il commissario impe riale Giangiacomo de’ Wolkenstein, il quale insieme con il barone Buffa, altro commissario destinato a tenere la pubblica amministra zione in tempo dì sede vacante. Ambidue entrano in Castello, e vi mettono i soldati *, i canonici se ne dolgono, e fanno proteste, or dinano pubbliche preci, impiegano gli uni e. gli altri allo scopo dì temperare le asprezze dei commissari, e nulla ottengono. Sono costretti a rassemiarvisi, ed a rivolgere le loro istanze alla Corte di' Roma. Clemente X era

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 458 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
e trentini, i Passiriani condotti dall’Hofer, 1’Hofer stesso, e il generale Marcila! che faceva le veci del maresciallo Chasteller. L’Hofer co 5 suoi soldati sì spìnse sino a Levico, il Generale occupa i forti del Castello e la torre Vanga, e ordina nuove fortificazioni, quando un ordine venuto da Innsbruck richiamava I’ Hofer e sospendeva i lavori di fortificazione incominciati dal Marchal ; ma appena che la truppa s’ era incamminata verso Bol zano, vennero nuovi ordini, e poi contrordini, che

venete, e con queste, parte in denaro e parte in panni fomiti dalla famiglia Rizzo, se ne ritornano 2 ). Ai 5 giugno tornavano i Francesi a comparire dinanzi a Trento. Erano in numero di 1480, con due cannoni e 40 dragoni condotti dal colonnello Levrier. Questi al ponte del Salò rincacciava le prime avvisaglie austriache, e giunto a Porta Santa Croce, inviava un araldo al comandante del Castello ad intimarne la resa, e faceva ad un tempo intendere al Magistrato di favorire 1’ intimazione, sollevando

i cittadini nel caso che là resa venisse negata. Ma nulla ottenne da una e dal l’altra.. parte, onde la mostra d’intimorire, lanciando sulla città alcune bombe, e poi si ritira. Ritorna poscia (6 giugno), e si combatte a Mattarello, e sotto le mura di Trento, obbligando il Leiningen a chiudersi in Castello con tuttala sua gente (7 giugno). N’è assediato, e; dura 1 assedio anche il dì seguente, finche la milizia provinciale venuta via da Lavis obbliga il Levrier ad andarsene con il massimo disordine, e con

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