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Bücher
Jahr:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Seite 61 von 633
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 317 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.611
Intern-ID: 350295
61 le ordinarie incombenze di cancelleria, di registratura e scritturazione venivano affidate ai Notari, il cui collegio formava in Trento una delle più rispettabili istituzioni. Del resto i Comuni dipendenti dal Principe o da’ suoi vassalli aveano una costituzione affatto diversa da quella dì Trento. Essi, in genere, si tenevano ad una propria Carta di Regola, ad un proprio statuto, ed aveano un sindaco, e regolani, e anziani e giurati, nonché un luogo di giudicatura, in cui in dati giorni

da serj pensieri per le domestiche ribellioni, e questa circostanza li anima a raccogliersi e ad intendersi circa l’elezione del nuovo vescovo. Deliberano di non volere un Vescovo che fosse nominato da Arrigo; danno mano al Comune, eccitano le genti ad essere con loro, e si dichiarano Guelfi. Ma la maggior parte dei feudatarj della Chiesa di san Vigilio, tutti uomini dì puro sangue ghibellino, se la intesero con Adalberto di Venosta, fedele vassallo dello sfortunato Arrigo ; e questi scese a Trento

vescovo di Costanza in qualità di legati pontifici, e questi, come disposero le cose in favore di Arrigo il figlio, ripresero la via di Roma. Arrigo V li fa accompagnare da una ambasceria composta dì vescovi e di baroni, tra’ quali era Gebardo o Geberardo, suo cancelliere italiano, di recente da lui nominato Vescovo di Trento. Era l’anno 1106, e i legati pontifici e gli ambasciatori regi scendevano per la valle dell’Adige ; ma, giunti ad un certo punto, Adalberto di Venosta li assale, li svaligia

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Bücher
Jahr:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Seite 139 von 633
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Rovereto
Verlag: Sottochiesa
Umfang: 317 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.611
Intern-ID: 350295
XI, un Trevigiano succeduto a Bonifacio Vili, saputa la morte del vescovo Filippo, trasferì alla Chiesa di Trento Bartolomeo Quirini (10 gennaio 1304), patrizio veneto allora vescovo di Novara. È detto, che il Papa, non appena trasferito alla nuova diocesi, lo avesse adoperato in qualità di nuncio in Germania per riconciliare 1 ’ Imperatore col vescovo elettore di Magonza, il quale si doleva di certe spogliazioni fatte da Cesare alla sua Chiesa 5 ). Ritornato di là, venne ad un nuovo accomodamento con i conti

deh Tiralo,, in virtù del quale, ottenuta loro l’assoluzione, il Vescovo sarebbe riposto con piena giurisdizione nel dominio della città e delle terre spettanti alla Chiesa di Trento, ad eccezione di Pergine che rimase in potere dei Conti. Nel frattempo moriva (22 settembre 1305) Lodovico, ultimoge nito de’ figli di Mainardo II, e i fratelli superstiti, Ottone ed Arrigo, uniformati alle intenzioni del vescovo Bartolomeo, non fecero ostacolo agli atti di sovranità da luì iniziati. È noto, eh’ egli

a dì 24 decem bre 1306 prese possesso della città di Trento, e che in quel giorno fece lauta mensa, alla quale intervennero, oltre il decano del Capitolo e molti canonici, gli abbati di san Lòrenzo, di san Michele e di Augia, t) Alberti : Annali cit. pag. 201 e seg. —Dello stesso: Miscellanea , MSS. VI fog. 17-24. 2) Bonelli: Notizie citate , II, pag. 633, . 3 ) Frapporti: Opera citata, pag, 447. 4 ) Boxklli : Monumenta ecc. pag. 82 . 5 ) Alberti: Annali cit. pag. 211,

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