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Bücher
Kategorie:
Pädagogik, Unterricht
Jahr:
1900
Bericht über die erste ordentliche Tiroler Landes-Lehrerconferenz zu Innsbruck am 24.-26. October 1899 = Relazione sulla prima conferenza provinciale ordinaria dei maestri del Tirolo tenuta a Innsbruck il 24, 25, 26 ottobre 1899
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Seite 90 von 374
Autor: Tiroler Landes-Lehrerconferenz <1, 1899, Innsbruck> ; Hausotter, Hans / erstattet von dem Vorsitzenden Hans Hausotter ...
Ort: Innsbruck
Verlag: Selbstverl. des Landesschulrathes
Umfang: XVI, 356 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Text dt. u. ital.
Schlagwort: g.Tirol ; s.Schule ; z.Geschichte 1899<br>g.Tirol ; s.Lehrer ; z.Geschichte 1899
Signatur: II 108.400
Intern-ID: 598805
I. Coltura dei maestri in matteria agricola. « Perchè avete trasgredito il gran precetto, perchè avete man giato il fratto proibito, la terra sarà maledetta; senza il lavoro essa non produrrà che triboli e spine, e voi non ne trarrete ciò che vi biso gna per vivere, se non con molta fatica, se non col sudore della fronte. « Ecco la gran sentenza che Iddio pronunziò contro Adamo e contro la sua posterità; ecco da qual parte è entrata nel mondo la dura necessità di lavorare la terra

. « Ma alle dure fatiche che richiedevano i lavori della terra, l’uo mo primitivo preferiva una vita avventuriera, una vita nomade, e non si diede all’agricoltura che quando la caccia, la pesca e la pa storizia non gli offrivano più, stante l’aumento della popolazione, il necessario sostentamento. «Dal momento che la vindice parola di un Dio offeso glielo imponeva, si rivolse sì alla terra, a cui richiese il vitto col lavoro, ina egli era persuaso, e molti lo sono tuttodì, eh’essa fosse una fonte inesauribile

le più terrìbili tempeste; meraviglierebbero al sentire che il pensiero per mezzo di un filo telegrafico vien tra sportato in nn attimo dall’Europa alle lontane Americhe; ma mera viglierebbero ancor più, ed in questo caso di una meraviglia che ci farebbe arrossire, al vedere che dopo tante scoperte agrarie, dopo tanti ritrovati, 1’ agricoltura sola lascia pur tuttavia molto ma molto da desiderare.

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Zeitungen & Zeitschriften
Monats-Tandem
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Seite 36 von 64
Datum: 01.10.1983
Umfang: 64
chiama i beni “esclusivi,, , cioè che so no beni in quanto esclusivi. Di fatto la domanda addizionale di beni funziona così: si punta su dei beni e- sclusivi, che. possono marcare la diffe renza, dopo di che si è sottoposti a in flazione perché tutti li vogliono e bi sogna finanziare questa domanda c di stinguerla pcrchèdopo tutti ce l’hanno. Si vede il risultato distruttivo, l’insod disfazione di massa e il rilancio di un altro bene ancora più esclusivo. E’ un po’ come in un concerto dove

gradual mente la gente delle prime file si alza in piedi dicendo: così vedo meglio. Il risultato c che si vede peggio stando tutti in piedi. Perchè si può promettere crescita inve ce della redistrìbuzione del lavoro o la riduzione del lavoro? Perchè tutti sono convinti che tutti possono essere in mezzo alla colonna o in fondo, ma se tutti marciano e marciano alla svelta prima o poi arriveranno dove erano quelli davanti. Il problema è che oggi è indiscutibile che la colonna è in movi mento, ma gli

sc ia porta. L’automobile lenta Ora vi voglio dire perchè l’auto fa an dare più piano, perchè l’auto è più len ta che andare a piedi o in bici. Non è solo meno inquinante, è chiaro che la bicicletta è meno inquinante, ma fa andare più piano. Allora io suggerisco un calcolo che ognuno può fare nelle proprie diverse modalità di consumo. Quanti chilometri facon la sua auto in un anno c quante ore gli costa quell’ auto in un anno. Dopo di che determi na a che velocità va quell’auto. Chiaro che non si può fare

carozzcria, sul motore, tutti cambiano la frizione, i freni, un sacco di parti. Ecco il valore delle parti cambiate ha circa il valore di tre anni. Quindi se costa dieci milio ni e dura 7 anni siamo già su un milio ne e mezzo l’anno; che su un reddito medio netto di 12 milioni vuole dire già un 15 per cento del proprio lavoro. Siccome si lavora 1500 ore, l’ammorta mento del costo è di 225 ore l’anno, 1 ora al giorno, solo per l’ammortamen to. Già questo è abbastanza illuminan te secondo me. Se a questo

dovete contare che un po’ la guidate e che alcune ore ci state- dentro per davvero, poi ci sono le ore- che perdete alla televisione per vedere la pubblicità su que-H’auto, 600/700 o- re all'anno vuol dire 2 ore e mezza al giorno. Eccetto certi pendolari duri, io credo che poca gente ci metta più di un’ora c mezza al giorno per andare e tornare dal lavoro. Nel complesso ci rendiamo conto che per 700/800 ore di lavoro annuali sui percorsi medi del sistema auto, significa muoversi intor

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Bücher
Kategorie:
Pädagogik, Unterricht
Jahr:
(1991/1994)
Der fahrende Skolast ; 36. - 38. 1991 - 1994
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Seite 37 von 58
Autor: Südtiroler Hochschülerschaft
Ort: Bozen
Verlag: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Umfang: Getr. Zählung
Sprache: Deutsch
Anmerkungen: Abschlussaufnahme von: 1991,1 + Beilage ; 1992,1-2 ; 1993,1-4 ; 1994,1-4 ; Vorhandene Dubletten: 1993,4 ; 1994,1-4
Schlagwort: g.Südtirol ; s.Student ; f.Zeitschrift
Signatur: III Z 342/36-38(1991-94)
Intern-ID: 319183
Silfio Marconi Nella prima metà di giugno, in particolare a Roma e nel Lazio, si sono concentrate una serie di aggressioni e vio lenze da parte dei gruppi di nazi-skin contro neri, spesso anche cittadini italiani. Dopo ognuna di tali aggressioni, sdegno, condanna, apparente voglia di indagare e capire, per alcuni giorni, poi il silenzio. E il tutto intriso di luoghi comuni sulle „periferie disuma ne“, sull’„ignoranza giovanile“, sul „vuoto di valori“, ecc. Sarebbe invece il caso di porre forse

dei punti fermi da cui partire per agire, per smetterla con la „solidarietà del gior no dopo“. Vorrei allora sottolineare innanzi tutto che le violenze raz ziste dei nazi-skin non sono né l’estrema degradazione giovanile, né la variabile impazzita della società democra tica, ma un elemento congeniale al „normale“ funziona mento della nostra società, ineliminabile agendo solo su di esso e non sul contesto che lo genera. I piacchiatori col cranio rasato non lo sanno e non lo devono sapere (non

sarebbe il caso di sforzarsi di farglielo sapere?), ma essi non servono affatto a far scappare terrorizzati dall’Italia tutti i neri, a „ripulirla“, come sperano , da persone che giudicano „inquinanti“. Nell ’economia „moderna“ (quella del „milione di posti di lavoro“ precari promessi da Berlusconi) il lavoro non ga rantito è un fattore fondamentale, tanto che quello che fino a pochi anni fa esisteva in forme illegali e veniva chiamato „lavoro nero“ (il grande leader nero Malcolm X sottolineava come

nel linguaggio dei bianchi tutto ciò che è negativo, illegale si dice appunto „nero“), diventa oggi „lavoro interinale“, legale. L’industria lattiero-casearia del Centro-Sud d’Italia ha vi sto un rilancio della produzione delle mozzarelle di bufala solo perchè negli allevamenti si sfruttano gli immigrati, sottopagati e così avviene per la produzione dei pomodo ri, delle mele, per tanti ristoranti e pizzerie, ecc.. Ciò che questa logica di sfruttamento genera non è la necessità di „cacciare“ i neri

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Bücher
Kategorie:
Pädagogik, Unterricht
Jahr:
1900
Bericht über die erste ordentliche Tiroler Landes-Lehrerconferenz zu Innsbruck am 24.-26. October 1899 = Relazione sulla prima conferenza provinciale ordinaria dei maestri del Tirolo tenuta a Innsbruck il 24, 25, 26 ottobre 1899
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Seite 94 von 374
Autor: Tiroler Landes-Lehrerconferenz <1, 1899, Innsbruck> ; Hausotter, Hans / erstattet von dem Vorsitzenden Hans Hausotter ...
Ort: Innsbruck
Verlag: Selbstverl. des Landesschulrathes
Umfang: XVI, 356 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Text dt. u. ital.
Schlagwort: g.Tirol ; s.Schule ; z.Geschichte 1899<br>g.Tirol ; s.Lehrer ; z.Geschichte 1899
Signatur: II 108.400
Intern-ID: 598805
— 81 — vano nè pane, nè lavoro sufficiente per sè e la famiglia; ce la dichia rano quelle migliaia di uomini e di donne, di fanciulli e fanciulle, che si chiudono negli opifici, facendosi vicendevole disastrosa con correnza, perchè i concorrenti al lavoro sono in maggior numero che non richieda il lavoro stesso; ce la dichiarano quelle migliaia di braccia inoperose, che specialmente nella lunga stagione invernale vagano per le città e campagne chiedendo pane e lavoro; ce la dice la lotta

insorta tra capitale e lavoro, perchè essendo in sovrab bondanza l’offerta delle braccia pel lavoro, i capitalisti hanno molto buono in mano per tener basse le mercedi degli operai; ce la dico no le miserrime condizioni anche di tante famiglie econome all’e stremo, perchè un padre di famiglia con due corone nella stagione invernale e forse tre nella stagione migliore, pur lavorando sempre e sempre restando sano, non può provvedere tutto il necessario per sè e per la famiglia. « Come si vede, il povero

, ed ancora per convertire in potenti principi nutritivi per le piante materie che finora non trovarono impiego, come le scorie della fabbricazione dell’acciaio, dalle quali ottiensi una larghissima fonte di acido fosforico; come le acque madri dei mari, dalle quali si può ricavare potassa fino che basti ; come il fango dei fiumi, che scorrono dopo aver purgate le popolose città, dal quale si estrae l’azoto ammoniacale, ora, dico, è delitto per noi maestri il non occuparci seriamente a prò

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Zeitungen & Zeitschriften
Tandem
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Seite 7 von 12
Datum: 18.11.1981
Umfang: 12
la nattina a preparare lj malta per i muratori che sarebbero venuti dopo; si alzava alle 5 la mattina. Poi, quando si è andati ad abitare li. allora è diventato un obbligo; si andava giù e c’era l’orto da fare... c’era sempre qualcosa da fare: o nell’orto, o un muretto, o una rin ghiera. È stato un lavoro più o me no cosi fino a quando è andato in pensione. DONATA: E il tuo tempo libero come lo impieghi? SERGIO: II mio tempo libero lo impiegavo aiutando lui. L'ino ai IO anni io sempre giocato per cui non

n® lo erne: » oeraio e contadino ‘am e cos’è il «tempo Ubero» neUe loro famigUe - Un’inchiesta sociale di grande inn ato i distinzione tra tempo venduto (alpadrone) e tempo libero (da riempire) o anche con i tuoi fratelli? RINALDO: Anche con i miei fratelli, ma, a dire la verità, i miei fratelli non avevano altri impegni dopo la loro giornata. Loro litiga vano per poter andare dopo la loro giornata con i loro colleghi, a fare un giro, per andare a cangiarsi un gelato, quando potevano o andare

, il sabato pome riggio, prendo i ragazzi e vado da mia suocera che abita in campagna e faccio qualcosa col motocoltiva tore. Però bar, cinema e sale da ballo, basta. Una volta c’ero sem pre dentro, ma adesso non posso neanche vederle. BRUNA: Vorrei tornare sul di scorso del lavoro: mia mamma, se avevo il primo turno, sì alzava alle 5 per guardare che tempo faceva. se avrei avuto freddo ad andare a lavorare, mi preparava il caffè. Per le altre che andavano a scuola, sta va anche a letto, non sì alzava

neanche a preparare loro la cola zione. Ma per me si alzava ed era ossessionante. Era capace, intanto che mi vestivo, di andare sulla stra da ad aspettare l’autobus; quando tornavo a casa alle 2 avevo già la camera pronta per andare a dormi re. VITTORIO: L’importanza del lavoro, quando io ho cominciato a 12-13 anni ad andare in officina, era anche che posti di lavoro ce n’erano pochi. Tu li sentivi impor tante, fortunato, perchè di posti ce n’erano pochi ed eri riuscito a prenderlo. C'era la miseria

in casa, tu avevi ta possibilità di guadagnar ti da vivere. Era come vincere al lotto, poter entrare in fabbrica. BRUNA: Quella sera che mi hanno detto che mi avevano assun ta alla F. sono andata a casa a mez zanotte. dalle 2 del dopopranzo; c’era mio papà col minimo della pensione ed eravamo in cinque a dover vivere. Cimitero, dottrina . ricreatorio DOMENICO: Per me era la do menica pomeriggio: durante la set timana. io non vedevo l’ora di veni re a casa dal lavoro per andare in campagna, perchè

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Bücher
Kategorie:
Geographie, Reiseführer , Sprachwissenschaft
Jahr:
(1980)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 4. 1980
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Seite 278 von 332
Ort: San Martin de Tor
Verlag: Ist. Ladin Micurá de Rü
Umfang: 325 S. : Ill., Kt., Noten
Sprache: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Anmerkungen: Aschenbrenner, Max: ¬Die¬ Hexen in der Sage der Dolomitenladiner / Max Aschenbrenner, 1980</br>Corai, Paolo: ¬Le¬ più antiche culture preistoriche della «Ladinia» : (paleolitico e mesolitico) / Paolo Corai, 1980</br>Daverda, Albert: ¬La¬ ladinitè tla vita pratiga da vigne dé : en ejëmpl: les scrites tles cortines / Albert Daverda, 1980</br>Faggin, Giorgio: ¬La¬ grafia del friulano : appunti storici / Giorgio Faggin, 1980</br>Gangale, Giuseppe: ¬Le¬ vanère por Marèo / Giuseppe Gangale, 1980</br>Goebl, Hans: Dialektgeographie + numerische Taxonomie = Dialektometrie : anhand rätoromanischer und oberitalienischer Dialektmaterialien (AIS) / Hans Goebl, 1980</br>Höglinger, Elisabeth: Interferenzen des Ladinischen und Italienischen in das Deutsch von Grödner Schülern : Beitrag zur Problematik des Deutschunterrichts in den Schulen der ladinischen Ortschaften Südtirols / Elisabeth Höglinger, 1980</br>Irsara, Alfred: ¬Die¬ gesetzlichen Bestimmungen zum paritätischen Unterricht an den Schulen der ladinischen Ortschaften Südtirols / Alfred Irsara, 1980</br>Kuen, Heinrich: ¬Die¬ Eigenart des ennebergischen Wortschatzes / Heinrich Kuen ; 1, (1980)</br>Kuen, Heinrich: Tirolese = «ladinisch» im Vocabolario Poligloto von 1787 des Don Lorenzo Hervás / Heinrich Kuen, 1980</br>Śliziński, Jerzy : ¬Die¬ Darstellung der Ladiner in tschechischen Enzyklopädien des XIX. und XX. Jahrhunderts / Jerzy, Slizinski, 1980</br>Richebuono, Giuseppe: Von der einstigen zur heutigen Ausdehnung des ladinischen Sprachraumes / Josef Richebuono, 1980</br>¬Il¬ vecchio e il nuovo : dei Weiler ed altre questioni / F. Bortolotti ; H. Abram, 1980</br>Zaremba, Aleksander: ¬Il¬ comparatico a S. Martino in Val Badia / Aleksander Zaremba, 1980
Schlagwort: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Signatur: D II Z 1.092/4(1980) ; II Z 1.092/4(1980)
Intern-ID: 329264
10 ha offerto. La stessa donna che mi raccontò il caso della sorella che rifiutò il madrinaggio e la sostituzione formale perchè si era trasferita e non poteva essere presente alla cerimonia, disse che a quel punto si rivolse a una cugina del marito perchè si sentiva in obbligo con lei dopo che questa le aveva fatto fare da madri na ai propri figli. L’espressione usata fu: «Le offrii di restituire il lavoro.» In questo caso il comparatico è oggetto di scambio. Ma non ci troviamo qui nel

pun to riferimento a Hammel (1968) e al suo lavoro sul comparatico nei Balcani. Rispetto a questo problema Hammel dice che esiste un nesso tra alleanza asim metrica e non reciprocità di scelta. Dopo avere analizzato anche la situazione di San Martino, possiamo dire che queste due caratteristiche si affermano e si nega no reciprocamente. In termini più chiari, se esiste un tipo di comparatico in cui uno dei contraenti è su una posizione di privilegio rispetto all’altro, ci troviamo di fronte a una

stret tamente collegata al prestigio e alla seguente posizione di privilegio che deriva dall’essere scelto. In un suo lavoro anche Gudeman (1975: 222) si pone questa questione: se alla reciprocità di scelta corrisponda la messa in atto di un rapporto simmetrico e vi ceversa se la non reciprocità abbia come conseguenza un rapporto asimmetrico; e dice a questo proposito che la proibizione di una scelta reciproca è frequente mente associata al rapporto asimmetrico tra genitori e padrino. Fa a questo

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Bücher
Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Seite 236 von 248
Autor: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Ort: Roma
Verlag: Loescher
Umfang: 237, 14 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Signatur: III A-2.230
Intern-ID: 166664
non rispondenti, al- . »meno approssimativamente, a quell’ esattezza eh’ io mi riprometteva, furono causa, che solo ora, cioè cinque mesi dopo che il lavoro è già stampato, esso possa essere licenziato agli studiosi. L’indugio non.fu però del tutto inutile. Poiché anzi tutto dovetti entrare nel convincimento che una sola . carta di piccole proporzioni, come da principio intendeva d’aggiungere al 'libro, sarebbe riuscita piuttosto un inutile ingombro, e sarebbe stata a mala pena decifrabile

SÉ» mv.- " % PREFAZIONE. ì-Mi- ;i>|ggt.. ' f : .. Nella prefazione del presente lavoro aveva promesso una carta geogra- UI -fica, delle - Alpi nell’antichità, a maggiore intelligenza di quanto son venuto esponendo sulle condizioni politiche de’ popoli alpini all’ epoca di Augusto. » Però le gravi difficoltà di vario genere incontrate nel condurre ad ef- j » fetto la mia promessa, e la necessità, nella quale mi sono trovato, di respin ti» gòre più volte le carte, quand’ erano compiute, perchè

coll’aiuto del testo, anzi che servire essa stessa di maggiore schiarimento al medesimo. Perciò a ciascuna delle regioni alpine, illustrate nel libro, fu assegnata una carta speciale di considerevoli proporzioni ( 1 : 600 . 000 ). Spero che il lavoro cartografico completamente nuovo, al quale ho do vuto accingermi, mi servirà di scusa, se l’attento osservatore vi avesse a riscontrare qualche lieve imperfezione. Chi è esperto di tali lavori sa benis simo che altro è assegnare con vaghe espressioni

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Bücher
Kategorie:
Pädagogik, Unterricht
Jahr:
1900
Bericht über die erste ordentliche Tiroler Landes-Lehrerconferenz zu Innsbruck am 24.-26. October 1899 = Relazione sulla prima conferenza provinciale ordinaria dei maestri del Tirolo tenuta a Innsbruck il 24, 25, 26 ottobre 1899
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Seite 110 von 374
Autor: Tiroler Landes-Lehrerconferenz <1, 1899, Innsbruck> ; Hausotter, Hans / erstattet von dem Vorsitzenden Hans Hausotter ...
Ort: Innsbruck
Verlag: Selbstverl. des Landesschulrathes
Umfang: XVI, 356 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Text dt. u. ital.
Schlagwort: g.Tirol ; s.Schule ; z.Geschichte 1899<br>g.Tirol ; s.Lehrer ; z.Geschichte 1899
Signatur: II 108.400
Intern-ID: 598805
dirà: Ma questo è lavoro che ammazza!—No, non è il lavoro che ammazza, bensì il gridare infruttuoso a una classe insubordinata, il polverone d’ una scuola in ìscompiglio, 1’ amarezza, lo scoramento di vedere il nessun fratto delle proprie fatiche. «Lo so, la preparazione è lavoro difficile; già, dopo cinque ore di attività nella scuola, doversi ancora trattenere in questa per .or dinare, correggere e forse punire, e in casa attendere alla lunga e

di scuola, obbligando di tempo in tempo gli scolari a disporre sul banco tutte le cose loro, per accertarsi che nulla manchi, « Riepilogando, si può dire che la preparazione giornaliera consiste: a) nella fissazione della materia da insegnare durante il giorno : b) nello studio del metodo d’impartire l’istruzione ; c) nella preparazione della classe e dei mezzi d’insegnamento oc correnti ; cl) nella preparazione degli scolari, « Devo però aggiungere che nemmeno qui finisce il lavoro di preparazione del

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Zeitungen & Zeitschriften
Südtiroler Volkszeitung
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Seite 5 von 8
Datum: 11.01.1980
Umfang: 8
aus “Dolomiten" Die Interviews der Arbeite rinnen wurden uns vom Gais- mair Kulturzirkel Meran, welcher in seiner Zeitung “Banda dei Quattro” weite res über dieses Thema be richtet, übermittelt. Facciamo le cucitrici Abbiamo 21 e 18 anni, siamo cucitrici e siamo le più giovani della fabbrica, le ultime entrate, anche se è già da 5 anni e da 3 anni che vi lavoriamo. Oggi, dopo questa esperienza, decisamente rifiutiamo questa organizzazione del lavoro, questo tipo di fabbrica, questo modello di vita

estraneità alla orga nizzazione del lavoro; per cui sul posto di lavoro il desiderio più grande è che si faccia sera, desiderio che ansiosamente mi spinge a guardare più volte l’orologio. Dopo circa 9 anni posso affermare di es sermi abituata ai ritmi anche perché piccole esigenze quali quella di fumare mezza siga retta nei momenti di maggior bisogno me le sono conquistate e le difendo quotidiana mente dagli attacchi che nel nome della sa cra produttività vengono avanti per elimina re questi attimi

di interruzione causa princi pale della cosiddetta «ingovernabilità della fabbrica». Onestamente non provo o almeno non soffro un vero e proprio stato di alienazione, forse perché mi sono abituata a questo rap porto di produzione e riesco a sopportarlo. stiratrice In genere con le colleghe di lavoro parlia mo dei nostri problemi personali, delle cose spicciole che giorno dopo giorno affrontia mo, talvolta anche civettando, e con alcune di loro mi intrattengo volentieri la sera per una mezz’ora bevendo

. Se potessimo cambieremmo subito: io fa rei la disegnatrice modellista, io volentieri anche la commessa. Il lavoro infatti è senza soddisfazione, snervante, la sera quando esco mi sento molto affaticata, esaurita, lo stress è tale che desidero solo starmene tran- Arbeits % zum plätze Zeitraum Anfangsstand 273 1963 100% 218 1973 79,86% 195 1974 71,43% 178 1975 65,21% 156 1976 57,15% 143 nicht 1977 52,39% ermittelt 1978 - ca. 120 1979 ca. 43,96% In der bedrängten Lage der Arbeiterinnen, welche durch teilweise

Fabrik SMIEL des Montedi- sonkonzems von Meran-Sinich, welche aus zugsweise wörtlich zitiert, folgendes enthält: “Die öffentlichen Institutionen (Gemeinde, Geiseln des Textilindustriekapitalisten Oberrauch? Faccio la Ho 25 anni. Lavoro alla Merlet dal 1970 e faccio la stiratrice da quando sono stata as sunta, una attività monotona e ripetitiva, quasi come a una catena di montaggio, che in alcun modo può offrire degli spazi di rea lizzazione o almeno un poco di soddisfazio ne per la mia completa

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Bücher
Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1897
Benaco : notizie e appunti geografici e storici
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Seite 247 von 785
Autor: Solitro, Giuseppe / Giuseppe Solitro
Ort: Salò
Verlag: Devoti
Umfang: XIII, 759 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Gardasee-Gebiet ; s.Landeskunde<br>g.Gardasee-Gebiet ; z.Geschichte
Signatur: II 172.910
Intern-ID: 203700
in epoche diverse, secondo la qualità del terreno. Di solito si zappa qui il vigneto all’aprirsi del maggio, e lo si vanga in estate f*j. La potatura si comincia qui dopo le operazioni vendemmia e la prima raccolta dell 1 oliva: in alcuni luoghi nel novembre, in altri in dicembre o dopo, e dura tutto l’inverno, avvicendata cogli altri lavori campestri, ritardata o affrettata dai capricci della stagione. Alla fine del marzo generalmente i vigneti dèi II eliaco sono tutti pronti e aspettano

il primo fiato di primavera, per gonfiare le gemme. Diligentissima è la potatura tra noi: ella è veramente l’ o- perazione a cui il contadino attende con più amore, con vera passione, direi quasi da. artista, e generalmente con indiscutibile competenza: egli è orgoglioso dell opera sua quando, terminato il lavoro, guarda le sue viti allineate, assettate in modo irriprovevole, così da soddisfare non solo le giuste esigenze della pianta, ma quelle eziandio dell occhio. Il bravo viticoltore sa distinguere

nel suo vi gneto la vite elie ha bisogno d’ima potatura pronta au tunnale da quella che deve essere potata., in inverno o in primavera. In generale la vite vecchia già quasi esausta si pota subito dopo terminata la vendemmia, la giovane e rigogliosa in primavera, le altre' in inverno. Questi i dettati della viticoltura moderna.. ( 2 ), non dissimili di molto da quelli dei!antica, che pure ai diversi climi e all’età e alle condizioni della, pianta, adattava il tempo della potatura, come Plinio

e Columella insegnano ( 3 ), e come IAbiurarmi, (!) 1 Romani non erano concordi sul tempo della zappatura e van gatura, ritenendo alcuni che si dovessero fare la prima volta subito dopo la vendemmia e poi prima della metà dell’ inverno ; altri invece che si dovesse farle alla prima metà di aprile e alla prima metà di maggio, poi quando la vite comincia a fiorire, poi alla sfioritura e finalmente quando l’uva comincia a colorirsi Ritene vano altri che la vigna non si debba lavorare più di quanto con viene

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Bücher
Kategorie:
Pädagogik, Unterricht
Jahr:
(1995/1996)
.- (¬Der¬ fahrende Skolast ; 40 - 41. 1995 - 1996)
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Seite 47 von 113
Ort: Bozen
Verlag: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Umfang: Getr. Zählung
Sprache: Deutsch
Anmerkungen: Enth.: 1995, Nr. 1/2 - 3/4 ; 1996, Nr. 1/2 - 3/4<br />Universität in Südtirol : Vortragsreihe und Podiumsdiskussion = Università in Alto Adige. - 1995<br />Frauenhaus zwischen Autonomie und Anpassung : Tagung, Bozen 17. 9. 1994 = Casa delle donne tra autonomia e adattamento. - 1995<br />50: unvergessen = 50: dimenticare mai. - 1995
Schlagwort: g.Südtirol ; s.Student ; f.Zeitschrift
Signatur: III Z 342/40-41(1995-96)
Intern-ID: 319184
, è l’inven trice del “vota donna”, lanciato dal suo partito nella campa gna del 1987. Non solo: lei per prima ebbe l’idea che la legge “Azioni positive per la realizzazione della parità uo mo-donna nel lavoro”, poteva essere usata per fare femmi nismo di Stato. La legge fu approvata nell’aprile ’91 e quat tro mesi dopo la Turco avanzava l’idea del “bonus”: per aumentare la percentuale delle donne in parlamento, lo Sta to dia più soldi ai partiti che fanno eleggere più donne. Molte insorsero: siamo forse

, fecero cambiare idea subito ai dirigenti RAI. E, poco dopo, anche al giudice il quale ha sentenziato che il recla mo dell’uomo era “inammissibile” (giuridicamente par lando): la campagna governativa era costituzionale e lo sarà, come ogni altra sìmile iniziativa, fino a quando i due sessi non avranno raggiunto la parità sostanziale (quella formale, c’è già). In pratica, quando? Domanda senza ri sposta. Dipende, infatti, dai criteri di misura e questi di pendono dai valori tenuti in conto, i quali

, lo Stato è diventato femminista. Non ideologicamente, ma tecnicamente fem minista. La giornalista Roberta Tatafiore di Noi Donne, dei resto, lo aveva previsto da tempo, parlando di un “femminismo di Stato”. I giornali riferiscono che, dopo la sentenza del giudice, Tina Anseimi sprizzava gioia, e si capisce: con un paio dì mosse era riuscita a portare a conclusione l’opera che era di altre più che sua, raccogliendone i frutti. In particolare, era l’o pera dell’ex comunista Livia Turco. Lei, infatti

prodotti di scarto da promuo vere con un buono? La Turco si difese: quella che propongo è una “azione positiva” come prevede la legge. (Notare che la legge recita “parità nel lavoro” e non in qualiasi campo, ma questo nessuna lo ha rimarcato, né allora né ora). L’“azione positiva” di Livia Turco non passò, per il poco elegante accostamento fra partiti, soldi e donne. È trion falmente passata, invece, quella di Tina Anseimi che, al contrario, separava l’immagine della donna che fa politica dalla

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Bücher
Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1905
Storia delle Valli di Non e di Sole nel Trentino : dalle origini fino al secolo XVI
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Seite 210 von 377
Autor: Inama, Vigilio / di Vigilio Inama
Ort: Trento
Verlag: Zippel
Umfang: VII, 366 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Nonsberg ; z.Geschichte Anfänge-1500<br>g.Sulzberg <Talschaft> ; z.Geschichte Anfänge-1500
Signatur: II 102.606
Intern-ID: 272018
contendenti. Altre contese scoppiarono qualche anno dopo fra Udalrico di Castel Tono e Guglielmo di Castel Nano, queste pure durate a lungo e a stento ricomposte, per l’intervento di ragguardevoli persone, con sentenza definitiva d’arbitri nel 1358 * 2 ). coi documenti clic finora si hanno non 6 possibile farne mia narrazione ben assoclota e sicura. — Vedi la recensione di questo lavoro del Lauger, nol- l'Archivio Treni .XX (1905) pag. 109 seg. ') v. Alberti, Annali , p. 239. Nel regesto del relativo

, come vedemmo, un posto cospicuo per autorità personale e per vasti possedimenti, poscia Corrado di Schenna e il Conte di Königsberg. Questi finalmente riusci rono a comporre la pace fra i contendenti, cosicché quando venne nominato il nuovo Vescovo Nicolò di Bruna e prose possesso della propria sede nel 1338, le Valli di Non e di Sole parvero tornate tranquille. Diciamo parvero, perchè pochi anni dopo nuove ostilità, ina parziali, scoppiarono ancora. Sappiamo infatti che nel 1343, Pie tro de Tono

, figliuolo di Simone 2°, e cugino del Simone, che ebbe tanta parte nei torbidi avvenimenti del 1336, era lui pure in lotta contro parecchie altre famiglie nobili della Valle e che la composizione delle reciproche accuse e questioni venne de ferita al giudizio imparziale di. Ubertino di Carrara Signore di Padova ’), dopo che erano riusciti vani i tentativi fatti da Gui done dei Cardinali di Pesaro ed Odorico di Permiano (Fimnian), delegati speciali del principe vescovo per mettere d'accordo le parti

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