Selva Gardena attraverso i secoli : dai primordi a rinomata stazione turistica
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Autor:
Mussner, Rudolf ; Prinoth, Herwig ; Tourismusverein (Wolkenstein, Grödner Tal) / edito dall'Associazione Turistica di Selva Gardena ... Testo e coordinazione generale: Rudolf Mussner. Contributi di Herwig Prinoth ... - Mussner, Rudolf ; Prinoth, Herwig ; Tourismusverein (Wolkenstein, Grödner Tal) / dito dall'Associazione Turistica di Selva Gardena ... Testo e coordinazione generale: Rudolf Mussner. Contributi di Herwig Prinoth ...
Ort:
Bolzano
Verlag:
Athesia Druck
Umfang:
416 S. : zahlr. Ill., Kt.
Sprache:
Italienisch
Anmerkungen:
1a ed.
Literaturverz. S. 407 - 410
Schlagwort:
g.Wolkenstein <Grödner Tal> ; z.Geschichte ; f.Bildband
Signatur:
III 343.180
Intern-ID:
615084
scivolata verso il basso. Questo lavoro molto faticoso veniva fatto di primavera, dopo il disgelo. In seguito si poteva arare il terreno. I contadini un po' più agiati aravano con un cavallo e quelli che non se lo potevano permettere facevano questo lavoro con i buoi. Dopo l'aratura il contadino seminava (segale, orzo o avena) con una grande cesta e la semenza veniva ricoperta dopo di terra, trascinando l'erpice attraverso i campi. Poiché c'era il pericolo che qualche genere di cereali non crescesse
a causa del brutto tempo, o del ghiaccio, della neve e della grandine, ne venivano seminati tre tipi, dimodoché ne crescesse almeno uno; ma venivano piantate anche rape, patate, piselli e papavero. La maggior parte dei cereali veniva seminata a primavera, fuorché la segale che si seminava in autunno, affinché crescesse l'anno successivo. Poi essa veniva mietuta d'estate ad agosto, su bito dopo aver tagliato la prima erba sui prati di montagna. Un lavoro molto stancante, perché bisognava stare per
L'anno del contadino prima del i960 I nostri antenati, ma anche i nostri concittadini più anziani, hanno vissuto più che altro facendo i contadini e hanno sopportato per molti anni una vita di stenti. Di seguito un breve racconto di come si svolgeva il lavoro nei masi nell'arco di dodici mesi. Lavorare nei campi era una grande fatica. Ogni anno, a pri mavera, nei terreni coltivati a segala o orzo, si doveva riportare con carriole a carrucola in cima ai campi la terra che durante l'anno era
di un po' di musicalità, in modo da non andare fuori tempo. Intanto che gli uomini trebbiavano, una donna o qualche ragazzo doveva rivoltare i covoni. Dopo che si era trebbiato, la paglia veniva messa da parte per spargerla in stalla e in parte per mescolarla al fie no per foraggiare le bestie, soprattutto i cavalli. I cereali spazzati dal fondo nell'aia, venivano dunque spulati in un mulino a ventola, azionato a mano, che divideva i granelli dalla polvere e dal resto delle spighe. In seguito venivano messi negli
stai (unità di misura di circa 25 kg di cereali) e subito dopo in gran di casse, dove rimanevano all'asciutto e al sicuro dai topi. In autunno inoltrato i cereali venivano macinati nei mulini che in ogni frazione si trovavano vicino a un torrente. Essi funzionavano ovviamente con la forza dell'acqua e a Selva ce n'erano una buona dozzina. I maggori masi ne aveva no uno per conto proprio (come il Ciampac), ma ce n'erano alcuni anche per diversi masi riuniti insieme (Cèdepuent, Tina, Plazola, Frèina