fra le piccole cooperative e l’Ente Centrale di Approvvigionamenti. Ove esisto no maggiori Cooperative od Enti possono essi costi tuire il centro di organizzazione provinciale: ove non esistono che piccole cooperative potrà crearsi un Ente provinciale od un Ufficio per regolare e coordi nare gli .acquisti nell’ambito provinciale. Questo lavoro è appena al suo irizio, ma gli or gani provinciali funzionano già in qualche provincia: nel Friuli, a Brescia, a Bergamo, a Varese, a Bolo gna, Torino
che del resto, nella maggior parte dei casi trova la sua naturale spiegazione nelle passate atroci delu sioni. Bisognerà, superato il primo periodo, porre an che I obbligo dell’acquisto collettivo per alcuni generi di larghissimo consumo, a mezzo dell’Ente Centrale Approvvigionamenti: è una questione questa che si ricollega al criterio della disciplina, che noi intendia mo stabilire nell’ organizzazione cooperativa ita liana. Dobbiamo anche organizzare gli organi provin ciali di collegamento
, Milano, Capri, Trieste, Trento. A poco a poco verranno costituiti in tutte le altre provincie dell’Italia settentrionale e centrale per poi arrivare nell’Italia meridionale e portarvi i vantaggi della so lidarietà economica fra tutte le associate. Il credito ha una grande importanza sullo svi luppo economico delle cooperative. È chiaro che le sole quote sociali non sono sufficienti ai bisogni finan ziari delle stesse. Occorre ricorrere al credito, che deve venir dato dai soci stessi, costituendo
presso la „cooperativa un ufficio di Depositi a risparmio (co me presso le Casse Rurali). Succederà in tal guisa che taluna cooperativa rac coglierà maggior quantità di denaro liquido, di un’al tra, onde la necessità di costituire una „Cassa cen trale della cooperazione" che funzionerà da stanza di compensazione fra i diversi Enti associati. Di tali casse abbiamo già numerosi esempi in Granbrettagna, in Germania e negli Stati scandinavi. In Italia abbiamo solo i nuclei per la creazione di una Cassa
Centrale. Si tratta ora di accentrare questa potènza finan ziaria o di sfruttarla razionalmente. Siamo convinti, che quando avremo dimostrato ai cooperatori a quale scopo le Cooperative di Consumo chiedono i loro rispàrmi, il successo non potrà mancare. La cooperativa di consumo non arrischia i pro pri denari, non rinveste in operazioni imprudenti, non li affida in mano a terzi, non fa insomma com mercio del denaro. Impiega invece i risparmi nel- l’àcquisto di generi di grande consumo richiesti dai