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Geschichte
Jahr:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Seite 19 von 39
Autor: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: 37 S.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Schlagwort: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Signatur: II 102.610
Intern-ID: 234972
— 18 — statuto tirolese solo nel 1681 (Voltelini in Festgaben m Ehren Max Biidingers, Wien, 1898, p. 342). Il comune di Caldaro, conferma il D.r Egger, aveva la stessa costituzione e denominazione di regola e di regolarli come i comuni italiani del principato di Trento ( Zeitschrift des Ferdin 3 Folge, 41, p. 265). Da un documento in cui Yamberto di Seio, decano della gastaldia vescovile di Romeno, manifestò con giuramento i fitti spettanti alla stessa nel 1263 (Rep, 9, 5) sembra perfino

die Caldaro fosse unito amministrativamente alla gastaldia di Romeno insieme con Fondo, Ma- . losco, Cavarono e Ronzone. La parrocchia di Caldaro con quella di Eppiano era congrua e patronato del capitolo di Trento ancora nel 1359 e più tardi fino al 1468, finché dopo una lunga lotta venne in possesso dei conti del Ti- rolo (Schneller Friedr., Regesti in Zeitschrift des Ferdin ., Ili, 38, Mi 174, 175, 259 e 268). Nella lista della confraternita di 8. Romedio del 1000 (?) sono ascritti diversi di Caldaro

con quelli della valle di Non (Bonelli, II, 351). Moltissime altre relazioni ci danno. i documenti e confermano che quel comune era italiano. Nel 1189 e 1197 Giacobino di Rocca- bruna ha feudi ed allodi in Caldaro per 800 libi*, veronesi (Kink, Codex vang. p. 86 e 132); nel 1191 Ottone e Giacobino di Caldaro rinuu- ziano ai prati che avevano dal vescovo in luogo detto a „ Scìngo- nam l{ ed alla decima a Corone, per cui ricevono 150 libi*, veronesi (Rep. 61, 2). Così nel 1211 presenti il conte

Odorico di Piano, Gdorieo di Ultimo e Aflelperio Vanga, i due fratelli Arpoto ed Arnoldo rifiutano nelle mani del vescovo Federico i feudi e fitti che avevano in Caldaro e sua pieve, fra i quali il «dosso di 8. Pietro», il molino vicino «al Rivo de Castello», che il vescovo diede al sig. Giovanni Lisolo di Caldaro per 150 libi*, ver. (Rep. 61, 4 e 35). Nel 1214 vi troviamo un «do- minus» Ottone di Telvo, che rinunzia ai suoi beni feudali della casa di Dio di S, Vigilio a favor di suo figlio Giordano

(ivi, 61, 9). I possessi in Caldaro erano molto promiscui con persone dell’alta valle di Non; specialmente ne aveva l'ospizio di 8. Tomaso di Romeno. Nel 1223 in Caldaro 1. d. a «Bodoledo» il comune incarica Rodegerio a dare all' ospizio di 8. Tomaso di Romeno tre piovi di terra ; nel citato Repertorio (48, 2) non ne è indicata la località. Nello stesso anno, Tusa, moglie di Tosone, dà col consenso del marito a Giovanni, rettore di S. Tomaso, una terra in Caldaro 1. d.

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Geschichte
Jahr:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Seite 23 von 39
Autor: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: 37 S.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Schlagwort: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Signatur: II 102.610
Intern-ID: 234972
, pievano di 8. Pietro, si cambiano i beneficii così, che Ulrico di Caldaro viene trasferito alla pieve dì 8. Lorenzo ed al delicato di Taio; forse ciò non ha alcun significato etnografico, ma è strano che ancora nel 1387 Caldaro venga collocato nel catasto fra le ville della valle di Non, tra Fondo e Livo ( Über gajoriorum tam in valle Anau- niae et Solìs guani plebis Caldarii, Rep. 28,22). Anche la parrocchia di Caldaro ebbe un’ impronta italiana fino* a che il principe territoriale in lotta col

capitolo di Trento riuscì ad ottenerne il patronato. Il Tovazzi {Parochìale Trid. C. 16) dice che già il vescovo Àltemanno la conferì al capitolo di Trento nel 1147,. lo Schneller Feder, asserisce invece che fu Clemente VI ad incorporarla, al capitolo {Beiträge zur G. des B. Trient , Zeitschrift, des Ferd. III 40, p. 275). I parrochi noti sono':' Nolperto (1191), Isenardo, pievano di Dambel e vicario di Caldaro (1242), G-islimberto di Erentonico (1307), Bernardo, che nel 1336 intervenne al concilio

diocesano, e che è detto vicario, perchè vi faceva le veci del capitolo, Bussello di Parma (1353), Cesio di Piacenza (1362) — dopo di questi, i nomi dei parrochi sono per lo più tedeschi, specie dopo che il conte del Tirolo ottenne il pa tronato contrastato a lungo col capitolo di Trento (v. Rep. 46, 38 e NI seguenti). Il Tovazzi (1. c.') scrive che visitò Caldaro ai 21 luglio del 1753 e dice caratteristicamente «comnniòr eins lingua est germanica». Credo che se l’avesse visitato un trecento anni prima

avrebbe trovato come lingua più cornane l’italiana. L’Inama ( Archiv. treni. , XIII, p. 236) parlando d’nn matrimonio civile fra Leonardo e Bàita l’uno e l'altra della nobile famiglia dì Malosco conchiuso nel 1373 riferisce, che fra i beni situati in Caldaro, che la sposa portava In dote al marito uno era alla pontara, uno a. pozo J ) e conciando che «Caldaro difatti era in quel tempo paese schiet tamente italiano, che solo verso la fine del secolo XVI e XVII co i) Illalosco avevano nel 1391 anche

la decima in Caldaro (Codex des., Ili, p. 110 b).

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Seite 18 von 39
Autor: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: 37 S.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Schlagwort: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Signatur: II 102.610
Intern-ID: 234972
). Il nuovo vescovo visse in buona pace col principe territoriale Enrico, e appunto sotto il suo governo ebbe luogo nel 1322 la con giura contro Enrico di Rottenburgo, dinasta di Caldaro. Vediamo ora se ci riesce di eruire se era proprio vero quello che dicevano i congiurati, che cioè gli abitanti avrebbero avuto migliori condizioni in Caldaro, se vi avessero governato gli italiani sugli italiani. Caldaro, di tutti i villaggi romanici sulla destra dell'Adige fu quello che più a lungo mantenne

la caratteristica nazionale, e questo ce lo dicono i più antichi documenti. Nel secolo IX vi troviamo, come negli altri villaggi romani, nomi di persone, e di luoghi italiani o italianizzantisi malgrado ancora qualche professione di legge longo bardica, come a Termeno, ma il dongobardus» a questo tempo signi fica già etnograficamente italiano. Il vescovo di Trento Udescaleo affidò la difesa della chiesa di S-. Maria di Caldaro ad un Regnardo di Fornace. Vi troviamo i vicini, come nei nostri comuni. Nelle

do nazioni di beni stabili che essi fanno alla chiesa vi sono località ita liane, come a «Zello», a «Murasza», valle «Solana», a la «Zavaia», a «Fontanella», al «Rio», ad «Uro», a «Truzo», ad «Isola», a «Va- tina». E citato un solo luogo tedesco «juxta Enura, qui locus dicitur Wuinench» (Bonelli," II, p. 357). Ci mancano documenti per il tempo posteriore, ma di questo ri portato dal Bottèlli facciamo risaltare che i formanti il comune di Caldaro sono detti vicini , i quali coll’ andar del tempo avranno

mu tato le loro leggi abitudinarie in regole scritte, come altrove, ed adot tarono' poi per il civile e criminale lo statuto del principato di Trento, che vigeva per tutto il principato. È strano che la giurisdizione di Mezocorona, passata al tempo stesso con quella di Caldaro sotto il dominio tirolese di Mainardo II, abbia abbandonato il vecchio diritto trentino per abbracciare il tirolese già verso la metà del 1400 (v. Atti deli i. r. Accad, degli Agiati di Rovereto, II, III, IV, 1896, La lingua nel

Piano del Nos, p. 249 e 250) prima di Caldaro, che adottò lo

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Seite 20 von 39
Autor: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: 37 S.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Schlagwort: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Signatur: II 102.610
Intern-ID: 234972
— 19 — a «Bodoledo» [ivi, 48, 2); a sua volta Corradino, medico di Santonico, offre e dona in remissione dei suoi peccati alla cappella di 8. Tomaso una terra che aveva in «Bodoledo» (ivi, 48, 2) 1 ). Nel 1230 Liabardino e fratelli, figli del sig. Curazone di Caldaro, 'danno un appezzamento di terreno «cum capalo et pascalo et iuris- 4ictione» al suddetto Giovanni, rettore di S, Tomaso (ivi, 48, 2). Nel 1241 il figlio del suddetto «dominus» Giovanni Bisolo, Guarimberto, è liberato dal vescovo

Aldrighetto dalla scomunica, in cui era incorso per furti da lui commessi (Kink, 1. c. p. 374), Altro «dominus» Nicolò Bisolo venne investito nel 1263 della decima di Curone (Bop. 61, 25). Nel 1247 Sodegerio de Tito, podestà imperiale di Trento, decise una questione fra il comune di Caldaro e quello di Flemme, il qual ultimo aveva diritto di pascolo intorno al lago di Caldaro nei prati di «Sango- nara» e al «Masot». Molti nomi personali italiani contengono gli urbari del capitolo di Trento degli anni 1244

-47 (C. Schneller, Tridenti- nisehe Urlare ecc., Innsbruek, 1898, p. 79 e sgg.) in Eppan e in Cal daro, come Concio de Rubinego, Pizolo, Mazulino, Mazoco, Peregrino, Rubeo de Dosso, Minego, Giovanni di Pasquale, Graziadeo, Piginago, Pezolo, Menego, Bisolo, Anzio, Ianexo ecc. Nel 1282 aveva feudi vescovili in Caldaro un Tridentino del fu Odori co della signora Grisa di Trento, feudi che il vescovo Enrico da Castelmani, in lotta con Mainardo II, diede al fedele Erardo di Zwin- genstein (Rep, 57, 70). Quattro anni

dopo nel 1286 troviamo già capitano in Caldaro il tedesco Enrico di Rottenburgo. In un atto fatto in Caldaro, 8 no vembre del 1286, Coancio del fu Enrico di Arcelo è chiamato gastaldione di Termeno per il signor Enrico di Roattenburg, maestro della curia del signor Mainardo, duca di Carinzia e conte di Tirolo, capitano di Cai- ■darò e di Termeno per il detto signor duca (Rep. 79, 1). Se il capi tano ora era tedesco, la popolazione era e rimaneva italiana. Parla chiaro il seguente documento

: 2 ) *) L’ egr. prof, don Luigi Rosati dice che ciò fu nel 1222 e porta il nome della località i Redoliti», invece che «Bodoledo», ed aggiunge che queste donazioni fanno te' stimonianza dell’importanza che gli abitanti di vai d’Adige attribuivano all’ospizio ■( di 8. Tomaso), la quale proveniva dalla frequente comunicazione con vai di Non per il passo della Mendola e per i molti possessi stabili dell’alta vai di Non su quel di Caldaro e di Termeno. (L'antica chiesa e l'ospìzio di S. Tomaso presso Romeno

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Seite 4 von 39
Autor: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: 37 S.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Schlagwort: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Signatur: II 102.610
Intern-ID: 234972
Una congiura a Caldaro Il documento die qui si pubblica e si commenta, riguarda un d>o’ le condizioni sociali della valle di Non al principio del secolo XIV; '6880 non solo rispecchia la barbarie e la ferocia dell’ età medio- r evaìe, ma riflette anche le condizioni nazionali della limitrofa riva destra dell’Adige, e dimostra come ancora a quei tempi l’elemento latino od italiano era esteso nella valle dell’Adige ben più di quello che dai più si crede, e che da altri contro la verità dei fatti

si volle negare. Questo documento ci informa di lina congiura tramata nel 1322 da alcuni signori o nobili dell’alta valle di Non uniti a dei possidenti di tei leni su quel di Caldaro. Era diretta contro Enrico di Rottenhurgo, magici de mo del conte del Tirolo, Enrico, duca di Carinzia ed ex-re di Boemia, ultimo dei figli di Mainardo II. La congiura mirava a tor di mezzo il Rottenhurgo per sostituirlo nel possesso della giurisdi zione di Caldaro con un signore italiano, perchè, avendo colà i con giurati

i loro beni, «avevano in uggia la dominazione tedesca in Cal daro, e perchè vi sarebbero stati meglio, se vi avessero dominato gli italiani». Così disse ai suoi giudici Ottolino di Raìna, uno dei principali congiurati. Questa motivazione della congiura, data da uno dei capi in ■condizioni da prestargli piena fede, innoverebbe a ritenere a prima vista che essa abbia avuto un carattere esclusivamente politico, quello cioè di sostituire in Caldaro alla dominazione tirolese-tedesca l’ita liana del

vescovo di Trento. Tale cosa non si ha da credere : i congiu rati erano piccoli possidenti ed essi non avevano mezzi sufficienti per stabilire in Caldaro un governo diverso da quello del conte del Ti rolo, di cui il Rottenhurgo, strapotente feudatario, era come maggior domo il secondo ufficiale o rappresentante. I congiurati non avevano -^Moggio nè esterno, nè interno per rovesciare il governo : il conte Enrico non era in quel tempo (1322) ili lotta con nessuno, se togli che

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Seite 25 von 39
Autor: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: 37 S.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Schlagwort: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Signatur: II 102.610
Intern-ID: 234972
— 24 Rottenburgo fondò a Caldaro l’ospitale, die conserva ancora il suo ritratto-, unico avanzo della sua grandezza. I Rottenburgo avevano grandi possessi specialmente a Termeno e a Caldaro, chè anzi portavano il predicato «di Caldaro». Enrico IV vi aveva già nel 1337 tanti possessi, che vi potè fare dai relativi redditi un assegno di 2000 marche d'argento (v. il suo testamento in I. A, Brandis, Landeshauptleute Tirols , p. 125). Possedevano castelli e giurisdizioni anche nella parte

meridionale del principato di Trento, ove Giacomo, figlio di Sifrido di Rottenburgo, fu il capostipite di una linea secondaria della famiglia, che possedeva il castello di Segonzano e 1’ ufficio di pineerna del vescovo, le decime a Segonzano, Albiano, Faver, Val da, Grumès, Gratino e Sover colla giurisdizione a Faver e a Fai (Kikk, Codex vang., p. 421). II ramo principale della famiglia era quello di Caldaro, i cui membri portavano il nome avito di Enrico. Avevano feudi nella valle dell Inn e dell’ Adige

, erano maggiordomi del conte di Tirolo, e gli ul timi furono anche capitani del Tirolo, e di Lung' Adige e del princi pato di Trento. Oltre ai feudi vescovili a Termeno e a Caldaro, avevano la giurisdizione di Castelfondo, il castello di Cagno, una torre a Boz zima, decime e diritti feudali in' diversi villaggi dell' alta valle di Non e di Sole. Il castello e la giurisdizione di Castelfondo era il loro mag gior possesso in vai di Non. Non 'si sa quando veramente l’ebbero. L’Äusserer

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Seite 24 von 39
Autor: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: 37 S.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Schlagwort: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Signatur: II 102.610
Intern-ID: 234972
— 23 — minciò a prevalere sull’italiano l'elemento tedesco nella popolazione, come risulta chiaramente dai registri dei nati, dei morti e dei matri moni, che si conservano in quella parrocchia». I documenti surriferiti ne fanno ampia testimonianza, e così illuminano chiaramente l’asserto dei congiurati contro il signore te desco di Caldaro, il dinasta Enrico di Rottenburgo, e in tal modo la dichiarazione dei congiurati che «si latini dominarent in Caldario melius haberent et melius starent

» ha la sua spiegazione. Molto probabilmente ne ha un’altra, i congiurati cioè, oltre che l’odio nazionale avranno avuto, ma noi dicono, altro motivo di at tentare alla vita del Rottenburgo, forse il desiderio di far bottino dei suoi beni, forse la vendetta. II rapido arricchirsi della famiglia dei Rottenburgo, che già dal 1286, come apparisce di sopra, aveva cominciato a far acquisti in Caldaro, non ci è affatto garanzia di buon acquisto, e usi a certi te stamenti di potenti contemporanei, come a quello

dì Mai nardo II, pos siamo dire che tutta quella serie di messe, di legati ad una infinità di chiese e di monasteri ordinata da uno dei Rottenburgo in un suo testamento solo pochi anni dopo il 1322, cioè nel 1337, sieno di quelle testimonianze, che dicono il rovesciò di quello che vorrebbero dire: anche l'ultimo dei Rottenburgo, Enrico VI, fu uomo orgoglioso, pre potente e crudele. Può essere quindi che il procedere dei Rottenburgo sì in Caldaro, che in Castelfondo, pure giurisdizione vescovile che

di maggiordomi (magistrì curìae , Hofmeister), e molti feudi in modo, che in un secolo divennero la più ricca famiglia tra la nobiltà tirolese, e riuscì poi al principio del 1400 a rivaleggiare collo stesso principe territoriale Federico IV d’Absburgo, il quale seppe però abbattere lo strapotente Enrico VI, ultimo dei Rottenburgo. Questi fu il più potente membro della «lega dell’Elefante» e della «lega all’Adige» insieme col poeta Oswaldo di Wolkenstein. II. suo castello a Caldaro, morto lui, rimase della

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Jahr:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Seite 21 von 39
Autor: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: 37 S.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Schlagwort: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Signatur: II 102.610
Intern-ID: 234972
desidei de caldario. et percevaldi filii d.ni aldri- geti de campo, et aliis testibus, et Ibique diamola filia henrici mageri de curono et uxor dicti nicolai venditoris sponte laudavit et confir mavit ac ratificavi suprascriptam datam et venditionem dicti vineti ecc. (Seguono le solite clausole come sopra). Ego amadeus d.ni d. imptoris dement, not. interfui, rogatus et scripsi». Basterebbe questo documento per attestare che la popolazione di Caldaro al tempo della congiura era nella massima parte

italiana, perchè l’unico personaggio tedesco nominato nel documento, Enrico, è caratterizzato con teutonicus, come si fa in casi uguali e general mente in tutti i documenti del nostro paese, Esso conferma pure le diuturne relazioni fra l’alta valle di Non e Caldaro. Molti altri documenti portano nómi italiani di persone e di lo calità, e quindi non ci sorprende il trovare nel 1303 un luogo a Cal daro detto a «goraia» (Alberti, Ann. p, 201), nel 1307 un Lazzaro di Marninga che rinuncia ad un maso

in Caldaro loco detto Planicia di sotto, che il vescovo Bartolomèo concesse poi a Nichilino del fu Bertoldo Borzato di detto luogo Planicia, ove si trovava anche la chiesa detta di

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Seite 5 von 39
Autor: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: 37 S.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Schlagwort: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Signatur: II 102.610
Intern-ID: 234972
, Sì poco potenti congiurati quindi non potevano far nulla contro- il governo del conte. Anche il principe vescovo di Trento, Enrico di Metis, era in pace ed in buone relazioni col principe territoriale ed avvocato della sua chiesa, e quindi non è ammissibile che i congiurati avessero potuto sperare aiuti da questa parte per eseguire il loro- piano di abbattere «la dominazione teutonica» in Caldaro, e, nè dal documento, nè da altra parte si può arguire che avessero altrove o speranze od accordi

. Lo scopo politico della congiura resta quindi escluso. Dai nomi dei congiurati, «fideputanei» li chiama il documento, e dai nomi di quelli che essi avevano incaricato di commettere l’omi cidio del Rottenburgo e dalle confessioni del capo della congiura,. Ottolino di Raìna, risulta chiaro che tanto quelli di Caldaro, che quelli dì vai di Non erano tutti italiani, 6 che il movente prin cipale della congiura era invece nazionale : ad essi importava poco del Rottenburgo come maggiordomo del conte del

Tirolo, essi vole vano piuttosto che la giurisdizione di Caldaro, che era feudo vesco vile di Trento, come quella di Altenburgo, venisse data ad un feuda tario italiano, e non a un tedesco come era il Rottenburgo; ed era perciò che volevano sbarazzarsene. Essendo il Rottenburgo giurisdicente anche in Castellando, può essere che i congiurati abbiano voluto sbrigarsene; anche per questo, ma nessun accenno si trova di ciò. Questo è forse il primo e il più antico conflitto di questo genere av venuto nel

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