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Jahr:
1896
Sommario della storia trentina : dai tempi più antichi sino agli ultimi avvenimenti ; con un saggio di bibliografia storica trentina
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Seite 28 von 305
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Borgo Valsugana
Verlag: Marchetto
Umfang: 304 S.. - 2. ed.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 4.797
Intern-ID: 350298
ORIGINI DEL PRINCIPATO DI TRENTO ECC. 27 antichi diritti e delle libertà già possedute, e non meno che il garantimento dei loro possessi, a patto però che pagassero , al Vescovo un' annuo tributo e ricevessero un gastaldione o Vicario vescovile, il quale due volte all’ an no, in Màggio e in Novembre, tenesse in Cavalese ra gione tanto nel civile che nel criminale, assistito dallo Scario (*) e da quattro giurati. I patti presero il titolo di Gabardini, e si contengono in due documenti firmati

di Garlomagno li auto rizzava a tenere Avvocati che li sostenessero contro i laici nemici della loro autorità ed opulenza ; e da noi furono primi Avvocati della Chiesa trentina i Conti di Venosta (*) Lo Scario di Fiemme era il capo della Comunità generale la quale si divideva in quattro quartieri, il primo per Moena, Pre- dazzo e Dajano, il secondo per Tesero co’suoi masi, il terzo per Cavalese e Varena, ed il quarto per Castello, Carano e Trodena. Avea 1’ obbligo di amministrare insieme coi Regolani

in Bolzano (14 Luglio mi, e 13 Luglio 1112), primi che parlassero di Fiemme. ’ Gebardo visse sino all’anno 1120, e a lui successe Adelberto e Adelpreto primo. I Vescovi come furono por tati al governo delle cose temporali venivano eletti dal- l’Imperatore ed elevati al grado di Grandi Vassalli del- l’Impero ; aveano diritto al godimento delle proprietà dello stato ed erano tenuti a rendere a tutti pronta giu stizia, a conservare la pace nel paese e a difenderlo-dalle esterne aggressioni. Un diploma

di Comune la pubblica cosa, di sedere al banco della ragione e d’assistere coi giu rati alle udienze del Gastaldione dal principio alla fine. Rimaneva in carica un anno, dopo il quale, nel primo giorno di Maggio, invitava i Regolani di Comune e delle Regole e ville per la nomina del nuovo Scario secondo le consuetudini antiche,

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1839
Sopra qualche punto della storia trentina : discorsi
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Seite 40 von 42
Autor: Filosi, Francesco / di Francesco Filos
Ort: Rovereto
Verlag: Marchesani
Umfang: 40 S.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.612
Intern-ID: 321774
getture, sulle quali ancor a, nostri giorni si è senza mag gior successo disputato. Secondo questi autori abbracciava il Ducato di Trento la Valle dell’Adige da Bolzano fino ad Ossenigo, le Valli Sugali a , di Non, di Sole, di Fieni- jne, di Ledro, del Sarca.colle Giudicane. Se non che possono muoversi fondati dubbi se al tempo de Langobardi le Giudicarle alla Provincia di Tren to, oppur di Brescia appartenessero, e gli storici monu menti al testano anzi la loro appartenenza a Brescia,

Egli è dunque su queste moderne denominazioni cbe 6 *j sono fabbricati i nomi antichi di Meta Langobardica fì Teutonica Iraducendo la parola Mezzo corrompimento di Medium per Meta. Cadeva così in acconcio a piantare una ipotesi storica derivando le parole Lombardo e Te desco da una antichità che in questo rapporto non eb bero mai. Se dunque rimane provato sul fondamento della sto.* Ha, dei documenti, e della lingua, cbe Eppan era Lon gobardo. meli’anno 5 go cioè 21 anni dopo l’ingresso dei

Langobardi nel Trentino, che Formigaria era nel regno d’Italia nel 9^6; che Langobardi sì dicevano gli abitanti di Caldaio e di Termeno, che il vero nome delle due ville è Medium e. non Meta, ne verrà di conseguenza, <clie i moderni loro nomi non possono marcare conlini antichi, cadrà l’ipotesi fondata sopra quei nomi, e per ciò male si appongono coloro che a nostri giorni usano in latino Mela Langobardica, e Teutonica in luogo dj jMedulin Scinoti Peiri , e Medium Corona ], Dimostrato il contine del

Ducato di Trento col Du calo Franco della Bajoaria non sarà fuor di luogo..il far parola degli altri suoi confini. Ma se fu possibile di..determinarlo a settentrione egli è perchè da questa parte toccando L’estero pbbe la storia occasione di .rammemorarne i limiti. Ma vano tornò ogni studio di conterminarlo in quelle parli, ove coi Ducati di Brescia, di Verona, di Vicenza e di Treviso confinava, Girolamo Tarlami l i, Clemente. Baroni, il bar. di Morniayr altro non seppero fornire die verosimili con

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Kategorie:
Kunst, Archäologie
Jahr:
1896
¬Il¬ Trentino a Dante Alighieri : ricordo dell'inaugurazione del monumento nazionale a Trento ; 11 ottobre 1896
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Seite 51 von 123
Autor: Carducci, Giosuè [Mitarb.] / con versi di Giosuè Carducci
Ort: Trento
Verlag: Zippel
Umfang: V, 106 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Dante <Alighieri> ; s.Denkmal ; g.Trient
Signatur: III A-21.499
Intern-ID: 96076
La stessa istituzione imperiale dei così detti principati vescovili di Trento e di Bressanone (a. 1027) riceve il principale schiarimento dal posto eh’ essi occupano, e dal- T interesse dell’ Impero che colà non si piantassero delle grandi signorie feudali o delle monarchie ereditarie. Dove è pur da notate che al primo di que’ principati fu in origi ne assegnata anche la contea della Venosta e Bolzano, ossia la parte occidentale del Quadrilatero; e che la giurisdizione, almeno parziale

, su questa città gli rimase di di ritto per 5 secoli (fino al 1531). Parimente la postura della Venosta, alla porta di Re- schen, come aveva favorita la germanizzazione di quel distretto, diede una base oppor tuna al sorgere e crescere dei Conti del Titolo. I quali, sorti poco dopo 1’ istituzione de’principati suddetti, seppero ben presto stendersi arditamente al di là delle loro Alpi; e verso il sud, introdottisi quali avvocati ossia protettori del principato di Trento, ne divennero in realtà i più

audaci e insistenti tribolatori e ' smozzicatoti. Al che dava loro bollissimo gioco l’intrinseca debolezza dei principi vescovi di Trento, spesso stranieri, quasi sempre imbelli, i quali altresì consumavano le poche loro forze a domare qualche feudatario laico, o le sciupavano a contenere il rigoglio delle libertà municipali dei Co muni maggiori, sopra tutto della città di Trento. E del resto, anco i feudatari tridentini ebbero dalla conformazione orografica del paese molta agevolezza a piantarsi

in luoghi muniti da natura, ,ed ivi adoprarsi ad aumentare i possessi e 1’ autonomia, in un tempo in cui il feudalismo era la base dell’ ordinamento politico europeo. Per T opposto le moltiplici aperture del vestibolo trentino verso il sud diedero ne' vari tempi occasione a contese e lotte coi vicini Stati italiani: coi vescovi di Feltre, i Carraresi, gli Scaligeri, i Visconti, i Veneziani. Quest’ ultimi in particolare tennero per del tempo Riva, e per quasi un secolo (1411-1509) Rovereto. Nè, per

d’autonomia e di nazionalità; sopra.di, che si hanno documenti singolari fin dalli ultimo quarto del secolo scorso. A cagion d’esempio, il Capitolo della Cattedrale di Trénta (ossia il Corpo elet torale del principe) volle protestare formalmente — il 4 e 1’ 11 dicembre 1778 — con tro una Carta geografica pubblicata in quell’anno, soltanto perchè il suo titolo (in la tino) diceva : « Titolo meridionale contenente il vescovato e principato trentino » (1). Pochi anni dopo, un manualetto destinato

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Jahr:
1898
¬La¬ guerra rustica nel Trentino nel 1525
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Seite 42 von 89
Autor: Grandi, Luigi / Luigi Grandi
Ort: Cles
Verlag: Visintainer
Umfang: 87 S.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.586
Intern-ID: 315463
in tutto il principato ed alcune torme dì contadi]]! sollevati a' erano avvicinate alla città. Si decise perciò di mandare due ambasciatori agli insorti per sentire con che intenzioni si avanzassero, ed a loro annunziassero, che Trento era «apparecchiata de far tutte le cose licite et honeste et de star al ben et al mal cum tutto el conta de Tyrol ». li- letti a portare l’ambasceria furono Gerolamo Toner e Tomaso Perenstetter 5 ), i quali dovevano andare in Bolzano presso i sollevati (che avevano

cui era divisa le città, cioè 8. Pietro, 8. Maria, S. Benedetto e Borgo Xuovo. A. proposito del consiglio dei 16 , ambidue i narratori contemporanei presero abbaglio e sono fra loro in contraddizione ; poiché lo Stellimauro^ dice : ì 10 sono stati eletti « quattuor pro nobilibus, quattuor pro doctoribus, quat tuor pro civibus et pro plebeis quattuor; ct insciis consu libus .» 1 ). 11 Pineio invece ei fa sapere che tutti furono eletti dai consoli' 2 ); il che noi possiamo tosto asserir falso

, poiché dai documenti che possediamo apparisce chiaro che poche volte ì consoli ed i 16 andarono intesi. Lo Stelli mauro poi ag giunge che furono eletti ((consentientibus Arciduci A.ustriae et Ducis Tridentini praefectis » 3 4 ), che tratto in buon volgare vuol dire : il v escovo e 1’ arcidu ca hanno fatto mostra d' n- d eri re alle idee popolari, per poter poi reprimerle più facil mente. Non mi so persuadere che i sedici fossero i rappre sentanti delle diverse classi sociali di Trento, perchè allora

non si potrebbe spiegare lo sdegno del popolo, perché 4 erano nobili. Invece si deve ritenere che questo consiglio dei 16 fu un vero consiglio repubblicano, che ci rappresenta l’in dirizzo dato alla rivolta nella città di Trento, egualmente come quello che fu istituito nella città al tempo del Be- Jenzanì l ). Questo consiglio popolare si radunò poscia coi consoli ed il Castellalo nella casa del capitano di Trento per deli berare sul da farsi, poiché nel frattempo V insurrezione s’era dilatata

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Fogli Annunzi Legali Prefettura Trento
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Seite 3 von 12
Datum: 20.03.1935
Umfang: 12
Giuseppi na, ved. fu Pietro, Fogolari Attilio, E- ligio e Pietro fu Pietro, Fogolari An gelo fu Tomaso di Pederzano, dele gando. all'istruzione il Giudice Cav. Mario Zambelli, ed ordinando ai cre ditori iscritti di depositare nella can celleria del Tribunale le loro doman de 1 di collocazione coi documenti giu stificativi, entro quaranta giorni dal la notifica del decreto. Rovereto, 14 marzo 1935 - XIII. Avv. Gino Pedò. 2017 PAGAMENTO 2017 Istanza nomina perito. La Cassa di Risparmio di Trento, col

Giuseppe Dal- Jago fu Pietro, di Aldeno, delegando all'istruzione il Giudice Doti; Vigilio Franzinelli ed ordinando ai creditori iscritti di depositare nella cancelle ria del Tribunale le loro domande di collocazione coi documenti giustifica tivi, entro quaranta giorni dalla noti fica del decreto. Rovereto, li 14 marzo 1935 - XIII. Aw. Gino Pedo. 2012 PAGAMENTO 2012 A richiesta dell'Esattoria/ Consor ziale di Villa Lagarina, della Banca Mutua Popolare di Rovereto, in li quidazione, rappresentata dalla

ed ordinando ai creditori iscritti di depositare nella cancelleria del Tribunale le loro do mande di collocazione coi documenti giustificativi, entro quaranta giorni dalla notifica del decreto. Rovereto, li 14 marzo 1935-XIII. Avv. Gino Pedo. 2013 PAGAMENTO 2013 A richiesta dell'Esattoria Consor ziale di Villa Lagarina della! Banca Mutua Popolare di Rovereto, in liqui dazione, rappresentata dalla' liquida- trice Cassa di Risparmiò di Trento c Rovereto, col iproc. e dom. avv. Gino Pedò, il Presidente del

Tribunale di Rovereto con decreto 8 marzo 1935 cron. 475 ha dichiarato aperto il giu dizio di graduazione sul prezzo per cui furono venduti gli immobili di proprietà della signora Anzelini Ben venuta maritata Larentis, e Anzelini Enrico fu Guido di Pederzano, cosi distinti: p. ed. 93 casa d'abitazione, P. T. 1 e 396 C. C. Pederzano, dele gando all'istruzione il Giudice Cav. Emilio Ferrari e ordinando ai cre ditori iscritti di depositare nella can celleria del Tribunale le loro doman de di collocazione

di graduazione sul prezzo per cui furono venduti gli immobili costituenti le PP. TT. 17 e 132 C. C. Noarna, di proprietà dei signori Me- righi Francesco e,d Erminio fu Giob be di Noarna, delegando all'istruzio ne il Giudice dott. Vigilio Franzinelli 20 Marzo 1935 - XIII — N. 75. Foglio Annunzi Legali della Provincia di Trento 1181 ed ordinando ai creditori iscritti di depositare nella cancelleria del Tri bunale le loro domande di collocar zione coi documenti giustificativi, en tro quaranta giorni dalla

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Jahr:
1824
Istruzione per li giudizi distrettuali del Tirolo, e Vorarlberg in affari non contenziosi = Instruktion für die Landgerichte in Tirol und Vorarlberg in den Geschäften außer Streit
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Seite 62 von 143
Ort: Innsbruck
Verlag: Rauch
Umfang: 140 S.
Sprache: Deutsch; Italienisch
Anmerkungen: Text dt. und ital. - Teilw. in Fraktur
Signatur: 795
Intern-ID: 182328
a protocollo , ed esigere da essi la dichiarazione a) se essi abbiano pagate le tasse ed altre sportole dovute nei casi di morte, e b) se essi a misura delle circostanze abbia no adempiuti tutti gli obblighi loro im posti dalla legge c dal testatore. Se dalla dichiarazione degli eredi, c dai documenti prodotti, che sono da unirsi al protocollo, risulti, che nulla più osti alP ag giudicazione dell’ eredità, ed ai compimento dell* atto ereditario, viene chiuso il proto collo, sottoscritto dal Giudizio

c dalle parti, e custodito coi documenti esibiti negli atti crcditarjj nel caso opposto poi deve in eva sione di questo protocollo ordinarsi alle parti di eseguire entro congruo termine ciò, che Mancasse. Questa citazione non ha però luo go a riguardo di quell’ uno o tal’ altro degli

§. 46 .' ' Prima dell’ aggiudicazione delP eredità in combe agli credi di dimostrare, che essi ab biano soddisfatto a tutti gli obblighi loro im posti dalla legge. E’ dovere delP autorità della ventilazione di eredità l’invigilare, che la dimostrazione di ciò venga esibita senza ritardo, c che la ventilazione delP eredità sia condotta a termi ne colla possibile speditezza. Qualora’in questo riguardo si osservasse Ilei contegno degli eredi un ritardo, il Giudi zio deve citarli a se , sentirli

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Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1900
Trentino occidentale ; P. 1 : Valle del Sarca e del Chiese.- (Guida del Trentino ; Vol. 2)
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Seite 159 von 377
Ort: Bassano del Grappa
Verlag: Pozzato
Umfang: IV, 357 S. : Ill.. - 2. ed.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Trentino ; f.Führer
Signatur: I 101.436/2
Intern-ID: 334149
di Od ori co Tocco! i, mosse lite 3n causa dell" annuo censo (Bonelii, 2, p. 191), II 4 Giugno di queir anno Gozalco di Bolzano, capitano del vescovo per le Giudicarle e Ledro, aprì inquisizione contro tutta la co munità ed ogni singolo indivìduo delia valle, accusati di aperta fellonia Fe min acci e 6 di intesa coi nemici della chiesa di Trento. furono molte* le multe imposte furono gravi e sempre aumentate; il v iato re Zanino, entrato nella valle per intimar quelle condanne agli abitanti

i suoi consiglieri Maestro Giorgio de" Tocco!i di Fedro, e suoi vicari nelle Giudicane un Antonio cd un Giovanni Maria di Fedro. Il 20 Maggio 1316, gii uomini della comunità generale in Montanea Leudri si radunavano' presso la cluèsà di S, '^^^^T^o^pWUeMI i loro sindici, giuravano fedeltà ai ca pitano dì Arrigo* III vescovo di Trento. Malgrado ciò, e per cause che non sì possono chiaramente intendere, tutta la valle pochi anni dopo era in piena sommossa contro il ve scovo, e nel 1323, col mezzo

(c m, 01 a _ l . a ,A', non s' erano mai presentati) ne iu cacciato, e 8 1 s ' : ' ! non eì sanno poi dire coinè siasi composta la a ce e ih a - ^. documenti che parlano dì tali latti si compiente noe allora esisteva il porto del Fonale, ingrandì o poi e nug Il vescovo di Trento Giovanni III (1348-134») del mio tem porale dominio non potò avere elio Riva, peio io a 'gp' 1 , parte dì esso era stata occupata da 1 1 ../m • burgo ; e per sostenersi contro questo il ^8 Otto n e "< f 11 pegno Riva, Tenno e la Val di Fedro

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Zeitungen & Zeitschriften
Raffeisen-Bote
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Seite 2 von 8
Datum: 15.01.1928
Umfang: 8
loro crediti valuta 6 luglio 1927 e sarà loro sborsato immediatamente dopo la chiusura della liquida zione.“ G. ..La liquidazione previa deliber a del l’aggemblea gene rale della Cassa Centrale sarà affidala alla Associa zione, Nazionale "fra Oasscxur.aliv agrarie-ed-Enti au siliari in Roma in unione alla Federazione per la re visione delle Casse 'rurali e delle Cooperative Agri-" cole (Revisioiisverlìand der Raiffeisenvereine und ... Landwirtschaftlichen Grenossenscliaften) in Bolzano, alla,Banca

in Bolzano coi suoi creditori; ■_ r . ometti della commisurazione della tassa di re gistro la somma che la debitrice è tenuta a pagare ai wirtschaftlichen Zentralkasse unter Hinzurechnung der von ihren Mitgliedern aus Grund des § ö, Punkt 4 der Statuten zu leistenden Beiträge und abzüglich der Liquidierungskosten sich die Möglichkeit der Auszah lung einer höheren als einer 80Asigen Quote an die Gläubiger (ad 3.) ergibt, so bleibt auch die 80 % über steigende Quote bis zur vollen Deckung ihrer Forde

, al qual’uopo i liquidatori dovranno permetter gli l’ispezione di tutto il procedimento di liquida zione e della passata gestione degli affari, compresi ! . relativi documenti giustificativi, e saranno in obbligo di domandarne il consenso per tutti gli atti di liqui dazione che superano la'somma di lire 50.000.“ ..Per la validità delle deliberazioni del comitato è richiesta la maggioranza dei voti degli intervenuti.“ Visto che i creditori aventi diritto al voto hanno votato per raccoglimento del concordato

con le rituali maggioranze; ' Ritenuto che da un fallimento della debitrice i cre ditori non potrebbero ripromettersi giammai un aumen to della quota loro offerta nel concordato, ma al con trario una diminuzione, data fattuale provata sua in- • solvenza; Ritenuto pertanto che il concordato come sopra for mulato corrisponde ai comuni interessi dei creditori e alle condizioni economiche della debitrice: , Visti i §8 49, 50 e 51 Reg. ace. OMOLOGA R concordato stipulato dalla Casa Centrale Agricola

rungen nach dem Stande vom 6. Juni 1927 den ge nannten Gläubigern reserviert und wird denselben un verzüglich nach Abschluß der Liquidierung ausbezahlt werden. 6. Die Liquidierung, wird nach Beschluß der Vollver sammlung der Landwirtschaftlichen Zentralkasse, der . Assoeiazione Nazionale fra Lasse Rurali, Agrarie ed Enti Ausiliari in Roma, im Vereine mit der Federa- zione per la revisione belle Lasse Rurali e Coopchm- tive Agrieole dell'Alto Adige (Revisionsverband) ist Bolzano, sowie der Banca del

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Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1891
Trentino orientale ; P. 1 : Val d'Adige inferiore e valli del Brenta e dell'Astico.- (Guida del Trentino ; Vol. 3)
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Seite 241 von 486
Ort: Bassano del Grappa
Verlag: Pozzato
Umfang: IV, 459 S. : Ill.. - 2. ed.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Trentino ; f.Führer
Signatur: I 101.436/3
Intern-ID: 334153
la torre e molti di ritti, Queste famiglia perdette poi di nuovo ogni potere;- e nel 1306 la signoria di Porgine passò ad Ottone, Enrico e F ederico conti del Tirolo, che la fecero governare da Gerardo Eranesberger. A questo successe Bonaventura Gardelli, il quale nel 1.349 cedeva il castello ai Carraresi, che ne furono espulsi nel 1356 da Lodovico dì Brande burgo aiutato da Sic come di Caldonazzo. Da documenti posteriori si ricava che fi* giurisdizione del castello non fu in seguito restituita alla

chiesa di Trento, che ne venne però di nuovo in possesso pei* permuta. Nel 1531 l'arciduca Ferdinando firmò una con venzione col P, V. Bernardo desio, il quale cedette all’ar ciduca i diritti che aveva sulla città di Bolzano, ricevendone in cambio il borgo e la signoria di Pergine, con tutte le terre -e villaggi dipendenti; ed in quanto alle miniare del Porginese si stabili, che tanto le spese quanto i vantaggi di esse fossero comuni fra il conte del Tirolo e la mensa ve scovile di Trento

', riservando al vescovo le miniere di-ferro. ! vescovi di Trento conservarono poi tele giurisdizione sino alla secolarizzazione del principato ecclesiastico. Gravi que stioni ebbero varie volte i Perginesi coi. Lev tea ni per i con fini., Quei di Pergine sostenevano, che il confine dovesse essere- al torrentello 1 Merlezzo, che va nel laghetto di Levico; lad dove quei di Levico pretendevano che fosse molto' più .a sera, verso Pergine. Nel 1.4.72, avendo i Levicani osato di--tagliar legna, a sera del

Merlezzo, i Perginesi,..armatisi in più di 300, assalirono gli avversari e li posero in fuga. Nel 1432 si venne, fra le due comunità, ad un accordo, che non potè troncare - lo liti, le quali si trascinarono per oltre.due secoli. Nel, 1885- i .capitani eli Pergine e Levico ebbero dai loro governi ordine di por fine alla questione; o finalmente nel 1692 si riuscì-a stabilire - e far fissare il-confine dove si trova al presente. Durante-le guerre napoleoniche, anche Pergine venne . corso c ri corso

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Bücher
Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Seite 98 von 248
Autor: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Ort: Roma
Verlag: Loescher
Umfang: 237, 14 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Signatur: III A-2.230
Intern-ID: 166664
sottomettere tutto quel territorio alpino. Non era questo compito tanto facile, poiché i Reti contavano delle tribù molto nume rose .ed estese, ed alcune di esse godevano fama di singolare ferocia e valore. Nella valle superiore dell’ Adige, finitimi coi Vennoneti, erano i Venosi! (Ve- nostes),* che lasciarono il loro nome alla valle da loro abitata, (Val Venosta, Vint- schgau), che in carte del medio evo era, come ora, chiamata vali in Vetmsla 3 . Senza dubbio i Venosf.es occupavano anche tutti le valli

per uccidere tutti i merendanti che transitavano di lì; e, soggiunge Dione 1 2 , dal (pialo rileviamo tutti questi particolari, non venivano risparmiate nemmeno le donno gra vide, poiché, se per mezzo di loro divinazioni, venivano a scoprire che. portavano in seno un maschio, le uccidevano. Non contenti di commettere queste enormità entro i contini del loto territorio, facevano continue incursioni e rapine sul suolo italico e gallico. Perciò Augusto di spose di far loro una guerra regolare per

formate dai piccoli confluenti dell’ Adige superiore, e quindi tutta la regione a mezzodì del gruppo del- 1’ Oetztlml. Più numerosa ed estesa era la tribù degli Isarci (Inarchi) 4 , che, come è indicato dal loro stesso nome, abitavano la valle dell’ Eisack, 1 ’ Isarcus 5 dei latini, V Isargus, 1 ’ Isarchus 6 , e 1’ Ysarche 1 * 7 8 del medio evo, e forse 1’ ‘Iadoag di Strabene s . Essi quindi si stendevano dal Brenner fino a Klausen, occupando tutto il ter ritorio circostante, confinando ad occidente

coi Venosti, cioè colle sommità delle Sarn- thaler Àlpen, specialmente coll’ Hiinger Spitz e col Weisshorn. Quindi alla vigilia della guerra retica, tutta la regione che va dalle Alpi cen trali fino al confine italico, era occupata dalle due tribù dei Venosti ad occidente e dagli Isarci ad oriente. Le tavole itinerarie pongono in questo tratto di territorio retico lo stazioni Sublavione, Sebatmn (Schabs) e Vipiteno (Sterzing). Veramente il Dauin 9 10 pone gli Isarci dal ponfluente dell’Eisack fino

, primeggiavano sui declivi meridionali della catena centrale alpina, due altri, detti illirici da Strabono 14 , e Vin- 1 54, 22. 2 Pus., in, 22; C. I. L.. III. pag. 5SS e V, pag 747. 3 Cf. Molili, Cod-, I, n. 1)3, anno 967,in atto di donazione fatto «.la Ottono I a Vittore, vescovo «li Curia, è delta Vallisi Venusta. In documento del 931 in pago Vcivusta. Cf. Hormayk, GchkIi. Tiro/'s f, 1, pag. 35; Zkuss, 0. c., pag. 237. Da mi, Zar Urolischcn AttcHlnunskundr, pag, 13 li confonde coi Velinone» o Vennoneti

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1904
¬La¬ famiglia Betta di Tierno Chiozzola Brentonico e Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 4)
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Seite 9 von 25
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 24 S. : Ill., graph. Darst.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 10, 1904, fasc. 2
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/4
Intern-ID: 109553
di duecento lire veronesi per l'uccisione del figlio di Pietro di Mori, servo del Vescovato, oltre a ciò gli rimette la casa murata e il castello di Paldo, di cui viene poscia investito, insieme coi suoi eredi. Un Federico de Paldo appare nel 1259 in un concilio di nobili della Vallagarina, nel quale si trainava, sotto la direzione d’Ezzelino da Romano, una congiura contro il vescovo di Trento, Egnone di Piano. Un Federico è pure citato nel Codice Vanghiano in due documenti del 1216 e 1217. Nel Repertorio

podestà di Rovereto, a nome della Repubblica veneta, vendeva a Giacomo de Betta la decima di Sacco. Nella Cronaca di G. B. Betta e in diversi altri documenti si dice che la famiglia Betta possedeva il castello di Palt o Paldt, comperato dai Veneziani nel 1435; lessi attentamente quel docu mento, ma non mi fu possibile di trovare citata la compera del castello in questione. Il castello di Palt o Paldt (probabilmente castel Baldo) tro vasi nelle vicinanze di Tierno, — ora riedificato è proprietà

dei feudi ecclesiastici trentini e nel codice de siano fra i feudi che nel 1365 toccarono ad Antonio di Castel barco è citato il dossmn castri Bandi. Nei documenti da me com pulsati trovai nell’anno 1476 un Ogni ben e e Guglielmo fratelli de Baldo; e questo è quanto, di più non mi consta. Nel 1476 la famiglia Betta rappresentata da una parte da Giovanni e Francesco, figli di Guglielmo, e dall’altra parte da Benassuto, Domenico, Alberto, Valentino e Bernardino, figli di Giacomo addivennero alla

spartizione dei loro beni che avevano comperato dai Veneziani e da altri. Le pratiche di divisione du-

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 195 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
410 sina in Trento lo trasferì (4248). E qui si noti a prova del ghibellino animo d’ Egenone che solo nel precedente 1247 egli uvea ottenuta la consecra tione . trovandosi in tutti i documenti antecedenti a quell 5 anno nominato solo eletto di Brissina. Trasferitosi dunque in Trento l’anno 1248, previa la fama della inflessibilità e dell’intrapren dente animo, dovette le prime opposizioni patire da parte dei più illustri vassalli della sua chiesa, degli Arco, dei Cast roba rei e dei Vanga che

a danno suo s’eran legati coi Ghibellini. Volse in prima Egemone l’armi contro gli ultimi, e prodi gato in uno scontro Beraldo Vanga, e rinserratolo captivo nella torre di Salerno noi rilasciava se non dopoché Adalberone e Federigo suoi consanguinei aveano dalla sua chiesa riconosciuti in fendo i mu nimenti alì’ Adige, di coi si fece menzione parlan do dell’arcivescovo Federigo, ne’ quali fattisi forti e del comune non paventando, con danno ed onta de’ cittadini a rapine e ad incendi uscivano impu

nemente. Ma più dura impresa era il reprimer gli Arcensi che nel seno dei dominii loro aveano dato agli imperiali stabil ricetto già dal 1245. Appare da ano strumento del repertorio vescovile trenti no confermato poi con altro documento nel marzo 1253, aver in quell’anno Riprando d’Arco ad isti gazione del podestà vSodegerio amicissimo di Ecce llila, venduta a quest’ultimo la metà di castel del Dosso, e del monte d’Àrco con tutti i feudi, e di ritti ad esse cose attinenti per lire 18000 verone

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Jahr:
1896
Sommario della storia trentina : dai tempi più antichi sino agli ultimi avvenimenti ; con un saggio di bibliografia storica trentina
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Seite 9 von 305
Autor: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Ort: Borgo Valsugana
Verlag: Marchetto
Umfang: 304 S.. - 2. ed.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 4.797
Intern-ID: 350298
penetrato nel Trentino questo metallo, noi sappiamo. Ne fecero uso i Ras, che la tradizione, corro borata da molti documenti d'arte e da inscrizioni, dice venuti in quella contrada chiamata da loro Rezia e com prendeva, il Cantone dei Originiti e Fattuale Titolo, ad eccezione del Trentino. Questo popolo, d’origine etrusco, che parlava un rozzo dialetto, e avea costumi, arri e re ligione di gran lunga superiori alle condizioni civili dei popoli circonvicini, non si tenne certamente tanto isolato da non

vile, nel quale gli uomini, resi alla vita dei campi, anda vano lentamente spogliandosi della rozzezza primitiva ; progresso che non venne da noi, ma dai popoli Asiatici, primi a conseguire nel mondo il bene dell’ umana civiltà, e primi ad abbandonarlo, come forza che si svolge presto, e presto si chiude, ed addormenta. - " Coi paalstab da noi rinvenuti abbiamo da notare anche per il nostro paese il sopravvenire delle genti, che rivelarono all’ Europa V uso del bronzo. Ma per quali genti fosse

esercitare su di loro quella benefica influenza, che nasce dai frequenti contatti tra popolazioni diverse e differentemente collocate nella scala dell' umana civiltà. I Trentini appresero molto da essi, e del commercio eh* eb bero con loro ne fanno fede i molti oggetti d’arte rin venuti presso di noi, e segnatamente nella regione del l’Adige e in quella classica terra che è l'Anaunia ; valle già popolata da tempo remotissimo, nota ai Romani e culla fortunata di molti grandi ingegni. Ma da questa

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Zeitungen & Zeitschriften
Realtà sudtirolese
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Seite 4 von 12
Datum: 10.01.1961
Umfang: 12
Il caso dell’Ospedale di Bolzano, per esempio, richiama purtroppo alla mente dei “Sudtirolesi,, una frase, di un ex prefetto fascista di Bolzano (nel Dolo miten è apparso anche il nome), che mal si concilia con quella scolpita sul Monu mento. Per giustificare la nomina di me dici e levatrici prive di ogni nozione di tedesco, l’esimio gerarca avrebbe avuto l’animo di dire . . . che anche i veterinari curano i loro pazienti senza parlare con loro. Il Ministro Kreisky ha citato molti al tri casi

l’Italia si pre occupa della protezione della minoranza italiana nella Provincia, così Velemento tedesco e quello ladino (l’appello all’Onu fu firmato anche dai Ladini) hanno pure ragione di protestare contro la politica di favoreggiamento dell’ immigrazione, quando questa si risolve a loro danno. Se quanto abbiamo riportato del di scorso di Kreisky risponde a verità, e già migliaia di Tedeschi emigrano dal l’Alto Adige perché non trovano lavoro a Bolzano e a Merano, come lo trovano invece, nelle città

il contatto dell’Ammini strazione con la popolazione di lingua tedesca. Nelle istruzioni impartite dalle autorità governative viene persino vietato l’uso della lingua tedesca nella corrispondenza tra un ufficio e l’altro, tra un Comune e l’altro, anche se detti Comuni ed i loro organi siano esclusivamente tedeschi. Inoltre, agli effetti della bilinguità degli uffici è stato dichiarato essere sufficiente che l’ufficio sia in grado di trattare coi cittadini di lingua te desca per tramite di un interprete

del Piemonte le mi gliaia di persone che ogni anno abban donano le valli e le campagne piemon tesi (si vedano i più recenti dati statisti ci su La Stampa del 16-11-1960), bisogna riconoscere che i “Sudtirolesi,, sono stati finora troppo pazienti nel sopportare senza più energiche proteste che venga no costruite, sotto i loro occhi e nelle loro stesse campagne, delle fabbriche dal SO DELLA LINGUA TEDESCA. Anche in questo riguardo abbiamo mo tivo di lagnarci. Nell’Accordo di Parigi ci fu concesso

l’uso sulla base di “parità„ della lingua tedesca e della lingua italiana nelle pubbliche am ministrazioni, nei documenti ufficiali e nella nomenclatura toponomasti ca. Ma già lo statuto d’autonomia contiene una affermazione che com promette la parità delle lingue. Nelle norme di attuazione si è scesi di un altro gradino ed in un parere del Consiglio di Stato del 6 giugno 1952 si sostiene il punto di vista che la lingua tedesca va considerata soltanto come lingua sussidiaria per rendere possibile

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Bücher
Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1904
¬La¬ famiglia Betta dal Toldo.- (Famiglie nobili trentine ; 3)
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Seite 27 von 58
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 54 S. : Ill., graph. Darst.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 10, 1904, fasc. 1
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/3
Intern-ID: 109552
di Trento ho veduto di fresco cancellato Tarma della nostra fa miglia, che vi era sopra la sepoltura di Francesco Betta“; e sotto il 1756. „Ritorno da Trento dove con mio dispiacere trovo che hanno disfatto, l’altare di Santa Caterina, nella chiesa di San Marco degli Agostiniani, della nostra casa nella cui pala vi erano i ritratti dei nostri antichi Betti, e vi hanno eretto un altro altare.“ Le notizie intorno alla vita di Francesco Betta coi relativi documenti mi furono gentilmente comunicate

dal signor Ottone de Betta di Verona, nel cui archivio trovasi una copia autentica dei documenti, gli originali dei quali conservatisi nell’Archivio dei conti Martini di Calliano. Il secondo figlio di Alvise, Bartolameo, fu capitano e castellano di Parma; mori nel 1571, compianto da tutti, a soli 45 anni. Il duca Ottavio in quell’occasione mandò a Francesco Betta suo fra tello una lettera di condoglianza, accompagnata da una del suo segretario Gio Battista Pico. La lettera del duca era del

d ha fatta, siccome voi, e vostri riconoscerete dagli effetti in tutte le occasioni, die si porgeranno, onde possiamo fare a Voi ed a loro qualche benefizio ; e rimettendoci a quel dì più che vi scriverà per nostra parte il Pico nostro Segretario, preghiamo Dio che vi conservi in bona grazia sua. Di Piacenza alli X di aprile 1572. Quella del suo segretario diceva: Mag. c0 Sig/ mìo Oss.no Io non potrei significare a V. 8. il dispiacere che questi Principi nostri Padroni hanno sentito della morte della fel

. mem. del Cap.o Bartolomeo suo fra tello, cognoscendo benissimo di aver perso uno dei più grati e amorevoli servitori che abbiano al servizio loro, ed invece hanno molta ragione a sentirne dispiacere. Di me poi non voglio dir altro a V. S. se non che siccome non cedevo a qual sivoglia altro amico, e servitor, che avesse al mondo il desiderio di servir lui e tutta la Casa sua, così ella può esser certa, che ho sentito di questa perdita la mia parte di dispiacere, e me ne condoglio con V. S. con

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Bücher
Jahr:
1896
Notizie storico-critiche intorno alla chiesa di Sanzeno nell'Anaunia e al luogo del martirio dei santi Sisino, Martirio ed Alessandro : ricerche storiche
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Seite 52 von 74
Autor: Bertagnolli, Mass. / Mass. Bertagnolli
Ort: Trento
Verlag: Tip. ed. Artigianelli
Umfang: 69 S.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.519
Intern-ID: 341974
i pagani celebravano le loro feste, am- « bravali ., furono da costoro trascinati dalla chiesetta « cristiana sino all’ ara di Saturno, .ove i due primi a « cagione dei mali trattamenti sofferti giunsero cada- « veri, ed Alessandro, ancora vivo, fu gettato coi corpi « dei suoi due compagni sul rogo ardente. Nè la tra- « dizione, nè alcun altro indizio dicono espressamente, « che la chiesetta eretta dai tre Apostoli fosse presso « S. Zeno, nè si sa comunque che presso S. Zeno esi- « stesse un tempio

'« Clesiana) esisteva un foro. Ivi sorgeva il tempio di « Saturno, del che fanno fede le parecchie iscrizioni « rinvenute in quella località. « Dagli atti di S. Vigilio poi, e precisamente dal- ■« la lettera che egli scrisse a S. Giovanni Gri sesterno, « abbiamo, che i tre martiri furono arsi in conspeclti Sa- « turni colle legne tolte alla chiesetta da loro fabbricata « apud Methol. La leggenda narra: Sisinio, Martirio ed « Alessandro, avendo rifiutato di abjtirare al cristiane- « simo, mentre

a Saturno. E dopo ciò a credersi, « che i gentili abbiano trascinati da S. Zeno a Cles i « tre martiri, e vi abbiano condotte le legne della pira « passando per ì burroni scoscesi del Nosio, e facendo « un viaggio di almeno 6 chilometri di strada — sep- •« pure allora esisteva una strada ed un ponte che con- « giungessero l’una coll’altra metà della valle? Altri « vorrebbe, che Methol si abbia a cercare presso Dam- « bel; ma quali documenti o monumenti abbiamo per « poter supporre che a Dambel

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