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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1824/1825
Intorno all'origine e condizione antica di Trento : memorie due
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Seite 154 von 258
Autor: Giovanelli, Benedetto / del Conte Benedetto Giovanelli
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: 105, 152 S.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Enth.: [1]. Discorso sopra un'iscrizione Trentina del tempo degli Antonini. 1824. [2]. Trento, città de' Rezj e colonia romana. 1825
Signatur: II 102.578
Intern-ID: 175828
4 ; testimonio Àmpelio, dove parlando de variis cìadihus Popu- U Romani^ ricorda seguita questa rotta entro le alpi Tren tine: cum Cimbri Tr ideili inas aìpes accupavenmt. I barbari tennero dietro al fuggitivo Proconsole e per? verniero quindi in Italia: così Tito Livio (39): Cimbri re ? pulso ah Alpihusfugatoque Q. Cattilo procansule.,.in Italiani tmjecerunt, E qual parte d Italia fosse quella, in cui in? seguendo il Proconsole Calalo pervennero i Cimbri, ce lo dice fioro: quest’ è la Venezia

: la Vane lui) quo fere tra-, ptu Italia mollissima est , ipsa soli i coelìque clementìa robuv Cimbromm elanguit (4o). Or obi non vede, che i Cimbri dalie alpi boriche per vennero nelle alpi Trentine, di’ entro queste alpi i Romani ebbero con ©ssi gagliardi scontri, e che dall’alpi Trentine i Cimbri scesero nella V enezia? Nondimeno in tutti questi fatti i molti scrittori che ne parlano, non mai una volta nomina no le alpi Pietiche, ma sempre le alpi Trentine': eppure chi potrà negare leggendo gli

antichi Geografi, che fra le alpi Nonché e la Venezia non siano della alpi molte, eh 1 essi chiamarono Reliche? E cosa conchiuderemo da ciò? Evi dente parrai seguire, che il nome di alpi Retiche ed alpi Trentine era a ! Romani lo stesso e che il nome di alpi Trentine era per altro propriamente il nome distintivo dì questa parte dell alpi Retiche, perchè era usanza comune che le valli e i monti fossero proprie delle città a loro più vicine, sì che £990 si nominassero; che gli storici vo- (3q) Epii

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Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1902
Trentino occidentale ; P. 2 : Campo Rotaliano, valle di Non, val di Sole, i monti del Trentino occidentale.- (Guida del Trentino ; Vol. 4)
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Seite 251 von 320
Ort: Bassano del Grappa
Verlag: Pozzato
Umfang: VIII, 298 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Trentino ; f.Führer
Signatur: I 101.436/4
Intern-ID: 334156
XV. I Monti del Trentino Occidentale. 1. Osservazioni generali. T monti ri e 1 Trentino occidentale, considerati come parte della grande catena alpina, appartengono alla zona meri dionale delle Alpi centrali; e, se teniamo conto delle sud- divisioni minori delle grandi sezioni alpine, vedremo che i monti del Trentino occidentale (cioè quelli sulla destra dell* Adige) appartengono a quella zona meridionale delle Alpi centrali la quale si diparte dallo Stelvio che s’ insella «al suo N, è limitata

dall’Adda e dall’Oglio ad 0, dalla pianura bresciana a 8, dall' Adige' ad E. A tale zona si. dà comunemente il nome di Alpi Èetìche meridionali (Cesare Battisti, Il Trentino , p. 31). Le varie catene delle Alpi Retiche meridionali apparten gono in parto o interamente al Trentino; c mentre nella sua parte settentrionale si elevano al limite delle regioni alpine di primo ordine (gruppi dell’ Ortler-Cevedale, dell.'Aà- mello-Premnella, di Brenta!), nella parte meridionale sono più modeste in altezza

, e scendono con dolce declivio verso la pianura italiana (Alpi Ornine , Alpi Bug cinesi, Alpi della Val di Ladro, Or appo del Bandone, Gruppo del Baldo), DÌ questi Ire ultimi sottogruppi trentini, come pure delle Alpi ìli Val di Non , si è già parlato a proposito delle sin gole vallate; e ci resta or dunque a parlare dei tre grandi gruppi alpini del Trentino occidentale. Diremo qui intanto che questi tre gruppi hanno grandis sima .importanza sotto 1 aspetto geologico. Le Alpi del-

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Seite 54 von 248
Autor: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Ort: Roma
Verlag: Loescher
Umfang: 237, 14 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Signatur: III A-2.230
Intern-ID: 166664
. Sembra però che essi non avessero opposto una valida resistenza, e che non siano accaduti fatti d’ armi di primaria importanza, e tali da meritare una speciale menzione dagli storici. Il tempore il modo come queste genti furono sottomesse, ci conduce, per la stessa analogia, convalidata però da qualche monumento, a definire 1’ ardua questione della organizzazione data dai Romani a questa parte delle Alpi. Il De Vit *, basato su tre iscrizioni, che fanno parola di un procuratore delle Alpi Atrezziane

, perchè in una di esse sono queste Alpi nominate accanto alle Pen- nine (Alpium Atractiancir. et Poeninar.) 1 2 , viene alla deduzione che le Alpi Atrezzia ne fossero quelle che sono tra le Retiche e le Pannine, che ora si chiamano Lepon- zie, e ché quindi~ia regione dei Leponzi fosse costituita fin da’ tempi di Augusto, e precisamente fin dall’anno 740 d. R., in provincia speciale, col nome di Provincia delle Alpi Atrezziane, con un procurator iure giacili. Tutta la dimostrazione del De Vit è- più

artificiosa che scientifica, e posa unicamente sulla vicinanza che deve esser stata fra la provincia delle Alpi Pennino con quella delle Alpi Atrezziane, poiché, se ad occidente di quella era la provincia delle Alpi Graie, comprovata da iscrizioni e da testimonianze di scrittori antichi, questa non poteva essere che ad oriente, cioè nel territorio dei Leponzi. Il Mominsen 3 , 1’Hirschfeld 4 , il Desjardins 5 , ed altri identificano la provincia delle Alpi Atrezziane con quella delle Alpi Graie, sebbene

in qualche particolarità discordino fra di loro. Ma se questa opinione è su scettibile di dubbi e di serie considerazioni in contrario, come fece il Detlefsen 6 , siamo però ben lontani dal poter ammettere 1’ asserzione del De Vit, non solo per la ra gione proposta dal Detlefsen, che le Alpi Lepontine erano in Italia a differenza delle provincia delle Alpi Pannine e Graie; ma ben anco perchè contraria allo stesso buon senso. Si vede chiaramente che, per assicurarsi il confine d’Italia, la sapiente opera

di Augusto e de’ suoi successori si rivolse alle Alpi fondando tutt’ intorno ad esse una cerchia di provincia, che mentre dovevano essere difesa della penisola, erano an- 1 La prov. rom. dell’ Ossola, ossia delle Alpi Atrczaiane, pag. 11 segg. , 2 Una di esse è nel "palazzo Municipale di Fermo e fu pubblicata dal Mommsen, C. I. L., IX, n. 5357. E dedicata a un Tito Appalio Alpino Secondo, che, fra gli altri titoli, porta quello di procurator Alpium Atrcdia- narum. La seconda fu scoperta verso il 1883

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Kategorie:
Literaturwissenschaft
Jahr:
1896
Dante nel Trentino
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Seite 80 von 160
Autor: Zaniboni, Eugenio / Eugenio Zaniboni
Ort: Trento
Verlag: Zippel
Umfang: 160 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Dante <Alighieri> ; g.Trentino
Signatur: II 58.359
Intern-ID: 133974
8o terzina, secondo il testo dato, dovrebbe venir parafrasata così : « Su, nella bella Italia, a’ piedi di quell’ arco ‘delle Alpi, che rinchiude la Germania sopra il Tiralo , giace un lago ... ». Ma in questo caso, Dante avreb be manifestamente chiamato Tirolo il Trentino ; non potendosi ammettere che il Poeta « buon conoscido- re » della geografia, abbia, altrimenti, spostato con, quel « sopra » il confine tra Italia bella e Lamagna. Non questa, dunque, par sia. la retta interpretazione

. Spicciamoci, prima di proseguire, d’ un paio di varianti, tra le principali ; .chè, a discuterle tutte, non so quando si finirebbe. In alcuni testi si legge: a pie’ dell 5 Alpi, che serra Lamagna- sovra Tiralli, . . , . vale a dire : «.Ai piedi delle Alpi, che ( oggetto ) la Germania ( soggetto) rinchiude sopra il Tirolo etc. » Ma che? da quando in qua è la nazione, che rinchiude una catena di monti e non viceversa?... Ma sia pure; e che vorrebbe dire: « la Germania racchiude le Alpi so pra il Tirolo

, qualunque de’ significati fin qui noti si ami dare a « Tirolo » ? Quanto dunque alla lezione che ammette «Alpi» e non « Alpe», diciamo pure con franchezza: E falsa (i). Altri testi hanno una virgola .dopo Tamagna , e l’interpretazione (non necessaria, ma ovvia) sarebbe quindi: « Su nella bella Italia, ai piedi fi) Una sola lezione con « Alpi » può essere accettata: quando in luogo di « serra » si voglia leggere « serrati » ; nel qual caso « Alpi » rimane soggetto. Ma, benché si trovi, è una lezione rara

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Seite 174 von 248
Autor: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Ort: Roma
Verlag: Loescher
Umfang: 237, 14 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Signatur: III A-2.230
Intern-ID: 166664
Con questo s’ accorderebbe 1' asserzione di Plinio 1 II e di Giornaude 2 , che fanno originare il fiume Sava dalle Alpi Gamiche, a meno che la piccola distanza che è fra il termine delle Alpi Gamiche e le scaturigini del Sava, nelle Alpi Giulie, non abbia indotto in abbaglio i surriferiti scrittori 3 . «■ I declivi e contrafforti più meridionali delle Alpi Gamiche, che attualmente si sogliono denominare Alpi Venete, non consta che portassero un nome speciale nell’an tichità. Veramente credette

delle Alpi Gamiche, co’ suoi contrafforti setten trionali, poiché nessuna parte della Rezia, qual’ è descritta da Tolomeo, e qual’ era sotto forma di provincia, non poteva esser attorno, o contermine colla zona veneta alpina, alla quale si vorrebbe assegnare più specialmente il nome di Ocra. Più espli cito .è invece Strabono 6 , che, ne’ vari passi dove parla di questo monte, lascia chia ramente vedere che egli io poneva ne’ àpodi fra Nauperto e Trieste da una parte e Aquileia dall’altra

, e lo considerava come l’ultima appendice orientale delle Alpi. E che l’Ocra non era considerata, come sono le Alpi Gamiche, dal greco geografo come la continuazione delle Alpi Retiche e Tridentine,-lo dice chiaramente, dove af ferma Phe 1’ Orni e la parte meno elevata di tutte quelle Alpi che cominciando dalla Rezia si stendono fino alla regione dei àpodi, il che risulta pure da tutto l’insieme di quel passo 7 . Nulla quindi ci autorizza ad ammettere, come fa qualcuno, oltre al vero Ocra, che è identificato

, non fa meraviglia che alcuni suppongano sia incorso orrore nel testo di Tolomeo per colpa degli amanuensi, che avrebbero scritto Oarusadio in luogo di Caravancas. I Ut, 25, 28. Satin ex Cornivi/. ■ De reh. tjcl., c. 50. * Il Ukxussi, L’In! ria fitto od Awjunto, pag, 3, asserisce,'die le Alpi Giulie, oltre die Venete, erano anche dette Cora ranche, nell’antichità. Ma di questo non ci rimane alcuna testimonianza, nè tradizione. Tolomeo li, 13, 1, mette bensì, genericamente parlando, le Caravanche

/ot Asùgo ztdv iD.Trecor inzezafièrtov. Era quindi all’estremità orientale delle Alpi. Altrove, I V, (>, 10 ]>. 207, chiama 1/ 'fìnga zi? zanurózazov /légo; zà>r ’/li.eistor, donde passa la via fra Aquileia e Nanporto. Più chiaramente poi nei libro V, 1, 3 p. 210, contrappone l’Ocra, estrema parte orientale delle Alpi presso il golfo Adriatico, all’estremità occidentale delle medesime presso il golfo di Genova. ' VI, 5, 2, p. 314. z) <Y'Oxga zaezeirózazor /légo; zozr "ii.newr za re tòir Hiazeivovoiàr

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Seite 214 von 248
Autor: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Ort: Roma
Verlag: Loescher
Umfang: 237, 14 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Signatur: III A-2.230
Intern-ID: 166664
un forte ostacolo nella colonia d’Aquileia, preferirono volgersi verso occidente per invadere la (falda transalpina e possibilmente discendere nella valle del Po da quella parte. Ma una considerazione di ben maggior importanza toglie ogni dubbio che potesse ancora esistere intorno alla presente questione. Le Alpi Carniche erano passate sotto il dominio de’ Romani fin da tempi molto remoti, cioè quando furono uniti al dominio di Roma i Veneti ed i Cenomani. Nel 115 a. Or., prima cioè della

venuta dei Cimbri, furono anche vinti i Carni d’oltre Alpi come ci attestano i fasti trionfali (Gailei Kcirnei). Quindi se Cadilo si trovava da prima col suo esercito alle Alpi Carniche, Plutarco non avrebbe potuto dire che per togliersi d’infra genti ostili e per venire al Natisene, scese in Italia (xazafìàg dg ’IxaXtavj ‘ i * , perchè si sarebbe fin da prima trovato in Italia anzi in luogo che fin dal 186 a. Cr. il senato avea dichiarato di vetusta proprietà del popolo romano 3 . In secondo luogo

, se Catulo fosse stato battuto all’Isonzo o al Natisene, non sarebbe già corso a difendere la via di Roma al Po, poiché mille altre formidabili barriere, gli avrebbero offerto il Ragliamento, la Livenza, la Piave, la Brenta e l’Adige. Questo invece, dovea accadere dopo la fotta al fiume Adige, non restando, passato questo, alcun’altra linea difensiva sino al Po. Il prof. Pais 4 * 6 per dimostrare che il passo delle Alpi Gamiche, che conduceva ad Aquileia doveva'■ essere preferito da. gente che le Alpi

V, 25) ».È noto che nessuno di questi popoli, se tolgansi gli Slavi, attraversò le Alpi Carniche, ma, o costeggiarono il litorale, o passarono le Alpi Giulie dette, prima di Augusto, VeneteP. D’altra parte non avrebbero potuto tenere una via diversa, venendo essi dalle regioni poste all’oriente di quelle Alpi. Mentre i Cimbri, venendo dall’ oc cidente, doveano di necessità imbattersi prima nel passo delle Alpi Centrali, conti nuamente percorso dalle genti che venivano di settentrione in Italia, come altrove

abbiamo notato. È anche evidente che nemmeno la via delle Alpi Giulie, che pure erano in Italia, tennero i Cimbri, perchè nulla più avrebbe a fare il Natisene, unica ragione per la quale il sig. Pais crede alla venuta dei Cimbri per le Alpi Orientali. In tal caso essi avrebbero solo attraversato il fiume, dove Catulo sarebbe stato at tendato, contrariamente a tutta la narrazione di Plutarco presa a fondamento dal l’illustre storico pisano, narrazione che ci mostra i Cimbri viaggianti lungo il corso

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Seite 47 von 248
Autor: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Ort: Roma
Verlag: Loescher
Umfang: 237, 14 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Signatur: III A-2.230
Intern-ID: 166664
Adula. Veramente nè gli antichi scrittori, nè le epigrafi ci traman darono un nome speciale di questa parte delle Alpi, delle quali solo il monte Adula è ricordato 3 ; perciò alcuni le denominano, con Cesare, Somme, altri, come, già si disse, ne fanno un tutto colle Alpi Pennine 4 ; invece il De Vlt 5 , dotto investigatore delle vicende'storiche dì queste regioni, basato su tre antiche iscrizioni, dov’è parola d’un procuratore delle Alpi Atrezziane, cercò di sostenere, che questo è il vero nome

delle Alpi, che oggi di con si Leponzie, Lepontiche o Lepontine; ma avremo in seguito occasione di tornare su .questo importante argomento, e di esaminare quanto e quale fondamento possa avere una tale,, asserzione. Questo è certo che, per attestazione di Cesare 6 , i Leponzi abitavano le Alpi, donde il Reno trae le sue scaturigini; il che è pure confermato da Plinio 7 , die pone quei popoli sulle Alpi presso le origini del Rodano. Se però da loro erano occupate le sommità delle Alpi, convien pure

che non molto si sten dessero sul loro declivio settentrionale, essendo que’luoghi occupati dai Seduni ad occi dente, e dai Vennoneti ad oriente, come si deduce da irrefragabili testimonianze degli antichi 8 . Invece i Leponzi molto si estendevano sul versante meridionale delle stesse Alpi, e in tutteIg-molteplici. loro diramazioni, verso Italiam pectore, come dice Plinio 9 ; e, quale fosse-1’area da loro occupata, si può con una certa sicurezza dedurre da Stra bone 10 e da Tolomeo ", il primo

indicasse una speciale suddivisione dello Alpi, o non piuttosto le som mità delle Alpi in genere. Per il Simler, p. 258, le Alpi Lepontine sono unicamente quelle della Val Levantina. Così anche il Pla>'ta, Das atte Radien , pag. 46. . ù ]l Lago Maggiore, Strega e te Isole Borromce, Voi. I, pag. 83 e segg. ; e La Prori nein romana dell' Ossola ossia delle Alpi Atrezziane, pag. 18 c segg. “ De bell, gali., IV, 10, 3: Rhe.nns attieni oritnr ex Leponliis, qui Aljtes incolunt. 7 llist. nnt., Ili, 24, 133-135

quella nelle Alpi Cozie, ir zaìs Kozzlaie "A/.uemv Ar/novziiov ” Ooxei.a ; ma dal testo, benché corrotto o scorretto del greco geografo, si deduce abbastanza chiaramente l’esistenza di quella città fra i Leponzi, come.già osservò il Cluverio, cosa del resto confermata, come vedremo, da altri geografi an tichi. Nulla invece conferma l’asserzione dell’ Anville e del Mommsex, C. I. i... V, pag. 811, che ci fossero nelle Alpi occidentali dei Leponzi, differenti da quelli della Kezia. Noto a titolo

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Seite 11 von 248
Autor: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Ort: Roma
Verlag: Loescher
Umfang: 237, 14 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Signatur: III A-2.230
Intern-ID: 166664
latori 1 , i naturalisti. le produzioni vegetali*, minerali 3 , ed animali 4 ; i geografi l’al tezza 5 , il clima 5 , le industrie ed il commercio' 7 . ) Dopo d’allora si fece una chiara distinzione delle varie catene che costitui vano . tutto il sistema, dividendolo in Alpi Marittime 8 , Cozie 8 , Graie 10 , Pennhie 11 , Retiche 1 *, Tridentine 13 , Gamiche 14 , Noriche 15 , Giulie 18 , Pannonie 17 e Dalmatiche’ 8 ; una rete di vie comode e larghe le percorreva in tutte le direzioni

, congiungendo l’Italia colle regioni Galliche, Danubiane ed Illiriche; e perfino il nome fu argomento di dotte investigazioni linguistiche; difatti, mentre Servio 19 ed Isidoro 80 lo derivavano dal celtico, come a’ nostri giorni lo Zeuss * 1 ed il Diefenbach * 8 , Strabono* 3 , Pesto 34 e Stefano Bizantino 85 ne trovavano riscontro col sabino alpus (albus), donde deriva vano Albes, Alpes o monti nevosi. Infatti, perchè il nome « Alpi » dette v Alfka da Strabono, e Zàlma da Licofrone, t Polve., Ili

, 48. — Strab., II, p. 128. — Liv„ XVI, 29. - Pian., II, 5, 7. ■ Le pendici delle Alpi erano coperte di piante alpèstri, le valli ricche di pianto fruttifere (Strab., IV, p. 206 seg. — Pian., 31, 3, 36).. - 3 Plinio, 38, 9, 10, accenna al cristallo di rocca copioso nelle Alpi (Cf. v. Mueller, Schweixergesch. I, p. 58). STRADONE, (IV p. 205, 208) e Diodoro, (5, 36 seg.) parlano di cave, che però producevano oro in piccola quantità (Cf. HalleR, Helvelien , II p. 49). Del resto sono note le cave de’metalli

preziosi della Val d’Aosta, che furono prineipal causa della guerra fra i (Romani e i Salassi. ■ 4 Strabone; (IV p. 207), parlando della fauna alpina, dice questi monti ricchi di vacche, cavalli selvatici, orsi, bisonti e camosci.— Plinio (2, 53, 79 e 8, 55, 81), fra gli animali frequenti nelle Alpi, annovera le capre, le mar motte, le lepri bianche, volatili selvatici di varie specie (10, 29, 60) e, nelle Alpi marittime, le lumache (8, 39, 59). ‘ Già Aoatemero (Oeogr , 2, 1) e Dionisio d’Alio ARN asso

(f'ramrn . p. 486, ed. Mai) riconoscono le Alpi come i monti più alti dell’ Europa. — Adriano (Per. p. 12) le paragona per altezza al Caucaso. Molto prima Po libio (in Strab. IX. n. 208) diceva che occorrono cinque giorni per raggiungere le più alte cime, che Strabone (IV p. 204) calcola dell’altezza in linea retta di cento stadi, e Plinio (2, 6, 65) dice che qualche cima arriva al- l’altezza di 50 miglia. Anche la lunghezza e la larghezza di tutto il sistema furono prese in considerazione. Ab biamo

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Zeitungen & Zeitschriften
Die neue Südtiroler Tageszeitung
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Seite 9 von 16
Datum: 10.05.2002
Umfang: 16
hat es nun geheißen? „Hotel Alpi“. Der Südtiroler wun dert sich über so manches, oder über gar nichts mehr, was das Gleiche ist, aber er wundert sich jedes Mal aufrecht und ohne nur so zu tun, wenn er hört, dass das Hotel Alpi zu den ersten Häusern Bozens gehört Zu der exklusiven Minderheit der Viersterne-Ho- tels. Und dass einer je drinnen war, ist von einem Südtiroler, der etwas auf sich hält, nicht nur nicht zu verlangen, er würde es als Un terstellung empfinden, wenn es ihm zugemutet würde. Das Hotel

, einen Steinwurf vom goti schen Pfarrturm, einen betoner- nen Hotelturm hinklotzt Als woll te er Ausdruck fürs künftige italie nische Bozen sein.' Ein „Todes- marsch“-Denkmal, aus Südtiroler Sicht Erbaut von dem berühmten Italiener Armando Ronca, von dem schon das „Corso-Kino“ war, und in der Halle beehrt mit einer Säule von Lucio Fontana. Die Geschichte verlief dann an ders, Bozen wurde zumindest ga stronomisch nicht italianisiert son dern im Gegenteil: das Hotel Alpi ist heute das einzige nennenswerte

Gästehaus in italienischer Füh rung. Das zu neuem Glanz aufge möbelte „Stadthotel" am Walther platz wäre das zweite, aber der Zu fall will es, dass es seit einem Jahr in der gleichen Hand ist w r ie das „Alpi“: nämlich in der des Südita lieners Fbancesco D’Onofrio und seiner norddeutschen Frau Hanne lore Scharmacher. Die beiden sind die etwas ausge fallene solide Grundlage für ein nicht vorgesehenes Gastronomie wunder. Der Neapolitaner und die Bremerin sind einander in Eng land über den Weg gelaufen

. Zu sammen haben sie dann an der amalfitanischen Küste ein Hotel geführt, bis sie sich 1980 um die Führung dieses einzigen „nicht historischen“ Viersternehotels in Bozen bewarben. Die D’Onofrios müssen diskrete Menschen sein. „Arbeiten und Peripherie Mitte Es steht mitten in der Stadt und ist trotzdem Peripherie: das Hotel Alpi. Warum gibt es nur ein einziges nennenswertes italienisches Gasthaus in Bozen? Und wovon lebt es? nicht Anstoß erregen“, dieses briti sche „do not disturb

“, haben sie sich von Anfang an zur Grundlage ihres Verhältnisses zu Bozen ge macht. Ihn: Kundschaft ist nicht von hier. Sie besteht zu 45 Prozent aus Italienern von außerhalb Süd tirols, zu 20 von europäischen Aus ländern und - was bezeichnend ist fürs Alpi - zu mindestens 20 Pro zent aus Amerikanern. Die Siidti- roler wurden in Vergangenheit al lenfalls wahrgenommen, weil sie direkt hinterm Hotel, in dem un wirtlich scheußlichen Autobahnhof ankommen und abfahren. Neuer dings kommt der Einheimische auch auf der „guten

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Bücher
Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1824/1825
Intorno all'origine e condizione antica di Trento : memorie due
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Seite 122 von 258
Autor: Giovanelli, Benedetto / del Conte Benedetto Giovanelli
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: 105, 152 S.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Enth.: [1]. Discorso sopra un'iscrizione Trentina del tempo degli Antonini. 1824. [2]. Trento, città de' Rezj e colonia romana. 1825
Signatur: II 102.578
Intern-ID: 175828
rejtcti Bhceti (5) cioè die Braso s’abbattè ne’Rezj presso le alpi Trentine, e ch’egli li respinse dall’Italia, cioè da queste alpi dove erano Tenuti ad assalire i Romani, avan zatisi fino circa a quel varco, a cui si era già approssimato Catulo movendo contro a’ Cimbri, reggono dunque alla se verità della più fina critica anche ritenendo i Trentini per Rezj d’origine; giacché allora il dominio di Roma si tra già esteso assai avanti in queste alpi. Si sa dall’ Al binovano (6), che questa

battaglia seguì ali’Eisack ( Itargus 0 harem, Jsara presso Strabono); e dalla tavola di Rei tinger si ha ch'il luogo della vittoria fu vicino al confluente dell Eisack e dell' Adige, dove il ponte su questo fiume prese quindi il nome di Ponte di Braso. In fatti i Naunes che abitano più in qua non si leg gono nel trofeo delle alpi, non i Flamonienses , i Nonesi e i Eiemani ; ma sì bene gVlsarci della valle dell’Eisack a 1 Venosies di quella di Venosta (7); e il trofeo delle alpi (5) L. 54. Angustus

Drusum contra eos ( Rhcetos ) cum exercitu misit , is que Rhosios ad Alpes sibi Tridentium obviam factos, proelio congressus.... fudit — Dein de cum ah Italia rejecti Mucii nihilominus Galliam urgerent , Tiberium quoque contra cos misiT ,, (6) hi Eleg. ad Lk\ Aug . Ille modo eripuit latebrosas hostibus Alpes . ,. Enus et alpi nue Valles et sanguine'nigro Decolor mfeeta testis Itargus aqua. (j) Gli Isarci abitavano nella valle per cui scorre 1 Eisack T Itargus deir Albinovano, dal lato meridionale del

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Kategorie:
Naturwissenschaften, Landwirtschaft, Hauswirtschaft
Jahr:
1826
Dell'origine dei Sette e Tredici Comuni e d'altre popolazioni alemanne abitanti fra l'Adige e la Brenta nel Trentino, nel Veronese e nel Vicentino : memoria
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Seite 103 von 148
Autor: Giovanelli, Benedetto / del C. Benedetto Giovenelli
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: 113 S.
Sprache: Italienisch
Signatur: II A-2.412
Intern-ID: 150726
6g indicalo, in quali parli delle alpi abitassero i T rentini e in quali gli altri Rezj. Il sig. p. 8. di quel luogo non fa pa rola. In quanto poi alla contraddizione, di cui Osa tacciar mi , ehi leggerà il mio passo nella dissertazione tedesca ( intitolata: Il monumento viale diMaretsch) ma nell’intero contesto in cui sta: vedrà che in essa io parlo delle alpi Rezie in generale, in particolare delle alpi al Sudasi'com plessivamente considerate, e nella seconda mia memoria Italiana, che incorse

lo sdegno del sig. p. S., io parlo del- 1’ agro Trentino in particolare, e in generale poi ricordo che le alpi Rezie medesime non erano tenute per le più sterili: vedrà ancora, che nella dissertazione tedesca succi tata, e precisamente in quel periodo tradotto e riportato dal sig. p. S. la sterilità ch’io rammento, è unicamente relativa, al suolo fertile d’Italia, siccome parlo di gente ben pasciuta passata di là nelle alpi ; circostanza del tutto am messa nella traduzione che qui diede il sig

d’ avere asserito in una delle mie me morie Italiane, che Strabone non avea avuto un’ idea bastan temente distinta de’paesi nelle alpi Rezie; e di aver poi

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Kategorie:
Naturwissenschaften, Landwirtschaft, Hauswirtschaft
Jahr:
1826
Dell'origine dei Sette e Tredici Comuni e d'altre popolazioni alemanne abitanti fra l'Adige e la Brenta nel Trentino, nel Veronese e nel Vicentino : memoria
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Seite 52 von 148
Autor: Giovanelli, Benedetto / del C. Benedetto Giovenelli
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: 113 S.
Sprache: Italienisch
Signatur: II A-2.412
Intern-ID: 150726
,8 ganeì dunque furono Quelli die posero le fondamenta sue:' i Rezj cogli Euganei sono i padri suoi. I Ptezj dunque pre esistevano a’Veronesi ; e siccome i Rezj abitavano in queste alpi, come s’ è più. sopra dimostrato, essi erano padroni delle medesime prima de’Veronesi: questi Rezj eranù Treniini, come abbiamo veduto poc'anzi; e quindi i Trentini erano avanti i Veronesi signori de’monti anzidetto. Impennò tocca nuovamente al sig. p. S. d’indicare il fatto o i fatti che invertirono quest

’ ordine pria dell’ im pianto delle diocesi ecclesiastiche, or’ egli voglia rimanersi nell’ assunto suo ; che diversamente il suo principio stesso sta contro di lui. Ma procediamo innanzi. ì Rezj abitavano (premesso che Strabone sia scrittore, a cui il sig. p. 8. voglia prestar fede) fino alle radici di quelle alpi, ai di cui piedi, posero le prime fondamenta di Verona. Or sarà egli più probabile che la nuova città sia subito divenuta padrona delle alpi, o che padroni delle alpi sieno rimasi que’ più

che su quelle restarono e avevano dedotta una colonia nel piano ? I Trentini restarono padroni di quelle alpi fino a tanto che ogni ordine civile e politico talmente crollò, che nuli al tro che una prepotente forza poteva disturbarne i confini. Padova detta da S trabone Omnium ejtìs rcgionis urbium prestantissima , non abbracciava col suo territorio Este e Moliseli ce ad essa vicini; queste erano della tribù Romelia, mentre Padova era della Fabia. Brescia sotto a’ Romani non era padrona di quelle

valli die toccano quasi alle sue porte; e le diverse tribù celo insegnano; Brescia potè tutta via divenir grande senza il concorso delle alpi, e il divenne.

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Seite 211 von 248
Autor: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Ort: Roma
Verlag: Loescher
Umfang: 237, 14 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Signatur: III A-2.230
Intern-ID: 166664
figli sui carri -che loro facevano di casa,, come dice Plinio, ‘potessero valicare il passo del Brenner e sostenere una, sì lunga, mar eia attraverso le Alpi Reti,che Ma io*.ho già fatto osservare, che, seguendo l’antica via maestra, per venire dalla Baviera alle Alpi Centrali, dovevano i Cimbri di necessità attraversare da nord a sud buona parte del territorio nerico, e che non è affatto necessario che le parole joc?* i Noriei, debbano venir intese come se i Cimbri avessero attraversato quella

regio ne nel bel mezzo anzi che da una parte, per non dire che i Taurisci, come anche chiam'avansi i Noriei al tempo della guerra cimbrica, s'estendevano fino ad occidente deirinn, comprendendo in sè il passo del Brenner 1 2 3 4 . Aggiungerò che ancora in carte del medio evo, la stessa valle dell’Eisack è detta Vallis Norica, onde appare che col nome di Noriche si chiamavano in certo tempo tutte le regioni che stavano attorno alle Alpi Centrali, come più tardi furono.promiscuamente chiamate tutte

Illiriche. Quanto poi alle difficoltà che avrebbe offerto il passaggio delle Alpi Centrali basti notare che la più grande arteria commerciale, che congiungeva l’Italia colle re gioni danubiane, percorreva, appunto le valli dell'Adige e dell’Inn, che per esse passava una delle quattro vie principali che Polibio ‘ asserisce aver a’ suoi tempi attraversato le Alpi; che, per comune consentimento de’ più accreditati indagatori dell’antichità, era frequentemente battuta fin ne’ tempi più remoti 5 ; che per

; in una parola era la. via più comoda ed agevole di quante attraversa vano le Alpi Ventrali ed Orientali. Del resto per passare dalla valle dell’Inn a quella dell’Adige, non era necessario che i Cimimi percorressero il valico del Bren ner, perchè avrebbero potuto, forse con maggiore facilità, viaggiando a ritroso del corso dell’Inn, per il passo del Finstermünz, entrare nella Venosta e seguire quindi il corso dell’Adige, come fecero molto più. tardi, cioè nel 590 d. 0., i Franchi gui dati da PedinoE

d’altra parte notevole che, mentre il sig. Pais vede tante dif ficoltà nel passo tanto comodo delle Alpi Centrali, non abbia posto mente agli sforzi, vorrei dir sovrumani, che i Cimbri avrebbero dovuto fare per giungere dalla Calila alle Alpi Comiche e di lì al Natisene. Perchè essi o tennero la via della Baviera, e allora passato l’Inn, avrebbero dovuto, percorrendo in parte a ritroso il corso del Salzach,attraversare le Alpi Austriache, quindi per difficilissime.‘gole valicare l’e norme catena degli

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Seite 166 von 248
Autor: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Ort: Roma
Verlag: Loescher
Umfang: 237, 14 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Signatur: III A-2.230
Intern-ID: 166664
parte che, senza ammettere una provincia fra quella delle Alpi Graie e quella delle Alpi Marittime, sarebbe rimasta una considerevole lacuna, non parrà inverosimile che in questo tratto del declivio occidentale delle 'Alpi sia sorta la provincia delle Alpi Atrezziane. Così che, mentre per custodire la sicurezza de'passaggi alpini dalla parte d' Oriente Augusto stabilì una colonia di veterani legionari a Torino *, dall’ altra istituì allo stesso scopo la provincia delle Alpi Atrezziane. A chi

considerasse superficialmente la cosa potrebbe apparire di forte oppo sizione a quanto qui si asserisce il fatto che nell’iscrizione segusina sono annoverate fra le tribù cordane anche tutte quelle che si trovano sul versante occidentale delle Alpi sino ai confini dei Voconzi. Egli fu appunto perciò che tutti gli scrittori moderni asserirono che il regno alpino fu ampliato da Augusti) in favore di Cozio, non già, come io precedentemente ho dimostrato, da Cesare a vantaggio di Donno. Ma, mentre è per

è con trario alla tradizione e alla verosimiglianza, cioè che il regno di Cozio si fosse esteso ancor più in là di quei limiti che tutti ammettono aver raggiunto il regno all’ epoca del massimo suo sviluppo, limiti, che sono appunto designati dalle tribù occidentali nominate nell''Iscrizione. La frase quindi surriferita dell’ iscrizione va intesa in modo che ìe.civitates annoverate furono già tutte sotto Cozio quand’era re; ma che seb bene quelle poste sui declivi occidentali delle Alpi erano state

staccate dal suo ter ritorio, quando da Augusto il regno fu ridotto a provincia, pure aveano voluto con tribuire ad innalzare quel monumento in omaggio al vincitore e all’organizzatore delle Alpi, quantunque dell’ antica regione coziana fossero state fatte due provincia amministrate separatamente 1’ una dall’ altra. Di questi diversi corpi politici, che sorsero nelle regioni sottomesse da Augusto nelle Alpi Occidentali, quella eh’ ebbe maggiore importanza, e perciò anche maggiore notorietà

a testimonio dello splendore di questo piccolo re delle Alpi. Esso è co struito di grossi macigni di marmo bianco delle cave di Foresto, eh’ erano uniti fra loro mediante grappi di bronzo, come di bronzo dorato dovevano esser le lettere dell’iscrizione, delle quali ora non rimangono che gli incavi. È basato su due gran dadi di schisto calcareo, ed ai lati vi sono colonne scanalate con capitelli d’ ordine corinzio. Nelle grandi facciate stanno bassorilievi con rappresentazioni di suovetauri- lia, in segno

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Seite 22 von 248
Autor: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Ort: Roma
Verlag: Loescher
Umfang: 237, 14 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Signatur: III A-2.230
Intern-ID: 166664
Ricco di notizie storiche e geografiche è pure il Cellario (Cristoforo Keller, n. 1638fl707) nell’opera Notitia Orbis Antiqui sive Geographia pleniorK Meno acuto osservatore del Cluverio, sfugge le difficoltà; e, se non si può negargli gran dili genza di compilazione, non si può altrettanto cercare in lui novità di ricerche o lodare l’accuratezza delle indagini. Ne’ casi dubbi s’ attiene quasi sempre alle dotte conclusioni del Cluverio. Per quello che riguarda la storia antica delle Alpi

, tratta nel volume primo (Gentes alpinae et sub Alpibus p. 517-522), de’ popoli delle Alpi occidentali e delle Alpi centrali (Raetia sive Rhaetia p. 421-428). Anche sotto il ri spetto della storia alpina non troviamo in questo libro, del resto pe’ suoi tempi monumentale, nessuna notizia o ricerca, che non sia appoggiata sull’ autorità del Cluverio, o de' geografi che lo precedettero. > Non meno copioso di notizie riguardo alla storia antica delle Alpi è Onorato Bouche-, il quale nel mentre tratta

la corografia e la storia della Provenza, parla di tutti i popoli alpini in genere, ed in particolare di quelli delle Alpi Marittime e Cozie, cercando anche la sede delle genti vinte da Augusto e inscritte nel monumento della Turbia. Nel secolo scorso trovarono le Alpi galliche un dotto illustratore nel d’Anville 1 2 3 , e le Alpi retiche con minor dottrina nel Quadrio 4 , che trattò della storia antica della Valtellina, toccando anche quella del cantone de’ Grigioni e in genere di tutta quella plaga alpina

Carlo Mar tini 8 , le pubblicazioni archeologiche di Giangiacomo Cresseri 9 , la storia tirolese dell’Hor- mayr 10 11 , le memorie storiche del Roschmann ", di Antonio dal Corno 12 , di Girolamo Ber- tondelli 13 , per tralasciare tutte quelle che, pur essendo dottissime, percorrono il cam po puramente geografico, etnografico ed archeologico, senza attinenza diretta colla storia antica delle Alpi. Ma il merito d’aver rinnovato, direi così, lo studio storico e geografico del mondo antico in generale

, e quindi anche del sistema alpino, spetta a questo secolo, ed in particolar modo alla Germania. Furono il Mannert 14 , TUkert 15 1 La prima edizione è del 1701, la seconda di Lipsia 1731, Voi. 2. 2 La Chorographie ou Description de Provence et V histoire ckronologiqtte du mesme pays (ÀLx, 1664). 3 Notice de V ancienne Gaule tirée des monumenta romains (Paris, 1760). 4 Disseìiax. erit. stor. intorno alla Rexia di quà dalle Alpi, oggi detta Valtellina (Milano, 1755). La copiosa bibliografia consultata

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Seite 55 von 248
Autor: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Ort: Roma
Verlag: Loescher
Umfang: 237, 14 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Signatur: III A-2.230
Intern-ID: 166664
che l’anello di congiunzione fra questa e la Gallia, la Germania e l'Illudo. Essi per ciò fondarono nelle Alpi occidentali le provinole delle Alpi Marittime, quella del regno di Oozio, la provincia delle Alpi Graie ; le due prime a cavaliere delle Alpi, ma in modo da protendere di preferenza verso il declivio occidentale, e l’ultima tutta sul territorio gallico. A settentrione erano le provinole delle Alpi Perniine, della Rezìa e del regno Norico. Ora le due prime essendo finitime in modo, che

, per qualche tempo, la prima fu unita sotto lo stesso procuratore della Rezia, non si capisce perchè a- vrebbe dovuto essere anche una provincia sul declivio meridionale delle stesse Alpi. Del resto nemmeno alcun dato toponomastico ci può autorizzare a porre le Alpi Atrezziane al posto delle Lepontiche o Somme, perchè se nelle Alpi Marittime, si tro vano parecchi monti di nome Adrcts 1 * , ed in quelle regioni era pur noto il cognome Adrcttio' 1 , e a Susa la gente Atrectig 3 4 ; nulla di simile

si riscontra nelle Alpi Repen tine. Per il contrario, in mancanza di attestazioni storiche, lè epigrafi, e l’attuale circosòrizione delle diocesi ci inducono ad una conclusione differente. Infatti le iscri zioni, che sono fra il lago d’ Orta e il lago Maggiore, col rispettivo pagum Agami- num*, ci fanno fede che quel territorio apparteneva all’agro novarese. È verosimile che anche tutta la valle della Toce fosse ascritta al Municipio di Novara, poiché se vi mancano iscrizioni, che ce lo dichiarino

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Seite 56 von 248
Autor: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Ort: Roma
Verlag: Loescher
Umfang: 237, 14 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Signatur: III A-2.230
Intern-ID: 166664
nicipi, così le varie tribù dei Leponzi furono ascritte, secondo la loro posizione, alle città di Novara, Milano e Como. - Il territorio lepontino invece, che era al di là dalle sommità delle Alpi alle ori gini del Reno e- del Rodano, fu necessariamente unito parte alla provincia retica, parte alla Pennina, che in questo tratto erano fra loro confinanti. Dell’attività dei Romani anche in queste regioni ci fanno fede le iscrizioni sacre e profane, le numerose monete romane 1 rinvenute, e sopra

tutto la via che percorreva la valle dell’Ossola, come attesta un’iscrizione trovata a Vogogna 2 . Il Labus 3 , sulla scorta di alcune osservazioni scrittegli a tal proposito da Bartolomeo Borghesi 4 , dice che la via fu fatta nell’ anno 196 d. C., sotto il secondo consolato di Caio Domizio Destro, e quello di P. Fusco. Appunto in quell’ anno l’imperatore Set timio Severo, aperte le ostilità con Clodio Albino, per attestazione di Erodiano 5 , a- veva ordinato di custodire i passi delle Alpi, perchè

il nemico dalla Calila non pas sasse in Italia, ed in tale circostanza sarebbe stata costruita la via che, per la valle dell’Ossolh e di Vedrò, conduce al Sempione, e di lì alla provincia delle Alpi Pennino. Il De Vit 6 invece, persistendo nell’opinione che le Alpi Repentine fossero la provincia delle Alpi Atrezziane in stretto rapporto colla vicina provincia delle Alpi Pennino, e che l'un a e 1’ altra fossero fondate da Augusto, ritiene che anche la via dell’ Ossola fosse stata fatta da quell

popolo romano, ma una via municipale, che metteva in congiunzione la vallata dell’ Ossola col vicino municipio di Novara. CAPITOLO III. I Vennoneti e loro guerre coi Romani. Ad oriente del territorio abitato dai Leponzi, in quel tratto alpino che è li mitato ad occidente dal contrafforte che, staccandosi dallo Spinga, si protende fino alla punta settentrionale del lago di Lugano e di li fra questo lago ed il Lario; a setten trione dalle Alpi Retiche dal passo dello Spinga fino al gruppo dell’ Ortler

; ad oriente dalle Alpi stesse dell’ Ortler, che si elevano nel picco dei Tre Signori, nel Tonale, nell’ Ad am elio, e che scendono colle loro ultime diramazioni fra i laghi d’Idro e d’Iseo, insomma in tutto quello spazio delle Alpi italiche che stanno sopra Como, Bergamo e Brescia, s’insinuano parecchie vallate abitate da popoli di razze diffe renti; ma che nel concetto di qualche scrittore antico erano affigliate alla vasta po polazione dei Reti. 1 Cf. De Vit., 0. e., pag 229, dove dà l’elenco delle

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Seite 239 von 248
Autor: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Ort: Roma
Verlag: Loescher
Umfang: 237, 14 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Signatur: III A-2.230
Intern-ID: 166664
Entro i confini della provincia delle Alpi Marittime sono segnate le tribù ricor dato dall’iscrizione della Turbia, cioè i Nenia,turi, nella valle del Paglione; gli 0- ratelli, presso Uteile (Ornici far), nella valle della Vesnbia; i Trini lati, nell’alta valle del Cians e in quella del Varo, fino al confluente della Tinca (non come per ommis- sione tipografica fu stampato a pag. 134, nella, valle del Cians confluente della Tinca,); gli Eguiluri (non Equi e Turi), presso Entrevaux (Eguislurum

); gli Edenatcs nella valle della Legno; e finalmente i Brodi,orni presso Pigne (Dima), ed i Soyionzi al di là dalla Durancc, fra la montagna de Chambre e quella de Pure. Benché questi ultimi figurino, nell’iscrizione del trofeo, fra i popoli vinti da Augusto, pure sembra che non fossero uniti alla provincia delle Alpi .Marittime, ma, come i Voconzi, de’ quali, come ci dimostra la flessione del nome e la testimonianza degli antichi scrittori, e- rano una tribù, fossero invece uniti alla provincia

Narbonese. Sorte differente toccò ai loro vicini e consanguinei Brodionzi. Da Diocleziano Dinia, fu aggregata alla pro vincia delle Alpi Marittime, mentre si crede che prima anche i Brodionzi facessero parte‘della NiTrbonese, così che, all’epoca augustea, il confine della provincia delle Alpi Marittime sarebbe stato segnato dal gruppo montuoso Téle de Bronisses, ad oc cidente del fiume Verdon. Dalla via, che, costeggiando in parte il litorale, si dirigeva alla provincia delle Alpi Marittime, alla Turbia

. (Forum Tuli) ecc. fino oltre Marsiglia. CARTA IL Provincie delle Alpi Atkez/.iaxe, Cozie, Graie e Pennine, e Regione dei Salassi. Si riferisce al libro quinto. Presenta quindi un interesse speciale, non solo per il numero di provincie e d’altre regioni che essa comprende; ma sopra tutto perchè vi sta praticamente segnato quanto fu da noi scritto intorno ai confini del regno o meglio della provincia Coziana, e della provincia delle Alpi A Rezzi a ne, alla quale abbiamo assegnato una posizione

differente da quanto fu supposto finora, li nodo centrale di essa sarebbe formato dalle Alpi d’ Oissans, ed i suoi confini sono sì net tamente segnati dalla natura, da lasciar appena dubbio fin dove essasi stendesse. Ad oriente essi sono dati dalla somma cresta delle Alpi dal Monviso al M. Tallor; a settentrione dalla catena che si stacca dal M. Tabor e dal Mas des G.ds. Rousses; a mezzodì dai Monti di Parpaillons e da breve tratto della Durance ; ad occidente il confine avrebbe potuto dar luogo

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Seite 164 von 248
Autor: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Ort: Roma
Verlag: Loescher
Umfang: 237, 14 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Signatur: III A-2.230
Intern-ID: 166664
denclovi quindi probabilmente anche le tribù dei Qnariates e dei Savineates, non elio Ebrodunumj che comunemente si erede fosse stata unita alla provincia coziana Se mai vi fu un piccolo ampliamento, questo fu dalla parte di oriente, dove, per arro tondare la provincia, forse Augusto vi aggiunse le valli superiori del Po e della Maira, prima attribuite ai Vagienni. In tal modo la provincia delle Alpi Coz.ia veniva a tro varsi tutta sul declivio orientale delle Alpi. Che. cosa avrà fatto Augusto

di quella regione occidentale che faceva prima parte del regno cornano e di quel territorio eh’ era giù stato occupato da’ Ceut.roni, Oratoceli e Caturigi? Nella parte settentrionale, cioè nella regione ceutronica, istituì la provincia delle Alpi Graie. Il centro di essa fu da principio Forum Ccutronum, che noi conosciamo dalle iscrizioni e da Tolomeo solo col nome di Forum Claudi, o Forum Glcmdium Ceutronum Axima, come fu denominato poi in onore dell’impe ratore Claudio ; ma più tardi questo venne

avvenisse del territorio racchiuso fra essa e la provincia delle Alpi Marittime. Io credo, probabile che qui fosse sorta un’ altra provincia, 1’ esistenza della quale sfuggì agli studiosi della storia di queste regioni. Questa sarebbe la provincia delle Alpi Atrezziane o Atrazziane, della quale, come abbiamo già visto, fanno memoria tre diverse iscrizioni, che ricordano tre suoi procuratori, cioè un Tito Appalto Alpino Secondo, che, fra altre cariche da lui soste nute, ebbe pure quella di procurator

Alpium Atrectianarum; un C. Annio Flaviano ed un T. Cornasidio, che fu procurator Alpium Atractianarum et Poeninaruni iure gladìi. In altra parte di questo lavoro 6 ho già espostole varie opinioni emesse intorno a questa provincia, che il Desjardine, il Mommsen, 1’ Hirschfeld ed altri identificarono con quella delle Alpi Graie, ed il De Vit cercava nella valle delI’Ossola. Ho già confutato a suo luogo l’ultima di queste ipotesi, orami sia lecito notare, contro l’altra asserzione, che sarebbe molto

strano il caso d’una provincia che avrebbe cambiato radicalmente il nome. E quali dovrebbero essere le ragioni di questa mutazione ? 0 si trova nella provincia delle Alpi Graie anche un solo dato toponomastico, che autorizzi a venire a simile conclusione? L’essere stato uno de’ nominati procuratori delle Alpi Atrezziane, procuratore anche delle Alpi Donnine, non è sufficiente ragione per ritenere che le due 1 Vedremo in seguito come si spieghi che Straiìone, IV 1 , 3, ponga questa città nel

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Seite 241 von 248
Autor: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Ort: Roma
Verlag: Loescher
Umfang: 237, 14 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Signatur: III A-2.230
Intern-ID: 166664
vano erano i Meditili, gli Aeilavones ed i Oratoceli. Anche i confini di essa erano trac ciati dalla natura. Le giogaie del Monte Bianco, il M. Joly, ed il C. Very ne formano un inarcato contorno, come a mezzodì gli elevati gruppi del Cenisio, del M. Tabor, il Mas des G.ds. Rousses, la dividono dalla provincia dalle Alpi Atrezziane. Solo l’er rore di aver identificata questa provincia con quella delle Alpi Graie, in grazia della presunta vicinanza, che doveva avere colla provincia delle Alpi

Perniine, indusse molti geografi a protrarre i confini della provincia delle Alpi Graie fino al lago di Ginevra, inchiudendovi il territorio occupato dai Nani,ucdi, che, non già lungo il Ro dano, come alcuni credono, ma ivi abitavano (Cf. Mommsen, Hermes, XVI, p. 445). Tuttavia non v’ha dubbio, che, essendo questa popolazione concordemente dagli antichi scrittori ricordata insieme coi vicini Sedani e Veragri, tutte tre queste popolazioni concorrevano a formare la vicina provincia delle Alpi Perniine

apparteneva fors’ anco Vivi- scus (Vevéy), sebbene non sia precisamente da ritenere che tutto questo territorio fosse poi politicamente inchiuso nella Provincia delle Alpi Perniine; ed infatti alcuni geografi ne ascrivono parte al tenere degli Elvezi. Ma essendo tutto quanto riguarda le più minute condizioni e divisioni antiche di queste regioni ancora così poco ac certato, da render difficile una dicussione qualsiasi, così, nelle divisioni de’ confini, ho creduto più ragionevole seguire quelli che sono

offerti dalla stessa natura. L’importanza delle regioni segnate in questa carta è accresciuta dalle grandi vie che le attraversavano; due principalissime. Una, per la regione di Cozio e per il Monginevra, penetrava nella provincia dçlle Alpi Atrezziane, dove, giunta a Briga,nt/iuin (Briançon), si biforcava : un ramo andava lungo il Guisame e la Romanche, per Si,ab alio (Monestier), Durotincum (Vil- lar. d’Arène), Mellosedum (Misoens), e Catorissium (Le Bourg d’Oissans), Ad Fines (S. Pierre de Mézage

, staccandosi da Segnsio, passasse il Cenisio, e, lungo 1’ Are, percorresse il lembo meridionale della provincia delle Alpi Graie, passando per Me- dullum (Modano), Arra (8. Michel) ecc. e andasse puro a congiungersi colla via che costeggiava il Rodano. L’ altra via principale era quella che da Fporedia (Ivrea), per la regione dei Salassi (Val d’Aosta), conduceva, passando per Augusta Praetoria, al Piccolo 8. Ber nardo (Alpis Graia), e di lì, lungo l’Isère, passando per Bergintrum (Bourg S. Maurice), Axinia

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