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Realtà sudtirolese
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Seite 4 von 12
Datum: 10.09.1960
Umfang: 12
Bilinguità sulla carta SABATO, 10 SETTEMBRE 1 9 6 0 - No. 1 GH Schützen e il «latto di Laces» ovvero della libertà di stampa A proposito anche di una «lettera aperta» del giornale «Alto Adige» Col “fatto di Laces,, sono state create le premesse per gridare allo scandalo, per invocare provvedimenti, per incol pare non solo la SVP ma persino la Giun ta Provinciale di Bolzano nella persona del suo Presidente di calpestare la liber tà di stampa, minacciando l’incolumità personale di chi, quale giornalista

, è te nuto ad esplicare la sua attività profes sionale. Il “fatto di Laces,, è stato abbondante mente e con dovizia di particolari svilup pato. Basta ricordare i servizi in prima pagina in argomento, gli articoli di fon do, sempre sull’“Alto Adige,, , l’interpel lanza in Consiglio provinciale ecc. Come non può sorgere l’impressione della mon tatura, della soddisfazione perché final mente è stato creato il precedente, onde poter generalizzare su un fatto riprove vole sì ma d’altra parte unico nel Sud

’“Alto Adige,, da lungo tempo. Siamo per la libertà di stampa. Nello stesso tempo però protestiamo contro il tentativo chiaramente dimostrabile -—- nel caso di Laces — di montare un sin golo riprovevole, ma finora unico caso di intolleranza come se fosse un sistema perseguito da parte sudtirolese. Come si è svolto il fatto di Laces: Riunione mandamentale degli Schützen della Val Venosta a Laces il 17 luglio c. a. Con funzione religiosa all’aperto, con il benvenuto del Sindaco, con il di scorso

ufficiale del comandante degli Schützen, che riveste anche la carica di presidente della Giunta Provinciale ed — e perché no? — con sfilata e corteo e alla fine con una tradizionale festa cam pestre. Durante il discorso ufficiale, nel quale il comandante tra l’altro aveva protesta to — per noi infelicemente — contro la campagna denigratoria dell’“Alto Adige,, specie nella sua rubrica in lingua tede sca, è avvenuto il “fattaccio,,. Secondo la prosa dell’“Alto Adige,, le cose si sarebbero svolte così

: “Due Schützen, sotto 1 influsso dell in citamento proveniente dall’oratore uffi ciale della manifestazione- si sono getta ti addosso al corrispondente del nostro giornale che stava prendendo appunti sul discorso e dopo avergli dato un vio lento spintone, gli sottraevano il taccui no, allontanandosi sotto lo sguardo diver tito e compiaciuto degli astanti,,. (“Alto Adige,, del 22-7-1960). Trovandosi il corrispondente a qual che metro di distanza dal palco, ci sen tiamo autorizzati di formulare una

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Volksbote
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Seite 1 von 12
Datum: 16.06.1955
Umfang: 12
italienische Zeitungen in Hetzartikeln gegen die Südtiroler Volkspartei, gegen die einheimische Presse und gegen unsere Ver treter in Rom und in der Region. Wir bringen nachstehend auszugsweise einige Kostproben von der Hetzkampagne. Sehr interessant ist die Tatsache, daß der «Alto Adige» in dieser Kampagne sogar sich der deutschen Sprache bedient, um Verwir rung zu stiften. Die genannte Zeitung ver öffentlichte nämlich in der Nummer vom ver gangenen Sonntag einen Artikel.mit dem Titel «Oesterreich

und die SVP.» nicht nur in ita lienischer, sondern auch in deutscher Sprache. In der allerjüngsten' Zeit glaubte man die Haltung der „Südtiroler Volkspartei“ am wirksamsten durch die Behauptung in Verruf zu bringen, daß die österreichische Regierung, also der Garant des Pariser Vertrages, die Haltung der SVP. mißbillige, ja „rüge“. Als Beleg hiefür müssen wirkliche oder angeb liche Aussprüche österreichischer Regierungs vertreter dienen. ...... Den Berichten der Zeitungen «L’Adige» und «Alto Adige

Italiens gehört und sie sich daher an die italienische Regierung wenden müssen.“ Die Zeitung «Alto Adige» fährt in ihrem Artikel vom Sonntag weiter, wie folgt: Bundeskanzler Raab hat seinerzeit, auf das Ansuchen des italienischen Journalisten Bruno Tedeschi (siehe „Giornale d’Italia“ vom 9. Juni) ebenfalls eine Erklärung über das Tiroler Etschland abzugeben, lächelnd erklärt: „Ich weiß nichts davon, lieber Freund; wissen Sie, wir sind über diese Angele genheit kaum Informiert. Glauben

Sie denn, daß Ich bei den vielen Scherereien, die ich dieser Tage mit der Wiederher stellung unserer Innen- und Außenpolitik habe, mir auch diese Geschichte Südtirols aufbürde und mir die ausgezeichneten Beziehungen verderbe, die ich mit Italien beibehalten will? Ich wiederhole Ihnen daher, daß ich nichts davon weiß.“ „Wenn man die Umstände bedenkt“, fährt der „Alto Adige“ fort, „unter denen diese Erklärungen abgegeben wurden,... kann man nicht umhin, ihre, in mancher Hinsicht grundlegende und sogar endgültige Bedeu tung

zu unterstreichen.“ Der „Alto Adige“ will dann Wert darauf legen, festzustellen, daß „die SVP. für Ihre antiitalienische, der juristischen und politischen Wirklichkeit widersprechende Zersetzungstätigkeit keiner lei Ermutigung aus Wien erlangt.“ Noch einmal auf die angeblichen Worte Figls zurückkommend, behauptet der „Alto Adige“: „Dies beweist wiederum in offensicht licher Weise, daß das Gezeter der SVP., welches übrigens nicht auf ernsten Argumen ten beruht und die unterbliebene Anwendung der Abmachungen

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Realtà sudtirolese
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Seite 5 von 12
Datum: 10.09.1960
Umfang: 12
Julian de Kassel: iiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimmiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiliiiiiiiiiiiiiiiiii L'Alto Adige minaccia per l'Europa libera? «Il Giornale d’Italia» e il suo alleato - Pressioni sulla NATO L’Agenzia “Italia,, ha pubblicato il 2 agosto 1960 nel suo servizio edito in lin gua tedesca la seguente informazione: “Sotto il titolo “L’Austria, gli interessi etnici e un misterioso memorandum allo ONU,, , “Il Giornale d’Italia,, scrive che

l’Austria continua, servendosi di una gamma di metodi, che non occorre elen care, a tener in agitazione la questione dell’Alto Adige. Il Governo di Vienna rischia senz’altro di compromettere gli amichevoli rapporti con il Governo di Roma e di compromettere la pace — se di pace può ancora parlarsi. Sorge perciò la preoccupazione che l’Austria vuole, d’intesa con la Russia, tenere aperta la “questione,,. Fatto è che così agendo l’Austria fa, più o meno scientemente, gli interessi della Russia, perché

, quanto si pubblica nella rubrica in lin gua tedesca dell’“Alto Adige,,. b) Il comm. Cavazzani cita un alto en comio per la rubrica tedesca pervenuto gli da parte di una “personalità politica di grande prestigio ed esperienza della SVP„ che ebbe a dirgli testualmente: “Leggo con grande interesse dalla pri ma all’ultima parola quanto si scrive nel la rubrica. Continuate e cercate di arri vare presto alla pagina giornaliera,,. Ci sentiamo in venia di dare buoni consigli: perché non accapparrarsi

“la personalità politica di grande prestigio ed esperienza della SVP„ quale collabo ratore (naturalmente collaboratore ano nimo, perché il pericolo di rappresaglie nel Sudtirolo è grande!!) e le si diano da svolgere argomenti che potrebbero inte ressare gli affezionati lettori sudtirolesi della rubrica tedesca dell’“Alto Adige,, come per esempio: Come la SVP intendeva nel 1948 a conclusione delle cosiddette “consultazio ni,, l’attuazione degli articoli 13, 14, 70, 73 dello statuto d’autonomia, dell’auto nomia

scolastica, dell’edilizia popolare, un giornalista inglese, Julian de Kassel, che si è interessato dell’argomento con cludendo il studio con una pubblicazio ne uscita di recente. Questo studio ha avuto attento esame da parte degli am bienti della NATO. E’ ad ogni modo sin tomatico, continua il giornale, che la ri schiosa decisione austriaca di accedere all’ONU per ottenere dagli Stati membri di questo la risoluzione della questione dell’Alto Adige, è stata presa dal Gover no austriaco pochi giorni dopo

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Realtà sudtirolese
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Seite 3 von 12
Datum: 10.09.1960
Umfang: 12
«Il Gazzettino» (Venezia) L'Alto Adige all'ONU riunì min il iiiiiiiiiiiiiiiiiii illuni un mini iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin in i ululili un- | Il Sudtirolo I nel giudizio della stampa I Nella sua edizione del 22 luglio c. a. "Il Gazzettino,, ha pubblicato Varticolo di fondo “L’Alto Adige alVONU,, di Gui do Piamonte. Lo riportiamo interamente, perché è un purtroppo raro sforzo di rea listica analisi della situazione sudtirolese, anche se non possiamo convenire con lo autore in diversi punti

: “Bolzano, 21 luglio Le vicende della politica nazionale hanno relegato in secondo piano — di nanzi all’opinione pubblica — la questio ne dell’Alto Adige, giunta nel frattem po ad una svolta decisiva e non scevra di interrogativi: martedì 28 giugno, infatti, l’Austria presentava regolare istanza per l’iscrizione delia controversia all’ordine del giorno della prossima sessione autun nale delle Nazioni Unite, ed allegava un sull’interpretazione e sull’applicazione dei trattati concerne soltanto gli

Trentino-Alto Adige in cui l’autonomia della provincia di Bolzano era chiara mente abbinata a quella della provincia di Trento. Per alcuni anni le cose andarono avan ti senza malanni; richieste e lamentele del gruppo etnico tedesco, avanzate sul le colonne del “Dolomiten,, o nei conses si regionale o comunali, concernevano la troppo lenta attuazione di taluni artico li dello statuto regionale: quelli, ad esem pio, sulla bilinguità nei pubblici uffici o sul potenziamento delle scuole tedesche, già

so internazionale. Conviene riconoscere che, di fronte all’abile tattica della poli tica austriaca, alla sua sistematica pro gressività, l’Italia non ha opposto una li nea di condotta troppo felice: i nostri governanti hanno dapprima addirittura negato che esistesse un problema dell’Al to Adige, poi hanno proclamato che si trattava in ogni caso di una questione interna, di competenza del Viminale e non di Palazzo Chigi. Tale atteggiamento appariva condivi so e calorosamente approvato, in sede locale, da alcuni

partiti italiani, che non ne avvertivano gli aspetti negativi e pre testuosi e lo salutavano, anzi, come una lusinghiera prova di forza: non solo i neo-fascisti, per i quali l’Alto Adige costi tuisce una feconda riserva di voti, non solo i monarchici, supinamente al rimor chio dei nostalgici di Salò, ma anche esponenti e larghi settori del partito di maggioranza preoccupati più della con correnza elettorale dei missini che degli effettivi termini della questione; per cui si videro democristiani

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Dolomiten
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Seite 3 von 24
Datum: 18.05.1957
Umfang: 24
Sie exislerl! Im Blatt der DC „1/Adige“, stand am 16. Mai wieder die alte, immer wieder auf gewärmte Geschichte: ..Die Zuwanderung nach Südtirol hat aufgehört“; wenn es so weitergeht, ist bald überhaupt kein Italiener mehr im Lande; der Hahn bei Salurn ist zu! Im „L’Adige" steht es, also muß es wohl wahr sein! Wie oft haben wir versucht, die Sach lage klarzulegen, auch dem „L’Adige" gegen über. Aber es nützt alles nichts. Man will eben eine offene Tatsache mit Zahlenakro batik wegleugnen

tistico“ des Statistischen Zentralinstitutes in Korn sind interessante, lehrreiche und daher auch lesenswerte Bücher. Da steht ganz vorne, also auch für weni ger interessierte Leser erreichbar, daß S U d - tirol von allen Regionen, die, grob gespro chen, nördlich von Rom liegen, die mei sten Kinder hatte in den letzten Jahren. Prof. Toschi hat in der „Economia Indu striale della Regione Trentino-Alto Adige Parte I." nachgewiesen, daß der größte Teil der Ein wund ere r nach Südtirol von Norditulion

zu Hilfe genommen und nachgc- rechnct. Die Rechnung sieht nun so aus; der Zuwachs an italienischen Stim men seit 1948 betragt rund 3 2%, die der deutschen Stimmen 16 % und das trotz des bedeutend höheren Geburten überschusses der Südtiroler. Lieber Herr Kollege vom „L’Adige“, bitte überlegen Sie sich das einmal alles! Geteilte Freude — doppelte Freude Das italienische Tagblatt „Alto Adige" hat es für notwendig gefunden, in zwei Artikeln ziemlich ähnlichen Inhaltes noch einmal auf gewisse

..." Der „Alto Adige“ freut sich also herzlich über die Freilassung Dr. Volggers. Wir freuen uns natürlich auch. Und am meisten freuen wir uns selbstverständlich über die Mitfreude der Kollegen des „Alto Adige“. Geteilte Freude ist eben doppelte Freude. Somit wäre alles in schönster Ordnung... Doch im gleichen Atemzug mit seinem Ju bel über die Freilassung äußert das italie nische Tagblatt auch ernstes Mißfallen. Ueber den Geschmack läfjf sich nicht streiten Die Zeitung ist verärgert darüber

, zu beeinflussen.“ Wir möchten von den Kollegen des „Alto Adige“ allzu gerne wissen, mit welcher Äuße rung unseres Artikels wir nur irgendwie in ein laufendes Gerichtsverfahren eingegriffen oder welche Tatsache wir im geringsten ent stellt haben. Wir können uns auch nicht vor- stellcn, daß wir mit dem Artikel ein schwe bendes Gerichtsverfahren beeinflussen. Die in so schulmeisterlichem Tone vorgetragene Mahnung zur „gebotenen Zurückhaltung" dürfen wir wohl postwendend an den „Alto Adige“ zuriiekadressieren

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Volksbote
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Seite 1 von 12
Datum: 05.03.1953
Umfang: 12
IM Lire. — Abonnementselnzablnnf und Anzeigenannahme bei allen Alheila-Guehlltealellen- — S-t.a.p, Nummer 9 Bozen, den 5. Mfirz 1953 33. Jahrgang Dinge, die nur Die „Dolomiten“ bringen in ihrer Ausgabe vom 4. März unter dem Titel „Merkwürdige Methoden“ einen Artikel aus Kreisen der Südtiroler Volkspartei, den wir nachstehend wiedergeben: In diesen Tagen gibt sich die Presse der italienischen Sprache unseres Gebietes — „Adige“ wie „Alto Adige" — Mühe, der Süd tiroler Bevölkerung einen offensichtlich

. Nach den Meldungen der italienischen Zei tungen hat Dr. Dander, der sich bisher von der Südtiroler Volkspartei femgehalten hatte, an einem der letzten Tage um die Aufnahme in dieselbe angesucht, „indem er“ — nach dem „Adige“ vom 1. März — „gleichzeitig erklärte, er würde eine Kandidatur für die nächsten politischen Wahlen für die Zone des mittleren und oberen Eisacktales (Bezirke Brixen und Sterzing) annehmen!“ Wie , naiv man sich das vorstellt — bei anderen natürlich! Denn wenn es um eine der italienischen

Otto von Guggenberg von der politischen Bühne, zu rechnen." Noch weiter aus dem Sack läßt die Katze der „Alto Adige“, wenn er in seiner Ausgabe vom 3. März in einem Artikel mit der fast triumphierenden Ueberschrift „Advokat Dan der stellt seine Kandidatur nicht in Ab rede“ (L’avv. Dander non smentisce la sua candldatura per le „politiche") in dieser Kan didatur einen Richtungswechsel der SVP. erblicken will, indem er schreibt: «Die Südtiroler Einheitspartei von Brixen ist anscheinend daran

, ihre Kader zu revidieren und die Richtung zu ändern. Sie wird sich nun, so sagt man, ein für alle Mal auf das richtige Geleise loyaler und offenherziger Mitarbeit be geben.» «In dieser Hoffnung», so heißt es im «Alto Adige» weiter, «wissen wir, daß die Bürger italienischer Zunge von einer eventuellen positi ven Entscheidung des Advoka ten Natale Dander hochbefrie digt wären. Vielleicht, so sagen sie, würde dann auch die Volkspartei mit der Einschaltung von Männern, die entschieden für eine Zusammenarbeit

sind, eine neue u n d p o si tl v e A e r a beginnen...» usw. Wehn «die Bürger italienischer Zunge», die der «Alto Adige»! im Auge hat, unter «offen herziger Zusammenarbeit», deren sie von Seite Dr. Danders sicher zu sein scheinen, etwas anderes verstehen als jene Zusammenarbeit und Loyalität, die die bisherigen Südtiroler Abgeordneten ln den fünf Jahren parlamen tarischer Tätigkeit ln einem Maße bekundet haben, das auch auf Italienischer, nicht voll kommen nationalistisch verbohrter Seite ajs vollauf

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Dolomiten
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Seite 3 von 20
Datum: 05.07.1952
Umfang: 20
Samstag, den 5. Juli 1952 «Dolomiten» ielle > Die völkische Zusammensetzung der Gemeindeausschüsse Feststellungen des Abg. Dr. Volgger Die Wochenzeitung «Voce della Montagna» veröffentlichte in ihrer letzten Ausgabe einen Artikel des Abg. Dr. Volgger, in dem er zu verschiedenen in letzter Zeit im «Alto Adige» erschienenen Artikeln über den Ausgang der Gemeindewahlen, im besonderen aber über die Wahlen der Gemeindeausschüsse in Süd tirol Stellung nimmt. Der mit dem Dach titel «Am Rande eines Haß

- und Fälschungs feldzuges» und dem Haupttitel «Der Geist des Gesetzes und das Gesetz des .Alto Adige’» überschriebene Artikel weist zunächst auf die Leichtfertigkeit des italienischen Tagblattes hin, mit welcher es Vergleichszahlen über die letzten Wahlen und im besonderen über die Aufteilung der Gemeindeausschußposten an führt. Um dieses Zahlenmaterial und die dar auf aufgebauten Behauptungen glaubhafter zu machen, beruft sich der «Alto Adige» — wie Dr. Volgger ausfühvt — auf den Buch staben und den' Geist

des Gesetzes, mit wel chem die Gemeindewahlen und die Wahlen der Bürgermeister und der Gemeindeaus schüsse geregelt werden. Nicht bezahlter Großmut? Nachdem Dr. Volgger darauf hingewiesen hat, daß es für uns keinesfalls eine Ueber- raschung bedeutet, wenn der «Alto Adige» zu guter letzt zum Schluß kommt, daß die Süd tiroler Volksparte? selbstverständlich eine Zu sammenarbeit mit der italienischen Volks gruppe nicht will, und nachdem er, unter Be zugnahme auf die Behauptung des italieni schen Tagblattes

, die Italiener seien der deut schen Volksgruppe bei der Aufteilung der Gemeindeassessorate in Bozen weitgehend entgegengekommen, weshalb auch die deut sche Volksgruppe der italienischen in anderen Gemeinden entgegenkommen hätte müssen, fährt Dr. Volgger wörtlich fort: «Das Beispiel wäre also Bozen. Der ,Alto Adige’ schreibt: ,In Bozen, wo die Italiener in der Mehrheit sind, sagte man, als der Volks partei ganze drei Sitze im Gemeindeausschuß eingeräumt wurden, diese Großherzigkeit sei tens der Italiener

hat diesen Artikel des staatlichen Rahmengesetzes wortwörtlich in sein eigenes Gesetz über die Gemeinde wahlen in SUdtirol vom 7. April 1952 über nommen. Nach dieser Feststellung fährt Dr. Volgger weiter: «Es sei daher ein für allemal klar, auch wenn der «Alto Adige» diese Tatsache seinen Lesern gegenüber böswilligerweise verschweigt — und es kann kein Zweifel sein, daß diese Tatsache der Aufmerksamkeit der vorzüglichen Juristen des Tagblattes an der Drususbrücke nicht aufgefallen sei — daß der erste Absatz

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Der Standpunkt
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Seite 11 von 12
Datum: 19.12.1952
Umfang: 12
zu eigen machten. Die Haltung ist um so überaschender, als Oesterreich, das unmittelbarer interessiert ist, eine strikte Neutralität bewahrt hat..* Hierauf folgt die Schilderung des deutsch- italienischen Pressestreites ln ruhiger, sachlicher Form. Nun müssen wir ein kleines Hühnchen mit dem Bozner Alto Adige rupfen v Diese Zeitung, die oft das braune Gras wachsen hört und sich in den geheimsten Plänen der «Remer,.Ra»Mke und Genossen» trefflich auskennt, brachte unter dem Ti tel « Fordert Deutschland

auch Südtirol? » einen Leitartikel, der dem Salze des Mes- sa-ggero eine gehörige Portion Pfeffer hin zufügte. Wir hatten, als wir diesen Artikel lasen, den inkriminlerten Bericht - der Frankfurter Allgemeinen Zeitung noch nicht zu Gesicht bekommen und waren einigermassen verblüfft, als wir einer nicht gerade freundlichen Umschreibung des Alto Adige entnehmen mussten, der Artikel mit Jenem entschieden verunglück ten Satz am Ende stamme von dem rö mischen Berichterstatter der Frankfurter Zeitung

, der zugleich Mitarbeiter unserer Zeitung ist: einem der besonnensten, ver antwortungsbewusstesten Journalisten, die wir überhaupt kennen, und uns in jahre langer Freundschaft verbunden. Deutsche Richtigstellung Wir sprachen ihn brieflich auf diesen Ar tikel im Alto Adige an. Die Antwort Hess einige Tage auf sich warten, da unser Freund sich für einige Zeit nach Paestum zurückgezogen hatte und in', Ruhe ein lan ges Gespräch mit dem Minister Pacciardi ausarbeitete. Er schrieb: «Was übrigens je nen Artikel

über Südtirol betrifft, der soviel Staub auf gewirbelt hat, so stammte er nicht von mir, sondern von der Wiener Mitarbei terin des Blattes. Ich mindere mich, dass dies der Alto Adige nicht bemerkt hat, da der Bericht mit. vollem Namen .gezeichnet war. Fast habe ich den Eindruck, dass so wohl der Messaggero wie auch der Alto Adlige das Original des Artikels überhaupt nicht zu Gesicht bekommen, sich vielmehr- nur auf das gestützt haben, .was ihnen.durch ein Pressebulletin bekannt, geworden ist. Ich persönlich

bedaure die ganze Geschichte sehr. Sie Ist sowohl für. Deutschland wie für ' Italien controproäucente ..» Wir teilten, diese-Richtigstellung dem Alto Adige mit, aber inzwischen war der Zeitung auch von anderer Seite eine Erwiderung zu gegangen: «Unser Artikel ’Fordert Deutsch land auch Südtirol?’ hat ein weites Echo gehabt, auch in der angelsächsischen Welt und aus naheliegenden Gründen besonders nördich des Brenners. Eine hohe Persönlich keit ln Bonn hat es für nützlich erachtet, hierzu die Gedanken

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Realtà sudtirolese
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Seite 6 von 12
Datum: 10.09.1960
Umfang: 12
, seppure modesta. Concludiamo citando uno dei numerosi echi dell’“Alto Adige,, in sede nazionale. REALTÀ SUDTIROLESE SABATO, 10 SETTEMBRE 1960 - No. 1 Scrive tra l’altro l’agenzia romana ICS: “Un recente episodio ha riproposto all’attenzione degli italiani dell’Alto Adi ge, la questione sempre viva dell’orga nizzazione degli Schützen e della necessi tà del loro scioglimento. Domenica scorsa si è tenuta a Laces, presso Merano, una delle tante adunate con la partecipazio ne degli esponenti della SVP

,, . . . Il resto lo sappiamo e per chi non lo sapesse, indichiamo di buon gradimento la fonte: “Alto Adige,, del 27 luglio c.a. Finalmente ci siamo! E non ci siamo ancora: L’“Alto Adige,, rincara la dose, perché il “fatto di Laces,, è una occasione, finalmente l’occasione che ci voleva, e perché non battere e ri battere il ferro? Nella rubrica tedesca dell’“Alto Adige,, del 19 agosto si ritor na in argomento, citiamo: “Quale sarebbe stato il suo comporta mento, se egli avesse incontrato il cor rispondente

a notte alta in luogo solita rio? Sappiamo di un fatto piuttosto re cente, il quale ci autorizza a nutrire le più serie preoccupazioni,, . . . A noi la domanda: a quale fattaccio allude di grazia l’articolista dell’“AIto Adige,,? E dulcis in fundo: Riferendosi al “gra vissimo episodio di Laces,, questo episo dio era per il comm. Cavazzani un “atto tipicamente nazista,,. Quod erat demon strandum! trentini: trentini Di conseguenza da tanti anni, negli ani mi di noi autonomisti trentini

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Volksbote
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Seite 3 von 12
Datum: 21.02.1957
Umfang: 12
Unverschämter Angriff auf den Südtiroler Klerus Am Donnerstag, 14. Februar 1957, ver öffentlichte der „Alto Adige“ unter der Chronik von Bozen - einen Artikel mit dem Titel: „Der Heilige Stuhl prüft das Problem der Propsteipfarre“, den er von der illu strierten Wochenzeitung „L'Europeo“ über nimmt und der von Benny Lai gezeichnet ist. Der „Alto Adige“ glaubt in Benny Lai einen Journalisten vorstellen zu können, der „über das Leben hinter den Leoninischen Mauern“, des Vatikans also, gar

manches zu erzählen weiß, überläßt aber dem Autor die Verantwortung für den Inhalt seines Arti kels. Wie wenig aber Benny Lai „mit dem Leben hinter den Leoninischen Mauern“'ver traut ist, und wie grotesk seine Unkenntnis über die wirkliche religiöse Lage in der Propsteipfarre Bozen und in Südtirol über haupt ist, ersieht man recht bald aus seinen Ausführungen. Ja, man zweifelt nach gerade daran, daß dies alles nur Dummheit sei, man ist < eher geneigt, dahinter richtige Bosheit anzunehmen, zumal im „Alto Adige

zu gebrauchen, Raben die Kanoniker trocken nein gesagt (hanno risposto seccamente, hanno risposto no). Msgr. v. Ferrari konnte nicht anders als sich an die Zentralbehörde in Rom wenden, an die eigenen kirchlichen Behörden, denen die Aufsicht über den Klerus obliegt.“ Dies alles weiß uns Benny Lai von der Propsteipfarre Bozen zu erzählen. Ein Hohn auf die Wirklichkeit Benny Lai — oder die Herren Kollegen vom „Alto Adige“ — brauchten nur der Propsteipfarre einen kurzen Besuch abzu statten

eine in deutscher Sprache stattfindet; über dies wird bei jeder Sonntagabehd-Messe eine kurze Ansprache in italienischer und darauf in deutscher Sprache gehalten. Be steht nun die Behauptung wirklich zurecht, daß die Gebete nur in deutscher Sprache verrichtet werden, daß die religiöse Erzie hung nur in deutscher Sprache erteilt und die Christenlehre nur in deutscher Sprache gehalten wird? Mit nichten. Wenn nun Herr Benny Lai — vielleicht zu sammen mit den Herren Kollegen vom „Alto Adige“ — nun gar in die Kirche

des Erzbfsdiofes von Trient „Ich lege Wert darauf zu erklären, daß von all dem, was die Zeitung „Alto Adige" vom 14. Februar in ihrer Bozner Ausgabe aus der Wochenschrift „Europeo“ veröffentlicht hat, nicht ein einziges Wort wahr ist." Erklärung des Propsteiamtes Bozen 1. Der Klerus der Propsteipfarre behandelt beide ethnischen Gruppen gleich, wie aus dem Nachfolgenden zu ersehen ist. 2. Im Kapitel sind zwei Canonici und zwei Kapläne italienischer Muttersprache, darunter der Kapiteldekan

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Dolomiten
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Seite 8 von 12
Datum: 20.02.1957
Umfang: 12
Seite 6 MMtw „D o I o m 11 e n Miti .vorh. den 20. Februar 1057 — Nr. 45 Des «Alio Adige» slowenische Krokodilsiränen Ebenso unermüdlich wie vergeblich sucht Das Stautsgrundgosetz von 18157 gewährleistete Maria Joseia von Hofer, die Urenkelin Andreas Hofers teilt in Wien Dem K. K. Montan beamten Karl Ed.en von Hofer (1824 bis 18157), einem Enkel Andreas Hofers, wurde von seiner Gattin Margarete Kroger-Hi.-pburn (18.51 bis 1!592) am 17. O.ho her 18(5.5 in S iL'un g, wo Hofer diente, ein Mädchen

zu gestalten." Doch i ,t der Weg von der Idee- zur Ausarbeitung albst recht lang und be (hwedich. Schon bis .ch ein fester Plan gebildet hat, 1er die vic- ien Eindrücke und Klänge ordnet und pro grammatisch zusamrnenfügt, vergeh* viel Zeit. Und dann c-r.sl die fnstrumentierung ... der „Alto .Adige“ von der Nichterfüllung der Sudtirol zustehenden Beeilte abzulenken invìi Beispiele zu linden, mit denen er Österreich und den Küdtirolern eines nuswischen könnte. Dabei schlägt er die tollsten Kapriolen

den nationalen Minderheiten, gegenüber. Von der Herrlichkeit der Minder- hcitcnbehnndlung in Jugoslawien wissen die Italiener ja ein Lied zu singen, darum ist der „Alto Adige“ auch der „Borba“ so zugetan. Ein Glctehklang erfüllt die beiden, die „Borba“, wenn sie hochgemut an die italienische, den „Allo Adige“ wenn er brüderlich an die slo wenische Minderheit denkt. Aus der Fililo seines Wissens vom Hören sagen selzt der „Allo Adige“ vor: „Die Lage der slowenischen Minderheit in Kärnten

ist, s o v i el m a n h ö r t, verzweifelt. Seit 1870 hat sie kou. entsprechendes Schulwesen und keinen wirksamen Schutz ihrer Sprache und Kultur. Das geschah auf altem slawischem Boden, denn es handelt sich hier um ein uraltes Volkstum, um die lelzten Überreste Jener Sla wen, die am Ende des sechsten Jahrhunderts nach Christus sich in den Ostalpcn nieder gelassen hatten. Man muß auch hinzufügen, daß damals Österreich zu 80 Prozent von Slawen bevölkert war, die dann im Laufe der Zeit beseitigt oder assimiliert wurden.“ — „Alto Adige

“ greift in die Geschichte zurück, in jene Zeit, da die Baimvaren sieh in Süd tirol niedergelassen hatten, da diese und die einen erheblichen Teil von Italien besitzen den Langobarden den Slawen ontgegentraten und verhinderten, daß diese in die Apon- ninenhalbinsel einwanderlcn. Der geschichts- kundige „Alto Adige“ dürfte dies vielleicht mieli wissen und daß Südtirol uralter deut scher Kulturboden Ist, der unversehrt aus dem sechsten Jahrhundert bis heute erhalten ist. den aber die Bestrebungen, denen

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Volksbote
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Seite 1 von 12
Datum: 04.09.1958
Umfang: 12
, für die sie gekämpft Hatten, nicht gehißt werden durfte. Traurig genug, wenn sich jemand sagen muß, Gesundheit, Blut und Leben gaben unsere Männer für et was, das sie zwar zutiefst im Herzen tragen, aber niemandem zeigen können.“ * Diese Bildunterschrift hat der italienisch sprachigen Tageszeitung „Alto Adige“ nicht gepaßt. In einem deutschsprachigen Artikel vom vergangenen Freitag fängt ein offenbar von der Zeitung gekaufter Redakteur an zu meckern und schreibt, er möchte wissen, wel che Fahnen wir da meinten

seien, doch stets die Tiroler Fahne und die Liebe zu ihr im Herzen getragen hätten... Niemand hindert sie daran, sie auch heute noch im Her zen zu tragen, doch berechtigt das nicht, diese Fahne, die keine Fahne einer Nation ist, die an den letzten beiden Kriegen teilgenommen hat, zur Hissung vorzusc’hlagen..Soweit die 'Bemerkungen des Artiklers vom „Alto Adige“; Was ist nun, dazu zu sagen? 1. Ganz richtig geraten: Wir haben die rot- weiße Fahne Tirols gemeint Dieselbe tragen wir Südtiroler zutiefst

im Herzen und werden ihr treu bleiben als würdige Nachkommen unserer Vorfahren bis zum Grabe. Wir freuen uns darüber, daß gerade die Zeitung „Alto Adige“ ausdriicklich, betont, und Verständnis dafür findet, daß wir diese Treue stets bewah ren können. Zunächst einmal von praktischen Beispielen reden und die Ausführungen .des Herrn Artik lers etwas ergänzen, um zu zeigen, wie tief uns das Symbol unserer Heimat im Herzen liegt. Besuchen wir im Geiste ein paar Stand schützen am Col dl Lana, in den Sextaer

, eines Neufaschisten' und eines Schreibers im „Alto Adige“: Nehmen wir an, ein Amerikaner würde fragen, aber schon a bißl a größerer, meinet wegen vom Generalsrang, denn einen anderen nähme man ja sogleich nicht ernst für solche ungeheuerliche Neugierde. Die einzig richtige Antwort: Ja, ja, das ist so. Wissen Sie, diese Leute da in diesem Ge biet sind ein traditionsgebundenes Volk und hängen mit Leib und Seele am Alther gebrachten, an Sprache, Sitten und Volks tum und der Inbegriff

die Südtiroler Volkspartei die. einfachsten Bauern und Arbeiter auf, und dann werden die niedrigsten Instinkte wach! Und was sind das für Instinkte? Antwort: Da sind wir wieder bei der rot weißen Fahne angelangt... * Jetzt wissen wir schon, was der Herr Ar tikler vom „Alto Adige“ Sagen wird. Er wird erklären, wir hätten in den Wind gesprochen, denn er hätte ja die Antwort vorweggenom men, indem er in-seinem Artikel geschrieben hat, die Tiroler Fahne sei keine nationale Fahne und deshalb verboten

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Dolomiten
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Seite 4 von 24
Datum: 31.05.1958
Umfang: 24
, nach und war damit zum Abgeordneten gewählt. Bei einem Haar hätten auch noch die Kom munisten unseres Wahlkreises einen Sitz auf der Reichsliste erhalten. Ihr Rest von 24.091 Stimmen wurde ganz knapp von dem im Wahlkreis Vicenza übertroiTen. so daß der dor tige nicht gewühlte Kandidat den letzten auf der Rcichsliste der KPI. zu vergebenden Sitz erhielt. Nachlese za den Wahlen Zwischen den beiden hiesigen Italienischen Tagblättern „Alto Adige“ und „L’Adige“ be stand seit eh und je kein gutes Einverneh men. Der in Trient

erscheinende „L’Adige" ist das offizielle Organ der Trentine;- Demo crazia Cristiana, der Bozner „Alto Adige“ vertritt hingegen die liberal-nationalistische Richtung der nach Südtirol zugewanderfen Italiener. Die Blätter belauerten sich dauernd und schielten mit Argusaugen nach einem Anlaß, um sich gegenseitig eins ans Zeug zu flicken. In den letzten Monaten hat sich das Ver hältnis zusehends verschärft. Während der Wahlzeit, in welcher die Gemüter sich über haupt leichter erhitzen, konnte man schon

von einem täglichen Kalten Krieg sprechen. Nach dem Ausgang der Wahl entbrannte der Kalte Krieg zu einem richtigen heißen Waffengang. Der Bozner „Alto Adige“ hatte sich zu-, sammen mit der jetzigen Mehrheit des Pro- vlnzaussehusses der DC mit Nachdruck für die Wiederwahl des On. Angelo Facchln ein gesetzt. Der „L’Adige“ hatte ln vorsichtiger Form für den In Bozen lebenden aber aus den; Trentino stammenden On Alcide Berloffa Partei ergriffen. Die Democristinni von Trient hatten für Berloffa im Trentino Vorzugs

, daß in den italieni schen Kreisen von Bozen arge Mißstimmung herrscht. Für solches Versagen muß natürlich ein Sündenbock gefunden werden. Der „L 1 Adige“ will diesen natürlich im „Alto Adige“ entdeckt haben. Der „Alto Adige“ wälzt selbstver ständlich alle Schuld auf den „L’Adlge“ und die Democristiani von Trient. Es hagelt er bitterte gegenseitige Anschuldigungen und Verdächtigungen. «L'Adige» greill an Den Angriff eröffnote der „L’Adlge" am 29. Mai, In einem Artikel unter der Über schrift „Kein italienischer

wir hier drei Zahlen der Parlamentawahlen vom Pfingstsonntag 1958 an: Abgegebene Stimmen: 215.541 Deutsche Stimmen (EdelweiS): . 130.955 Italienische Stimmen: .... 84.586 wahlberechtigt. „der Kampagne des Bozner Tagblattes ,Alto Adige’ zugeschrieben werden und der zu mindest widerspruchsvollen Haltung dieses Blattes, einer Haltung, die geeignet war, Ver wirrung und Unordnung in der Wählerschaft zu stiften“. „Wenn dieses Blatt auch wenig Erfolg im aufbauenden Sinne hat. wie die Tatsache be weist

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Dolomiten
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Seite 3 von 16
Datum: 24.08.1957
Umfang: 16
fflBJSKSHfflÄHlfflHBÄSWraH f I Querschüsse Als „eine gute Wendung'' hat der „Alto Adige“ unsere Kommentare zu den bekannten Feststellungen der beiden Außenminister Pella und Figl bezeichnet. „Die grundsätz liche Übereinstimmung Figls und Fcllas hcr- vorgehoben zu haben, daß nämlich über unser Land (damit meint er Südtirol) n u r auf dem Boden des Farisei- Abkommens fruchthar ver handelt und gesprochen weiden könne, ist schon an sich etwas Positives“, meint er, und legt dabei den Hauptton

, daß es noch nicht ein Jahr her ist, seit der italienische Innenminister selbst in Bozen jeden Gedanken an eine Zuständigkeit Öster reichs schärfstens zurückwies. Damals hätten wir den oben zitierten Salz gerne im „Alto Adige“ gelesen, aber damals war die „gute Wendung“ noch nicht Mode. Da hatte der „Alto Adige“ noch kurz vorher erklärt: „Es ist daher ausgeschlossen, daß die österreichische Regierung in diesem Punkte (Durchführung der Autonomie) For derungen oder Vorwürfe erheben könnte. Alle Probleme

Helfer vernahmen, hat der „Alto Adige“ dazu verurteilt „ohne Echo“ zu bleiben. Das Echo wäre eben „eine gute Wendung“ in der Behandlung des Stid- tiroler Problems. Aber die paßt In der Form nicht in das Konzept der italienischen Natio nalisten. Und als ob er nicht lesen oder ver stehen könnte, was On. Helfer schrieb, will der Schreiber des „Alto Adige“ „nur registrieren, daß der Parteisekretär der DC, On. Fanfani, in seiner Ansprache an die Parteifunktionäre der Provinz Bozen seine Zustimmung

, „daß die DC immer geschlossen der Überzeugung waren . . daß alle Punkte des Pari ser Abkommens d u r e h g e f ü h r t w u rd en und auch jetzt v erwir k- 1 i c h t s e i e n“. Es ist ein Taschenspielertrick, wenn der „Alto Adige" die Erklärung des Außenministers der Verlautbarung der AMI inhaltlich gleichsctzt, indem er ganz sorglos schreibt womit bestätigt wird...". Eben gegen diese leichtfertige Verdrehung hatte sich On. Helfer gewandt. Aber „eine gute Wendung“ von der letzteren AeenturmeUÌung zur ersten

Erklärung des Ministers paßt eben denen nicht, die gerne die Wasser aufwith- len. Sie betreiben es ja seit Jahren, die klare Sicht durch S' Ich kleine Verunreinigungen zu trüben. Forte aber weiß der „Alto Adige“ über haupt nichts Sachliches entgegenzuselzen, außer ein in diesem Falle nicht recht schön klingendes Eigenlob. Das rechte Mat; Von „einer guten Wendung“ ist in der Pra xis also noch recht wenig zu bemerken. Wäh rend eine Menge verworrenes Zeug, das von Sachkenntnis ganz ungetrübt

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Volksbote
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Seite 2 von 12
Datum: 27.05.1959
Umfang: 12
die Wiedergabe dieser Depesche mit der dicken, aufgeregten.. Ueberschrift „Eine Rede Volggers in Deutschland“ .^‘ijEines Tages wird die Brennergrenze fallen“. Man sah förmlich, wie den Redakteuren des, „Alto Adige“ bei dem Abdruck der DPA-Meldung . die. Graüsbirnen aufstiegen.' • ' Nach ’ dieser ersten.' Erregung schaltete ’ der „Alto Adige“- aber plötzlich schnellstens auf „europäisch“ um. Wer .dep .Kehrteuih-Rfefehl gegeben, entzieht si.ch J unserer Kenntnis)-In der Montagausgabevom 18. ' Mai findet

, die von der Zeit und von der Logik" bereits über holt ist. Volgger sagte, daß ,eines Tages die Brennergrenze fallen werde'. Mit dieser Phra se sollte ein- Effekt erzielt werden, was aber keineswegs der Fall'ist) ' ■ „Alto Adige“ wünscht: * Oie Brennergrenze möge bald fallen... Wenn eines Tages die Brennergrenze fallen sollte, werden nicht wir es sein, die sich dar über wundem oder ..sich., voll Verzweiflung an "dte Brust klopfen." Wh* wünschten, daß dieser Tag sehr nahe wäre. Die Brennergrenze dürfte

, ja als einen überraschend erfreu lichen Fortschritt seiner Schreibweise — im europäischen Geiste buchen. ' Der „Alto Adige“ ersehnt den Tag herbei, an dem die Brennergrenze fällt! Wirklich eine erstaunliche Weiterentwicklung der bisheri- •gen Lfeitsätze der Zeitung in einer neuen europäscheh' Gesinnung. Wir können nur hoffen und wünschen, daß die Redaktion nicht wieder rückfällig wird, daß.von den zwei Seelen, die in der Redak tionsstube des Eozner Blattes am Werke sind — zwei müssen es sein, sonst wäre

eine solche plötzliche Kehrteuch-Wendung nicht erklärlich — die europäische langsam obsiegen möge.' Dafür kann der „Alto Adige“ seinerseits die Versicherung entgegennehmen, daß Dr. Friedl Volgger gar keinen Wert darauflegt, immer wieder „etwas Neues“ zu sagen. Ihm genügt es vollkommen, wenn seine „Hartnäckigkeit“ in der Wiederholung euro päischer . Grundgedanken, die anderswo be reits Gemeingut, geworden sind, einen be scheidenen Beitrag dafür leistet, daß an die Stelle der bisherigen italienischen Lippen

bekenntnisse zu Europa ein wirkliches euro päisches Denken tritt. Die erste Voraussetzung für ein solches neues europäisches Denken wäre allerdings, daß Italien die Südtiroler nicht mehr — wie dies der Italienische Generalkonsul in Frank furt tat — als „deutschsprechende Italiener" ansieht, sondern als „Tiroler mit italienischer Staatsbürgerschaft.“ Was sagt der „Alto Adige“ nach seinem überraschenden europäischen Bekenntnis zu dieser Anregung? „L’Adige“: (Benisslmo, - . wenn die Brennergtenze föllt

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Dolomiten
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Seite 4 von 24
Datum: 29.09.1956
Umfang: 24
wurde gestern nicht abgeschlossen; sie wird bei Wiederaufnahme der Sitzung am näch sten Mittwoch fortgesetzt. Assessor Mayr sagte das — nicht Von einem Teilnehmer an der SVP.-Ver- sammlung tm Prnd geht uns nachstehende Stellungnahme zu: . In der Ausgabe vom 26. September befaßt sich der „Alto Adige“ unter dem Titel „L‘ha detto l'assessore Mayr“ mit der am 23. ds, unter dem Vorsitz des Landcsvizeasscssors Mayr abgehaltenen SVP.-Versammlung In Prnd. Die sieben Zellen umfassende Einleitung entspricht

vollkommen der Wahrheit, wo gegen der größto Teil der folgenden Aus führungen weniger von Wahrheitsliebe be seelt Ist Wir wollen die Ausführungen des „Alto Adige“ etwas näher unter die Lupe nehmen, um unseren Lesern eine einzigar tige und auserlesene Kostprobe des aus geprägten Objektlvltäts- und Wahrheitssinney des Blattes bzw. des oder der Artikelliefe ranten vorzusetzen. Andererseits wird es den Lesern klar werden, daß die Giftküche „Alto Adige“ ziemlich skrupellos das nngeiieferto Material annimmt

Drogarlo Zleglouer war mit dem Erscheinen des Landtngsab- geordneten Dictls zu rechnen und kündigtfc die Kundmachung seine Versammlungsteil nahme an.“ Im letzten Augenblick mußte aber L.-Abg. Dletl, weil anderweitig verpflichtet, seine Teilnahme an der Versammlung ab- sagen. Das „Seherauge“ des „Alto Adige“ hat ihn aber doch gesehen. Fortfahrend gibt „Alto Adige“ sodann dio Zahl der Versammlungsteilnehmer bekannt und meint, bei zirka 2000 Dorfeinwohnem könne nicht von einer „grande affluenza“ dio Rede

sein. Abgesehen davon, daß unsererseits überhaupt kein Versammlungsbericht abge geben wurde, sei aber darauf hingewieson, daß der geräumige Saal die Teilnehmer nicht zu fassen vermochte, weswegen viele in den zwei anliegenden Räumen und im Saal zugang dem Redner lauschten. Offensichtlich sticht dem „Alto Adige“ Sc Co. die mehr oder weniger starke Beteiligung der Südtiroler doch sehr in die Augen. Und hören wir nicht unmißverständlich das wiodorkchrcndc Thema „pochi" vvnren's? Dann wieder einige Zeilen

Wahrheit: Assessor Mayr führt u. a. die vom Landes ausschuß unternommenen Förderungsmaß nahmen irr Schulwesen an und wirbt für fortschreitende Berufsausbildung der Jugend. Dagegen hat „Alte Adige“ an und für sich nichts einzuwenden, hätte Assessor Mayr nicht den „teuflischen“ Plan, die Zuwan derung „spezialisierter“ Arbeiter aus den an deren Provinzen zu „verbieten“ — wortwört lich „interdire“. In Wirklichkeit gingen die Aoußerungen Assessor Mayrs dahinaus, im Sinne der Arbeitsbeschaffung

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Dolomiten
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Seite 4 von 24
Datum: 22.03.1958
Umfang: 24
Treue zum Velkstum - Treue zur Menschheit Nochmals zur Frage der völkischen Erziehung im Rainerum Jedesmal wenn s.ch die „Dolomiten“, das Tagblatt der Südtiroler, für die Erhaltung und Pflege unseres Volkstums auf irgend einem Gebiete einsetzen, rümpfen die Schrei ber des „Alto Adige“ die Nase und wittern eine Gefahr für die höheren Güter, als da sind „Verbrüderung der Völker, Nächsten liebe und die allgemeinen christlichen Prin zipien“. Es kann bei einem Blatte, das — wahrscheinlich

in Bejahung der „Verbrüde rung der Völker, der Nächstenliebe und der allgemeinen christlichen Prinzipien“ — seine tägliche Aufgabe darin sieht, in italienischer und deutscher Sprache für die Italianität Südtirols Zeugnis abmlegen, nicht wohl an ders sein. Deswegen konnte es nicht ausbleiben, daß die Männer des „Alto Adige“ durch unseren Artikel „Ein Besuch Im Rainerum“ in der letzten Samstagnummer der „Dolomiten“ in Harnisch gerieten. Wir hatten in wahrheits getreuer und sachlicher Welse ausgeführt

, daß im Rainerum für die Südtiroler Studen ten eine Erziehung aus und zum eigenen Volkstum fehlt Wir hatten die Forderung oufgestellt, daß im Interesse der Zöglinge, der Familien und unseres Volkes diesem Mangel abgoholfen werde und hatten die Zuversicht ausgesprochen, dafür bei den ver antwortlichen Stellen rechtes Verständnis zu linden. Schon in der Nummer vom Sonntag, den 16. März, hat der „Alto Adige“, In Fettdruck und eingerahmt, eine Stellungnahme onge- Irtlndlgt. Was wir geschrieben hatten, erschien

ihm als unerhörte Ungeheuerlichkeit, die er seinen Lesern keine 24 Stunden vomit imi Ion konnte. Weil cs sich aber um eine „komplexe und delikate“ Materie handelte und well es an Platz fehlte, verschob man eine gründlichere Ausführung auf später. Am Dienstag, den 18. März, war es soweit. Unter dem Titel „Wie die .Dolomiten* die Er ziehungsmethode Don Boseos auslegen“ er schien eine Zusammenfassung von Phrasen, wie sie die Sdireiber des „Alto Adige“ täg lich aus dem Aermel, d. h. aus Ihrem natio nalistischen

nicht schaden. Zudem bot das Thema neue Möglichkeiten, die „Dolomiten“ und das Südtiroler Volk zu verdächtigen. Die Fackel des nationalen Hasses konnte damit neu geschürt werden. Auch ln der Rubrik „Für unsere deutschen Leser“ kam der „Alto Adige“ auf das Thema zu sprechen und überschriet) seine zwei Spnlten: „Muß die Religion der Politik welchen?“ Er stellte darin tost, daß es ln Siidtirol „schon seit langem nichts, aber auch gar nichts mehr gibt, das nicht kritisch durch die Brille gewisser politischer

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Dolomiten
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Seite 10 von 28
Datum: 19.04.1958
Umfang: 28
.Dolomiten' Samstag, den 19. April 1958 — Nr. 90 Seite 6 WirklidM and Phantasie Regionalbilanz vom Innenminister genehmigt Der „Alto Adige“ ist — wie so att — wie der einmal verschnupft mit den „Dolomiten“. Er wirft uns sic et simpliciter „Zu wenig' - Objektivität für die Ueberetsdierbahn“ vor. So überschrieb er — der „Alto Adige“ — seine Anklage gegen uns in der Rubrik „Für unsere deutschen Leser“ (Ausgabe vom 17. Aprü). Anlaß zur „Klage“ des „Alto Adige“ war, wie man sich vernünftigerweise

erwarten hätte können, nicht die Frage der Uebcr- retschorbahn, sondern — man höre! — das Urteil im Pfundcrer Prozeß, bzw, die Stel lungnahme des international anerkannten Strafrechtlers Prof. Armand Morgen. Die „Dolomiten“ vom 16. April zeigten an Hand von objektivem Beweismaterial auf, daß die beiden italienischen Blätter „Alto Adige“ und „L'Adige“ die Erklärungen Prof. Morgens einseitig für ihre These ausgewertet haben. Während der „L'Adige" es vorzog zu schwei gen, versuchte der „Alto Adige“ .schon

am Tage darauf „seinen deutschen Losem“ zu beweisen, daß der ihm von den „Dolomiten“ gemachte Vorwurf der nichtobjektiven Be richterstattung nicht zutreffe. Wie erbringt nun der „Alto Adige“ diesen Beweis? Einfach damit, daß er in oezug aut die (einseitig) Wiedergabe des Vortrages von Prof. Mergen mit schlecht verhehlter Heuche lei seine Unschuld zu beteuern versucht und einfach den Spieß umkehrt, indem er den „Dolomiten“ unobjektive Berichterstattung vorwirft. Etwa so, wie wenn der Italo vom Seppi

beim Kirschenstehlen erwischt und deshalb getadelt ■ ird und der Italo dem Seppi sagt: „Sei stato tu!“ (Du hast die Kir schen geklaut). Also: „Zu wenig Objektivität für die Ueber- ctscherbahn“ wirft uns der „Alto Adige" vor. Dabei bezieht er sich auf unseren Bericht über die im Regionalrat am 15. April be gonnene (und nicht abgeschlossene) Ausspra che über dio Ueberetscherbahn. (Die Frage ist bekanntlich die, ob die Bahn ausgebaut und verbessert, oder ob jie aufgelassen und eino Autobuslinie

tion und Dr, Dalsass stimmten dagegen.“ Nim fragen wir den „Alto Adige": stimmt es, daß Dr. Keßler (DC.) den Aufschub der Diskussion beantragt hat? Stimmt es, daß RR. Molignoni sich gegen und Landeshaupt mann Pupp sich für den Antrag ausgespro chen haben? Stimmt es ferner, daß alle Op positionsparteien und Dr. Dalsass von der SVP. gegen, hingegen die Dfj. und die SVP. (mit Ausnahme von Dr. Dalsass) für den Ver tagungsantrag gestimmt haben? Und stimmt es schließlich, daß der Antrag auf diese Weise

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Dolomiten
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Seite 3 von 12
Datum: 01.12.1955
Umfang: 12
. Neh- Ichluß herz- i mir getan n, aber sie n Telephon ir! — — n Brief von «dankte sich >at, er möge n. r eingelegt ar? i der Bank n. Dr. Finsterwalder antwortete dem „Alto Adige Fürchtet das Blatt die geschichtliche Wahrheit? if Dr. K. Finsterwalder ersuchte uns schon vor längerer Zeit um Veröffentlichung nach folgender dem „Alto Adige“ zugesandter Richtigstellung. Wir hätten dem Ersuchen längst statlgegeben, wenn uns nicht der „Alto Adige“, und zwar wiederholt, gebeten hätte, mit der Wiedergabe

der Richtgstellung in unserem Blatte zu warten, bis ihm selber die Veröffentlichung möglich sei. Da jedoch das italienische Blatt der Einsendung des Inns brucker Gelehrten immer noch keinen Platz einräumt, obwohl inzwischen sechs Wochen verstrichen sind, erscheint uns ein weiterer Aufschub der Veröffentlichung von unserer Seite nicht mehr zu rechtfertigen und geben wir daher die dem „Aito Adige“ vom Verfas ser zugeleitete Richtigstellung im Nachstehen den wieder: Indem ich mir eine ausführlichere Widerle gung

der Behauptungen von Carlo Battisti in dem Heft „La penetrazione tedesca nell'Alto Adige“ (Das Eindringen des Deutschtums in Südtrol“), jüngst erschienen als Sonderdruck aus dem „Archivio per l'Alto Adige“ Bd. 50, andern Orts Vorbehalte, bitte ich die sehr geehrte Schriftleitung des „Alto Adige“ zunächst eine Berichtigung gewisser Teile des Referats „lieber das Eindringen des Deutsch tums in Südtirol" (Titel von mir übersetzt) in Nr. 228 des A. A. vom Samstag, den 24. Sep tember 1955 zu bringen

- sche Stadt bezeichnet. Meine Behauptung ist nicht eine Entstellung des Textes von Battisti, wie sich aus dem Wortlaut Battistis in „Italiani e Tedeschi nell'Alto Adige", „L'Universo“ 1953, S. 8 er gibt: .. Per qual motivo invece la traslazio ne dell'episcopato breunico a Bressanone de terminò l'Immediata germanizzazione della città con seguente pressione sui communi ru rali vicini?" ( Warum denn entschied die Verlegung des breunisch'en Bistums nach Bri xen die unmittelbar folgende Germanisierung

absichtlich seine Darstellung in „Popoli e lingue nell’Alto Adige“ über diesen Gegenstand. Aber ich hatte ja gar keine Ver anlassung zu einer breiteren Behandlung des Themas, zu der eine geographische Zeitschrift kaum die Möglichkeit bietet — auch Battistis kurze Darstellung in dem geographischen Or gan „L’Universo“ begnügte sich mit der An führung von Fabri und P. Pincius als Ge währsmännern und es war vollauf in Ordnung, daß ich mich darauf beschränkte, die Frag würdigkeit dieser Beweisführung

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Dolomiten
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Seite 6 von 8
Datum: 26.08.1955
Umfang: 8
nz eus nz geladen. Die italienl- P r e s s e k o n f e r e y/( ,; che der Einladung sehen Journalisten,S erschienen auch alle Folge leisten konnte., , ... um eine in der Uebörzeugung, « der Be- vorr! 25 über rient des «Alto Adige« v-niu-hsprachige Tag- die Vor.-prache. Das it&’n, blatt schreibt, die Journalisten hätten nach der Begrüßung durch On. Brusasea gleich Bleistift und Notizblöcke herausgezogen und dies c erst wieder in die Tasche gesteckt, als der Unterstaatssekretär sie belehrte

gesucht werden: 48 Woehonstundcn, 6.30 Schillinge dio Stunde, mit zohnprozen- tiger Erhöhung nuch sechsmonatiger Arbeits zeit. Die Unterhaltskostcn belaufen sich auf rund 600 Schilling Im Monat. Es kommen nur Arbeiter mit Kenntnis der deutschen Sprache In Betracht. Nähere Auskünfte Im Arbeitsamt Bozen, Horazstraße 2, zwischen 8 und 12 Uhr. Bozner Stadtrat lehnt das Projekt ab Eine erste Antwort auf die nationalistischen Hirngespinste des «Alta Adige» In unserer Ausgabe vom Dienstag, den 23. August

und Stehen, denen das Wohl der Bevölkerung am Herzen liegt, angeht, denn die Ableitung des durch die Stadt fließenden Etsack würde große nach teilige Folgen für die gesamte Stadtbevöl kerung haben. Der italienischen Bozner Zeitung «Alto Adige» entglitten beim Lesen dieser Nach richt anscheinend Steigbügel und Züge! so daß sie die Herrschet über seinen nationali stischen Gaul vollkommen verlor. Nach dem großaufgemachten Titel: «Ein großes E-Werk wird in der Gegend von St. Jakob erstehen» und dem giftigen

Untertitel: «Eine heftige Offensive der Volkspartei gegen die Ausfüh rung des Projektes. •— Noch einmal die alten Angriffe gegen die Industrialisierung der Umgebung von Bozen». läßt der «Alto Adige» eine kurze Beschreibung des Projektes fol gen. Dann wartet die Zeitung ihren Lesern mit folgendem Märchen auf: «Die Nachricht der Vorlage dieses Projektes von seiten der STE. hat :— wie vorauszusehen war — bei den verantwortlichen Männern der SVP eine förmliche Offensive ausgeiöst und »ie haben mittels

der «Dolomiten* einen pausenlosen Kampf gegen das Projekt ängekündigt.» Der 'Alto Adige» ergeht sich dann In eine Reihe von gehässigen und blindwütigen Ergüssen und schließt: «Wir sind jedenfalls der Ansicht, daß — mit Ausnahme der Organe der Lan- desverwnltung — die Grundbesitzer im .Grützen’, St. Jakob und Kampertn keines falls solidarisch mit den taxatlven Befehlen der Vitia Brigt sein Werder, und daß die Grundenteignungen für. den Ableitungskanal keinesfalls die angekündtgte .Entrüstung’ hervorrufen

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