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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 206 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
doveano ambe le parti cessare dalle offese fino al prossimo 8. Michele, Mainardo restituire intatti i redditi ed i proventi usurpati al vescovo, e questi liberar lui dalia scomunica, e Trento dall'interdet to : Erardo di Tingistagnq barone dell’alto Trenti no da Arrigo stipendiato qual capitano della città restasse nell’officio suo, e così pure i vescovili ca pitani continuassero a tener nell’Anauni.a giurisdi zione r Io stipendio del capitano delta città si pa gasse metà dal vescovo, metà dal conte

Appena morto Egenone, elesse il capitolo in vescovo Arrigo de’ frati teutonici proto» otarie del l'imperatore Rodolfo I. Il quale cacciato in prigio ne da Mainardo l'ottavo giorno dopo il suo ingres so nella città, e fuggitone non appai* come, dopo aver scomunicato Mainardo, e lanciato l’interdetto sulla città, dieci mesi e dodici giorni andò rammin- gando, finché nel maggio del 1275 ottenne da Rudulfo I in Augusta un decreto di accomodamen to fra lui ed il conte. A norma del quale decreto

: i castelli di Edemburgq, Levico, Volsana, Tonale si depo sitassero fino al detto termine in mano de' caval li eri teutonici, i quali li restituissero al 8. Michele al vescovo, se ultimata la pace, in caso contrario al conte, coll’avvertenza che ove pel termine stabili-, to non si fosser potuti conchiuder gli accordi, il conte restasse pare scomunicato, e Trento si rite nesse per interdetto. Tornato in forza di questo decreto alla sua diocesi e nella città, recessi Arrigo convocato il # popolo gl suono

della gran campana del palazo a

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 219 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
alla diocesi e al principato., assolvessero, pure il conte dalle scomuniche., previa anche per lato suo, guarentigia del non turbare, seguita la restitu zione, la pace. Difatto Volfango d’Augusta, e Corrado di Viìtipa quali legati e giudici papali commisero nel gcnnajo del 1295 al decano della cattedrale di Trento ed al preposito dì s. Michele <li citare, il vescovo ed il conte a comparire nel duomo di Trento il giorno decimoquinto dalla data dell’insinuazione della citazione. Comparve il conte

ed umilmente supplicare pel proscioglimento dalle censure che quegli avevan lasciate su lui. Ed il pontefice volendo indulgergli uif altra volta, com mette va (‘1291’) la decisione delle cose ad una nuova delegazione composta degli abati di S. Bu fino, e di 8. Maria di F clonica diocesani manto vani. Ma valendosi Mainardo anche verso costo ro del consueto temporeggiare, la morte del pon tefice ( 1292) e la lunga vacanza di ventisette mesi cui dopo quella soggiacque la sede roma na , vennero

in acconcio a liberarlo da quel giu dizio. Salito, al papato-il Loglio del 1294 Celestino V, andarono a gara Filippo, e Mainardo nel portare al dì lui tribunale le loro proteste. Perlocchè si spedì a Trento una terza delegazione, e furono i vescovi d’Augusta e di Frisinga coll’abate di Vil lini! : ordinava loro il papa che, avuta da Filippo malleveria che da lui non si violerebbe il territorio di Mainardo, seguita che fosse per parte di costui la promessa restituzione delle terre e de’ beni spet tanti

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
(1840)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 1
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Seite 138 von 179
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: 199 S.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Xerokopie
Signatur: II 102.297/1
Intern-ID: 319140
pra Verona, ve la sposò fra la festa connine » agli idi di Maggio (589) (1) „. Ora per dire di tutta codesta novella ciò die strettamente riguarda il Trentino, si accennerà come gli eruditi tenga» per guasta quella lezione campo di Sardi, ed opinino doversi correggere campo di Sarai, il quale verrebbe a coincidere colla stazione Sur ni segnata nel precedente Di scorso sulla Tavola del Trentino Romano. Di versa è però a questo luogo la conghiettura di Giuseppe PinainontL Sopra 8. Michele

all’Adige, al luogo propriamente detto i Sorni, v’ha il ca stello di Montereale o Monreale, che conserva an cora il longobardico nome di Kónigsberga. » Leg- », gendo questo nome in tedesco antico Kunis- che-berg , che vuol dire monte o colle del ma- -, tlimonio del re, io conghietturo che tale deno- minaztone sia venuta al castello pel conjugio — ^celebratovi dal re de’ Longobardi Anturi.,., con )> Teodolinda di Baviera: e se il luogo Sardi o „ Sarni si potesse credere essere stato Sorni , io }> direi

che tal castello ebbe nome in quell’ occa sione (Z) Dietro la conghiettura del Pina- monti segnò l’autore sulla Tavola il campo Sur- nico ai Sorni. Accadde entro lo stesso anno la invasione de’ Franchi, della quale s’ebbe a dire al capo 2.^ a (') Paul. Diac. de gesti® Lang. HI. ag. (2) Meno, intorno alla famiglia de’ Conti Tono. Mii. Pirotta itSBg. pag. i-j,

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Bücher
Kategorie:
Geschichte
Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 216 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
quelle cautele che potessero render vani gli sdegni del vescovo. Alle quali parole arrendendosi il compro clero, ri sposero il capitolo, i prelati dì s. Lorenzo, d’Augio, e di s. Michele: interporrebbero contro ogni preve duto gravame, che cosi nominavano in presenza del conte ogni legittima reazione d’Arrigo, Pappella zione alla santa sede, od alla metropolitana d’A- quileja. Presentatosi dopo di ciò l’atto ad Arrigo, tanto fu il concetto sdegno pel tradimento-de’ più intimi suoi, che, date

var le cose e le apparenze ad un tempo. E perciò nel vegnente 1288 convocato il capitolo ed i più dei preti suoi partigiani, propose Mai nardo di resti tuire alla Mensa i castelli ed i diritti usurpati, pur ché sicuro fosse dell’accettazione del vescovo: ag giungeva, che siccome Arrigo non si sarebbe fidato di lui, e ad ogni sospetto di tardanza nel mantener le condizioni avrebbe nuovamente coll’interdetto posto sossopra il ducato, cosi commetteva loro la cura di prendere in antecipa.zione

le spalle alla chiesa ed al » principato, atfretlavasi a portare al pontefice P an nunzio delle interminabili sue sciagure. Oppresso ma non vinto dal cumulo delle memorie trapassò in Koma la primavera del 1289. È qui da riassumersi in brevi cenni ciò che, trasferito Egemone a Trento, accadde nella chiesa e nel principato di Brissina. Ad Egemone subentro adunque in quel magistero l’armo" 1247 Btmnone dei conti di Montéchiesa, consanguineo di Mainar- do I. Nel 1255 gettò, egli vicino ad Efova le fon

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Kategorie:
Religion, Theologie
Jahr:
1824
¬De¬ Francisco Xav. Luschinio Principe Pontificatum apud Trident. capessente XVI. Cal. Nov. MDCCCXXIV
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Seite 106 von 109
Ort: Tridenti
Verlag: Monauni
Umfang: 102 S.
Sprache: Lateinisch
Schlagwort: p.Luschin, Franz Xaver
Signatur: II 93.268
Intern-ID: 255211
Lorengo Lorenzo, ex Curato di Caldea . , Luchi .Giorgio, Prefetto dell’ I, R, Ginnasio di Trento , i Luclii Don Leonardo, Maestro di lingua tedesca nella Caposcuola di Trento ■ . . i Lucbini Francesco, Curato alla Have , . . i Lunedi Don Francesco», Professore Supplente‘ di Fisica nell’!, R. Liceo di.Trento. . .. v * 1 . i Maffei, de, .Bartolameo, Renelìciate di Gembra . . t Man ci, de, Conte Massimiliano, Savio del Magistrato politico economico di Trento . , . . i Marcobrulli, de, Carlo

Antonio, Giureconsulto di Arco r Alarcolini Bernardino, Cappellano in Mezzolombardo . i Marcella P. Michel Angelo de’Predicatori Veronese . r Marietti Giuseppe Antonio, Librajo in Trento . * Martini Don Carlo, Maestro* nella Caposcuola ele mentare dii Trento . . . . . f Mazza-Antonio, Cappellano di Magasa j Mazzetti Doti. Antonio, Croce d' argento del merito Civile, Consigliere aulico e Presidente dell’ I. R. Tribunale Civile di 1, Istanza in Milano . . % Mazzurana Felice . - • . .... r Menapace Carlo

, Curato dì Rovere della Luna . . i Mendini Giacomo, Primissario di Segno .. . i Ali elidetti Antonio, Decano e Parroco di Mezzolombardo I Micbeletti Giuseppe, Parroco di Spor Maggiore .. . t Minuti Giovanni • . - *' ^ : , . I Moar Antonio, Decano e Parroco di Mori» . r Menami i Nicolò, Decano e Parroco di Tajo .. . i Montani Luigi, ex Parroco di Posino in Rovereto 1 • i Mosca, de, Bartolomeo, Avvocato . . . * Murara Michele, Curato di Caldonazzo . . - i Naghde Fihppo * Negrelli Nicolò, Primissario

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Bücher
Jahr:
1893
Memorie di Fiavè e delle Giudicarie
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Seite 31 von 34
Autor: Baroldi, Luigi / Luigi Baroldi
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: 32 S.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 89.160
Intern-ID: 346047
di Fiavè, uomo distinto per zelo e pietà e che era in mezzo ai torbidi delle guerre ed altre Calamità il conforto del tribolatissimo P. V. Giovanni Michele Spani’. Fiavè fu un paese ricco di vocazioni religiose, e oltre i già nominati dagli atti visitali del 1708, appare che vi erano a Fiavè tre altri sacerdoti,-d. Bernardino Ben ini, d. Simone Sottino e d. Antonio Zeni che era curato, santo o zelante sacerdote, ma che peccava un po’ per eccesso, onde gii venne ingiunto dai visitatori in mezzo

ai torbidi delle guerre ed altre calamità di aggiungere all 1 assiduità e zelo « la prudenza nel parlare e la piacevolezza indi ferente e non partiate. Nel 1750 nel mese di luglio arrivò in Giudicarle il Ve scovo coadiutore Leopoldo Ernesto Firmian, per l’aspra e molto erta, strada detta del Casale, alla cui sommità si pre sentarono venerabondi i sette sinda,ci delle pievi delle Giudi- carie, protestandogli gli ossequi della più sincera devozione, ciò che da un secolo non si era mai fatto, e fra una

grande catena di uomini accorsi dalla pieve di Lorna,so bombardai gestantium-j armati di bombarde, sub pulsu campanarum et morlariorum explosione strepitìi, arrivò a Lomaso avendo fatta a, piedi la maggior parte del viaggio. Qualche giorno dopo visitò la curazia di Fiavè, retta, da, d. Fermo Giuseppe Lutti, distinto catecheta, il quale percepiva il salario di 85 ragnesi. Vi erano cinque preti a Fiavè, di cui quattro della fami glia Levri, cioè, d. Antonio, d. Domenico, d. Fermo, d. Fran cesco Levri

e d. Vincenzo Benini. Dagli atti visitali del 1768 si rileva che Fiavè contava dieci sacerdoti dei quali sei in paese, d. Antonio Levri, d. Cre ta

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Bücher
Kategorie:
Geschichte
Jahr:
[ca. 1900]
Saggio sullo stato e costituzione politico-civile-amministrativa della Val di Fiemme dagli antichi tempi fino al XIX secolo
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Seite 14 von 50
Autor: Del Vai, Giorgio / [Giorgio Delvai]
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: 46 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Fleimstal ; z.Geschichte
Signatur: I 101.891
Intern-ID: 229904
fc- ' ; ir ' ■ " ; ri h - fr; K m. fC. J " I" / et: ' * f ■ ì . ' menti e dei nuovi bisogni e condizioni interve nuti, datone incarico ad una speciale Commis sione, le consuetudini e le leggi della Valle si esposero meglio, compilate e riformate in un corpo di tre libri o gruppi. Il primo chiamato „de Comune“ conteneva la costituzione fonda mentale della Valle, regolamenti e norme sui beni comunali (8 Capitoli sul Monte del Fieno ' — Bella-Monte), sulla pastorizia, sulla caccia,, sui ponti

* regolamenti sulle misure, sui pesi,, sui mugnai, sulla vendita del pane, del vino, della carne, sull 1 amministrazione dei beni delle- Chiese; norme di polizia; disposizioni sulla san tificazione delle Feste, sulle mercedi dei notai eoe. eco., ed era diviso in 118 capitoli o para grafi. Facevàn parte di esso, benché in separate' Appendici, le osservanze ossia „Capitoli a cui era tenuto l’ Arciprete“, i Regolamenti sui bo schi e sul fondaco, il quale era una specie di pubblica Annona, istituita Fanno 1570

, che per 200 anni fece tanto bene alla Valle. II secondo libro detto „de Civile“, diviso in 73 Capitoli, trattava del. personale giudiziario, delle norme v per T amministrazione della giustizia e. delle mercedi dovute al Giudice o Vicario. Il terzo „de Criminale“ si limitava alle pene da inflig- Vj gersi ai delinquenti. Quasi tutti i Capitoli dello - Statuto incominciavano oolF „È stato osservato'e ; si osserva 16 . Questo corpo di leggi, conosciuto' comunemente' sotto il. nome di „Consuetudini

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Bücher
Kategorie:
Geschichte
Jahr:
[ca. 1900]
Saggio sullo stato e costituzione politico-civile-amministrativa della Val di Fiemme dagli antichi tempi fino al XIX secolo
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Seite 19 von 50
Autor: Del Vai, Giorgio / [Giorgio Delvai]
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: 46 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Fleimstal ; z.Geschichte
Signatur: I 101.891
Intern-ID: 229904
di Dottore; ed il.suo nome correva venerando e caro sulla bocca dei nostri padri; ma tal no me più che ambito era declinato ; eppe.rò ' a Bearli sì ebbero d 5 ordinario uomini distinti, saggi, disinteressati per se ed animati solo dal- P amore del pubblico bene e di tale carattere -da subire fin F esilio piuttosto che cedere alle altrui ingiustizie, Onde che non è meraviglia se la Valle potè conservare le spe libertà e prero gative per tanti secoli anche contro forti e diu turni, .urli

ed attentati, come quello del Principe Vescovo Pier Vigilio, dal 1783 al 1795. — Di stintivo dello Scario era una canna d’india con grosso pomo d 7 argento cesellatavi P arma della Comunità (1). Quale onorario egli godeva F u- .sufruttò di alcuni fondi, e percepiva gli affitti delle pezze (prati di monte) e dei Masi della Comunità, i quali affitti davano un reddito di complessivi troni 45.8, il che stava distintamente esposto nel capo 125 de Comuni. Essendoché' lo Scario poteva aver domicilio nelle Ville

lon tane del centro della Valle, CaValese,' doveva aver quivi o nei luoghi circonvicini un assistente (Vice-8cario) che ne facesse le veci in sua as senza; era tenuto però egli medesimo portarsi settimanalmente a Cavalese ove era F ufficio -Bcariale.. i . .. . , ;■ La voce - Scarto è -di origine incerta. I no stri popolani la fanno derivare -dal/ n sche-Me a : siccome un re. Io crederci abbia comune ra- (1) In antico una semplice croce, e dal 1588 una croce.d’oro in campo turchino sormontante tre

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