Savoia, si sollevarono fin d’allorà dubbi atroci — fu stigmatizzata da tutti gli uomini del partito d’azione, da tutti i repubblicani d’aliora, da Mazzini a Garibaldi, a Carlo Cattaneo, per dire de’sommi: da Quadrio, da Alberto Mario,, da Campanella, per dire de’più illustri, fra gli altri, con parole atroci, roventi, che incontrarono le ire, i sequestri, i processi, le prigioni e tutte le odiose rappresaglie del regio fisco contro la stampa, che non si piegava a quegli agenti della politica
*, decretavano la cessione di Nizza e di Savoia alla Francia —. cui per colmo d irrisione, il deputato ministeriale Boggio volle condotte al loro nuovo destino con un ordine del giorno che le dichiarava benemerite della Patria italiana ! La questióne adunque è in questi termini; nessuno ih Italia, e tanto meno noi, pensa a contestare la italianità di Nizza: sarebbe come un negare la luce del sole: ma da questo al voler fare, come la stampa prezzolata fa, dell irredentismo di*Nizza una bandiera spiegata
, le daranno, ciò elle, ora non ha, la padronanza sull’Àdriatico. Ciò in linea principale : in linea subbiettiva, c’c tutto il movimento A ** .-. . * - (r) A titolo d’onore, rammento i nomi dei trenta che votarono contro la cessione, di Nizza e Savoia alla Francia. Sono: Anelli, Asproni, Bertani, Bertea, Berti-Pichat, Biancheria Batterò, Luigi Castelli, Castellanì-Fantoni, Cavalieri, Dossena, Ferracciu, Giuseppe - Ferrari, Franchini, Guerrazzi, Maccabruni, Massei, Macchi, Moradet, Mordìni, Mellana, Mosca