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Bücher
Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 54 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
sua posizione, che ad oltre settecento' metri sul livello del mare, ed a cavalcioni di due valli, quella di Ledro e quella del Conzei, non potrebbe essere più amena e pittoresca. Chi da Locca vuol andare a Bezzecca, o per meglio dire, al colle sovrastante questo paese, detto il Dosso dei Cervi, sotto cui si svolse il momento acuto della battaglia, deve abbandonare la strada nuova e prendere un sentiero fra i campicelli e le piccole macchie di querciuoli, stendentisi su quell’ultimo sperone del

Carèt verso la vallata di Ledro. Il sentiero si tiene alto, quasi sempre sulla costa del colle, si che l’occhio a piacimento può spaziarsi tanto su una valle che sull’altra — e godere, specie dalla parte del Conzei, uno dei più originali sfondi alpini che si possano desiderare (i). iMentre si procedeva verso il Dosso dei Cervi, una vecchierella si era unita a noi : e fra lei e la mia guida s’impegnò tosto un dialogo esplicativo sullo 'scopo di. quella gita. — El xe un sior, un italiani, eh’el vim

vive che mai; e la vecchierella, additandomi il pendìo del colle, dal lato, di Conzei, che i volontari,, correndo all’assalto sotto .il fuoco aggiustato e preciso degli stutzen tirolesi — contro i quali neppur lontanamente potevano competere gli antichi catenacci della guardia nazionale di cui il provvido governo italiano aveva armate le falangi garibaldine — .avevano, seminato di. cadaveri — nel dialetto vivace della vallata, ch’è un misto di veneto e di bresciano, con predominio di veneto

— andava ripetendo: — Poveretti! Poveretti! , Dal Dosso dei Cervi, o colle di Santo Stefano, che s’avanza foggiato come un vomero nella valle di Ledro, a tergo di Bezzecca e verso Tiarno, separandola dalla valle del Conzei, si vede' spiegato davanti .tutto 1 il paese, che fu teatro della memoranda battaglia — piccola riparazione, per l’onore italiano, alle onte già compiute di Custoza e di Lissa. Proprio a piede, del colle si stende il villaggio di Bezzecca, del quale anzi una parte si appoggia quasi

al dorso del colle stesso. -Davanti a Bezzecca la vallata; si allarga, serbando nel fondo una bella pianura, nel cui mezzo corre diritta la strada di Tiarno e Storo. Tiarno di sotto, è all’estremità della vallata, e non si vede, perchè lo copre la propaggine del monte Trat, dietro cui la strada si. curva. A tergo, a settentrione di Bezzecca, finisce la vallata del Conzei, nel cui fondo l’Assat scorre saltellando di scaglione in scaglione, e fra grossi massi, che da braccia di giganti sembra siano stati

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 370 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
deve subire la visita doganale, il treno fa sempre una j lunga fermata. La città non è molto discosto, e siede sulla sponda sinistra dell’Isonzo, il ! quale, visto dall’alto del ponte.ferroviario, taglia la vallata in larghi serpeggiamenti, dando colle ! ombrose sue sponde un grande risalto al paesaggio. Gorizia, che si vanta del suo appellativo ! di Nizza austriaca, e ne trae profitto, è una piccola città, che in carrozza si percorre .— ahfleno j per le vie principali — in breve tempo. Consta

di due partirla Gorizia pecchia, che si appoggia ! al lieve pendìo d’un-colle, alto poco, meno di duecento metri, sul quale è dominata dal vecchio ’ castello de’suoi conti: la Gorizia nuova, invece, si stende per-la piana, verso Tlsonzo. Il castello di Gorizia, dal quale si gode il miglior panorama della città, data dal sècolo XII. ' È una costruzione forte, pesante ancor cinta da una triplice muraglia è mostra dei solidi bastioni. Certamente fu fabbricato sopra costruzioni più antiche e fors’anche

e dell’Impero. Qh! era proprio una delizia,, per le. popolazioni, quel sistema feudale! Dal: castello si domina d’un sol colpo d’occhio l’intera città. La parte vecchia, addos satesi al colle, ha viuzze.strette, irregolari, non eccessivamente pulite: le cui case'sono in parte di tipo veneto e parte di struttura arieggiarite il tipo .tirolese. Nella Gorizia nuova, che s’allarga sul. piarlo, di fronte al castello, abbondano le costruzioni moderne, senza stile,' senza carattere speciale. Ve ne sono alcune

assai graziose: nè vi manca qualche palazzo abba stanza bello. Le vie di questa parte di Gorizia sono larghe, diritte, regolari: e vi spira una calma solenne, un silenzio quasi monastico. Oltre la città, il cui panorama è spezzato e reso S vario da un-bel giardino a boschetti e a verdeggianti aiuole, tenuto con cura, estrema, sorge a poca distanza la collina di Castagnavizza, ove nella pace profonda d’un convento di fran cescani, che spunta fra il verde vivace dei castagni, dai quali il colle

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 205 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
cerca nelle graziose villette che. spuntano fra gli alberi dei campi ed i rosai dei giardini, o ci appaiono mollemente sul pendio di qualche lieve colle, lo sguardo od il sorriso di taluna bella valligiana, trovando in una fugace od anche inafferrabile promessa — s’egli sa adornarla dei fiori della fantasia — il compenso, il conforto delle passate fatiche. Avio, capoluogo dell’antica Vicaria, è l’ultima stazione del Trentino, nella quale si fermi il convoglio che fa rotta per l’Italia. Egli

certa impo-. nenza, che a chi le osservi in distanza, fa credere che l’antico.maniero sia ancora oggi solido, diritto ed abitato. A questa ultima stazione del Trentino — di questa terra sì italianamente italiana ancora soggetta all’austriaco — nella breve sosta del treno, non potei trattenermi dal cacciare quanto più potei la testa fuori dallo sportello del wagon, voltarmi indietro, lanciando un’occhiata a tutte quelle cime che, verso nord, confondendosi colle nubi e col ceruleo del cielo, mi davano

nobili città, quelle ridenti borgate: quei panorami sconfinati che mi si erano aperti davanti agli occhi — e rivedere tutto ciò, s’intende, sgombro da quegli odiosi pali giallo e neri, colle targhe dall’aquila absbur- ghese, dei quali tutto il territorio è cosparso, segnacoli abborriti della dominazione straniera. E mentre il treno correva veloce su queU’estremo lembo di terra italiana non redenta, ricac ciato nel fondo del vagóne, col cuore pieno di amarezza mi domandavo se quel giorno invocato

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 307 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
della vicina Carniola e dalla Carinzia. In generale questi slavi sono bella gente, forte e sana, come del resto in gran parte la gente di montagna solita a respirare aria buona, ossigenata, ed avvezza a rudi lavori. Le donne sono bionde, colorite, piuttosto grasse: ma taluna, fra le giovani, leggermente paffuta, colle carni color del latte e rosee, cogli occhi d’un ceruleo intenso ed i capegli d’un biondo d’oro, è assai graziosa e vi fa pensare, senza volerlo, alla poetica creazione di Goethe

: a Margherita. Tanto gli uomini quanto le donne amano nei loro vestiti stoffe a colori appariscenti nelle quali campeggiano il rosso ed il turchino: e queste generalmente sono stoffe che si fabbricano in paese, colle lane-delle loro pecore e su dei telai primitivi. Gli uomini, in generale, portano stivali, panciotto a colori appariscenti con bottoni metallici di inverosimile grandezza: e sopratutto è rimar chevole il grande berrettone di stoffa scuro e peloso che i montanari del Carso, quando ve stiti

de’ loro abiti festaiuoli scendono alla città, portano con una tal quale pomposa fierezza. Il paesaggio di questa àmplissima conca del Carso, cui cingono dalla parte di nord e nord-est, le alte e nevose cime delle Alpi Carniche e delle Alpi Giulie, così spoglio d’alberi, colle sue pallide e sterminate praterie, leggermente ondulate, co’ suoi piani arati e coltivati, con

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