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Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Seite 11 von 105
Autor: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Ort: Novara [u.a.]
Verlag: De Agostini
Umfang: 74 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Signatur: II 87.677 ; 1.088
Intern-ID: 88598
.no i dialetti ladini. I Longobardi, costituito nel vi e vii secolo il Ducato Trentino, contesero ai Bajuvari il dominio di Bolzano e del Merenese. Il do minio ecclesiastico di Ingenuino (605 d. 0.) vescovo di Sabiona (vesco vato trasportato attorno al mille a Bressanone) si stendeva come oggi fin oltre il Brennero ed era considerato come vescovato italiano. Nel 1027 furono eretti i principati ecclesiastici di Bressanone e di Trento, quest'ultimo considerato come feudo d'Italia, e i suoi con fini

si estendevano ad occidente oltre tutta la Val Venosta, tino a Ponte Alto dell'Imi, e ad oriente fino alla Chiusa. Quando nel .1363 si es ti use la famiglia dei Mainardi, conti di Tirolo, avvocati del Principe vescovo di Trento, la contea princi pesca del Tirolo passò ai duchi d'Austria, che favorirono con ogni mezzo la germanizzazióne della regione, ed estesero detta Contea alla Pusteria e oltre Brennero. L'Ampezza.no invece vi venne incluso sol tanto dopo le guerre combattute, fra il 1508 e il 1516, coi

Vene ziani. Nel 1531 al principato ecclesiastico di Trento veniva sottratto il territorio di Bolzano, restando invece la diocesi a.i vecchi limiti, cioè ormai più estesa del principato. Ad ogni modo esso durò, con una certa autonomia, fino al 1802, anno della secolarizzazione dei prin cipati ecclesiastici all' epoca della conquista francese, conservando inalterati i suoi confini fino a Rovere della Luna e lungo lo spar tiacque del Noce e dell'Avisio. Nel 1803 i principati vescovili di Trento

da quello del Trentino sopra il passo delle Palade, per scen dere al di sopra di Kalles ; comprendeva G-arga-zone e Terlano, risaliva

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Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Seite 64 von 105
Autor: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Ort: Novara [u.a.]
Verlag: De Agostini
Umfang: 74 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Signatur: II 87.677 ; 1.088
Intern-ID: 88598
— 62 — e il 1867, originariamente ad un solo binario, ora in gran parte rad doppiato. lì. ima delle poclie ferrovie transalpine, clie supera il cri nale a cielo scoperto, con una massima pendenza del 44 °/oo f' ra Colle Isa,reo (Gossensass) e il Brennero. Entro i confini dell'Alto Adige essa non è che un tronco della linea di grande traffico intemazionale: Verona- Ala-Trento-Bolzano-Bressanone-Imisbruck-Kufstein-Mónaco; la linea più diretta che unisce l'Europa centrale con quella meridionale

, non possiede che la sola linea trasversale della Val Sugana (Trento-Bassano-Venezia). Le ferrovie secondarie dell'Alto Adige, se sono invece numeri camente assai più numerose di quelle del Trentino, non ne hanno però l'importanza, economica. Infatti se si tolgono le linee Bolzano-Oaldaro, Merano-Lana, Bressanone-Vania, Brunìco-Sand e la ferrovia del llenón, iu complesso una rete di non oltre 60 km., le quali servono anche al movimento locale, riunendo i principali centri agricoli ai loro rispet

; il suo movi mento quindi è in gran parte di transito e supera le corone 90000 per km. Ma oggigiorno, oltre questa grande arteria trasversale, abbiamo pure due grandi linee longitudinali: quella della Pusterfa, lungo il corso della Eiénza, che si stacca, dalla linea del Brénnero alla For tezza (Franzensfeste), fino a Dobbiàco, da dove prosegue per Sfllian- Lfenz-Villach-Klagenfurt; d'importanza regionale sopratatto per l'Au stria, perchè serviva di raccordo fra le due linee trasversali del Bren nero

dell'Alto Adige risulta, che se il reticolato delle ferrovie principali è abbastanza rado, a causa della montuosità della regione, è però assai completo, stendendosi lungo tutte le valli principali; mancando per ora soltanto in Val Passìria, dove tuttavia v'è in progetto una ferrovia fra Merano e Vipiteno, sotto il Passo del Giovo, onde unire direttamente la Venosta al Brénnero; cosicché ferroviariamente è una regione molto più completa del Tren tino, il quale oltre la linea longitudinale del Brénnero

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Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Seite 16 von 105
Autor: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Ort: Novara [u.a.]
Verlag: De Agostini
Umfang: 74 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Signatur: II 87.677 ; 1.088
Intern-ID: 88598
di ^ ''' ^ enosta, dove scorre con un'inclinazione inedia inferiore al 15 °/o 0 pei poi saltare nella conca di Merano con un dislivello del 60°/ 0 o* Q u b ricevute le acque del Passirio e del Valsura (Valtschauerbacb in Val d'Ultimo) impigrisce con una livelletta di poco superiore al 2 °/ 00 , nel tratto fra Merano e Bolzano, sotto la quale città confluisce coli'Isarco, dopo un percorso di 98 km, dalla sorgente; mentre dopo altri 28 km. di coi so lento e paludoso entra in territorio di Trento alla stretta

. 4. IDEOGRAFIA. — L'Adige, clie per estensione complessiva del suo bacino (kmq. 14 604) è il terzo fiume d'Italia, e il secondo per lo sviluppo completo del suo corso (km. 404), ha quasi esatta mente la metà del suo bacino imbrifero (4.9,8 °/„ entro i limiti della nostra regione. I 1 suo sistema idrografico è rappresentato dalla, rete a ventaglio dei suoi affluenti, alle cui acque contribuiscono ben 155 ghiacciai, che hanno una superficie complessiva di 223 kmq. Tale si stema presenta una notevole simmetria

bilaterale, data dai due rami maggiori dell'Adige e dell'Isarco, che confluiscono a. Bolzano nel cuore della regione, nonché dalle valli longitudinali della Posterìa e della 'Venosta agli estremi, e dal corso trasversale del Passiri .0 e dell'alto Isarco, rispettivamente sopra Mera.no e Bressanone. L Adige nasce a m. 1571 ad oriente del passo di Bésia, e dopo attraversato il lago omonimo e quelli di Mezzo (Mitter See) e della Muta (Haider See), con una pendenza, elei 65 % 0 scende sul fondo

di Ladino sotto Salorno. Il suo bacino imbrifero proprio, eon esclusione cioè di quelli della lliénza e dell'Isarco, si stende nel nostro terri torio per kmq. 2963, il 40,7 % dell'intera superficie idrografica dell'Alto Adige. Ir 'Isarco, con un'area idrografica di 2120 kmq- (2(U% dell'intero Alto Adige), nasce poco lungi dal Monte del Sasso (Steinjoch) a m.l99i ad occidente del passo del Brennero, e con una serie di. i«*P'de, c ^ e raggiungono una inclinazione media del 274 %«, scende nella conca

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Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Seite 9 von 105
Autor: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Ort: Novara [u.a.]
Verlag: De Agostini
Umfang: 74 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Signatur: II 87.677 ; 1.088
Intern-ID: 88598
di Salisburgo e si estende, oltre all'intero Trentino, ad est fino al di là «Iella Chiusa, il suo con fine orientale coincidendo anch'oggi in parte coll'antico confine romano del Municipio Tridentino; ad occidente invece occupa buona parte della bassa Val Venosta,, fin quasi alla Val Soldana (Sulden Th.). La diocesi di Trento, nel tratto dell'Alto Adige, comprende 10 Decanati di lingua, mista (italiano-tedesca), i cui territori corrispon dono all'incirca ai rispettivi distretti giudiziari. Essi sono

L'estensione media dei comuni dell'Alto Adige è di oltre 30 kmq., in confronto di 40 kmq., che è P area media dei comuni del Tirolo transalpino e di 18 kmq. di quelli del Trentino. La superfìcie più piccola del territorio comunale si ha nei di stretti giudiziari d'i Brunico (media kmq. 12,(50), di Merano (kmq. 20,92) e di Egna (kmq. 22,60), che occupano gran parte dei fondi vallivi a, coltura, intensiva; le massime aree si hanno invece nei distretti di Passìrio (kmq. 62,38), di Castelrotto (kmq

. 54,30), di Badìa (kmq. 50,10) i quali si stendono prevalentemente sulle alte costiere montuose a coltura prativa, o boschiva. 4. DIVISIONI ECCLESIASTICHE. - Il territorio dell'Alto Adige è sotto' l'amministrazione ecclesiastica di tre diocesi: Trento, Bressanone e Coirà : la parte centrale e più vasta appartiene però alla diocesi di Trento, governata dal Principe-vescovo di Trento. Questa diocesi, che attraverso i secoli dipese da Aquiléia e da Mila.no, fu aggregata, nel 1825, all'archidiocesi

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Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Seite 20 von 105
Autor: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Ort: Novara [u.a.]
Verlag: De Agostini
Umfang: 74 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Signatur: II 87.677 ; 1.088
Intern-ID: 88598
più aperta ha una media del gennaio di 0° 1, del luglio di 22° 5. sebbene non manchino giornate fredde dovute ad alcuni venti locali. Le condizioni termiche di questo tratto di Val d'Adige sono quindi migliori del tronco più a valle dell'Adige stesso, dove a Trento, nel gennaio, troviamo una temperatura media di — 1° 0 e in luglio di 23° 8 con escursione di 24° 8. Merano e Bolzano quindi sono celebri luoghi di residenza'invernale per i forestieri d'oltralpe. Del resto l'isoterma annua

1. TEMPERATURA. — Nella sezione occidentale, il tratto ate sino fra Salonio e Bolzano e fin oltre Merano, gode di ottimo clima per il buon schermo dei venti settentrionali ai piedi delle alte pareti valli ve. risentendo invece, attraverso la Val d'Adige, gli influssi del clima submedi terraneo. Così a Merano (m. 320) la inedia- temperatura del mese più freddo (gennaio) è di 0° 6, quella del mese più caldo (luglio) 21° 4 con irmi escursione annua di 20° 8; Bolzano (Gries, m. 290) in posizione

, a m. 530, ha una media del gennaio di solo —2° 5 e 19' 4 in luglio, Lusón (Lüsen), a m. 950, ha — 3° 8 in gennaio e 17° 5 in luglio e Longomós (Lengmoos) sull'altipiano di Eenón, a ben 11.50 m., conta — 3° 9 nel gennaio e 16° 4 in luglio. Del resto anche a S. Martino in Passiria, chiuso fra i monti a ni. (530 s. m., il termometro non scende in media nel gen naio sotto —0° 9 e sale a 18° 8. in luglio. La Val Venosta poi, in prevalente disposizione longitudinale, lia il Iato a, solatio a riparo della

grande catena venostana, con tempe rature quasi meridionali, che a Oorzes (Kortseh) a m. 793 sopra Silandro, scendono nella media del gennaio solo a —• 0° 6 e 19° 0 in luglio, mentre a Montemarfa (Marienberg), nell'Alta Venosta sopra Malles, a m. 1320, non si hanno in genere temperature inferiori a —2° 2 e bisogna salire a Solda (Sulden) a 1840 m., ai piedi dei ghiacciai dell'Órtles-Oevedale per trovare le rigide temperature del gennaio di — 7° 1. Queste temperature, nel loro complesso, ricordano

quelle di molte vallate del Trentino, assai più basso in latitudine, ma la loro escur sione annua è meno marcata, essendo quassù più freschi gli estati-

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Jahr:
1919
Introduzione storico-geografica.- (Guida dei campi di battaglia); 1)
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Seite 60 von 165
Umfang: 159 S. : Kt.
Sprache: Italienisch
Signatur: II 219.331/1
Intern-ID: 402920
ed il bor go di Podestagoo. Con questi vantaggi si intercetto com pletamente 1 importante strada delle Dolomiti, magnifi ca via di arroccamento, fra Trento e Dobbiaco, mentre in Carola 1 espugnazione del Freikofel. del passo di Vo- laja, della Cresta Verde e del Zeli on ko lei toglieva ali av versano punti e sboccili importantissimi. Intanto in modo non meno brillante si svolgeva la nostra vigorosa offensiva nell alto e nel medio Isonzo. La presa di Piava, la conquista della vetta principale del monte

ni punti più facile, in altri più ardua. Tra i principali progressi, citeremo 1 occupazione di Storo e di Condì no in va] Giudicarla; in Vali ars a quelli di Mattassone e di Val morbi a, posti avanzati verso Rovereto sulla via di Trento; più ad oriente la presa di Col Santo, ottenuta con brillante manovra avvolgente, completò una serie di ben riuscite operazioni. In Cadore, le nostre truppe si av vicinarono al passo di Falzarego e guadagnarono in un aspro combattimento la ridotta di Son Pauses

Nero con magnifica scalata di rocce impervie, e la cattura di un battaglione nemico, 1 occupazione di Glo- bna, furono Je più importanti fasi delle azioni eli e ci die dero il possesso di una forte testa di ponte ad est di Piava. C) IL PASSAGGIO DEL BASSO ISONZO. Nel lo stesso tempo, magnifici ed epicamente sanguinosi, si effettuavano il passaggio del basso Isonzo e 1 attacco del primo ciglione del Carso. L avversario vedeva chiaramen te le nostre mosse e tempestava di proiettili Ja nostra a-

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Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Seite 129 von 172
Autor: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Ort: Trento
Verlag: Tridentum
Umfang: 155 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Fassatal;f.Führer
Signatur: II 226.586
Intern-ID: 387715
cipali : la Cima Pissadù (m. 2985), il Dent del Mez dì (m. 2888) il Bèch del Mezdì (m. 3008), il Sasso del Mezdì (m. 3000). La conca nevosa formata dal sottogruppo, ossia la vai de Tita, è accessibile dalla valle del Mezdì per una forcella subito a sud della Cima Pissadù; essa scende verso occidente verso il lago di Pissadù, lago questo che giace al principio del Vallone di Pissadù, il quale come accennai sopra, è de terminato ad oriente da que sto sottogruppo e ad occ- dente dal sottogruppo

del Bèch del Mezdì e Dent del Mzdi Mèsules. A questo sottogruppo appartiene anche la cresta, che stac candosi dal Sasso del Mezdì corre in direzione sud e separa la valle delle Lastìes da quella del Mezdì. È rotta nel suo mezzo dalla sella Porta del Boè e porta come elevature (a sud della sella) la Torre Bergher (m. 2861) e la Cima d J Antersàss (m. 2908), la quale ultima finisce nell'estremo limite meridionale della valle del Mezdì. Di qualche interesse alpinistico sono pure le due cime: Col

Turónd (m. 2911) che sta a sud-ovest della Cima d'Antersàss e Col Alton (m. 2881), che segue subito a sud di quest'ultima. IV. Sottogruppo del Murfrèit. La punta più orientale è la Cima del Murfrèit (m. 2700). Seguono ad essa il Piccolo Campanile del Murfrèit (m. 2712) ed il Gran Campanile del Murfrèit (m. 2721), che scende con una lunga cresta fino al colle Coldc, il quale sovrasta il paese di Pian.

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Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Seite 151 von 172
Autor: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Ort: Trento
Verlag: Tridentum
Umfang: 155 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Fassatal;f.Führer
Signatur: II 226.586
Intern-ID: 387715
Dal passo di Fedaia si raggiunge: a) il passo del Pordoi per il Vial del Pan (vedi sotto sub 2) ore 3 Va- b) Caprile d'Agordo per la Val Ciainp d'Arèi (vedi pag. 147) ore 4 Va- c) Arabba di Livinallongo per il passo Porta Vescovo (vedi pag. 146) ore 4. d) Pieve di Livinallongo per la forcella Padón, ore 4 (vedi pag. 146). e) la valle di Contrìn per la forcella della Marmolada. 2. Passo del Pordoi - Vial del Pan - Passo di Fedaia (ore 3 %). Conduce pure al versante settentrionale del gruppo. Dal

passo del Pordoi (Canazei) si sale a monte dietro al Sasso Becé fino ad un piccolo giogo pascolivo(15 minuti), donde girando a destra una verde cresta detta Le Creste si giunge ad una insenatura. (Qui piegando a destra si sale la Cima Rossi — 15 minuti — forse il più bel panorama delle Alpi fassane. Vedi sottogruppo del monte Mèsola). Procedendo sempre verso oriente attraverso prati si costeg giano quindi a meridione il Col de Cuch, le Crode del Larice ed il Sasso Cappello, fino che si raggiunge una

forcella fra quest'ultimo ed il colle detto < Le Fòrfes ». Di qui il sentiero discende in rapide svolte fino alle rovine del rifugio del C. A, A.T. (ore 2 3 U) oltre il quale in 20 minuti si arriva alle rovine del l'Albergo Venezia e presto dopo al passo di Fedaia. Il sentiero chiamato dai terrazzani Vial del Pan (e tale nome come accennerò sotto ha la sua tradizione storica) offre dei pa norami meravigliosi. Appena superata l'erta dietro al Sasso Becé, si vedono verso occidente gli imponenti torrioni

del gruppo del Sassolungo ed il simpatico Col Rodella; più abbasso gran parte della valle di Fassa colle sue minuscole casette bianche e nello sfondo il grandioso labirinto di guglie del gruppo del Catinaccio. Ed a questo spettacolo ne segue presto un secondo. Ap pena girate ad occidente le cosidette « Creste», si presenta di improvviso allo sguardo l'intiero gruppo principale della Mar-

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Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Seite 32 von 105
Autor: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Ort: Novara [u.a.]
Verlag: De Agostini
Umfang: 74 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Signatur: II 87.677 ; 1.088
Intern-ID: 88598
contro gli italiani ostacolando la cultura e la immigrazione dell'elemento trentino, sopratutto attorno a, Bolzano. Tuttavia, l'importanza dell'elemento italiano tornò ad aumentare nei sec. xvn e xvin per il commercio della seta e l'industria dei tra sporti sulla piazza commerciale di Bolzano, che si regolava comple tamente all' italiana. Anzi durante tutto il periodo della Controriforma, Bolzano sotto l'egida elei vescovi di Trento, divenne un posto avan zato di difesa della romanità e del

, con lingua e diritto latino lino ai sec. xni e xiv. Così nel tratto atesino gli stessi possessi fondiari appartenevano in gran parte ad italiani, che dichiaravano di vivere secundum Curiam romanam, e nella stessa città di Bolzano, durante il sec. xv la maggioranza della popolazione parlava italiano. Fu nei sec. xv i e xyii che ac- . cresciuti di numero e di potenza i coloni tedeschi, per la protezione della Casa d'Asburgo padrona della contea del Tirolo, l'elemento tede sco venne alla riscossa

cattolicesimo, contro l'invasione germanica e protestante transalpina. In questo periodo, ad onta dell' antica germanizzazione della re gione, l'elemento italiano ebbe notevole incremento anche in P usi eri si. per il commercio coli'Ammezzano e il Cadore, sopratutto all'epoca dello splendore di Venezia, che per la « strada d'Ai emagna » inviava in Germania i propri commercianti e ambasciatori ; mentre in Venosta, ad onta dell'editto del 1610 del conte di Tirolo principe Massimiliano d'Asburgo che proibiva

di usare nella chiesa la lingua ladina, il ro mancio continuò a parlarsi in parecchi villaggi, fino ai primi del sec. xix. Si comprende, che quando nel 1S10 il Tirolo meridionale venne unito al Kegiio italico, il tratto da Bolzano a Sai orno era ormai in gran parte riguadagnato all'elemento italiano, e tali condizioni rima sero inalterate, anzi migliorarono in tutta la prima metà del sec. xix, per l'insediarsi nella regione di agricoltori trentini della Val di Non, sulle terre abbandonate e paludose

attorno a Bolzano. Ma dopo le guerre dell'Indipendenza italiana i tedeschi vennero alla riscossa coll'aiuto del potere centrale, resero del tutto tedesca la scuola, tolsero l'uso della lingua italiana negli uffici pubblici e nei

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Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Seite 159 von 172
Autor: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Ort: Trento
Verlag: Tridentum
Umfang: 155 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Fassatal;f.Führer
Signatur: II 226.586
Intern-ID: 387715
del bosco, gruppi di cascine bizzarramente disordinati lungo la valle e di dossi e fantastiche figure di rocce, parte pittoresca mente striate di neve. Al passo di Contrìn magnifico panorama: oltre il passo tutte le potenti vette del gruppo principale della Marmolada (Punte delle Cornade, Gran Vernèl, Piccolo Vernèl e Marmolada); a destra la Cima Ombretta ed il Vernale. Volgendosi verso la Gran Montagna di Pozza: a sinistra la Punta dell'Uomo colle altre creste del sottogruppo, i sottogruppi

dei Monzoni e della Val lacela, a destra il Sasso di Rocca, il Sasso d'Adamo e l'altipiano del Buffàure (del sottogruppo del Colàc) nello sfondo davanti a noi (da sinistra a destra) le prime creste del gruppo del Late- màr ed il passo di Costalunga; oltre questa, confusa per la lon tananza, la montagna della Mendola. Un quadro splendido è offerto dal gruppo del Catinaccio, che si presenta in tutta la sua imponenza e fa vedere tutto il suo guazzabuglio di picchi e di torri: la Roda di Vaél

, i Mugoni, i Dirupi di Larséch; dietro a questi la punta che dà il nome al gruppo, il Catinaccio, e le torri dei Vaiolét; più a nord la Croda del Lago circondata dalle sue punte minori. Il panorama riesce ancora più grandioso salendo al vi cino Col Ombèrt (m. 2671), che si raggiunge facilmente sul suo versante settentrionale (45 minuti). Ai gruppi veduti al passo si aggiungono il gruppo del Sassolungo, quello di Sella e la Cima Ombrettòla, il Sasso di Valfredda e il Monte Cigolé del gruppo della

itinerari al sottogruppo del Vernale). La Valle di Fassa. 10

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Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Seite 130 von 172
Autor: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Ort: Trento
Verlag: Tridentum
Umfang: 155 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Fassatal;f.Führer
Signatur: II 226.586
Intern-ID: 387715
IDROGRAFIA : Unico torrente di importanza che dal gruppo scende verso Fassa è il rivo di Anterniónt, il quale precipita in bellissime cascate dalla valle delle Lastìes ed accresciuto dell'acque di pa recchi rigagnoli, che hanno origine alle basi del nostro gruppo ed a quelle del vicino gruppo del Sassolungo, va a gettarsi nel- l'Avisio presso Canazei. Sul versante settentrionale del gruppo, al passo di Ferrara, nascono i due rivi di Frea e di Colfosco, Discende il primo verso Gardena, che

percorre poi dopo unitosi al rivo di Chia- vàzzes, sotto il nome di rivo di Gardena, e finisce nell' Isarco presso Ponte all'Isarco. II rivo di Colfosco (detto anche rivo di Sora o Gran Ega) si getta invece nel Gàdera, il quale dopo percorsa la valle di Badia va a finire nella Rienza. Affluenti prin cipali del rivo di Colfosco sono : dal versante settentrionale il rivo della vai del Mezdì e quello di Pissadu ; dal versante o- rientale il rivo Torto che si unisce ad esso sotto Corvara. Al passo di Sella

ha origine il rivo Chiavàzzes, il quale, come ac cennai sopra, si unisce al rivo Frea presso Pian di Gardena. Dai rigagnoli che scendono dal valico del Pordoi dal versante sud del Boè, alimentato però anche da quelli che partono dal vicino Sasso Cappello del gruppo della Marmolada, ha origine il Cordevole, il quale dopo avere percorsa la valle di Livinal- longo va a gettarsi nel lago di Àlleghe presso Caprile. Affluente principale del Cordevole nel gruppo di Sella è il rivo del Boè, che scaturisce

ai piedi delle pareti orientali del Boè. ACCESSI E TRAVERSATE. A. Sul versante di Fassa. 1. Canazei — Valle delle Lastìes — Porta del Boè oppure al Rifugio del Boè (m. 2873 ; servizio d'albergo, aperto dal 1 luglio ai 30 settembre) ore 4. Da Canazei si segue Io stra done delle Dolomiti fino sotto alla svolta più occidentale (la più vicina al rivo d'Antermónt che percorre la sottoposta valle di Mortìc). Si lascia Io stradone al secondo sentiero che si dirama a sinistra. Si prosegue per questo

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Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Seite 156 von 172
Autor: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Ort: Trento
Verlag: Tridentum
Umfang: 155 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Fassatal;f.Führer
Signatur: II 226.586
Intern-ID: 387715
passa sulla riva destra e superati i cosidetti Serài si giunge in 20 minuti ad un piccolo rigagnolo che attraversa la strada. Qui si diparte, salendo a sinistra, la carreggiabile, che porta ai prati del Buffàure. In altri 10 minuti si arriva alla cappella del Croci fisso (detta dai terrazzani semplicemente «Capitèl»). Tosto dopo questa, al principio dei « Piani dell'Ancóna» si passa il rivo dei Monzoni, che scende dalla valle omonima. Verso la fine dei Piani dell'Ancóna si giunge ad un crocevia

. Lasciando la strada a destra che conduce ai monti dei Monzoni ed al versante me ridionale dei monti della Vallaccia, si prosegue a sinistra sul versante orientale della valle. La strada continua ora piana, ora in comode piccole salite fino ai piedi di due strani parallelopi- pedi dolomitici detti i « Maerìns ». Qui, passando nuovamente sulla riva destra del rivo, si sale per dieci minuti piuttosto ri pidamente ed appena superata tale erta (che viene detta « le Chié- ve ») si giunge alla Gran Montagna

di Pozza ( Mont Grana), 1 ora. Da qui si prosegue sempre piani attraverso prati, pas sando per le malghe di Saùch, Mezzaselva, Ciampié e Ciàmp y ore 1 t J i . Si arriva così alla Malga di Pe de Forcia, oltrepassata la quale girando il colle detto Pociàce, si sale per una ripida car reggiabile al passo di Contrìn (m. 2340) ore 1. Bello il panorama che si gode alla cappella del Crocifisso: davanti a noi (da sinistra a destra) le creste del Buffàure ed il Sasso d'Adamo, oltre la valle il bel bosco del Col

dal Làres, i Sasso del Piéf, la Punta dell Ort e la Pala di Carpello; più a destra i monti dei Monzoni. Volgendoci sui nostri passi ab biamo a sinistra la grandiosa parete del Sasso del Mezdì ed il versante settentrionale del Sasso delle Dodici. Nello sfondo bella vista nel gruppo del Catinaccio: Roda di Vaél, le Cigolade, parte dei Mugoni, Ciampedìe ed i Dirupi di Larséch. La Gran Montagna di Pozza, un lungo pianoro lievemente saliente in modo da poterlo vedere tutto già al suo primo lembo

, è la più ampia e la più bella valle secondaria di Fassa; forse quella che a preferenza racchiude in sè tutto quel complesso di bellezze di natura, che caratterizzano il paesaggio dolomitico: il verde chiaro del piano e dei colli, quello più cupo

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Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Seite 12 von 105
Autor: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Ort: Novara [u.a.]
Verlag: De Agostini
Umfang: 74 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Signatur: II 87.677 ; 1.088
Intern-ID: 88598
sull'altipiano di S. G-enesio, tagliava a metà la Val Sareiitina e sceii-^ deva in Val d'Adige a.l disotto di Castel/rotto, da dove seguiva le creste dolomitiche della destra dell'Avisio verso oriente, escludendo le valli Gardena e Badia e raggiungeva il Dipartimento del Piave, al quale erano aggregate invece Ampezzo e Livinallongo. Neil' ottobre 1814 tutto l'Alto Adige, insieme al Trentino, tornava all'Austria, era annesso al Tirolo e vincolato, nel 1.818, alla Confederazione Germanica-, fino

al 1866, nel quale anno passava sotto il diretto governo di Vienna, Dopo lo scoppio della grande guerra europea, nel 1914, furono avviate trattative fra il Begno d'Italia e l'Impero d'Austria, per la cessione di alcuni territori in cambio della nostra neutralità. In una nota dell'8 aprile 1915 il Governo italiano chiedeva la, cessione del Trentino, con i confini del Begno Italico, dopo il trattato dì Parigi del 28 febbraio 1810: cioè il nostro contine politico avrebbe dovuto includere, della nostra

regione, il Bolzanino e l'Ampezzano. L'Austria con due note successive, una anteriore (27 marzo 1915) ed una posteriore (16 aprile 1915) alla- proposta italiana, si diceva disposta a cedere all'Italia, colla prima solo i Capitanati distrettuali dì Trento, Rovereto, Tìone e Borgo, tenendo però per se la valle al pina di grande valore strategico di Madonna di Campiglio, mentre la nuova linea di confine avrebbe tagliato la Val d'Adige vicino a Lavis a solo 9 km, da Trento, sacrificando quasi metà della

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Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Seite 114 von 172
Autor: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Ort: Trento
Verlag: Tridentum
Umfang: 155 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Fassatal;f.Führer
Signatur: II 226.586
Intern-ID: 387715
pendìo, senza i solili detriti di ghiaia e di speroni di roccia, le nude pareti con una altezza meravigliosa. Tutto il gruppo pare quasi un maestoso modello di rocce dolomitiche trasportato in una regione che non dovrebbe essere la sua. Ha la forma di un enorme ferro di cavallo aperto verso nord-ovest. La parete nord-est è tutta occupata dal colossale Sassolungo (m. 3178); separata da questo con una profonda in senatura (forcella del Sassolungo) segue in direzione sud-ovest la Punta delle

Cinque Dita (m. 2996), quindi nella stessa dire zione la Punta di Orohmann (m. 3111). Dopo questa la catena piega ad occidente. Prima si unisce la Punta Pian deSass (m. 3072), quindi la Cima del Dente detta anche Cima Zana (m. 2997) e finalmente il Sasso Piatto (m. 2960), la cui cresta corre quasi parallela a quella del Sassolungo. Tutte le singole punte sono divise da marcate insellature, e precisamente: la forcella del Sassolungo che ho accennata più avanti, la sella delle Cinque Dita fra questa

e la Punta di Groh- mann, la sella di Grohmann fra la punta omonima e la Punta Pian de Sass, la sella della Cima Zana fra questa e la Punta Pian de Sass e la forcella del Sasso Piatto fra il Sasso Piatto e la Cima Zana. Di queste insellature è però di comodo accesso e permette un facile passaggio da un versante all'altro del gruppo solo la forcella del Sassolungo; le altre non vengono praticate se non in occasione di ascensioni. L' enorme vallone formato dal cerchio è ripieno di detriti e mancante

di qualsiasi vegetazione; diviso in due parti da una cresta di rocce, che si stacca dalla Punta Pian de Sass e corre in direzione nord per elevarsi nella sua estremità colla Punta di Antersàss, ha in realtà l'aspetto di due conche affatto separate che i primi esploratori del gruppo distinsero col nome di Conca del Sasso Piatto quella ad occidente, e Conca del Sassolungo quella ad oriente. La parte più interna della Conca del Sassolungo fra la cre sta che divide questa da quella del Sasso Piatto, la Punta

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Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Seite 17 von 105
Autor: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Ort: Novara [u.a.]
Verlag: De Agostini
Umfang: 74 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Signatur: II 87.677 ; 1.088
Intern-ID: 88598
si apre poi nella, conca di Bressanone per ricevere la Riénza, dopo 45 km. dì corso. Dì qui, con una pendenza media dell 'S°/no convoglia le sue acque, alimentate da numerosi altri affluenti, sopratutto del lato sinistro, attraverso la stretta valle della Chiusa e giunge a Bolzano per confluire col Talvera (Talfer Bach), che scende dai monti Sarentini, e poco sotto questa città si getta. nell'Adige, dopo un corso comples sivo di 85 km- La liiénsa (bacino idrografico di kmq. 2197, il 30,1

% dell'Alto Adige) si forma dalla riunione dei due Bin. il Nero ohe scende dalla Forcella di Sesto, il Bianco da sotto le Cime di Lavaredo in terri torio del Begno. A Dobbiàco la Riénza volge ad ovest e percorre la Pusterìa, ricevendo nella cour di Brunico i suoi maggiori affluenti, l'Ama alla, sua destra (Ham. Bach di Valle Aurina/ ' e il Gader di Val Badia, a sinistra, che scoi de dalle Dolomiti. Alla, sua confluenza coll'Isarco sotto Bressanone la Riénza ha. ormai raggiunto 80 km. di corso

. Neil'Ampezza.no scorre il Bàite affluente di destra del Piave, che ha principio a nord-est di Podestà,gno, dalla riunione dell' acqua di Campo Croce e dell'Acqua di Fanés, e dopo un percorso di 18 km. colla -pendenza media, del 30°/oo eil t ra ,n territorio del Regno alla lo calità di Acqua Bona, (bacino imbrifero circa kmq. 241). La valle di Livinallongo è attraversata per 10 km. dal Oordévole, affluente pure di destra, del Piave, che nasce sotto il passo del Pordoi, e con una inclinazione media, del 55 7oo

entra, nel confine politico d'Italia presso Caprile, sopra il lago di Älleghe (bacino imbrifero kmq. 12f> circa). Il regime idrometrico dell'Adige, al suo ingresso in territorio tren tino, dopo ricevuti tutti gli affluenti del suo bacino superiore, è quello di tipo glaciale-alpino. Infatti dato, come vedremo, il regime delle pre cipitazioni della regione, le inagre del fiume si hanno dal dicembre al marzo e l'assoluta in febbraio, in cui il fiume è sotto la media di magra. Coll'a,pi -ile e col

maggio il livello del fiume comincia a, salire con grande rapidità, coincidendo l'aumento delle pioggie primaverili collo scioglimento delle nevi, raggiungendo il suo massimo nel giugno, si mantiene poi con portate quasi costanti fino all'ottobre, dove si ha un'altro breve massimo, dopo del quale scende lentamente sotto il medio livello invernale. Il Boi te e il Cordóvole hanno invece un regime torrentizio subalpino, con due massimi, uno primaverile ed uno autunnale, separati da due magre estiva

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Kategorie:
Geographie, Reiseführer
Jahr:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Seite 65 von 172
Autor: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Ort: Trento
Verlag: Tridentum
Umfang: 155 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Fassatal;f.Führer
Signatur: II 226.586
Intern-ID: 387715
Albergo dolomiti. L'edificio della chiesa contiene una cappella sotterranea detta «del Rosario» ed è a questa che probabilmente si riferisce una antica memoria, secondo la quale la chiesa fu costruita nel l'anno 962. La chiesa attuale è di epoca posteriore, probabil mente del tredicesimo secolo. Sulla porta laterale della chiesa, verso sera vi è uno stemma del cav. Sommaripa colla data del 1434; sulla porta maggiore lo stemma del vescovo di Bressanone e quello di Michele Somvigo,. colla data

1491. L'interno della chiesa è a tre navate sostenute da colonne di sienite dei Monzoni. La pala dell'aitar maggiore è di Antonio Longo di Varena; è una copia del battesimo di S. Giovanni in Laterano e porta la data del 1790. Gli altari ed il pulpito sono di legno dorato; quest'ultimo con figure ad alto rilievo dipinte. Sulla-parete sinistra del presbiterio è pure appeso un quadro del celebre Amalteo Veronese dipinto nel 1687 rappresentante i Misteri del S. Rosario. Il battisterio venne fatto

costruire da Silvestro Soldà nel 1536. Vuole la tradizione che il Soldà fosse un guerriero che con una compagnia di militi si distinse nella guerra di Carlo V con tro i Turchi e ritornò in patria con ricco bottino, dove si stabilì a S. Giovanni nella casa sita sul colle oltre il rivo di S. Gio vanni (ora di proprietà Bernardi). Fu appunto in questa casa, che il Soldà fece dipingere il serraglio del Sultano e non nella casa in Vigo, dove hanno sede gli uffici governativi, come venne fal samente indicato

in parecchie guide. Il Soldà è ricordato anche nella tradizione che si conserva attorno alla fusione della grossa campana di S. Giovanni (chia mata la gràna) avvenuta nell'anno 1549. Raccontasi, che detta campana venne fusa sulla piazza di S. Giovanni e che tutte le donne della valle portarono all'uopo i loro ori, onde il suono riescisse più perfetto ed argentino. La moglie del Soldà, all'insaputa di lui, gettò nel forno un vaso pieno di monete d'oro e d'argento. Accortosene, egli montò sulle furie e giurò

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Kategorie:
Recht, Politik
Jahr:
1919
Trentino.- (Guida dei campi di battaglia ; 4)
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Seite 211 von 268
Umfang: VIII, S. 711 - 958 : zahlr. Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Trentino;s.Italienfront <1915-1918>;f.Führer
Signatur: II 219.331/4
Intern-ID: 370979
di impianto idroelettrico del Pönale. II 27 giugno del 1915 truppe alpine operarono l'in terruzione dell'impianto idro-elettrico ed il 3 luglio poco a sud est di Molina fu interrotto il canale che conduce l'acqua alle turbine della centrale elettrica di Trento. Proseguendo nella vai di Ledro, si raggiunge Riva.

Bezzecca (2,6 - 76,6) 1520 abitanti. Borgata posta dove vai Concei sbocca in vai di Ledro. E importante per le memorie storiche e per la sua ubicazione. E il più bel paese della conca. In mezzo al verde, le sue casette, di cui alcune rovinate dal cannone, hanno una tinta chiara e dolce. Fu luogo di movimento. Vi si accentrò un notevole nu- mero di magazzini avanzati per ii rifornimento delle truppe che operavano in valle Giudicaria. Il 21 luglio del 1866 i garibaldini tenevano le posizioni

di Bezzecca. Gli au striaci, circa quattromilacinquecento, guidati da Montluisant, scendendo per valle Concei, sorpresero i garibaldini ed occuparono Bezzecca. Ma fermate le colonne Kaim verso Condino in vai Giudicaria, Garibaldi lanciò Canzio e Ricciotti e la brigata di artiglieria Dogliotti alla conquista del paese che fu rioccupato il giorno stesso e gli austriaci ricacciati in vai Concei. La pace di Vienna del 3 ottobre ob bligò poi i garibaldini allo sgombro del Tirolo occupato. Il 22 ottobre 1915

, affermatesi le nostre truppe sulla linea cima Palone e monte Nodic, Bezzecca fu nostra di nuovo. I paesi che si incontrano dopo Bezzecca: Pieve di Ledro, Mo lina, Prè, Biacesa sono costituiti da piccoli raggruppamenti di case con poco più 300 di abitanti ciascuno. Non hanno nulla di notevole, vivono esclusivamente di una risorsa: l'agricoltura. Poco oltre Biacesa esistono le centrali elettriche di Rovereto e di Riva le quali sfruttano la cascata di acqua del Pönale e sono co nosciute sotto il nome

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