Lucca nello stesso anno ; cose che mossero a sommo sdegno ì nemici di lui, e là Curia trentina, la quale si decise ad ordinare 5 ' che l'ultimo libro del Tartarottì fosse bruciato sulla pubblica piazza di Trento per mano del carnefice. L’ illustre uomo versava intanto in grave infermità, e la sentenza non rimase tuttavia senza effetto. Morto a dì ló Maggio 1761, il Consiglio municipale di Rovereto dispose che la memoria di tanto Scrittore fosse onorata con una lapide e un busto che presentasse
la eli lui effigie da collocarsi nella Chiesa di San Marco in Rovereto, E così fu fatto;' ma il Vescovo di Trento scagliò su quella chiesa l’interdetto, e ve lo mantenne sino a lite finita. Gli ono revoli Provveditori Roveretani ricorsero a Vienna contro le mi- sure prese dal Vescovo, e il Vescovo si maneggiò del pari e con maggiori mezzi, finché ottenne, che il busto Tartarottiano fosse levato di là e collocato nel Palazzo Pretorio. Delle opere .postume del Tartarottì troviamo di ricordare
le seguenti: La tesi del vacuo difesa da' Scotisti, poema (Venezia 1765); La conclusione dei Frati Francescani, poemetto (Venezìa, 1765}; Esame di alcune notizie letterarie, eli escono in Italia (Ro vereto, 1772); Osservazioni sopra la Sofomsba di G. G. Tris sin® da Vicenza (Venezìa, 1784) ; Rime scelte annotate da Gleni, Vannettì (Rovereto, 1785) ; Illustrazione del Monumento di C. Val, Mariano; supplita da R. Stoffella dalla Croce (Rovereto, 1824) ; Lettera sullo scrivere Roveredo 0 Rovereto (Rovereto
, 1827), e la Vita de’ ss. Stiinio, Martirio ed Alessandro scritta da Bartolomeo d a Trento, illustrata (Padova, 1856). Jacopo Taktarotti, fratello del precedente, si tenne pure alla storia, ma ebbe vita corta. Nacque il 25 Febbrajo del 1708 e non giunse a sorpassare gli 8 Maggio del 1737, Avea impreso a scrivere un Saggio della biblioteca pira lese (Rovereto, 1733), ma non riuscì a darlo nemmeno a metà; e de' suoi studi non c ì rimangono che Le piu antiche iscrizioni della Valle Lagarina, R quali