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Anmerkungen: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.

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di fare una rela- zione nel settore della storiografia e pertanto sono chiamato a scin- dere la borghesia in tante borghesie. Nella seduta di ieri si è par- lato di esiguità della borghesia: il che è indubbio se paragoniamo la borghesia italiana del 1848 o del 1860 o del 1914-1920 con la grande borghesia francese, come del resto risulta evidente da un semplice esame del diverso processo di formazione delle due bor- ghesie; ma al riguardo vi son due punti da non dimenticare. Pri- mo: nelle ricorrenti

lamentele circa la debolezza della borghesia italiana si annida un leggero errore di ottica, giacché noi valutiamo il movimento, l'ascesa, la trasformazione della borghesia italiana ma perdiamo di vista il fatto che anche il nostro punto di riferimen- to si è mosso. In altri termini: in una storia dello sviluppo della borghesia italiana dal 1815 — poniamo — ad oggi non è soltanto da valutare il movimento della borghesia italiana e da calcolare se essa ha colmato in tutto o in parte il distacco dalle

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Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften

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[1971]

Seite 73 von 598

Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano

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vani è insieme la sperariza, la fede, il dubbio e la trepidazione nel- l'ufficio e nei risultati della guerra, neH'«Esame di coscienza» di Serra è espressa la condizione di taluni livelli — i piú alti forse — della gioventü intellettuale italiana: un travaglio interiore che ac- cetta la guerra come necessità di certezza e di vita e che tuttavia avverte che la guerra non cambierà nulla e che è impossibile at- tendersi da quell'evento grandioso e tragico una qualsiasi palin- genesi. L'eroe che

è la vittima di questa condizione sarà Filippo Rubé, consunto da una sorta di inettitudine interiore dopo la guer- ra e perito come per caso. II cimento dell'Italia nella guerra europea che avrebbe potuto essere la risoluzione positiva e il fastigio dell'ópera deila borghesia si dimostrava un grande fallimento e la letteratura avvertiva il con- traccolpo con una serietà che è forse l'episodio piü serio della crisi della borghesia italiana nei suoi riflessi letterari. Poi furono gli anni del dopoguerra

e del fascismo, cioé gli an- ni del totale fallimento della borghesia italiana, incapace in tutti i suoi livelli (tranne le consuete eccezioni dei profeti disarmati) di intendere e dirigere gli eventi prodotti dalla guerra. La incapa- cità della classe politica ad intendere le nuove esigenze della na- zione uscita dalla guerra, il crollo delle illusioni nutrite attraverso una tardiva predicazione risorgimentale, il contrasto tra l'umani- tarismo e la rivoluzione democratica promessa durante

la guerra e le condizioni reali del paese nel dopoguerra, la fiacchezza del sen- timento religioso, la incapacità di offrire o trovare ideali che re- staurassero un qualsiasi equilibrio interiore, queste ed altre mani- festazioni dettero il segno della incapacità della classe dirigente borghese italiana. Col crollo dell'ufficio civile politico intellettuale della borghesia crollava tutta una serie di impalcature secondarie relative al costume e alla gretta vita morale della borghesia italiana. Erano gli

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Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften

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[1971]

Seite 84 von 598

Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano

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II relatore ha tracciato un quadro della borghesia italiana e poi delta letteratura italiana, cosi complesso — dice il Prof. SPI- RITO — che si puó integrare solo accennando al triplice stadio che la borghesia ha attraversato dalla fine del secolo scorso fino a oggi. Primo stadio, la borghesia positivistica; secondo stadio, la borghesia idealistica; terzo stadio, la borghesia cattolica. «La borghesia italiana ddlla fine del secolo scorso fino alla prima guerra mondiale è stata una borghesia

, di cui bisogna tener conto per comprendere poi la reazione ulteriore e dell’idealismo e del cattolicesimo. Dall’inizio della prima guerra mondiàle fino a tutto ií fascismo predomina la metafisica idealistica. Tutta la borghesia italiana di- venta idealistica sulle orme di Croce, ma piu ancora sulle orme di Gentile, il quale ha influito nell’ambito della borghesia piü di- rettamente proprio perché si é servito di uno strumento fonda- mentale quale è la scuola: la riforma della scuola, l’introduzione

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Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften

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[1971]

Seite 92 von 598

Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano

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cipazione della cultura italiana nella prima metà del secolo, e sul piano storiografico e su quello della pubblicistica generale e deila letteratura propriamente detta, alla risoluzione del problema ita- liano, e cioé del Risorgimento. Egli sostiene che sia erroneo parlare di una "partecipazione esigua", ma che si deve parlare di qualcosa di piíi importante, perché quella generazione o quelle generazioni hanno costituito una ossatura non solamente politica italiana ma anche una fondazione

di cultura che è stata sviluppata successiva- mente. Non ho alcuna difficoltà ad accettare questo punto di vista: tuttavia insisterei sul concetto di esiguità in un senso che è mio ob- bligo chiarire. Contributo culturale esiguo non per la sua qualità, ma per la sua estensione e dimensione sociale, cioé per la distanza tra le punte della cultura italiana, le guide della cultura italiana e la cultura generale alle Nazioni. Questo è un problema fondamen- tale d'Italia, che noi uomini di cultura ci dobbiamo

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Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften

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[1971]

Seite 83 von 598

Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano

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ferta ai nostri connazionali italiani e tedeschi ed europei di una riflessione che non pretenda di essere illuminante, ma almeno vo- lenterosa, che li aiuti e ci aiuti a prendere insieme consapevolezza della nostra condizione e cioé delle nostre sofferenze e insieme dei nostri obblighi e doveri. Interventi sulla relazione Secondo il Prof. CARAMELLA il relatore ha giudicato esigua la sostanza e la consistenza della borghesia italiana alle origini del Risorgimento e della nuova Italia. «Ora

a me pare che la borghesia italiana sia stata esigua soltanto da un punto di vista intellettuale, e anzi vorrei dire intellettualistico, in quanto aveva seguito scarsa- mente gli sforzi dei riformatori del Settecento e dei primi romantici del Risorgimento verso una propria elevazione culturale. Ma se noi consideriamo la persistenza dei ceti commerciali veneti, milanesi, fiorentini, napoletani e la loro importanza economica non indiffe- rente che permetterà poi a D’Azeglio, a Cavour, a Ricasoli

di gettare le prime basi delle loro tessiture politiche moderate, non credo che la borghesia, in senso assoluto, potesse dirsi esigua e nemmeno che le sue opinioni genericamente retrive, tradizionaliste e som- mariamente antiquate non costituissero per contrapposto anche un motivo di ispirazione e di critica letteraria. Soprattutto a me pare da ricordare che la letteratura italiana del primo Risorgimento ave- va cercato, per suo affiatamento con lo spirito riformatore e pro- gressista, di dare àlla

su quella borghesia. Non si puó dire, secondo me, che una borghesia non esistesse; ma solo che non rispondeva abbastanza ai loro appelli. La letteratura italiana nuova si trovo poi impegnata a risolvere, a ripresentare o infine a distruggere questo mito di una borghe- sia itàliana tradizionale che dal Medio Evo e dàl Rinascimento era sopravvissuta fino al Risorgimento». 25

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[1971]

Seite 88 von 598

Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano

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elementi negativi della borghesia italiana o non itaiiana, come alcuni grandi scrittori antiborghesi, ci facciamo un concetto astratto della bor- ghesia, che non puó essere soltanto negativo, se ha fatto tanta storia e ha promosso tanta cultura; d’aitra parte, i suoi aspetti posi- tivi non possono essere i valori per il fatto che non sono borghesi né antiborghesi o che si voglia, anche se la borghesia ne è stata una particolare incarnazione storica; resta da vedere quaie è il positivo della borghesia

. Rílevo di passaggio, a questo proposito, una defi- cienza della letteratura italiana anzi del nostro pensiero in generale: la mancanza di uno scrittore veramente grande, che abbia visto quanto di positivo c’é dentro quel negativo che Sansone definiva la meschina vita piccolo-borghese. All’Italia è mancato uno scrit- tore come Cecov, che, pur vivendo in una nazione che non aveva una forte borghesia, ha saputo cogliere Velemento piccolo-borghese nei suoi difetti, ma anche nei suoi pregi, nella sua

appartenga agli astri, è uno dei tanti rispettabili pensa- tori di secondo piano; né il suo pensiero ha avuto risonanza mon- diale. Né da quello che ci ha detto Sansone lo vedo brillare come astro; infatti ci ha detto che Gramsci è stato uno scrittore ”impe- gnato” nei problemi sociali e della società italiana o nazionale. Ora se c’è un tipo di scrittore piccolo-borghese, è proprio quello che si impegna solo in questi problemi nazionali, giacché un grande scrittore si impegna a darci una concezione della

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Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften

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[1971]

Seite 191 von 598

Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano

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nello sviluppo delVeconomia che non può essere violata, E’ anche vero che non sempre gli studiosi di economia si sono preoccupati di rendere chiari questi concetti, tantoché ancora negli ultimi anni, quando si è aperto il problema del Mezzogiorno, si sono avute, si sono scontrate delle opinioni diametralmente opposte. Vi erano di coloro i quali si opponevano ail’éntrata dell’Italia nel Mercato Comune, perché dicevano che sarebbe accaduto per tutta la eco- nomia italiana quello che accadde per

il Mezzogiorno dopo la uni- ficazione italiana. La eliminazione deile barriere doganali fra i vari Stati precedenti all’unità sarebbe stata alie origini della arretra- tezza della economia del Mezzogiorno. Questo è vero e non è vero. E’ vero, se noi guardiamo con occhio moderno le cose, ma non è vero se attingiamo dai progressi che ha fatto la scienza economi- ca, perché essa ci mostra il modo con cui fronteggiare. All’epoca dell’unità italiana ía scienza economica in Italia, anche in altre nazioni in Europa

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[1971]

Seite 85 von 598

Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano

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positivistica, primi tentativi di allacciarsi con Videalismo che co- minciava. E poi un grande fenomeno rivotuzionario antiborghese, anche questo lasciato da parte dal Prof. Sansone, il futurismo. II futurismo ha avuto una importanza fondamentale in senso antí- borghese. II futurismo che ha informato non soltanto la cultura italiana ma anche la cultura europea — basterebbe pensare all’in- fluenza che ha avuto nelie arti figurative — è veramente un fe- nomeno fondamentale per comprendere

di vedere come mai, ad un certo punto, la borghesia italiana si trova nel secondo dopoguerra cattolica. Esiste una letteratura cattolica degna di nota? E se non esiste, perché non esiste? Questo è il problema fondamentale. Se durante il positivismo abbiamo il fenomeno modernista, se durante l’idea- lismo abbiamo certe affermazioni di carattere cattolico volute dagli stessi idealisti, il secondo dopoguerra come mai è caratterizzato dal cattolicesimo? Che cosa è avvenuto nella cultura italiana^ perché

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Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften

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[1971]

Seite 56 von 598

Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano

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LUIGI MASCI: Vice Commissario del Governo nella Regione. Ancora una volta Merano ospita un Convegno, ad alto livello, di studiosi di lingua italiana e di lingua tedesca, che sono qui con- venuti per approfondire insieme un tema affascinante ed insieme vasto ed impegnativo, quale è quello della crisi della borghesia nella cultura contemporanea italiana e tedesca. Non è senza significato che ciè avvenga a Merano e cioé m Alto Adige, vale a dire nella terra dove le due culture, italiana e tedesca

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[1971]

Seite 422 von 598

Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano

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pubblico, a tutto svantaggio della massa dei contribuenti: Si ebbe in- somma in questi primi tre decenni dell'Unità un vigoroso e spregiu- dicato fenomeno di accumulazione capitalistica che un osservatore acu- to della scena italiana cosi descriveva nel 1891 (4): « La borghesia italiana degli ultimi trent’anni è stata denominata da un’idea grandiosa: non tanto di conquistare, quanto piuttosto di creare e accrescere indefinitamente il capitale. Dateci i capitali! Non c'é ri- chiesta commerciale

delle attività industriali moderne, l'inizio di quella che è stata chiamata la «rivoluzione industriale» italiana; e con essa si ha, soprat- tutto in Lombardia e in Piemonte, la formazione di un solido e con- 364

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Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano

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toghese il coraggio di prendere nota di certi problemi di oggi, e allo stesso tempo il persistere della volontà, anche se essi non si possano risolvere, di non lasciarsene sopraffare, è lo spunto e il motivo anche di altri articoli, di altri collaboratori della stessa rivista, che pure si occupano di aspetti della vita italiana. Lo documenta significativamen- te un lungo articolo di Mârio Falcâo nel recente numero 273, (alle pagine 422-28) intitolato Conversando em Roma com Mario Socrate, dove

pagine dedicate al romanzo contemporaneo tedesco da un illustre docente dell'Università di Coimbra, Paulo Quintela, che ricerca in quegli scrit- tori i segni della crisi della Germania nel dopoguerra, e i suoi sforzi di resurrezione), un altrettanto illustre docente dell'Università di Li- sbona, uomo di pensiero e di sensibilità artistica, recentemente scom- parso, Francisco Vieira de Almeida, si addentra in un'acuta analisi della narrativa italiana (parte dal D'Annunzio e dal Pirandello, e ar- riva

fino a Pratolini e a Rea), disseminando nelle sue pagine spunti degni di meditazione, attraverso i quali si intravvede una sorprendente intuizione dei problemi spirituali e sociali della vita italiana dopo il fascismo, anche vista alla luce delle conseguenze del fascismo stesso. Ecco qualcuna di tali considerazioni: «La catastrofe sociale del fa- scismo, che diremmo giusta, se credessimo senza riserve alla giustizia della storia, reca, per la sua desolazione stessa, ansietà di rimedio e impressione

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Seite 169 von 598

Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano

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, ma non per questo solitari e inefficaci, perché diffondono intorno a a sé, nelle anime, la poesia». Bella pagina, splendida metafora; ma di grazia qual criterio metodologico puó mai ricavarne lo storico? Comunque, non puó non essere sottolineato il fatto che proprio questo saggio crociano con- tribui a bloccare l’interesse della storiografia italiana nei confronti di ricerche del genere di quelle che possono interessare questo con- vegno. E fu ancor peggio, quando il metodo, che dovrebbe essere

sempre al servizio del problema e non viceversa, divenne negli sto- rici italiani educatisi alla scuola deH'idealismo un feticcio sovra- stante ogni realtà: se, ció non ostante, nel settore della storia an- tica storici come Rostovzev hanno operato in profondità nella cul- tura italiana e in quello della storia medievale è stato ricco di in- fluenze un Henri Pirenne, nel settore della storia moderna opere come Le origini dello spirito borghese in Francia di Bernard Groe- thuysen, anche se tradotte

, hanno avuto invece eco assai scarsa. La storiografia italiana, procedendo sicura e spedita sotto la guida di — 111

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Seite 175 von 598

Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano

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to superamento delle artificiali dicotomie di origine accademica, per cui resame della borghesia italiana — poniamo — nel '4-500 era cosa che non interessava lo studioso della borghesia del '7-800, e l'invito costante a verificare le tesi della pubblicistica meridiona- listica attraverso un lavoro seriamente storiografico. La prima sug- gestione, bisogna pur riconoscerlo, è andata presto smarrita, ia- sciando solo qualche spunto di ricerca nei lavori di Giuliano Pro- cacci o di Marino Berengo

suo contradittore, Delio Cantimori, operava invece Gramsci ma l'autore- vole studioso dell’età rinascimentale preferi in questo settore elu- dere i problemi concreti posti da Gramsci circa la storià della bor- ghesia italiana e proporre una modificazione terminologica della ca- tegoria storiografica «rinascimento» in quella di «età deirumanesi- mo», «la quale — scrisse il Cantimori — permetterebbe di tener conto tanto delle esigenze della continuità quanto di quella della periodizzazione

e di comprendere soprattutto ’universalmente' svol- gimenti economici, sociali, religioso-ecclesiastici, filosofici, artistici, nei loro reciproci rapporti». La seconda suggesfione di Gramsci ha avuto invece ampia fortuna e in connessione con essa ha mosso tutta la giovane storiografia italiana (marxista e non marxista) nel- la sua puntigliosa ricerca di un quadro il piu analitico possibile del- lo sviluppo economico e sociale deiritalia dal secolo XVIII in poi. Ricordo — senza pretesa alcuna di completezza

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Seite 499 von 598

Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano

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istituti e nelle sue strutture, E vediamo intanto di innestare il mio discorso nella prospettiva tracciata da Prini, Questi ha contrapposto una metafisica del fare a una metafisica del Vessere, riconducendo alla prima il pensiero borghese, Senonché, esa- minando il carattere della scuola italiana dopo la riforma gentiliana del 1923, è difficile ritrovarvi operante quella metafisica del fare, perché la scuola borghese italiana sorta dalla riforma idealistica, nel suo spirito e nella sua struttura, non

è una scuola dell'attività, della produttività, bensi una scuola della contemplatività e della fruizione. La scuola italiana fondata sul concetto idealistico di cultura ripete a un di presso il processo che aveva caratterizzato il sorgere dell'uma- nesimo dopo l'avvento dei comuni e delle signorie. Prima dell’uma- nesimo c'era in Italia una scuola professionale nella quale si forma- vano i figli dei mercanti per apprendere tutto ció che era necessario ad esercitare l’arte mercantile. Era una scuola

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Seite 91 von 598

Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano

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grandezza, voglio dire che tale è apparso alla cultura italiana in anni recenti. Anzi volevo in tale occasione sottolineare la ten- denza gregariale della cultura italiana: prima De Sanctis, poi Car- ducci, poi Croce, poi Gramsci. La cultura italiana non è cultura di dialogo tra pari, ma una cultura di gregari che hanno sempre bi- sogno di pigliare l’imbeccata da un qualche pontefice culturale. Rispondo particolarmente solo ad alcuni interventi, e prima di tutti al Prof. Caramella, il quale mi pare

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di ascesa e di equilibrio della società italiana. I giovani che anda- vano alla prima guerra europea portavano Carducci piü che D'An- nunzio nei loro zaini: e veramente il mondo risorgimentale, le con- sapevoli idealità borghesi del Risorgimento potevano aver permeato strati alquanto larghi della nostra cultura e della nostra società. I giovani dei ceti borghesi, gli ufficiali di complemento andavano in guerra con una loro fede e una loro consapevolezza e anche il contadino reggeva in trincea

e sopportava il disagio e il pericolo in nome di leggi che non conosceva appieno ma che pure rispet- tava o alle quali non osava o non pensava di ribellarsi. Noi non in- tendiamo affrontare il quesito storico dell'ufficio e della funzione della borghesia negli anni tra la fine dell'800 e i primi del 900 (quan- do, fatto importante in controluce, incominció ad organizzarsi il ce- to operaio e a costituirsi il socialismo), ma è certo che se di un momento positivo nella storia della borghesia civile italiana

realizzare ragioni fondamentali della civiltà borghese e contenere in sè motivi antiborghesi. II carattere borghese infatti dell'opera del Croce sta nella coscienza che egli innalzerà fino alla religione della libertà degli ideali piü alti della eredità borghese, inalveati in una concezione storicistica ed immanentistica della realtà e in una accettazione solenne e peró altamente morale dell'ufficio del- l'uomo. II che era tutto di carattere borghese, ma era fuori dei li- miti della borghesia italiana

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, ma senza fede e speranza di nuovo e grande alimento. E' una restaurazione borghese di tipo tradizionalmente italiano, appena redenta da un attivismo econo- mico che crea bisogni e benessere, ma non rinnova dal di dentro e riequilibra veramente la Nazione. Può sembrare ed é, fino a un certo segno, l'indizio della eterna grettezza della grande e media borghesia italiana (e della classe politica che essa produce), ma è insieme segno anche della incapacità della classe che è ali'altro versante, che non

sehema attivo e prospet- tico piuttosto che proporre un disegno placidamente storicizzato, che non potrebbe produrre che una steriíe soddisfazione intellet- tuale. La letteratura rispecchia nel ventennio 1945-65 con molta evi- denza le condizioni della borghesia italiana e la sua crisi. Oramai non si tratta di un rispecchiamento senza alternativa come in Pi- randello o in Svevo, di una denunzia spesso senza reale coscienza critica, specialmente sul piano politico. Ora il moto è generale, la coscienza

delle manchevolezze della società italiana si estende, i 20 —

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descrizione reale della crisi della borghesia attraverso la lettera- tura. Sono il segno delle sue inadempienze e della costituzionale incapacità della borghesia italiana o i presagi di una crisi di civil- tà, non tanto l'apertura di un capitolo consapevole che storicizzi quella crisi. La crisi in realtà, come consapevole critica all’ufficio, agli at- teggiamenti, alle pretensioni, alle velleità della borghesia italiana, si aprirà dopo la prima guerra europea, pur se preceduta da fatti estremamente

significanti sui quaii desideriamo fermarci un mo- mento. In un libro ancora assai importante, e oggi assai discusso, di Benedetto Croce, la «Storia d’Italia dal 1871 al 1915» è descritto in forma positiva il cammino della nazione italiana sino all'avvento della prima guerra europea e la funzione particolare che il Giolitti e Í'età giolittiana adempirono nello sviluppo della nostra vita civile. Quel disegno rimane, per nostro conto, nella prospettiva in cui è collocato, un fatto positivo, ed è il disegno

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Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano

Schlagwort: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>

ARMANDO SAITTA LA BORGHESIA E LA SUA CRISI NELLA STORIOGRAFIA ITALIANA CONTEMPORANEA Innanzi al tema della relazione «La borghesia e la sua crisi nella storiografia italiana contemporanea» è diíficile evitare una confessione di disagio, il quale deriva dalla situazione oggettiva del- Todierna storiografia italiana. Questa non ama piu le grandi sintesi di un tempo : dando il primo posto nella gerarchia dei valori al- Tesattezza filologica anziché all'analisi e alla ricostruzione critica

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Kategorie:

Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften

Jahr:

[1971]

Seite 338 von 598

Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano

Schlagwort: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>

una classe borghese, assuma il potere. Ma era veramente nella linea di quello che egli riteneva il piü profondo marxismo. II difetto che egli riscontrava nella società italiana nei confronti di altri paesi piü progrediti — la impreparazione della società italiana per assumere la coscienza del materialismo storico — stava proprio in questo, secondo il Labriola, che in Italia la borghesia non si era sufficientemente sviluppata come classe, in modo da compiere veramente quella rivoluzione di cui

si inserisse pienamente negli strumenti dello Stato li- berale, dello Stato demoeratico, e perció bisognava che il processo della rivoluzione borghese fosse compiuto. Questa linea Labriola- Gramsci è stata continuata da Togliatti, ed è stata una linea cano- nica in certo senso della ideologia comunista italiana. Mi pare di avere risposto, sia pure inadeguatamente, alle diverse obiezioni e osservazioni che mi sono state fatte. 280 —

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Kategorie:

Kulturgeschichte, Volkskunde, Musik, Theater , Sozialwissenschaften

Jahr:

[1971]

Seite 93 von 598

Autor: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano

Schlagwort: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>