¬La¬ natura, l'amore, gli affetti e la religione, lo scetticismo ed il dolore nei canti dei poeti trentini : [strenna 1893]
« Voi che a sfamare la prole miserabile, e di tal cibo onde avria schifo un cane, ai raggi sudate del sole co cente, curvi sui solchi del pane non vostro ; e voi, madri, voi spose, voi figliuole, che in anguste officine o in tane buie, curve sugli aghi e sulle avare spole, struggete il fiore delle umane forze; a che dolervi del comun destino? Sacro a tutti è il lavoro! ’) X Fra i molti fiori che nel loro linguaggio ci favellano dì speranza'o d’amore, ce n’ha pur uno che favella mo destamente
d’affetto e di memorie. È il « Non ti scordar di me, » — Gli è questo un detto santo . ' Santo come la fede, e insiena giocondo Come FArnore, e al par di lui divino: Che vince il tempo, che vince il destino. *) — E genitori e patria e amicizie e poesia e cuore e povertà e lavoro e natura, in fondo tutti ragionano d’amore, sull’amore si fondano e da esso ne traggono spe ranze e conforti. « Te soave lume dell’ anime, te canto e invoco dal cor profondo, te, Dio benefico, che godi raccogliere la pia