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Kategorie:
Kunst, Archäologie
Jahr:
1896
¬Il¬ monumento a Dante in Trento
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Seite 15 von 17
Autor: Zocchi, Cesare
Ort: Milano
Verlag: Treves
Umfang: S. [673] - 675 : Ill.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Illustrazione popolare ; Vol. 33, N. 43 - 25. Ottobre 1896
Schlagwort: p.Dante <Alighieri> ; s.Denkmal ; g.Trient ; z.Geschichte 1896
Signatur: III 212.259
Intern-ID: 347325
Montenegro, è opportuno ricordare i matrimoni avvenuti nella Reai Casa di Savoia del. secolo scorso in poi: Durante questo tempo vi furono otto Re di Sardegna, e cioè : Vittorio Amedeo II (abdica tario), Carlo Emanuele III, Vittorio Amedeo III, Carlo Emanuele IV (abdicatario), Vittorio Ema nuele I (abdicatario), Carlo Felice, Carlo Al berto (abdicatario) e Vittorio Emanuele II, che salito al trono nel 1849, fu poi dichiarato Re d’Italia per legge del 17 marzo 1861. Principesse entrate nella Casa

di Savoja. Consorti di Carlo Emanuele III, nato nel 1701, salito al trono nel 1780, morto nel 1773 : a) Anna Cristina di Baviera Sultzbach, sposata nel 1722, morta nel 1723 : b) Polissena d’Assia Rheinsfels, sposata nel 1724, morta nel 1735 ; c) Elisabetta di Lorena, sposata nel 1737, morta nel 1741). La seconda fu madre di Vittorio Amedeo III. Cristina d’Assia Rheinsfels (sorella della se conda moglie di Carlo Emanuele III), sposò nel 1740 Luigi Vittorio, Principe di Savoia- Carignano, bisavolo

di Carlo Alberto. Maria Antonia, figlia di Filippo V Re di Spa gna, sposò nel 1750 il Duca di Savoia, che fu poi Vittorio Amedeo III Re di Sardegna. Tre suoi figli tennero successivamente lo scet tro, cioè : Carlo Emanuele IV, Vittorio Ema nuele I e Carlo Felice, di cui si discorrerà ap presso. Giuseppa Teresa di Lorena-Armagnac, spo sò nel 1768 Vittorio Amedeo, Principe di Sa- voia-Carignano, avo di Carlo Alberto. Maria Clotilde di Francia, sorella dell’infelice Luigi XVI (morta sul pa tibolo), sposò

nel 1775 Carlo Emanue le IV, salito al trono nel 1796. Maria Teresa d’Austria-d’ Este, spo sò nel 1789 il Duca d’Aosta, che fu poi Vittorio Emanuele I re di Sar degna. Quindi abbiamo: Maria Cristina di Sassonia-Curlan- dia, sposata nel 1797 a Carlo Ema nuele Principe di Savoia-Carignano, dal qual matrimonio nacque Carlo Al berto. Carlo Emanuele morì nel 1800 e la vedova di lui passò a seconde nozze col signor Montlèart , creato poscia principe. Maria Cristina dei Borboni delle Due Sicilie, sposò

nel 1807 il duca del Genovese, che fu poi Carlo Felice re di Sardegna, Con questo Re, morto nel 1831, s’ estinso la linea primoge nita di Casa Savoia e la Corona passò al ramo Savoia-Carignano nella per sona di Carlo Alberto. Maria Teresa di Lorena Toscana, figlia al granduca Ferdinando III, si sposò in Firenze, nel 1817, al Principe di Savoia-Carignano, che fu poi Carlo Alberto ora detto. Maria Adelaide d’Austria, figlia del l’arciduca Ranieri e di Maria Elisabetta sorella di Carlo Alberto

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Kategorie:
Kunst, Archäologie
Jahr:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Seite 396 von 481
Autor: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Xerokopie
Schlagwort: g.Duino / Schloss
Signatur: II A-1.623
Intern-ID: 137259
l’Italia, conveniva anzitutto formare della Savoia il centro dello operazioni. Di là po tevano stendersi le conquiste a Genova, a Milano, a Mantova, a Parma ed agli altri ducati. Colla Savoia amica 'o, per dir meglio, vassallo, prometteva la Francia di dividevo il bottino, e con ciò si assicurava il libero varco dell’ Alpi. Docile strumento per le me ditate imprese fu pel Re Lodovico Madama Reale, Maria Giovanna di Nemours, la vedova duchessa di Savoia, che reggeva lo Stato a nome del figlio minorenne

Vittorio Amedeo. Devotissima alla causa francese, essa non mancò di seguire a puntino gli avvisi di quella corte, la quale, riuscito vano il progetto di matrimonio fra il Delfino di Francia e la Infante del Portogallo, erede presuntiva del regno, cercò trarre un vantaggio dal combinare che questa sposasse invece 11 duca di Savoia. Se Carlo II di Spagna veniva a mancare senza prole, poteva Vittorio Amedeo essere portato su quel trono e cedere la Savoia alla Francia. Già erasi coiichiuso che Amedeo

andrebbe egli stesso a prendere la sposa in Portogallo; o la sua assenza offriva intanto opportuna occasione alla Francia, di occupare tutti i suoi Stati. Se non che il conto s’era fatto senza i grandi di Savoia c Piemonte, i quali, saputo il progetto, levarono alti lamenti, per essersi ciò fatto senza il loro consenso e contro il loro inte resse. Il della Torre, che non dormiva, fu pronto a mettersi in . 1 Àrcli, dì Duino, Relazioni diplomatiche del conte Francesco Uldarico della Torre, ambasciatore

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Kategorie:
Kunst, Archäologie
Jahr:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Seite 399 von 481
Autor: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Xerokopie
Schlagwort: g.Duino / Schloss
Signatur: II A-1.623
Intern-ID: 137259
francese. Al Principe Eugenio, troppo mal conosciuto dal despota della Francia, non occorsero gravi sforzi per far accedere all’ al leanza anche suo cugino, il duca di Savoia, sebbene la Francia,. che lo considerava come un suo vassallo, gli avesse intimato di unirsi con lei. Venezia però anche questa volta si tenne in disparte. Noi non vogliamo occuparci nè della sconfitta dell’ armi francesi presso il capo La Hoguo, nè delle loro vittorie nello Fiandre, avendo di mira soltanto quello che

avveniva in Italia, dov’ ebbe mano anche l’ambasciatore Uldarico. Questi, sebbene non fosso soldato, e considerasse le cose più che altro dal lato politico, trovò sempre necessario prender le mosso dalla conquista di Casale, finche si poteva contare che il duca di Savoia restasse unito alla lega. Senza di ciò la guerra in Italia sarebbesi terminata infruttuosamente, restando sempre alla Francia un nuovo appoggio per rinnovarla. Un pensiero consimile egli aveva manifestato rispetto alle conquiste dei

Veneziani, con sigliando di chiedere nella pace avvenuta coi Turchi piuttosto l’isola di Candia che la Morea. Quella infatti non avrebbe invo gliata la Porta a ricuperarla come la Moroa; e la guerra seguente di Carlo VI colla Turchia venne a provare col fatto la giustezza di una tale supposizione. Ma per tornare alla guerra d’Italia, il' duca di Savoia, che in quel momento trovavasi esposto più dogli altri, volle prima salvare sè stesso ed insistette per la liberazione del proprio territorio

. Fu contentato, e dal Catinai rimase sconfitto presso Staffarda nel 1690. La Savoia cadde in mano del vincitore e senza vantaggio rimase la tentata diversione nel Debbiato. Un bell’ episodio avveniva frattanto in Venezia, I ducati italiani eh’ erano feudi deli’ impero, mal comportavano le gravi con tribuzioni c l’obbligo di dare alloggiamento• all’esercito imperiale; è gravi lamèntanze ne facevano ai marescialli cesarei. Anche di questo malcontento seppe profittare la Francia; e intanto eh’ essa attendeva

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