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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Seite 181 von 248
Autor: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Ort: Roma
Verlag: Loescher
Umfang: 237, 14 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Signatur: III A-2.230
Intern-ID: 166664
abbia relazione colla civiltà di Hallstatt, e la fibula del tipo La Tene, ac cenni già a qualche influenza gallica, del resto non estranea anche in depositi di Esfe, che rispecchiano il prototipo della civiltà euganea. La quale non si ferma all’I- sonzo ; ma si diffonde ampiamente a mezzodì in tutto il Carso istriano. Le importan tissime e numerose scoperte di tombe ed oggetti riferentisi alla civiltà di E sto, fatte a Verino presso Pisino, e ai piedi del castellare i Pizznyhi, a levante di Parenzo

, che non in nomi gallici.* Si aggiunga il dialetto, nel quale 1’Ascoli 3 4 trovò elementi liguri. Ma, sebbene quest’elemento taurisco rimase tenace, specialmente nei monti, non fu però quello che prevalse. Anche nelle regioni friulane ed istriane si trovano, come in tutto il resto dell’ I- talia, le traccio della civiltà del bronzo e specialmente di quella che il Pigorini 1 * di stìngue in gruppo orientale, ascritta agli Italici; e delle famiglie che da questa si diramarono, nella prima età del

ferro, ebbe quivi predominio quella degli Euganei. È colla civiltà di questo popolo, al quale Catone 5 6 ascrive tventaquattro città e che, se condo le testimonianze degli antichi scrittori 0 , abitavano il paese fra il Po, le Alpi e il Quarnero, che si collegano le ricchissime necropoli scoperte, in quest’ ultimo decennio, nella valle dell’Isonzo, come p. e. quella di Santa Lucia nell’alto Goriziano, nonché quella a 8. Pietro al Natisene presso dividale del Friuli 7 * , benché qualche manu fatto

3 , ed in altre località, nonché i numerosi eastellieri, che, secondo qualcuno, sono le traccio di abitazione di quel popolo antico, unito tutto ciò alla toponomastica, che si manifesta predominantemente italica 9 , fanno concludere che se una popolazione v’ha che, per 1 Cf. Marchesetti, Sugli oggetti preistorici. scoperti a S. Daniele sui Carso (Bull, della Soe. ndnatica di scienze naturali, 4, l,pag. 93); Burtojt, iSotcs onthn caste!ieri or thè prchistoric riiins of thè istrinn peninsula. - Il compianto

, etnografo e geografo Bartolomeo Malfatti, in un suo dotto lavoro, al quale aveva con sacrato gli ultimi anni della sua vita, lavoro del quale molti anni addietro l’illustre uomo mi fece leggere il ma noscritto, e che non so se vide o vedrà la luce, dimostra appunto, con minuti e pazienti raffronti, elle l’elemento toponomastico pii) copioso in tutte le nostre Alpi 6 il ligure. 8 Arch. gioì/., I, pag. 444. 4 L'Italia settentrionale e- centrale nell'età del bronzo e nella prima età del ferro. (.Rendiconto

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Seite 176 von 248
Autor: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Ort: Roma
Verlag: Loescher
Umfang: 237, 14 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Signatur: III A-2.230
Intern-ID: 166664
, giunto alle estreme falde rocciose del Carso, sca turiva da parecchie copiose bocche, che formavano, unite, un fiume navigabile. Nei tempi antichi era assai maggiore il volume delle sue acque, poiché per successive trasformazioni telluriche, essendosi considerevolmente mutato il corso de’ fiumi in tutta questa regione' 2 , gran parte delle sue acque andarono ad alimentare l’Isonzo ed il Natisene, che con molta probabilità anticamente erano in comunicazione fra loro. Perciò si comprende come

concordemente gli antichi asserissero, che, dopo essere scomparso per qualche tratto, erompeva fragorosamente dalla roccia, chi dice per sette 13 14 , chi per nove u bocche e, riunitosi in un solo corso d’acqua, precipitosamente si gettasse nel mare, alla cui spiaggia formava un lago considerevole 15 * 17 * . Che anzi mare il fiume stèsso era chiamato dagli indigeni, e una delle tanti fonti del mare era cre duto da alcuno !6 , in causa delle sue acque salate n . Erano parimenti famose le acque termali che

si trovano in un’isoletta presso le foci del Timavo, e doppiamente me ravigliose, perche crescevano e decrescevano a seconda del flusso e del riflusso del mare' 3 . Ad aumentare venerazione a questo, già per se famoso, corso • d’acqua con correvano gli argomenti della religione, poiché oltre essere il fiume stesso, per tutte lè sue particolarità, considerato come cosa sacra 19 , si aggiungeva un' rinomato tempio a Diomede, che alle foci di esso aveva culto speciale, e gli argomenti storici, in causa

. • r ' CaSSIOD., Var., I, 18. II Plin. Ili, 18, 22, lo confonde con un affluente del Natisene. 7 Socr,, Bis/. eccl., V, 25. . " Vjtruvjo, Vili, 206. 3 Vero., Am.. I, 244; Liv., XLI, 2; Pomi*. Mela, II, 46; Pian., III, 18, 22. 10 Strad., V, pag. 214; VI, pag. 275. A proposito di questo fiume cf. Gkegorutti, JA untino Timavo e la via Gemina e Poxlunna (in Archeografo Triestino, XVIII, pag. 259 seg.) 11 in Strabonk, V, 1, 8. 13 Cf. li tal proposito Czorniu, Dos Land Gorx. und Gradisca, pag. 103 segg. e Kandler

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Seite 184 von 248
Autor: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Ort: Roma
Verlag: Loescher
Umfang: 237, 14 S.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Signatur: III A-2.230
Intern-ID: 166664
il Macedone, s’erano diffusi a settentrione della Tracia e deh’ Ili irlo, dove da gran tempo s’erano stabiliti 1 2 , non possono a meno d’essersi infiltrati anche nella regione del Carso, come è provato dalla tradizione e dalla toponomastica 3 . Più..tardi si insinuarono anche i Galli, per i difficili passi delle Alpi Gamiche, fin sui declivi meridionali di esse. Ma una vera e regolare emigrazione in queste regioni credo non avvenisse mai. Questo ci è chiaramente testificato dalla circostanza narrata

da Livio 4 , che i Galli, solo nel 186 a. Or., senza devastazioni o guerre, pas sarono nella Venezia e nel territorio, dove poi sorse Aquileia, e si diedero a fondare una città. Questi Galli erano certo gli abitatori del declivio settentrionale delle Alpi Gamiche, poiché dice lo stesso storico 5 , che erano penetrati nella Venezia, per salius ignotae antea viae, cioè, da quanto si può dedurre dalla posizione da loro prescelta per fabbricare la città, dal passo del Pontebba. Ma tre anni dopo, avuta

e. Veneto; $5 Istria Venda, pag. 435 e nel volume IV di quei periodico, Ioimi, .Testi friulani. Ha poco fondamento l’asserzione del NlSSKX, che il dialetto friulano sia roinanico-celtieo. Forse più giustamente'il Bidkumaxx, Die Rnm., pag. 9 vi trova elementi celtici e liguri, onde lo chiama nclto-lignrc. - Il Diefexbach, Celtica, '2, 107 o 199, asserisco che da tempi assai remoti era avvenuto questo dilagamento de’ Galli nell’Europa Danubiana. Egli perù non discorda in massima dall’opinione del Nikbuiir

, II. pag. 575; dello Zf.usk. 0. c., p. 165; del Coxtzkx, 0. e., II, §3, che ritengono che l’emigrazione celtica dalla Gal ha nell’Italia settentrionale e nell’Europa centrale, non può essere avvenuta prima del 400 a. Or. II Caso 0. n., I, pag. 232, invece sostiene che essa avvenne in tempi più remoti, perehèp secondo lui, tempo di Tarquinio Prisco per i fiumani intendev&si un’epoca, alla quale non arriva la memoria (l’uomo, cioè l’età preistorica. :, 'Cf. Bbnussi, 0. «., pag. 134 segg. Egli aggiunge

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1908
¬La¬ famiglia Fedrigazzi di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 16)
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Seite 18 von 28
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 23 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 14, 1908, fasc. 3/4
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/16
Intern-ID: 165295
giurisdizioni, di quella di Nomi, Castellano e Castelnuovo, Castelcorno e per certe case e orti situati sotto di Pomarolo della podestaria di Rovereto, L’arciduca Sigismondo Francesco con diploma in data Inns- bruck 4 febbraio 1665 elevava Michele Fedrigazzi al baronato del sacro romano impero col -titolo di Nomi, e l’imperatore Leo poldo I con un altro diploma, in data 24 giugno 1678, gli con feriva il titolo di Barone di Nomi, e la matricola tirolese in data 24 gennaio dello stesso anno lo iscriveva fra

1677 in secondi con Piena Margareta de’ Martini di Galliano, figlia del dottor Gio Maria e di Caterina Camelli. Nella sala del palazzo nuovo di Nomi è conservato il ritratto ad olio di Michele colla scritta: L • B • MICHAEL FEDRIGÀT1VS D NVM1 AETATIS LUI ANO D MDCLX1I11. Dalla prima moglie procreò undici figli, nati tutti ad Inns- bruck, dei quali sopravissero Francesco, Adamo Domenico, Gio vanni e Anna Isabella e dalla seconda Maria Elisabetta. Francesco seniore della famiglia, nato il giorno

di Pomarolo o Vaisorda, coi paesi di Nomi, Chiusole e parte di Pomarolo, La giurisdizione di Castelcorno si estendeva a tutto il terri torio dal rivo di Brancolino a Bordala fino ai confini del vicariato di Nomi e della giurisdizione dì Cresta compresi i paesi Brancolino in parte, Marano, Isera, Patene, Lenzima, Manzano e Nomesino. La parte curiosa di questo documento riguarda la villa di Pomarolo, che ebbe in forza del. medesimo il suo territorio co munale alla dipendenza di quattro diverse

i suoi membri. ( 1 ) In favore dei sudditi della giurisdizione di Nomi soggetti alla podestaria di Rovereto, per ordine dell’ eccelso governo di Innsbruck, Michele Fedrigazzi con atto 15 settembre 1666 stabilì colla città di Rovereto una • convenzione presenti i provveditori Giorgio Betta dal Toldo, D. r Giulio Pizzìni e Nicolò Rosmini. All’atto è unito l’elenco delle famiglie che ne erano.soggette. ( 2 ) Michele morì nell’anno 1686. Si era sposato nel 1630 in primi voti con Maria degli Scolari, nel

14 luglio 1638, fu investito della contea di Nomi, dopo la morte del padre, 6) Consulta araldica di Vienna. 0 Archivio di Luogotenenza in Innsbruck, Feudi tirolesi A fol. 744,

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1896
Nobiliare trentino
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Seite 42 von 49
Autor: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: 46 S.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio superiore di Trento ; 1896
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adel
Signatur: II 102.473
Intern-ID: 234974
— 40 — Salvatore suo consobrino; Pietro, suo fratello; Antonio del Vii e ni poti; Michele del Yit; Antonio dell’Andrea; Romedio, Francesco, Giovanni Long ; Michele Zanini ; Antonio, suo fratello ; il maestro An tonio calzolaio; Antonio del Simon; Francesco dell’Andrea. Ardino (Bardine). Giovanni Calet; Polonio de Nicolet; Nicolò, suo nipote; Giacomo Fedrigat; Giorgio Fedrigat; Lottano. Priodo (Prie). Ambrogio de Tliosio (Toss); Giovanni Antonio, suo fratello. Molarie. R sig. Eusebio ; gli eredi

fratello Antonio, itera; gli eredi di Simone Zentil; gli eredi di Nicolò fanelli. Gasòlio. Il sig. Stefano eli casa Rertolda ; il sig. Giacomo Concili ; il sig. Bartolomeo'Concio ; il sig. Cristoforo del sig. Antonio Concili; ed il sig. Cristoforo e Concino fratelli. Romeno. lì sig. Tomaso forresan; Pietro Segador; Lorenzo Se gassi' ; Nicolò Segador; gli eredi di Stefano Segador ; Antonio Segador ; Antonio Cassar» ; il sig. prete ed Antonio, suo fratello ; Michele Paet : Simone suo fratello)?); gli

eli ser Baldessare ; quelli di ser Giacomo; del ser Galeazzo ('ribelli; Antonio della Francesca; Giorgio del fu Stefano eli Rumo; Guglielmo suo fratello (V. sópra p. 38); gli eredi del fu Antonio, notaio, suo fratello; Giovanni dit Zovanaz. Fresie (Tris). Ser Antonio de Simon; ser Biagio, suo fratello ; Romedio, notaio, suo nipote: gli eredi di Sicherio; Antonio Sinat ed i nipoti. Herniulo (Bermele). Nicolò Mendini ; Giorgio Mendini; Tomaso Mendini ; Giovanni Antonio Mendini. (Forse i discendenti

degli antichi Remondini, o Runondrai? V. Matricola). Giretto. Il sig. losio; gli eredi del fu sig. Antonio della casa di Co- redo, consanguinea con quelli di Rumo, ed ora estinta; ser Antonio Gatta 3 ), notaio; ser Nicolò, suo fratello; Giacomo Odorici; Romedio del fu Oclorico; i fratelli Simone e Baldessare de Blasiis. Frutto (Sfruz). Vittore Bernardinella col nipote. Sanità Sisinio. Zeno fanelli ; Romedio fanelli ; Zentil del fu Gia como col nipote; Zentil de lori; Giovanni, suo fratello col

eredi del fu Giovanni Fator; quelli di Ni colò Fator ; Federico Fator; Giovanni della Zotta; Guglielmo Fai ter ; gli eredi eli Odorico Feraijn. i) Mobilitato da Bernardo Cles, 1527, 23 ott. Sbaglia in'parte il Tovazd (1. c. p. 28) nella descrizione dello stemma. -

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
(1904/08)
Pubblicazione della Società Museo Civico di Rovereto ; 41 + 44.- Regesto dell'archivio comunale della città di Rovereto ; 1/2
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Seite 45 von 250
Ort: Rovereto
Verlag: Tipogr. Roveretana
Umfang: Getr. Zählung
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Fasc. 1 und 2 geb. in 1 Bd.
Schlagwort: c.Rovereto / Stadtarchiv ; s.Regest ; f.Verzeichnis
Signatur: II 102.602
Intern-ID: 330812
. N. 98. - 1438. - 27 Aprile. - In Rovereto. Il comune di Ro vereto a mezzo de’ suoi massari affitta ad Antonio figlio di Oristano da Pozzacchio un casale scoperto sito nel borgo di Rovereto nella località alla porta del Fornesata, ed una cam pagna nella medesima località. — Miscellanea I Cari, 8. Al documento che viene eretto in casa di Maestro Giovanni fu M.° Ramengo sono presenti: Ognibene detto Mauro (?) fu An tonio da Rovereto, Ser Donato fu Frizzo (?) da Rovereto, Anzio fu Michele .... da Pozzacchio

, ed Antonio di Pietro di abitante a Rovereto. I confini del casale sono: l’abitazione del Fornesata, Marco Baldano, la via comune e Bonomo da Gar dumo: quelli della campagna sono: Bonomo da Gardumo, la via ed il Fornesata. L’affitto viene stipulato per l’annuo importo di 25 soldi, (cioè una libra e 5 soldi di moneta veronese piccola). N. 99. — 1438. — 27 Aprile. — In Rovereto. Il comune di Rove reto a mezzo dei suoi massari affitta ad Anzio fu Michele da Pozzacchio dimorante a Rovereto un casale parte

— 40 — qui prò tempore erti. Et istud idem servetur in omnibus aliis locis nostris a parte terra e. N. 96. — 1436. - 16 Maggio. — Venezia. Il doge Francesco Fo- scari omologa il contratto di vendita del bosco di Vaicipri aria stipulato fra i commissari della repubblica ed il Comune di Serravalle li 19 Novembre 1434 e scritto dal no taso Bortolo dalla Spada fu Pietro da Venezia. — Volumi N. 25. Cari. 222. Vegyasi in proposito l’articolo al N. 92. N. 97. — 1438. — 27 Aprile. Risultano quali

massari, sapienti e governatori di Rovereto i seguènti individui: Domenico Ba- zegino fu Bertoldo, Maestro Giovanni tessitore fu Maestro Ramengo, Antonio sarto fu Parolino da Manzano abit. a Rovereto, Pietro Paolo figlio di Bonomo da Gardumo abi tante a Rovereto, Michele figlio di Iacopo Cordone da Ro vereto, Gianipasio Pelizzaro, Azzerino beecajo figlio di Mar tino, Donato Concelino e Marco Baldano. — Miscellanea I Cari, 8 e 9. Questi dati risultano dai documenti segnati ai N. 98, 99 e 100

coperto e parte scoperto, nonché un vigneto in località detta sotto la roza. — Miscellanea I Cari, 8. Sono presenti all’erezione dì questo rogito ì medesimi testimoni apparenti al A. 98. LI casale ha per confinanti gli eredi del fu.,..

10
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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1908
¬La¬ famiglia Fedrigazzi di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 16)
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Seite 10 von 28
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 23 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 14, 1908, fasc. 3/4
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/16
Intern-ID: 165295
Michele Fedrigazzi era stato accusato di aver esorbitato nel l’esercizio della giustizia nelle giurisdizioni di Nomi e Telvana e di aver fatto assassinare due uomini in Valsugana; perciò fu man data sul luogo dall’arciduca una commissione arciducale. Due persone, Matteo Mattel e Antonio Meschini dietro compenso e istigate dai nemici di Michele dichiararono di aver assassinati i due uomini per mandato del Fedrigazzi, onde il suo arresto nel dicembre del 1660 e la traduzione nelle prigioni

estorsione di denaro a Michele Fedrigazzi. 11 Fedrigazzi intanto prosciolto dall’accusa d’omicidio il giorno 15 marzo 1661, dopo sedici mesi di prigionia, usciva bensì libero dalle carceri di castel Ivano, non però senza passare ad una transazione forzata colla corte enipontana la quale, giustizia turca, gli impose l’aggravio della confisca del castello della Pietra, della casa che possedeva in Innsbruck e di tremila fiorini, per risarcire il fisco

e suggestiva per riguardo ai testimoni che cercò di subornare con minacce ed altri modi che essi in timoriti deposero secondo l’intenzione del conte d’Arco e del suo degno giudice Scudellari, cioè il falso. Senonchè più tardi il Matte! e .il Meschini si pentirono del malfatto e ritrattarono le loro de posizioni, furono tradotti nelle carceri di Rovereto e dal pretore Pietro Barbi, con sentenza dei 3 novembre 1661, condannati alla galera’per la durata di dieci anni; ma anche il dottor Scudellari

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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1906
¬La¬ famiglia Saibante di Verona e Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 8)
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Seite 30 von 43
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 38 S. : Ill., graph. Darst.
Sprache: Italienisch
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/8
Intern-ID: 165263
Per colpa del padre diseredato, neppur uno dei suoi succes sori fu ammesso al godimento dei feudi ecclesiastici del Trentino, che passarono interamente ai rami di Verona, come ne fanno fede le numerose investiture. Gio. Nicolò lasciò numerosa prole; Francesco parroco di Folgaria, Agostino provveditore della città di Rovereto negli anni 1556 e 1559, Armerina, moglie a Paolo Lazzarini, la quale testò ai 17 ottobre 1578, a rogiti G. Resmini. Da Michele altro figlio di Gio. Nicolò, ammogliatosi

in secondi voti con sua cugina Lucia, figlia di Francesco Saibante, nacquero Girolamo, Francesco, Gio. Nicola e Carlo Nicolò. Michele, testò ai 13 settembre 1576, a rogiti G. Resmini. Francesco fu eletto provveditore nel 1571 e 1574. Girolamo, che occupava la medesima carica nel 1603 e 1618, lasciò un unico figlio Michele, che sposò nel 1604 Barbara di Valentino Pandini. Un curioso documento, riguardante la famiglia Saibante di Rovereto, è allegato al rogito 8 ottobre 1576 foglio 413, del notaio Setti

nell’archivio notarile di Rovereto. È un'ordine, diretto al capi tano del castello di Rovereto, Cristoforo Altspaur, che riporto letteralmente: Ferdinando per la Iddio grazia Arciduca d’Austria. Fidel diletto ! Sapiamo per cosa certa che li Saibanti et li suoi servitori ahi quali nui per alcune cause urgenti havevamo clementemente concesso la licentia di portar schioppi s sono molto periculosi, et che li portano con li cani artassadi in su le rode in tutti li loghi, si in le chiese come nelle case

, et in questo farai la nostra volontà. Dato nella nostra Città Innspruck il 27 Settembre 1576. Ferdinando Ad mandatimi Serenissimi D.ni Archiducis. Da Girolamo e Barbara nel 1609 nacque Girolamo, ch’ebbe per moglie Anna Caterina di Beno del Bene, della quale esiste la carta dotale, a rogiti Antonio Malinverno, in data 1 dicembre 1636.

12
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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1896
Nobiliare trentino
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Seite 44 von 49
Autor: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: 46 S.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio superiore di Trento ; 1896
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adel
Signatur: II 102.473
Intern-ID: 234974
Antonio Fova (sic); Giovanni, suo fratello; Michele q. Domenico Mathaei ed il fratello; Giovanni q. Federico Thomas; gli eredi q. Michele Thomas; gli eredi di Stefano Cova; Giovanni di Maria Cova; gli eredi di Vito Cova; quelli di Leonardo Cova; quelli del fu Àutonio Cova; Pietro q. Pel legrino ; Giorgio de Leonardi« Freson ; gli eredi q. Giorgio Zucher ; Antonio e Nicolò de Cassanna; Giovanni diCassanna; gli eredi q. (Mo rfeo di Cassanna ; Marcelius ; Simon Lorengi e suo fratello Gillio ; Federico

— 42 Preghena. Francesco Sandri e gli eredi di suo fratello; gli eredi q. Pietro del Bernardin; Nicolò e suo fratello del Bernardin ; Biagio, notaio di Scanna; Andrea de Fedrig di Stefani; gli eredi q. Giovanni suo nipote; Pietro Leonardi dalla Torre. Disio (Cis). Sei- Lorenzo, notaio; Leonardo della Veda; Antonio, suo fratello; Valentino q. ser Simone; gli eredi q. Antonio Betta; Guglielmo de Malthè. -Federico Leonardi. Cassana e Salasna. Misser Valentino; Giacomo e fratelli, nipoti del detto

e Domenico Lorengi; Simon Loreng; gli eredi q. Baldassare de Mathè ; Bartolameo Begini; gli eredi q. Preti. Samoclevo. Gli eredi q. Giacomo della Gnes; ser Rosario deBer- toldis, dal quale discendono quelli di Cles; gli eredi q. Giovanni Francesco, suo fratello ; Odorico, fratello di Rosano ; gli eredi q. Zorzi, olim Pietro Zorz ; Bartolameo Zorzi ; Michele Marinolli. Terzolas. Gli eredi q. ser David; quelli q. Gasparo David; Gio vanni e Matteo fratelli David, Andrea q. ser Pietro David, della casa

Greiffenberg; ser Visintainer e Baldessare, fratelli; ser Leonardo 'Vi sintainer; ser Melchiore Visintainer; gli eredi di ' Antonio Visintainer ; ser Nicolò Nanchina; Guglielmo Stanchina; Robonello; suo fratello Giacomo; altro, Leonardo; Giovanni de Dona Borga e fratelli; gli eredi q. Mio Batibech ; Giovanni Antonio de Dona Borga. Mortiseli (Ortisè). Bartolameo del Turca; gli eredi q. Vigilio del Turca; quelli di Domenico del Turra; Antonio Besadola, e Pietro Ba sartela ; gli eredi q. Antonio Long

13
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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1902
¬I¬ luogotenenti, assessori e massari delle Valli di Non e Sole
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Seite 68 von 72
Autor: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: 72 S.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1901/1902
Schlagwort: g.Nonsberg ; z.Geschichte<br>g.Sulzberg <Talschaft> ; z.Geschichte
Signatur: II 102.588
Intern-ID: 234973
qual'anno emise come tale una sentenza fra i comuni di Verrò e di Priò. ÀI 1502 anche il Rep. (109, 43). 1499-1503 Nicolò Moremberg, figlio del fu Àntomolo (Codex cles., IX, 154, 157 e 201 ; Rep., 65, 325 ). 1505 Giorgio del fu Michele di Coredo (Codex cles., IX, 213, e Tovazzi). 1506-1533 Nicolò di Moremherg (Rep., 9, 108), nel 1509 (Tovazzi), nel 1510 (Rep., 9, 134), nel 1513 (Tovazzi), nel 1514 (Rep., 27, 37), nel 1523 (ivi, 19, 3). Il Tovazzi lo mette anche per gli anni 1517, 1523,1525

— 69 — per i suoi servigi dal principe vescovo Giovanni Hinder- bach (Codex cles,, VI, 94; Vili, 18 e 44; anche il Rep., 96, 2 ; 7, 39; 9, 44). — 1/Inama lo mette massaro dall'anno 1481 all'89. Pietro Grilli era stato incaricato dal vescovo nell'anno 1481 di riformare il libro dei gaffori 0 delle imposte (Codex cles., VII, 169 a). 1493-1498 Michele dì Coredo (Tovazzi e Rep., 9, i 05 ).L'Inama reca Michele dal 1497 al 1499, ed una pergamena di Verrò (N. 25) lo. dice massaro anche nel 1502, nel

, 27, 28, 29 e 1533. Lo chiama, nob. Nicolò de Mori « (Mor de Moremherg) di Sarnonìco , e dice che nel 1505 fu vicario in Castelfondo, che la sua famiglia, poi di conti, si estinse nel 1775, e che Nicolò fu anche vicario della giurisdizione di Belfert nel 1525. Nel 1510 Nicolò rinnovò, d'ordine del principe ve scovo Giorgio il libro dei redditi e degli affitti vescovili nelle Valli dietro quello che aveva fatto anteriormente nel 1481 il massaro Pietro di Quetta. La stessa cosa fece nel 1516 per incarico del

principe vescovo Bernardo desio (Rep., 9, 134 ). Questo libro è registrato coinè tut tora esistente fra i documenti dell'archivio principesco vescovile (ivi). LTnama reca Nicolò come massaro delle Valli dal 1506 aT 1528 ed esso è l'ultimo dei massari elencati da lui. Nicolò de Moris è massaro delle Valli nel 1512 (carta di infeudazione a Riccardino Tavonati, {archivio del conte E . Welsperg, nel cautelilo di Mezo- lombardo). Nel 1527 lo reca il Codice desiano (XI, 167); I Morenberg , come scrive il D.r

14
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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1908
¬La¬ famiglia Fedrigazzi di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 16)
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Seite 13 von 28
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 23 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 14, 1908, fasc. 3/4
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/16
Intern-ID: 165295
da parte di Michele Fedrigazzi e in proposito abbiamo decisioni in data 5 ottobre 1660, 22 dicembre 1675 e 17 marzo 1676 tutte favorevoli alla chiesa di Trento. In data 8 maggio 1676 ih principe vescovo di Trento, Sigismondo Alfonso dei conti Thun, ordinava a Michele Fedrigazzi di lasciare entro quindici giorni la giurisdizione, ma il Fedrigazzi fece il sordo. ( x ) Nell’archivio dei baroni Moli di Nomi trovatisi ì processi della famiglia Tabarelli contro i Fedrigazzi in data 1705, 1719, 1722

e 1723, la contesa fu chiusa nel 1724. Dagli atti da me com pulsati non risulta che i Tabarelli abbiano preso formale possesso della giurisdizione di Nomi, sebbene usassero il titolo di signóri di Vigolo e di Nomi. Nella -seduta capitolare dei 8 agosto 1755 dietro domanda dell’imperatrice Maria Teresa il capitolo rinunciò a favore di essa al conferimento del feudo di Nomi. (-) I Lodron vantavano dei diritti su quella parte del feudo di Nomi che'va dal covelo di Aldeno fino al ponte Plantander

e al termine Preabot e avevano fino dal 1484 protestato sebbene inutil mente contro l’usurpazione, cosicché continue furono le discordie, guerriciole fra i Lodron e i feudatari di Nomi. Michele Fedrigazzi che desiderava vivere in pace coi suoi vicini ebbe varie conferenze preliminari col conte Francesco Ni colò Lodron, una in data 20 giugno 1651 in casa ^Lardellati di Rovereto, alla quale erano presenti col conte Francesco Nicolò, Ferdinando Castner, canonico e commissario di Castelnuovo e Castellano

, Girolamo Raiter, segretario del conte Cristofóro Lo dron, il capitano Priamo e Paride Madernini ; da parte del Fedri gazzi si trovarono presenti Paolo Liberi, Antonio Benvenuti e Cristoforo Adami, come si rileva da un documento, a rogiti-Gu glielmo Marini, conservato nel nostro archivio notarile. :;: - Finalmente il giorno 23 gennaio 1657 fu stipulata ad Inns- bruck la convenzione fra i conti Lodron e il barone Fedrigazzi; è un documento che qui riporto letteralmente data la sua grande importanza nelle

15
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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1908
¬La¬ famiglia Fedrigazzi di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 16)
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Seite 8 von 28
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 23 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 14, 1908, fasc. 3/4
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/16
Intern-ID: 165295
signore del castello di Vigolo, e discendente da una,Castelletti di Nomi per sè e suoi successori della giurisdizione di Nomi, e anche il vescovo Sigismondo Alfonso dei conti Thun con lettera 23 gen naio 1671 rinnovava quella investitura al figlio di Ottavio, Ber nardino Tabarelli. (*) , ,Sorse perciò un contrasto fra il vescovo dì Trento, e l’arci duca Ferdinando , Carlo, il quale con lettera 26 aprile 1655 pre gava il vescovo di voler infeudare Michele Fedrigazzi della contea di Nomi

e a questo scopo mandava al vescovo il consigliere di reggenza Giovanni Cattaneo. Con una seconda lettera in data 30 giugno 1655 l’arciduca confermava al vescovo la lettera 16 maggio e lo pregava di voler quanto piima rimuovere le difficoltà del- l’infeudazione. ( 2 ) Per compensare Michele Fedrigazzi della perdita della contea di, Nomi, fino a tanto che non fosse stata appianatala questione, l’arciduca Ferdinando Carlo con lettera 28 novembre 1653 ló in vestiva della giurisdizione di Telvana

in Valsugana, conservandogli però il titolo di signore di Nomi, cosicché da quest’anno in poi il Fedrigazzi si chiamava signore di Nomi e di Telvana. ( a ) Dopo la partenza del Fedrigazzi da Nomi, per ordine del capitano di Trento, baron Carlo Colonna Vòls, signore di Sie- chenberg, colonnello e delegato arciducale e dietro richiesta dì Marc’Àntonio Bertelli, signore di castel Volsana, che di nuovo era stato nominato capitano ed amministratore della contea di Nomi, si fece l'inventario dei beni mobili

e delle scritture esistenti nel palazzo nuovo e vecchio, in data 11 aprile 1654, a rogiti Matteo Segala, presenti Francesco Cavalcabò, burgravio della città di Trento e Gio Battista Comenduno di Chiusole, sergente delle milizie. ( 4 ) Michele Fedrigazzi nominava i seguenti personaggi a diri gere la giurisdizione di Telvana: 1653. Gio Battista Endrici de Cilà, consigliere arciducale, capitano, Baldassaro Ippoliti, vice capitano e commissario fiscale, Dottor Giulio Francesco Ceschi, provicario

16
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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Seite 25 von 28
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/2
Intern-ID: 109550
1697 settembre 28. — Giovanni Michele conte di Spaur, principe vescovo di Trento, mentre conferma a Antonio Betta il diploma del suo antecessore principe vescovo, Carlo Emanuele Madruzzo, e quelli di re Ferdinando e Carlo V imperatore, gli conferisce dei privilegi estendendoli, compresa la nobiltà del principato, a Gio. Battista e Bartolomeo de Betta di Revò e loro di scendenti legittimi. 1698 gennaio 22. — Giovanni Michele conte de Spaur, principe vescovo di Trento, conferma a Antonio de Betta

fratello Giovanni Bonifacio. 1772 settembre 29. -- Cristoforo Sizzo, principe vescovo di Trento, con ferisce a Francesco de Betta seniore e procuratore di Giuseppe de Betta la regola neria maggiore della pieve di San Sisinio. 1776 settembre 11. — Genealogia fedele della nobile famiglia de Betta di Castel Malgolo proveniente da Milano, Arco e Revò, coll’elenco dei documenti relativi esistenti nell’ archivio del Castello, vidimata dai notai Domenico Widmann di Coredo e Michele Alvise Mendini di Sanzeno

figlio di Bonifacio, la regolaneria mag giore della pieve di San Sisinio per sè, suoi figli e loro discendenti legittimi. 1738 marzo 29. — Domenico Antonio conte de Thun, principe vescovo di Trento, conferma a Giovanni Bonifacio de Betta figlio del fu Antonio come an ziano della famiglia il diritto di esercitare la regolaneria maggiore della pieve di San Sisinio. 1758 dicembre 6. — Francesco Felice dei conti Alberti di Enno, principe e vescovo di Trento, conferma a Giovanni Bonifacio de Betta qual

seniore della famiglia la regolaneria maggiore della pieve di San Sisinio per lui e per il nipote Giuseppe Francesco, figlio postumo di Francesco Antonio fratello di lui. 1759 maggio 23. — Francesco Betta viene laureato nel collegio di Santa Agnese di Mantova e nominato dottore di diritto canonico e civile. 1764 ottobre 6. — Cristoforo Sizze, principe vescovo di Trento, conferma a Giuseppe Francesco de Betta il diritto di esercitare la regolaneria maggiore della pieve di San Sisiìiio in nome anche del

e riveduta dall'Assessore delle Valli di Non e di Sole Lodovico Giovanni de Lutti. 1777 ottobre 25. — Pietro Vigilio dei Conti Thun e Hohenstein, conferma a Francesco de Betta e fratelli la regolaneria maggiore della pieve di San Sisinio. 1787 giugno 5. — In causa pretensa Civitatis a nob. D£2 Iosepho de Betta coram II1.™> magistratu consiliari Tridenti. Archivio Civico 3778. — Copia di Pietro de Negri Notaio del Magistrato Consolare. 1788 giugno 4. — Ingressus nobilis ed Excelentissimi Dm Iosephi filii

17
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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
(1841)
Della storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medio evo ; 2
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Seite 206 von 322
Autor: Frapporti, Giuseppe / di Giuseppe Frapporti
Ort: Trento
Verlag: Monauni
Umfang: IV S., S. [200] - 556
Sprache: Italienisch
Signatur: II 102.297/2
Intern-ID: 319142
doveano ambe le parti cessare dalle offese fino al prossimo 8. Michele, Mainardo restituire intatti i redditi ed i proventi usurpati al vescovo, e questi liberar lui dalia scomunica, e Trento dall'interdet to : Erardo di Tingistagnq barone dell’alto Trenti no da Arrigo stipendiato qual capitano della città restasse nell’officio suo, e così pure i vescovili ca pitani continuassero a tener nell’Anauni.a giurisdi zione r Io stipendio del capitano delta città si pa gasse metà dal vescovo, metà dal conte

Appena morto Egenone, elesse il capitolo in vescovo Arrigo de’ frati teutonici proto» otarie del l'imperatore Rodolfo I. Il quale cacciato in prigio ne da Mainardo l'ottavo giorno dopo il suo ingres so nella città, e fuggitone non appai* come, dopo aver scomunicato Mainardo, e lanciato l’interdetto sulla città, dieci mesi e dodici giorni andò rammin- gando, finché nel maggio del 1275 ottenne da Rudulfo I in Augusta un decreto di accomodamen to fra lui ed il conte. A norma del quale decreto

: i castelli di Edemburgq, Levico, Volsana, Tonale si depo sitassero fino al detto termine in mano de' caval li eri teutonici, i quali li restituissero al 8. Michele al vescovo, se ultimata la pace, in caso contrario al conte, coll’avvertenza che ove pel termine stabili-, to non si fosser potuti conchiuder gli accordi, il conte restasse pare scomunicato, e Trento si rite nesse per interdetto. Tornato in forza di questo decreto alla sua diocesi e nella città, recessi Arrigo convocato il # popolo gl suono

della gran campana del palazo a

18
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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1908
¬La¬ famiglia Fedrigazzi di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 16)
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Seite 6 von 28
Autor: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Ort: Rovereto
Verlag: Ugo Grandi
Umfang: 23 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 14, 1908, fasc. 3/4
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Signatur: II 89.169/16
Intern-ID: 165295
vescovili di Trento e con diploma 13 settembre 1642 gli fu dall’arciduchessa Claudia de Medici, contessa del Tiralo, conferito il titolo di aulico mercante. (-) . L’arciduca Ferdinando Carlo con diploma dei 20 marzo 1647 conferiva a Michele Fedrigazzi la nobiltà dell'Impero, lo stemma gentilizio e l’esenzione dai giudizi ordinari, privilegio di foro. ( !J ) Il sunnominato arciduca con documento redatto in Innsbruck in data. 4 del mese di giugno 1650, firmato da Ercole Widmann vendeva a Michele

La famiglia Fedrigazzi è oriunda da Massone, paesello presso Arco, c sino dall’anno 1270 era nominata fra i gentili, cioè fra gli uomini liberi dipendenti esclusivamente dal principe vescovo di Trento, col solo obbligo verso lo stesso del giuramento feudale e di seguirlo ad ogni sua richiesta armati ed a cavallo. Da Giovanni e Bona Segalla il giorno 8 maggio 1611 nacque a Massone Michèle Antonio Fedrigazzi che avviatosi al commercio si procurò un censo invidiabile. Si stabilì da prima a Salò

Fedrigazzi il castello e la contea di Nomi per l’importo di fiorini settantacinquemila da sessanta crucigéri (caran- tani) con tutti i beni feudali è allodiali annessivi tali quali l’arci duca li aveva ereditati da Ferdinando Castelletti. ( 4 ) Il giorno 29 settembre 1650 Michele Fedrigazzi, proveniente da Trento a cavallo ed accompagnato dal suo seguito dalla parte di Àldeno, faceva solenne ingresso a Nomi. Nominava a suo vi si) Protocollo di consiglio di Innsbruck. ( 2 ) Archivio Moli di Nomi

19
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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
(1904/08)
Pubblicazione della Società Museo Civico di Rovereto ; 41 + 44.- Regesto dell'archivio comunale della città di Rovereto ; 1/2
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Seite 47 von 250
Ort: Rovereto
Verlag: Tipogr. Roveretana
Umfang: Getr. Zählung
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Fasc. 1 und 2 geb. in 1 Bd.
Schlagwort: c.Rovereto / Stadtarchiv ; s.Regest ; f.Verzeichnis
Signatur: II 102.602
Intern-ID: 330812
postilla messa dal Doti. Parolini in margine al libro dice che questa, casa venne poscia (1500 circa ) destinata alVofficiale inca ricato dì convocare i consiglieri alle sedute. N. 103. — 1438. - 18 Maggio. - Rovereto. Il Comune di Rovereto a mezzo dei suoi massari affìtta a Francesco fu. Turata di Rovereto due campagne situate a Rovereto. — Miscellanea Cari. 10. La prima delle campagne affittate giace in l. d. Rum ardo ed ha- per confini la via comunale, gli eredi del fu Michele

. Brano di resa di conto dei massari e sapienti di Rovereto. - Miscellanea I Cari. I. B brano è scritto in volgare. Fra i massari risulta Michele da 8. Bario (?) Il comune aveva fra altro un reddito di li bre 108.10 per il fieno di'Campomarzo e di libre -68.8 per la calce. Sembra che un avanzo della gestione di libre 35.3 il Mas saro Michele lo abbia piagato al Podestà p/clla -costruzione (?) del poggiolo, ovvero a ser Donà dal Paz (?) per il poggiolo f trito alla camera di sopra. Altre spese vennero

(?) da S. Bario, Bonomo da Gemiamo e Gianpasio.: Valtra campagna trovasi a Breone ed ha per confinanti Bono da S. Bario, Gian- pasio, la via consorkde ed il lavino . L’affitto annuo è di soldi 45. Da un’annotazione posta in calce al - documento rì$uUa< che nel giorno di S. Lucia 13 dicembre dell’mino i massari Cancel lino, Pietro Paolo fot Bonomo da Gardumo ed Antonio fattore (?) del comune, ridussero di 5 soldi l’affitto annuo suddetto . N. 104. - 1438. - 18 Maggio. - Rovereto. li comune di Rovereto a mezzo

dei suoi massari affitta per cinque anni a Francesco fu Turata di Rovereto una campagna a -Rovereto, sita a Pozzo. — Miscellanea I Cari, 10. La campagna per la quale ■ è fissato un affitto annuo di 3 libre (?) ha per confinanti Saldano (?) Giorgio beccaio e Donato Cigolino. Questa, campagna era ima- volta affittata à Martino beccaio fu Antonio. Da .annotazione esistente in calce e poi can cellata sembrerebbe che tal documento-.avesse la data del 1441 (?) N. 105. - 1438. - 18 Maggio. -.Rovereto

20
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Kategorie:
Geschichte
Jahr:
1896
Nobiliare trentino
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Seite 10 von 49
Autor: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Ort: Trento
Verlag: Seiser
Umfang: 46 S.
Sprache: Italienisch
Anmerkungen: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio superiore di Trento ; 1896
Schlagwort: g.Trentino ; s.Adel
Signatur: II 102.473
Intern-ID: 234974
1637. (M. I p. 174; 487; 844). Baldironi. H P. V. Gian Michele dà la nobiltà a Giovanni Pietro e a Pietro Antonio Baldironi. Erano i Baldironi venuti da Milano al tempo di Rodolfo II. Trento, 6 dicembre 1702. (M. II p. 64; 487; 844). Balduini. L imperatore Federico concede il diploma di nobiltà ad Arcangelo de Balduini da Trento, dottore in medicina, ed ai suoi figli maschi 17 luglio 1478. (M. I p. 34; 487; 844). Balduini*. Insinuazione del diploma imperiale di cavalier vessil lifero al nobile

Aliprandi. Carlo Em. Madruzzo, P, V. di Trento, dà il privilegio di nobiltà a Giovanni Giacomo de Aliprandi di Riva. Trento, 20 febbr. 1654. (M. I p. 208; 487; 844). àliprandjni. Giov. Alicliele Spanr, P. Y. di Trento, conferma ed amplifica il privilegio di nobiltà a Giovanni Komedio Aliprandini di Live. Trento, 3 novemb. 1704. (M. fi p. 75; 844; 487); quivi di più: privilegio di nobiltà equestre da Carlo VI del 1736. Altenijueger. Carlo VI dà a Pietro Altenburger il privilegio di nobiltà

. Vienna, 20 luglio 1736. (M. II p. 234); Giuseppe A., barone da Maria Teresa, 1779. (Ms. 844). Angeli«. L’imperatore Francesco I dà il privilegio di nobiltà al D.r Stefano Vigilio Angelis de Costedi e Lizzasadorf nel Trentino. Vienna, 17 gennaio 1764. (M. MI p. 111). Anselmi. Il P. V. Giovanni Michele concede il privilegio di,nobiltà a Giovanni Andrea Anselmi eli Livo. Trento, 1 gennaio 1724. (M. II p. 149; 487; 844). Antonietti dalla Piazza Domenico di Caldes ottiene il diploma di nobiltà

da Massimiliano Scherffenberg, conte palatino. Bologna, 21 ottobre 1645. Il P. V, Domenico Antonio lo conferma, 29 agosto 1742. (M. H p. 317). Vicolo Antonio item de Caldesio, conte palatino e nobile episcopale dal P. V. Giani michele, 22 marzo '1701. (Ms. 487 ; 844). Ansio- Artz*. Sigismondo Francesco cV Austria fa conte Giovanni Em. d’ Artz. Imisbruck, 18 maggio 1660. (M. I p. 238 ; 487 ; 844). Baldessari. Il P. V. Carlo Em. Madruzzo dà la nobiltà a Bal- dessare Baldessari di Fiemme. Trento, 14 febbraio

Giani Batta e Carlo Antonio de Balduini, concesso da Leopoldo I, 22 ottobre 1696. (M. M p. 26; 487; 844). Balter (Walter). Diploma di nobiltà alla famiglia di Giacomo Antonio e Giuseppe Balter di Mezo s. Pietro dato da Carlo VI, Fran coforte, 9 febbraio 1712. Il P. V. Gian Michele conferma. Trento, 18 luglio 1717. (31. II p. 103). *) L* asterisco indica che nella Matricola manca lo stemma.

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