’ pressi costruito un ca stello a custodia del confine. Nella descrizione che precedentemente abbiamo fatto della regione atesina nell’antichità, abbiamo notato che lì presso era il castello Foetus, il'' Foetibm' della Notitia, dignitatum, e giova anche notare per il chiaro compren dimento di quanto segue, che a tale punto la via passava dalla sponda destra sulla sinistra dell’ Adige per mezzo di un vado (ad raduni, Vadena), come pure è notevole che intorno al detto castello, fin da tempi remoti
, dev’esser stato un considevole nucleo di popolazione italica, come dimostra la vicina necropoli. Questo era quindi il ca stellimi editimi ad flumen Athesim di Livio *. Sull’ altra sponda del fiume, a non molta distanza; è 1’ altro valido castello di Egna, 1’ Tuia del Oledio évo, 1’ Enncmase di Paolo Diacono, e l’ Endidei dell’ itinerario d’Antonino. Ciò concorda quindi con quanto dice Plutarco 2 , che cioè Catulo, postosi innanzi il fiume Adige, tòv Anafora Ttorafiòv Xafiòjv ngò avrov, che precisamente
in quel punto, fra Tramili ed Egna, fa un gómito in modo da tagliare tutta la valle, si fortificò validamente su tutte due le sponde del fiume, messe fra loro in comunicazione da un ponte. I Cimbri .intanto avevano oltrepassati i valichi alpini, c si erano appressati all’esercito di Catulo, dando prova di grande coraggio e temerarietà, nello scendere per impraticati sentieri i monti rocciosi. Quando seppero essere occupata dai Romani la via al passaggio dell’ Adige, essi, con inaudita celerità
di questa guerra, avvenne nei monti tridentini, in satin tridentino 4 , presso il fiume Adige, apiid Athesim flumen 5 , naqà tòv 'Anafora norapóv 6 . Tanta fu l’impressione prodotta a Roma da questo fatto, che per lungo tempo se 'ne ricordarono i particolari, narrando gli episodi salienti di questa fuga. Fra t EpH.. 68. • 5 /. c. . * Fi, oko, III, 3. * mondo Frontino, Strafar/. IV, 13; Cf. Ploro, III, 3; Ampulio, 22, 4. 6 Vai.. Mass., V, 8, 4. " Plutarco, in Mario. 23 e Apoftrr/wi, 1, pag. 245